La mia scelta per gli anni che mi restano
Quando ero bambino, la mia famiglia era piuttosto povera e spesso gli altri abitanti del villaggio ci maltrattavano. Mi sentivo sempre malissimo quando vedevo mia madre ridotta in lacrime a causa dei loro soprusi. Sembrava che tutti ci guardassero dall’alto in basso a causa della nostra mancanza di prestigio e che non avremmo mai avuto successo. All’epoca, i miei genitori mi dicevano spesso: “‘I poveri sono soli anche nelle città più grandi, mentre i ricchi ricevono visite anche tra le montagne più sperdute’. Perciò, quando sarai grande, dovrai farti un nome e superare gli altri per portare onore alla nostra famiglia”. Ho preso a cuore queste parole e ho lavorato duramente per ottenere prestigio e il rispetto altrui.
Nel 1986, ho partecipato a un programma di formazione in una grande azienda nazionale. Durante la formazione, studiavo duramente e ottenevo il massimo nei voti e nella condotta quasi ogni mese. Ma, con mia sorpresa, sono stato assegnato a una posizione di basso livello, mentre ad altri con voti peggiori dei miei ma con una migliore estrazione familiare sono stati assegnati incarichi manageriali. Ho preso molto male quella battuta d’arresto, e mi sono reso conto che, se volevo distinguermi, non sarebbe bastato avere buoni risultati: dovevo anche imparare a guadagnarmi il favore del capo. Così, da allora, lo aiutavo spesso nel lavoro a casa sua e, quando si è ammalato ed è stato ricoverato in ospedale, ero lì a sua completa disposizione. Per ottenere il suo riconoscimento, ho comprato libri di ogni tipo e mi sono lanciato negli studi per migliorare le mie capacità manageriali. Dopo alcuni anni di duro lavoro, sono stato finalmente promosso a un incarico dirigenziale. In fabbrica, tutti gli operai mi salutavano con cenni e inchini e, quando tornavo a casa, tutti i vicini venivano a farmi visita. Ero così diventato un nome importante nel nostro villaggio. Sempre più persone si rivolgevano a me chiedendomi favori e anche quelli che prima ci guardavano dall’alto in basso avevano cambiato completamente modi e ora erano piuttosto amichevoli con me. Per la mia vanità, era estremamente gratificante essere al centro dell’attenzione e ricoperto di ammirazione.
Nel 1998, all’età di 35 anni, sono stato promosso direttore di fabbrica. Nonostante avessi prestigio e autorità, mi sentivo ancora a disagio. Temevo che, non avendo conoscenze, senza buoni risultati nel mio lavoro non sarei stato in grado di mantenere il mio attuale prestigio. Così, come camminando sul filo del rasoio, mi approcciavo al mio lavoro con estrema cautela, temendo di essere licenziato se qualcosa fosse andato storto. Per far crescere la nostra attività, spesso offrivo cene e drink ai nostri clienti, portandoli fuori a bere e al karaoke. Mi sono reso conto che alcuni manager arrivavano a corrompere i clienti con denaro e prostitute. Disprezzavo quel modo di fare affari ma, dopo aver riflettuto più volte sulle mie opzioni, ho finito per arrendermi alla realtà della situazione. In quel periodo, soffrivo di attacchi d’ansia e avevo problemi a dormire. A causa dello stress del lavoro e della mia ansia, ho sviluppato, tra le altre malattie, diabete, ipertensione e iperlipidemia. In seguito, la mia azienda è stata convertita da pubblica a privata. Due o trecento dipendenti ne hanno acquistate le azioni e hanno preso parte alla proprietà. Tre anni dopo, per massimizzare i nostri guadagni, abbiamo rilevato gli azionisti di minoranza, in linea con il piano del presidente; in questo modo, io e alcuni altri azionisti principali siamo diventati milionari e la nostra azienda è divenuta un’importante fonte di reddito fiscale nella nostra regione. Spesso dovevo partecipare a riunioni importanti nella sede della contea e sono persino apparso in televisione. La mia vanità era appagata come mai in passato. Esteriormente, sembravo essere in vetta al mondo e condurre uno stile di vita privilegiato, ma dentro di me mi sentivo vuoto e a disagio. Ogni sera, a letto, pensavo tra me e me: “In questi anni, ho dato il cuore e l’anima per il mio lavoro e ho ottenuto prestigio e reputazione, ma ho perso la mia dignità e la mia salute. È davvero così che dovrei vivere la mia vita? Che significato ha una vita di questo tipo?”
Ma la mia vita piena di impegni non mi permetteva di riflettere molto. Ero ormai inestricabilmente vincolato dal prestigio e dalla reputazione, e quindi non potevo fare altro che continuare così.
Ma, con mia sorpresa, proprio mentre ero prossimo all’apice della mia carriera, uno dei nostri prodotti ha avuto un grave problema di qualità dovuto a un mio errore di gestione, costando all’azienda diversi milioni di yuan. Questo mi ha fatto stare malissimo. In tutti i miei anni in quell’azienda, avevo apportato miglioramenti costanti quasi ogni anno; eppure, nonostante avessi lavorato quasi fino allo sfinimento negli ultimi sei mesi, avevo finito per rovinare la mia reputazione. Mi sembrava di essere precipitato dalle stelle alle stalle. Mentre ero preda del dolore e dell’angoscia, alcuni fratelli e sorelle sono venuti a condividere con me il Vangelo di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Ho letto queste parole di Dio: “Il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Tu non sei in grado di controllarti: sebbene l’uomo non faccia altro che affannarsi e cercare da solo il modo di tenersi occupato, egli rimane incapace di controllarsi. Se potessi conoscere le tue prospettive e controllare il tuo destino, saresti ancora un essere creato?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). “Il cuore e lo spirito dell’uomo vengono tenuti nella mano di Dio, ogni cosa della sua vita viene vista dagli occhi di Dio. Che tu ci creda oppure no, tutte le cose, siano esse vive o morte, si muoveranno, muteranno, si rinnoveranno e scompariranno secondo i Suoi pensieri. Questo è il modo in cui Egli sovrintende a tutte le cose” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Dopo aver letto questo, ho capito che il nostro destino nella vita è intermente nelle mani di Dio. Non abbiamo alcun controllo sul successo che avremo nella nostra carriera. Riflettendoci su, ho capito che era vero. Inizialmente, avevo puntato a fare carriera con i miei sforzi, ma poi invece ho fallito miseramente. Era la prova che non abbiamo controllo sul nostro destino. Qulle parole mi parevano davvero concrete e giuste. Leggendo le parole di Dio Onnipotente per un certo periodo di tempo, ho acquisito certezza che era l’opera di Dio e ho accettato Dio Onnipotente.
In seguito, mi sono imbattuto in un altro passo delle parole di Dio: “Esorto le genti di tutte le nazioni, di tutti i paesi e persino di tutti i settori commerciali ad ascoltare la voce di Dio, a contemplare l’opera di Dio, a prestare attenzione al destino dell’umanità, per rendere Dio il più santo, il più onorevole, l’altissimo e l’unico e solo oggetto dell’adorazione nel genere umano, e per permettere all’umanità intera di vivere sotto la benedizione di Dio, così come i discendenti di Abramo vissero sotto la promessa di Jahvè e così come Adamo ed Eva, che Dio creò per primi, vissero nel giardino dell’Eden” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”). Le parole di Dio mi hanno profondamente colpito. Avevo trascorso la prima metà della mia vita lottando per il successo e, sebbene avessi realizzato il mio obiettivo di eccellere sugli altri, mi fossi fatto un nome e i miei vani desideri fossero stati soddisfatti, dentro di me mi sentivo vuoto e angosciato. Mi sono reso conto che solo presentarsi davanti a Dio per cercare la verità e adorarLo è la retta via e ci procura le benedizioni di Dio. Così, ho giurato a Dio che da allora in poi avrei fatto del mio meglio per praticare la fede e seguirLo.
Due mesi dopo, ero diventato capogruppo nella mia chiesa e avevo l’incarico di tenere riunioni di gruppo. Ero entusiasta e mi sentivo pronto a seguire la volontà di Dio e a svolgere il mio dovere. Poiché il nostro punto di ritrovo era vicino al luogo in cui lavoravo, spesso incontravo i colleghi di lavoro mentre andavo alle riunioni. Con il passare del tempo, ho iniziato a diventare nervoso. Se il mio capo avesse scoperto che ero un credente, come minimo sarei stato criticato e avrei perso la faccia, ma nel peggiore dei casi avrei potuto addirittura essere licenziato dall’azienda. Avrei perso la reputazione e il prestigio per cui avevo lottato per metà della mia vita. Ma poi ho pensato: “Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho compreso alcune verità e per questo sono stato in grado di evitare molti mali. Sono profondamente convinto che avere fede in Dio, cercare la verità e compiere il mio dovere sia la retta via e la cosa più preziosa e significativa della mia vita; quindi, a prescindere da tutto, non posso abbandonarla”. Da allora, ho smesso di lasciarmi frenare e ho continuato a riunirmi e a svolgere il mio dovere. Come avevo previsto, dopo un po’ il mio capo ha saputo che credevo in Dio e che partecipavo agli incontri. Una volta, non mi sono presentato a una riunione della nostra azienda, e così il presidente ha inviato persone a cercarmi dappertutto, informandosi perfino su dove tenessi gli incontri. Un’altra volta, invece, stavo andando a un incontro e il presidente l’ha scoperto e ha intenzionalmente convocato una riunione di tutti i quadri intermedi, e si è seduto proprio accanto a me, in modo che non potessi andarmene. Quella situazione era molto difficile per me e ogni volta che partecipavo a un incontro mi sentivo sempre limitato. In quel periodo, mi sentivo davvero soffocato, e ho capito che la mia situazione attuale mi ostacolava nel credere in Dio e nel compiere il mio dovere, così ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi.
In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Dovresti sapere come compiacerMi ora e come incamminarti sulla strada giusta nella tua fede in Me. Quello che desidero è la tua lealtà e obbedienza ora, il tuo amore e la tua testimonianza ora. Anche se in questo momento non sai di quale testimonianza o di quale amore si tratti, dovresti portarMi tutto ciò che è tuo e consegnarMi gli unici tesori che hai: la tua lealtà e la tua obbedienza. Devi sapere che la testimonianza della Mia sconfitta di Satana sta nella lealtà e nell’obbedienza dell’uomo, così come la testimonianza della Mia completa conquista dell’uomo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che, qualsiasi cosa affrontiamo nella nostra fede, dobbiamo sempre praticare la devozione e l’obbedienza a Dio e testimoniarLo. All’epoca, praticavo la fede da due anni e, anche se esteriormente svolgevo il mio dovere, ero limitato dal mio lavoro e avevo sempre paura di essere licenziato e di perdere il mio prestigio; quindi non riuscivo ad applicarmi veramente al mio dovere, e addirittura a volte lasciavo che il mio lavoro influenzasse le mie riunioni e i miei doveri. Dov’era la mia testimonianza? In seguito, mi è venuto in mente un altro passo delle parole di Dio. “Nella sua fede in Dio, Pietro cercò di soddisfarLo in ogni cosa e di obbedire a tutto ciò che veniva da Lui. Senza mai lamentarsi, fu in grado di accettare nella sua vita il castigo e il giudizio, nonché l’affinamento, la tribolazione e la mancanza, nessuno dei quali riuscì ad alterare il suo amore per Dio. Questo non era forse l’amore supremo per Lui? Non era forse l’adempimento del dovere di creatura di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”). Nella sua fede, Pietro cercò di sottomettersi a Dio e di amarLo. Quando il Signore Gesù lo chiamò, abbandonò immediatamente la sua barca per seguirlo, e quando affrontò prove e difficoltà cercò comunque di soddisfare la volontà di Dio. Alla fine, fu crocifisso a testa in giù e raggiunse l’amore definitivo per Dio e l’obbedienza fino alla morte, recando a Dio una testimonianza meravigliosa e clamorosa e vivendo una vita piena di valore e significato. Dato che avevo deciso di praticare la fede e seguire Dio, dovevo emulare Pietro, cercando di amare e soddisfare Dio; solo quella sarebbe stata la decisione giusta. Ho pensato a come nella prima metà della mia vita avessi preso e pagato tangenti, sguazzato nella decadenza e mentito per ottenere prestigio e potere, vivendo nella più totale miseria. E la mia giovinezza era trascorsa in quel modo. Anche se finalmente ero stato guidato da Dio a intraprendere la retta via, ero ancora vincolato dal mio lavoro e non riuscivo a concentrarmi sulla pratica della fede e sul mio dovere. Se continuavo così, la mia vita avrebbe potuto davvero progredire? Soprattutto quando ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Il tempo non aspetta nessuno!” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico X”). Ho avvertito un senso di urgenza. Ho pensato a come, dopo oltre 50 anni su questa terra, mi fosse stata data la possibilità di accettare la grazia salvifica di Dio negli ultimi giorni, di cercare la verità e di ottenere la salvezza di Dio: era tutto dovuto alla bontà di Dio. Dovevo smettere di prendere la mia fede così alla leggera. In seguito, ho considerato l’idea di lasciare il mio lavoro per poter dedicare tutto il mio tempo e le mie energie alla ricerca della verità e al mio dovere.
Ma poi mi è venuto in mente che avevo trascorso più della metà della mia vita a lavorare e che alla fine ero diventato un azionista importante, con un patrimonio di molti milioni di yuan e più ammiratori di quanti ne potessi contare. Se avessi perso il lavoro, sarei tornato a essere un uomo qualunque, e chi mi avrebbe degnato di uno sguardo? I miei amici e parenti, il capo e i colleghi mi avrebbero guardato tutti dall’alto in basso e reputato uno sciocco. Come avrei potuto guardarli in faccia dopo una cosa del genere? Alla luce di questo, mi sentivo combattuto; così ho pregato Dio, chiedendoGli di darmi la forza di liberarmi dalle pastoie e dai vincoli del mio lavoro. Nella mia ricerca, mi sono imbattuto in questo passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Satana usa fama e profitto per controllare i pensieri dell’uomo, finché le persone non riescono a pensare ad altro che non sia fama e profitto. Si affannano per fama e profitto, patiscono disagi per fama e profitto, sopportano umiliazioni per fama e profitto, sacrificano tutto ciò che hanno per fama e profitto, ed esprimeranno giudizi o prenderanno decisioni per fama e profitto. In tal modo, Satana lega le persone con catene invisibili ed esse non hanno la forza né il coraggio di liberarsene. Portano inconsapevolmente il peso di queste catene e continuano ad arrancare con grande difficoltà. Per amore di tale fama e profitto, l’umanità evita Dio e Lo tradisce e diventa sempre più malvagia. In questo modo, quindi, una generazione dopo l’altra viene distrutta nella fama e nel profitto di Satana. Guardando ora alle azioni di Satana, le sue sinistre motivazioni non sono forse del tutto abominevoli? Forse oggi non riuscite ancora a non farvi ingannare dalle sinistre motivazioni di Satana perché pensate che non si possa vivere senza fama né profitto. Pensate che se le persone si lasciano alle spalle fama e profitto non saranno più in grado di vedere la strada davanti a loro, né le proprie mete, e che il loro futuro si farà oscuro, vago e confuso. Pian piano, però, un giorno vi renderete conto che fama e profitto sono mostruose catene che Satana usa per soggiogare l’uomo. Quando quel giorno verrà, resisterai in tutto e per tutto al controllo di Satana e alle catene con cui ti tiene legato. Quando verrà il momento in cui desidererai liberarti di tutte le cose che Satana ha instillato in te, allora taglierai i ponti con Satana e aborrirai sinceramente tutto ciò che Satana ti ha portato. Solo allora l’umanità avrà autentico amore e desiderio di Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che il motivo per cui non riuscivo a lasciare il mio lavoro e a concentrare le mie energie sul mio dovere era che non vedevo che la fama e la fortuna sono le catene che Satana usa per vincolare e controllare le persone; era una trappola di Satana, che aveva usato la fama e la fortuna come mezzo per ingannarmi e corrompermi, spingendomi a perseguirle, e ad allontanarmi da Dio e a tradirLo. Poiché la mia famiglia viveva in povertà ed era stata maltrattata e guardata dall’alto in basso fin da quando ero piccolo, e poiché ero avvelenato da filosofie sataniche come “Distinguiti dagli altri e porta onore ai tuoi antenati” e “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso”, consideravo quelle idee come le più alte verità e ho giurato che avrei vissuto una vita privilegiata. A tal fine, ho accantonato il mio orgoglio, mi sono prostrato davanti al mio capo e l’ho adulato. Poi, una volta acquisito prestigio, mi preoccupavo costantemente che gli altri cospirassero contro di me; e così, per consolidare il mio prestigio, sono andato contro la mia coscienza e ho corrotto i clienti con denaro e prostitute. Provavo paura e ansia ogni giorno, ero terrorizzato che tutto quello che avevo fatto mi presentasse il conto. Per acquisire un prestigio ancora più elevato, ho costruito con il sudore la nostra impresa, ma era come nuotare controcorrente: non c’era mai un momento di riposo, e alla fine sono giunto allo sfinimento e mi sono ammalato. Quando in passato non godevo di prestigio e potere, cercavo di acquisirli con ogni mezzo; ma poi, quando finalmente sono riuscito a ottenere ciò che volevo, passavo tutto il tempo tra cene e drink e non avevo altra scelta che seguire le cattive tendenze del mondo, senza affatto sentirmi un essere umano. Non avevo il minimo senso di pace e di stabilità, e vivevo tutti i giorni nella tensione, con uno stile di vita angosciante ed estenuante! Satana aveva usato la fama e la fortuna per torturarmi. Ho pensato anche che, nonostante le persone famose e agiate godano di ricchezza e reputazione e abbiano una carriera di successo, alcuni tra loro si drogano, si suicidano o vengono messi in prigione. La fama e la fortuna possono aver dato loro un prestigio temporaneo, ma hanno portato solo vuoto e sofferenza nelle loro menti e nei loro corpi. Solo allora ho capito che il desiderio di cercare fama e fortuna che Satana ci infonde è una cosa negativa, è il modo in cui Satana si prende gioco delle persone e le danneggia, e porta solo alla corruzione e al danno. Depriva sempre di più le persone della loro umanità e le trasforma in mostri. Avendo goduto del nutrimento e dell’irrigazione delle parole di Dio, sono arrivato a capire che solo cercare la verità, riverire Dio, evitare il male e compiere il mio dovere di essere creato mi avrebbe permesso di vivere una vita piena di significato e di valore. Non potevo cadere nella trappola di sprecare ancora di più la mia vita a perseguire fama e fortuna. Dovevo affidarmi a Dio per liberarmi dalle catene del prestigio e della reputazione, svolgere bene il mio dovere, cercare la verità e vivere una vita significativa. Capito questo, ho preso la decisione di lasciare il mio lavoro.
Sapevo che, dato che avevo un ruolo importante nell’azienda, il presidente non avrebbe accettato le mie dimissioni dirette. Così, ho deciso di chiedergli un congedo per malattia prolungato. Ma lui deve aver intuito le mie intenzioni e mi ha detto: “Non darò il mio consenso. Se ti lascio prendere un congedo per malattia, dopo ti dimetterai”. Questo mi ha messo un po’ in difficoltà. Se il presidente non mi avesse permesso di dimettermi e io avessi insistito, non l’avrei offeso? Il mio capitale azionario era ancora investito nell’azienda: e se mi avesse reso le cose difficili e non mi avesse permesso di recuperare il denaro investito? In quel periodo, le dimissioni dal lavoro sono diventate per me un assillo e non sapevo davvero cosa fare. Così, pregavo Dio continuamente, chiedendoGli di guidarmi.
Un giorno, di colpo, ho ripensato a un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Quando Abramo stese la mano e prese il coltello per uccidere suo figlio, le sue azioni avvenivano sotto lo sguardo di Dio? Certamente. L’intero processo – fin dall’inizio, da quando Dio aveva chiesto ad Abramo di sacrificare Isacco, a quando Abramo realmente aveva sollevato il coltello per uccidere suo figlio – mostrò a Dio il cuore di Abramo, e a prescindere dalla sua precedente insensatezza, ignoranza e incomprensione di Dio, in quel momento per Dio il cuore di Abramo era fedele e onesto, ed egli veramente stava per restituire a Dio Isacco, il figlio che Dio Stesso gli aveva donato. In lui, Dio vide l’obbedienza, l’autentica obbedienza che Egli desiderava” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). L’esperienza di Abramo è stata di grande ispirazione per me. Ho visto che Dio vuole la sincerità e l’obbedienza delle persone. Quando Dio chiese ad Abramo di sacrificare il suo unico figlio, Isacco, Abramo fu in grado di sopportare il dolore e di abbandonare il suo amato figlio per soddisfare Dio. In questo modo, Dio vide che il cuore di Abramo Gli era leale. Ho poi riflettuto sui miei comportamenti. Anche se affermavo di volere che la mia fede fosse la parte più importante della mia vita e desideravo dimettermi per compiere adeguatamente il mio dovere, erano solo parole vuote e non avevo offerto il mio cuore sincero. Insistendo sul voler dimettermi, temevo di offendere il presidente e di non poter recuperare il mio investimento. Mi preoccupavo solo dei miei interessi. Abramo offrì il suo unico figlio a Dio, mentre tutto ciò che dovevo fare io era dimettermi dal mio lavoro, eppure non ne ero in grado. Non avevo un cuore leale a Dio: non Lo stavo forse ingannando? Rendermi conto di tutto questo mi ha fatto sentire un po’ in colpa. Ho pregato Dio: “Amato Dio! Continuo a voler dare le dimissioni, per potermi concentrare sul compimento del mio dovere, ma non riesco a farlo davvero. O Dio! Non voglio più ingannarTi. Sono pronto a lasciare il lavoro e a compiere il mio dovere a tempo pieno”. Dopo aver pregato, ho finalmente avuto il coraggio di discutere le mie dimissioni con il presidente. Alla fine, mi ha solo permesso di prendere un congedo di sei mesi, ma io ero ormai deciso a dimettermi.
Così, sei mesi dopo, avevo intenzione di prolungare l’aspettativa per mantenere il mio rapporto con l’azienda e, infine, recuperare il denaro investito. Ma il presidente mi ha detto che si trovava nella nostra azienda di vendita nel capoluogo di provincia e mi ha chiesto di incontrarlo per prolungare il mio congedo. Tuttavia, quando finalmente ci siamo visti, non ha affatto parlato del mio congedo e si è limitato a farmi fare un giro di tutti i reparti dell’azienda. Tutti gli uffici erano decorati in modo sontuoso e appariscente, tutti erano impegnati a lavorare e i direttori di tutti i reparti si rivolgevano calorosamente a me chiamandomi “Direttore Wang”. Senza rendermene conto, sono stato di nuovo colto dalla tentazione. Ho pensato: “Anche se sono stato via per sei mesi, ho ancora influenza in questa azienda. Ne posseggo una quota enorme e sono ancora un leader nell’impresa! Negli ultimi due anni, la nostra azienda è diventata sempre più redditizia. Se abbandono il mio dovere e riprendo a lavorare qui, potrei guadagnare un bel po’ di soldi e vivere nel benessere; potrei garantire una vita dignitosa anche ai miei discendenti”. A questo pensiero, mi sono sentito un po’ tentato. Ma mi sono subito reso conto del mio stato errato e ho immediatamente invocato Dio nel mio cuore. Proprio in quel momento, ho ricordato le parole del Signore Gesù: “Voi non potete servire Dio e Mammona” (Luca 16:13). Ho anche ripensato a un episodio della Bibbia in cui Satana cerca di tentare il Signore Gesù: “Di nuovo il diavolo Lo portò con sé sopra un monte altissimo, Gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e Gli disse: ‘Tutte queste cose Ti darò, se Tu Ti prostri e mi adori’. Allora Gesù gli disse: ‘Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto”’”(Matteo 4:8-10). Il presidente non mi stava forse invogliando a restare nell’azienda mostrandomi i loro lussuosi uffici e l’ambiente di lavoro fiorente? Non c’era forse Satana a manipolare tutto questo da dietro le quinte? Satana stava cercando di mettermi alla prova e di tentarmi con il prestigio e la fortuna, in modo che abbandonassi Dio e il mio dovere, per continuare a prendersi gioco di me e danneggiarmi. Non potevo cadere nell’astuta trama di Satana.
In seguito, ho prolungato il mio congedo di altri tre mesi. Quando i tre mesi stavano per scadere, ho pensato: “Non posso continuare a chiedere congedi in questo modo. Se voglio tagliare i ponti con questa azienda per poter compiere il mio dovere in pace, dovrò vendere tutte le mie azioni, ma c’è solo un giorno all’anno in cui queste vendite sono consentite. E se il presidente non mi permettesse di farlo? Ha ancora il mio milione e mezzo di capitale azionario: se non me lo restituisce, non avrò più un soldo. Ho guadagnato quel capitale con il sangue, il sudore e le lacrime della mia giovinezza!” In quel periodo, mi preoccupavo di questo tutto il giorno ed ero così arrabbiato che non riuscivo a compiere bene il mio dovere. Così, ho pregato Dio in silenzio, chiedendoGli di aprirmi una strada per liberarmi da quell’intralcio.
Poi, ho incontrato il presidente per discutere della vendita delle mie azioni, ma lui non mi ha permesso di ritirarmi. Mi ha reso le cose difficili, dicendo: “Se vuoi lasciare questa società, dovrai rinunciare a una parte delle tue azioni”. Non potevo accettare di perdere centinaia di migliaia di yuan: avevo lavorato duramente per guadagnare quei soldi! In quel momento, mi sono di colpo reso conto che Satana stava ancora una volta cercando di tentarmi. Ho pensato a un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Dentro di sé, credeva fermamente che tutti i suoi averi gli fossero stati concessi da Dio, e che non fossero il risultato delle sue fatiche. Quindi, non considerava queste benedizioni come qualcosa da cui trarre vantaggio, ma ancorò i principi della propria sopravvivenza nell’aggrapparsi con tutto se stesso a quella via a cui ci si deve attenere. Serbò le benedizioni di Dio, e rese grazie per esse, ma non ne era innamorato e non ne desiderava di più. Questo era il suo atteggiamento verso le proprietà. Non fece niente allo scopo di guadagnare benedizioni, non si preoccupò e non si afflisse per la mancanza o la perdita delle benedizioni di Dio; non divenne sfrenatamente, follemente felice a motivo delle Sue benedizioni, non ignorò la via di Dio e non dimenticò la Sua grazia, a causa delle benedizioni di cui godeva di frequente. L’atteggiamento di Giobbe verso le sue proprietà ne rivela la vera umanità: prima di tutto, non era un uomo avido e non era esigente nella sua vita materiale. Secondo, non si preoccupò mai e non temette mai che Dio gli avrebbe tolto tutto ciò che possedeva, e questo era il suo atteggiamento interiore di obbedienza nei confronti di Dio; non vantava pretese o rimostranze su quando o se Dio gli avrebbe tolto qualcosa e non chiedeva il perché, ma cercava solo di obbedire alle Sue disposizioni. In terzo luogo, non aveva mai creduto che i suoi beni fossero il frutto delle sue fatiche, ma che gli fossero stati concessi da Dio. Questa era la fede in Dio di Giobbe, ed è la dimostrazione delle sue convinzioni” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che, nonostante Giobbe avesse accumulato grandi ricchezze, non le aveva a cuore. Al contrario, dava importanza a sottomettersi a Dio e ad adorarLo. Così, quando perse tutte le sue ricchezze e i suoi beni, era ancora in grado di esaltare e lodare Dio. La storia di Giobbe mi è stata di grande ispirazione. Sapevo che avrei dovuto emulare Giobbe, smettere di aggrapparmi alla mia ricchezza e scegliere invece di soddisfare Dio. Avendo ormai deciso, ho acconsentito a rinunciare a 200.000 yuan di azioni, ma il presidente pensava che non fosse abbastanza e pretendeva che cedessi ancora più soldi. Non potevo davvero sopportare di perdere tutto quel denaro e così ho pregato Dio in silenzio. In quel momento, mi sono reso conto che Satana stava cercando di usare il denaro per vincolarmi e controllarmi. Non dovevo cedere alla tentazione di Satana solo perché non sapevo separarmi dai miei soldi: dovevo rimanere saldo nella mia testimonianza e umiliare Satana. Dopodiché, ho dovuto rinunciare all’equivalente di 500.000 yuan in azioni perché il presidente mi permettesse di lasciare l’azienda. Da quel momento in poi, ho potuto finalmente concentrarmi sulla pratica della fede e sul mio dovere.
In seguito, ho saputo che un segretario del comitato di contea era sato arrestato con l’accusa di corruzione e concussione e aveva avuto un esaurimento nervoso a causa dello stress della detenzione. Ho pensato tra me e me: “Queste sono le terribili conseguenze della ricerca di fama e fortuna”. Ho pensato a come anch’io avessi elargito omaggi, dato e ricevuto tangenti, e sguazzato nella decadenza e nella corruzione per acquisire prestigio. Se non avessi lasciato l’azienda, avrei potuto fare la stessa fine. Le parole di Dio Onnipotente mi hanno liberato dalle catene della fama e della fortuna e mi hanno tenuto lontano dalle tentazioni di Satana. Ho ringraziato Dio per la Sua grazia e la Sua protezione dal profondo del mio cuore.
In questi anni ho adempiuto con costanza al mio dovere, e spesso mi riunisco e condivido sulle parole di Dio con i miei fratelli e sorelle. Sono arrivato a capire molta verità e ho acquisito comprensione di molte cose del mondo. Penso spesso alle parole di Dio che dicono: “L’intera vita delle persone è nelle mani di Dio e, se non fosse per la risoluzione presa davanti a Lui, chi sarebbe disposto a vivere invano in questo vacuo mondo dell’uomo? Perché prendersene la briga? Entrando e uscendo di corsa dal mondo, se non fanno nulla per Dio, non sarà forse sprecata l’intera loro vita?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 39”). La vita è davvero molto breve. Ho vissuto più della metà della mia vita nel dominio di Satana. Ho perseguito fortuna e fama, sforzandomi di eccellere sugli altri. Satana mi ha raggirato e danneggiato, e ho vissuto un’esistenza vuota e miserabile, priva di significato. Solo la misericordia e la grazia di Dio mi hanno permesso di ricevere la Sua salvezza degli ultimi giorni, consentendomi di spendermi per Lui e di compiere il mio dovere di essere creato. Se non fosse stato per Dio, avrei sprecato tutta la mia vita. Compiendo il mio dovere nella chiesa, forse non avrò lo stesso prestigio e la stessa ricchezza di un tempo, ma vivo una vita libera e senza vincoli e ho la coscienza a posto. Sento di aver vissuto un po’ di sembianza umana. E tutto grazie al fatto che Dio mi ha guidato sulla retta via. Rendo grazie a Dio per il Suo amore e la Sua salvezza!
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