Il timore di segnalare un problema
Nel settembre 2021, condividevo il Vangelo per la chiesa. Dopo un po’, ho notato che la sorella che supervisionava l’evangelizzazione non si assumeva alcun fardello nel suo dovere, e che da tempo non ci chiedeva come procedessero i nostri doveri. Ogni volta che veniva, si limitava a seguire le procedure e non risolveva mai i problemi reali. Non era di alcun aiuto o beneficio per i nostri doveri. All’inizio ho pensato che, avendo iniziato da poco a supervisionare il lavoro del Vangelo, non lo conoscesse bene, che fosse normale che per un po’ si trovasse in difficoltà, e che dopo aver praticato per un certo tempo avrebbe acquisito padronanza. Ma, col tempo, ho scoperto che non era come avevo immaginato.
Una volta abbiamo avuto un imprevisto nel lavoro, così le abbiamo scritto per cercare una soluzione. Ma la sua risposta non conteneva idee o suggerimenti chiari. Ci ha solo inviato un passo della parola di Dio del tutto scollegato dal nostro problema. Era assolutamente incredibile. Come poteva essere così negligente nel suo dovere? Abitualmente, non riusciva a rilevare alcun problema quando seguiva il lavoro e, quando prendevamo l’iniziativa di rivolgerci a lei, non aveva idee né suggerimenti chiari. Era davvero irresponsabile. Inizialmente volevo farlo durante una riunione, ma avevo qualche timore. Avrebbe detto che ero arrogante? Che pretendevo troppo? Che la mia intenzione era quella di approfittare della sua debolezza? Se non fosse riuscita ad accettare quello che le avrei detto e avesse indagato sulle mie responsabilità, non mi sarei semplicemente cercato dei guai? A questo pensiero, ho perso il coraggio di parlargliene. Quando poi ci siamo incontrati, ho minimizzato la questione e l’ho semplicemente richiamata: “Se riesci a trovare il tempo, segui il nostro lavoro e vedi se ci sono dei problemi”. Ma, con mia sorpresa, ha risposto: “Tutti voi vi occupate dell’evangelizzazione da molto e capite i principi meglio di me. Anche tu stai ottenendo ottimi risultati. Da te posso solo imparare”. Da allora, ogni volta che la richiamavo a prestare più attenzione al nostro lavoro, rispondeva sempre qualcosa del genere. Pensavo tra me e me: “Non sta svolgendo un vero lavoro e cerca sempre di giustificarsi. Questo non è accettare la verità”. Il compito principale di un supervisore è rilevare e risolvere i problemi e le difficoltà reali che i fratelli e le sorelle hanno nei loro doveri, e supervisionare e seguire il lavoro. Ma lei non era in grado di rilevare o risolvere alcun problema, quindi non era in grado di svolgere lavoro concreto. Avanti di quel passo, l’evangelizzazione ne avrebbe risentito. In seguito, volevo di nuovo affrontare l’argomento con lei, per renderla consapevole del suo problema e risolverlo rapidamente. Ma poi ci ho ripensato: “Anch’io sono stato un supervisore in passato, e sono stato rimosso perché non ero in grado di svolgere lavoro concreto. Se continuassi a presentarle le mie opinioni, non penserebbe che tengo troppo al prestigio? Che ritengo ingiusto non essere stato nominato supervisore e che quindi faccio deliberatamente il pignolo? Penserebbe male di me e mi solleverebbe dal mio dovere? Meglio lasciar perdere. Forse non ha avuto abbastanza tempo di familiarizzare col lavoro. Magari, se aspetto che acquisisca padronanza, migliorerà”. E così non ho più sollevato la questione con lei.
Tempo dopo, abbiamo avuto alcuni problemi nell’evangelizzazione e abbiamo chiesto aiuto a lei. Ma lei continuava a eludere la questione e abbiamo dovuto risolvere i problemi da soli. In un’altra occasione, l’ho sentita inavvertitamente dire che, poiché non aveva padronanza dei dettagli su quanti seguaci stessimo guadagnando, quando il leader glielo chiedeva, riportava un numero scelto a caso, con il risultato di una grande discrepanza con la cifra reale. Saperlo mi ha fatto infuriare. Le parlavamo della situazione specifica del nostro lavoro del Vangelo ogni mese, e la richiamavamo a seguire e guidare di più il nostro lavoro, ma lei ancora non sapeva nemmeno quanti nuovi arrivati entrassero nella chiesa in un mese. Stava forse svolgendo un qualche lavoro pratico? Con quel tipo di atteggiamento nei confronti del suo dovere, come poteva fare da supervisore? Non c’è da stupirsi che non riuscisse a rilevare alcun problema. Osservando tutti quei comportamenti, ho pensato che non fosse in grado di svolgere un lavoro concreto, che fosse una falsa lavoratrice e che non fosse adatta a supervisionare l’evangelizzazione. In quel momento, volevo davvero segnalare i suoi problemi, ma poi ho pensato: “Se viene a sapere che sono stato io a segnalarla, penserà che stia intenzionalmente trovando in lei dei difetti e rendendole la vita difficile? Se poi parlerà male di me al leader, il leader forse mi trasferirà o mi destituirà?”. Alla luce di questo, ho desistito ancora una volta. Un paio di giorni dopo, ho sentito un membro di un altro gruppo, sorella Liu Xiangyi, affermare che il nostro stesso supervisore non aveva mai risolto nessuno dei loro problemi concreti. Quando le hanno riferito di un membro del gruppo che aveva un’indole arrogante, era ossessionato dal prestigio, che spesso si approfittava delle debolezze degli altri, li attaccava e li limitava, e che aveva già disturbato le persone che svolgevano il loro dovere, il supervisore l’ha ritenuto irrilevante e ha lasciato correre. Alla fine, l’unico modo per risolvere il problema era segnalarlo al leader. Il resoconto di Xiangyi mi ha fatto sentire davvero in colpa. Avevo notato da tempo i problemi del supervisore, ma per proteggermi non avevo detto nulla. Perché non sapevo praticare la verità e proteggere il lavoro della chiesa?
Nei miei devozionali, ho letto due passi della parola di Dio. Dio Onnipotente dice: “Ci sono anche falsi leader che hanno un po’ di levatura e sanno svolgere una parte di lavoro, che conoscono un po’ i principi di gestione di ogni tipo di persona, ma hanno paura di recare offesa, quindi non osano porre un freno alle persone malvagie e agli anticristi. Vivono secondo filosofie sataniche, distaccandosi dalle questioni che non li riguardano personalmente. Non si preoccupano se il lavoro della chiesa sia efficace, né di quanto sia grande il danno arrecato all’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio; pensano che queste cose non abbiano nulla a che fare con loro. Così, durante il mandato di un falso leader, il normale ordine della vita della chiesa non viene mantenuto e i doveri e l’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio non sono garantiti. Qual è la natura di questo problema? Non è che questi falsi leader non siano capaci di lavorare a causa di una scarsa levatura: quindi in che modo sono falsi? Sono falsi perché c’è un problema con la loro umanità. Durante il loro mandato di leader, non si riesce a risolvere il problema delle persone malvagie e degli anticristi che intralciano e disturbano il lavoro della chiesa. Alcuni fratelli e sorelle ne sono fortemente danneggiati e ciò rappresenta una tremenda battuta d’arresto per il lavoro della chiesa. Questo tipo di falsi leader si accorge di un problema e vede che qualcuno sta causando un intralcio o un disturbo, e sa qual è la sua responsabilità, cosa dovrebbe fare e come dovrebbe farlo, eppure non fa nulla. Fingono di essere sordi e muti, fanno orecchie da mercante e non pongono domande, e non riferiscono la questione ai loro superiori. Fanno finta di non sapere nulla e di non vedere nulla. Non è forse questo un problema della loro umanità? Qual è il principio della loro leadership? ‘Non creo intralci o interferenze, ma non faccio nulla che offenda né qualcosa che attacchi la dignità degli altri. Caratterizzatemi pure come un falso leader, ma non farò comunque nulla che offenda. Devo lasciarmi una via di fuga’. Che tipo di logica è questa? È la logica di Satana. E che tipo di indole è questa? Non è forse molto subdola e ingannevole? Una persona di questo tipo non è minimamente sincera nel trattare l’incarico di Dio; è sempre astuta e viscida nell’adempimento del suo dovere, con tanti biechi calcoli, pensando a sé stessa in ogni cosa. Costoro non pensano minimamente al lavoro della chiesa e non hanno alcuna coscienza o ragione. Sono del tutto inadatti al lavoro di leader. […] Nel Mio cuore, per quanto forte appaia questo tipo di persona, o per quanto ben regolata, o taciturna, o laboriosa e competente, il fatto che agisca senza principi e non si assuma alcuna responsabilità per il lavoro della chiesa Mi obbliga a ‘vederla sotto una nuova luce’, per così dire. Per concludere, definirò questo tipo di persone. Non commettono gravi errori, ma sono molto subdole e ingannevoli; non si assumono alcuna responsabilità e non sostengono affatto il lavoro della chiesa. Non hanno umanità. Ho l’impressione che siano come una specie di animale: nella loro astuzia, sono un po’ come le volpi” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori). “Una volta che la verità è diventata vita in te, quando noti qualcuno che è blasfemo verso Dio, non Lo teme, è incurante e superficiale mentre adempie il suo dovere, o interferisce con il lavoro della chiesa e lo interrompe, risponderai secondo i principi della verità, e sarai in grado di individuarlo e segnalarlo come è necessario fare. Se la verità non è diventata la tua vita e tu continui a vivere nell’ambito della tua indole satanica, allora, quando scopri persone malvagie e diavoli che creano ostacoli e intralci all’opera della chiesa, chiuderai un occhio e fingerai di non sentire; non ne terrai conto, senza rimproveri da parte della tua coscienza. Penserai perfino che chiunque provochi intralci all’opera della chiesa non abbia nulla a che fare con te. Per quanto il lavoro della chiesa e gli interessi della casa di Dio soffrano, a te non interessa, non intervieni e non ti senti in colpa, cosa che fa di te una persona priva di coscienza o senno, un miscredente, un servitore. Ti nutri e ti disseti di ciò che è di Dio e gioisci di tutto ciò che proviene da Lui, eppure percepisci qualsiasi danno agli interessi della casa di Dio come scollegato da te, il che fa di te un traditore che sputa nel piatto in cui mangia. Se non proteggi gli interessi della casa di Dio, puoi forse definirti umano? Sei un demone che si è insinuato nella chiesa. Tu simuli la tua fede in Dio, fingi di essere un eletto, e vuoi approfittare della casa di Dio. Non stai vivendo la vita di un essere umano e appartieni chiaramente alle fila dei miscredenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo coloro che si sottomettono veramente a Dio hanno un cuore che Lo teme”). Le parole di Dio mi hanno profondamente angosciato. Soprattutto quando ho letto: “non hanno umanità”, “nella loro astuzia, sono un po’ come le volpi”, “un demone che si è insinuato nella chiesa”, e “i miscredenti”, Ho percepito che l’indole di Dio non tollera offesa. Dio prova odia e disgusto soprattutto per le persone ingannevoli. Egli le definisce come demoni e miscredenti. Sono stato sopraffatto da paura e senso di colpa, come se Dio mi stesse smascherando e mettendo a nudo di persona. Ripensando al mio comportamento di allora, avevo già visto chiaramente che nel suo dovere quella sorella si limitava a seguire le procedure e non svolgeva lavoro concreto, e molte volte avrei voluto parlarne con lei, ma ero sempre stato troppo cauto e temevo che mi avrebbe dato dell’arrogante e dell’irragionevole, quindi non osavo parlarle. Anche quando l’ho fatto, ho sempre minimizzato e non ho avuto il coraggio di parlare del problema nella sua interezza, al punto addirittura di incoraggiarla, nonostante le mie idee, solo per poter proteggere la mia reputazione e i rapporti con lei. In seguito, ho stabilito che si trattava di una falsa lavoratrice incapace di svolgere un vero lavoro, che doveva essere trasferita o destituita, e che, per proteggere il lavoro della chiesa, doveva essere smascherata e segnalata. Ma temevo che avrebbe detto che competevo per il prestigio e che le stavo deliberatamente rendendo la vita difficile, e che mi avrebbe soffocato. Così, per proteggermi, ho fatto finta di niente, e sono rimasto a guardare senza segnalare nulla mentre l’evangelizzazione veniva ostacolata. Ero davvero ingannevole, egoista e spregevole! Non avevo alcuna sincerità verso Dio. Ripensando a tutti gli anni in cui avevo creduto in Dio, godendo della provvista di tante Sue parole, come potevo guardare l’evangelizzazione venire compromessa e voler proteggere solo me stesso e non il lavoro della chiesa? Se avessi segnalato prima il problema del supervisore, lei non avrebbe ritardato o ostacolato il lavoro della chiesa.
In preda al rimorso, ho letto queste parole di Dio: “Per molti anni, i pensieri sui quali gli uomini hanno fatto affidamento per la loro sopravvivenza ne hanno corroso i cuori al punto da farli diventare perfidi, codardi e spregevoli. Non solo mancano di forza di volontà e di determinazione, ma sono anche diventati avidi, arroganti e cocciuti. Manca in loro anche solo un briciolo di determinazione che vada al di là del loro io e, peggio ancora, non hanno un briciolo di coraggio per liberarsi dalle limitazioni di questi oscuri influssi. I pensieri e la vita degli uomini sono talmente corrotti che i loro punti di vista sulla fede in Dio sono rimasti insopportabilmente orribili, e persino quando parlano dei loro punti di vista sulla fede in Dio ascoltarli è insopportabile. Gli uomini sono tutti codardi, incompetenti, spregevoli e fragili. Non provano disgusto per le forze delle tenebre e non provano amore per la luce e la verità, ma al contrario fanno di tutto per espellerle” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Perché non vuoi essere un complemento?”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che ero stato profondamente corrotto da Satana e che i veleni di Satana avevano già messo radici profonde nel mio cuore. Filosofie sataniche come “Proteggi te stesso, cerca solo di evitare le colpe”, “Meno problemi ci sono, meglio è”, “Il chiodo che sporge viene preso a martellate” ed “È meglio prevenire che curare” erano diventati la mia natura e le leggi secondo cui vivevo, e mi tenevano saldamente sotto controllo, mi facevano considerare solo i miei interessi quando parlavo e agivo. Sono persino rimasto a guardare mentre un supervisore non svolgeva lavoro concreto e ritardava e influenzava il lavoro della chiesa. Facevo finta di niente, tacevo e non salvaguardavo affatto il lavoro della chiesa. Mi stavo inconsapevolmente schierando con Satana e fungevo da suo complice. Dio mi trovava davvero disgustoso! Ho visto che quelle filosofie mondane erano falsità e bugie usate da Satana per fuorviare e corrompere le persone. Vivendo secondo quelle cose, potevo solo diventare sempre più ingannevole, malvagio, egoista e spregevole. Per proteggere i miei interessi, mi guardavo da Dio e dalle persone e, qualunque intralcio o disturbo si verificasse nella chiesa, restavo indifferente, apatico e distaccato. Non praticavo le verità che avrei dovuto, né adempivo ai doveri che mi spettavano, e non mostravo alcuna traccia di coscienza, di ragione, di umanità o di dignità. Se non mi fossi pentito, alla fine Dio mi avrebbe detestato e scacciato. Più ci pensavo, più mi sentivo in colpa. Sentivo di essere stato così profondamente corrotto da Satana da mancare di qualsiasi tipo di umanità. Mi odiavo davvero molto. Ma, allo stesso tempo, ero deciso a praticare la verità. Non potevo continuare a essere così privo di scrupoli. Dovevo seguire la volontà di Dio, praticare la verità e segnalare il problema del supervisore al leader il prima possibile. In seguito, ho riferito al leader che il supervisore non svolgeva lavoro concreto.
Dopo aver inviato il rapporto, mi sono liberato di un enorme peso. Ma, dopo due o tre giorni, il leader non aveva ancora risposto, e i miei timori non potevano che riaffiorare. Il leader avrebbe letto il rapporto e avrebbe pensato che stavo competendo per il prestigio, o che stessi deliberatamente trovando dei difetti? Mi avrebbe etichettato come un malfattore e mi avrebbe espulso? Al pensiero, il mio cuore ha sussultato. Ne ho parlato con Xiangyi. Lei mi ha detto: “Non stai forse negando la giustizia di Dio e il fatto che nella Sua casa regna la verità?” Detto questo, ha scelto un passo della parola di Dio e me lo ha letto. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi affrontano sempre la giustizia e l’indole di Dio con nozioni, dubbi e resistenze. Pensano: ‘È solo una teoria che Dio sia giusto. Esiste davvero la giustizia a questo mondo? In tutti gli anni che ho vissuto, non l’ho mai né trovata né vista. Il mondo è così oscuro e malvagio: le persone malvagie e i demoni se la cavano piuttosto bene e vivono serenamente. Non li ho mai visti ricevere la punizione che si meritano. Non riesco a capire dove sia la giustizia di Dio in tutto questo e mi domando: esiste davvero la giustizia di Dio? Chi l’ha vista? Nessuno l’ha vista e nessuno può testimoniare che esista’. Questo è ciò che pensano tra sé e sé. Invece di accettare tutta l’opera di Dio, tutte le Sue parole e tutte le Sue orchestrazioni in base alla convinzione che Egli sia giusto, essi dubitano e giudicano costantemente, sempre pieni di nozioni che non cercano mai di risolvere con la verità. È sempre così che gli anticristi credono in Dio. Hanno una vera fede in Dio? No. Gli anticristi mantengono sempre un atteggiamento dubbioso nei confronti della giustizia di Dio. […] Per esempio, quando sorge un problema nel lavoro della chiesa, a prescindere dalla gravità della colpa e dalle sue conseguenze, la prima reazione di un anticristo è quella di scagionarsi e scaricare la colpa altrove. Al fine di non essere ritenuti responsabili, gli anticristi allontanano da sé l’attenzione altrui, dicendo cose corrette e piacevoli e compiendo delle azioni superficiali, così da nascondere la realtà dei fatti. In tempi normali le persone non se ne accorgono, ma è quando succede loro qualcosa che si rivela la bruttezza di un anticristo: non volendo assumersi alcuna responsabilità, si protegge con tutte le sue forze, come fa un istrice con gli aculei drizzati. Che genere di atteggiamento è questo? Non equivale forse a non credere che Dio sia giusto? Essi non credono che Dio esamini tutti o che sia giusto; vogliono utilizzare i propri metodi per proteggere sé stessi. Credono: ‘Se non proteggo me stesso, non lo farà nessun altro. Nemmeno Dio può proteggermi. Dicono che Egli è giusto, ma quando le persone si mettono nei guai, le tratta davvero in modo equo? Assolutamente no, Dio non lo fa’. Di fronte a problemi o a persecuzioni, si sentono indifesi e pensano: ‘Allora, dov’è Dio? Le persone non riescono a vederLo o a toccarLo. Nessuno può aiutarmi, nessuno può offrirmi giustizia e assicurarsi che venga fatta’. Pensano di poter proteggere sé stessi solo con i propri metodi, che altrimenti si troverebbero in difficoltà, vittime di soprusi e persecuzioni, e che la casa di Dio non costituisca un’eccezione. […] Si preoccupano solo della propria ricerca di fama e prestigio, e non fanno nulla per sostenere il lavoro della chiesa. Se qualcuno fa qualcosa di male e nuoce agli interessi della casa di Dio, essi non lo smascherano e non lo denunciano, comportandosi invece come se non avessero visto nulla. Se guardiamo ai principi con cui affrontano le cose e al modo in cui gestiscono ciò che accade intorno a loro, sono forse a conoscenza dell’indole giusta di Dio? Hanno fede? Non ne hanno nessuna. ‘Nessuna’ qui non significa che non ne sono consapevoli, ma che dubitano dell’indole giusta di Dio nei loro cuori. Non accettano né riconoscono che Dio è giusto” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10 – Parte prima”). Dio rivela che la natura degli anticristi è estremamente viscida e ingannevole. Essi osservano tutte le cose e le persone usando il proprio intuito, e approciano i problemi con sospetto. Non credono nella sovranità di Dio, né che Dio esamini ogni cosa, e tanto meno che la Sua indole sia giusta. Così, quando vedono qualcosa che danneggia il lavoro della chiesa, proteggono sempre sé stessi e i loro interessi personali, e non praticano affatto la verità. È come se, non stando attenti e non proteggendosi, potessero essere soffocati e puniti. Ho riflettuto: ero proprio come un anticristo. Non credevo che Dio fosse giusto, né che nella Sua casa regnassero la verità e la giustizia. Vedevo che il supervisore non svolgeva un lavoro concreto, ma ero sempre troppo preoccupato e non osavo segnalarlo. Anche quando finalmente ho trovato il coraggio di scrivere un rapporto, non possedendo autentica comprensione della giustizia di Dio, quando ho visto il leader non rispondere per diversi giorni, ero sospettoso e mi sono messo sulla difensiva. Temevo che il leader non si sarebbe occupato di quella falsa lavoratrice, e che io sarei stato espulso in quanto malfattore che approfittava delle debolezze altrui. Ero davvero ingannevole! Non avevo alcuna fede in Dio. Non stavo forse negando la giustizia di Dio e la Sua sovranità su tutte le cose? Guardavo l’orchestrazione di Dio su tutte le cose dalla prospettiva di un miscredente, ed ero sospettoso e sulla difensiva verso il leader della chiesa. Pensavo che la chiesa fosse ingiusta e iniqua come il mondo esterno. La mia era forse fede in Dio? Non era forse una calunnia e una bestemmia contro di Lui?
Poi, ho ripensato alla parola di Dio: “La verità ha dei favoriti? Può la verità deliberatamente contrapporsi alle persone? Se persegui la verità, può ciò sopraffarti? Se resti saldo per la giustizia, ciò ti getterà a terra? Se la tua vera aspirazione è perseguire la vita, può la vita sfuggirti?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). “Come potrebbe essere maledetto da Dio chi Lo cerca veramente? Come può essere maledetto da Dio chi è dotato di ragione sana e di coscienza sensibile? Come può essere consumato dal fuoco della collera di Dio chi Lo adora e Lo serve veramente? Come può essere cacciato dalla casa di Dio chi è felice di obbedirGli? Come potrà vivere nella punizione divina chi non ha saputo amare abbastanza Dio? Come potrà essere lasciato a mani vuote chi è lieto di rinunciare a tutto per Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Avere un’indole immutata è essere ostili a Dio”). Sì, l’essenza di Dio è giusta e leale. Dio esprime verità affinché l’uomo le pratichi e le viva. Perseguire e praticare la verità e proteggere il lavoro della chiesa è ovviamente una cosa positiva e approvata da Dio. In particolare, denunciare e smascherare anticristi, malfattori, falsi leader e falsi lavoratori riscuote l’approvazione di Dio ed è un’azione buona e giusta. Pensaci: è mai stato espulso dalla chiesa qualcuno che praticasse la verità e avesse senso di giustizia? È mai stata abbandonata o scacciata da Dio una persona che perseguisse e amasse la verità? Al contrario, non solo coloro che praticano la verità non sono stati soffocati o ostracizzati, ma hanno ricevuto protezione, approvazione e rispetto dai loro fratelli e sorelle. Anche se alcuni vengono soffocati e puniti da parte di anticristi e malfattori per aver praticato la verità, è solo una cosa temporanea, e questi anticristi e malfattori saranno tutti smascherati ed espulsi o allontanati dalla chiesa. Inoltre, coloro che sono stati soffocati da parte di anticristi e malfattori avranno guadagnato davvero molto pregando Dio e perseguendo la verità. Non solo avranno acquisito discernimento su malfattori e anticristi, ma anche comprensione ed esperienza della sovranità onnipotente di Dio. Queste cose rivelano interamente l’indole giusta di Dio, e che nella Sua casa regnano la verità e la giustizia. Nella casa di Dio, solo gli anticristi e coloro che hanno l’intenzione di fare il male saranno espulsi o allontanati dalla chiesa. Io non ho segnalato il problema del supervisore con intenzioni malvagie, né per approfittare deliberatamente delle sue debolezze, ma perché avevo a cuore il lavoro della chiesa. Quelli che ho segnalato erano tutti fatti oggettivi e non tentativi di farle un torto. Ho agito non per il male ma per il bene, sia del supervisore che del lavoro della chiesa. Se era una persona in grado di perseguire e accettare la verità, dopo essere stata segnalata, avrebbe saputo riflettere su sé stessa e trarne un insegnamento. La situazione l’avrebbe aiutata ad acquisire chiarezza sulle sue mancanze e sulla sua corruzione, e il suo ingresso nella vita sarebbe progredito. Se invece mi avesse odiato, o addirittura mi avesse soffocato o destituito d’impulso, ciò avrebbe rivelato appieno che non amava né accettava la verità, e che non era adatta alla coltivazione o a una posizione importante. Quando ho capito questo, mi si è rischiarato il cuore e non mi sentivo più limitato. Segnalare falsi leader e lavoratori che non svolgono un lavoro reale è una mia responsabilità e ciò che dovrei fare. A prescindere dalle conseguenze, non mi pentirei mai di farlo.
Quella sera, è arrivata una lettera del leader che diceva che il supervisore era stato rimosso. Leggerla è stato davvero molto toccante. Nella casa di Dio regnano realmente la verità e la giustizia. Ho lodato e ringraziato Dio dal profondo del cuore! Grazie a questa esperienza, non solo ho acquisito un certo discernimento su falsi leader e falsi lavoratori, ma ho anche visto quanto fosse ingannevole la mia natura, e ho acquisito una certa consapevolezza dell’indole giusta di Dio. E tutto per grazia di Dio! In futuro, qualunque cosa affronterò, sono intenzionato a seguire la volontà di Dio, a praticare la verità, a salvaguardare il lavoro della chiesa e ad adempiere alle responsabilità e ai doveri che mi spettano. Dio sia lodato!
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