Non perseguo più incessantemente lo status
Ero una persona con un forte desiderio di onore e status. Fin dall’infanzia, cercai di distinguermi e di essere superiore. Come dice il proverbio: “I funzionari sono superiori alla gente comune”, anche il più piccolo funzionario è considerato migliore della gente comune. Credevo che ricoprire una carica ufficiale significasse avere potere, essere rispettati e venerati ovunque si andasse. Quando ero giovane, svolgevo qualsiasi tipo di lavoro sporco e faticoso nel villaggio solo per ottenere una posizione ufficiale. Lavoravo anche nei campi a tarda notte, come un’ eroina non celebrata. Tuttavia, a causa della mia scarsa istruzione, a prescindere da quanto ci provassi, potevo solamente essere la responsabile della Federazione delle donne del villaggio.
Nel 1999 accettai l’opera di Dio degli ultimi giorni e svolsi il mio dovere di predicare il Vangelo nella chiesa. Vedere i leader di livello superiore durante le riunioni circondati da fratelli e sorelle che chiedevano questo e quello mi faceva sentire invidiosa: essere un leader era positivo; loro erano circondati da persone ovunque andassero, che onore! Quando in futuro l’opera di Dio sarebbe stata completata, questi leader sarebbero sicuramente stati salvati da Dio. Dovevo perseguire fermamente quella posizione; se fossi diventata una leader nella casa di Dio, non solo sarei stata molto apprezzata dai fratelli e dalle sorelle, ma avrei anche avuto maggiori opportunità di salvezza e di perfezione. Se avessi perseguito diligentemente e svolto bene il mio dovere, avrei sicuramente avuto l’opportunità di diventare una leader. Allora, il Vangelo si era appena esteso alla nostra zona e la maggior parte delle persone che avevano accettato il Vangelo erano fratelli e sorelle della nostra vecchia chiesa. Non appena venivano disturbati dai pastori oppure diventavano negativi o incontravano difficoltà, mi affrettavo a sostenerli. Tutti i fratelli e le sorelle mi ammiravano e si rivolgevano a me in caso di difficoltà. Sebbene a quel tempo non avessimo istituito una chiesa e non esistesse una leadership ecclesiastica, io svolgevo attività di leadership. Anche i fratelli e le sorelle che avevano accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni insieme a me affermavano: “In futuro sicuramente non potranno scegliere qualcun altro per la leadership al di fuori di Li Jing”. Sentire questo mi fece veramente felice, e pensai: “Tra i fratelli e le sorelle che hanno accettato con me, nessuno è migliore di me né si è speso più della sottoscritta; anche i fratelli e le sorelle mi sostengono, quindi quando sarà il momento di eleggere la leadership, tutti sicuramente sceglieranno me”. Nella seconda metà del 1999, i leader di livello superiore vennero nella nostra zona per un incontro, affermando di voler istituire una chiesa ed eleggere un leader. Ero molto felice e pensavo che fosse già deciso che sarei stata scelta come leader della chiesa. Durante l’incontro, attesi con fiducia l’annuncio dei risultati del voto da parte dei vertici. Ma, inaspettatamente, la sorella Liu Qing fu scelta come leader, mentre io fui scelta come diacona del Vangelo. Quando sentii i risultati, sembrò che il mio cuore fosse stato colpito da un getto di acqua fredda e improvvisamente si fosse ghiacciato nel profondo; mi feci scura in volto e pensai: “Passo tutto il giorno a predicare il Vangelo, a irrigare i nuovi credenti e a ospitare fratelli e sorelle, sono sempre impegnata e non sono stata nemmeno scelta come leader. Tutto questo lavoro non è inutile? Ora che non sono stata scelta come leader, i fratelli e le sorelle diranno sicuramente che non sono brava quanto Liu Qing, come potrò mostrare il mio volto?” Quando il raduno si concluse e tornai a casa, più ci pensavo, più ero addolorata e le lacrime scorrevano senza che me ne rendessi conto. In cuor mio ero gelosa di Liu Qing: prima, nella nostra confessione, non eri neanche zelante quanto me, quindi cosa ti ha qualificata per essere leader? Una volta Liu Qing venne a chiedermi come irrigare i nuovi credenti; ero furiosa e pensai: “Non capisci niente eppure sei una leader? Se non sai gestirlo, perché non l’hai detto prima?” Risposi con impazienza: “Non sei forse tu la leader? Arrangiati”. Liu Qing affermò impotente: “Ti ho fatto queste domande perché non riesco a capire”. Sentendola dire così, in cuor mio mi rimproverai un po’, così ammorbidii il tono e le dissi cosa fare. Dal momento che non ero stata scelta come leader, provavo sempre una sensazione di perdita nel cuore e non riuscivo a ritrovare l’entusiasmo per i miei doveri. Prima, quando mi occupavo di approfondire il lavoro sul Vangelo, cercavo attivamente i fratelli e le sorelle per conoscere la situazione dei potenziali destinatari del Vangelo e collaboravo con loro per diffonderlo, ma ora, anche se non c’erano potenziali destinatari del Vangelo, non li cercavo attivamente. A volte, quando ero da sola a casa, pensavo: “Mi occupo dell’ospitalità e diffondo il Vangelo, e alla fine non sono stata nemmeno scelta come leader. Che speranza di salvezza c’è in futuro?” Più ci pensavo, più diventavo negativa, e pregai Dio circa il mio stato: “Dio, non sono diventata una leader e non sento alcuna motivazione a compiere il mio dovere; il mio cuore è a disagio, ma non so come cambiare questo stato. Per favore guidami a comprendere la Tua volontà”.
Durante una devozione mattutina, lessi queste parole di Dio: “Amo tutti coloro che Mi vogliono sinceramente. Se vi concentrate sull’amarMi, di certo vi benedirò grandemente. Comprendete le Mie intenzioni? Nella Mia casa non vi è alcuna distinzione di superiorità e di inferiorità. Tutti sono Miei figli, e Io sono vostro Padre, il vostro Dio. Io sono supremo e unico. Io domino l’universo e tutte le cose!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 31”). “Dovresti ‘servirMi con umiltà e nell’oscurità’ della Mia casa. Questa frase deve fungere da tuo motto. Non essere una foglia su un albero, ma sii la radice dell’albero e radicati profondamente nella vita. Entra in un’autentica esperienza della vita, vivi secondo la Mia parola, cercaMi di più in ogni cosa, avvicinati a Me e condividi con Me. Non fare attenzione alle cose esterne e non farti vincolare da alcuna persona, evento o cosa, ma condividi solo con persone spirituali su ciò che Io sono. Comprendete le Mie intenzioni, consentite alla Mia vita di fluire in voi, vivete secondo la Mia parola e conformatevi alle Mie richieste” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 31”). Dopo aver letto le parole di Dio, capii che nella casa di Dio non c’è distinzione tra status alto o basso. La volontà di Dio è che noi perseguiamo la verità, compiamo serenamente i nostri doveri e Lo soddisfiamo. Dio non vuole che perseguiamo lo status, ma piuttosto che perseguiamo la verità e guadagniamo la vita. Guadagnare uno status è una sorta di gloria esterna, ma è privo di significato e vuoto. Proprio come le foglie che, anche se belle, cadono in autunno, i fiori, benché belli ed elogiati dalle persone, se non portano frutto sono privi di vita. Avevo sempre desiderato essere una leader, essere supportata, ammirata, ascoltata e sostenuta dalle persone per conquistare uno status nei loro cuori, ma che significato aveva realmente questo perseguimento? L’opera di Dio degli ultimi giorni è stata compiuta al fine di giudicare e purificare le persone, e di offrire loro la verità. Se non avessi perseguito la verità, se la mia indole corrotta fosse rimasta immutata e non avessi ottenuto la verità, non avrei creduto invano? Tenevo lo status in così alta considerazione, senza di esso mi sentivo negativa e avevo perso l’entusiasmo per la diffusione del Vangelo. Mi resi conto che ciò che perseguivo non era la verità ma la reputazione e lo status, questo non era divergere dalle intenzioni di Dio? Pregai Dio: “Dio, il mio desiderio di status è troppo grande. Quando vedo gli altri diventare leader mentre io non vengo scelta, divento negativa. Nel mondo, ho perseguito il ruolo di funzionario e di membro quadro. Ora che sono nella casa di Dio, sto ancora perseguendo le stesse cose. Che differenza c’è rispetto a quando facevo parte del mondo? Dio, non voglio più perseguire lo status. Sono disposta a compiere i miei doveri di essere creato secondo le Tue esigenze per soddisfarTi”. In seguito, il mio stato cambiò e diventai entusiasta di diffondere il Vangelo. Quando Liu Qing aveva delle difficoltà e mi poneva delle domande, condividevo con lei sulle mie conoscenze, sentendo che tutto questo faceva parte del lavoro della chiesa e che quando la sorella era in difficoltà, io avevo la responsabilità di aiutarla poiché questo era anche il dovere che dovevo compiere. Due mesi dopo, Liu Qing fu destituita perché non riusciva a svolgere un vero lavoro e i fratelli e le sorelle mi scelsero come leader della chiesa. In cuor mio ero particolarmente felice pensando che questo fosse il favore di Dio e che avrei dovuto lavorare sodo. Successivamente, selezionai i leader di ciascun gruppo e condivisi con i fratelli e le sorelle sul significato della diffusione del Vangelo e l’efficacia della diffusione del Vangelo migliorò. Diffondevo il Vangelo durante il giorno e irrigavo i nuovi credenti di notte, e se qualche fratello e sorella era negativo o debole, li andavo a trovare per offrire sostegno. Tutti mi accolsero calorosamente e, se avevano domande, si rivolgevano a me. Vedendo che i fratelli e le sorelle si riunivano intorno a me e mi rispettavano molto, apprezzavo enormemente questa sensazione e pensavo: “Essere una leader è bello. Se svolgo bene tutto il lavoro della Chiesa, ci saranno opportunità di ulteriore avanzamento. Se riuscissi a diventare una leader senior, otterrei ancora più rispetto”.
Successivamente, i leader di livello superiore vennero per riunirsi con noi affermando di voler selezionare un predicatore tra diversi leader della chiesa. Pensai tra me e me: “La nostra chiesa ottiene risultati migliori sia nell’efficacia della diffusione del Vangelo che nell’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle e, insieme al mio recente arresto da parte del Partito Comunista e alla mia ferma testimonianza, sono in vantaggio sotto ogni aspetto rispetto a loro. Sono certa che questa volta sarò scelta come predicatrice”. Inaspettatamente, fu scelta la sorella Wang Xue. Il mio cuore raggelò e pensai: “Perché hanno scelto lei e non me? Tutto il lavoro della nostra chiesa ha ottenuto i migliori risultati, in cosa non sono meglio di lei? Ora che non ero stata scelta come predicatrice, come mi avrebbero visto i fratelli e le sorelle? Chi mi avrebbe rispettata in futuro?” Negli incontri successivi non dissi nulla; a prescindere da quanto ci provassi o da quanto fossi occupata o stanca, che senso aveva? Ero imbarazzata a rivelare il mio stato e a cercare una soluzione, avevo paura di perdere la faccia, quindi lo tenni per me.
In seguito, Wang Xue convocò un incontro tra diversi leader della chiesa. Tutti ascoltarono con attenzione, ma io la presi piuttosto male. Pensavo che essere un predicatore fosse davvero diverso, che significasse avere prestigio e rispetto ovunque si andasse e gente disposta ad ascoltare. Se fossi una predicatrice, anche i fratelli e le sorelle sicuramente ruoterebbero intorno a me, ma ora dovevo ascoltare lei e questo mi faceva sentire instabile. Durante l’incontro, quando implementò il lavoro, ero riluttante a collaborare e pensai: “Eravamo pari, tu non sei migliore di me e ora organizzi il nostro lavoro. Se seguirò le tue istruzioni, non sembrerò inferiore a te?” Wang Xue mi chiese dei problemi del lavoro della nostra chiesa, e io con noncuranza risposi con un’espressione indifferente: “La nostra chiesa non ha molti problemi. Li abbiamo risolti da soli”. Mi chiese dunque informazioni sul progresso della nostra opera di evangelizzazione, ma io non volevo più rispondere quindi replicai con viso irrigidito: “L’efficacia della nostra opera di evangelizzazione è ovvia, altre chiese non raggiungono nemmeno la metà dei nostri risultati mensili”. Quando mi chiese della situazione con i nuovi arrivati diventai insofferente e dissi: “I nuovi arrivati vengono irrigati da alcuni di noi, leader e collaboratori, e vanno bene. Se non ci credi, puoi andare a verificarlo da sola”. Wang Xue si sentì limitata dal mio atteggiamento e l’atmosfera dell’incontro divenne imbarazzante. Vivevo costantemente in uno stato di gelosia e insoddisfazione e la mia anima era oscura. Persi interesse nello svolgimento dei doveri, limitandomi a sbrigarmela. Quando c’erano potenziali destinatari del Vangelo, non volevo più diffonderlo. L’efficacia della diffusione del Vangelo cominciò a diminuire. Quando i leader venivano a condividere con me e ad aiutarmi, non riuscivo ad ascoltare. Alla fine fui rimossa.
Successivamente riflettei su me stessa: perché mi ero sentita a disagio e insoddisfatta quando Wang Xue era diventata predicatrice? Allora pregai Dio, chiedendoGli di illuminarmi e guidarmi per conoscere e risolvere i miei problemi. Poi lessi queste parole di Dio: “Nella ricerca che portate avanti avete troppe nozioni personali, troppe speranze e proiezioni nel futuro. L’opera attuale serve a potare la vostra brama di prestigio e i vostri desideri smodati. Le speranze, il prestigio e le nozioni sono tutte rappresentazioni classiche dell’indole satanica. […] Per molti anni, i pensieri sui quali gli uomini hanno fatto affidamento per la loro sopravvivenza ne hanno corroso i cuori al punto da farli diventare perfidi, codardi e spregevoli. Non solo mancano di forza di volontà e di determinazione, ma sono anche diventati avidi, arroganti e cocciuti. Manca in loro anche solo un briciolo di determinazione che vada al di là del loro io e, ancor più, non hanno un briciolo di coraggio per liberarsi dalle limitazioni di questi oscuri influssi. I pensieri e la vita degli uomini sono talmente corrotti che i loro punti di vista sulla fede in Dio sono rimasti insopportabilmente orribili, e persino quando parlano dei loro punti di vista sulla fede in Dio ascoltarli è insopportabile. Gli uomini sono tutti codardi, incompetenti, spregevoli e fragili. Non provano disgusto per le forze delle tenebre e non provano amore per la luce e la verità, ma al contrario fanno di tutto per espellerle. […] Sebbene oggi siate giunti a questa fase non vi siete ancora affrancati dal prestigio, anzi, vi adoperate costantemente per informarvi e tenerlo d’occhio giorno dopo giorno, terrorizzati dalla possibilità che un giorno vada perduto e il vostro nome sia rovinato. Gli uomini non hanno mai messo da parte il loro desiderio di agiatezza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). Dalle parole di Dio, capii che questo tipo di situazione oggi avrebbe dovuto rivelare il mio desiderio di status e la mia corruzione, nonché aiutarmi a ribaltare le mie visioni errate sul perseguimento. Avevo sempre perseguito reputazione e status, e dopo essere diventata leader della chiesa, desideravo perfino diventare predicatrice e leader superiore occupando una posizione elevata e godendo dei vantaggi del prestigio. Prima della scelta del predicatore mi alzavo presto e lavoravo fino a tardi per diffondere il Vangelo e irrigare i nuovi credenti ed ero tutto il giorno occupata, ma quando non riuscii a diventare predicatrice, diventai negativa e negligente nello svolgimento dei miei doveri e non volevo nemmeno diffondere il Vangelo quando c’erano potenziali destinatari. Chiaramente, ciò che perseguivo era lo status di leader. Successivamente, riflettei: perché ero così ossessionata dallo status? Era perché vivevo secondo i veleni di Satana, come “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso” e “I funzionari sono superiori alla gente comune”, pensando che nella vita bisogna fare il possibile per essere più in alto degli altri e che solo allora si potrà essere molto apprezzati e rispettati dagli altri e vivere una vita preziosa e significativa. Con questi pensieri, non volevo essere la più piccola tra la folla. A sedici o diciassette anni, per diventare un quadro del villaggio avevo svolto ogni tipo di lavoro duro e faticoso, lavorando come un eroe anonimo nei campi a tarda notte. A diciannove anni ero diventata capo della federazione delle donne del nostro villaggio. Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, quando i leader di livello superiore ci avevano riuniti, con i fratelli e le sorelle che li circondavano in cerca di risposte, li avevo in cuor mio invidiati. Per essere scelta come leader avevo abbandonato e speso me stessa, operando diligentemente dall’alba al tramonto, disposta a sopportare qualsiasi difficoltà. Dopo essere stata nominata leader della chiesa, volevo persino diventare predicatrice e desideravo ottenere una posizione più prestigiosa. Quando non fui scelta come predicatrice, non accettai l’assenza di status e rifiutai la predicatrice appena eletta. Non ero disposta ad ascoltare la sua condivisione e l’implementazione del lavoro, e quando mi chiese del lavoro della nostra chiesa, restai indifferente mostrando sdegno e disprezzo nei suoi confronti, e ciò la portò a sentirsi vincolata da me. Il fatto che potessi escludere e umiliare gli altri quando non raggiungevo lo status dimostrò davvero la mia cattiveria! Rivelai l’indole di un anticristo. Dio è il Creatore. Solo Lui è degno di adorazione e riverenza. Io ero solamente un essere creato, una persona corrotta. Che qualifica avevo per farmi ammirare dagli altri? Ero davvero priva di ragione e vergogna! Dio mi aveva dato l’opportunità di esercitare i doveri di un leader sperando che avrei perseguito la verità, collaborato con i fratelli e le sorelle in armonia, completandoci a vicenda e svolgendo insieme i nostri doveri, ma non avevo perseguito la verità, puntando sempre al prestigio per farmi ammirare dagli altri. In nome della reputazione e dello status, potevo anche essere gelosa e invidiosa, limitando ed escludendo gli altri, facendo del male ai fratelli e alle sorelle e intralciando il lavoro della chiesa. Mi resi conto che perseguire lo status era la via per opporsi a Dio e, se non mi fossi pentita, alla fine avrei affrontato la Sua punizione. Pregai Dio: “Oh Dio, io, persona corrotta, cerco sempre di essere ammirata dagli altri e le mie azioni e i miei gesti sono così odiosi per Te. Sono disposta a tornare a Te, senza più perseguire reputazione e status. Per favore guidami sulla strada della ricerca della verità”.
Un giorno, lessi altre parole di Dio: “L’uomo non Mi ha mai amato con sincerità. Quando Io lo esalto, egli si sente indegno, ma ciò non lo spinge a provare a soddisfarMi. Si limita a mantenere la ‘posizione’ che Io gli ho assegnato e a esaminarla attentamente; insensibile alla Mia adorabilità, continua invece a ingozzarsi delle benedizioni di cui gode grazie alla sua posizione. Non è questa la manchevolezza dell’uomo? Quando le montagne si spostano, potrebbero fare una deviazione nell’interesse della tua posizione? Quando le acque scorrono, potrebbero forse fermarsi dinanzi alla posizione dell’uomo? I cieli e la terra potrebbero forse invertirsi in virtù della posizione dell’uomo?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 22”). “Io decido la destinazione di ciascuna persona non in base all’età, all’anzianità, alla quantità di sofferenza, né men che meno, al grado in cui suscita compassione, ma in base al fatto che possieda la verità. Non c’è altro criterio di scelta che questo. Dovete rendervi conto che anche tutti coloro che non seguono la volontà di Dio saranno puniti. Questo è un dato di fatto immutabile. Pertanto, tutti coloro che vengono puniti, sono puniti a motivo della giustizia di Dio e come retribuzione delle loro numerose malvagie azioni” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione”). Dopo aver letto le parole di Dio, capii che lo status non può salvare le persone e che quando si verifica una catastrofe, avere uno status non garantisce la sopravvivenza. Dio determina la destinazione e l’esito delle persone in base al possesso o meno della verità da parte loro. Indipendentemente dal loro status, finché perseguono la verità e la loro indole subisce una trasformazione, possono ottenere la salvezza di Dio. Prima pensavo che più alto fosse lo status, maggiore sarebbe stata la possibilità di essere salvati e perfezionati, quindi perseguii incessantemente il mio status, disposta ad abbandonare tutto e a sopportare ogni difficoltà a tutti i costi pur di ottenerlo. Feci dell’ottenimento dello status il perseguimento, l’obiettivo e la direzione della mia vita. Quando non fui scelta come predicatrice, diventai negativa e persi l’entusiasmo nell’adempimento del mio dovere. Vivere con questo punto di vista sbagliato mi causò molto dolore, danneggiò i fratelli e le sorelle e arrecò danni al lavoro della chiesa. Pensai a come Paolo ricoprisse uno status elevato negli ambienti religiosi, avesse diffuso il Vangelo, conquistato molte persone e fondato molte chiese, ma non perseguì la verità, la sua indole di vita non cambiò e, alla fine, dovette affrontare la punizione di Dio. Sebbene il lavoro di Pietro potrebbe non essere stato così ampio come quello di Paolo, Pietro perseguì la verità, perseguì l’amore per Dio e cercò di adempiere ai doveri di essere creato; alla fine, Pietro fu perfezionato da Dio e ottenne la Sua approvazione. Vivevo secondo il punto di vista sbagliato, percorrendo lo stesso cammino di Paolo. Se avessi continuato su questa strada, avrei sicuramente avuto la sua stessa sorte.
Successivamente lessi un altro passaggio delle parole di Dio, che rese più chiaro il percorso della pratica. Dio Onnipotente dice: “Gli uomini sono esseri creati che non hanno niente di valido da vantare. Poiché siete esseri creati, dovete compiere il dovere di un essere creato. Non vi viene richiesto nient’altro. Ecco come dovreste pregare: ‘O Dio! Che io abbia o meno prestigio, ora comprendo me stesso. Se il mio prestigio è elevato è grazie alla Tua elevazione, e se è scarso è a causa della Tua decisione. Tutto è nelle Tue mani. Non ho alcuna scelta né alcuna lamentela. Hai decretato che nascessi in questa nazione e tra questa gente, e non devo fare altro che essere del tutto sottomesso al Tuo dominio, perché tutto ricade in ciò che hai decretato. Non penso al prestigio; dopotutto, sono solo un essere creato. Se mi collochi nel pozzo dell’abisso, nello stagno di fuoco e zolfo, non sono nient’altro che un essere creato. Se Ti servi di me, sono un essere creato. Se mi perfezioni, sono ancora un essere creato. Se non mi perfezioni, Ti amerò lo stesso perché non sono null’altro che un essere creato. Non sono altro che un minuscolo essere creato plasmato dal Signore della creazione, solo uno tra tutti gli esseri umani creati. Sei stato Tu che mi hai creato, e ora mi hai posto di nuovo nelle Tue mani per fare di me ciò che desideri. Sono pronto a essere il Tuo strumento e il Tuo complemento perché ogni cosa è come Tu hai decretato. Nessuno può cambiarlo. Tutte le cose e tutti gli eventi sono nelle Tue mani’. Quando arriverà il momento in cui non penserai più al prestigio, te ne libererai. Solo allora sarai in grado di ricercare con sicurezza e con coraggio, e solo allora il tuo cuore potrà liberarsi da ogni vincolo. Quando gli uomini saranno stati liberati da queste cose, non avranno più preoccupazioni” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). Dalle parole di Dio, capii che, indipendentemente dal fatto che le persone avessero o meno uno status, erano tutti esseri creati e, agli occhi di Dio, erano uguali. La presenza o meno di uno status era stata predeterminata da Dio. I doveri, la levatura e i doni in possesso di una persona erano tutti determinati da Dio. In quanto esseri creati, le persone dovrebbero sottomettersi alle disposizioni e alla sovranità di Dio. In precedenza, avevo sempre avuto l’ambizione di diventare leader. Dopo essere diventata una leader della chiesa, desideravo persino diventare predicatrice. Tuttavia, in base alla mia levatura e statura, ero fondamentalmente inadatta a fare la predicatrice. Quando la chiesa era appena stata istituita, il mio ruolo di leader della chiesa riguardava principalmente la diffusione del Vangelo e l’irrigazione di nuovi credenti; ero brava a diffondere il Vangelo e ottenni alcuni risultati. Tuttavia, il ruolo di un predicatore prevedeva la gestione di più chiese, occorreva una buona competenza lavorativa e la capacità di condividere sulla verità e risolvere i problemi; il mio ingresso nella vita era scarso e non ero all’altezza del lavoro di predicatrice. Avrei dovuto sottomettermi alle disposizioni di Dio. Ora mi era stato assegnato il compito di diffondere il Vangelo e dovevo adempiere al mio dovere. Rendendomi conto di questo, pregai Dio: “Oh Dio, ho perseguito il mio status e non mi sono sottomessa alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni, danneggiando il lavoro della Chiesa. Ora sono disposta a pentirmi e a perseguire lo stato di essere creato sottoposto alle Tue orchestrazioni”.
Nel 2015, la chiesa tenne una nuova elezione dei leader e sentii che diversi fratelli e sorelle desideravano scegliermi. In quel momento mi sentii felice e sorpresa. Sembrava che i fratelli e le sorelle mi stimassero molto e ciò dimostrava che avevo qualche verità realtà. Se fossi stato scelta, pensavo, sarei stata rispettata ovunque tra i fratelli e le sorelle. Mentre pensavo a questo, sapevo che il mio desiderio di status era di nuovo in gioco. Riflettendo su come il perseguimento dello status mi avesse causato molta sofferenza e avesse danneggiato il lavoro della chiesa in passato, decisi di non voler più perseguire lo status. Avrei dovuto invece sottomettermi alle disposizioni di Dio e adempiere bene ai miei doveri. Pregai Dio in silenzio nel mio cuore, pronta a rinunciare al mio desiderio di status e a qualsiasi perseguimento sbagliato. Non volevo più perseguire la fama o lo status. Ero disposta a sottomettermi a qualunque dovere mi venisse assegnato. Prima del voto, i leader senior chiesero a ciascuno di noi di condividere i nostri pensieri. Mi aprii e affermai: “Anche se credo in Dio da più di dieci anni, il mio ingresso nella vita è superficiale; la mia natura è arrogante e ho un forte desiderio di status, quindi essere in una posizione di leader renderebbe facile godere dei vantaggi del prestigio e vincolare gli altri. Non penso di essere adatta a un ruolo di leader. Condivido con tutti voi la mia vera situazione; potete valutarmi sulla base dei principi”. Dopo aver parlato, mi sentii davvero in pace. Alla fine, i fratelli e le sorelle scelsero altre due sorelle come leader della chiesa, mentre io fui scelta come diacona del Vangelo. Ero molto grata a Dio ed ero disposta a compiere appieno il mio dovere. Successivamente mi concentrai sulla mia opera evangelica. Le due leader della chiesa avevano appena iniziato a praticare e quando notavo che alcuni aspetti del loro lavoro non erano adeguati, ne parlavo e condividevo con loro per cambiare la situazione. Sentii che questo era un buon approccio.
In passato, ogni volta che vedevo qualcuno in una posizione di leader, diventavo irrequieta considerando la posizione di leader come l’obiettivo del mio perseguimento. Ora capisco che solo perseguendo la verità si può raggiungere la salvezza. Perseguire lo status non ha senso. Ho anche imparato a rinunciare al mio desiderio di status dal profondo del mio cuore. A prescindere da chi diventa leader, posso trattarlo giustamente. Desidero solo perseguire fermamente la verità, adempiere bene ai miei doveri e confortare il cuore di Dio.
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