Una lezione appresa da una piccola questione
Qualche tempo fa, una capogruppo, sorella Li, ha proposto come irrigatrice Wang Mei, la cui umanità mi sembrava piuttosto scarsa. Era sempre negligente nel suo dovere e non proteggeva il lavoro della casa di Dio. Così, ho subito chiesto a sorella Li la sua valutazione su Wang Mei per verificare come fosse adesso. Se era ancora irresponsabile nei suoi doveri, allora non era adatta ad irrigare i nuovi arrivati. Sorella Li mi ha detto: “Wang Mei tiene alla reputazione e al prestigio, ma ha un buon atteggiamento verso il dovere, e non vedo gravi problemi”. Questo mi ha sollevata. Se sorella Li aveva esaminato la questione, Wang Mei doveva essere adatta all’irrigazione. Qualche giorno dopo, avevo organizzato tutto per fare il cambio di ruolo e affidare il lavoro a Wang Mei. Ma, d’un tratto, sorella Li mi ha detto che, poiché Wang Mei era stata subdola e negligente e non accettava la verità, era stata sollevata dal suo dovere. Questa notizia mi ha sconvolta e ho pensato: “Non avevi detto che non manifestava problemi gravi quando l’hai valutata qualche giorno fa? Sono passati solo pochi giorni, come ha potuto essere sollevata dai suoi doveri in questo modo?” Non ho potuto fare a meno di lamentarmi: “Sei così inaffidabile. Ti chiedo di indagare su una persona e non svolgi un lavoro accurato. Questo dimostra grave mancanza di discernimento da parte tua. Scgliere la persona sbagliata ha influenzato anche il mio dovere. Questo non rallenterà il lavoro? Come puoi essere una capogruppo con una simile levatura?” Più ci pensavo, più mi arrabbiavo, ma non capivo la situazione reale e continuavo a giudicarla dentro di me. In quel momento, volevo davvero mandare un messaggio a sorella Li, chiedendole cosa le prendesse, se avesse avuto discernimento su quella sorella, perché non avesse indagato a fondo sulla questione e come potesse essere così irresponsabile. Ma poi mi sono detta: “Inviare messaggi quando si è arrabbiati non è ragionevole”. Quindi non le ho scritto nulla, e la cosa si è esaurita lì.
Durante una riunione, ho sentito un fratello che parlava di come si arrabbiava e incolpava le persone quando le cose non andavano come voleva lui, e di come ha cercato la verità, ha riflettuto e ha imparato a conoscere se stesso. Mi ha fatta vergognare, e non potevo non ricordare la mia esperienza precedente. Non ero nelle stesse condizioni di quel fratello? Lui ha ottenuto dei risultati perché ha cercato la verità e imparato la lezione. Perché io non facevo lo stesso? Così, ho portato la questione davanti a Dio in preghiera, cercando la lezione che avrei dovuto imparare. Un giorno, nei miei devozionali, ho letto la parola di Dio: “Obbedire alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio è la lezione più fondamentale dell’obbedienza a Dio. Le orchestrazioni e le disposizioni di Dio comprendono le persone, le questioni, le cose e le varie situazioni che Dio crea intorno a te. Quindi, come dovresti reagire di fronte a tali situazioni? La cosa più importante è accettarle in quanto provenienti da Dio. Che cosa significa ‘accettarle in quanto provenienti da Dio’? Lamentarsi e opporsi: questo è accettarle in quanto provenienti da Dio? Accampare scuse e trovare difetti: questo è accettarle in quanto provenienti da Dio? No. Allora, come si deve mettere in pratica l’accettazione di queste situazioni in quanto provenienti da Dio? Innanzitutto rilassati, ricerca la verità e pratica l’obbedienza. Non accampare scuse né ragioni. Non cercare di capire o analizzare chi abbia ragione e chi torto. E non analizzare chi abbia commesso l’errore più grave e chi abbia commesso quello minore. Analizzare sempre queste cose è un atteggiamento di accettazione di tali situazioni in quanto provenienti da Dio? È l’atteggiamento di chi obbedisce? (No.) Questo non è un atteggiamento di obbedienza a Dio, non è un atteggiamento di accettazione di tali situazioni in quanto provenienti da Dio, non è un atteggiamento di accettazione del controllo e delle disposizioni di Dio. Accettare tali situazioni in quanto provenienti da di Dio: questo è un aspetto dei principi per praticare l’obbedienza a Dio. […] Non analizzare ciò che è giusto o sbagliato, non razionalizzare, non trovare difetti nelle persone, non spaccare il capello in quattro, non analizzare le ragioni oggettive e non analizzare ed esaminare utilizzando la mente umana: questi sono tutti dettagli, e questo è accettare tali situazioni in quanto provenienti da Dio. E il modo per metterlo in pratica è innanzitutto obbedire. Anche se hai delle nozioni o se le cose non ti sono chiare obbedisci, non accampare scuse e non ribellarti; e, dopo aver obbedito, ricerca la verità; prega Dio e ricerca” (“Obbedire a Dio è una lezione fondamentale per acquisire la verità” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dio dice che in ogni situazione, che comprendiamo o meno la Sua volontà, non dobbiamo contraddirla né sostenere le nostre ragioni. Dobbiamo accettare la situazione in cui Dio ci pone e obbedire. Questo è accettare le cose in quanto provenienti da Dio. Quando succedeva qualcosa, la guardavo sempre dall’esterno, analizzando il bene e il male, lamentandomi di questo e di quello. Pensavo sempre che la capogruppo fosse approssimativa e irresponsabile nel suo dovere, influendo sul mio lavoro e portandomi a compiere molti sforzi inutili. In quella situazione, non ho avuto un atteggiamento di accettazione di ciò che Dio predisponeva. Non ho acquietato il mio cuore e cercato la volontà di Dio, né ho riflettuto su quali lezioni avrei dovuto imparare. Al contrario, me la sono presa con la capogruppo. Volevo arrabbiarmi, rimproverarla e criticare le sue mancanze. Questo non era un atteggiamento di accettazione né di obbedienza! I problemi e i contrattempi nel lavoro, in quel periodo, erano davvero tutta colpa degli altri? Io non avevo proprio nessuna responsabilità? Mi ero sempre opposta alle situazioni in cui Dio mi metteva. Anche se alla fine i problemi erano interamente colpa degli altri e io non ne ero responsabile, loro sapevano riflettere su se stessi, imparare e crescere. Io invece cosa guadagnavo, a parte la rabbia repressa dentro di me? È stato a quel punto che ho capito di essere in uno stato sbagliato. Non potevo continuare ad analizzare e ricercare, cavillando su chi avesse ragione e chi torto. Dovevo calmarmi, ricercare la verità e trarne un insegnamento.
Mentre lo facevo, ho letto un passo della parola di Dio. “Se non fai affidamento su Dio, non guardi a Lui quando svolgi il tuo dovere e non fai che agire a tuo piacimento, allora, per quanto tu sia intelligente, ci saranno sempre occasioni in cui fallirai. Le persone ostinate sono inclini a seguire le proprie idee: hanno quindi un cuore che teme Dio? Le persone troppo ostinate hanno dimenticato Dio e hanno dimenticato l’obbedienza a Dio; solo quando le cose sono ormai accadute, quando queste persone hanno sbattuto contro un muro o non sono riuscite a realizzare nulla si accorgono di non aver obbedito a Dio e di non aver pregato Dio. Qual è il punto? Che non hanno Dio nel cuore. Le loro azioni denotano l’assenza di Dio dal loro cuore, che tutto deriva da loro stesse. Pertanto, che tu stia svolgendo del lavoro per la chiesa, che stia compiendo un dovere, che stia gestendo degli affari esterni o che stia affrontando delle questioni nella tua vita personale, ci devono essere dei principi nel tuo cuore, ci deve essere uno stato spirituale. Quale stato? ‘Di qualunque cosa si tratti, prima che mi accada qualcosa, devo pregare, devo obbedire a Dio, devo obbedire al Suo dominio, tutto è disposto da Dio e, quando accade qualcosa, devo ricercare la volontà di Dio, devo avere questa mentalità, non devo fare progetti personali’. Dopo aver sperimentato in questo modo per un certo tempo, le persone si troveranno a vedere il dominio di Dio in molte cose. Se hai sempre i tuoi progetti personali, le tue considerazioni, i tuoi desideri, le tue motivazioni egoistiche e i tuoi desideri, allora il tuo cuore si allontanerà da Dio senza che tu te ne renda conto, sarai cieco rispetto al modo in cui Dio agisce e per la maggior parte del tempo Dio ti resterà nascosto. Non ti piace forse agire secondo le tue idee? Non fai i tuoi progetti personali? Hai una mente, sei istruito, esperto, possiedi la capacità e il metodo per fare le cose, sai farle da solo, sei bravo, non hai bisogno di Dio, e così Dio ti dice: ‘Allora fallo pure da solo, e assumiti la responsabilità del fatto che vada bene o no, a Me non interessa’. Dio ti ignora. Quando nella loro fede in Dio le persone seguono la propria volontà in questo modo e credono a proprio piacimento, qual è la conseguenza? Non sono mai in grado di sperimentare il dominio di Dio, non riescono mai a vedere la mano di Dio, né sono mai in grado di percepire l’illuminazione dello Spirito Santo o la guida di Dio. E cosa succederà con il passare del tempo? I loro cuori si allontaneranno sempre di più da Dio e vi saranno effetti a catena. Quali effetti? (Dubitare di Dio e rinnegarLo.) Non si tratta solo di dubitare di Dio e di rinnegarLo; quando Dio non ha un posto nel cuore delle persone ed esse agiscono a proprio piacimento per un lungo periodo di tempo, si instaura un’abitudine: quando accade loro qualcosa, la prima cosa che faranno sarà pensare alla loro soluzione, ai loro obiettivi, alle loro motivazioni e ai loro progetti; considereranno prima di tutto se quanto accade sia loro di beneficio oppure no; se lo è, lo faranno, altrimenti no; diventerà loro abitudine intraprendere subito questa strada. E in che modo Dio tratterà queste persone se continueranno ad agire così, senza pentimento? Dio le ignorerà e le accantonerà” (“I principi della pratica che riguardano la sottomissione a Dio” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito meglio il mio stato. La parola di Dio dice che le persone particolarmente ostinate spesso iniziano con il pianificare e stabilire regole, calcolano cosa faranno, e come. Iniziano formulando e mettendo a punto un piano, poi lo realizzano con i mezzi e i metodi che hanno scelto, e pretendono che anche gli altri seguano il loro metodo. In apparenza, stanno compiendo il loro dovere, tutelando il lavoro della casa di Dio e facendo in modo che il loro lavoro ottenga buoni risultati. Ma, quando agiscono in questo modo, c’è un eccesso della loro volontà e delle loro regole. Non pregano e non cercano Dio abbastanza, non hanno un atteggiamento di obbedienza, e non si preoccupano di seguire la guida dello Spirito Santo. Fanno tutto secondo i propri desideri e vogliono che le cose vadano come desiderano. Dio dice che il loro desiderio è troppo forte e che non hanno posto per Lui nel cuore. Dio detesta e ignora questo tipo di persone. Riflettere sul mio comportamento mi ha mostrato il mio eccesso di determinazione nei miei doveri: a prescindere da ciò che facevo, se prendevo una decisione, nulla poteva cambiarla. Addirittura, imponevo agli altri di attenersi alle mie richieste e, se non lo facevano, pensavo che non fossero leali al loro dovere e che non proteggessero il lavoro della chiesa. Così è stato per l’indagine su quella irrigatrice. Ho sentito che Wang Mei non manifestava problemi, così ho pianificato quando dovesse subentrare nel lavoro; ma poi la capogruppo mi ha detto che Wang Mei era stata sollevata dal suo dovere e questo ha fatto saltare i miei piani. Stavo per perdere le staffe, e avevo il cuore pieno di lamentele. Ho giudicato la capogruppo priva di levatura e discernimento, e irresponsabile. Ero così presuntuosa, arrogante e irragionevole! Anche se ciò che pianifico e decido è corretto e non vìola i princìpi della casa di Dio, non sempre le cose vanno come voglio io, e non sempre avranno l’effetto che immagino. Io pianifico e do disposizioni, questo è il mio dovere ed è il modo in cui devo collaborare, ma non dovrei predeterminare il risultato finale. Dovrei fare quello che posso e poi sottomettermi alla volontà di Dio. Per quanto riguarda la possibilità che qualcosa alla fine si realizzi, quali variabili possano entrare in gioco e come si evolverà, devo seguire la guida dello Spirito Santo e sottomettermi al governo di Dio. Questo è il senno che dovrei avere. Agivo interamente secondo la mia volontà, non conoscevo la sovranità di Dio, e non avevo spazio per Lui nel mio cuore. Come poteva Dio illuminarmi e guidarmi se svolgevo il mio dovere in quel modo?
In seguito, ho letto un altro passo della parola di Dio che mi ha fatto comprendere l’indole corrotta celata dietro la mia rabbia. Dio dice: “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e obbedire a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino della ricerca della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con la volontà di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti guidato dalla tua indole arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e il tuo orgoglio ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; priverebbero il tuo cuore del posto per Dio, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa!” (“Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho compreso la mia natura arrogante e presuntuosa. È emerso che non solo agivo secondo i miei desideri, ma dietro vi si nascondeva un’indole arrogante. Ripensando a quel problema sul lavoro: non ho capito il contesto, né ho chiesto se la capogruppo avesse qualche difficoltà. Mi sono limitata a lamentarmi e a giudicarla indiscriminatamente. Disprezzandola e giudicandola, la stavo sminuendo per elevare me stessa, mettendomi su un piedistallo e ritenendomi migliore degli altri, come se avessi una comprensione speciale della verità e gli altri no, come se solo io fossi coscienziosa e tutti gli altri fossero negligenti, come se io sapessi discernere tutto mentre gli altri fossero ciechi. Consideravo me come la detentrice della verità e gli altri come i servitori della verità. Richiamavo gli altri a riflettere sulle loro azioni, a conoscere se stessi e a imparare una lezione, come se io non fossi stata corrotta da Satana e non avessi bisogno di riflessione e consapevolezza. Ai miei occhi, gli altri erano incompetenti e insopportabili, e io la migliore; così, quando emergeva un problema nel dovere di qualcuno, pensavo sempre: “Questo lo chiami compiere il tuo dovere?”, “Sei davvero in grado di svolgere il tuo dovere?”, “Sei solamente d’intralcio”, ed emettevo giudizi su chiunque. Volevo solo incolpare e rimproverare gli altri. In effetti, anch’io avevo commesso molti degli stessi errori degli altri nel mio dovere, e mi ero lasciata prendere dalle stesse cose, quindi ero davvero tanto migliore di loro? Tutti hanno momenti in cui non hanno chiara una persona o una situazione, e saranno inevitabilmente carenti e non all’altezza dei loro doveri. Purché i problemi e le deviazioni possano essere individuati in tempo e vengano continuamente rivisti e corretti, allora non è che un processo di crescita. In effetti, spesso commetto errori nel mio dovere, come nell’episodio con Wang Mei. Sapevo chiaramente che si era comportata male in passato ma, quando sorella Li ha detto che non aveva manifestato problemi di recente, ho smesso di voler fare chiarezza. Ho pensato che sorella Li avesse valutato la situazione e che andasse bene così. Alla fine, un problema è emerso, e io chiaramente ero in parte responsabile, ma ho addossato tutto a sorella Li, puntando il dito, giudicandola e criticandola. Sono stata così arrogante e priva di umanità! Compiere il proprio dovere in questo modo non solo non è d’aiuto né istruttivo per gli altri, ma verosimilmente li limiterà e li renderà negativi. Di fronte a un problema, non valutavo cose e persone secondo la parola di Dio. Mi lamentavo, mi arrabbiavo e rimproveravo gli altri. Pensavo addirittura che questo significasse essere responsabile, che fosse un atto di giustizia, e che stessi proteggendo il lavoro della chiesa. Che visione del tutto assurda!
Poi, ho letto un passo della parola di Dio che mi ha illuminato il cuore. Dio Onnipotente dice: “Una volte ottenuto il prestigio, un uomo troverà spesso difficile controllare il suo umore, e così non perderà occasione per esprimere la sua insoddisfazione e dare libero sfogo alle sue emozioni; spesso andrà su tutte le furie senza una ragione evidente, in modo da mettere in evidenza la sua capacità e far sapere agli altri che il suo prestigio e la sua identità sono diversi da quelli delle persone comuni. Naturalmente anche le persone corrotte e di basso rango perdono frequentemente il controllo. La loro rabbia è causata sovente da un danno ai loro interessi personali. Per proteggere il prestigio e la dignità personali, spesso sfogano le loro emozioni e rivelano la loro natura arrogante. L’uomo si abbandonerà a esplosioni di collera e darà libero sfogo alle sue emozioni per difendere e sostenere l’esistenza del peccato, e con tali azioni l’uomo esprime la sua insoddisfazione; esse traboccano di impurità, di macchinazioni e intrighi, della corruzione e malvagità dell’uomo, e soprattutto sono colme delle ambizioni e dei desideri sfrenati dell’uomo. Quando la giustizia si scontra con la malvagità, la rabbia dell’uomo non s’infiammerà per difendere l’esistenza della giustizia o per sostenerla; al contrario, quando le forze della giustizia sono oggetto di minacce, persecuzioni e aggressioni, l’uomo tende a lasciar correre, a evitare o tirarsi indietro. Invece, davanti alle forze del male, l’atteggiamento dell’uomo è quello di assecondarle e di piegarsi servilmente a esse. Pertanto, lo sfogo umano è una via di fuga per le forze maligne, un’espressione della condotta malvagia dilagante e inarrestabile dell’uomo carnale. Quando Dio manifesta la Sua ira, invece, tutte le forze del male saranno fermate, tutti i peccati che danneggiano l’uomo saranno tenuti a freno, tutte le forze ostili che ostacolano l’opera di Dio saranno portate alla luce, isolate e maledette, tutti i complici di Satana che si oppongono a Dio saranno puniti, ed eliminati. Senza di loro, l’opera di Dio procederà libera da ogni ostacolo, il piano di gestione di Dio continuerà a dispiegarsi, passo dopo passo, secondo il programma prestabilito, gli eletti di Dio saranno liberi dall’interferenza e dall’inganno di Satana, mentre coloro che seguono Dio godranno della Sua guida e del Suo approvvigionamento in un ambiente tranquillo e pacifico. L’ira di Dio è una protezione che impedisce alle forze del male di moltiplicarsi e dilagare, e inoltre tutela l’esistenza e la diffusione di tutte le cose giuste e positive e le preserva eternamente dalla repressione e dal sovvertimento” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho capito che, per proteggere i propri interessi personali e soddisfare i propri desideri e ambizioni, le persone si arrabbiano senza considerare la ragione, i princìpi o l’obiettivo della loro rabbia. Queste sono tutte forme di irascibilità, manifestazioni di un’indole corrotta, e disgustano Dio. Ma, se le persone riescono a valutare le cose e le persone secondo la parola di Dio, se amano ciò che Dio ama, odiano ciò che Dio odia, e detestano l’intralcio dei malfattori e degli anticristi per proteggere il lavoro della chiesa e gli interessi dei prescelti di Dio, questa è un’espressione di normale umanità e una manifestazione di senso di giustizia. Anche se a volte parlate con un po’ troppa risolutezza o severità, purché tutto ciò che dite sia basato sulla parola di Dio, non sia in contraddizione con i fatti, non dia sfogo a ripicche personali e non sia contaminato da motivazioni personali, allora le persone si convinceranno e vedranno più chiaramente l’essenza dei problemi, e i vostri commenti otterranno risultati positivi. Questo tipo di rabbia è positiva e non è espressione di un’indole corrotta. Perdere la calma a causa di un’indole corrotta è diverso. La rabbia è contaminata da motivazioni personali e da fini abietti. C’è chi perde le staffe per proteggere la reputazione e il prestigio, c’è chi lo fa per costringere gli altri ad ascoltarlo e ad agire secondo i suoi desideri, e alcuni lo fanno perché i loro interessi personali sono stati danneggiati. Sono tutte forme di irascibilità e denotano un’indole corrotta. Come quando ho visto emergere problemi nei doveri degli altri che causavano ritardi: la mia rabbia sembrava motivata dal desiderio di proteggere il lavoro della chiesa, ma in realtà ero arrabbiata perché le persone non soddisfacevano le mie richieste e dovevo affrontare un sacco di fastidi inutili. Ne approfittavo per sfogare i miei sentimenti di insoddisfazione, giudicando e sminuendo le persone dentro di me. Era chiaramente la mia irascibilità che emergeva.
Ho affrontato spesso questo tipo di situazione nel regolare svolgimento dei miei doveri. In passato, la mia natura prendeva il sopravvento, ma non ci davo troppo peso. Quindi, come dovrei comportarmi in futuro quando mi troverò nella stessa situazione? Nei miei devozionali, ho letto un passo della parola di Dio. “Quando si tratta di lavoro o di organizzazione, tenta quanto meno di non violare le norme di coscienza e di ragionevolezza; relazionati e interagisci con le persone e gestisci le cose secondo il senno della normale umanità; naturalmente, la cosa migliore è praticare in conformità ai principi della verità richiesti da Dio: questo soddisfa Dio. Quali sono dunque i principi della verità richiesti da Dio? Che le persone siano comprensive nei confronti della debolezza e della negatività degli altri quando essi sono deboli e negativi, che le persone tengano conto del dolore e delle difficoltà degli altri e poi si informino al riguardo, offrano loro aiuto e sostegno e leggano loro le parole di Dio per aiutarli a risolvere i problemi, in modo che non siano più deboli e vengano condotti davanti a Dio. Questo è un modo di praticare in linea con i principi? Praticare in questo modo è in linea con i principi. Naturalmente, anche le relazioni interpersonali di questo tipo sono in linea con i principi. Quando qualcuno si intromette e disturba intenzionalmente, oppure è deliberatamente negligente e superficiale nell’adempimento dei suoi doveri, se tu lo rilevi e sei in grado di gestire le cose secondo i principi, di farglielo notare, di rimproverarlo e di aiutarlo, allora questo è in linea con i principi della verità. Se invece chiudi un occhio o sei tollerante nei suoi confronti e lo copri, e arrivi persino a fargli degli apprezzamenti, a lodarlo e ad applaudirlo, adulandolo con parole false, allora questi comportamenti, questi modi di interagire con le persone, di affrontare le questioni e di gestire i problemi sono chiaramente in contrasto con i principi della verità e non trovano alcun fondamento nelle parole di Dio; in questo caso, tali comportamenti e modi di interagire con le persone e di gestire le questioni sono chiaramente illegittimi” (Come riconoscere i falsi capi). Dopo aver letto la parola di Dio, ho capito che il modo migliore e più ragionevole di agire quando emergono problemi nei doveri degli altri è condividere la verità, aiutarli e sostenerli. Se gli altri causano ritardi nel lavoro per una svista momentanea o perché non hanno afferrato i princìpi, allora dovreste pazientemente condividere la verità con loro, e allo stesso tempo condividere con loro i princìpi in modo chiaro, per renderli consapevoli dei problemi esistenti e fornire loro un percorso. Alcuni sono costantemente approssimativi nei loro doveri. Non sanno assumersi un fardello, i problemi continuano a emergere, e le cose che potrebbero essere fatte bene non lo sono. Gli stessi problemi si ripresentano continuamente e si ripercuotono sul lavoro, o addirittura causano gravi danni. Allora tale persona può essere trattata, potata o richiamata. Se, nonostante i ripetuti ammonimenti, non cambia, può essere trasferita o destituita. Ma, a prescindere dalla situazione, dovete sempre considerare e gestire le questioni basandovi sulla parola di Dio e sui princìpi della verità, e non agire per irascibilità o per indole corrotta. Dopo aver riflettuto su queste cose, il mio cuore si è illuminato e ho trovato una via di pratica.
Poi, sono andata a cercare sorella Li per capire cosa fosse successo con Wang Mei. Soltanto allora ho appreso che Wang Mei aveva precedentemente svolto dei doveri in altre chiese, e solo recentemente si era trasferita nella nostra, quindi sorella Li non la conosceva ancora bene. Informandosi nelle altre chiese, ha in seguito saputo che Wang Mei era sempre stata poco professionale, nonché subdola e viscida. Le cose che diceva sembravano gentili in apparenza, ma poi non agiva da pari, mancava di umanità e le piaceva limitare le persone; così, alla fine è stata sollevata dal suo dovere. Mi sono vergognata molto quando ho scoperto questo retroscena. Sorella Li non era stata irresponsabile come avevo pensato. Era solo perché c’era bisogno di fare delle indagini in altre chiese che si erano verificati alcuni errori nel processo e la verifica non era avvenuta in modo chiaro. Non ho criticato ulteriormente sorella Li in merito alla faccenda, l’ho solo richiamata a sfruttare la questione come un’opportunità per rivedere i suoi errori ed evitare che lo stesso tipo di problema si ripetesse. Quando ho gestito il problema, quella volta, non l’ho fatto per rabbia o per volontà personale, ma solo secondo la ricerca dei princìpi della verità. Praticando in questo modo, il mio cuore si è sentito in pace.
Da questa esperienza, ho visto che, sia nel compiere il proprio dovere che nell’interagire con gli altri, non ci si può basare sulle proprie nozioni e fantasie personali o sulla propria rabbia. Tutto dovrebbe essere basato sulle parole di Dio. Cercate i princìpi della verità nelle parole di Dio e praticate e svolgete i vostri doveri in conformità alle Sue richieste. Solo questo è autentico perseguimento della verità e il cammino per entrare nella vita.
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