Le ragioni profonde della paura di assumersi responsabilità
Ero responsabile del lavoro di irrigazione nella chiesa. Via via, sempre più persone accettavano l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni, così la nostra chiesa è stata divisa in tre chiese e io sono stata messo a capo di una di esse. Dopo la divisione, ho scoperto che molti nuovi arrivati che non si riunivano regolarmente erano stati assegnati alla mia chiesa. Ho considerato che, avendo poco personale addetto all’irrigazione, sostenere tutte quelle persone che non si riunivano normalmente avrebbe richiesto molto tempo ed energia. Se avessero abbandonato per via di un’irrigazione inadeguata, i fratelli e le sorelle avrebbero potuto ritenermi incapace e di scarsa levatura. Sarebbe stato davvero imbarazzante. Avrei potuto essere potata e trattata o giudicata responsabile dell’abbandono dei neofiti. Se non fossi stata la leader ma una semplice irrigatrice, non avrei dovuto assumermi quella responsabilità. Mi sentivo molto sotto pressione, come gravata da un pesante fardello che mi premesse sul cuore. Il leader voleva che coltivassimo più persone per far fronte alla carenza di irrigatori. Ma vedere che molti nuovi credenti non si stavano riunendo in modo adeguato mi metteva davvero in difficoltà. Mi scoraggiava pensare che non sarei riuscita a formare le persone abbastanza in fretta. In seguito, sono diventata troppo passiva nel mio lavoro. Non formavo né irrigavo coloro che avrei dovuto, danneggiando di conseguenza il nostro lavoro. Mi sentivo turbata e un po’ in colpa, così ho pregato Dio: “Dio, sono priva di statura. Vedendo quanti problemi e difficoltà ci sono in questa nuova chiesa, ho desiderato abbandonare. So che non è la Tua volontà. Ti prego di guidarmi a riflettere su me stessa e a cambiare il mio stato sbagliato affinché possa svolgere il lavoro”.
Nelle mie devozioni, ho letto un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Alcune persone hanno paura di assumersi responsabilità nell’adempimento del loro dovere. Se la chiesa affida loro un lavoro da svolgere, considerano prima di tutto se esso richieda di assumersi delle responsabilità e, in caso affermativo, lo rifiutano. Le loro condizioni per svolgere un lavoro sono: primo, che sia un lavoro facile; secondo, che non sia impegnativo né faticoso; terzo, che, qualunque cosa facciano, non si debbano assumere alcuna responsabilità. Questo è l’unico tipo di dovere che assumono. Che tipo di persona è questa? Non è forse una persona viscida e ingannevole? Costoro non vogliono assumersi nemmeno la minima responsabilità. Quando le foglie cadono dagli alberi, hanno paura che stia venendo giù il cielo. Quale dovere può mai svolgere una persona del genere? Che utilità può avere nella casa di Dio? Il lavoro della casa di Dio ha a che fare con la lotta contro Satana e con la diffusione del Vangelo del Regno. Quale dovere non comporta responsabilità? Direste che essere un leader comporta delle responsabilità? Le responsabilità dei leader non sono forse ancora più grandi? Ed essi non devono tanto più farsene carico? Tu diffondi il Vangelo, rendi testimonianza, realizzi video e così via. In realtà, il lavoro che svolgi, qualunque esso sia, fintanto che concerne i princìpi della verità, comporta delle responsabilità. Se svolgi il tuo dovere senza princìpi, ciò si ripercuoterà sul lavoro della casa di Dio, e se hai paura di assumerti delle responsabilità, allora non puoi svolgere alcun dovere. Chi teme di assumersi responsabilità nell’adempiere il proprio dovere è un codardo oppure vi è un problema in merito alla sua indole? Bisogna saper capire la differenza. In realtà non è una questione di codardia. Se tale persona ricercasse la ricchezza o facesse qualcosa per il proprio interesse, non sarebbe forse molto coraggiosa? Si assumerebbe qualsiasi rischio. Ma quando fa qualcosa per la chiesa, per la casa di Dio, non si assume alcun rischio. Una persona del genere è egoista e ignobile, è la più infida di tutte. Chiunque non si assuma responsabilità nell’adempiere il proprio dovere non è minimamente sincero verso Dio, senza parlare della sua lealtà. Che genere di persona osa assumersi responsabilità? Che tipo di persona ha il coraggio di portare un fardello pesante? Una persona che prende l’iniziativa e interviene coraggiosamente nel momento cruciale del lavoro della casa di Dio, che non teme di assumersi una responsabilità pesante e di sopportare grandi sofferenze quando vede che il lavoro è quanto mai importante e cruciale. Ecco una persona leale verso Dio, un buon soldato di Cristo. Forse chi teme di assumersi responsabilità nel proprio dovere fa così perché non capisce la verità? No; ha un problema di umanità. Non ha senso di giustizia né di responsabilità. È egoista e ignobile, non è un sincero credente in Dio. Non accoglie minimamente la verità e, per tutte queste ragioni, non può essere salvato. I credenti in Dio devono pagare un caro prezzo al fine di acquisire la verità e incontreranno molti ostacoli nel praticarla. Dovranno fare delle rinunce, abbandonare i loro interessi carnali e patire della sofferenza. Solo allora saranno in grado di mettere in pratica la verità. Dunque, un individuo che teme di assumersi responsabilità è capace di praticare la verità? Certamente no, per non parlare dell’acquisizione della verità. Teme di mettere in pratica la verità, di subire una perdita in merito ai propri interessi; teme di essere umiliato, denigrato e giudicato. Non osa mettere in pratica la verità, perciò non può acquisirla e, per quanti possano essere i suoi anni di fede in Dio, non può comunque ottenere la Sua salvezza” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Parte prima”). Quanto rivelato dalle parole di Dio mi ha messa a disagio. Dio dice che coloro che temono di assumersi responsabilità nel proprio dovere sono i più egoisti, spregevoli e falsi. Non sanno praticare la verità e non possono essere salvati. Io mi comportavo così. Di fronte ai molti neofiti che non si riunivano regolarmente e agli scarsi candidati per la formazione, non pensavo a come tener conto della volontà di Dio, coltivare candidati validi e far sì che i nuovi credenti venissero irrigati bene in modo che potessero radicarsi più in fretta sulla vera via. Li stavo trattando come un peso. Pensavo a quanto tempo ed energia avrebbe richiesto sostenerli e che gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso se non lo avessi fatto bene. Sarei stata potata, trattata e ritenuta responsabile in caso di gravi conseguenze. Mi sembrava un lavoro faticoso e potenzialmente improduttivo ed ero piuttosto riluttante. Anche se mi costringevo a farlo, ero passiva. A causa della mia irresponsabilità, non ho formato coloro che andavano formati, mentre altri hanno smesso di partecipare regolarmente. Il Vangelo di Dio degli ultimi giorni si sta espandendo rapidamente e sempre più persone si rivolgono a Dio. Irrigare e sostenere bene i nuovi credenti è un desiderio impellente di Dio, ma io pensavo solo ai miei interessi, non alla Sua volontà. Non consideravo nemmeno la vita dei nuovi arrivati. Ero davvero egoista e una profonda delusione per Dio! Inoltre, nelle altre nuove chiese, ho notato che gli altri sapevano sostenere il lavoro della chiesa senza pensare ai guadagni o alle perdite personali. Facevano del loro meglio per irrigare i nuovi credenti, a prescindere dalle difficoltà. Erano veri credenti devoti ai loro doveri. Provavo vergogna e mortificazione. Dovevo smettere di pensare ai miei interessi e di ostacolare il lavoro della chiesa, assumermi quella responsabilità e dare tutta me stessa affinché i neofiti ricevessero un’irrigazione adeguata. Da quel momento, ho iniziato a collaborare in modo attivo e mi sono impegnata a irrigare alcuni potenziali candidati per la coltivazione. Una volta compresa la volontà di Dio, anche loro sono diventati attivi nel loro dovere. Collaboravamo per svolgere il nostro lavoro e sostenere i nuovi credenti. Dopo un po’ di tempo, alcuni nuovi arrivati si riunivano regolarmente. Ero davvero felice e riconoscente a Dio.
E invece, di lì a breve, mi sono ritrovata nella stessa situazione. Un giorno, il leader mi ha detto: “La chiesa di Shuiyuan è stata appena fondata. Alcuni neofiti non si stanno riunendo adeguatamente e mancano buoni irrigatori. Il lavoro procede a rilento. Vorremmo che ti occupassi tu della chiesa”. A queste sue parole, ho capito che dietro quella situazione si celava la volontà di Dio. L’ultima volta che una chiesa era stata divisa, per paura di assumermi responsabilità ho ritardato il lavoro della chiesa. Stavolta dovevo sottomettermi e compiere bene il mio dovere. Tuttavia, esaminato lo stato attuale della chiesa di Shuiyuan, ho vacillato. La chiesa di cui ero responsabile stava appena iniziando a ingranare e c’era ancora molto lavoro da fare. Occuparmi di un’altra chiesa avrebbe richiesto molto tempo ed energia. Se non fossi riuscita a sostenere adeguatamente Shuiyuan e a occuparmi del lavoro nella mia chiesa attuale, cosa avrebbero pensato gli altri di me? Gestire una sola chiesa sarebbe stato meno impegnativo e avrei potuto concentrare gli sforzi per svolgere bene il mio lavoro. Così, tutti mi avrebbero vista sotto un’altra luce e forse sarei anche stata promossa. A questo pensiero, ho concluso che la chiesa di Shuiyuan sarebbe stata troppo impegnativa da gestire. In ogni caso, non mi avrebbe portato alcun beneficio, quindi volevo rifiutare. Ma, se l’avessi fatto e nessuno altro avesse accettato, il lavoro della chiesa ne avrebbe risentito. Mi sentivo combattuta. Il leader ha visto in quale stato mi trovavo e ha condiviso con me un passo delle parole di Dio: “Se sei piuttosto bravo in un certo tipo di lavoro professionale e lo svolgi da un po’ più di tempo rispetto agli altri, dovrebbero esserti assegnati compiti più difficili. Non devi fare altro che riceverli da Dio e obbedire. Non fare lo schizzinoso e non lamentarti dicendo: ‘Perché mi rendono sempre le cose difficili? Affidano tutti i compiti facili agli altri e quelli difficili a me. Non stanno forse cercando di rendermi la vita difficile?’ Cosa vuoi dire con ‘cercando di renderti la vita difficile’? Le disposizioni lavorative vengono adattate a ciascun individuo: chi ne è in grado dovrebbe svolgere più lavoro. Hai imparato molto e Dio ti ha dato molto, quindi è giusto che tu ti faccia carico di un fardello più pesante. Lo scopo di ciò non è renderti le cose difficili, il fardello che ti è stato affidato è commisurato a te. Questo è il tuo dovere, quindi non tentare di scegliere, di essere selettivo, di rifiutare o di tirartene fuori. Perché pensi che sia difficile? In realtà, se ci mettessi il cuore, saresti del tutto capace di portarlo a compimento. Il fatto che tu lo ritenga difficile, un trattamento ingiusto, come se ti si desse deliberatamente del filo da torcere, è manifestazione di un’indole corrotta, equivale a rifiutarti di compiere il tuo dovere e a non accettarlo da parte di Dio; significa non praticare la verità. Quando pretendi di sceglierti il tuo dovere, svolgendone uno facile e agevole, che ti faccia fare bella figura, allora stai manifestando l’indole corrotta di Satana. Se sei incapace di accettare il tuo dovere e di sottometterti, questo dimostra che sei ancora ribelle verso Dio, che stai combattendo, rifiutando, evitando, ossia che hai un’indole corrotta” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Questo passo mi ha commossa. Mettendomi a capo di un’altra chiesa, il leader non stava cercando di rendermi le cose difficili. Svolgevo il lavoro di irrigazione da tempo, quindi avrei dovuto farcela con qualche sacrificio in più. Ero troppo egoista, pensavo solo ai miei interessi e non ero disposta a sacrificarmi di più. Temevo inoltre di fare brutta figura se non avessi svolto un buon lavoro, quindi non volevo assumermi l’incarico, ma rifiutarlo: non ero affatto obbediente. Era una grazia e un’elevazione di Dio se la chiesa mi affidava un compito così importante come l’irrigazione dei neofiti. Dovevo sottomettermi incondizionatamente e fare del mio meglio. È quello che farebbe una persona dotata di coscienza e ragione. Se mi fossi affidata a Dio e avessi davvero cooperato con Lui, sapevo che mi avrebbe guidata a svolgere bene il lavoro. Allora, ho pregato Dio nel mio cuore, pronta ad abbandonare le mie preoccupazioni e ad assumermi quella responsabilità.
In seguito, ho riflettuto e ricercato. Perché volevo sempre rifiutare i doveri e non mi facevo carico di alcun fardello? Ho letto un passo delle parole di Dio. “Qualunque cosa facciano, gli anticristi considerano per prima cosa i loro interessi, e agiscono solo dopo aver riflettuto su tutto; non obbediscono autenticamente, sinceramente e totalmente alla verità senza compromessi, ma lo fanno in modo selettivo e condizionato. Qual è la condizione? Che il loro prestigio e la loro reputazione devono essere salvaguardati e non devono subire alcuna perdita. Solo dopo aver soddisfatto questa condizione, decideranno e sceglieranno cosa fare. In altre parole, gli anticristi prendono in seria considerazione il modo in cui trattare i principi della verità, gli incarichi affidati da Dio e il lavoro della casa di Dio, o il modo in cui affrontare ciò che si trovano di fronte. Non considerano come soddisfare la volontà di Dio, come evitare di danneggiare gli interessi della casa di Dio, come soddisfare Dio, o come recare beneficio a fratelli e sorelle; non sono queste le cose che considerano. Cosa interessa agli anticristi? Se il loro prestigio e la loro reputazione saranno o meno colpiti e se la loro posizione ne risentirà o no. Se fare qualcosa secondo i principi della verità è di beneficio al lavoro della chiesa e ai fratelli e alle sorelle, ma rischia di compromettere la sua reputazione e di portare molte persone a rendersi conto della sua vera levatura e a conoscere il tipo di natura ed essenza che possiede, allora sicuramente l’anticristo non agirà secondo i principi della verità. Se svolgere lavoro concreto porterà più persone a pensare bene di lui, a stimarlo e ad ammirarlo, o farà sì che le sue parole abbiano autorità e portino più persone a sottomettersi a lui, allora quello è il modo per cui l’anticristo opterà; in caso contrario, non sceglierà mai di trascurare i propri interessi per considerazione degli interessi della casa di Dio o di quelli dei fratelli e delle sorelle. Tale è la natura e l’essenza degli anticristi. Non è forse egoista e meschina?” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai emozioni così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta, il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta, e questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta; per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Nelle parole di Dio ho trovato la risposta. Non volevo assumere un fardello pesante principalmente perchè vivevo secondo un’indole da anticristo ed ero egoista e ingannevole. Agivo sempre per i miei interessi personali e alla sola condizione che questi non venissero mai compromessi. Non consideravo la volontà di Dio e non sostenevo il lavoro della chiesa. Vedendo che molti neofiti nella mia nuova chiesa non si riunivano regolarmente, temevo ripercussioni sul mio dovere e danni alla mia reputazione. Quando il leader mi ha chiesto di supervisionare la chiesa di Shuiyuan, sapevo che, se i nuovi credenti non fossero stati irrigati presto, avrebbero potuto subire l’intralcio dei pastori religiosi e abbandonare la chiesa. Eppure volevo rifiutare l’incarico. Valutavo i pro e i contro, pensando solo a come portare a termine il lavoro di cui ero già responsabile. In questo modo, sarebbe stato meno stressante e non avrei dovuto soffrire molto. Se avessi conseguito dei risultati, avrei ottenuto l’approvazione degli altri e dato una buona impressione. Vivevo secondo il veleno satanico: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”. In ogni circostanza, consideravo prima di tutto se avrebbe giovato alla mia reputazione. Se i miei interessi sarebbero stati danneggiati, anche se un certo incarico avrebbe giovato al lavoro della chiesa, non volevo eseguirlo. Mi opponevo e lo rifiutavo, non ero affatto sincera né sottomessa a Dio. Coloro che avevano appena accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni non conoscevano ancora la verità. Erano suscettibili alle interferenze dei pastori, che potevano ingannarli e farli allontanare; per questo la chiesa mi ha incaricata di irrigarli e sostenerli. Di fronte a un compito così importante, non mi sono assunta la responsabilità e non ho svolto il mio dovere, temendo che la mia reputazione ne avrebbe risentito se non avessi fatto un buon lavoro. Manifestavo la stessa indole di un anticristo: egoista, spregevole e per niente altruista. Ero sopraffatta dal rimorso e dal senso di colpa. Mi sentivo in debito con Dio e volevo pentirmi davanti a Lui.
In seguito, ho letto altre parole di Dio. “Qual è il parametro in base al quale le azioni di una persona vengono giudicate buone o cattive? Dipende dal fatto che una persona, nei suoi pensieri, nelle sue espressioni e nelle sue azioni, possieda oppure no la testimonianza di aver messo in pratica la verità e di vivere la realtà della verità. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore. Dio come vede i malfattori? I tuoi pensieri e i tuoi atti esteriori non rendono testimonianza per Dio, né svergognano Satana né lo sconfiggono; invece svergognano Dio e sono cosparsi di segni che fanno vergognare Dio. Non stai testimoniando Dio, né ti adoperi per Lui, né adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi verso Dio; invece, agisci nel tuo interesse. Cosa significa ‘nel tuo interesse’? Se vogliamo essere precisi, significa nell’interesse di Satana. Pertanto, alla fine, Dio dirà: ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Agli occhi di Dio, tu non hai compiuto buone azioni; anzi, il tuo comportamento è diventato malvagio, e non solo non otterrà l’approvazione di Dio, ma verrà anche condannato. Cosa cerca di ottenere qualcuno con una simile fede in Dio? In definitiva, una fede di questo tipo non risulterebbe inutile?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Le parole di Dio sono molto chiare. Dio non guarda a quanto soffriamo, ma a quello che abbiamo nel cuore e a ciò che riveliamo nel compiere il nostro dovere, e se abbiamo testimonianza di praticare la verità. Se una persona nel suo dovere non ha l’intento di soddisfare Dio e non pratica la verità, allora, qualsiasi sia il suo contributo, Dio considera le sue azioni malvagie e a Lui avverse. Alla luce di quanto rivelato dalla mia mentalità in quel periodo, pensavo sempre ai miei interessi, pianificavo in base a essi e volevo sottrarmi al mio dovere. Anche se lo accettavo con riluttanza, non ero responsabile. Non ho formato coloro che avrei dovuto formare e alcuni nuovi credenti non si riunivano regolarmente perché non li avevo irrigati in tempo. I miei intenti e comportamenti disgustavano Dio. Agli occhi di Dio, compivo il male e mi opponevo a Lui. Avevo fede da anni e avevo goduto di tantissimo nutrimento della verità fornito di Dio, ma non pensavo mai a ripagare l’amore di Dio. Quando il lavoro della chiesa aveva più bisogno di sostegno, non volevo assumermi un fardello pesante. Non svolgevo il mio dovere e non soddisfacevo Dio. Ero del tutto priva di coscienza e umanità. Ho pregato in silenzio: “O Dio, nel mio dovere ho perseguito fama e prestigio senza minimamente proteggere il lavoro della chiesa. Sono così egoista. Non ho svolto bene il mio dovere e Ti sono profondamente debitrice. Dio, Ti ringrazio per avermi dato un’altra possibilità. Voglio pentirmi, assumermi questo fardello e fare del mio meglio per riparare alle mie trasgressioni passate”.
Poi, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha fornito un percorso di pratica. Dio dice: “Per tutti quelli che compiono il proprio dovere, indipendentemente da quanto profonda o superficiale sia la loro comprensione della verità, il modo più semplice di praticare per accedere alla realtà della verità è pensare agli interessi della casa di Dio in ogni cosa e abbandonare i propri desideri egoistici, gli intenti personali, le proprie motivazioni, l’orgoglio e il prestigio. Privilegiare gli interessi della casa di Dio è il minimo che si dovrebbe fare. Se chi compie il proprio dovere non sa fare neppure questo, allora come si può affermare che lo sta compiendo? Questo non è compiere il proprio dovere. Per prima cosa dovresti considerare gli interessi della casa di Dio, la Sua volontà e l’opera della chiesa, e mettere queste prima di tutto; soltanto in seguito puoi pensare alla stabilità della tua condizione o a come gli altri ti vedono. Non trovate che sia un po’ più facile dividere tutto in questi passaggi e accettare qualche compromesso? Praticando così per un po’, arriverai a sentire che soddisfare Dio non è difficile. Inoltre, dovresti essere in grado di ottemperare alle tue responsabilità, adempiere ai tuoi obblighi e doveri, mettere da parte i tuoi desideri egoistici, mettere da parte i tuoi intenti e motivi, avere riguardo per la volontà di Dio e porre al primo posto gli interessi della Sua casa, l’opera della chiesa e il dovere che devi compiere. Dopo aver sperimentato ciò per qualche tempo, capirai che questo è un buon modo di comportarsi. È vivere in maniera retta e onesta, senza essere una persona abietta o un buono a nulla, e vivere giustamente e onorevolmente anziché essere spregevole e meschino. Ti renderai conto che è così che una persona dovrebbe vivere e agire. Nel tuo cuore, il desiderio di gratificare i tuoi interessi si affievolirà a poco a poco” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Grazie alle parole di Dio, ho trovato un percorso di pratica: abbandonare i miei interessi personali e mettere al primo posto quelli della chiesa quando accade qualcosa. Volevo attuare ciò che dice la parola di Dio, smettere di considerare se i miei interessi ne avrebbero risentito o meno e di badare all’opinione degli altri. Dovevo adempiere alle mie responsabilità e assumermi il lavoro. Mi sono anche resa conto che non volevo mai lavori impegnativi, per timore di essere guardata dall’alto in basso o trattata se non li avessi svolti bene. Non capivo le buone intenzioni di Dio, ossia salvare l’uomo. Ottenere un lavoro più difficile era una grazia di Dio. Egli stava usando quella sfida affinché imparassi ad affidarmi a Lui e a ricercare la verità per risolvere i problemi. Nel compimento del mio dovere, portare un pesante fardello ed essere potata e trattata, oppure smascherata di fronte alle difficoltà, sono tutte cose positive. Mi danno l’opportunità di vedere meglio i miei difetti e le mie mancanze, e così posso concentrarmi maggiormente nel ricercare e nel munirmi di verità per compensare i miei punti deboli. Questo giova alla mia comprensione della verità e al mio progresso nella vita. È l’amore di Dio.
Una volta compresa la volontà di Dio, ho cambiato atteggiamento nei confronti del dovere. Ho capito che per gestire il lavoro di due chiese non potevo contare solo sulle mie capacità, che erano limitate; quindi dovevo concentrarmi sul formare gli altri. Una volta che più fratelli e sorelle avessero conosciuto la volontà di Dio, avrebbero potuto assumere dei doveri; questo avrebbe facilitato il lavoro e io avrei potuto dedicarmi ai compiti più importanti. Così, ho discusso con gli irrigatori e abbiamo deciso chi formare, e poi mi sono dedicata a tenere riunioni e comunioni sulle parole di Dio per risolvere le loro difficoltà e i loro problemi concreti. Sono rimasta sorpresa quando alcuni fratelli e sorelle hanno acquisito fede e comprensione dell’opera di Dio e volevano assumere un dovere. Collaborando con loro, sono diventata molto più efficiente nel mio dovere, e alcuni progetti sono stati realizzati in poco tempo. Anche loro hanno acquisito maggiore pratica ed erano più motivati nei loro doveri. Dopo un po’ che venivano irrigati e sostenuti, molti nuovi credenti avevano acquisito una certa comprensione dell’opera di Dio, si erano radicati sulla vera via e partecipavano attivamente alle riunioni. Vedere tutto questo mi ha davvero commossa. Abbandonando i miei interessi, assumendo un fardello e compiendo il mio dovere al meglio che potevo, senza rendermene conto ho fatto dei progressi e ho iniziato a ottenere risultati molto migliori. Ora non ho più paura di assumermi delle responsabilità e voglio praticare la verità e svolgere il mio dovere per soddisfare Dio.
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