Non mi lamenterò mai più del mio destino

12 Febbraio 2024

di Chen Xiao, Cina

Quando ero piccola, la mia famiglia era piuttosto povera. Di frequente restavamo senza beni di prima necessità. Mia madre doveva spesso chiedere del grano ai nostri vicini solo per sfamarci, e molti dei vestiti che indossavo avevano delle toppe. Spesso venivo presa di mira e discriminata, gli altri bambini dicevano che venivo dalla miseria. Lo percepivo come un torto, e pensavo che se non ero nata ricca era perché avevo un destino avverso. A scuola studiavo molto, pensando: “Se lavoro sodo ora, entrerò all’università e riuscirò a trovare un buon lavoro, e allora non è forse certo che la mia sorte cambierà e che vivrò da privilegiata?” Studiavo fino a tarda notte, e alla fine sono diventata una delle migliori della classe. Pensavo che questo potesse garantirmi una vita migliore. Ma durante la scuola media mi è stata diagnosticata una grave miopia, insieme a cataratta, ambliopia e astigmatismo. Non ero autosufficiente e ho dovuto abbandonare gli studi. All’epoca ero completamente distrutta, convinta che la mia vita fosse finita e il mio destino segnato. In cuor mio mi lamentavo dell’ingiustizia del Cielo e pensavo di avere un destino avverso. E così sono precipitata nella depressione.

Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, vedere il nostro leader che teneva riunioni in cui condivideva sulla verità per risolvere i problemi mi suscitava invidia. Pensavo tra me e me: “Che immenso traguardo sarebbe se un giorno riuscissi a diventare un diacono o un leader e a risolvere i problemi di fratelli e sorelle e a ottenere il loro rispetto e sostegno”. Così mi sono dedicata ancora di più a leggere le parole di Dio, accettavo qualsiasi compito la chiesa mi affidasse e sopportavo le avversità e i lavori difficili, sperando un giorno di poter anch’io diventare una leader o un diacono. Ma dopo diversi anni non ero ancora stata scelta per nessuna posizione. Una sorella che aveva accettato questa fase dell’opera di Dio insieme a me è stata eletta leader poco dopo avere acquisito la fede. Vedendola condividere le parole di Dio nelle riunioni per risolvere i problemi, pensavo tra me e me: “Abbiamo accettato questa fase dell’opera insieme, e poco dopo essere arrivata nella casa di Dio lei già presta servizio come leader e si è guadagnata il rispetto e il sostegno di tutti. Io invece, per quanto mi impegni, non sono ancora diventata una leader. Quindi, credo di avere un destino avverso”. A volte, quando i miei suggerimenti non venivano attuati, mi dicevo: “Beh, in ogni caso non diventerò mai una leader: potrei anche aggregarmi a questo piccolo gruppo e basta. Che sia nella mia carriera o nella casa di Dio, sono destinata a soffrire, e in questa vita non mi distinguerò mai”. Dopo essere giunta a questa conclusione, ho gradualmente perso l’entusiasmo nel leggere le parole di Dio e nel perseguire la verità.

In seguito, il mio leader ha notato che avevo un certo talento per la scrittura e mi ha assegnato alla redazione testi; ero indescrivibilmente felice e pensavo di avere finalmente la possibilità di distinguermi. Lavoravo delle ore extra e ottenevo buoni risultati nel mio dovere. Non molto dopo sono stata promossa. Ero felicissima e mi sentivo ancora più motivata nel mio dovere. Ma poi ho sviluppato un problema alla cervicale, che poi è peggiorato, impedendomi di svolgere adeguatamente il mio dovere. Sono stata costretta a tornare alla mia chiesa originaria e a svolgere i doveri che potevo. Ero davvero depressa: “Questo disturbo alla cervicale è difficile da curare e un sovraccarico può causare una ricaduta. Con questo problema di salute mi sarà molto difficile distinguermi. Sono destinata a non poter svolgere doveri importanti. Ho un destino avverso, nulla mi risulta facile. Devo essere nata sotto una cattiva stella, perché sono terribilmente sfortunata!” Con questo pensiero in testa, sono diventata negativa, ho battuto la fiacca nel mio dovere e ho persino limitato me stessa, convinta di avere delle pessime prospettive future. Tempo dopo, mi sono presentata davanti a Dio per riflettere su me stessa: perché non facevo che pensare di avere un destino avverso e vivevo in una tale agonia? Nella mia ricerca, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio che mi ha chiarito un po’ il mio stato.

Dio Onnipotente dice: “Le emozioni di depressione di un certo tipo di persona possono derivare dalla costante convinzione di avere un destino orribile. Questa non è forse una causa? (Sì.) Quando erano giovani, alcuni vivevano in campagna o in una regione povera, e in una famiglia con pochi soldi a disposizione che, a parte scarsi arredi essenziali, non possedeva nulla di valore. Avevano forse uno o due capi di abbigliamento che dovevano indossare nonostante fossero logori in qualche punto, non potevano mai mangiare regolarmente cibo di buona qualità ed erano costretti ad aspettare il Capodanno o le feste per mangiare carne. A volte soffrivano la fame e non avevano abbastanza vestiti per stare caldi, una grande ciotola piena di carne da mangiare era un sogno irrealizzabile, ed era per loro difficile persino trovare della frutta. Vivendo in un ambiente del genere, si sentivano diversi dalle altre persone che vivevano nelle grandi città, che avevano genitori benestanti, che potevano mangiare e indossare tutto quello che volevano, che ottenevano seduta stante tutto ciò che desideravano e che possedevano conoscenza delle cose. Pensavano di loro: ‘Hanno avuto un destino davvero favorevole. Perché il mio è così avverso?’, provando il desiderio costante di distinguersi dalla massa e di cambiare il proprio destino. Tuttavia, non è così facile cambiare il proprio destino. Quando si nasce in una situazione del genere, si può certo tentare, ma in che misura si può cambiare il proprio destino e quanto lo si può migliorare? Una volta diventati adulti, costoro si trovano in società ad affrontare ostacoli ovunque vadano, sono continuamente vittime di bullismo, e quindi si sentono sempre estremamente sfortunati. Pensano: ‘Perché sono così sfortunato? Perché incontro sempre persone cattive? La vita era dura quando ero bambino, e non c’era nulla da fare. Ora che sono cresciuto, nulla è cambiato. Voglio sempre dimostrare quello che so fare, ma non ne ho mai l’occasione. E se non l’avrò mai, pazienza. Voglio solamente lavorare sodo e guadagnare abbastanza soldi per vivere una vita decente. Perché non posso fare nemmeno questo? Come può essere così difficile vivere una vita decente? Non ho bisogno di condurre una vita superiore a quella degli altri, ma voglio quanto meno vivere una vita come uno di città senza subire il disprezzo degli altri né essere un cittadino di seconda o terza categoria. Almeno, quando la gente mi chiama, non griderebbe: “Ehi tu, vieni qui!” Almeno mi chiamerebbero per nome e si rivolgerebbero a me con rispetto. E invece non posso godere nemmeno di questo. Perché il mio destino è così crudele? Quand’è che finirà?’ Quando tali individui non credevano in Dio, consideravano il loro destino crudele. Da quando hanno acquisito fede in Dio e hanno iniziato a rendersi conto che questa è la vera via, pensano: ‘Tutta la sofferenza del passato è valsa la pena. Ogni cosa è stata orchestrata e compiuta da Dio, e Dio ha fatto bene. Se non avessi sofferto in quel modo, non sarei arrivato a credere in Lui. Ora che ho fede in Dio, se saprò accettare la verità, il mio destino dovrebbe cambiare in meglio. Ora posso vivere nella chiesa una vita alla pari con i miei fratelli e sorelle, e gli altri mi chiamano “fratello” o “sorella” e si rivolgono a me con rispetto. Ora so cosa si prova a essere rispettato dagli altri’. Sembra che il loro destino sia cambiato, che non sia più negativo, e che non soffrano più. Una volta iniziato a credere in Dio, si impegnano a compiere bene il loro dovere all’interno della casa di Dio, acquisiscono la capacità di sopportare le avversità e di lavorare duramente, di sopportare più di chiunque altro in qualsiasi questione, e si sforzano di ottenere l’approvazione e la stima della maggior parte delle persone. Pensano di poter addirittura essere selezionati come leader della chiesa, responsabili o capigruppo, e in questo modo non onoreranno forse i loro antenati e la loro famiglia? Non avranno forse cambiato il proprio destino? Tuttavia, la realtà non corrisponde ai loro desideri e, demoralizzati, pensano: ‘Credo in Dio da anni e vado molto d’accordo con i miei fratelli e sorelle, ma come mai quando è il momento di scegliere un leader, un responsabile o un capogruppo non tocca mai a me? È forse perché ho un aspetto molto ordinario o perché non mi sono comportato abbastanza bene e nessuno mi ha notato? Ogni volta che si tiene una votazione posso avere una piccola speranza, e sarei felice anche di essere scelto come capogruppo. Sono davvero pieno di entusiasmo per ripagare Dio, ma finisco per essere deluso ogni volta che si tiene una votazione e vengo escluso da tutto. Qual è il punto? Possibile che io non sia davvero in grado di essere nulla più che una persona mediocre, ordinaria e anonima per tutta la vita? Se guardo indietro alla mia infanzia, alla mia giovinezza e alla mia età adulta, la strada che ho percorso è sempre stata così mediocre e non ho realizzato nulla che sia degno di nota. Non è che non abbia ambizioni o che la mia levatura sia troppo scarsa, che non mi sforzi abbastanza o che non riesca a sopportare le avversità. Ho aspirazioni e obiettivi, e potrei persino definirmi ambizioso. Ma allora perché non riesco mai a distinguermi dalla massa? In ultima analisi, ho solo un destino avverso e sono nato per soffrire; questo è ciò che Dio ha disposto per me’. Più ci pensano su, più hanno l’impressione che il loro destino sia peggiore. Nel regolare svolgimento dei loro doveri, se danno qualche suggerimento o esprimono opinioni e ricevono sempre una risposta negativa, e nessuno li ascolta o li prende sul serio, si deprimono ancora di più e pensano: ‘Oh, il mio destino è così avverso! In ogni gruppo in cui mi trovo c’è sempre una persona meschina che mi blocca la strada e mi opprime. Nessuno mi prende mai sul serio e non riesco mai a distinguermi. Alla fine, tutto si riduce a questo: ho solo un destino avverso!’ Qualunque cosa accada loro, la attribuiscono sempre al fatto di avere un destino avverso; non fanno che investire energie in questa idea, si sforzano costantemente di comprenderla e capirla e, mentre ci rimuginano sopra nella loro mente, le loro emozioni sprofondano sempre più nella depressione. Quando nell’adempimento del loro dovere commettono un piccolo errore, pensano: ‘Oh, come posso svolgere bene il mio dovere se ho un destino così avverso?’ Nelle riunioni, i fratelli e le sorelle fanno comunione e loro riflettono a lungo su ogni cosa, ma non comprendono nulla e pensano: ‘Oh, come posso capire le cose se ho un destino così avverso?’ Ogni volta che vedono qualcuno che parla meglio di loro, che espone la propria comprensione in modo più chiaro e illuminato di loro, si sentono ancora più depressi. Quando vedono qualcuno che riesce a sopportare le avversità e a pagare un prezzo, che ottiene dei risultati nello svolgimento del suo dovere, che riceve l’approvazione dei fratelli e delle sorelle e viene promosso, provano in cuor loro infelicità. Quando vedono qualcuno diventare un leader o un lavoratore, precipitano ancor più nella depressione, e persino quando vedono qualcuno che canta e balla meglio di loro si sentono inferiori a lui e si deprimono. Qualsiasi persona, evento o questione affrontino, in qualunque situazione si imbattano, reagiscono sempre con queste emozioni di depressione. Anche quando vedono qualcuno che indossa abiti un po’ più belli dei loro o che ha un’acconciatura leggermente migliore, si sentono sempre tristi, e nel loro cuore emergono gelosia e invidia, finché, alla fine, tornano a provare quell’emozione di depressione. Quali ragioni adducono? Pensano: ‘Oh, non accade forse perché ho un destino avverso? Se fossi un po’ attraente, se avessi il suo stesso portamento, se fossi alto e avessi un bel fisico, bei vestiti e tanti soldi, e se fossi di buona famiglia, allora le cose non sarebbero forse diverse da come sono adesso? La gente non mi terrebbe forse in grande considerazione e non proverebbe per me gelosia e invidia? In fin dei conti, sono io che ho un destino avverso e non posso incolpare nessun altro. Con un destino così avverso, nulla mi va bene e non posso muovere un passo senza inciampare e cadere. È semplicemente il mio destino avverso e non posso farci niente’. Analogamente, quando vengono potati e trattati, o quando i fratelli e le sorelle li rimproverano, li criticano o danno loro un suggerimento, reagiscono con le loro emozioni di depressione. In ogni caso, sia che si tratti di qualcosa che accade a loro, sia che si tratti di ciò che li circonda, reagiscono sempre con i vari pensieri, punti di vista, posizioni e atteggiamenti negativi che derivano dalle loro emozioni di depressione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Le parole di Dio rivelano la mia situazione alla perfezione. In passato, ero convinta che vivere una vita da privilegiata e ottenere il rispetto e il sostegno degli altri significasse avere un destino favorevole, mentre provenire da una famiglia povera, vivere una vita umile e indigente e non godere del rispetto degli altri denotasse un destino avverso. Sono cresciuta nella miseria e spesso non disponevo dei beni di prima necessità. Gli altri non mi stimavano granché e venivo discriminata e sminuita. Di conseguenza, pensavo frequentemente di avere un destino avverso. Visto il contesto da cui provenivo, ho deciso di studiare duramente per cambiare il mio destino e vivere una vita privilegiata. Ma poi, durante la scuola media, mi è stata diagnosticata una grave miopia e sono stata costretta a interrompere gli studi. Credevo di non avere alcuna speranza di realizzare i miei sogni e mi sentivo molto delusa. Dopo aver abbracciato la fede, non mi bastava essere una normale credente, così ho cercato di diventare una leader o una lavoratrice. Pensavo che acquisendo prestigio avrei ottenuto il rispetto e il sostegno di tutti e che godere di prestigio e reputazione significasse avere un destino favorevole. Ho lavorato duramente e cercato di raggiungere il mio obiettivo, ma dopo qualche anno non ero ancora diventata né una leader né una lavoratrice. Vedere quella sorella che aveva accettato questa fase dell’opera insieme a me diventare presto leader mi ha convinto ancora di più di avere un destino avverso. A volte, quando i miei suggerimenti non venivano attuati e non riuscivo a ottenere il rispetto altrui, non osavo più esprimere le mie opinioni e mi limitavo a chiudermi in me stessa, maledicendo in silenzio il mio destino avverso. In seguito, quando sono stata promossa a un dovere di redazione testi, ero davvero felice. Ma poi ho sviluppato un problema alla cervicale che ha compromesso la mia capacità di compiere il mio dovere e sono dovuta tornare alla mia chiesa originaria a svolgere solo i doveri che potevo. Sentivo di essere davvero sfortunata e che, alla fin fine, avevo proprio un destino avverso. Pensavo che non avrei mai più avuto la possibilità di distinguermi, che non sarei mai stata promossa né assegnata a un ruolo importante, e che gli altri non mi avrebbero mai sostenuta e rispettata. Così mi sono depressa e non ero meticolosa nel mio dovere, mi limitavo a sbrigarmela e ad arrivare a fine giornata. Ho capito che in ogni cosa ricercavo solo il prestigio e il sostegno e il rispetto degli altri. Quando le cose non andavano come desideravo, mi lamentavo di avere un destino avverso, perdevo l’entusiasmo per il mio dovere, smettevo di condividere attivamente le mie idee nelle riunioni, e non sapevo accettare da Dio le situazioni che affrontavo né riflettere su me stessa. Di conseguenza, il mio ingresso nella vita si è arrestato. Il mio stato negativo non era forse una sorta di protesta silenziosa contro Dio? In tutti i miei anni di fede, ripetevo sempre che tutto ciò che accade ogni giorno è il risultato delle orchestrazioni e delle disposizioni di Dio, ma quando le cose non andavano come volevo, non mi sottomettevo e non mi affidavo alla sovranità di Dio. Questi non erano forse punti di vista da miscredente?

In seguito, ho continuato a ricercare. Perché pensavo costantemente di avere un destino avverso? Cosa c’era di sbagliato nella mia visione? Poi mi sono imbattuta in due passi delle parole di Dio: “Ciò che dispone Dio in merito al fatto che qualcuno avrà un destino favorevole o avverso non va valutato né misurato dalla prospettiva dell’essere umano o di un indovino, né in base a quanta ricchezza e gloria quella persona ottiene nella sua vita, o a quanta sofferenza sperimenta, o a quanto successo ha nel perseguimento di prospettive, fama e fortuna. Pur tuttavia è proprio questo il grave errore commesso da chi sostiene di avere un destino avverso, nonché il modo di valutare il proprio destino utilizzato dalla maggioranza degli individui. Come valuta il proprio destino la maggior parte delle persone? In che maniera i membri del mondo secolare valutano se qualcuno ha un destino favorevole o avverso? Principalmente, si basano sul fatto che quella persona conduca una vita priva di intralci oppure no, che possa o meno godere di ricchezza e gloria, che possa avere uno stile di vita superiore agli altri, si basano su quanto la persona soffre e quanto può godere durante la sua esistenza, su quanto a lungo vive, che carriera ha, se la sua vita è faticosa oppure comoda e facile: usano questi parametri, e altri ancora, per valutare se qualcuno ha un destino favorevole oppure avverso. Non utilizzate anche voi gli stessi criteri? (Sì.) Pertanto, quando affrontate qualcosa che vi risulta sgradito, quando i tempi sono duri o non siete in grado di godere di uno stile di vita superiore, la maggior parte di voi pensa di avere un destino avverso e sprofonda nella depressione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). “Dio ha predestinato da molto tempo il destino degli uomini, che è immutabile. Il ‘destino favorevole’ e il ‘destino avverso’ variano da persona a persona e dipendono dall’ambiente, dalla percezione degli individui e da ciò che essi perseguono. Ecco perché il destino di una persona non è né favorevole né avverso. Tu potresti vivere una vita molto dura eppure pensare: ‘Non miro a una vita di alto livello. Mi basta avere cibo e vestiti a sufficienza. Tutti soffrono durante la loro vita. La gente appartenente al mondo secolare dice: “Senza pioggia non può formarsi l’arcobaleno”, quindi la sofferenza ha un valore. Non è così male, e non ho un destino avverso. Il Cielo mi ha sottoposto a sofferenze, prove e tribolazioni. Questo perché Egli ha un’alta considerazione di me. Questo è un destino favorevole!’ Alcuni pensano che la sofferenza sia una cosa negativa, che significhi avere un destino avverso e che solo una vita priva di sofferenze e condotta nell’agio e nel benessere equivalga a un destino favorevole. I non credenti la definiscono ‘una questione di opinioni’. In che modo coloro che credono in Dio considerano la questione del ‘destino’? Noi parliamo forse di ‘destino favorevole’ o ‘destino avverso’? (No.) Noi non diciamo cose del genere. Nel caso tu abbia un destino favorevole perché credi in Dio, se poi nella tua fede non segui la retta via, se vieni punito, smascherato e scacciato, significa che hai un destino favorevole o avverso? Se non credi in Dio, non puoi certo essere smascherato o scacciato. I non credenti e i religiosi non parlano di smascherare o di discernere le persone, né di persone che vengono espulse o scacciate. Questo dovrebbe significare che gli individui hanno un destino favorevole quando sono in grado di credere in Dio, e che se invece alla fine vengono puniti significa dunque che ne hanno uno avverso? Un attimo il loro destino è favorevole, l’attimo dopo è avverso: quale delle due cose è vera? Non si può giudicare se qualcuno abbia un destino favorevole oppure no, le persone non possono giudicarlo. Tutto è fatto da Dio e ogni cosa che Egli dispone è buona. È solo che la traiettoria del destino di ogni individuo, o il suo ambiente, le persone, gli eventi e le cose che incontra e il percorso di vita che sperimenta durante la sua vita sono tutti diversi; queste cose differiscono da persona a persona. Sono diversi l’ambiente di vita e di crescita di ogni individuo, ed entrambi vengono predisposti da Dio. Ciascun individuo sperimenta cose diverse durante la sua vita. Non esiste un presunto destino favorevole o avverso: è Dio a disporre tutto, e tutto è fatto da Lui. Se consideriamo la questione da questo punto di vista, ogni cosa che Dio fa è buona e giusta; è solo che dal punto di vista delle preferenze, dei sentimenti e delle scelte delle persone, alcuni scelgono di vivere una vita confortevole, optando per la fama e la fortuna, per una buona reputazione, per ottenere prosperità e farsi strada nel mondo. Credono che questo significhi avere un destino favorevole e che una vita di mediocrità e di insuccesso, condotta sempre ai margini della società, corrisponda a un destino avverso. Così appaiono le cose dal punto di vista dei non credenti e dei membri del mondo secolare che perseguono obiettivi mondani e mirano a vivere nel mondo, ed è così che nasce l’idea del destino favorevole o avverso. L’idea di un destino favorevole e di un destino avverso deriva solamente dalla comprensione limitata e dalla percezione superficiale che gli esseri umani hanno del destino, e dai giudizi che emettono in merito a quante sofferenze fisiche sopportano, a quanti piaceri, quanta fama e quanta fortuna ottengono, e così via. In realtà, se consideriamo la questione dalla prospettiva delle disposizioni e della sovranità di Dio sul destino dell’uomo, non esistono interpretazioni come un destino favorevole o uno avverso. Non è esatto? (Sì.) Se consideri il destino dell’uomo dal punto di vista della sovranità di Dio, allora tutto ciò che Dio fa è buono ed è ciò di cui ogni individuo ha bisogno. Questo perché la causa e l’effetto giocano un ruolo nelle vite passate e presenti, sono predestinate da Dio, Egli detiene la sovranità su di esse, le pianifica e le organizza; l’uomo non ha voce in capitolo. Se guardiamo alla questione da questo punto di vista, le persone non dovrebbero giudicare il proprio destino come favorevole o avverso, giusto?(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Le parole di Dio hanno evidenziato in modo incisivo l’assurdità del punto di vista delle persone sul destino “favorevole” e “avverso”. Le persone giudicano il loro destino in base al fatto che la loro vita vada bene o meno, che ottengano prestigio e ricchezza e che acquisiscano fama e fortuna. Formulare delle valutazioni sulla base delle preferenze personali è una visione da non credente e non è conforme alla verità. Agli occhi di Dio non esiste un destino favorevole o avverso. Egli decide il destino delle persone in base alla loro vita precedente e a quella attuale. È Dio a predeterminare e stabilire il loro destino. Mi sono resa conto che la mia visione non era diversa da quella di un non credente. Nella mia vita cercavo sempre ricchezza e prestigio, volevo distinguermi e acquisire fama e fortuna. Pensavo che ottenere rispetto e sostegno denotasse un destino favorevole, e che invece la mia vita mediocre e insignificante, condotta nella miseria, e il non riuscire a ottenere rispetto e a essere presa sul serio, ne denotassero uno avverso. Allora ho capito che la mia visione era sbagliata e derivava da Satana. Si trattava di una concezione limitata del destino adottata dai non credenti. Mi sono resa conto che chi acquisisce fama e fortuna e ottiene grandi ricchezze potrà anche ottenere onore, gloria e il rispetto e il sostegno degli altri, e godere apparentemente di un destino favorevole, ma è spiritualmente vuoto, soffre, trova la vita noiosa, e qualcuno finisce addirittura per drogarsi e suicidarsi. Forti della loro autorità, alcuni causano problemi, commettono malvagità, infrangono le leggi, e finiscono in carcere, con la reputazione rovinata. Davvero costoro hanno un destino favorevole? Ho capito che il destino di una persona non si basa sull’aver goduto di ricchezza e gloria o su quanta sofferenza abbia attraversato. È Dio che decide e stabilisce la ricchezza o la povertà di un individuo. Egli predetermina la nostra vita in base ai nostri bisogni e tutte le Sue disposizioni sono positive. Ai Suoi occhi non esiste un destino favorevole o avverso. Quanto a me, nonostante sia cresciuta nella miseria, abbia affrontato avversità e fallimenti e abbia sofferto molto, le mie esperienze hanno rafforzato la mia determinazione di fronte al dolore, una capacità incredibilmente preziosa per me nella vita. Inoltre, ho una brama eccessiva di reputazione e prestigio. Se fossi entrata in un’università e avessi ottenuto fama e fortuna, questa tendenza malvagia mi avrebbe certamente travolta. In quel caso mi sarei presentata al cospetto del Creatore e avrei ricevuto la salvezza di Dio? Dio aveva predeterminato anche che non sarei stata scelta come leader. Avevo una certa capacità di comprendere le parole di Dio e sapevo individuare alcuni problemi manifestati dai miei fratelli e sorelle, ma non ero così competente nel mio lavoro e non riuscivo a gestire carichi di lavoro maggiori. I leader devono occuparsi di molto lavoro, e se i problemi non vengono gestiti bene il lavoro della chiesa ne risente. Ora svolgo doveri che sono in grado di svolgere, e questo è un bene sia per me che per il lavoro della chiesa. Dietro la situazione che Dio ha orchestrato per me, ho visto le Sue serie intenzioni. Prima vivevo secondo queste visioni assurde, desiderando di condurre una vita privilegiata. Ogni volta che le cose non andavano a modo mio e non erano all’altezza dei miei desideri, mi lamentavo del mio destino avverso, cadevo in depressione e mi ribellavo a Dio. Come credente, non seguivo le parole di Dio, aderendo invece alle visioni errate dei non credenti. Mi stavo ribellando e opponendo a Dio! Resamene conto, ero alquanto inorridita per ciò che avevo fatto, così mi sono presentata davanti a Dio in preghiera: “O Dio! Non ho compreso la verità e non mi sono sottomessa alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni. Sono veramente arrogante e irragionevole. Sono disposta a correggere le mie idee assurde, a sottomettermi alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni e a non opporTi più resistenza”.

In seguito, mi sono imbattuta in altri due passi delle parole di Dio che mi hanno fatto capire un po’ meglio le conseguenze dannose delle emozioni negative. La parola di Dio dice: “Sebbene quelli che pensano di avere un destino avverso credano in Dio e siano in grado di rinunciare alle cose, di sacrificarsi e di seguire Dio, allo stesso tempo non sono capaci di svolgere il loro dovere nella casa di Dio in modo libero, rilassato e privo di vincoli. Perché non riescono a farlo? Perché dentro di loro alberga una serie di pensieri e punti di vista estremi e anormali che fanno sorgere in loro emozioni estreme. Queste emozioni estreme fanno sì che il modo in cui giudicano le cose, il modo in cui pensano e le loro opinioni sulle questioni provengano da un punto di vista estremo, errato e fallace. Considerano le questioni e le persone da questo punto di vista estremo ed erroneo, e di conseguenza vivono, valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono ripetutamente sotto l’effetto e l’influenza di questa emozione negativa. Alla fine, indipendentemente dal modo in cui vivono, appaiono così stanchi da non essere in grado di trovare il minimo entusiasmo per la loro fede in Dio e il loro perseguimento della verità. Comunque scelgano di vivere la loro vita, non riescono a compiere il loro dovere né positivamente né attivamente e, nonostante credano in Dio da molti anni, non si concentrano mai sull’adempimento del loro dovere con tutto il cuore e tutta l’anima o sull’assolverlo in modo soddisfacente, tanto meno perseguono la verità, naturalmente, o praticano secondo le verità principi. Perché? In ultima analisi, perché pensano sempre di avere un destino avverso e questo li porta a provare emozioni di profonda depressione. Diventano totalmente demoralizzati, impotenti, come cadaveri ambulanti, privi della minima vitalità, non manifestano alcun comportamento positivo o ottimista, e tanto meno alcuna determinazione o forza per dedicare la lealtà che dovrebbero al loro dovere, alle loro responsabilità e ai loro obblighi. Al contrario, lottano con riluttanza per andare avanti, giorno dopo giorno, con un atteggiamento approssimativo, senza meta e in preda alla confusione, addirittura in uno stato di inconsapevolezza. Non hanno idea di quanto a lungo continueranno a cavarsela alla meglio. Alla fine, non possono fare altro che biasimare sé stessi, dicendo: ‘Oh, continuerò ad andare avanti finché potrò! Se un giorno non ce la facessi più e la chiesa volesse espellermi e scacciarmi, allora dovrebbe farlo e basta. La ragione è che ho un destino avverso!’ Vedi, anche le loro parole suonano così sconfitte. L’emozione della depressione non è un semplice stato d’animo; bensì, cosa più importante, ha un impatto devastante sui pensieri, sul cuore e sul perseguimento delle persone. Se non riesci a cambiare le tue emozioni di depressione in modo tempestivo e rapido, esse non solo influenzeranno tutta la tua vita, ma la distruggeranno e ti condurranno alla morte. Anche se credi in Dio, non sarai in grado di acquisire la verità e la salvezza e, alla fine, perirai(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). “Questo tipo di depressione non è una semplice o momentanea ribellione, né l’esternazione temporanea di un’indole corrotta, e tanto meno la manifestazione di uno stato corrotto. Si tratta invece di una opposizione silenziosa a Dio e di una opposizione silenziosa e di malcontento nei confronti del destino che Dio ha predisposto per loro. Anche se può essere una semplice emozione negativa, le conseguenze a cui porta sono più gravi di quelle generate da un’indole corrotta. Non solo ti impedisce di adottare un atteggiamento positivo e corretto nei confronti del dovere che ti spetta di compiere, della tua esistenza quotidiana e del tuo percorso di vita, ma, cosa ancor più grave, ti può anche portare a morire di depressione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che se qualcuno è convinto di avere un destino avverso, quando ha fede in Dio, compie il proprio dovere e tratta le persone o le cose che si trova ad affrontare secondo questa visione sbagliata ed estrema, sarà incline a precipitare nella negatività e nella depressione, a diventare confusionario nei suoi doveri, a sbrigarsela, a disinteressarsi e a non nutrire alcun desiderio di progredire. Cadere in depressione può portare a una spirale negativa, con la conseguenza ultima di distruggere ogni possibilità di salvezza. Ho capito che, se non avessi abbandonato quell’idea, le conseguenze sarebbero state disastrose! Ho pensato alla mia idea di avere un destino avverso. Quando ho dovuto interrompere gli studi a causa dei miei disturbi agli occhi, i miei sogni di ricercare fama e fortuna si sono infranti: non avrei potuto vivere la vita rispettabile di una persona ricca, e per questo soffrivo molto e ho perso la speranza nella vita. Diventata una credente e iniziato a compiere il mio dovere, ho continuato a ricercare un prestigio elevato, e quando non sono stata promossa e selezionata come leader non ho riflettuto sulle mie mancanze, non ho acquisito conoscenza di me stessa; al contrario, mi lamentavo continuamente del mio destino avverso e vivevo in uno stato negativo, senza voler perseguire la verità. In seguito, quando ho sviluppato il problema alla cervicale, ho pensato che in futuro non sarei mai riuscita a distinguermi, e così nei miei doveri ho battuto la fiacca, rassegnandomi al fallimento, e lentamente mi sono allontanata da Dio. Ho capito che questa visione dell’avere un destino favorevole o avverso mi aveva strettamente vincolata e ostacolata, che non sapevo sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio e opponevo sempre più resistenza. Ho pensato a quei non credenti che non facevano che ripetere quanto fosse avverso il loro destino. Poiché erano poveri e privi di mezzi, vivevano negli strati bassi della società, non riuscivano a ottenere il rispetto degli altri e venivano spesso presi di mira, allora facevano tutto il possibile per cambiare il loro destino, ma quando le cose non andavano come speravano consideravano di porre fine alla loro vita. Altri non credenti hanno dedicato anni a studiare diligentemente, ma non sono riusciti a ottenere prestigio né ricchezza e hanno sviluppato l’idea di avere un destino avverso; alcuni di loro sono persino caduti in grave depressione e hanno perso la testa. Ho capito che quando gli individui non comprendono la verità e vivono secondo visioni assurde, non trattano correttamente sé stessi e non valutano correttamente le persone, gli eventi e le cose, e questo alla fine li porta a sprofondare nella depressione. Questi punti di vista derivano da Satana. Satana usa queste visioni assurde per ingannare e danneggiare le persone, portandole a deprimersi, a degenerare, a non perseguire la verità e, infine, a essere scacciate. Capito tutto questo, mi sono resa conto che non potevo più considerare le cose secondo questa visione per cui esistono destini favorevoli o avversi. Se avessi continuato così, avrei decretato la mia fine. Così mi sono presentata davanti a Dio in preghiera: “O Dio! Tutte le situazioni da Te orchestrate celano buone intenzioni e io mi sottometterò a esse. Eliminerò la mia corruzione nel compiere il mio dovere e cercherò di svolgerlo meglio”.

Nella mia ricerca, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Quale atteggiamento si dovrebbe avere nei confronti del destino? Dovresti rispettare le disposizioni del Creatore, ricercare attivamente e con fervore a che scopo e con quale significato Egli ha disposto tutte queste cose e raggiungere la comprensione della verità, svolgere le tue funzioni più importanti in questa vita decretate da Dio per te, compiere i doveri, le responsabilità e gli obblighi di un essere creato e rendere la tua vita più significativa e di maggior valore, sino a che alla fine il Creatore sarà soddisfatto di te e ti commemorerà. Naturalmente, sarebbe ancora meglio raggiungere la salvezza attraverso la tua ricerca e il tuo impegno indefesso: questo sarebbe l’esito migliore. In ogni caso, per quanto riguarda il destino, l’atteggiamento più appropriato che l’umanità creata dovrebbe assumere non è quello di giudicarlo e circoscriverlo in modo sconsiderato, né di approcciarlo con metodi estremi. Naturalmente, tanto meno si dovrebbe cercare di contrastare, di scegliere o di cambiare il proprio destino, e usare invece il cuore per apprezzarlo, ricercarlo, esplorarlo e assecondarlo, per poi affrontarlo positivamente. Infine, nell’ambiente e nel cammino di vita che Dio ha stabilito per te, dovresti ricercare la via di condotta che Egli ti insegna e il cammino che ti chiede di percorrere, sperimentare in questo modo il destino che Egli ha predisposto per te, e alla fine sarai benedetto. Quando sperimenterai in questo modo il destino che il Creatore ha predisposto per te, non solo apprezzerai la sofferenza, la tristezza, le lacrime, il dolore, la frustrazione e il fallimento, ma, cosa più importante, sperimenterai gioia, pace e conforto, oltre alla luce e all’illuminazione conferite dalla verità che Dio ti dona. Inoltre, quando lungo il tuo cammino di vita ti smarrirai, quando ti troverai di fronte alla frustrazione e al fallimento e dovrai compiere una scelta, sperimenterai la guida del Creatore e alla fine acquisirai la comprensione, l’esperienza e l’apprezzamento di come vivere la vita più significativa di tutte(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Grazie alle parole di Dio, ho compreso la Sua volontà e ho capito quanto è amorevole il Suo cuore. Anche se nella vita affrontiamo avversità e delusioni, ciò non significa che dovremmo tentare di opporci al nostro destino o di cambiarlo. Dobbiamo invece sottometterci a quanto predeterminato da Dio, imparare dalle persone, dagli eventi e dalle cose che Egli orchestra per noi e acquisire la verità. Solo allora troveremo vera pace e vero conforto. Ho pensato che era stato Dio a permettere che non venissi eletta leader. Non possedevo buone capacità lavorative ed ero più adatta a svolgere un solo dovere, a essere una normale seguace; era quella la posizione migliore per me. Ora la chiesa mi ha assegnato un dovere di irrigazione. Svolgendolo, ho letto molte parole di Dio sulla conoscenza della Sua opera, sono giunta a comprendere alcuni principi riguardanti la diffusione del Vangelo e come discernere le persone, ho acquisito una certa conoscenza della mia indole corrotta e ora sono capace di sottomettermi alle situazioni che Dio orchestra per me. Questi sono tutti benefici reali e sono la più preziosa delle ricchezze. Ora mi rendo conto che tutta la nostra vita è stabilita e predeterminata da Dio. Solo sottomettendoci, perseguendo e acquisendo la verità in ogni tipo di situazione, trasformando la nostra indole e ottenendo la salvezza di Dio, possiamo avere davvero un destino favorevole. In seguito, ho agito secondo le parole di Dio, adempiendo al mio dovere con lealtà e devozione, riflettendo su me stessa e imparando dalle battute d’arresto e dai fallimenti. Praticare in questo modo mi ha donato pace e gioia.

Recentemente, il nostro leader ci ha chiesto di segnalare fratelli e sorelle di talento, e ho pensato tra me e me: “Sarebbe motivo di orgoglio ricevere una promozione. Potrei contribuire alla diffusione del Vangelo del Regno e di certo gli altri mi invidierebbero e ammirerebbero una volta saputo che sono stata promossa”. Tuttavia, il leader mi ha detto che, per via della mia malattia, non ero idonea a svolgere un dovere fuori casa. Ero leggermente depressa e tra me e me mi lamentavo: “Tutti i miei fratelli e sorelle sembrano essere in buona salute, quindi possono essere promossi e hanno maggiori possibilità di praticare, mentre io devo limitarmi a restare a casa e non ho alcuna possibilità di distinguermi o di ottenere la gloria. Ho proprio un destino avverso”. Quando questi pensieri hanno preso ad affiorare, mi sono resa conto di essere di nuovo in uno stato negativo, così mi sono presentata davanti a Dio in preghiera e in ricerca. Ho letto queste Sue parole: “Il prestigio non è decretato da Dio per gli esseri umani; Dio agli esseri umani offre la verità, la via e la vita e in definitiva li rende creature di Dio accettabili, creature di Dio piccole e insignificanti, non esseri dotati di fama e prestigio e adorati da migliaia di persone. E così, da qualunque punto di vista la si osservi, la ricerca di prestigio è un vicolo cieco. Per quanto sia ragionevole il tuo pretesto per ricercare prestigio, questo cammino è comunque sbagliato e non è lodato da Dio. Per quanto tu ti sforzi o per quanto grande sia il prezzo che paghi, se desideri prestigio Dio non te lo concederà; se non è concesso da Dio, non riuscirai a ottenerlo lottando, e se continui a lottare vi sarà un unico esito: sarai smascherato e scacciato, e questo è un vicolo cieco. Lo capisci, no?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). “Dopo aver visto la casa di Dio scacciare molti anticristi e persone malvagie, alcuni che perseguono la verità osservano il fallimento degli anticristi, riflettono sul cammino intrapreso dagli anticristi e anche su sé stessi, e arrivano a conoscersi. In questo modo, comprendono la volontà di Dio, decidono di essere semplici seguaci e si concentrano sul perseguimento della verità e sul compiere bene il loro dovere. Anche se Dio dice che sono dei servitori o delle infime nullità, loro si accontentano di essere persone umili agli occhi di Dio, seguaci irrilevanti e insignificanti, ma che in conclusione Dio considera creature accettabili. Solo queste sono delle brave persone, e Dio loderà solamente le persone di questo tipo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che l’uomo è solo una piccola e insignificante creatura di Dio priva di qualsiasi reale prestigio. Da persona ragionevole, dovrei essere concreta e rimanere al mio posto, cercare di acquisire la verità e trasformare la mia indole di vita, perché questo è ciò che Dio loda. Se non facessi che ricercare reputazione e prestigio, alla fine Dio mi scaccerebbe. Ho pensato a coloro che un tempo ammiravo e rispettavo in quanto dotati di destino favorevole, come Zhao Xue, una mia precedente collaboratrice. Era talentuosa, un’abile oratrice, ed è stata promossa a una posizione importante. Ma nell’adempimento del suo dovere ricercava sempre la reputazione e il prestigio e ha causato grave intralcio al lavoro della chiesa. Quando è stata sostituita non ha mostrato pentimento, ed è stata espulsa per aver compiuto ogni sorta di male. Il suo fallimento è stato un monito per me. Ho capito che quando le persone non perseguono la verità e mirano sempre alla reputazione e al prestigio, vengono smascherate e scacciate. Poiché a causa della mia condizione non potevo svolgere doveri fuori casa, dentro di me ho iniziato a lamentarmi; era la mia brama di reputazione e di prestigio che riemergeva. Pensavo che svolgere dei doveri fuori casa mi avrebbe permesso di distinguermi e che denotasse un destino favorevole. Stavo ancora ricercando la reputazione e il prestigio e percorrevo un cammino di opposizione a Dio. Dio vuole che io esista come Sua creatura; che io vada fuori o resti a casa, posso sempre compiere il mio dovere e perseguire la verità e una trasformazione d’indole. Sapevo che avrei dovuto sottomettermi alle orchestrazioni di Dio e compiere seriamente il mio dovere: solo questo mi avrebbe messa a mio agio.

Grazie a questa esperienza, ho acquisito una certa conoscenza delle mie visioni sbagliate e ho capito che lamentarmi per il mio presunto destino avverso è una ribellione contro Dio e un rifiuto di sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Se continuassi così, perderei la mia possibilità di salvezza. In futuro, sono decisa ad accantonare le mie visioni errate, a sottomettermi e a compiere bene il mio dovere.

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