La mia scarsa conoscenza dell’indole da anticristo
Sono stata eletta leader della chiesa nel 2021. Per un po’ di tempo ho avuto problemi con il nostro lavoro di irrigazione. Alcuni irrigatori non venivano regolarmente alle riunioni, e quando vi partecipavano condividevano a malapena. Non sapevo come affrontare il problema, così ho parlato di questa difficoltà a sorella Lucy, una leader. Un giorno lei ha aggiunto un predicatore, fratello Matthew, al nostro gruppo di riunione. Sapevo che lui comprendeva la verità meglio di me, e mi aveva aiutato in passato nel mio lavoro. Ma non ero molto contenta di vederlo entrare nel nostro gruppo, e il mio primo pensiero è stato chiedermi se fosse venuto a supervisionare il mio lavoro. Temevo che, se avesse rilevato dei problemi e mi avesse smascherata, avrei potuto perdere la faccia e gli altri non mi avrebbero stimata come leader, quindi non volevo che supervisionasse il mio lavoro. In seguito, sorella Lucy ha aggiunto fratello Matthew a diversi altri gruppi importanti della chiesa, e tutti i fratelli e le sorelle gli hanno inviato messaggi di benvenuto. Questo mi ha turbata ancora di più. Sentivo che probabilmente stava venendo a prendere il mio posto.
Quella sera, fratello Matthew ha partecipato a una riunione di nuovi credenti. Ascoltavano attentamente la sua comunione e interagivano con lui con entusiasmo, mentre sembravano indifferenti alla mia comunione. Ero davvero invidiosa di Matthew e desideravo smettere di parlare. Mi sembrava che, con lui lì, nessuno avesse più bisogno di me. Tutti erano così felici dopo aver ascoltato la comunione di Matthew e continuavano a lodare Dio. Alcuni hanno persino detto che in passato non si erano mai sentiti così illuminati nelle riunioni e che avevano guadagnato davvero molto dalla sua comunione. Sentirli dire quelle cose mi ha fatta infuriare e mi sembrava che non prestassero attenzione alla mia presenza, come se io non avessi condiviso con loro alcuna comunione. Mi sentivo umiliata e persino risentita nei confronti dei fratelli e delle sorelle, poiché mi sembrava che avessero dimenticato tutto ciò su cui avevo fatto comunione. Nel concludere la riunione, Matthew ci ha riepilogato alcune cose. Non volevo parlare e non volevo proprio sentire tutti gli altri che lo lodavano. Volevo concludere l’incontro il più velocemente possibile e andarmene via. Proprio in quel momento, Matthew mi ha chiesto cosa pensassi della riunione. Non volevo partecipare alla discussione, quindi ho fatto solo un paio di commenti di circostanza. Poi Matthew ha parlato di alcune questioni che aveva rilevato. Ha detto che la mia comunione era piuttosto vaga e poco chiara, che gli altri non l’avevano capita e nessuno aveva reagito, e che quel tipo di riunione non era produttivo. Mi sono sentita molto sfiduciata a queste sue parole. Perché doveva portare alla luce i miei problemi? Doveva essere venuto apposta per prendermi di mira. Se aveva intenzione di rimuovermi, avrebbe dovuto dirlo direttamente! Ho sviluppato un pregiudizio nei suoi confronti.
In seguito, fratello Matthew ha suggerito di reperire per le riunioni passi delle parole di Dio pertinenti ai problemi dei nuovi credenti. Potevamo avere più flessibilità nella comunione, e usare alcuni esempi o condividere piccoli aneddoti per aiutarli a capire le parole di Dio. Una comunione di quel tipo mi pareva eccessivamente dettagliata e di base non ero d’accordo, ma a tutti gli altri sono piaciuti molto i suoi suggerimenti. La sera abbiamo condotto insieme un’altra riunione, e temevo che Matthew mi richiamasse di nuovo. Ho pensato che avrei potuto prendere nota dei problemi della sua comunione e farli notare sul finire della riunione. Ma, con mia grande sorpresa, ai nuovi credenti piaceva quel tipo di riunione, e gli esempi forniti nella comunione li aiutavano a comprendere meglio le parole di Dio. È stato un incontro produttivo. Non riuscivo a trovare difetti. Tuttavia, quando Matthew ha posto delle domande ai partecipanti, alcuni di loro non hanno risposto, creando un momento di imbarazzo. Ero davvero soddisfatta e sentivo di aver finalmente trovato un suo problema. Ho preso nota di questa sua lacuna per poter anch’io richiamare lui. Arrivato il momento della mia comunione, volevo fare del mio meglio per condividere i punti chiave di ciò che avevo capito, per superare fratello Matthew e far sì che gli altri mi guardassero con ammirazione. Invece, senza neanche rendermene conto, mi sono ritrovata a parlare di un altro argomento. Anche quello mi sembrava alquanto importante, qualcosa che i neofiti dovevano capire, così ho continuato. Dopo aver concluso la riunione, fratello Matthew ha smascherato ancora una volta i miei problemi, dicendo che nella mia comunione ero andata fuori tema, cosa che rendeva difficile agli altri comprendere l’argomento principale della riunione di quel giorno. Mi ha anche richiamata a riflettere seriamente sull’argomento della nostra riunione. Anche una sorella ha detto che la mia condivisione era troppo lunga e che non era riuscita a cogliere il punto principale. Sentire tutto questo mi ha gettata nell’infelicità e non ho potuto trattenere le lacrime. Mi sono chiesta perché continuasse a parlare dei miei errori. Cosa avrebbero pensato gli altri di me? Mi avrebbero ancora rispettata? Ero molto arrabbiata con fratello Matthew in quel momento e sentivo che mi stava rendendo le cose difficili di proposito, che volesse che tutti vedessero i miei difetti. Volevo che se ne andasse, che non partecipasse più alle nostre riunioni. Ma ero in qualche modo consapevole che non avrei dovuto vederla in quel modo. Ho pregato Dio: “Dio Onnipotente, so che in ciò che mi accade c’è una lezione da imparare, ma sono davvero arrabbiata con fratello Matthew. È così difficile per me accettare i suoi suggerimenti. Come posso capire questa situazione? Dio, Ti prego, aiutami a restare calma e guidami a conoscere me stessa, a non fare nulla che Ti offenda”.
Il giorno dopo, ho cercato delle parole di Dio per affrontare il mio problema. Ho letto due passi. “Ci sono alcuni che hanno sempre paura che gli altri siano migliori di loro e li superino, che gli altri siano stimati mentre loro vengono trascurati. Ciò li induce ad attaccare e a escludere gli altri. Questo non è un esempio di invidia verso le persone più capaci di loro? Un simile comportamento non è egoista e spregevole? Che razza di indole è questa? Un’indole malevola! Pensare solo ai propri interessi, soddisfare soltanto i propri desideri, non mostrare alcuna considerazione per gli altri né per gli interessi della casa di Dio: le persone che si comportano così hanno una cattiva indole e Dio non prova alcun amore per loro” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). “In qualunque questione che abbia a che fare con la reputazione o lo stato o che possa dar loro visibilità, ossia quando per esempio venite a sapere che la casa di Dio ha intenzione di coltivare vari tipi di talenti, il cuore di ognuno freme nell’aspettativa, e ciascuno di voi vuole sempre affermarsi ed essere riconosciuto. Tutti vogliono lottare per il prestigio e la reputazione e se ne vergognano, ma si sentono a disagio a non farlo. Costoro provano invidia e odio quando vedono qualcuno distinguersi, e ritengono che sia ingiusto e nutrono risentimento, pensando: ‘Perché non posso essere io a spiccare? Perché sono sempre gli altri a ottenere la gloria? Perché non tocca mai a me?’ Dopodiché, essi provano rancore; cercano di reprimerlo, ma non ci riescono. Pregano Dio e si sentono meglio per un po’, ma poi, quando si imbattono nuovamente in questo tipo di situazione, non riescono comunque a superarla. Questa non è una dimostrazione di immaturità di levatura? Quando le persone precipitano in simili stati, non sono forse cadute nella trappola di Satana? Queste sono le catene della natura corrotta di Satana che vincolano gli esseri umani. Se una persona si è sbarazzata di queste indoli corrotte, non è forse libera e affrancata? Riflettici: per evitare di precipitare in situazioni di lotta per la fama e il profitto, per liberarti da questi stati corrotti, dagli stress e dalle pastoie del prestigio e della reputazione, quali verità devi capire? Quali realtà della verità devi possedere per acquisire la libertà e l’emancipazione? In primo luogo, devi vedere che Satana usa il prestigio e la reputazione per corrompere le persone, per irretirle, per seviziarle, per umiliarle e farle sprofondare nel peccato; inoltre, è solo accettando la verità che le persone possono rinunciare e mettere da parte la reputazione e il prestigio. […] Devi imparare a lasciar andare e accantonare queste cose, a raccomandare altri, e a consentire loro di spiccare. Non lottare o affrettarti a trarre vantaggio non appena ti si presenta un’occasione per metterti in mostra o per ottenere la gloria. Devi essere in grado di lasciar andare queste cose, ma non devi ritardare il compimento del tuo dovere. Sii una persona che lavora in un tranquillo anonimato e non si mette in mostra davanti agli altri mentre assolvi lealmente al tuo dovere. Più rinunci al tuo prestigio e alla tua posizione, e più lasci andare i tuoi personali interessi, più diventerai sereno e più vi sarà luce nel tuo cuore, e più migliorerà il tuo stato. Più lotti e competi, più tenebroso sarà il tuo stato. Se non ci credi, prova e vedrai! Se vuoi cambiare questo tipo di stato corrotto e non essere dominato da queste cose, devi ricercare la verità, comprendere chiaramente l’essenza di queste cose e poi accantonarle, abbandonarle. Altrimenti, più lotti, più le tenebre ti circonderanno, e maggiore sarà l’invidia e l’odio che proverai, e il tuo desiderio di ottenere non potrà che crescere. Più forte è questo tuo desiderio, meno ci riuscirai, e poiché non puoi ottenere, il tuo odio aumenterà. All’aumentare del tuo odio, crescerà l’oscurità nel tuo animo. Più sarai tenebroso interiormente, peggio svolgerai il tuo dovere; peggio svolgerai il tuo dovere, meno utile diventerai per la casa di Dio. Questo è un circolo vizioso concatenato. Se non riesci mai ad assolvere bene al tuo dovere, allora verrai gradualmente estromesso” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Le parole di Dio descrivono bene i comportamenti invidiosi e gelosi. Le persone manifestano invidia, rifiuto e ostilità verso chiunque sia migliore di loro. È un’indole satanica. Io ero esattamente così: troppo invidiosa. Vedendo gli altri approvare sempre la comunione e i suggerimenti di fratello Matthew, volevo competere con lui. Questo mi gettava in cattivo stato, rendendomi infelice e precipitandomi nelle tenebre. Prima che arrivasse fratello Matthew, presiedevo sempre io le riunioni. Gli irrigatori si rivolgevano a me per i problemi che avevano e tutti mi ammiravano. Mi chiedevano spesso suggerimenti su cosa condividere negli incontri e nelle riunioni aspettavano con ansia la mia comunione che li aiutasse a risolvere i problemi. In seguito, invece, la mia comunione non risolveva i loro problemi, quindi non riuscivano a migliorare l’irrigazione dei nuovi credenti. Sono diventati negativi e nelle riunioni non volevano parlare. Dopo che è arrivato fratello Matthew e ha fornito loro una vera guida per l’irrigazione e mostrato loro un percorso di pratica, hanno ricevuto un aiuto concreto e ne hanno tratto beneficio. Tutti volevano ascoltare la sua comunione. Avrei dovuto esserne felice. Avrei potuto approfittarne per riflettere sui miei problemi e sulle mie mancanze. E invece non solo non ho riflettuto, ma ho continuato a lottare per la fama e il prestigio. Ero chiaramente molto carente e incapace di svolgere lavoro concreto, ma rifiutavo l’irrigazione e il sostegno di chiunque altro. Volevo essere l’unica leader nella chiesa, in modo che tutti mi stimassero e ascoltassero solo me. Ero concentrata solo sulla mia fama e sul mio prestigio, non tenendo in alcun conto il lavoro della chiesa. Quella situazione ha completamente smascherato la mia brama di prestigio e la mia corruzione. Ho detto una preghiera, chiedendo a Dio di illuminarmi per riflettere davvero su me stessa.
Con mia sorpresa, tre mesi dopo è accaduto qualcosa di simile. Durante una riunione di lavoro, fratello Matthew mi ha chiesto della situazione dei nuovi membri della chiesa. Mi sono un po’ arrabbiata. Pensavo che, come predicatore, avrebbe dovuto conoscere la situazione di ogni chiesa, quindi perché lo chiedeva a me? Inoltre, chiedendomi di parlare di fronte a così tante persone, non mi stava forse sminuendo intenzionalmente, affinché ammettessi le mie carenze nell’irrigazione? Ho dato una risposta rapida e impulsiva alla sua domanda, senza condividere alcun dettaglio, e mi sono assicurata di menzionare alcune difficoltà e di chiedergli come gestirle. Ma me ne sono pentita appena ho finito di parlare. Stavo intenzionalmente cercando di rendere le cose difficili a fratello Matthew, ed è una cosa vergognosa da fare. Mi sono chiesta perché non riuscissi a controllarmi quando lui smascherava le mie mancanze davanti agli altri, risentendomi invece con lui e volendo persino notare i problemi delle sue condivisioni per smascherarlo davanti a tutti, per vendicarmi. Sapevo che era uno stato pericoloso in cui trovarsi, ma non sapevo perché fossi così furiosa con fratello Matthew. Una sera, ho letto un saggio di testimonianza intitolato “Smascherata per ciò che sono veramente”. Citava alcune parole di Dio e mi ha aiutata a capire meglio la questione. Dio Onnipotente dice: “Qual è l’obiettivo principale di un anticristo quando attacca ed esclude un dissidente? Cerca di creare nella chiesa una situazione in cui non ci siano voci contrarie alla sua, in cui il suo potere, il suo stato di leader e le sue parole siano assoluti. Tutti devono dargli retta, e anche se hanno un’opinione diversa non devono esprimerla, ma lasciare che marcisca nei loro cuori. Chiunque osi dissentire apertamente da lui diventa nemico dell’anticristo, il quale escogiterà qualsiasi modo possibile per rendergli la vita difficile e non vedrà l’ora di farlo sparire. Questo è uno dei modi in cui gli anticristi attaccano ed escludono un dissidente al fine di sostenere il loro prestigio e difendere il loro potere. Pensano: ‘Va bene che tu abbia opinioni diverse, ma non puoi andare in giro a parlarne come ti pare, né tanto meno compromettere il mio potere e il mio prestigio. Se hai qualcosa da dire, puoi dirmelo in privato. Se lo dici davanti a tutti e mi fai perdere la faccia, stai chiedendo di essere snobbato, e io dovrò occuparmi di te’. Che tipo di indole è questa? Gli anticristi non permettono agli altri di parlare liberamente. Se gli altri hanno un’opinione, che sia sull’anticristo o su qualsiasi altra cosa, devono tenerla per sé; devono avere considerazione dell’immagine dell’anticristo. In caso contrario, l’anticristo li bollerà come nemici e li attaccherà ed escluderà. Che tipo di natura è questa? Quella di un anticristo. E perché lo fanno? Non consentono che nella chiesa vi siano voci alternative, non permettono che vi sia alcun dissidente, né ai prescelti di Dio di condividere apertamente sulla verità e identificare le persone. Ciò che temono di più è essere smascherati e identificati dagli altri; cercano continuamente di consolidare il loro potere e il prestigio di cui godono nel cuore della gente, e non vogliono mai che siano indeboliti. Non potrebbero mai tollerare che qualcosa minacci o colpisca il loro orgoglio, la loro reputazione o il loro prestigio e valore come leader. Questa non è forse una manifestazione della natura maligna degli anticristi? Non contenti del potere che già possiedono, lo consolidano e lo rafforzano, e ricercano il dominio eterno. Non solo vogliono controllare il comportamento degli altri, ma anche il loro cuore. Il modus operandi degli anticristi è totalmente finalizzato a proteggere il loro potere e prestigio, va interamente ascritto al loro desiderio di mantenere il potere” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 2”). Il mio stato era esattamente quello rivelato da Dio. Quando Matthew smascherava i miei difetti e le mie mancanze, volevo confutarlo e vendicarmi. È un comportamento da anticristo. Avevo già riconosciuto di amare il prestigio e di essere arrogante, ma non avevo autentica conoscenza di me stessa. Nel profondo del mio cuore, pensavo che essere leader della chiesa significasse che ero capace e dotata di levatura, e che, anche se c’erano dei difetti nel mio dovere, ero comunque in grado di svolgere il lavoro della chiesa e che non sarei stata destituita. Vedendo che fratello Matthew veniva aggiunto a un gruppo di riunione dopo l’altro, mi sentivo come se la mia posizione fosse minacciata, come se un rivale fosse apparso all’improvviso per sostituirmi. Lo odiavo e lo respingevo. Non mi preoccupavo minimamente di ciò di cui avevano bisogno i fratelli e le sorelle e non consideravo il lavoro della chiesa. Mi limitavo a lottare surrettiziamente con fratello Matthew per mantenere la mia posizione. Era un’indole malvagia. Lui mi ha fatto notare i miei problemi e io, incapace di accettarlo, mi sono messa contro di lui. Volevo persino vendicarmi di lui e metterlo in cattiva luce. Quando ha di nuovo segnalato i miei errori, mi sono sentita umiliata e mi sono infuriata con lui, volendo addirittura sbarazzarmi di lui, quando in realtà stava mettendo in pratica la verità. C’erano davvero delle sviste nel mio lavoro e molti principi che non afferravo. Per questo mi stava insegnando un modo migliore di lavorare. Ma io, invece di accoglierlo, cercavo di trovare i suoi problemi per poterlo criticare davanti a tutti. Non ho condiviso nessun dettaglio con lui quando mi ha chiesto del mio lavoro, ponendo invece domande volte a metterlo in cattiva luce. Prima pensavo di essere solo invidiosa di lui. Ma, grazie alla rivelazione delle parole di Dio, ho capito che stavo manifestando un’indole da anticristo. Volevo attaccarlo e vendicarmi per proteggere la mia fama e il mio prestigio. Probabilmente avrei fatto anche di peggio se ne avessi avuto la possibilità. Rendermi conto della mia indole da anticristo mi ha sconvolta e spaventata. Sapevo che, se avessi continuato così, Dio mi avrebbe sicuramente scacciata, poiché Dio non salva gli anticristi. Pentita, ho pregato Dio: “Dio Onnipotente, non ho svolto bene il lavoro di leader. Ho lottato con tutta me stessa per la fama e il prestigio e sono stata persino capace di atti malvagi, come attaccare e vendicarmi. Con il mio comportamento ho assunto il ruolo di Satana. Dio, desidero pentirmi”.
In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a vedere un po’ meglio la mia indole corrotta. “Il debole che gli anticristi hanno per lo status e il prestigio supera quello delle persone comuni ed è qualcosa all’interno della loro indole ed essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che un anticristo fa, la sua prima considerazione sono lo status e il prestigio, nient’altro. Per lui, lo status e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fa, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio status? E del mio prestigio? Fare questa cosa mi darà prestigio? Eleverà il mio status nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensa, il che dimostra ampiamente che ha l’indole e l’essenza degli anticristi; altrimenti non prenderebbe in considerazione questi problemi. Si può dire che, per un anticristo, lo status e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno qualcosa di estraneo a cui potrebbe rinunciare. Fanno parte della natura degli anticristi, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso dello status e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? Lo status e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che si sforzano di ottenere ogni giorno. E così, per gli anticristi, lo status e il prestigio sono la vita. A prescindere dal modo e dall’ambiente in cui vivono, dal lavoro che fanno, da cosa si sforzino di ottenere, da quali siano i loro fini o la direzione della loro vita, tutto ruota attorno all’avere una buona reputazione e una posizione elevata. E questo obiettivo non cambia; non riescono mai a mettere da parte tali cose. È questo il vero volto degli anticristi, è questa la loro essenza” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). Questo passo delle parole di Dio rivelava ciò che avevo sempre perseguito, la mia natura e la mia essenza. Ciò che mi interessava di più erano la mia fama e il mio prestigio. Nelle mie interazioni con gli altri e in tutto ciò che facevo, pensavo sempre a fare buona impressione, a ottenere il rispetto degli altri. Questo mi hanno insegnato fin da piccola, e ho sempre cercato di essere la migliore. Alle superiori, ero costantemente in competizione con gli altri nel tentativo di essere la più brava, la studentessa più eccezionale della mia classe, in modo che gli altri mi ammirassero e stimassero. Entrata nella chiesa, sono rimasta completamente concentrata sulla mia reputazione e sul mio prestigio, sempre a desiderare che gli altri mi ammirassero. Pensavo che la chiesa mi avesse assegnato un dovere perché avevo capacità speciali e perchè sapevo fare le cose bene e velocemente. Quando poi sono stata nominata leader, sono diventata ancora più arrogante e presuntuosa. Volevo sempre mostrare le mie capacità attraverso la comunione, e non mi concentravo sull’apprendimento e sulla correzione dei miei difetti nel mio dovere. Quando fratello Matthew ha evidenziato le mie mancanze, sentivo di aver perso la faccia e l’ammirazione dei fratelli. Non ero capace di accettarlo, così volevo attaccarlo e vendicarmi. Nutrendomi delle parole di Dio, ho capito che aevo agito solo per proteggere la mia fama e il mio prestigio, cosa che Dio trova disgustosa. Ho chiesto a Dio di salvarmi da quell’indole corrotta.
In seguito, i fratelli e le sorelle mi hanno inviato alcune parole di Dio. “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più sono irragionevoli; e più sono irragionevoli, più sono inclini a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio, e non hanno in cuore alcun timore di Lui. Anche se potrebbe sembrare che le persone credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stesse. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Che nessuno si consideri perfetto, o insigne e nobile, o diverso dagli altri; tutto ciò è provocato dall’indole arrogante e dall’ignoranza dell’uomo. Credersi sempre speciali: ciò è causato da un’indole arrogante. Non essere mai in grado di accettare i propri difetti e di affrontare i propri errori e fallimenti: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di essere più nobili o migliori: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di essere superiori o più forti: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di avere pensieri, suggerimenti e idee migliori e, quando li hanno, diventare negativi, evitare di parlare, sentirsi angosciati e abbattuti, e arrabbiarsi: tutto ciò è causato da un’indole arrogante. Quest’ultima può spingerti a proteggere la tua reputazione, rendendoti incapace di accettare la guida degli altri, di affrontare i tuoi difetti e di rassegnarti ai tuoi fallimenti ed errori. Per di più, quando qualcuno è migliore di te, ciò può suscitare odio e invidia nel tuo cuore, ed è possibile che tu ti senta frenato, al punto di non aver voglia di compiere il tuo dovere e di diventare negligente nel suo svolgimento. Un’indole arrogante può causare in te la comparsa di questi comportamenti e pratiche. Se riuscite, a poco a poco, a scavare più a fondo in tutti questi dettagli, a fare progressi in essi e ad acquisirne la comprensione; e se poi siete in grado di abbandonare gradualmente questi pensieri, queste nozioni e idee errate e persino questi comportamenti, e non vi lasciate frenare da loro; e se, durante il compimento del vostro dovere, riuscite a trovare il posto giusto per voi, ad agire secondo i principi e a portare a termine il dovere che potete e dovreste compiere, allora, nel tempo, sarete capaci di svolgere meglio i vostri doveri. Questo è l’ingresso nella realtà della verità. Se riesci a entrare nella realtà della verità, gli altri avranno l’impressione che tu abbia una sembianza umana e le persone diranno: ‘Costui si comporta secondo il suo ruolo e compie il suo dovere con i piedi per terra. Non fa affidamento sulla spontaneità, sull’impulsività o sulla propria indole satanica corrotta per compiere il suo dovere. Agisce con moderazione, ha un cuore che riverisce Dio, ama la verità, e il suo comportamento e le sue espressioni rivelano che ha abbandonato la propria carne e le proprie preferenze’. Quanto è meraviglioso comportarsi così! Nelle occasioni in cui gli altri accennano ai tuoi difetti, non solo sei in grado di accettarli, ma sei ottimista, affrontando le tue pecche e mancanze con compostezza. Il tuo stato d’animo è assolutamente normale, privo di estremi e di irruenza. Non è questo che significa avere una sembianza umana? Solo le persone di questo tipo possiedono il buonsenso” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Le parole di Dio mettono in luce la radice del problema. Gran parte della nostra corruzione deriva da una natura arrogante. La mia indole arrogante era la ragione per cui ero invidiosa e ostile nei confronti di fratello Matthew e non accettavo i suoi suggerimenti. Vivevo nell’arroganza e non riuscivo a vedere i miei errori. Nonostante i suoi suggerimenti fossero utili per me, non li accettavo. Rifiutavo il suo aiuto e la sua guida, nel tentativo di proteggere la mia fama e il mio prestigio. Non ho affatto considerato ciò che avrei dovuto fare per svolgere bene il mio dovere. Era chiaro che c’erano delle difficoltà nel lavoro e che non stavo svolgendo bene il mio, eppure ero arrogante e ostile. Non avevo davvero alcuna consapevolezza di me stessa. Fratello Matthew mi ha fatto notare una serie di problemi pratici che erano tutti difetti del mio dovere, ma non l’ho accettato e non ho riflettuto su me stessa, tentando anzi di mettere lui in cattiva luce. In realtà, invece, la sua comunione era davvero concreta e utile ai nuovi credenti per comprendere la verità, più utile e vantaggiosa per loro delle riunioni che avevo presieduto io in precedenza. Di fronte ai fatti, non ero in grado di riconoscere che fratello Matthew fosse più abile di me, provando anzi risentimento e invidia. Ero davvero arrogante, presuntuosa e irragionevole. Avevo un’eccessiva opinione di me. Volevo sempre essere la migliore di tutti e venire adulata dagli altri. Questa è l’indole dell’arcangelo e si oppone a Dio. Ho detto una preghiera nel mio cuore, pronta a perseguire la verità, a cambiare la mia indole corrotta e ad essere una persona ragionevole.
In seguito, nei miei devozionali, ho letto queste parole di Dio: “Ecco l’atmosfera che deve regnare nell’ambito della chiesa: tutti si concentrano sulla verità e si sforzano di conseguirla. Non importa quanto si sia vecchi o giovani, o se si sia credenti di lunga data o meno. Non importa nemmeno che si possieda levatura alta o scarsa. Queste cose non contano. Davanti alla verità, tutti sono uguali. Bisogna guardare chi parla in modo corretto e conforme alla verità, chi pensa agli interessi della casa di Dio, chi si assume il fardello più pesante nel lavoro della casa di Dio, chi comprende meglio la verità, chi condivide senso di giustizia e chi è disposto a pagare un prezzo. Tali persone devono essere sostenute e lodate da fratelli e sorelle. Nella chiesa deve regnare questa atmosfera di rettitudine che deriva dalla ricerca della verità; in tal modo, si possiederà l’opera dello Spirito Santo e Dio impartirà benedizioni e offrirà la Sua guida. Se l’atmosfera che regna nella chiesa è quella di raccontare storie, litigare, serbare rancori, essere gelosi l’uno dell’altro e bisticciare, lo Spirito Santo certamente non sarà all’opera. Lottare l’uno contro l’altro, combattere in segreto, ingannare, imbrogliare, complottare l’uno contro l’altro: questa è un’atmosfera di malvagità! Se nella chiesa regna una simile atmosfera, lo Spirito Santo sicuramente non compirà la Sua opera” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo chi svolge il proprio dovere con tutto il cuore, la mente e l’anima è una persona che ama Dio”). “Chiunque oggi non riesca ad accettare lo scrutinio di Dio non può riceverNe l’approvazione, e chiunque non conosca Dio incarnato non può essere perfezionato. Guarda tutto ciò che fai e vedi se può essere portato al cospetto di Dio. Se non puoi portare tutto ciò che fai al cospetto di Dio, significa che sei un malfattore. I malfattori possono essere perfezionati? Tutte le cose che fai dovrebbero essere portate al cospetto di Dio: ogni azione, intenzione e reazione. Persino la vita spirituale quotidiana (le preghiere, la tua vicinanza a Dio, il nutrirti delle parole di Dio, la condivisione con i fratelli e sorelle, il vivere la vita della chiesa) e il tuo servizio nella collaborazione possono essere portati al cospetto di Dio per essere sottoposti al Suo scrutinio. È questo tipo di pratica che ti aiuterà a maturare nella vita” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio perfeziona coloro che sono in sintonia con il Suo cuore”). Le parole di Dio mi hanno fornito sia conforto che un percorso di pratica. Dio ci chiede di non essere invidiosi né competitivi nella chiesa, e di concentrarci sulla ricerca della verità. Dovremmo ascoltare chiunque parli in conformità alla verità. Fratello Matthew metteva in luce le mie mancanze per aiutarmi a svolgere bene il lavoro di irrigazione dei nuovi credenti. Non proteggeva le relazioni interpersonali. Faceva comunione quando notava un problema, guidando le persone a conoscere se stesse. Quando manifestava corruzione, ne parlava apertamente, senza cercare di farsi ammirare. Era in grado di perseguire la verità e di sostenere il lavoro della chiesa, e io dovevo imparare da lui per compensare i miei difetti, e non essere invidiosa e ostile o persino cercare di trovare difetti in lui per vendicarmi. Ho inoltre visto che ricevere indicazioni ed essere richiamata è la protezione e la salvezza di Dio per me, e mi aiuta a conoscere la mia corruzione e a correggere i miei errori. Dio ci osserva, nella speranza che agiamo in linea con i principi. Mi sentivo pronta ad accettare l’esame di Dio, a esaminare la mia corruzione e a cambiare rapidamente, e ad agire secondo i principi.
Non sono più invidiosa di fratello Matthew. Sono in grado di accettare la sua comunione e i suoi consigli. Nelle riunioni, quando pongo agli altri delle domande, organizzo quello che voglio dire in modo che sia più chiaro per i fratelli e le sorelle. Quando restano in silenzio e non condividono attivamente, mi concentro di più sul comunicare interattivamente con loro. Per rendere le riunioni più produttive, comunico di più con gli altri in anticipo per scoprire quali sono i loro problemi pratici, così da affrontarli attraverso la comunione sulle parole di Dio. In generale, cerco anche di leggere di più le parole di Dio e di munirmi della verità per essere più d’aiuto nel risolvere le loro difficoltà. Questo mio piccolo cambiamento è la salvezza che Dio mi dona. Sia lodato Dio Onnipotente!
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