Abbandonare i miei studi
Fin da quando ero piccola, i miei genitori mi hanno detto che non avendo un figlio maschio ma solo due femmine, io e mia sorella, avevano difficoltà ad affrontare la famiglia, quindi dovevo assolutamente studiare duramente, renderli orgogliosi e dimostrare alla famiglia che le figlie non erano da meno dei figli. Quando mia madre me lo ha detto, ne sono stata profondamente influenzata, ed ero decisa a studiare duramente, a renderli orgogliosi e a onorarli. Ho sempre studiato duramente e ottenuto buoni voti. Quando gli anziani della famiglia chiedevano gentilmente di me, vedere mia madre rispondere con tanta gioia mi rendeva felice e mi portava a pensare che le stessi procurando rispetto e la rendessi orgogliosa.
Mentre ero alla scuola di specializzazione, i miei genitori mi dicevano: “Devi applicarti bene in questo programma e poi prendere un dottorato. Dopo potrai trovare un buon lavoro come professoressa universitaria, guadagnare molti soldi e renderci orgogliosi”. Sentire i miei genitori parlare così mi stressava molto. Dopo tutti quegli anni di studio, non ne potevo più di dare esami. Pensavo a tutte quelle persone che si suicidano con un salto nel vuoto per lo stress dovuto al dottorato e temevo di fare la loro stessa fine. Non volevo più studiare. Ma di fronte agli sguardi speranzosi dei miei genitori non potevo dire di no.
Allora eri una credente? ma ero molto occupata e non potevo partecipare alle riunioni. Solo dopo l’università, quando insegnavo in campagna, ho potuto partecipare alle riunioni della chiesa locale. Durante una riunione, sorella Zhang Lu mi ha detto che sempre più persone stavano accettando l’opera di Dio degli ultimi giorni e che c’era urgente bisogno di irrigatori. Mi ha chiesto se volessi irrigare i nuovi arrivati. Ho pensato a quando da piccola avevo rischiato di essere investita da un camion mentre andavo in bicicletta. Ero sopravvissuta grazie alla protezione di Dio. Quando ero all’università, ho avuto un grave incidente d’auto, ma ho riportato solo un taglio sulla fronte. Anche in questo caso Dio ha vegliato in silenzio su di me. Dio mi ha sempre protetta silenziosamente affinché potessi crescere bene. Sapevo che, come essere creato, avevo goduto molto della grazia di Dio e del nutrimento della verità, e che dovevo ripagare l’amore di Dio compiendo un dovere, così ho accettato volentieri. Nell’irrigare i nuovi arrivati, io e la mia collaboratrice pregavamo e ci affidavamo a Dio per condividere sulla parola di Dio e risolvere le loro difficoltà. Vederli liberarsi dei loro problemi e radicarsi sulla vera via ci rendeva davvero felici e ci persuadeva che i nostri doveri fossero ricchi di significato.
In seguito, dato che sempre più neofiti avevano bisogno di irrigazione, volevo lasciare la scuola e compiere il mio dovere a tempo pieno, ma ho pensato a come i miei genitori avessero riposto tutte le loro speranze in me. Se avessi abbandonato la scuola, gli altri abitanti del villaggio avrebbero continuato a guardarli dall’alto in basso. Avevano speso tanto per me: come potevo deluderli? Esitavo, non sapendo cosa fare. Un giorno, ho letto un passo della parola di Dio: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella sozzura della carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti accettare di buon grado e con piena fiducia la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. In questo mondo, l’uomo indossa i panni del diavolo, mangia il cibo dato dal diavolo e opera e serve sotto il totale dominio del diavolo, lasciandosi calpestare nella sua lordura. Se non cogli il significato della vita o non ottieni la vera via, allora che significato vi è nel vivere in questo modo? Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Dalla parola di Dio, ho capito che sono un essere creato, che è stato Dio a darmi la vita e che devo vivere per Lui. Perseguire la verità nel mio dovere, eliminare la mia indole corrotta e ottenere la salvezza di Dio: questa è una vita degna e significativa. Per tanti anni, ho vissuto di solo studio e insegnamento, per rendere felici i miei genitori. Ero sempre impegnatissima, ma dentro mi sentivo vuota. Non sapevo nemmeno che scopo tutto ciò avesse. Neanche nel tempo libero avevo qualcosa di significativo da fare. Non sapevo come liberarmi da quella sensazione di vuoto. Ho provato tante cose, come imparare a suonare uno stumento, dipingere, leggere, ascoltare musica, correre, ma niente ha cambiato il mio stato d’animo. Dentro avevo ancora il vuoto e la mia vita mi sembrava priva di direzione e scopo. Ho riflettuto meglio sui miei anni di duro lavoro accademico. Anche se avevo conseguito una specializzazione ed ero diventata un’insegnante, e le lodi e l’approvazione di chi mi circondava soddisfacevano la mia vanità, quelle cose non mi procuravano appagamento o conforto spirituale. Di fronte alle grandi catastrofi, neanche la conoscenza più elevata può salvarci. Solo perseguendo la verità, compiendo un dovere e sfuggendo alla propria indole corrotta si può essere salvati da Dio e sopravvivere. Capito questo, ho pregato Dio, e ho deciso di dimettermi dalla mia posizione di insegnante e di lasciare la scuola di specializzazione.
Un giorno, terminato di irrigare i nuovi credenti, ho trovato molti messaggi dei miei familiari che avevano cercato di contattarmi. Ha iniziato a battermi forte il cuore. Che cosa avrei fatto se si fossero opposti al mio dovere? Ho telefonato a mia madre e lei mi ha urlato contro: “Hai una bella faccia tosta a lasciare la scuola senza dircelo!” I miei familiari si sono poi precipitati da me per dirmi di tornare a insegnare e finire la scuola, altrimenti mi avrebbero riportata subito nella mia città natale. Avevo paura che lo facessero davvero e che non avrei più potuto riunirmi né svolgere un dovere. Così ho ripreso a insegnare. Ma mi sentivo molto a disagio e in colpa. Pensavo alla rapida diffusione del Vangelo di Dio negli ultimi giorni, a tutti i nuovi arrivati che avevano bisogno di irrigazione, e a come avrei dovuto svolgere il mio dovere. Ma poi il pensiero delle speranze dei miei genitori per me mi faceva sentire combattuta. Mi sentivo in debito con loro e avevo paura di ferirli. Durante una riunione, gli altri hanno saputo del mio stato e mi hanno letto alcune parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Non ce ne sono molti tra di voi che hanno oscillato tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Nei confronti tra positivo e negativo, tra nero e bianco, siete di certo consapevoli delle scelte che avete fatto tra la famiglia e Dio, tra i figli e Dio, tra pace e turbamento, tra la ricchezza e la povertà, tra il prestigio sociale e l’ordinarietà, tra l’avere il sostegno degli altri o l’essere ostracizzati, e così via. Tra una famiglia serena e una divisa, avete scelto la prima, e lo avete fatto senza alcuna esitazione; tra la ricchezza e il dovere, avete di nuovo scelto la prima, perfino senza essere disposti a tornare a riva; tra il lusso e la povertà, avete scelto il primo; quando avete dovuto scegliere tra i vostri figli, mogli o mariti, e Me, avete scelto i primi; e tra la nozione e la verità, di nuovo avete scelto la prima. Dinanzi a ogni genere di vostra malvagità, ho semplicemente perso la fiducia in voi. Davvero Mi sorprende che il vostro cuore sia così ostinato e non si lasci intenerire. Lunghi anni di dedizione e sforzi, a quanto pare, non Mi hanno portato altro che il vostro abbandono e sconforto, ma le Mie speranze nei vostri confronti crescono ogni giorno che passa, perché il mio giorno è stato interamente palesato davanti agli occhi di tutti. Ciò nonostante, persistete nel cercare cose oscure e malvagie e vi rifiutate di allentare la presa su di loro. Quale sarà, dunque, il vostro esito finale? Ci avete mai riflettuto attentamente? Se vi venisse chiesto di scegliere di nuovo, quale sarebbe la vostra posizione? Sarebbe ancora quella precedente? Mi procurereste nuovamente delusione e miserevole dolore?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “A chi sei leale?”). Leggere queste parole mi ha molto commossa. Dio Si è fatto carne per operare e salvarci e ha riversato il Suo cuore e la Sua anima in noi affinché alla fine possiamo essere salvati e rimanere. Qualsiasi persona dotata di ragione e coscienza dovrebbe compiere bene un dovere per soddisfare Dio. Ma ogni volta che sceglievo di compiere un dovere mi sembrava di deludere i miei genitori, che avevano investito così tanto per me mentre io non riuscivo a ripagarli, lasciando che tutto il loro amore e la loro devozione andassero sprecati. Temevo inoltre che, abbandonando la scuola, non li avrei onorati e sarebbero stati guardati dall’alto in basso in famiglia. Non riuscivo a pensare ad altro che a come soddisfare i miei genitori e ho persino rinunciato al mio dovere per risparmiare loro il dispiacere. Come essere creato, avevo goduto del nutrimento della parola di Dio, ma non stavo adempiendo al mio dovere di essere creato di ripagare l’amore di Dio. Ero davvero priva di coscienza. Stavo deludendo Dio. Anche se ero così ribelle, Dio non mi ha abbandonata. Ha continuato a guidarmi e a sostenermi attraverso i miei fratelli e sorelle. Mentre io Gli davo in cambio solo dolore e delusione. Non ero all’altezza degli immensi sforzi che Dio aveva fatto per me. In preda al rimorso e al senso di colpa, L’ho pregato: “Dio, non Ti ho soddisfatto. Ti devo davvero molto. Ti prego, dammi fede e forza e guidami a fare la scelta giusta”. Dopo aver pregato, ho scritto alla mia famiglia che avevo deciso di lasciare la scuola e compiere un dovere.
Poi i miei genitori mi hanno chiamata e mi hanno detto: “Se osi lasciare la scuola, ci faremo un’overdose e moriremo entro domani”. È stato straziante sentirglielo dire; ho continuato a pregare Dio: “Dio, qualsiasi cosa mi dicano, non Ti tradirò. Ti chiedo solo le parole giuste con cui rispondere. La mia statura è così scarsa e ho paura di dire involontariamente, a causa della mia ignoranza e stoltezza, qualcosa che Satana possa usare contro di me. Ti prego, guidami a rimanere salda nella mia testimonianza”. Dopo aver pregato mi sentivo un po’ più tranquilla e ho risposto loro: “Sapete che ho scelto la retta via, quindi perché mi costringete in questo modo? Voglio solo credere in Dio, perseguire la verità e svolgere il mio dovere. Non potete lasciarmi scegliere la mia strada e basta?” Mia madre ha risposto furiosa: “So che credere in Dio è la retta via, ma per compiere un dovere hai persino rinunciato agli studi. Credi che sia stato facile per noi pagarti gli studi per tutti questi anni? Non puoi essere così egoista!” A queste sue parole, ho pensato: “L’uomo è stato creato da Dio. Tutto ciò di cui godiamo ci è stato donato da Lui. Compiere un dovere e spenderci per Dio è una nostra responsabilità e un nostro obbligo. Sarebbe da egoista non svolgere un dovere per soddisfare i miei genitori”. Così ho detto loro: “Ho deciso. Anche se mi ostacolerete, compirò un dovere”. Turbata, mia madre ha replicato: “Abbiamo speso tanto per te affinché facessi carriera e ci rendessi orgogliosi di fronte al resto della famiglia, e noi potessimo vivere una vita più facile. Come fai a non pensare minimamente a noi? Sei davvero spietata”. Anche mia sorella mi ha chiamata per rimproverarmi: “Ti rendi conto che, se lasci la scuola, tutti nel villaggio ci guarderanno dall’alto in basso e i nostri genitori saranno disonorati? Se abbandoni la scuola e il lavoro, chiamerò la polizia e farò arrestare tutti voi credenti!” Era così deprimente sentire la mia famiglia dire queste cose. È venuto fuori che tutto quello che avevano fatto per me era stato solo un investimento. Quando ero all’università e li rendevo orgogliosi davanti ad amici e familiari mi parlavano con gentilezza, definendomi la loro figlia più amata; ma, quando ricercavo la verità e svolgevo un dovere invece di portare loro onore, mi insultavano. Non provavano amore per me: mi stavano invece usando. Ho ricordato che la parola di Dio dice: “Il cosiddetto ‘amore’, si riferisce a un’emozione pura, senza imperfezione, in cui si usa il proprio cuore per amare, sentire ed essere premurosi. In amore non ci sono condizioni, barriere o distanze. In amore non c’è sospetto, inganno o astuzia. In amore non si mercanteggia e non c’è nulla di impuro” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Molti sono chiamati, ma pochi eletti”). Questa è la migliore spiegazione che Dio dà dell’amore. Solo l’amore di Dio per gli uomini è puro e senza macchia. Per salvare l’umanità dalla corruzione e dal male di Satana, Dio Si è incarnato due volte e ha pronunciato milioni di parole di verità, pagando in silenzio un prezzo per noi. Dio non ci ha mai chiesto nulla. Spera solo che riusciamo a perseguire la verità e a ottenere la salvezza. Solo l’amore che Dio ha per noi è disinteressato. L’“amore” della mia famiglia per me consisteva nell’usarmi per ottenere il rispetto degli altri. Non era amore, ma una transazione, un rapporto di palese ricerca di vantaggi. Ho ricordato che Dio ha detto: “Le persone che vivono nella carne considerano un piacere i vari rapporti e legami familiari della carne. Credono che non si possa vivere senza i propri cari. Perché non pensi a come sei venuto nel mondo dell’uomo? Sei venuto da solo, in origine senza rapporti con gli altri. Dio porta le persone qui una per una; quando sei venuto, eri, di fatto, da solo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). I rapporti tra i membri della famiglia possono essere stretti per via carnale, ma non c’è un legame spirituale. È stato Dio a predeterminare che ogni persona venisse al mondo. Ciascuno ha il proprio ruolo e la propria missione da compiere. Loro per sangue sono mia madre, mio padre e mia sorella, ma non abbiamo alcun legame spirituale. Mi hanno solo cresciuta, hanno adempiuto alle loro responsabilità e hanno reso migliore la mia vita corporea, ma non possono decidere il mio futuro o il mio destino, tanto meno salvarmi dalla corruzione e dal male di Satana. Solo Dio può donarmi la verità e la vita, e purificarmi e salvarmi. Non permettendomi di compiere un dovere, di essere vicina a Dio e di ottenere la Sua salvezza, i miei mi danneggiavano e mi rovinavano la vita. Non potevo lasciarmi limitare da loro. Resamene conto, ho pregato Dio: “Dio, Ti ringrazio per avermi donato discernimento sulla mia famiglia. Ti prego, veglia sul mio cuore, affinché io possa rimanere salda!” Il pomeriggio seguente ho lasciato la scuola per intraprendere un dovere.
In seguito, mi sono detta: “So di aver scelto la retta via, ma allora perché quando la mia famiglia mi ostacola e cerca di indurmi ad abbandonare il mio dovere mi sento sempre limitata dagli affetti, come se dovessi loro molto? Perché proprio questo?” Durante una devozione, ho letto la parola di Dio. “In passato, le persone agivano sempre in base alla loro coscienza e la usavano per misurare gli altri. Dovevano costantemente superare l’esame della coscienza, con l’onnipresente paura dei pettegolezzi, il timore di essere derise o di farsi una cattiva reputazione, o di essere definite ‘prive di coscienza, brutte persone’. Perciò non potevano che accettare con riluttanza alcune cose, solo per integrarsi. Come si misurano adesso le persone? (Secondo i principi della verità.) Come andavano le cose allora, quando la vita della gente era vincolata dalle nozioni e dalle falsità dei non credenti? Per esempio, fin da quando eri piccolo i tuoi genitori ti hanno continuamente indottrinato con parole come: ‘Quando diventerai grande, devi renderci orgogliosi; devi onorare la nostra famiglia!’. Cosa sono state per te queste parole? Un incoraggiamento o un freno? Un’influenza positiva o una sorta di controllo negativo? Fatto sta che sono una sorta di controllo. Fissandoti un obiettivo basato su qualche affermazione o teoria che le persone ritengono buona e giusta, i tuoi genitori ti inducono a vivere la tua vita al servizio di quell’obiettivo, e tu finisci per perdere la tua libertà. Perché finisci per perdere la tua libertà e cadere sotto il controllo dell’obiettivo? Perché la gente pensa che onorare la propria famiglia sia una cosa buona e che debba essere fatta. Se non condividi questo pensiero né aspiri a fare cose che rendano onore alla tua famiglia, ti considerano un inutile idiota, un perdente buono a nulla e ti guardano dall’alto in basso. Per avere successo, devi studiare tanto, acquisire ancora più competenze e rendere onore al nome della tua famiglia. Così in futuro nessuno farà il bullo con te. Tutte le cose che fai per quell’obiettivo non sono, in effetti, delle catene che ti legano? (Sì, lo sono.) Poiché mirare al successo e onorare la famiglia sono le pretese dei tuoi genitori, e poiché essi agiscono nel tuo miglior interesse, affinché tu abbia una bella vita e renda orgogliosa la tua famiglia, è del tutto naturale che tu aspiri a uno stile di vita così. Ma, in effetti, queste cose sono problemi, una sorta di catene. Quando le persone non capiscono la verità pensano che queste cose siano positive, che siano la verità, la retta via e quindi le danno per scontate e vi si attengono o vi prestano obbedienza. E quando queste parole e pretese vengono dai tuoi genitori, tu vi presti assoluta obbedienza. Se vivi in base a esse, lavorando sodo e dedicando loro la tua giovinezza e tutta la tua vita, e infine scali la vetta, fai una bella vita e rendi orgogliosa la tua famiglia, puoi essere brillante per gli altri, ma dentro sei sempre più vuoto. Non sai quale sia il senso della vita, o che cosa abbia in serbo il futuro, o che tipo di cammino si debba imboccare nella vita. Non hai capito né acquisito niente di niente a proposito di quei misteri della vita di cui brami, vuoi sapere e vuoi capire le risposte. In effetti, non sei forse stato rovinato dalle buone intenzioni dei tuoi genitori? La tua giovinezza e tutta la tua vita non sono forse state rovinate dalle pretese dei tuoi genitori, pretese che, a loro dire, sono ‘nel tuo miglior interesse’? (Sì, è così.) Allora, i tuoi genitori hanno ragione o torto nell’avanzare pretese che sono ‘nel tuo miglior interesse’? Può darsi che pensino veramente di agire nel tuo miglior interesse, ma sono forse persone che capiscono la verità? Possiedono la verità? (No, non la possiedono.) Molti individui passano la vita appesi alle parole dei genitori – parole come ‘Devi renderci orgogliosi, devi onorare la famiglia’ – che li ispirano e li influenzano durante tutta la loro esistenza. Quando i genitori dicono ‘È nel tuo migliore interesse’, questo diventa lo stimolo che governa la vita di una persona, fornendole una direzione e un obiettivo verso i quali lavorare. Il risultato è che, per quanto sia affascinante, dignitosa e di successo, la vita di quella persona in realtà è rovinata. Non è così? (Sì.) Questo significa forse che, se non vive secondo le pretese dei genitori, una persona non è rovinata? No, ha comunque un proprio obiettivo. Quale? Sempre lo stesso, vale a dire ‘fare una bella vita e rendere orgogliosi i genitori’, anche se non perché gliel’hanno detto loro, ma perché ha accettato tale obiettivo da qualche altra parte. Vuole comunque vivere secondo quelle parole, e rendere orgogliosa la sua famiglia, e scalare la vetta, e diventare una persona dignitosa e onorata. Il suo obiettivo non è cambiato; dedica comunque tutta la vita a raggiungere queste cose. Perciò, quando le persone non capiscono la verità, accettano molte cosiddette dottrine corrette, affermazioni corrette e visioni corrette che prevalgono nella società. Poi trasformano quei concetti corretti nella direzione, nelle fondamenta e nella motivazione degli sforzi della loro vita. Alla fine, vivono implacabilmente e senza riserve per tale obiettivo, lottando per tutta la vita finché non muoiono e, a quel punto, alcuni sono ancora restii a vedere la verità. Che vita miserabile fa la gente! Tuttavia, una volta capita la verità, non ti lasci forse via via alle spalle i cosiddetti concetti corretti, insegnamenti corretti e affermazioni corrette, nonché le aspettative dei tuoi genitori nei tuoi confronti? Quando ti lasci via via alle spalle i cosiddetti concetti corretti, e il criterio col quale misuri le cose non si basa più sulle affermazioni della cultura tradizionale, non hai forse spezzato il vincolo di quelle affermazioni? E se non sei vincolato da quei concetti, non vivi forse liberamente? Magari non sarai del tutto libero, ma per lo meno le catene saranno state allentate” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la realtà della verità?”). Leggere le parole di Dio mi ha davvero commossa. Fin da quando ero piccola, mia madre mi ha sempre detto di studiare duramente, di fare carriera, di renderla orgogliosa e di portare onore alla famiglia. Per onorare la mia famiglia e ottenere gli elogi degli altri, ho reso “Escludi il mondo e seppellisci la testa nei libri” il mio mantra, e lo studio è diventato praticamente il mio unico obiettivo. Per moltissimi anni sono stata come una macchina di studio attiva 24 ore su 24. Non avevo il diritto di scegliere né l’istinto a oppormi. Anche se venivo elogiata dai miei genitori e da chi mi stava intorno, dentro di me provavo sempre un senso di vuoto. Spesso mi chiedevo: “Perché sto vivendo così? Che significato ha una vita come questa?” Ma non riuscivo a trovare una risposta e spesso ero depressa e afflitta. Leggere la parola di Dio mi ha fatto capire che era tutto un danno arrecatomi da Satana. Satana usa veleni come “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” e “Distinguiti sugli altri e reca onore ai tuoi antenati” per vincolare e controllare l’umanità. Erano come un giogo che Satana aveva posto sul mio corpo. Se non avessi perseguito quelle cose, sarei stata condannata dalla mia famiglia e dalla società, etichettata come poco ambiziosa e inutile. Influenzata da un simile ambiente, ho intrapreso passivamente la strada della ricerca della ricchezza e della fama. Nel perseguire i buoni voti e le lauree, molti studenti si deprimono per via della pressione accademica. Alcuni addirittura si suicidano, rovinandosi la vita. Ma ogni volta che volevo lasciare la scuola per compiere un dovere mi sentivo vincolata e controllata da quei veleni. I miei genitori avevano speso così tanto per me: se avessi lasciato la scuola, sentivo che li avrei delusi e disonorati. Alla fine, ho capito che questi veleni sono il modo in cui Satana ci inganna e ci corrompe. Distorcono la nostra direzione e i nostri obiettivi nella vita, ci portano ad abbandonare la nostra fede, a non compiere il nostro dovere di esseri creati e ad allontanarci lentamente da Dio e a tradirLo. Se non fosse stato per la rivelazione della parola di Dio, non avrei mai visto quanto sono dannosi questi veleni satanici. Avrei continuato a percorrere quella strada senza ritorno, e alla fine avrei perso la salvezza di Dio e sarei stata distrutta insieme a Satana. Rendermene conto mi ha colmata di gratitudine verso Dio. Era Dio che mi proteggeva e mi salvava.
In seguito, ho letto altre parole di Dio. “Dato che essere devoti ai propri genitori non è la verità, ma solo una responsabilità e un obbligo umani, cosa dovresti fare se il tuo obbligo entra in conflitto col tuo dovere? (Dare priorità al mio dovere; mettere il dovere al primo posto.) Un obbligo non è necessariamente il proprio dovere. Scegliere di svolgere il proprio dovere è praticare la verità, mentre adempiere a un obbligo non lo è. Se le condizioni sono giuste, puoi adempiere a questa responsabilità o a questo obbligo, ma se l’ambiente circostante non lo consente, cosa dovresti fare? Dovresti dire: ‘Devo svolgere il mio dovere, che è praticare la verità. Essere devoto ai miei genitori è vivere secondo la mia coscienza, e non si eleva a pratica della verità’. Dunque, dovresti dare priorità al tuo dovere e difenderlo. Se al momento non hai un dovere, non lavori lontano da casa e abiti vicino ai tuoi genitori, allora trova dei modi per prenderti cura di loro. Fai tutto quel che puoi per aiutarli a vivere un po’ meglio e a ridurre la loro sofferenza. Ma questo dipende anche da che tipo di persone sono i tuoi genitori. Cosa dovresti fare se i tuoi genitori hanno scarsa umanità e ostacolano costantemente il tuo credere in Dio, se continuano a distoglierti dal tuo credere in Dio e dallo svolgimento del tuo dovere? Qual è la verità che dovresti mettere in pratica? (La rinuncia.) A quel punto, devi rinunciare a loro. Hai adempiuto al tuo obbligo. I tuoi genitori non credono in Dio, quindi non hai l’obbligo di provvedere a loro. Se credono in Dio, allora sono famiglia, sono i tuoi genitori. Se non credono in Dio, state percorrendo cammini diversi: essi credono in Satana e adorano il diavolo, e percorrono il cammino di Satana, che è diverso da quello di coloro che credono in Dio. Non siete più una famiglia. Essi considerano nemici e avversari i credenti in Dio, perciò tu non hai più l’obbligo di prenderti cura di loro e devi tagliare i ponti completamente. Qual è la verità: essere devoti ai propri genitori o svolgere il proprio dovere? Ovviamente, è svolgere il proprio dovere. Compiere il proprio dovere nella casa di Dio non implica semplicemente adempiere al proprio obbligo e fare ciò che si deve. Implica svolgere il dovere di essere creato. Qui si tratta dell’incarico da parte di Dio; è il tuo obbligo, la tua responsabilità. Si tratta di una vera responsabilità, ovvero adempiere alla tua responsabilità e al tuo obbligo davanti al Creatore. Questo è ciò che il Creatore richiede alle persone, ed è la grande questione della vita. Invece, rispettare i propri genitori è solo la responsabilità e l’obbligo di un figlio o una figlia. Non è certamente un incarico da parte di Dio, né tanto meno soddisfa la richiesta di Dio. Pertanto, fra rispettare i propri genitori e svolgere il proprio dovere, non c’è dubbio che svolgere il proprio dovere, e solo questo, è praticare la verità. Svolgere il proprio dovere di essere creato è la verità, ed è un dovere vincolante. Rispettare i propri genitori è questione di essere devoti alle persone. Non significa che un individuo stia svolgendo il proprio dovere, né che stia praticando la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la realtà della verità?”). La parola di Dio mostra i princìpi secondo cui trattare i genitori: se i tuoi genitori ti sostengono nella fede e nel dovere, puoi onorarli il più che sia possibile senza ritardare il tuo dovere. Se invece si oppongono a Dio e ti ostacolano nella fede e nel dovere, non devi lasciarti limitare da loro e devi mettere al primo posto il compimento del tuo dovere e la soddisfazione di Dio. I miei genitori perseguivano il denaro e la fama, seguendo Satana. Erano in essenza dei diavoli e appartenevano a Satana. Nella mia fede, io voglio perseguire la verità e compiere un dovere. Percorriamo strade del tutto incompatibili. Ascoltando i miei genitori e non compiendo il mio dovere, avrei seguito Satana e mi sarei opposta a Dio. Resamene conto, ho provato un senso di liberazione e ho capito come trattare la mia famiglia in linea con i princìpi.
Dopo, ho continuato a svolgere un dovere nella chiesa e, con mia sorpresa, la mia famiglia si è occupata della mia pratica di abbandono della scuola di specializzazione. Vedo che sempre più persone accettano l’opera attuale di Dio. Sono così fortunata a unirmi alla schiera di coloro che diffondono il Suo Vangelo e a poter dedicare le mie energie all’espansione del Vangelo del Regno di Dio. Ne sono davvero felice. Ora svolgo il mio dovere con i miei fratelli e sorelle, e condividiamo sulla verità e la pratichiamo. Anche se capisco molto poco della verità, sento che la mia indole corrotta sta lentamente cambiando, sto vivendo una certa sembianza umana e posso condividere sulla verità e testimoniare l’opera di Dio. Sono cose che non avrei mai imparato, per quanti anni avessi studiato nella scuola. Sono davvero convinta che compiere il mio dovere e spendermi per Dio sia la scelta più giusta che abbia mai fatto.
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