Ho guadagnato così tanto dall’esperienza della malattia
“Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove e l’affinamento. Quali che siano gli aspetti in cui non sei purificato e riveli corruzione, questi sono gli aspetti nei quali devi essere affinato: questa è la disposizione di Dio. Dio crea per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui preferiresti morire per abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio. Pertanto, se le persone non subiscono diversi anni di affinamento, se non sopportano una certa dose di sofferenza, non potranno liberarsi dai vincoli della corruzione della carne nei loro pensieri e nel loro cuore. Quali che siano gli aspetti in cui le persone sono ancora soggette ai vincoli della loro natura satanica, e quali che siano gli aspetti in cui hanno ancora i loro desideri e le loro esigenze, questi sono gli aspetti nei quali devono soffrire. Solo dalla sofferenza si possono trarre lezioni, il che significa essere in grado di acquisire la verità e capire le intenzioni di Dio. In realtà, molte verità vengono capite sperimentando prove dolorose. Nessuno può comprendere le intenzioni di Dio, riconoscere la Sua onnipotenza e la Sua sapienza o apprezzare l’indole giusta di Dio quando si trova in un ambiente facile e confortevole o quando le circostanze sono favorevoli. Sarebbe impossibile!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Ogni volta che leggo questo passaggio delle parole di Dio, mi viene in mente la mia personale esperienza con la malattia. Se la malattia non mi avesse rivelata, non avrei mai riconosciuto la mia visione errata della fede in Dio solo per ottenere benedizioni e non avrei abbandonato l’ansia e la preoccupazione che sentivo verso le prospettive future e la mia destinazione. Ringrazio Dio per aver disposto le circostanze che hanno fatto sì che io sperimentassi questa malattia e guadagnassi delle ricompense inaspettate.
Fin da giovane sono stata di salute cagionevole. All’età di 21 anni, ebbi la bronchite e una febbre leggera per tre mesi. Mi recai in molti ospedali, grandi e piccoli, ma nessuno riusciva a curarla. Inoltre, il farmaco liquido che assumevo come terapia mi causò danni piuttosto gravi allo stomaco e ai vasi sanguigni, e non potei fare altro che tornare a casa per rimettermi. A casa non riuscivo a mangiare e la mia salute continuò a peggiorare. Sembrava che fossi semplicemente in attesa di morire. Vedendo quanto dolore stessi provando, mia madre mi predicò il Vangelo di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Dalle parole di Dio, arrivai a capire che il genere umano era stato creato da Dio, compresi l’origine della corruzione del genere umano, il motivo per cui le vite delle persone sono così dolorose, in che modo la gente può fuggire da questo dolore, cosa bisogna fare per vivere una vita piena di significato, e via dicendo. Allora, nulla mi piaceva più di leggere le parole di Dio ogni giorno. Sembrava che mi facessero dimenticare la mia malattia. Successivamente, la mia salute migliorò leggermente e iniziai a vivere la vita della chiesa. Dopo sei mesi, ero praticamente guarita. Avendo goduto della grazia di Dio, in cuor mio decisi di offrire tutta la mia vita e spendermi per Lui per ripagare il Suo amore. Poi, mi lanciai proattivamente nel mio dovere. Sia che piovesse o tirasse vento, sia che facesse caldo o freddo o che stessimo affrontando la minaccia degli arresti e della persecuzione da parte del Partito Comunista, io continuavo a svolgere il mio dovere nel bene e nel male.
Così, nove anni passarono in un lampo, e la persecuzione da parte del Partito Comunista si fece sempre più grave. Fui abbastanza fortunata da fuggire dalla Cina e raggiungere un paese libero e democratico in cui continuai a credere in Dio. In quegli anni, continuai a svolgere regolarmente il mio dovere. Per un periodo di tempo il mio fuso orario fu diverso rispetto a quello dei nuovi arrivati che stavo irrigando e ogni giorno dovevo stare sveglia fino a tardi per svolgere il mio dovere. Sebbene a volte fossi piuttosto stanca, pensando alla grande destinazione che Dio aveva preparato per noi, sentivo che sarebbe valsa la pena di sopportare qualsiasi sofferenza. Nel 2021, sentivo frequentemente oppressione al petto e palpitazioni cardiache, e il battito spesso fluttuava. Inoltre, tutto il mio corpo era esausto e spesso mi sentivo sonnolenta. Inizialmente non diedi alcun peso alla situazione, pensando che mi sarei ripresa se mi fossi riposata un po’. Tra l’altro, i nuovi arrivati avevano appena accettato Dio Onnipotente e non avevano ancora basi stabili; se non li avessi irrigati prontamente, le loro vite avrebbero subito delle perdite. Tuttavia, trascorsero diversi mesi e i miei sintomi peggiorarono. A volte, sentivo un improvviso dolore acuto al cuore. Ero un po’ preoccupata e temevo di avere una malattia grave. Ma poi pensai “Anche se la mia salute è piuttosto cagionevole da quando ero giovane, non ho mai avuto una malattia grave prima d’ora. Forse queste sono normali risposte fisiche al fatto di essere stata sveglia fino a tardi in questo periodo. Probabilmente non è niente di grave. Inoltre, in questi anni ho rinunciato a tutto e mi sono spesa per Dio, quindi Lui dovrebbe proteggermi e non lasciare che mi ammali gravemente”.
Una sera del febbraio 2022 ero al computer che come al solito svolgevo il mio dovere, quando sentii una lieve fitta di dolore al cuore. Inizialmente decisi di sopportare e attendere che passasse, ma poi peggiorò e iniziò a somigliare vagamente a un crampo. Cominciai a respirare affannosamente e infine non riuscii a stare in piedi e caddi a terra. Mentre ciò accadeva, mi spaventai molto e non riuscii a smettere di piangere. L’altra sorella in casa mi trovò e mi sollevò sul letto, poi mi addormentai. Quando mi svegliai, erano già passate le 21 e fissai il soffitto ricordando ciò che era appena accaduto, pensando: “Sono svenuta per il dolore al cuore? Ho davvero una cardiopatia? Le cardiopatie sono fatali; morirò? Ho rinunciato a tutto e ho svolto il mio dovere, perché Dio non mi ha protetta?” Non riuscivo a capire quale fosse la volontà di Dio nel farmi affrontare questa malattia. Dovevo liberare la mente e leggere le parole di Dio, quindi presi il telefono e osservai queste Sue parole: “Mentre subiscono le prove è normale che gli uomini siano deboli o abbiano in sé della negatività, o manchino di chiarezza riguardo alle intenzioni di Dio o alla loro via della pratica. Ma tu comunque devi avere fede nell’opera di Dio e non rinnegarLo, proprio come Giobbe. Sebbene fosse debole e maledicesse il giorno in cui era nato, Giobbe non negò che tutte le cose della vita umana fossero elargite da Jahvè e che Jahvè è anche Colui che le toglie tutte. Non importa quante prove dovette sostenere: egli mantenne questa fede. Nella tua esperienza, indipendentemente da quale raffinamento tu subisca attraverso le parole di Dio, ciò che Dio vuole dall’umanità, in sintesi, è la fede e un cuore che Lo ama. Ciò che Egli perfeziona operando in questo modo è la fede, l’amore e le aspirazioni degli uomini. Dio compie l’opera della perfezione sugli uomini e loro non possono vederla, non possono sentirla; in queste circostanze è necessario che tu abbia fede. La fede degli uomini è necessaria quando non si può vedere qualcosa a occhio nudo, e la tua fede è necessaria quando non puoi rinunciare alle tue nozioni. Quando non hai chiarezza in merito all’opera di Dio ciò che ti è richiesto è avere fede, prendere una posizione ferma e rimanere saldo nella tua testimonianza. Quando Giobbe arrivò a questo punto, Dio gli apparve e gli parlò. In altre parole, è solo da dentro la tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione. Senza fede non può farlo. Dio ti elargirà qualsiasi cosa tu speri di ottenere. Se non avrai fede, non potrai essere perfezionato e non sarai in grado di vedere le azioni di Dio, e tantomeno la Sua onnipotenza. Quando confiderai nel fatto di vedere le Sue azioni nell’esperienza pratica, Dio ti apparirà illuminandoti e guidandoti da dentro. Senza quella fede, Dio non potrà farlo. Se hai perso speranza in Dio, come potrai sperimentare la Sua opera? Pertanto, solo quando avrai fede e non nutrirai dubbi nei confronti di Dio, solo quando avrai un’autentica fede in Lui qualsiasi cosa faccia, Egli ti illuminerà attraverso le tue esperienze, e solo allora riuscirai a vedere le Sue azioni. Queste cose si ottengono tutte attraverso la fede. La fede arriva solo attraverso il raffinamento, e in assenza di raffinamento non può svilupparsi” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Le parole di Dio mi aiutarono a calmarmi un po’. Mi resi conto che stavo affrontando una delle prove che Egli assegna e che era intenzione di Dio farmi sperimentare questa malattia; è solo che ancora non lo capivo. Quando Giobbe venne messo di fronte a delle prove non capì la volontà di Dio, ma comunque non peccò con le labbra. Invece, pregò e cercò consiglio, rendendo meravigliosamente testimonianza a Dio. Alla fine, Dio si rivelò a Giobbe: che enorme benedizione fu. Ora, io ero svenuta a causa di un problema cardiaco e sebbene non capissi ancora la volontà di Dio, dovevo imparare da Giobbe e non peccare con le labbra. Inoltre, Dio stava valutando se avessi una vera fede. In passato, quando ero in buona salute, ero in grado di spendermi per Lui, soffrire e pagare un prezzo per il mio dovere senza lamentele. Ora che affrontavo la malattia, non potevo lamentarmi di Dio. Dovevo ricercare la Sua volontà, non potevo perdere la fede in Lui.
Nel periodo successivo, la mia salute peggiorò. Avevo palpitazioni cardiache frequenti e oppressione al petto, e sentivo il corpo debole. Quando parlavo, spesso avevo difficoltà a respirare e iniziavo ad ansimare; non riuscivo nemmeno a svolgere le normali faccende domestiche. Vedendo la mia condizione, mi arrabbiai e pensai: “Ho solo 30 anni; dovrò davvero vivere come una semi-disabile in futuro? Ho iniziato a credere in Dio quando avevo 21 anni, ho speso la mia gioventù e ho rinunciato a tutto. Non mi sono tirata indietro davanti alla persecuzione da parte del Partito Comunista. Perché Dio non mi ha protetta? Tutti stanno svolgendo attivamente i loro doveri, ma io ho questa malattia. In questo momento cruciale, non sono in grado di svolgere il mio compito né di preparare buone azioni. Avrò comunque un esito e una destinazione favorevoli?” Più ci pensavo, più mi agitavo, e mi nascosi sul balcone a piangere da sola. Più piangevo, più mi sentivo vittima di un torto, pensando che la mia situazione attuale fosse davvero miserabile. Dopo aver pianto, la mia mente si calmò un po’, mi inginocchiai e pregai Dio: “Dio, questa malattia mi turba molto e non capisco quale sia la Tua intenzione. So che non dovrei lamentarmi o avanzare senza motivo pretese a Te, ma il mio cuore è così debole e la mia statura così piccola. Ti prego di guidarmi a comprendere la Tua volontà, conoscere me stessa e apprendere le lezioni in queste circostanze”. Dopo aver pregato, pensai a un passaggio delle parole di Dio: “Dio considerava gli esseri umani come membri della famiglia, eppure loro trattavano Dio come un estraneo. Ma dopo un periodo di opera di Dio, gli esseri umani arrivarono a capire ciò che Dio stava cercando di realizzare, si resero conto che Egli era il vero Dio e arrivarono anche a capire che cosa potessero ottenere da Lui. Le persone come consideravano Dio a quell’epoca? Lo consideravano un’ancora di salvezza, sperando di ottenere la Sua grazia, benedizioni, promesse. E Dio come considerava gli esseri umani in quel momento? Dio li vedeva come obiettivi della Sua conquista. Dio voleva usare le parole per giudicarli, esaminarli e metterli alla prova. Tuttavia, per quanto riguardava le persone di allora, Dio era solo un oggetto da usare per raggiungere i loro obiettivi. Le persone videro che la verità proveniente da Dio poteva conquistarle e salvarle, che avevano la possibilità di ottenere da Dio le cose che volevano, la destinazione che volevano. Per questo nei loro cuori prese forma un pochino di sincerità, e furono disposte a seguire questo Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”). Pensando alle parole di Dio, ero profondamente afflitta e turbata. Dio mi aveva portata nella Sua casa e mi aveva trattata come un membro della famiglia, offrendomi la possibilità di svolgere il mio dovere e permettendomi di guadagnare molte verità in modo che potessi liberarmi infine dalla mia indole corrotta e ottenere la salvezza di Dio. Tuttavia, avevo trattato Dio come un’ancora di salvezza, desiderando solamente di ottenere grazie e benedizioni da Lui. Di fronte a questa malattia, considerai a quanto avessi rinunciato per Dio, pensando che dal momento che avevo fatto delle rinunce e speso me stessa per Lui, non avrei dovuto ammalarmi, e che Dio avrebbe dovuto benedirmi con la buona salute. Non avendo ottenenuto ciò che volevo, ero rimasta scoraggiata e delusa. Capii che non avevo abbandonato tutto e speso me stessa per Dio al fine di ripagare il Suo amore. Piuttosto, stavo compiendo una transazione con Lui; stavo rinunciando e spendendo me stessa per ottenere grazia e benedizioni. Vedendo che nutrivo ancora tante motivazioni deplorevoli nella mia fede in Dio, ero molto turbata e pensavo di non essere degna della salvezza di Dio. Pensai a quanto Dio dovesse essere sconvolto vedendo che stessi svolgendo il mio dovere solamente per ottenere le Sue benedizioni. Se un figlio si fosse preso cura dei genitori solo per poter ereditare una proprietà, i genitori si sarebbero sicuramente sentiti feriti. Io ero proprio come quella figlia non devota, faticavo e spendevo me stessa solo per i miei interessi. Non era questo che Dio voleva vedere. Compreso ciò, pentita, pregai Dio. Ero disposta ad abbandonare la mia volontà di ottenere benedizioni e a svolgere il mio dovere per ripagare l’amore di Dio. In seguito, iniziai a modificare il mio ritmo del sonno. In generale, mi sono concentrata sul riposare più spesso, sul regolare la mia dieta e sullo svolgere il mio dovere normalmente ogni giorno. Con mia grande sorpresa, una settimana dopo la mia salute iniziò a migliorare gradualmente. Non potei fare a meno di ringraziare e lodare Dio.
A dicembre dello stesso anno mi fu assegnato un nuovo dovere. Poiché dovetti familiarizzare con il lavoro e anche controllare quello dei fratelli e delle sorelle del gruppo, ci furono diversi giorni in cui andai a dormire relativamente tardi. Un giorno, poco dopo le 17, sentii un leggero dolore al cuore. Continuò per un bel po’ e diventò sempre più doloroso. Mi alzai per andare in bagno e quando uscii sentii che il mio cuore era stato colpito da un problema serio e avevo difficoltà a respirare. Non riuscivo a stare in piedi, così appoggiai la mano sulla porta e poi caddi lentamente sul pavimento. Restai a terra per circa mezz’ora. Il mio cuore non stava affatto bene e tutto il mio corpo tremava senza sosta. Una delle sorelle fu terrorizzata nel trovarmi a terra e mi aiutò a raggiungere il letto. Più tardi, dopo le 22, provai ad alzarmi e ad afferrare il tavolino del computer sul letto, ma ero completamente priva di forze. In quel momento il mio cuore era pieno di angoscia e pensai: “Se in futuro la mia salute sarà sempre cagionevole, cosa farò?” Il giorno dopo andai in ospedale con una sorella per farmi visitare, ma i risultati mostrarono che era tutto a posto. Non sapevo se essere felice o preoccupata. Era un bene che non avessi una malattia, ma c’era qualcosa che non andava in me, e se la malattia non poteva essere identificata, non c’era modo di curarla. In seguito, viste le mie condizioni di salute, il supervisore ridusse il mio carico di lavoro. Vedendo che i miei doveri venivano man mano ridotti, non potei fare a meno di preoccuparmi e pensai: “Il mio dovere sta scomparendo a poco a poco; questo non significa forse che avrò sempre meno occasioni per preparare buone azioni? Come potrò preparare buone azioni e ottenere la salvezza in futuro?” Pensando a questo, diventai un po’ negativa. In seguito, la mia salute peggiorò ancora e avevo perfino bisogno di appoggiare la mano sul muro quando camminavo dalla camera al bagno. Di solito non riuscivo che a restare seduta a letto e quando non riuscivo a stare dritta, mi appoggiavo al muro o alla scrivania. Pensai tra me e me: “In passato se mi riposavo un po’ riuscivo a recuperare. Perché ora la situazione sta peggiorando? Tutti si danno da fare e svolgono i loro doveri; se non posso svolgere il mio dovere a causa della malattia, non perderò forse la possibilità di raggiungere la salvezza? Dopo questo, finché la salute me lo permetterà, continuerò a svolgere il mio dovere. Ora posso occuparmi solo di compiti limitati ma, a patto che mi attenga al mio dovere, forse Dio vedrà che sono in grado di perseverare e mi farà migliorare più velocemente”. Successivamente, la mia salute restò cagionevole e i dolori al cuore si fecero sempre più frequenti. Non riuscivo a sopportare di essere spaventata da qualcosa, e se c’era un rumore forte, mi veniva male al cuore. Pensai: “Ho fatto tutto ciò che è in mio potere per compiere il mio dovere pur avendo questa malattia, quindi perché la mia salute sta peggiorando in questo modo? Perché Dio non mi ha curata? Questa malattia dura già da quasi due anni. Sono andata in ospedale, ma non sono riusciti a diagnosticarla e non c’è nulla che possa fare per curarla. Per me è perfino difficile vivere in modo autosufficiente e non ho abbastanza energia per svolgere il mio dovere. Verrò eliminata?” Ero sempre più debole interiormente, così pregai Dio e cercai una guida.
Un giorno, lessi un passaggio delle parole di Dio: “Tutte le volte che si ammalano, le persone normali soffrono e si sentono demoralizzate, e c’è un limite a ciò che possono sopportare. Vi è una cosa da sottolineare, però: se, quando sono malati, gli individui pensassero sempre di affidarsi alle proprie forze per liberarsi dalla malattia e sfuggirle, quale sarebbe il risultato finale? Oltre alla malattia, non soffrirebbero e non si demoralizzerebbero ancora di più? Ecco perché più si trovano afflitti dalla malattia, più dovrebbero ricercare la verità e la via da praticare per conformarsi alle intenzioni di Dio. Più le persone sono afflitte dalla malattia, più dovrebbero presentarsi davanti a Dio e acquisire conoscenza della propria corruzione e delle richieste irragionevoli che Gli pongono. Più sei afflitto dalla malattia, più la tua autentica sottomissione viene messa alla prova. Pertanto, quando sei malato, la tua capacità di continuare a sottometterti alle orchestrazioni di Dio e di ribellarti alle tue lamentele e alle tue richieste irragionevoli dimostra che sei una persona che sinceramente persegue la verità e si sottomette a Dio, che rendi testimonianza, che la tua lealtà e la tua sottomissione a Dio sono reali e capaci di superare la prova, e che non sono solo slogan e dottrina. Questo è ciò che le persone dovrebbero praticare quando si ammalano. Le malattie che contrai hanno lo scopo di rivelare tutte le tue richieste irragionevoli e le tue fantasie e nozioni irrealistiche su Dio, e anche di mettere alla prova la tua fede in Dio e la tua sottomissione a Lui. Se superi questa prova, allora hai un’autentica testimonianza e una prova reale della tua fede in Dio, della tua lealtà e della tua sottomissione a Lui. Ecco ciò che Dio vuole, e ciò che un essere creato dovrebbe possedere e vivere. Queste non sono forse tutte cose positive? (Sì.) Sono tutte cose che le persone dovrebbero perseguire. Inoltre, se Dio permette che ti ammali, non può anche toglierti la malattia in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo? (Sì.) Dio può togliertela sempre e ovunque, e quindi non può anche far sì che la tua malattia perduri e non passi mai? (Sì.) E se Dio fa in modo che questa tua malattia non passi mai, puoi ancora svolgere il tuo dovere? Puoi mantenere la tua fede in Lui? Questo non è forse un test? (Sì.) Se ti ammali e dopo alcuni mesi guarisci, la tua fede in Dio e la tua lealtà e la tua sottomissione a Lui non vengono messe alla prova e tu non hai alcuna testimonianza. È facile sopportare la malattia per qualche mese, ma se essa si protrae per due o tre anni e la tua fede e il tuo desiderio di essere sottomesso e leale a Dio non cambiano, diventando anzi più reali, ciò non dimostra forse che sei cresciuto nella vita? Non ne raccogli forse questo frutto? (Sì.) Dunque, mentre è malato, chi persegue davvero la verità subisce e sperimenta in prima persona la miriade di benefici portati dalla malattia. Non cerca ansiosamente di sfuggirvi, né si preoccupa di quale sarà l’esito se essa si protrarrà, di quali problemi causerà, se peggiorerà o se lo porterà alla morte: non si preoccupa di queste cose. Oltre a non preoccuparsi di queste cose, chi persegue realmente la verità è in grado di ottenere un ingresso positivo, di avere autentica fede in Dio e di esserGli davvero sottomesso e leale. Praticando in questo modo, arriva ad avere una testimonianza, e questo giova molto al suo ingresso nella vita e al suo cambiamento d’indole, e costituisce per lui una solida base per il raggiungimento della salvezza. Che cosa meravigliosa!” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (4)”). Le parole di Dio erano come una luce in mezzo alle tenebre, che mi dava conforto e mi offriva un cammino verso la pratica. Dio sapeva di cosa avessi più bisogno in quel momento. Egli aveva disposto queste circostanze per aiutarmi a cercare la verità da esse e riconoscere la mia indole corrotta. Allo stesso tempo, Dio voleva mettere alla prova la mia fede e la mia sottomissione. Sarebbe stato facile per Dio guarirmi da questa malattia, ma non lo fece. Invece, i miei sintomi erano peggiorati e in questo c’era certamente la Sua volontà. Queste due esperienze di malattia rivelarono gran parte della mia ribellione. Ogni volta che affrontai la malattia, forse il desiderio soggettivo inizialmente era di sottomettermi e non lamentarmi, ma quando la malattia si era aggravata avevo iniziato a lamentarmi e a ragionare con Dio. Negli ultimi due anni avevo vissuto costantemente queste circostanze, ma non ero mai rimasta salda nella mia testimonianza, nutrendo sempre la volontà di compiere transazioni. Dio aveva continuamente disposto queste circostanze perché io le vivessi, e Lui si mostrava responsabile nei confronti della mia vita salvandomi. Non potevo non avere coscienza e lamentarmi di Dio. Di fronte a queste circostanze, in un certo senso, avevo bisogno di una vera e propria sottomissione e di svolgere il mio dovere al meglio delle mie capacità. Per altri versi, avevo anche bisogno di comprendere le disposizioni corrotte che avevo messo a nudo e ricercare le verità alle quali avrei dovuto accedere.
Un giorno, lessi queste parole di Dio: “Abbiamo appena parlato di come gli anticristi provino avversione per la verità, di come amino le cose ingiuste e malvagie, perseguano interessi e benedizioni, non abbandonino mai l’intenzione e il desiderio di ottenere benedizioni e cerchino sempre di stringere accordi con Dio. Allora, come si dovrebbe discernere e classificare questa questione? Se la definissimo come un anteporre il profitto a tutto il resto, sarebbe troppo blando. È come Paolo, che riconosceva di avere una spina nella carne e di dover lavorare per espiare i suoi peccati, ma alla fine desiderava comunque ottenere una corona di giustizia. Qual è la natura di ciò? (Malignità.) È una sorta di indole maligna. Ma qual è la natura di questo? (Stringere accordi con Dio.) È questa la natura. Paolo cercava il profitto in ogni cosa che faceva, trattando tutto come una transazione. C’è un detto tra i non credenti: ‘Non esistono pasti gratis’. Anche gli anticristi nutrono questa logica, pensando: ‘Se lavoro per te, cosa mi darai in cambio? Quali benefici posso ottenere?’ Come andrebbe riassunta questa natura? Questo è essere guidati dal profitto, anteporre il profitto a tutto il resto ed essere egoisti e spregevoli. Questa è la natura essenza degli anticristi. Essi credono in Dio al solo scopo di ottenere profitti e benedizioni. Anche se sopportano qualche sofferenza o pagano qualche prezzo, lo fanno interamente per stringere un patto con Dio. La loro intenzione e il loro desiderio di ottenere benedizioni e ricompense sono immensi e vi si aggrappano saldamente. Non accettano nessuna delle numerose verità che Dio ha espresso, nel loro cuore pensano sempre che la fede in Dio sia volta solo a ottenere benedizioni e ad assicurarsi una buona destinazione, che questo sia il principio più elevato e che nulla possa superarlo. Pensano che le persone non dovrebbero credere in Dio se non per ottenere benedizioni e che, se non fosse per le benedizioni, la fede in Dio non avrebbe alcun significato o valore, che perderebbe il suo significato e valore. Queste idee sono state instillate negli anticristi da qualcun altro? Derivano dall’istruzione o dall’influenza di qualcun altro? No, sono determinate dalla natura essenza intrinseca degli anticristi, una cosa che nessuno può cambiare. Nonostante Dio incarnato abbia pronunciato oggi così tante parole, gli anticristi non ne accettano nessuna, anzi vi si oppongono e le condannano. La natura della loro avversione e del loro odio per la verità non potrà mai cambiare. Se essi non possono cambiare, questo cosa indica? Che la loro natura è malvagia. Non è una questione di perseguire o meno la verità; si tratta di un’indole malvagia, di uno spudorato strepitare contro Dio e contrastarLo. Questa è la natura essenza degli anticristi, questo è il loro vero volto” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7 – Sono malvagi, insidiosi e ingannevoli (Parte seconda)”). Le parole di Dio mi portarono a uno stato di profonda riflessione. Dio rivelò che gli anticristi credono in Lui per ottenere benedizioni e compiere transazioni con Lui nell’ambito dei loro doveri. Non credono in Lui per perseguire la verità e cambiare la loro indole di vita. L’aver sempre avuto a che fare con la malattia negli ultimi due anni rivelò la mia vera statura. All’inizio riuscivo a viverla normalmente, ma a lungo termine, con il peggioramento della mia condizione, le lamentele e le incomprensioni cominciavano a manifestarsi e io iniziavo a usare la mia rinuncia e lo spendere me stessa per ragionare con Dio. Tutti sperimentano la malattia e la morte; sono cose normali. Rinunciare a tutto per credere in Dio e svolgere il mio dovere è stata una mia scelta e una cosa che ho fatto volentieri. Spendere me stessa per il mio dovere e la malattia non hanno nulla a che fare l’uno con l’altra. Tuttavia, usai lo spendere me stessa per avanzare richieste irragionevoli a Dio. Pensavo che, avendo rinunciato a tutto per seguire Dio e compiere il mio dovere, Dio avrebbe dovuto proteggermi e non permettere che fossi colpita da questa malattia o da grandi sofferenze, e avrebbe douto concedermi una buona destinazione per il futuro. Quando questo non accadde mi lamentai, ragionando e reclamando con Dio. Pensai a Paolo, che girò la maggior parte dell’Europa diffondendo il Vangelo e svolgendo un gran numero di lavori, tutto questo solo per ottenere una corona e una buona destinazione in futuro. Paolo affermò: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Pronunciando queste parole, Paolo stava palesemente compiendo una transazione con Dio. Svolgere il proprio dovere di essere creato è perfettamente naturale e, ancor di più, è Dio che innalza l’uomo. Ma Paolo vedeva la questione di spendersi per Dio attraverso una lente transazionale, distorcendo totalmente il significato dello svolgimento del proprio dovere. Se non riusciva a ottenere la ricompensa di Dio, ragionava e reclamava con Lui, esponendo completamente la sua indole feroce e malvagia. Capii che la strada che percorrevo nella mia fede in Dio era la stessa di Paolo. Se avessi continuato così, alla fine sarei stata sicuramente punita come lui. Riconoscendo ciò, mi spaventai un po’, pensando: “Sembra che la natura e le conseguenze del perseguire le benedizioni nella propria fede in Dio siano molto gravi. Non posso continuare a seguire questa visione sbagliata del perseguimento”.
Sebbene il mio stato abbia invertito un po’ la rotta, la mia salute non è migliorata ed è peggiorata costantemente. Pensavo di avere i giorni contati e di tanto in tanto avevo dei pensieri negativi, come per esempio: “Questa malattia non è forse il modo in cui Dio mi rivela e mi punisce? Altrimenti, perché tutto continuerebbe ad andare di male in peggio anziché migliorare?” Con questi pensieri, il mio cuore soffriva molto ed era difficile affrontare la situazione. Un giorno pensai alle parole di Dio che affermavano: “È necessario esaminare frequentemente nel proprio cuore qualunque cosa sia incompatibile con Dio o costituisca un malinteso nei Suoi confronti”. Così trovai il passaggio completo delle parole di Dio e lo lessi: “È necessario esaminare frequentemente nel proprio cuore qualunque cosa sia incompatibile con Dio o costituisca un malinteso nei Suoi confronti. Come si generano i malintesi? Perché le persone fraintendono Dio? (Perché vengono toccati i loro interessi personali.) […] In quali altri modi Dio ama le persone oltre che attraverso la misericordia, la salvezza, la premura, la protezione e l’ascolto delle loro preghiere? (Con il castigo, la disciplina, la potatura, il giudizio, il castigo, le prove e l’affinamento.) Questo è corretto. Dio mostra il Suo amore in tantissimi modi: colpendo, disciplinando, rimproverando e con il giudizio, il castigo, le prove, l’affinamento, e così via. Sono tutti aspetti dell’amore di Dio. Solo questa prospettiva è completa ed è in linea con la verità. Se lo capisci, quando ti esamini e ti rendi conto di avere dei malintesi su Dio, a quel punto non sei in grado di riconoscere i tuoi aspetti distorti e di fare un buon lavoro riflettendo su dove hai sbagliato? Questo non può aiutarti a risolvere i tuoi malintesi su Dio? (Sì, è così.) Per riuscirci, devi cercare la verità. Fintanto che cercano la verità, le persone possono eliminare i loro malintesi su Dio, e una volta ottenuto questo, possono sottomettersi a tutte le Sue disposizioni. […] Dio può concedere grazia e benedizioni alle persone, e dare loro il pane quotidiano, ma può anche privarle di tutto ciò. Questa è l’autorità, l’essenza e l’indole di Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo comprendendo la verità si possono conoscere le azioni di Dio”). Le parole di Dio immediatamente mi illuminarono il cuore. Scoprii di aver avuto sempre una visione errata: credevo che se Dio avesse amato qualcuno, lo avrebbe benedetto continuamente, facendo sì che tutto filasse liscio e che fosse sano e salvo, mentre se Egli non avesse amato qualcuno, gli avrebbe fatto patire molte pene sotto forma di alti e bassi, inconvenienti, malattie e così via. Pertanto, quando la mia salute continuò a peggiorare pensavo che potesse essere il modo in cui Dio mi puniva e vivevo all’interno delle mie nozioni e immaginazioni, in modo negativo e doloroso. Pensandoci bene, anche se questi due anni di malattia erano stati dolorosi, avevo pregato e cercato la guida di Dio ancor di più durante questo processo, e sentivo di essermi avvicinata a Lui. Mi ero anche resa conto di nutrire una forte volontà di perseguire le benedizioni. Questo era il modo in cui Dio mi benediceva, era un mio privilegio. È proprio come le parole di Dio hanno pronunciato: l’amore di Dio non è solo misericordia e benevolenza, cura e protezione. Anche il giudizio e il castigo, così come le prove e l’affinamento, sono amore di Dio; sono la Sua benedizione e la Sua grazia. Questo metodo di dimostrare amore poteva non piacermi, ma era quello di cui avevo bisogno. Senza queste circostanze, non sarei riuscita a capire me stessa. In quel momento, avevo sperimentato in prima persona la premura di Dio nel salvare le persone. Dio mi stava salvando da sempre, eppure aveva dovuto sopportare le mie incomprensioni e le mie lamentele. Pensando a questo mi odiavo e allo stesso tempo ero profondamente toccata dall’amore di Dio.
Durante quel periodo, pensai spesso a ciò che aveva vissuto Pietro. Sapevo di non essere all’altezza della sua umanità o della sua determinazione a perseguire l’amore per Dio, ma volevo sapere com’era stata la sua esperienza quando aveva subito il giudizio e il castigo, le prove e l’affinamento, e come avesse superato il periodo di estremo dolore e debolezza. Iniziai a guardare due letture video delle parole di Dio: “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio” e “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù”. Lessi queste parole di Dio. “Ora dovresti essere in grado di vedere chiaramente il preciso cammino intrapreso da Pietro. Se riesci a vedere il cammino di Pietro con chiarezza, allora sarai certo del lavoro odierno e non ti lamenterai né sarai negativo, in attesa di qualcosa. Dovresti provare lo stesso stato d’animo di Pietro a quel tempo: sconvolto dal dolore; non più desideroso di un futuro né di alcuna benedizione. Non ambiva profitto, felicità, fama o fortuna nel mondo, e cercò solo di vivere una vita piena di significato, che doveva ripagare l’amore di Dio e offrirGli quanto di più prezioso egli possedesse. Solo allora sarebbe stato soddisfatto in cuor suo. Spesso pregava Gesù con queste parole: ‘Signore Gesù Cristo, un tempo Ti amavo, ma non Ti ho mai amato davvero. Sebbene dicessi di avere fede in Te, non Ti ho amato mai con cuore sincero. Alzavo gli occhi a Te, Ti veneravo e sentivo la Tua mancanza, ma non Ti ho mai amato davvero né ho mai avuto davvero fede in Te’. Pregava costantemente per prendere la sua decisione, ed era sempre incoraggiato dalle parole di Gesù e ne traeva motivazione. In seguito, dopo un periodo di esperienza, Gesù lo mise alla prova, spingendolo a desiderarLo ancora di più. Ed egli disse: ‘Signore Gesù Cristo, quanto sento la Tua mancanza, e quanto desidero vederTi! Ho troppi difetti e non riesco a compensare il Tuo amore. Ti supplico di portarmi via al più presto. Quando verrà il momento in cui avrai bisogno di me? Quando mi porterai via? Quando potrò rivedere di nuovo il Tuo volto? Non desidero vivere più a lungo in questo corpo, così da continuare a corrompermi, e non desidero più ribellarmi. Sono pronto a dedicarTi tutto ciò che possiedo quanto prima e non desidero essere motivo per Te di ulteriore tristezza’. Questo è il modo in cui pregava, ma allora non sapeva ciò che Gesù avrebbe portato a perfezione in lui. Durante l’agonia di questa prova, Gesù gli apparve nuovamente e disse: ‘Pietro, voglio renderti perfetto, così che tu divenga un frutto, una cristallizzazione del Mio renderti perfetto, per cui Io possa provare gioia. Sei davvero in grado di renderMi testimonianza? Hai fatto ciò che ti chiedo di fare? Hai vissuto le parole da Me pronunciate? Un tempo Mi amavi, ma sebbene Mi amassi, Mi hai mai vissuto? Che cosa hai fatto per Me? Riconosci di essere indegno del Mio amore, ma che cosa hai fatto per Me?’ Pietro si accorse di non aver fatto nulla per Gesù e ricordò il suo precedente proposito di dare la propria vita per Dio. Così, smise di lamentarsi e le sue preghiere, da quel momento in poi, migliorarono sensibilmente. Pregava dicendo: ‘Signore Gesù Cristo, un tempo Ti abbandonai e anche Tu mi abbandonasti. Abbiamo trascorso del tempo separati, e del tempo insieme, in compagnia. Eppure Tu mi ami più di qualsiasi altra cosa. Io mi sono più volte ribellato a Te e più volte Ti ho rattristato. Come posso dimenticare tali cose? Tengo sempre a mente e non dimentico mai l’opera che hai compiuto su di me e ciò che mi hai affidato. Ho fatto il possibile per l’opera che hai compiuto su di me. Tu sai di che cosa sono capace, e inoltre sai quale ruolo posso svolgere. Desidero sottopormi alla mercé delle Tue orchestrazioni, e dedicherò a Te ogni cosa che possiedo. Tu solo sai cosa posso fare per Te. Sebbene Satana mi abbia ingannato e io mi sia ribellato a Te, credo che non mi ricorderai per quelle trasgressioni, che non mi tratterai in base a esse. Voglio dedicare a Te la mia intera vita. Non chiedo nulla, né nutro altre speranze o progetti; desidero solo agire secondo le Tue intenzioni e seguire la Tua volontà. Berrò dal calice amaro, e obbedirò a ogni Tuo ordine’” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù”). “Dovete essere chiari sul cammino che percorrete; dovete essere chiari sul cammino che prenderete in futuro, su cosa Dio renderà perfetto, e su cosa vi è stato affidato. Un giorno, forse, verrete messi alla prova, e, quando arriverà il momento, se sarete in grado di trarre ispirazione dalle esperienze di Pietro, ciò vi dimostrerà che state davvero percorrendo il sentiero di Pietro” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come Pietro arrivò a conoscere Gesù”). Le parole di Dio mi commossero molto, e così anche la determinazione di Pietro a perseguire l’amore per Dio. Dopo aver letto l’esperienza di Pietro, mi sentii umiliata e imbarazzata. In mezzo alle prove, Pietro cercava sempre di capire come poter amare Dio in modo più puro e si odiava quando non riusciva a soddisfarlo. Era sempre alla ricerca di come offrire a Dio le sue cose più preziose. Tuttavia, durante la mia malattia, non avevo rivelato altro che ribellione e incomprensioni. O mi preoccupavo di quale sarebbe stata la mia destinazione futura se la malattia fosse peggiorata o avevo paura di morire. Pensavo che Dio avesse disposto queste circostanze per rivelarsi e punirmi. Avevo pensato solo ai miei interessi e non avevo fatto nulla per soddisfare Dio. La mia statura era pietosamente piccola e non riuscivo a sopportare alcun tipo di difficoltà. Anche se ora la mia carne era piuttosto debole e i doveri che potevo svolgere erano piuttosto limitati, non potevo perdere la mia determinazione a perseguire la verità. Indipendentemente dalle circostanze in cui mi trovavo, ero un essere creato e perseguire l’amore e la conoscenza di Dio era l’obiettivo che dovevo perseguire in questa vita. Se ero viva su questa terra, dovevo perseguire la verità e svolgere bene il dovere a cui ero chiamata.
Un giorno, sentii il mio corpo debole sin dal mattino. Il dolore cardiaco era più frequente di prima e durava anche più a lungo. Passai quasi tutto il giorno a letto. Di sera, la situazione peggiorò e facevo difficoltà a respirare. La sorella con cui vivevo chiamò un’ambulanza e nel mio cuore pregai Dio: “Dio, non credo di poter continuare ancora a lungo. Hai stabilito che non vivrò oltre a questa età? Morirò?” Proprio in quel momento, una frase delle parole di Dio mi venne chiaramente in mente: “Finché ti resterà anche solo un respiro, Dio non ti lascerà morire” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Come un raggio di luce, le parole di Dio mi illuminarono il cuore. La possibilità di continuare a respirare o meno era nelle mani di Dio. Se Lui non mi avesse lasciata morire, allora non sarei morta. Pensai alle esperienze di Pietro di cui avevo letto spesso durante questo periodo. Anche di fronte alla morte, Pietro pregava Dio e sosteneva di non riuscire ad amarlo abbastanza. L’esperienza di Pietro mi ispirò e io pregai silenziosamente Dio nel mio cuore: “Dio, non importa se morirò o meno, confido che tutto sia nelle Tue mani. Se Tu hai stabilito che vivrò solo fino a questa età, non ho nulla di cui lamentarmi. Anche se non posso essere all’altezza di Pietro, sono disposta a imparare da lui e a sottomettermi a tutte le Tue orchestrazioni e disposizioni. Questo è ciò che dovrei fare come essere creato. Dio, sono disposta a offrirTi il mio ringraziamento e la mia lode”. Più tardi, mentre l’ambulanza mi portava in ospedale e il medico eseguiva vari controlli, ero molto tranquilla. Dai controlli effettuati, il medico non era ancora sicuro del tipo di malattia che avessi e non c’era modo di procedere con la cura. Il medico mi mandò a casa affinché mi riprendessi. Credevo ancora più fermamente che la mia vita fosse nelle mani di Dio e che un medico non potesse decidere per la mia vita o la mia morte. Se fossi stata destinata a morire, non c’era modo per un medico di salvarmi, mentre se non fossi stata destinata a morire, allora non sarebbe successo. Quando tornai a casa, ero ancora molto debole e mi sdraiai per dormire. Al risveglio, inconsciamente feci il pugno con le mani. Inaspettatamente, le mie mani erano più forti di prima. Mi misi le pantofole e scesi dal letto, rendendomi conto che, in qualche modo, potevo camminare normalmente senza usare nulla come sostegno. Non potevo crederci; ero davvero migliorata così, all’improvviso? In seguito, per una settimana non ebbi alcun sintomo di debolezza e mancanza di forza, poi iniziai a svolgere il mio dovere normalmente. Ora è già passato un anno. Il mio corpo si sta gradualmente riprendendo e sono in grado di svolgere normalmente il mio dovere.
Dopo aver vissuto questa esperienza, ho capito davvero in prima persona che le prove e gli affinamenti di Dio hanno lo scopo di purificare e salvare l’uomo. Anche se ho sofferto un po’ nel corso di questa malattia, i vantaggi che ho ricevuto superano di gran lunga il dolore che ho provato. Non lo cambierei con nulla. Ha portato ricchezza nella mia vita.
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