Non ero sincera nella mia fede
La mia famiglia è sempre stata piuttosto povera, e io sognavo di essere una dirigente di banca, per godere di un certo prestigio sociale, e così non avremmo più avuto problemi di soldi. Quando ho finito gli studi e ho iniziato a cercare lavoro, ho inviato moltissimi curriculum, ma è stata davvero dura e non ho mai trovato il tipo di lavoro che volevo, solo impieghi mediocri e mal pagati.
Nel 2019, ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni e dopo un po’ di tempo ho assunto il dovere di irrigazione per la Chiesa. Pensavo che, se avessi fatto del mio meglio per Dio, Egli mi avrebbe certamente benedetta e aiutata a trovare un buon lavoro. Così ho continuato a inviare curriculum mentre svolgevo il mio dovere. Poi, nel giugno del 2021, mi ha chiamata il rappresentante di un’azienda per propormi di presentarmi per un colloquio. Ho cercato su Internet e ho scoperto che si trattava di una multinazionale, il cui amministratore delegato aveva fatto investimenti in tutto il mondo. Possedeva una grande banca per la quale avevo tentato di lavorare, ma i miei colloqui con loro non avevano mai portato a nulla. Non avrei mai immaginato che me ne avrebbero offerto uno. È stata una piacevole sorpresa. Sentivo che Dio mi dava una possibilità, e se mi avessero assunta sarebbe stata una Sua benedizione. Mi sono detta che stavolta sarebbe andata bene di sicuro e avrei avuto uno stipendio da manager perché Dio mi avrebbe aiutata. Ero entusiasta di avere finalmente una possibilità di ottenere il lavoro che sognavo, e gli sforzi che avevo fatto per laurearmi sarebbero stati ripagati. Ho iniziato a immaginare come sarebbe cambiata la mia vita in futuro, che avrei avuto un sacco di soldi, una casa di proprietà e avrei potuto comprare tutto quello che volevo. Ho pensato che avrei potuto viaggiare per il mondo e prendermi cura della mia famiglia, specialmente dei miei genitori. Pensavo che, una volta iniziato a lavorare lì, tutto sarebbe andato meglio. Al colloquio, ho visto che c’erano tre candidati, e ho iniziato a temere di non essere selezionata, ma mi sono detta: “No, questo lavoro sarà mio. Dio certamente mi benedirà perché sono una Sua figlia. Dio riserverà questo posto a me a prescindere”. Nutrivo anche una certa fiducia nelle mie capacità. Nel colloquio ho risposto a tutte le domande e il selezionatore mi ha detto che mi avrebbero chiamata entro cinque giorni in caso di esito positivo. Ero sicura di venire scelta. Cinque giorni dopo, ho atteso impaziente la chiamata, ma non è mai arrivata. Neanche dopo una settimana l’avevo ancora ricevuta. Ho capito che non mi avevano presa. Ero tristissima, e ho iniziato a chiedermi dove avessi sbagliato, perché avessi fallito. Mi ero affidata a Dio e L’avevo pregato, quindi perché non ero stata assunta? Mi sentivo molto negativa e debole e ho iniziato a incolpare Dio. Credevo da più di due anni e avevo sempre svolto il mio dovere. Non avevo mai abbandonato il mio dovere né mi ero allontanata da Dio. Perché non avrebbe dovuto concedermi grazia e benedizioni? Ero sempre più depressa e infelice, al punto da saltare le riunioni e non leggere le parole di Dio per un’intera settimana. Quando i miei fratelli e sorelle mi cercavano, ne ero infastidita e non volevo rispondere né parlare con loro. Non volevo fare nulla, nemmeno uscire di casa. Ho smesso di evangelizzare e di condividere le parole di Dio con i miei fratelli e sorelle. Me ne stavo nella mia stanza tutto il giorno, senza alcuna motivazione o obiettivo, e senza appetito. In pochi giorni ho perso peso.
Un giorno, ho sentito un inno delle parole di Dio: “Ciò che Dio vuole nelle prove è il vero cuore dell’uomo”. “Quando Dio assegna prove agli esseri umani, che genere di realtà vuole creare? Dio chiede continuamente agli esseri umani di donarGli il loro cuore. Quando Dio ti assegna una prova, vede se il tuo cuore è con Lui, con la carne o con Satana. Quando Dio ti assegna una prova, vede se sei in opposizione a Dio o se sei in una situazione di armonia con Lui, e vede se il tuo cuore è dalla stessa Sua parte. Quando sei immaturo e devi affrontare prove, la tua fiducia è molto bassa e non sai esattamente che cosa ti serve per soddisfare le intenzioni di Dio perché hai una comprensione limitata della verità. Malgrado tutto questo, puoi comunque pregare Dio in modo autentico e sincero, essere disposto a donarGli il tuo cuore, rendere Dio il tuo sovrano ed essere disposto a offrirGli quelle cose che più ritieni preziose. Questo è ciò che significa avere già donato il proprio cuore a Dio. Man mano che ascolti sempre più predicazioni e capisci sempre più verità, anche la tua levatura a poco a poco maturerà. Il criterio che Dio ti richiederà questa volta non sarà lo stesso di quando eri immaturo, ma un criterio più elevato. Quando il cuore dell’uomo viene a poco a poco donato a Dio, si avvicina sempre più a Dio; quando l’uomo può veramente avvicinarsi a Dio, sempre più ha un cuore che Lo teme. Dio vuole un cuore di questo genere” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Poi ho capito che, quando Dio mette alla prova le persone, scruta nel loro cuore: cosa le preoccupa, se si sottomettono o no a Dio nell’ambiente che Lui ha creato. Invece di offrirGli il mio cuore, pensavo a come usare Dio per soddisfare i miei desideri. Quando non ho ottenuto il lavoro, la ricchezza e le comodità materiali che desideravo, mi sono depressa, non volevo partecipare alle riunioni né compiere il mio dovere. Questo era tradire Dio, e in quella situazione stavo perdendo la mia testimonianza per Lui. Così ho pregato: “Dio Onnipotente, mi hai messa a nudo: non sono devota né sincera con Te. Non Ti ho testimoniato e non mi sono sottomessa a Te. Dio, Ti prego, abbi pietà di me. Voglio pentirmi”.
Dopo aver pregato mi sono sentita molto più in pace e ho risposto ai messaggi degli altri. Una sorella mi chiedeva del mio stato e io le ho raccontato tutto quello che avevo passato. Lei mi ha mandato un passo delle parole di Dio: “Nessuno trascorre tutta la sua vita senza sofferenza. Per alcuni riguarda la famiglia, per altri il lavoro, per altri ancora il matrimonio oppure le infermità fisiche. Tutti soffrono. Alcuni dicono: ‘Perché bisogna soffrire? Come sarebbe bello vivere tutta la vita in pace e felicità. Possiamo evitare di soffrire?’ No: tutti devono soffrire. La sofferenza induce gli esseri umani a sperimentare la miriade di sensazioni della vita fisica, che si tratti di sensazioni positive o negative, attive o passive; la sofferenza ti offre emozioni e valutazioni diverse, che per te sono tutte esperienze di vita. Se in base a queste saprai ricercare la verità e comprendere la volontà di Dio, ti avvicinerai sempre più ai criteri che Dio ti richiede. Questo è un aspetto, e serve anche a rendere più esperti gli esseri umani. Un altro aspetto è la responsabilità che Dio assegna all’uomo. Quale responsabilità? Devi patire questa sofferenza, devi sopportarla; e, se ci riesci, allora questa è una testimonianza, e non qualcosa di cui vergognarsi” (“Solo quando risolvi le tue nozioni puoi intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (1)” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dalle parole di Dio, ho imparato che tutti hanno delle difficoltà nella vita, che siano credenti o meno, e la sofferenza fa parte della vita. La sofferenza non è affatto priva di valore. Può arricchire la mia esperienza e avvicinarmi a Dio. Posso presentarmi davanti a Dio per cercare la verità e la Sua volontà. Satana ci ha corrotti così profondamente, siamo tutti avidi, bramiamo la gloria, perseguiamo il prestigio e un buon futuro, e non amiamo la verità. Vivendo comodamente nell’agio, ci allontaneremo sempre più da Dio e degenereremo sempre più. Ho pensato che Dio permetteva che questo mi accadesse per condurmi in preghiera al Suo cospetto e farmi cercare la verità, affinché acquisissi vera fede in Dio e mi avvicinassi a Lui. Dopo aver compreso le sincere intenzioni di Dio, non volevo più contrastare quella situazione e, a prescindere da cosa sarebbe accaduto, volevo sottomettermi totalmente e rimanere devota a Dio.
Poi ho letto un altro passo. Dio Onnipotente dice: “Nelle esperienze della vita, spesso pensano a sé stesse: ‘Per Dio ho rinunciato alla famiglia e alla carriera, e Lui che cosa mi ha dato? Devo anche aggiungere, e confermare: ho forse ricevuto qualche benedizione di recente? In questo periodo ho dato tanto, ho corso a destra e a manca, e ho sofferto da morire, ma in cambio Dio mi ha fatto qualche promessa? Si è forse ricordato delle mie buone azioni? Che fine farò? Potrò ricevere le benedizioni di Dio? …’ Ogni persona costantemente, nel suo intimo, fa questi calcoli, e avanza a Dio richieste che recano le sue motivazioni, le sue ambizioni e una mentalità affaristica. Vale a dire, nel suo intimo l’uomo saggia continuamente Dio, escogitando continuamente piani a proposito di Dio, e dibattendo costantemente con Lui il caso riguardante il proprio fine personale, e tentando di estorcere a Dio una dichiarazione, per vedere se Egli può concedergli ciò che desidera oppure no. Nello stesso tempo in cui ricerca Dio, l’uomo non Lo tratta come Dio. L’uomo ha sempre tentato di concludere accordi con Lui, facendoGli richieste senza tregua, e anche sollecitandoLo a ogni passo, tentando di prendersi tutto il braccio dopo aver avuto la mano. Mentre sta cercando di concludere accordi con Dio, l’uomo dibatte con Lui, e c’è anche chi, nel momento in cui gli capitano delle prove o si trova in determinate situazioni, spesso diventa debole, passivo e fiacco nel suo lavoro, e pieno di lamentele riguardanti Dio. Dal primo momento in cui ha iniziato a credere in Dio, l’uomo Lo ha considerato un pozzo di San Patrizio, un ‘jolly’, e si è autoproclamato come il più grande creditore di Dio, come se tentare di ottenere benedizioni e promesse da Dio fosse un suo diritto e obbligo innato, mentre la responsabilità di Dio sarebbe quella di proteggere l’uomo, prenderSi cura di lui e mantenerlo. Ecco l’interpretazione di base del concetto ‘fede in Dio’ da parte di tutti coloro che credono in Lui, e tale è la loro più profonda comprensione di questo concetto. A partire dalla sostanza della natura dell’uomo fino alla sua ricerca soggettiva, non c’è niente che si collega con il timore di Dio. Lo scopo dell’uomo nel credere in Dio presumibilmente non ha niente a che fare con l’adorazione di Dio. Vale a dire, l’uomo non ha mai considerato né compreso che la fede in Dio implica il timore e l’adorazione di Dio. Alla luce di tali condizioni, l’essenza dell’uomo è ovvia. E di quale essenza si tratta? Il cuore dell’uomo è maligno, un ricetto di perfidia e disonestà, non ama la correttezza e la giustizia, o ciò che è positivo, ed è spregevole e avido. Il cuore dell’uomo non potrebbe essere più chiuso nei confronti di Dio; l’uomo non l’ha mai dato affatto a Dio. Egli non ha mai visto il vero cuore dell’uomo, e non è mai stato adorato da lui. Indipendentemente da quanto sia grande il prezzo pagato da Dio, da quanto lavoro Egli compia, o da quanto fornisca all’uomo, egli rimane cieco e totalmente indifferente a tutto questo. L’uomo non ha mai donato il suo cuore a Dio, vuole provvedere da solo al suo cuore e prendere le sue decisioni, e ciò sottintende che non desidera seguire la via del timore di Dio e del rifiuto del male, né obbedire alla sovranità e alle disposizioni di Dio, e non desidera adorare Dio in quanto Tale. Ecco lo stato attuale dell’uomo” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Le parole di Dio hanno rivelato il mio vero stato e mi hanno fatta vergognare. Avevo fede solo per ottenere benedizioni e, anche se mi sacrificavo per Dio, in definitiva era solo per essere ricompensata da Lui. Lo servivo con entusiasmo, investendo tempo ed energia nel mio dovere, nella speranza che Dio mi concedesse grazia e benedizioni, per ottenere un lavoro ben retribuito nel mio campo di studio. Così avrei avuto una vita felice e non mi sarebbe mancato nulla, e io e la mia famiglia non avremmo più sofferto. A questo pensavo e aspiravo. Ma, dopo oltre due anni di fede, le benedizioni che avevo perseguito non si erano materializzate. Quando non ho ottenuto il lavoro che speravo, la mia motivazione a seguire e servire Dio si è esaurita. I fatti mi hanno mostrato che avevo ingannato Dio per tutto il tempo, cercando di trattare con Lui. In apparenza lavoravo duramente per Dio, partecipavo alle riunioni ed ero solerte nel mio dovere, ma in realtà il mio vero scopo era ottenere più grazia e benedizioni da Dio. L’illuminazione delle parole di Dio mi ha mostrato il mio egoismo, che stavo pensando solo a me stessa e alla mia famiglia, imponendo le mie richieste smodate a Dio. Non Lo stavo trattando come Dio, e non stavo realmente adorando Dio nella mia fede. Esigevo un pagamento da parte Sua come se mi fosse debitore, chiedendo favori speciali, usandoLo per soddisfare i miei desideri. Dio ci ha già donato la vita e, incondizionatamente, così tante verità. Si è fatto carne e ha sofferto così tanto per salvare noi uomini corrotti da Satana. E tutto affinché acquisiamo la verità, eliminiamo la corruzione e siamo pienamente salvati da Dio. Dio nutre per noi amore sconfinato, e ci ha dato così tanta grazia. Ma io ero cieca a quell’amore e non ho mai tenuto conto della Sua volontà. Sapevo solo avanzare richieste. Ero priva di coscienza e ragione! Le parole di Dio rivelano sempre il mio vero stato. Se uso i miei sacrifici per esigere le benedizioni che voglio da Dio, trattando il mio dovere come parte di una transazione, allora credo e presto servizio come un qualsiasi lavoratore per il suo capo. Lo faccio solo per ottenere qualcosa in cambio, senza sincerità.
In seguito ho letto un altro passo, nell’ultimo brano di “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo”. “Per quanto siano messi alla prova, la devozione di coloro che hanno Dio nel loro cuore resta immutata; ma coloro che non hanno Dio nel loro cuore, non appena l’opera di Dio non risulta vantaggiosa per la loro carne, cambiano la propria visione di Dio e arrivano persino ad allontanarsi da Lui. Questi sono coloro che non resteranno saldi alla fine, che cercano unicamente le benedizioni di Dio e non hanno alcun desiderio di spendersi per Dio e di dedicarsi a Lui. Questo tipo di persone meschine verranno tutte scacciate quando l’opera di Dio giungerà al termine, e non meritano alcuna compassione. Coloro che sono privi di umanità sono incapaci di amare davvero Dio. Quando l’ambiente è protetto e sicuro, o quando possono trarre un qualche profitto, obbediscono a Dio in tutto e per tutto, ma non appena ciò che desiderano viene distrutto o alla fine va in frantumi, si ribellano immediatamente. Persino nell’arco di una sola notte, sono capaci di trasformarsi da persone sorridenti e ‘di animo gentile’ in spaventosi e feroci assassini, pronti a trattare il proprio benefattore di ieri come un mortale nemico, senza alcuna valida motivazione o ragione. Se questi demoni non vengono scacciati, questi demoni che ucciderebbero senza battere ciglio, non diverranno un pericolo nascosto?” (La Parola appare nella carne). Le parole di Dio ci dicono che solo coloro che hanno un posto per Dio nel loro cuore possono essere testimoni nelle Sue prove, mentre chi non ha Dio nel cuore pensa solo ai propri interessi. Quando possono trarre un guadagno materiale, si costringono a obbedire, ma, se per caso non ottengono ciò che vogliono, vedono Dio come un nemico, e Lo incolpano e tradiscono. Dio odia le persone di questo tipo, che sono simili ai demoni, e le eliminerà. Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito: non ero proprio quel tipo di persona? Avevo fede solo per le benedizioni. Finché la mia famiglia stava bene e io avevo un buon lavoro, ero pronta a lavorare duramente per Dio. Ma, quando queste cose non andavano come volevo, disertavo e iniziavo a lamentarmi di Dio. Non Gli ero devota né sottomessa. Ho visto che la mia fede in Dio non era genuina, che Lo ingannavo e trattavo con Lui, e Lui non avrebbe mai riconosciuto quel tipo di fede. Dio sta creando un gruppo di vincitori negli ultimi giorni, i quali sanno volgere il loro cuore interamente verso Dio e vivere interamente per soddisfarLo. Sono ben disposti a soffrire per Dio, e sanno restare saldi e testimoniare nelle avversità come Giobbe. Sono coloro che alla fine Dio perfezionerà, e solo loro meriteranno l’approvazione e le benedizioni di Dio. Giobbe soffrì molto nelle sue prove, ma non incolpò mai Dio per le sue sofferenze. Infatti, la sua fede in Dio non vacillò mai, e quando perse tutti i suoi figli e i suoi beni fu lo stesso capace di lodare il nome di Dio e di sottomettersi al Suo dominio. Rese a Dio una clamorosa testimonianza. Quanto a me, ero ben lontana dai requisiti di Dio.
Un giorno, ho letto questo passo delle Sue parole, l’ultimo brano di “A chi sei leale?” “Se ora vi mettessi davanti una somma di denaro e vi dessi la libertà di scegliere (senza condannarvi per la vostra scelta), allora la maggior parte di voi sceglierebbe il denaro e rinuncerebbe alla verità. I migliori tra di voi rinuncerebbero al denaro e sceglierebbero la verità con riluttanza, mentre quelli nel mezzo agguanterebbero il denaro in una mano e la verità nell’altra. A quel punto, non sarebbe manifesta la vostra vera natura? Nello scegliere tra la verità e una qualsiasi cosa a cui siete leali, tutti fareste questa scelta e il vostro atteggiamento rimarrebbe lo stesso. Non è così? Non ce ne sono molti tra di voi che hanno oscillato tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Nei confronti tra positivo e negativo, tra nero e bianco, siete di certo consapevoli delle scelte che avete fatto tra la famiglia e Dio, tra i figli e Dio, tra pace e tormento, tra la ricchezza e la povertà, tra il prestigio sociale e l’ordinarietà, tra l’avere il sostegno degli altri o l’essere ostracizzati, e così via. Tra una famiglia serena e una divisa, avete scelto la prima, e lo avete fatto senza alcuna esitazione; tra la ricchezza e il dovere, avete di nuovo scelto la prima, perfino senza essere disposti a tornare a riva[a]; tra il lusso e la povertà, avete scelto il primo; quando avete dovuto scegliere tra i vostri figli, mogli o mariti, e Me, avete scelto i primi; e tra la nozione e la verità, di nuovo avete scelto la prima. Dinanzi a ogni genere di vostra malvagità, ho semplicemente perso la fiducia in voi. Davvero Mi sorprende che il vostro cuore sia così ostinato e non si lasci intenerire. Lunghi anni di dedizione e sforzi, a quanto pare, non Mi hanno portato altro che il vostro abbandono e sconforto, ma le Mie speranze nei vostri confronti crescono ogni giorno che passa, perché il mio giorno è stato interamente palesato davanti agli occhi di tutti. Ciò nonostante, persistete nel cercare cose oscure e malvagie e vi rifiutate di allentare la presa su di loro. Quale sarà, dunque, il vostro esito finale? Ci avete mai riflettuto attentamente? Se vi venisse chiesto di scegliere di nuovo, quale sarebbe la vostra posizione? Sarebbe ancora quella precedente? Mi procurereste nuovamente delusione e miserevole dolore? Il vostro cuore possiederebbe ancora un pizzico di calore? Sareste ancora ignari di cosa fare per consolare il Mio cuore? In questo momento, cosa scegliete? Siete disposti a sottomettervi alle Mie parole o ne siete stufi? Il Mio giorno è stato palesato davanti ai vostri stessi occhi e ciò che avete dinanzi è una nuova vita e un nuovo punto di partenza. Tuttavia, devo dirvi che questo punto di partenza non è l’inizio di una nuova opera del passato, ma la conclusione di quella vecchia. In altre parole, questo è l’atto finale. Penso siate tutti in grado di capire quale sia la straordinarietà di questo punto di partenza. Presto, però, ne comprenderete il vero significato, quindi oltrepassiamo insieme questo punto di partenza e accogliamo il finale che deve arrivare!” (La Parola appare nella carne). Le parole di Dio mi hanno commossa, e la natura delle persone è davvero quella di tradire Dio. Amiamo solo i beni materiali e il denaro, il prestigio e la fama, non la verità. Anche se Dio trova la nostra natura ripugnante, Egli ignora la nostra ribellione e corruzione, e guarda se al momento stiamo perseguendo la verità, se ci siamo pentiti e siamo cambiati. Dio vuole salvarci completamente dall’influenza di Satana e condurci nel Suo Regno. Ma io non ho fatto tesoro della grazia di Dio né perseguito la verità. Ero concentrata sulla ricerca di un buon lavoro, di uno stipendio elevato, bramavo la ricchezza e le comodità materiali. Ero così stolta! Solo la verità può salvare le persone, purificare la nostra corruzione, permetterci di distinguere il bene dal male e sfuggire all’inganno e al male di Satana. Comprendere la verità può aiutarci a conoscere Dio, a sapere come vivere, a trovare un significato in quanto persone. Perseguire il denaro e i piaceri materiali mi porterebbe solo più lontano da Dio, rendendomi più corrotta, avida e viziosa, e perderei la possibilità di essere salvata. Proprio come disse il Signore Gesù: “E ripeto: è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio” (Matteo 19:24). Vivere in un eccesso di ricchezza e agio non è necessariamente un bene. È scritto nei Proverbi: “E la prosperità degli stolti li fa perire” (Proverbi 1:32). Il Signore Gesù ci ha ammoniti: “Non siate dunque in ansia, dicendo: ‘Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?’ Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:31-33). I disastri sono in continuo aumento. La cosa più importante, ora, è munirsi della verità e impegnarci nei nostri doveri. Nei nostri doveri, dobbiamo cercare di liberarci dalla corruzione e sottometterci a Dio, per diventare, ai Suoi occhi, degni di essere creature. Nient’altro ha valore o significato. Ho anche imparato che trovare o no un buon lavoro dipendeva interamente da Dio. Ero pronta a sottomettermi alle disposizioni di Dio e a mettermi interamente nelle Sue mani.
Poi ho letto un altro passo delle Sue parole: “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che egli sia benedetto o maledetto. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà compiendo il suo dovere. Benedetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio, viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio. Maledetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che siano benedetti o maledetti, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che ricerca Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti compiere il tuo dovere solo per essere benedetto, né rifiutarti di agire per timore di essere maledetto. Lasciate che vi dica quest’unica cosa: compiere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Da questo passo ho imparato che, che Dio ci invii fortuna o disgrazia, dobbiamo compiere il nostro dovere ed eseguire il Suo incarico. Questa è la nostra responsabilità incondizionata. Ripensandoci, dopo aver sperimentato alcuni fallimenti nella ricerca di un lavoro stabile e rispettabile, sono diventata molto depressa e negativa, e non volevo più svolgere il mio dovere. Quello non era il giusto atteggiamento verso il mio dovere. Dio ci dice che, come esseri creati, tutti abbiamo la responsabilità di fare la nostra parte. Non importa a cosa Dio ci sottoponga, se ci sentiamo deboli o non comprendiamo la Sua volontà: dobbiamo continuare a compiere il nostro dovere. Siamo esseri creati che devono sottomettersi a Dio incondizionatamente. Non abbiamo il diritto di pretendere nulla da Lui, né di trattare con Lui. In quanto esseri creati, fare la nostra parte è il nostro dovere stringente e nessuna transazione può inquinarlo! È giusto e corretto, il corso naturale delle cose, proprio come l’affetto filiale verso i propri genitori.
Da allora, sono diventata più responsabile nel mio dovere e ho messo tutta me stessa nella condivisione del Vangelo. Vivere in quel modo mi ha dato pace. Un giorno, una scuola mi ha chiamata per un colloquio. Era molto prestigiosa, sapevo che avrei avuto uno stipendio alto se mi avessero assunta. Ma, durante il colloquio, ho detto a Dio nel mio cuore: “Dio, sei Tu a decidere tutto. Che il colloquio vada bene o no, non pretendo questo lavoro da Te. Voglio solo sottomettermi alle Tue orchestrazioni. Anche se non otterrò il posto, Ti loderò comunque e continuerò a svolgere il mio dovere”. Sono stati pubblicati i risultati della parte scritta, e io rientravo tra i primi cinque candidati. Ero così felice. Un paio di giorni dopo, svolti i colloqui orali, ho scoperto di non essere stata selezionata. Un amico mi ha detto di essere stato preso, e, anche se ero felice per lui, mi sentivo un po’ delusa. Ho chiesto a Dio di darmi pace interiore e di vegliare sul mio cuore affinché potessi sottomettermi al Suo controllo. Pregare mi ha calmata, e quel pomeriggio sono andata a compiere il mio dovere come al solito. Sapevo che, se Dio voleva che lavorassi in quella scuola, avrei ottenuto il lavoro, altrimenti nulla che potessi fare me lo avrebbe garantito. Sentivo con certezza che tutto è nelle mani di Dio, e nessuno può scavalcare Dio. Pensarla in quel modo mi ha dato un’incredibile forza interiore, e volevo davvero svolgere il mio dovere a qualunque costo, per adempiere alle mie responsabilità.
Questo mi ha insegnato che, in realtà, quella situazione difficile era grazia e benedizione di Dio. Dio mi ha sottoposta a tutto questo per mettere alla prova la mia fede, e per vedere se sapessi rimanerGli fedele nei momenti difficili. I fatti mi hanno dimostrato quanto fosse inquinata la mia fede, che ero capace di tradire Dio. La guida delle parole di Dio mi ha aiutata a capire me stessa e a correggere la mia ricerca. Non avrei mai potuto ottenere tutto questo senza difficoltà. Sono così grata per l’amore di Dio!
Note a piè di pagina:
a. Tornare a riva: modo di dire cinese, con il significato di “abbandonare la propria condotta malvagia”.
Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?