Che cosa ho appreso dall’irrigare i nuovi credenti
Nel gennaio di quest’anno, irrigavo i nuovi arrivati nella chiesa. Sorella Liu e suo marito erano due dei neofiti di cui ero responsabile. Il supervisore mi ha detto che il marito di sorella Liu aveva appena iniziato a indagare sull’opera di Dio degli ultimi giorni, aveva partecipato solo a poche riunioni e aveva bisogno di maggiore sostegno e irrigazione.
Entrambe le volte che sono andata a casa di sorella Liu, sono scoppiati dei litigi tra lei e il marito. Ho approfondito, e ho scoperto che sorella Liu biasimava il marito perché seguiva le tendenze mondane e non era un credente devoto. Mi è venuto in mente che le sue richieste eccessive e il fatto che si scagliasse contro il marito quando lui aveva appena iniziato a indagare sulla vera via avrebbero potuto ostacolarlo. Una volta, ho condiviso con lei che dobbiamo approcciarci alle persone con tolleranza e pazienza. Con mia sorpresa, lei si è offesa e ha dichiarato di essere già molto paziente. Ha persino detto: “Se mio marito non vuole credere, faccia pure. Almeno così non influirà sul mio stato”. Ero molto preoccupata che il marito potesse abbandonare la chiesa se l’avesse sentita parlare così. Nel mio cuore, mi lamentavo: “Questa sorella è davvero arrogante. Si preoccupa solo di sfogarsi e non le interessa nulla di come si sentono gli altri. Devo rivolgerle una comunione meticolosa e farle capire quanto sia grave la situazione”. Ma, quando mi sono espressa, sorella Liu ha ribattuto: “Non voglio arrabbiarmi. Ma lui trascorre tutto il giorno in uscite sociali o giocando a mahjong, e non legge la parola di Dio. Per quante volte lo richiami, lui non mi ascolta”. Questo mi ha fatta leggermente arrabbiare. Ho pensato: “Stai chiaramente manifestando segni di corruzione, ma critichi solo tuo marito. Non conosci affatto te stessa!” Così, le ho letto una sezione della rivelazione di Dio sull’indole arrogante delle persone e ho interpretato la sua rabbia come conseguenza di un’eccessiva brama di prestigio. Arrabbiarsi e perdere le staffe per far cedere il marito quando non faceva come lei diceva era un’indole corrotta e bisognava correggerla. In quel momento, lei ha ammesso a malincuore di essere troppo arrogante, ma poi ha continuato a comportarsi così, senza il minimo cambiamento. In seguito, ho condiviso con lei altre volte e l’ho esortata a trattare suo marito in modo equo, a non mettere sempre in evidenza i suoi difetti e a conoscere se stessa. Ma lei continuava ad accampare scuse. Non sapevo cosa fare. Inizialmente, volevo far partecipare il marito ad ulteriori riunioni per aiutarlo a radicarsi sulla vera via, ma tutte quelle riunioni sono state inaspettatamente annullate.
Al contrario, ho continuato a lamentarmi e a giudicare sorella Liu: “È davvero arrogante e continua ad attaccare suo marito. Possiede forse scarsa umanità? Ho condiviso con lei molte volte, ma non pratica la verità e non aiuta a promuovere le riunioni. Non ho davvero più voglia di irrigarla”. Una volta, ho discusso di questo problema con la sorella mia collaboratrice e ho sfogato tutte le mie lamentele. Lei mi ha consigliato il video di una testimonianza esperienziale. Un passo della parola di Dio citato nel video mi ha molto colpita. La parola di Dio dice: “Bisogna essere attenti e prudenti e affidarsi all’amore nel trattare le persone che stanno indagando sulla vera via. Questo perché tutti coloro che indagano sulla vera via sono non credenti; anche i religiosi che indagano sulla vera via sono più o meno dei non credenti. Inoltre, sono tutti fragili: se una cosa non si conforma alle loro nozioni sono inclini a contraddirla e, se una frase non è conforme alla loro volontà, sono inclini a contestarla. Perciò, diffondere il Vangelo a loro richiede da parte nostra tolleranza. Richiede da parte nostra un amore estremo e determinati metodi e approcci. Ciò che è fondamentale, però, è leggere loro le parole di Dio, trasmettere loro tutte le verità che Dio esprime per salvare l’uomo e far loro sentire la voce di Dio e le parole del Creatore. In questo modo otterranno dei benefici” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Dio ci chiede di trattare tutti i potenziali destinatari del Vangelo con cura amorevole, di aiutarli e assisterli con pazienza e amore profondi, condividendo con loro la verità e portandoli al cospetto di Dio. Questi sono i doveri e le responsabilità di chi condivide il Vangelo. Potevo percepire la cura amorevole di Dio per la vita umana in ogni Sua parola e frase. Ecco perché ci rivolgeva quelle richieste. Riflettendo sull’amore e sulla comprensione di Dio verso l’umanità, ho provato vergogna. Ho ripensato a come avevo trattato sorella Liu. Ho condiviso con lei diverse volte perché si scagliava contro suo marito, ma lei non è migliorata; così, mi sono arrabbiata, ho trovato dei passi della parola di Dio per criticarla in base alla mia volontà, ho analizzato i suoi problemi, ho sfogato la mia frustrazione su di lei e non ho minimamente considerato i suoi sentimenti o la sua statura. L’ho persino definita di scarsa umanità davanti alla mia collaboratrice. Dov’era la mia amorevolezza? Sorella Liu aveva accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni da soli sei mesi e non aveva ancora capito molto della verità, quindi non era normale che manifestasse corruzione di fronte ai problemi? Non solo non l’avevo guidata con amore per aiutarla a praticare la verità: in realtà, l’avevo disprezzata. Ero davvero priva di umanità. Riflettendo su tutto questo, ho capito che il motivo per cui non avevo ottenuto alcun risultato dopo la mia comunione con sorella Liu era che non avevo condiviso con lei con amore né usato la verità per risolvere i suoi problemi. Anzi, l’avevo disprezzata e delimitata con arroganza e rimproverata in preda alla rabbia. Come potevo pensare di aiutarla a capire la verità e a migliorare il suo stato comportandomi così? Ho pregato davanti a Dio, pronta a correggere le mie intenzioni e a smettere di trattare sorella Liu secondo la mia indole corrotta.
Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio. “Devi avere una comprensione delle molteplici condizioni in cui le persone si troveranno quando lo Spirito Santo svolge l’opera su di loro. In particolare, coloro che si coordinano nel servizio a Dio devono avere un intendimento ancora più forte di tali condizioni. Se ti limiti a parlare di tante esperienze o dei molti modi di ottenere l’accesso, questo dimostra che la tua esperienza è troppo unilaterale. Senza conoscere la tua vera condizione e afferrare la verità principio, non è possibile realizzare un cambiamento di indole. Senza conoscere i principi dell’opera dello Spirito Santo o comprenderne il risultato, sarà per te difficile discernere l’opera degli spiriti maligni. Devi smascherare l’opera degli spiriti maligni così come le nozioni degli uomini, e andare dritto al cuore del problema; devi anche mettere in risalto le numerose deviazioni nella pratica delle persone e le difficoltà che potrebbero avere nella loro fede in Dio, in modo che possano prenderne coscienza. Come minimo, non devi farle sentire negative o passive. Anzi, devi comprendere le difficoltà che oggettivamente esistono per la maggior parte delle persone, non devi essere irragionevole o ‘cercare di insegnare a cantare a un maiale’; sarebbe un comportamento insensato. Per venire a capo delle tante difficoltà che le persone incontrano, devi prima comprendere le dinamiche dell’opera dello Spirito Santo; devi capire come lo Spirito Santo svolge l’opera su persone diverse, devi avere una comprensione delle difficoltà che le persone affrontano e dei loro limiti; devi individuare le questioni essenziali del problema e raggiungerne la fonte, senza deviazioni o errori. Solo una persona di questo tipo è qualificata al coordinamento nel servizio a Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le doti che un bravo pastore dovrebbe possedere”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito: che si tratti di condividere il Vangelo o di irrigare i nuovi arrivati, dobbiamo sempre essere consapevoli dei problemi e delle condizioni reali delle persone, e condividere le verità pertinenti per risolvere davvero i loro problemi. Se non si comprendono le loro difficoltà e ci si limita a condividere in base alle proprie convinzioni, non solo non si riesce a risolvere i loro problemi, ma si rischia di offenderli o ferirli. A volte, quando i nuovi arrivati mostrano segni di corruzione e negatività e una ripetuta comunione non li aiuta a migliorare, dovremmo prima considerare se abbiamo condiviso la verità in modo lucido riguardo ai loro problemi. Se i loro problemi non sono ancora stati risolti perché non abbiamo condiviso la verità in modo lucido, allora non abbiamo adempiuto ai nostri doveri e responsabilità. Non potevo fare a meno di pensare a come avevo trattato sorella Liu. Le volte in cui l’ho vista arrabbiarsi con suo marito, ho dato per scontato che fosse arrogante e che le piacesse dargli ordini, così l’ho criticata ripetutamente e l’ho costretta a riconoscere la sua indole corrotta, ma alla fine i suoi problemi sono rimasti irrisolti. Solo dopo aver acquietato i miei pensieri e aver meditato su questo problema, ho capito che sorella Liu continuava a perdere le staffe solamente perché sperava che suo marito potesse rapidamente radicarsi sulla vera via, iniziare a frequentare con costanza le riunioni e godere della protezione di Dio di fronte ai problemi. Così, quando lo vedeva impegnato in uscite mondane o a giocare a mahjong, e non a leggere le parole di Dio, perdeva la calma. Non ho condiviso con lei in merito a tale questione, per questo la mia comunione non ha prodotto risultati. In realtà, il problema principale ero io. Non ho identificato il problema di una neofita per condividere con lei, l’ho addirittura giudicata di scarsa umanità e ostile ad accettare la verità, e non volevo nemmeno irrigarla. In realtà, non conoscevo me stessa e non avevo il minimo amore per gli altri. Rendermene conto mi ha fatto provare vergogna e senso di colpa. Dovevo correggere il mio atteggiamento verso sorella Liu, condividere secondo la sua situazione reale e usare la verità per risolvere i suoi problemi.
Un giorno, tempo dopo, dovevamo di nuovo incontrarci. Quando sono arrivata, sorella Liu ha iniziato a lamentarsi: suo marito aveva detto chiaramente che avrebbe partecipato alla riunione, ma non era ancora tornato a casa. Lo ha inoltre delimitato come disinteressato alla ricerca e voleva abbandonarlo. Allora ho fatto comunione con lei alla luce della sua situazione, dicendole: “Nel chiedere a tuo marito di riunirsi e di leggere le parole di Dio, avevi buone intenzioni, ma non possiamo avere aspettative troppo alte nei suoi confronti. Se quando non ti dà retta tu perdi le staffe, è improbabile che ti ascolti. Le persone sono state profondamente corrotta da Satana e non amano la verità, quindi serve loro tempo per ricercare la verità ed entrare nella vita. Occorrono molta comunione, esperienza e persino battute d’arresto per acquisire quel minimo di chiarezza o di comprensione. Quindi, dobbiamo assistere le persone con amore e dare loro il tempo di cambiare. Abbiamo visto che Dio chiede alle persone di trasformare la loro indole, ma non le obbliga mai e non Si pone aspettative irrealistiche. Ci vede vivere secondo la nostra indole corrotta e senza conformarci alle Sue parole, ma non scatena la Sua ira e non ci abbandona, anzi, ci illumina e ci guida con le Sue parole, ci permette di sperimentare le cose a poco a poco e di arrivare gradualmente a comprendere la verità e a cambiare. Possiamo percepire il Suo approccio gentile. Quindi, se vogliamo che i nostri familiari partecipino alle riunioni e leggano di più le parole di Dio perché gettino le fondamenta il prima possibile, l’intenzione è giusta, ma dobbiamo essere comprensivi nei confronti delle loro difficoltà e guidarli e sostenerli con pazienza. Solo così sarà più probabile che ascoltino”. Quando ho finito, sorella Liu ha fatto un lungo sospiro e ha risposto: “Cerco sempre di convincere mio marito a riunirsi di più e a leggere di più le parole di Dio, pensando che sia la cosa migliore per lui, nel tentativo di farmi dare retta. Quando non fa quello che gli dico, mi arrabbio con lui. Trattandolo in questo modo, rischio di danneggiarlo. Ho sbagliato. In futuro, praticherò secondo le parole di Dio e smetterò di trattarlo secondo la mia indole corrotta”. Faceva stare bene anche me vedere che sorella Liu aveva acquisito comprensione e che sorrideva in volto. Poi, abbiamo letto insieme un passo della parola di Dio. “Le parole di Dio mostrano o suggeriscono chiaramente come devi trattare gli altri; l’atteggiamento con cui Egli tratta l’umanità è quello che gli uomini dovrebbero adottare l’uno verso l’altro. Dio come tratta ogni singola persona? Alcune sono di statura acerba o sono giovani; o credono in Dio solo da poco tempo; oppure non sono cattive per natura e nell’essenza, né maligne, ma solo un po’ ignoranti o mancano di levatura. Oppure sono soggette a troppe costrizioni e devono ancora comprendere la verità, ancora entrare nella vita, perciò è difficile per loro astenersi dal fare cose stupide o dal commettere atti di ignoranza. Ma Dio non Si fissa sulla stupidità passeggera delle persone; Egli guarda solo ai loro cuori. Se sono determinate a perseguire la verità, allora sono corrette, e se questo è il loro obiettivo, allora Dio le sta osservando, le aspetta e concede loro tempo e opportunità che consentono loro l’ingresso. Dio non le fulminerà per una singola trasgressione. Alle persone succede spesso di compierne, ma Dio non le tratta mai così. Se Dio non tratta le persone in quel modo, allora perché le persone trattano gli altri così? Ciò non dimostra forse la loro indole corrotta? Questa è esattamente la loro indole corrotta. Devi guardare come Dio tratta gli ignoranti e gli stolti, coloro che hanno una statura acerba, le normali manifestazioni dell’indole corrotta dell’umanità e coloro che sono malevoli. Dio tratta le diverse persone in modi differenti e ha anche vari modi di gestire le loro innumerevoli condizioni. Devi comprendere queste verità. Una volta capite queste verità, allora saprai come sperimentare le questioni e come trattare le persone secondo principio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose vicine”). Quando abbiamo finito di leggere, sorella Liu ha detto che era un bel passo e mi ha chiesto di fornirle altra comunione. Ho condiviso con lei: “Quando ci relazioniamo con qualcuno e notiamo che ha delle carenze o dei problemi, possiamo parlargliene in modo amorevole ed equilibrato, senza pretendere troppo da lui. Dobbiamo dargli un po’ di tempo perché accetti la verità e aspettare che migliori lentamente. Dio sa che siamo stati profondamente corrotti da Satana, e si incontrano molti ostacoli e difficoltà nell’accettare e praticare la verità. A volte, anche se comprendiamo la verità, non siamo in grado di metterla subito in pratica. Dio deve condividere con noi più e più volte. A volte teme che non riusciremo a capire, così ci fornisce pazientemente degli esempi e usa metodi di ogni tipo per guidarci a comprendere. A volte ci guida attraverso le Sue parole, altre volte attraverso le indicazioni dei nostri fratelli e sorelle. Altre ancora, invece, siamo troppo insensibili e ribelli e nessuna comunione produce risultati, così Dio predispone delle situazioni concrete per castigarci, disciplinarci, potarci e trattarci, per scuotere i nostri cuori. Dio opera in modo molto gentile e amorevole, non ricorre mai a imposizioni. Anche quando a volte ci castiga, ci disciplina, ci giudica e ci mette a nudo, possiamo comunque sentire il Suo amore e la Sua misericordia. Attraverso le nostre esperienze, vediamo che Dio tratta le persone attenendoSi a dei principi, e non ci abbandona mai in modo avventato solo perché non miglioriamo dopo aver ascoltato molta verità. Dio ha amore e pazienza infiniti per l’umanità e un desiderio estremamente sincero di salvarla”.
Dopo la comunione con sorella Liu, ho pensato improvvisamente: “Quanto di ciò che è richiesto da Dio ho messo in pratica io stessa? Ho solo condiviso con sorella Liu su come trattare correttamente suo marito, ma io non ho trattato bene lei! Quando l’ho vista arrabbiarsi con suo marito e non migliorare dopo che ho condiviso con lei più volte, dentro di me l’ho giudicata arrogante, priva di umanità, un cane che abbaia e non morde, e così via”. Ripensando a ciò che avevo manifestato, mi sono vergognata. Sorella Liu era una nuova arrivata e non aveva molta esperienza, ma io l’ho costretta a riconoscere la sua natura arrogante e ho preteso che cambiasse. Quando non ho visto in lei una trasformazione, l’ho semplicemente delimitata come una persona che non cercava e non accettava la verità, e l’ho anche giudicata di scarsa umanità. Chiaramente, non avevo capito lo stato di sorella Liu e non avevo condiviso con lei al riguardo, ma l’ho comunque costretta ad accettarlo, sottomettersi e cambiare. Sono stata davvero arrogante e irragionevole. Allora, mi sono resa conto di aver manifestato la mia indole corrotta: lo stato di sorella Liu era solo uno specchio che mi permetteva di vedere la mia corruzione. Credeva in Dio da soli sei mesi, quindi era normale che non fosse in grado di riflettere e di conoscere se stessa. Io avevo fede da anni e condividevo spesso la verità con gli altri per risolvere i problemi, ma quanta verità avevo effettivamente praticato? Non stavo forse riempiendomi la bocca senza praticare, proprio come i farisei che parlavano solo di dottrine? A quel punto, mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio. “Ci sono persone che si muniscono delle verità solo per lavorare e predicare e per provvedere agli altri, non per risolvere i propri problemi, tanto meno per metterle in pratica. La loro condivisione può anche essere di pura comprensione e in linea con la verità, ma non valutano sé stesse in base alla verità, né la praticano o la sperimentano. Qual è il problema? Hanno veramente accettato la verità come vita? No, non l’hanno fatto. La dottrina che si predica, per quanto pura possa essere, non significa che si possieda la realtà della verità. Per essere dotati della verità, bisogna prima esservi entrati personalmente, e metterla in pratica quando la si comprende. Se non ci si concentra sul proprio ingresso e si tende invece a mettersi in mostra predicando la verità agli altri, si ha un’intenzione sbagliata. Ci sono molti falsi leader che lavorano in questo modo, condividendo continuamente con gli altri sulle verità che comprendono, provvedendo ai nuovi credenti, insegnando alle persone a praticare la verità, a svolgere bene i loro doveri, a non essere negative. Sono tutte parole buone e positive, finanche amorevoli, ma perché chi le pronuncia non mette in pratica la verità? Perché non ha ingresso nella vita? Qual è il vero punto della situazione? Una persona di questo tipo ama realmente la verità? È difficile dirlo. Era così che i farisei di Israele spiegavano la Bibbia agli altri, eppure loro stessi non erano in grado di osservare i comandamenti di Dio. Quando il Signore Gesù apparve e operò, essi udirono la voce di Dio ma si opposero al Signore. Crocifissero il Signore Gesù e Dio li maledisse. Pertanto, tutte le persone che non accettano o non praticano la verità saranno condannate da Dio. Come sono sventurate! Se la dottrina delle parole e delle lettere che predicano può aiutare gli altri, perché non può aiutare loro? Faremmo bene a definire una persona del genere un ipocrita privo di realtà. Costui fornisce agli altri le parole e le lettere della verità, fa in modo che gli altri la pratichino, ma personalmente non la mette affatto in pratica. Una persona del genere non è forse spudorata? Non possiede la realtà della verità, eppure, nel predicare le parole e le lettere della dottrina agli altri, finge di averla. Non si tratta forse di un inganno e di un danno deliberato? Se una persona del genere venisse smascherata e cacciata, la colpa sarebbe soltanto sua. Sarebbe indegna di essere compatita” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio erano una descrizione esatta del mio stato. Ripensando al periodo in cui irrigavo sorella Liu, avevo vissuto secondo un’indole corrotta e non l’avevo trattata equamente. Vedevo solo che sorella Liu manifestava la sua indole arrogante e non accettava la verità, ma non ho affatto riflettuto sulla corruzione che io stessa rivelavo. Non ho riconosciuto il mio volto spregevole, e ho criticato spudoratamente sorella Liu usando le parole di Dio, pretendendo che migliorasse. Era come se gli altri avessero bisogno di riflettere sulla loro corruzione mentre io non fossi corrotta e quindi non avessi bisogno di riflettere. Non conoscevo affatto me stessa ed ero davvero sfrontata! Usavo le parole di Dio per fare comunione con gli altri e risolvere i loro problemi, ma non riflettevo e non acquisivo alcun ingresso. Ero forse diversa dai farisei falsamente pii? Come potevo aspettarmi di poter aiutare le persone quando svolgevo il mio dovere in quel modo?
Poi, quando suo marito è rincasato, sorella Liu gli ha detto: “La sorella mi ha appena letto alcuni passi della parola di Dio e ho capito di aver sbagliato. Ti ho soffocato con la mia indole arrogante. In futuro, praticherò in linea con le parole di Dio e smetterò di trattarti secondo un’indole corrotta”. Vedendola capace di mettere in pratica le parole di Dio, mi sono vergognata ancora di più. In passato, l’avevo delimitata come una persona che non accettava la verità, ma ora la realtà della situazione era come uno schiaffo in faccia per me. Tornando a casa, ho ripensato a come avevo delimitato e giudicato sorella Liu e mi sono sentita in colpa. Ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e obbedire a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino della ricerca della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con la volontà di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti guidato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e il tuo orgoglio ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; priverebbero il tuo cuore del posto per Dio, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa! Per risolvere il problema di compiere il male, le persone devono prima risolvere il problema della loro natura. Senza un cambiamento di indole, non sarebbe possibile apportare una soluzione fondamentale a questo problema” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho visto ancor più chiaramente la mia indole corrotta. Ho ripensato al periodo in cui irrigavo sorella Liu: quando non è migliorata dopo ripetute condivisioni, non ho riflettuto su me stessa, pensando addirittura di aver identificato con precisione il problema e di poter condividere e risolvere la sua situazione. Se sorella Liu non ascoltava, era perché non accettava la verità. Avevo incontrato sorella Liu solo in poche occasioni e non la conoscevo affatto, eppure la giudicavo e la delimitavo con leggerezza, come se avessi grande padronanza della verità e sapessi discernere l’essenza di una persona dopo averla incontrata solo poche volte. Dopo essere stata ripetutamente smascherata, mi sono resa conto che non comprendevo la causa e l’essenza dei problemi degli altri e non li trattavo in base al loro comportamento generale, alla loro natura e alla loro essenza. Non capivo la verità, eppure ero estremamente sicura di me e mi aggrappavo alle mie convinzioni. Non avevo la minima conoscenza di me stessa. Mi sono resa conto che, continuando a trattare i nuovi arrivati secondo la mia indole arrogante, come minimo avrei sviluppato dei pregiudizi nei loro confronti, e sarei stata incline a limitarli e a danneggiarli, e a ritardare il loro ingresso nella vita. Nel peggiore dei casi, avrei potuto giudicarli e delimitarli e persino abbandonarli con leggerezza. Allora, sarei stata in debito nei loro confronti. Resamene conto, ero un po’ inorridita, ma anche sollevata. Quando avevo mostrato segni di arroganza, la mia collaboratrice me lo aveva fatto notare, consentendomi di riconoscere il mio problema e di cambiare in tempo. Era la protezione di Dio! In seguito, ho dovuto lasciare temporaneamente la chiesa per esigenze di lavoro. Un mese dopo, quando ho rivisto sorella Liu, mi ha raccontato di come aveva sperimentato e testimoniato le parole di Dio mentre diffondeva il Vangelo. Sospirando per l’emozione, ha continuato dicendo: “Ma di recente, condividendo il Vangelo, ho visto che ognuno nutre molte nozioni diverse su Dio. Non è facile per le persone accettare l’opera di Dio degli ultimi giorni e presentarsi davanti a Lui. Avevo sempre pensato che mio marito non ricercasse e pretendevo che si astenesse da molte cose. Esigevo troppo da lui: ero io a sbagliare. Le parole di Dio sono meravigliose e devo ancora sperimentarle ulteriormente”. A queste sue parole, ero davvero felice per lei, ma mi sono anche vergognata e ho provato commozione. Alle persone occorrono davvero tempo ed esperienza per accettare la verità. In seguito, quando i nuovi arrivati mostravano segni di corruzione durante l’irrigazione, mi concentravo sull’identificare la causa principale del loro problema e cercavo i principi pertinenti con cui gestirli. In quel periodo, ho anche visto che presentarsi davanti a Dio e gettare le fondamenta è un processo che richiede tempo. Nell’irrigare e fornire sostegno, riflettevo anche su me stessa, correggevo i miei stati sbagliati e sostenevo con amore i neofiti, permettendo loro di gettare le fondamenta e presentarsi davanti a Dio il più rapidamente possibile. Compiere il mio dovere in quel modo mi faceva sentire molto serena e a mio agio.
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