Rinunciando all’egoismo, mi sono liberato

12 Agosto 2020

di Xiaowei, Cina

Dio Onnipotente dice: “Nell’indole delle persone comuni non vi sono disonestà o falsità, le persone hanno un rapporto normale fra loro, non si isolano, e la loro vita non è né mediocre né decadente. E così, pure Dio è magnificato da tutti, le Sue parole permeano l’umanità, le persone vivono in pace fra loro e sotto la cura e la protezione di Dio, la terra è colma di armonia, senza interferenze da parte di Satana, e la gloria di Dio detiene la massima importanza fra gli uomini. Simili persone sono come gli angeli: pure, vibranti, non si lamentano mai nei confronti di Dio e dedicano tutto il loro impegno unicamente alla Sua gloria in terra(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 16”). Le parole di Dio ci mostrano che l’indole di una persona normale non contiene disonestà, inganno, egoismo e spregevolezza. Assumersi con sincerità l’incarico conferito da Dio, lavorare in armonia con i fratelli e le sorelle e fare tutto il possibile per il proprio dovere sono le cose più basilari che una persona dovrebbe riuscire a fare. Vivevo basandomi su filosofie sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Quando l’allievo sa tutto ciò che sa il maestro, il maestro perde la sua fonte di sostentamento”. Ero egoista, spregevole, disonesto e astuto, totalmente privo di parvenza umana. Solo dopo aver sperimentato il giudizio e il castigo delle parole di Dio questi tipi di indole satanica che avevo dentro di me hanno iniziato a cambiare.

Era il giugno del 2018 quando fratello Zhang è entrato a far parte della nostra squadra per affiancarmi nel mio dovere. All’epoca ho pensato: “Adesso è un po’ che svolgo questo dovere, quindi sono ferrato sui princìpi e ho ottenuto alcuni risultati. Forse, a un certo punto, lascerò questa squadra per assumermi una responsabilità maggiore. Devo aiutare fratello Zhang a mettersi in pari il più velocemente possibile così che possa prendere le redini del lavoro all’interno della squadra”. Ho provveduto a impartirgli le abilità fondamentali che avevo appreso nel mio dovere. Dopo tre mesi, ho visto che fratello Zhang aveva una comprensione basilare di tutti gli aspetti e che faceva progressi molto rapidi. A quel punto, ho iniziato a sentirmi minacciato. Pensavo: “Fratello Zhang migliora così in fretta nel suo dovere. Se continua così, forse a breve mi supererà? Se il capo scopre quanto siano rapidi i suoi progressi, non gli darà una posizione importante?” Quando mi è venuta in mente questa cosa, ho pensato tra me e me: “No, mi devo trattenere. Non posso più condividere con lui tutto quello che so”. Da quel momento, nel nostro lavoro, quando riscontravo che le abilità di fratello Zhang erano un po’ carenti, mi limitavo a dirgli qualcosa di superficiale senza condividere a pieno le mie conoscenze. Ero consapevole che quella non era la cosa giusta da fare, ma poi pensavo al vecchio proverbio che dice: “Quando l’allievo sa tutto ciò che sa il maestro, il maestro perde la sua fonte di sostentamento”. Con tutti i riflettori puntati su di lui, come avrei potuto fare bella mostra di me stesso? Non potevo permettergli di superarmi. Man mano che continuavamo a lavorare insieme, qualsiasi cosa mi chiedesse fratello Zhang, io gli davo una risposta parziale e tenevo il resto per me stesso.

Di lì a poco, il capo ha cercato fratello Zhang per discutere di un compito importante. Quando l’ho saputo, ho sentito il battito accelerare. Ho pensato: “Sono in questa squadra da più tempo di fratello Zhang. Perché il capo non ha voluto parlarne con me? Non sono bravo quanto lui? Sono stato io a formarlo, ma ora lui è il bambino prodigio e io vengo messo da parte. Lui sta sotto i riflettori e io vengo dimenticato. Se continuo a istruirlo, non apprenderà ancora più velocemente? Se ottiene una posizione importante, chi mi ammirerà poi?” Quindi nel nostro lavoro insieme, da quel momento in poi, quando vedevo che fratello Zhang era in difficoltà, non volevo dargli una mano. Visto che queste cose non venivano risolte in maniera tempestiva, il nostro lavoro non progrediva e, alla fine, il lavoro della Chiesa veniva frenato. Mi sentivo un po’ in colpa e a disagio, ma non riflettevo affatto su me stesso. Un giorno ho iniziato improvvisamente ad avvertire un prurito a livello ascellare e non sapevo proprio come liberarmene. Ho applicato un unguento, ma nemmeno quello faceva effetto. Il giorno dopo, il braccio ha iniziato a farmi così male che non riuscivo a muoverlo. Mi sono reso conto che questo disturbo non era una coincidenza, perciò mi sono presentato dinanzi a Dio per pregare e cercare. Ho detto: “Oh Dio, questo disturbo è comparso così all’improvviso. So che dietro c’è la Tua buona volontà. Ma sono troppo insensibile e non so quale sia la Tua volontà. Ti prego, illuminami e guidami”.

Un giorno, mentre mi dedicavo ai devozionali, all’improvviso mi sono venute in mente queste parole di Dio: “Se non sei disposto a dedicare tutto ciò che hai, se lo tieni nascosto e celato, hai un modo di fare inaffidabile, […](“Le persone possono essere veramente felici solo attraverso l’onestà” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Queste parole mi hanno aperto gli occhi. Avevo vissuto in uno stato in cui competevo per fama e profitto, nel timore che questo fratello mi superasse, quindi nel nostro lavoro non agivo mai a carte scoperte e non volevo condividere con lui le mie conoscenze. Ho compreso che quel disturbo era un avvertimento di Dio, così che riflettessi su me stesso. In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “I miscredenti hanno un certo tipo di indole corrotta. Quando insegnano agli altri qualche conoscenza o competenza professionale, credono nell’idea secondo cui ‘Quando l’allievo sa tutto ciò che sa il maestro, il maestro perde la sua fonte di sostentamento’. Pensano che, se insegnano agli altri tutto ciò che sanno, nessuno li rispetterà più e così perderanno il loro prestigio. Per questo motivo, sentono il bisogno di tenere nascosta una parte delle loro conoscenze, insegnando agli altri solamente l’ottanta per cento di ciò che sanno e accertandosi di conservare qualche asso nella manica; ritengono che questo sia l’unico metodo per poter dimostrare il proprio rango di maestri. Tenere sempre nascoste delle informazioni e conservare qualche asso nella manica: che genere di indole è questa? È disonestà. […] Non pensare di aver agito bene o di non avere tenuto nascoste conoscenze solo perché hai spiegato a tutti i concetti più superficiali o fondamentali; non sarà sufficiente. Talvolta, potrai insegnare soltanto alcune teorie o concetti che gli altri possono intendere alla lettera, ma i principianti non sono affatto in grado di cogliere l’essenza o i punti importanti. Tu offri soltanto una panoramica, senza approfondire né entrare nei dettagli e, frattanto, pensi: ‘Beh, insomma, te l’ho detto e non ho tenuto nascosto nulla intenzionalmente. Se non capisci, è perché la tua levatura è troppo scarsa, perciò non dare la colpa a me. Non ci resta che vedere come Dio adesso ti guiderà’. Una simile riflessione racchiude un inganno, vero? Non è forse egoista e ignobile? Perché non puoi insegnare agli altri tutto ciò che hai nel cuore e tutto ciò che capisci? Perché, invece, tieni nascoste certe conoscenze? Questo è un problema che riguarda le tue intenzioni e la tua indole(“Solo ricercando in ogni cosa la verità si può accedere alla verità realtà” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio rivelavano esattamente la situazione in cui mi trovavo. Non volevo impartire a lui le abilità che avevo appreso per non compromettere la mia fama e la mia posizione. Temevo che avrebbe fatto progressi mentre io sarei rimasto indietro, pensando che lo studente avrebbe usurpato il posto dell’insegnante. Tenendo sempre alcune informazioni per me, ero troppo egoista, spregevole e disonesto. Ho anche pensato a quando fratello Zhang era entrato a far parte della nostra squadra. Lo avevo formato perché volevo che fosse pronto a farsi carico del lavoro della squadra il prima possibile. A quel punto, avrei avuto qualcuno a cui passare il mio dovere perché speravo di assumere una posizione di maggiore importanza. Ma, quando ho visto con quale velocità apprendesse le cose e quanto fosse alta la stima che il capo aveva di lui, ho iniziato a preoccuparmi davvero. Temevo che, se avesse continuato a fare bene, prima o poi mi avrebbe superato, che mi avrebbe soppiantato. Di conseguenza, non volevo condividere con lui le mie conoscenze. A volte, quando sapevo che avrebbe trovato difficoltà nel suo dovere, non volevo aiutarlo e così, alla fine, il lavoro della Chiesa veniva ritardato. Ho compreso che mi adoperavo perennemente per proteggere il mio nome e la mia posizione senza considerare minimamente il lavoro della casa di Dio. Ero davvero così egoista e disonesto. Senza il disciplinamento tempestivo di Dio, il quale ha fatto in modo che si presentasse il disturbo al braccio, ancora non avrei riflettuto su me stesso. Poi ho letto queste parole di Dio: “Da quando hai acquisito la fede, ti sei nutrito delle parole di Dio; hai accettato il Suo giudizio e castigo e hai accettato la Sua salvezza. Tuttavia, se i principi in base ai quali agisci e l’orientamento che segui nel fare le cose e nel comportarti come persona non sono cambiati, se sei uguale ai miscredenti, Dio riconoscerà in te uno che ha fede? No. Dirà che stai ancora percorrendo la via dei miscredenti. Pertanto, che tu stia compiendo il tuo dovere o apprendendo conoscenze professionali, in tutto ciò che fai devi aderire ai principi. Devi rendere conforme alla verità tutto ciò che fai e devi mettere in pratica la verità. Devi usare la verità per risolvere i problemi, per trasformare l’indole corrotta che è stata rivelata in te e per modificare i tuoi modi e i tuoi pensieri erronei. Devi continuamente superare questi ostacoli. Tanto per cominciare, devi esaminare te stesso. Così facendo, se scopri un’indole corrotta, devi trasformarla, reprimerla e abbandonarla. Quando hai risolto questi problemi, quando non fai più le cose in base alla tua indole corrotta e quando sai abbandonare le tue motivazioni e i tuoi interessi e praticare secondo la verità principio, soltanto allora starai facendo ciò che è tenuto a fare chi veramente segue Dio(“Solo ricercando in ogni cosa la verità si può accedere alla verità realtà” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Tu devi cogliere l’essenza e i punti principali di tali conoscenze professionali – quelle cose che altri non hanno compreso o di cui non si sono resi conto – e spiegarli agli altri in modo che tutti possano far valere i propri punti di forza e perciò possano capire un maggior numero di cose, più profonde e mature. Se tu fornisci tutti questi contributi, risulteranno vantaggiosi per coloro che stanno compiendo il dovere in questione nonché per il lavoro della casa di Dio. […] Quando viene presentato alla maggior parte delle persone qualche aspetto specifico di conoscenze professionali, molte persone ne sanno comprendere soltanto il significato letterale, mentre la parte che riguarda i punti principali e l’essenza richiede un certo periodo di pratica per poter essere capita. Se tu hai già afferrato questi punti essenziali, devi spiegarli subito; non devi obbligare gli altri a seguire vie traverse e a impiegare tanto tempo per arrivarci. Questa è la tua responsabilità; è ciò che devi fare. Soltanto se spieghi loro quelli che, a tuo giudizio, sono i punti principali e l’essenza, non terrai nascosto nulla, e soltanto allora non sarai egoista(“Solo ricercando in ogni cosa la verità si può accedere alla verità realtà” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dalle parole di Dio ho compreso che, nel mio dovere, dovevo concentrarmi sull’autoriflessione e cercare la verità per eliminare la mia natura satanica. Dovevo rinunciare ai miei pensieri e alle mie idee che erano errati e riuscire a lavorare all’unisono con i fratelli e le sorelle nel mio dovere. Ho capito che tutti noi siamo molto carenti, per quanto riguarda la verità ma anche nel lavoro, quindi i fratelli e le sorelle devono aiutarsi e sostenersi a vicenda nello svolgimento dei propri doveri e condividere su quello che comprendono senza tenere nulla per sé. Compensando così uno i difetti dell’altro, è molto meno probabile che vi siano deviazioni. Infatti, io ero un po’ più esperto di fratello Zhang, ma ciò era dovuto interamente alla bontà di Dio. Avrei dovuto tenere in considerazione la Sua volontà, rinunciare al mio egoismo e insegnargli tutto quello che sapevo così che potesse svolgere bene il proprio dovere il prima possibile. Solo questo sarebbe stato in linea con la volontà di Dio. Appena me ne sono reso conto, mi sono affrettato a presentarmi dinanzi a Dio per pregare, disposto a rinunciare al mio pensiero errato e a non vivere più in base alla mia indole satanica. In seguito, sono andato a cercare fratello Zhang per parlargli a cuore aperto sullo stato in cui mi trovavo e per dissezionare questi tipi di indole satanica che avevo in me. Ho anche condiviso con lui i punti principali delle abilità che possedevo. Quando ho iniziato a praticare in questo modo, mi sono sentito molto più tranquillo e quel problema di salute è sparito senza che me ne accorgessi.

Ho pensato di essere ormai cambiato, dopo questa esperienza, ma quei tipi di indole satanica erano radicati davvero a fondo. Appena si sono verificate le condizioni giuste, non sono riuscito a impedire che quei veleni venissero di nuovo a galla.

Nel marzo del 2019, io e fratello Zhang siamo stati eletti contemporaneamente capi della Chiesa. All’inizio, abbiamo lavorato benissimo insieme. Che si trattasse di un problema interno alla Chiesa o di una difficoltà in cui ci imbattevamo, riuscivamo a cercare la verità insieme per trovare una soluzione. Ma poi, un giorno, ho sentito qualcuno nella Chiesa che diceva: “La condivisione di fratello Zhang sulla verità è piuttosto concreta e lui è davvero responsabile nel suo dovere”. Queste parole mi hanno provocato un tumulto interno e ho pensato: “Se fratello Zhang mi surclassa, non sarà per me un’umiliazione?” Da lì in poi, in tutte le nostre discussioni di lavoro, segnalavo solo gli errori e i difetti e tenevo per me i cammini di pratica per eliminarli. A volte, quando lui veniva da me per cercare, mi limitavo a digrignare i denti e gli lanciavo un ossicino nel timore che, se avesse compreso troppo, avrebbe risolto quei problemi senza che io avessi la possibilità di mettermi in mostra. Ricordo che c’è stata una volta in cui stava per andare a offrire sostegno ad alcuni fratelli e sorelle che erano in un momento di debolezza. Temeva che, senza il giusto tipo di condivisione, sarebbe stato tutto inutile, quindi è venuto a consultarsi con me per capire su quali verità fosse meglio concentrarsi. Ma la mia considerazione allora è stata che, se gli avessi detto tutto quello che sapevo e lui fosse andato ad affrontare quel problema, i fratelli e le sorelle lo avrebbero sicuramente ammirato e allora, la volta successiva, su cosa avrei condiviso? Questo non lo avrebbe fatto sembrare migliore di me? Quindi, in quel momento, ho pensato: “No, devo tenere per me qualcosa su cui condividere la prossima volta così vedranno che, tra noi due, sono io quello più capace di risolvere i problemi”. Mi sono limitato a offrire a fratello Zhang una veloce panoramica ma non sono sceso nei dettagli, né ho menzionato nulla di importante. Siccome cullavo in me egoismo e non volevo condividere con lui tutte le mie conoscenze, nel nostro lavoro insieme evitavo intenzionalmente fratello Zhang e, rispetto a prima, passavamo meno tempo a discutere delle cose. A volte, effettivamente mi sentivo davvero in colpa e pensavo tra me e me: “Svolgendo in questo modo il mio dovere, non sto lavorando in armonia con il fratello e non è una cosa che piacerebbe a Dio”. Ma poi ho pensato: “Se mi surclassa, tutti lo ammireranno”, quindi non volevo più praticare la verità. In quel periodo, ero in un perenne stato di intransigenza e mi sono imbattuto nell’indole giusta di Dio. La mia mente era in un turbinio continuo. Le mie condivisioni durante gli incontri erano totalmente prive di luce e nello svolgimento del mio dovere non concludevo nulla; ho iniziato ad appisolarmi tutte le sere molto presto. Inoltre, mi sentivo sempre più turbato. A quel punto, mi sono reso conto che Dio Si era allontanato da me e, allora, mi sono spaventato. In fretta mi sono presentato dinanzi a Lui e ho pregato. “Oh Dio, sono stato troppo egoista e spregevole. So che questo Ti disgusta, ma non riesco a fare diversamente. Non riesco a liberarmene. Dio, Ti prego, illuminami così che io possa giungere a una comprensione più vera della mia natura ed essenza”.

Dopo aver pregato, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e guadagnato la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai emozioni così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è dentro di voi. Quanto a cosa sia il veleno di Satana, lo si può esprimere compiutamente a parole. Ad esempio, se chiedi a dei malfattori perché hanno compiuto il male, essi risponderanno: ‘Perché è “ognuno per sé e che gli altri si arrangino”’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La logica di Satana è diventata la vita delle persone. Faranno anche cose per questo o quello scopo, ma lo fanno solo per sé stesse. Ognuno pensa che, siccome è valido il detto ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’, dovrebbe vivere solo per sé stesso e fare tutto ciò che è in suo potere per assicurarsi una buona posizione che gli procuri cibo e bei vestiti. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la vita e la filosofia dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole di Satana sono appunto il veleno di Satana e, quando le persone lo interiorizzano, diventa la loro natura. Attraverso queste parole, viene messa a nudo la natura di Satana; esse la rappresentano completamente. Questo veleno diventa la vita delle persone nonché il fondamento della loro esistenza, e l’umanità corrotta è ormai da millenni costantemente dominata da questo veleno(“Come percorrere il cammino di Pietro” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Leggere le parole di Dio mi ha mostrato che non riuscivo proprio a evitare di comportarmi in modo egoista e spregevole, poiché le filosofie e i veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” erano diventati la mia stessa natura. Li avevo interpretati come cose positive, come regole di vita, convinto fosse così che bisognava vivere, che fosse l’unico modo per proteggerci. Di conseguenza, sono diventato sempre più egoista e deplorevole, pensavo solo a me stesso. Avevo il terrore costante che fratello Zhang fosse migliore di me nel dovere che svolgevamo insieme perciò, ogni volta che parlavamo di lavoro, io semplicemente glissavo sulle cose, facendo il minimo indispensabile, senza condividere tutto quello che sapevo. Quando fratello Zhang si imbatteva in qualche problema nel proprio dovere e veniva da me a cercare, il lavoro della casa di Dio non era ciò di cui mi preoccupavo: piuttosto, se gli avessi insegnato tutto, non avrei più avuto occasione di spiccare all’interno della Chiesa. Anche se sapevo benissimo che quello non era l’approccio giusto, mi rifiutavo di aiutarlo. Capivo che non stavo svolgendo il mio dovere per rispettare la volontà di Dio o per sostenere il lavoro della Sua casa, ma lo stavo facendo per perseguire fama e prestigio personale. Sono stato incredibilmente egoista e astuto. Se nel mio dovere mi basavo su quei veleni satanici, come potevo ottenere la guida e le benedizioni di Dio? Pensavo che, evitando di impartire le mie conoscenze a chiunque altro, avrei potuto essere il migliore nella Chiesa ed essere stimato da tutti, ma in realtà si è scoperto che, più tenevo conoscenze per me, più il mio spirito si faceva oscuro e più ero privo della guida di Dio. Sono arrivato al punto in cui non riuscivo nemmeno più a fare quello che ero in grado di fare prima. Allora mi sono venute in mente queste parole del Signore Gesù: “Perché a chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, sarà tolto anche quello che ha(Matteo 13:12). Sperimentare ciò mi ha fatto davvero apprezzare l’indole giusta di Dio. Quando ci ho riflettuto maggiormente, ho compreso che, se ero in grado di individuare alcune problematiche nel mio dovere, era solo grazie alla guida e all’illuminazione di Dio e che, senza le Sue parole a guidarmi, ero cieco, non ero capace di comprendere nulla, né di risolvere alcun problema. Però non avevo la minima autoconsapevolezza, quindi ho spudoratamente scambiato l’illuminazione dello Spirito Santo per una mia abilità personale. Non avevo forse tentato di derubare Dio della Sua gloria? Dio sa vedere nel cuore e nella mente delle persone. Sapevo che, se avessi continuato a essere egoista e spregevole, senza dubbio sarei stato rifiutato ed eliminato da Dio. Questo pensiero mi ha indotto a presentarmi subito dinanzi a Dio per pregare in questo modo: “Dio, non sarò più così egoista e deplorevole nel mio dovere. Voglio davvero lavorare bene con fratello Zhang e svolgere adeguatamente il mio dovere”.

Dopo di ciò, ho letto queste parole di Dio: “Non fare sempre cose per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi; non pensare affatto alla tua posizione, al tuo prestigio o alla tua reputazione. Inoltre, non considerare gli interessi dell’uomo. Devi prima pensare agli interessi della casa di Dio e farne la tua prima priorità. Dovresti essere rispettoso della volontà di Dio e cominciare col riflettere se tu sia stato o meno impuro nell’adempimento del tuo dovere, se tu abbia fatto o meno tutto il possibile per essere leale, se tu abbia fatto del tuo meglio per adempiere alle tue responsabilità e aver dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto sinceramente sul tuo dovere e sul lavoro della casa di Dio. Devi prendere in considerazione queste cose. Riflettici spesso, e ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere(“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Quando ti riveli egoista e ignobile e ne sei ormai cosciente, dovresti ricercare la verità chiedendoti: ‘Che cosa devo fare per conformarmi alla volontà di Dio? Come dovrei agire in modo vantaggioso per tutti?’ Ossia devi cominciare col mettere da parte i tuoi interessi, abbandonandoli gradatamente secondo la tua levatura, un po’ per volta. Quando avrai fatto questa esperienza alcune volte, li avrai messi da parte del tutto e, così facendo, ti sentirai sempre più risoluto. Più metti da parte i tuoi interessi, più percepirai che, in quanto essere umano, dovresti essere dotato di coscienza e ragione. Percepirai che, senza motivazioni egoiste, sei una persona retta e onesta, e fai le cose esclusivamente per compiacere Dio. Percepirai che un tale comportamento ti rende degno di essere definito ‘umano’ e che, vivendo sulla terra in questo modo, sei schietto e sincero, sei una persona autentica, hai la coscienza pulita e sei degno di tutte le cose che Dio ti ha donato. Più vivi in questa maniera, più ti sentirai risoluto e radioso. In tal modo, non avrai forse intrapreso la retta via?(“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver letto questo passo, ho capito che, se volevo svolgere bene il mio dovere, prima dovevo riflettere su come sostenere il lavoro della casa di Dio, come impegnarmi al massimo nel mio dovere e come svolgerlo con assoluta responsabilità. Dio si concentra sull’atteggiamento che teniamo nello svolgere il nostro dovere. Egli spera che Lo affrontiamo con un cuore sincero, che diamo il massimo per svolgere bene il nostro dovere e che diventiamo persone di coscienza e umanità. Una volta compresa la Sua volontà, nel mio cuore ho rivolto una preghiera a Dio, Gli ho detto che ero pronto a rinunciare al mio egoismo e a smettere di tenere conto dei miei interessi personali e che mi sarei limitato a fare tutto ciò che potesse recare beneficio alla Chiesa e alla vita dei miei fratelli e sorelle. In seguito, sono andato a parlare con fratello Zhang, gli ho raccontato delle mie motivazioni egoiste, spregevoli e disoneste. Abbiamo anche cercato insieme la verità sui problemi e i difetti del nostro lavoro per eliminarli e io ho tenuto una condivisione su tutto ciò che sapevo, senza riserve. Quando ho praticato in questo modo, ho provato un tale senso di pace. Ho sentito che era meraviglioso essere quel tipo di persona, essere aperto e agire alla luce del sole. Il mio stato è pian piano migliorato e ho iniziato a vedere qualche risultato nel mio dovere. Anche se a volte continuavo a ragionare in maniera egoista e spregevole, appena pensavo a quanto ciò disgustasse Dio, mi presentavo dinanzi a Lui per pregare, rinunciavo ai miei ragionamenti errati e desideravo praticare secondo le Sue parole.

Avendo vissuto quest’esperienza, ho davvero percepito che svolgere il nostro dovere basandoci su un’indole satanica e sui veleni di Satana può solo renderci sempre più egoisti, spregevoli ed egocentrici. Ci fa perdere ogni parvenza di umanità e non solo ci causa sofferenza, ma ci rende anche incapaci di lavorare bene con gli altri. Inoltre, non fa che danneggiare il lavoro della casa di Dio. Quando ho praticato la verità da persona onesta secondo le parole di Dio e non ho più complottato per i miei interessi personali, ho ottenuto l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo nel mio dovere e ho provato pace interiore. Sia ringraziato Dio! È stato il giudizio e il castigo delle parole di Dio a farmi comprendere in parte la mia indole satanica e finalmente sono stato in grado di praticare un po’ della verità e di vivere una qualche parvenza umana.

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