Il mio stato d’animo mentre svolgo il mio dovere dietro le quinte
Alla fine di giugno 2021, il Partito Comunista arrestava selvaggiamente i cristiani, e per questo la casa in cui ero ospitata era sorvegliata. Mi sono trasferita subito, ma era molto probabile che la polizia stesse sorvegliando anche me, quindi dovevo lavorare di nascosto da casa. In quel periodo, ero responsabile del lavoro di irrigazione di alcuni gruppi. Il mio carico di lavoro stava aumentando e a volte non bastava scrivere lettere, non era la stessa cosa che comunicare di persona. Quindi, per esigenze di lavoro, la leader ha nominato sorella Wang come mia collaboratrice.
All’inizio, non conosceva bene i fratelli e le sorelle; quindi, prima di ogni riunione, la aggiornavo sulle questioni che dovevano essere affrontate per aiutarla a essere più efficiente. Poi ho saputo che un membro del gruppo, sorella Li, era sempre negligente nel suo dovere. Non era cambiata dopo ripetute sessioni di comunione e questo ostacolava il nostro lavoro. In base ai princìpi, doveva essere sostituita immediatamente. E così, ho stilato un documento che spiegava la situazione e i princìpi secondo cui sostituire le persone per sottoporlo a sorella Wang e ho condiviso con lei la mia opinione sul perché Sorella Li andasse rimossa, in modo che potesse condividere scrupolosamente con lei al fine di aiutare sorella Li a riflettere e a conoscere se stessa. Sorella Wang l’ha destituita il giorno dopo. Quando quel giorno è tornata a casa, mi ha raccontato com’è andata, ma non una sola volta in tutto il discorso ha menzionato me o che l’avevo aiutata ad acquisire discernimento e a gestire il problema. Ero un po’ delusa. Sentivo che nessun altro sapeva del lavoro che svolgevo dietro le quinte. Poteva sembrare agli altri che sorella Wang avesse capito subito lo stato di sorella Li, che avesse più discernimento di me. Pensare a quanto lavoro avevo svolto nell’anonimato facendo fare bella figura a sorella Wang mi infastidiva un po’.
Qualche giorno dopo, discutendo di lavoro con sorella Wang, è emerso che un gruppo stava peggiorando sempre più. Non riuscivo a capire la causa del problema, e lei mi ha detto che forse dipendeva dalla capogruppo. Alla luce di questo e pensando al comportamento generale di quella capogruppo, ho visto che proteggeva solo il suo prestigio ed eseguiva compiti che le avrebbero procurato fama, ma non svolgeva mai lavoro pratico, e questo era un grave ostacolo. In base ai princìpi, doveva essere sostituita. Sapevo di non poter risolvere la questione personalmente, e che avrei dovuto condividere le mie idee con sorella Wang in modo che lei potesse collaborare meglio con gli altri, aiutarli a discernere, e trovare subito una nuova capogruppo. Ma, quando ho ripensato alla sostituzione di sorella Li, a come avevo ricercato i princìpi e compilato il documento, e a come avevo condiviso così tanto con sorella Wang senza che nessuno lo sapesse, ho pensato che, se avessi di nuovo condiviso tutte le mie idee con lei e lei avesse rimosso la capogruppo, gli altri avrebbero sicuramente pensato che fosse tutta opera sua, che dopo poco tempo di lavoro avesse individuato due persone inadatte, le quali invece io non avevo rimosso dopo aver ricoperto quella posizione di responsabilità per così tanto tempo, e che il suo discernimento e la sua comprensione della verità fossero migliori dei miei. Ho deciso di tenere per me alcune delle mie opinioni, così la comunione di sorella Wang non sarebbe stata chiara, gli altri non l’avrebbero ammirata e io non avrei sfigurato troppo. Mi sono sentita un po’ in colpa sul momento. Se la sua comunione non era chiara, la capogruppo poteva non capire i propri problemi, interpretare male e diventare negativa, e questo non solo avrebbe avuto un impatto sulla sua riflessione, ma anche sul suo dovere di lì in poi. Inoltre, Dio trovava di certo disgustoso un simile trucco. Perciò, ho condiviso tutte le mie idee con sorella Wang, ma ho iniziato a sentirmi amareggiata quando lei è uscita per occuparsi della questione. Perché non potevo uscire io a occuparmi di quel lavoro? Tutti vedevano sorella Wang individuare le persone e sostituirle, ma chi vedeva i miei sforzi dietro a tutto questo? Non ero molto entusiasta quando pensavo che tutto il lavoro che svolgevo serviva solo a far fare bella figura a sorella Wang e a migliorare la sua immagine agli occhi degli altri. Mi lamentavo persino del fatto che Dio mi avesse messa in una situazione così brutta. Perché di colpo aveva permesso che finissi sotto sorveglianza? Poi, dei fratelli e sorelle ci hanno scritto per questioni di lavoro e alcuni hanno chiesto espressamente che se ne occupasse sorella Wang. La cosa mi ha infastidita ancora di più. Mi sembrava che tutti vedessero solo lei, ma non il mio lavoro dietro le quinte. Avanti di questo passo, non sarei sembrata a tutti solo un inutile accessorio? Sentivo che, anche se sorella Wang si dava molto da fare all’esterno, il mio impegno in casa non era certo meno. Nessuno poteva vedere tutto il mio duro lavoro. Ero scontenta e volevo trovare un modo per cambiare le cose. Anche se non potevo uscire e incontrare i fratelli di persona, potevo scrivere lettere per organizzare i compiti e dimostrare che lavoravo molto, e che ero in prima linea. Questo avrebbe consolidato la mia immagine ai loro occhi. Proprio in quel periodo, abbiamo ricevuto lettere da alcuni gruppi su questioni di routine della chiesa che andavano gestite. Ho risposto in dettaglio per organizzarle, scrivendo chiaramente quando sorella Wang sarebbe andata, in modo che tutti sapessero che ero io a organizzare tutto, che ero io a decidere. Un giorno, volevo scrivere a una sorella per chiederle come stesse ma, dopo aver scritto la lettera, mi sono chiesta se avrebbe saputo che ero stata io a scriverla. Se non avessi lasciato qualche indizio, poteva pensare che fosse sorella Wang a preoccuparsi per lei. Non andava bene. Dovevo assicurarmi che la sorella sapesse che ero io a scrivere. Ma dirlo apertamente sarebbe stato troppo palese. Poi, d’un tratto, ho ricordato che non molto tempo prima avevo consigliato a quella sorella un inno: potevo chiederle se lo avesse imparato, e in questo modo avrebbe saputo che la mittente ero io. Con quest’idea, ho terminato in fretta la lettera e l’ho inviata. Dalla risposta ho appurato che la sorella sapeva che ero stata io a scriverla, e ne ero così felice. Sentivo di poter comunque fare bella figura anche da dietro le quinte e mostrare agli altri che possedevo delle realtà ed ero in grado di risolvere i problemi. In questo modo, non mi sono mai accorta del mio stato sbagliato. Una sorella, parlandomi del suo stato, mi ha fatto da monito. Mi ha detto, molto angosciata, che dei documenti di studio su cui aveva lavorato duramente erano stati inviati dalla sua collaboratrice, dunque le sembrava le fosse stato tolto il merito del suo lavoro, ed era meno motivata nel suo dovere. Questo racconto mi ha davvero sconvolta. Non avevo forse vissuto nello stesso stato negli ultimi tempi? E nemmeno io stavo cercando la verità per risolverlo. Forse Dio aveva predisposto quella situazione come un avvertimento per farmi riflettere e conoscere me stessa? Così, ho ricercato le parole di Dio per risolvere il mio stato. Ho letto questo passo. “Quando gli anticristi agiscono, lo fanno con intenzione. Il loro linguaggio, le loro azioni e persino le parole che scelgono sono molto intenzionali. Non stanno mostrando una corruzione momentanea, né sono di scarsa levatura o persone ignoranti e sciocche che dicono sciocchezze ovunque vadano. Non è questo il caso di simili persone. Se osserviamo le loro tecniche, i loro modi di fare e la loro scelta di parole, possiamo vedere che gli anticristi sono astuti e malvagi. Per il proprio prestigio, per raggiungere il loro obiettivo di controllare le persone, gli anticristi si mettono in mostra in ogni occasione, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una possibilità. Pensate che queste persone manifesteranno tali comportamenti in Mia presenza? (Sì.) Perché dite che lo faranno? (La loro natura ed essenza è quella di mettersi in mostra.) Gli anticristi stanno semplicemente mettendosi in mostra? Qual è il loro obiettivo nel farlo? Perseguono il prestigio. Quello che intendono dire è: ‘Non sai chi sono io? Guarda le cose che ho fatto, ho compiuto questa buona azione e ho apportato un contributo significativo alla casa di Dio. Dato che Tu ne sei consapevole, non dovresti assegnarmi un lavoro più importante? Non dovresti avere un’alta considerazione di me? Non dovresti fare affidamento su di me per qualsiasi cosa Tu faccia?’ Non hanno forse un obiettivo, comportandosi così? Gli anticristi vogliono controllare tutti, di chiunque si tratti. Qual è un altro modo di descrivere il controllo? Manipolare gli altri e ingannare le persone, cercando di dominare le loro azioni. Per esempio, quando i fratelli e le sorelle lodano qualcosa perché è stato fatto bene, gli anticristi dichiarano subito di averlo fatto loro, in modo che tutti li ringrazino. Una persona veramente ragionevole si comporterebbe in questo modo? Assolutamente no. Quando gli anticristi compiono anche una minima buona azione cercano di farlo sapere a tutti, in modo che tutti li ammirino e li elogino. Questo è ciò che li soddisfa” (“Confondono, adescano, minacciano e controllano gli altri” in “Smascherare gli anticristi”). Dalle parole di Dio, ho visto che gli anticristi si mettono costantemente in mostra. Palrano e agiscono solo per ottenere l’ammirazione altrui, nel tentativo nascosto di acquisire prestigio. Considerando le parole di Dio e riflettendo sull’indole che avevo rivelato, non ero proprio come un anticristo? Mi sono offesa quando sorella Wang ha rimosso quelle due sorelle senza nominarmi affatto. Sentivo di essere stata principalmente io a discernerle, ma che alla fine il merito era tutto di sorella Wang. Era stata l’unica a mostrare il suo volto e, per quanto lavoro io svolgessi, nessuno l’avrebbe visto. Nessuno se ne sarebbe accorto se fossi rimasta nell’anonimato, e questo mi infastidiva molto. Mi arrovellavo il cervello e facevo di tutto per mettermi in mostra, in modo che fratelli e sorelle mi ammirassero e io godessi di prestigio ai loro occhi. In apparenza, scrivevo lettere per organizzare il lavoro, ma in realtà cercavo segretamente di ricordare a tutti della mia esistenza e del fatto che sorella Wang stava solo lavorando per me, che ero la principale responsabile. Con il pretesto di aiutare una sorella con il suo stato, ho finto che mi importasse di lei, per ricordarle la mia esistenza e ottenere la sua ammirazione senza far trasparire le mie spregevoli motivazioni. Avevo un’indole così astuta e malvagia! La realtà è che, senza la rivelazione e la guida di Dio, non avrei mai saputo che quelle due sorelle non erano adatte ai loro doveri. Inoltre, quando sono state sostituite, il lavoro era ormai stato danneggiato. Questo soprattutto nel caso della capogruppo. Se sorella Wang non me lo avesse detto, non lo avrei notato e l’avrei lasciata al suo posto. Non avevo compiuto bene il mio lavoro, e non solo non avevo alcun senso di colpa, ma pretendevo spudoratamente il merito e utilizzavo mezzi spregevoli per mettermi in mostra e acquisire prestigio, e la stima degli altri. Ero così spudorata!
Poi, ho letto un passo delle parole di Dio. “Coloro che sono in grado di mettere in pratica la verità riescono ad accettare l’esame di Dio nel fare le cose. Quando accetti l’esame di Dio, il tuo cuore è sulla strada giusta. Se fai le cose sempre e solo perché gli altri le vedano e vuoi sempre guadagnare lodi e ammirazione però non accetti l’esame di Dio, allora hai ancora Dio nel tuo cuore? Le persone di questo tipo non hanno riverenza verso Dio. Non fare sempre cose per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione o al tuo prestigio. Devi prima pensare agli interessi della casa di Dio e farne la tua prima priorità. Dovresti essere rispettoso della volontà di Dio e cominciare col riflettere se tu sia stato o meno impuro nell’adempimento del tuo dovere, se tu sia stato leale, se tu abbia adempiuto alle tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso, e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto sinceramente sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa Devi prendere in considerazione queste cose. Riflettici spesso e comprendile bene, e ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere” (“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio sono così giuste. Accettare il controllo di Dio è la chiave per praticare la verità, e non possiamo preoccuparci di ciò che pensano gli altri, ma solo di soddisfare Dio e di compiere il nostro dovere. Leggere le parole di Dio mi ha fornito un percorso di pratica; così, da allora, nelle mie lettere e nella comunione con gli altri, mi sono sempre impegnata ad avere le giuste motivazioni e ad accettare l’esame di Dio, invece di usare le lettere per essere ammirata dagli altri e conquistare un posto nel loro cuore. Ho pensato a tutte le lettere che Paolo scrisse alle chiese. In esse, non esaltò mai il Signore Gesù né Gli rese testimonianza, e non esortò i credenti a seguire le parole del Signore Gesù. Si limitava a esaltare e testimoniare se stesso, parlando di quanto avesse lavorato e sofferto. Scrisse: “Non sono stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli” (2 Corinzi 11:5), e condusse le persone al proprio cospetto, in opposizione a Dio. Anche nelle lettere che io scrivevo ai fratelli non esaltavo né testimoniavo Dio, ma mi mettevo indirettamente in mostra. Non mi stavo forse comportando come Paolo? Sapevo che, se non mi fossi pentita, sarei stata scacciata e punita proprio come lui. Resamene conto, ho rivolto una preghiera a Dio: “Dio, tengo troppo al mio prestigio. Non voglio esserne controllata e fare qualcosa che danneggi il lavoro della Tua casa. Che io mi distingua o meno, voglio solo compiere con serietà il mio dovere”.
Nei giorni successivi, ho corretto consapevolmente le mie motivazioni, ricordando spesso a me stessa che gli interessi della chiesa vengono per primi e che devo svolgere bene il mio dovere. Poi, un giorno, abbiamo ricevuto una lettera di dimissioni da parte di fratello Chen, in cui diceva di volersi dimettere perché non andava d’accordo con il suo collaboratore. Sapevamo già qualcosa del suo problema. Principalmente, era troppo arrogante e ostinato, quindi non lavorava bene con gli altri. Sorella Wang aveva già condiviso con lui diverse volte, ma non era cambiato. Quando all’improvviso si è dimesso in quel modo, sembrava sarebbe stato difficile per noi risolvere quel problema. Quando io e sorella Wang abbiamo discusso di lui, ho condiviso il mio punto di vista e ho trovato alcuni passi pertinenti delle parole di Dio. Anche sorella Wang l’ha ritenuta una comunione appropriata. A quel punto, mi sono resa conto che, per quanto utile fosse la mia comunione, era lei che avrebbe di fatto parlato con lui. Chi avrebbe saputo che c’era il mio sforzo dietro le quinte e che ero io a condurre le cose? Questo mi ha fatto venire voglia di non condividere più con sorella Wang; ma, sapendo che Dio esaminava tutti i miei pensieri e le mie idee, mi sentivo un po’ turbata. Perché volevo sempre proteggere la mia fama e il mio prestigio? Ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a capire le conseguenze del perseguire il prestigio. Dio Onnipotente dice: “Se qualcuno afferma di amare la verità e di perseguire la verità, ma essenzialmente il suo obiettivo è quello di distinguersi, di mettersi in mostra, di indurre gli altri a stimarlo, di raggiungere i propri interessi, e il compimento del suo dovere non è quello di obbedire a Dio o soddisfarLo, ma invece è quello di ottenere reputazione e prestigio, allora la sua è una ricerca illegittima. Stando così le cose, quando si tratta dell’opera della Chiesa, le azioni di simili persone costituiscono un ostacolo o aiutano a portarla avanti? Sono chiaramente un ostacolo; non vi apportano alcun avanzamento. Tutti coloro che sventolano la bandiera del compiere l’opera della Chiesa eppure perseguono la propria fama e il proprio prestigio, conducono un’operazione personale, si creano il proprio piccolo gruppo, il proprio piccolo regno, sono forse un tipo di persona che sta compiendo il proprio dovere? Tutto il lavoro che svolgono sostanzialmente intralcia, disturba e danneggia l’opera della Chiesa. Quali sono dunque le conseguenze della loro ricerca di fama e prestigio? In primo luogo, essa influisce sul modo in cui i prescelti di Dio si nutrono delle parole di Dio e su come comprendono la verità, ostacola il loro ingresso nella vita, impedisce loro di accedere alla giusta via della fede in Dio, e li conduce sul sentiero sbagliato, cosa che danneggia i prescelti e li porta alla rovina. E che effetto ha in definitiva sul lavoro della Chiesa? Lo danneggia, lo ostacola e lo compromette. Queste sono le conseguenze provocate dalla ricerca di fama e prestigio. Compiere il proprio dovere in questo modo non equivale forse a percorrere il cammino di un anticristo?” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte prima)” in “Smascherare gli anticristi”). Credevo che perseguire fama e prestigio influisse solo sul proprio ingresso nella vita, e che non commettere grandi mali bastasse a non intralciare il lavoro della chiesa. Non capivo come mai Dio detesta e disprezza così tanto la ricerca di fama e prestigio. Le parole di Dio mi hanno mostrato che cercare il prestigio personale nel mio dovere e non proteggere gli interessi della casa di Dio alla fine danneggerà di certo il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei fratelli. Ostacolerà e intralcerà il lavoro della chiesa, e questo è condannato da Dio. Discutendo del problema di fratello Chen, non volevo più fare comunione perché non potevo essere sotto i riflettori. Non sembrava, ma era una cosa molto grave. Rimandando la comunione con fratello Chen sui suoi problemi, avremmo danneggiato il suo ingresso nella vita e anche il lavoro di irrigazione dei neofiti. Essendo io la responsabile, avrei dovuto aiutare subito chi era in difficoltà nel suo dovere per tutelare il lavoro della chiesa. Specialmente con tutti gli arresti del Partito Comunista, sorella Wang rischiava l’arresto ogni volta che usciva per una riunione. Senza adeguata preparazione, non avrebbe saputo risolvere i problemi durante le riunioni, e quindi non essere efficiente nel lavoro nonostante i rischi che correva. Non sarebbe stato terribile per lei? Non stavo pensando a come risolvere i problemi il prima possibile o alla sicurezza di sorella Wang. Ero solo preoccupata del fatto che potesse rubarmi la scena. Ero così egoista e priva di umanità! Ero io la responsabile, ma non svolgevo lavoro pratico. Stavo persino proteggendo il mio prestigio a spese del lavoro della casa di Dio. Mi opponevo a Dio e percorrevo il cammino di un anticristo. Prima ero l’unica responsabile e facevo del mio meglio, per quanto fosse difficile o faticoso. Ma, a causa degli arresti del Partito, non potevo più uscire, potevo solo lavorare dietro le quinte. Ero riluttante a compiere il mio dovere, e contendevo sempre la scena a sorella Wang. Poi, ho capito che il mio precedente entusiasmo nel dovere era solo per ottenere fama e prestigio. Quella situazione stava rivelando i miei scopi e ricerche sbagliati. Non era altro che la salvezza e l’amore che Dio mi donava.
In seguito, ho pensato ad alcune parole di Dio che mi hanno chiarito il percorso di pratica. La parola di Dio dice: “Dovete raggiungere una cooperazione armoniosa con l’obiettivo dell’opera di Dio, a beneficio della Chiesa e per spronare i vostri fratelli e sorelle ad andare avanti. Dovreste coordinarvi tra voi, ognuno correggendo l’altro e raggiungendo un risultato migliore nel lavoro, così da soddisfare la volontà di Dio. Questa è autentica cooperazione, e solo coloro che si impegnano in tal senso otterranno un vero ingresso” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Servite come facevano gli Israeliti”). “Cosa bisogna fare per compiere bene il proprio dovere? Bisogna arrivare a compierlo con tutto il cuore e con tutta l’energia. Usare tutto il cuore e tutta l’energia significa dedicare ogni pensiero all’adempimento del proprio dovere e non lasciarsi distrarre da nient’altro, e poi utilizzare l’energia che si ha, esercitare la totalità del proprio potere e portare la propria levatura, i propri doni, le proprie forze e ciò che si è compreso a influire sull’attività. Se sei hai la capacità di comprendere, sei ricettivo e hai una buona idea, devi comunicarla agli altri. Questo è ciò che significa collaborare in armonia. È così che svolgerai bene il tuo dovere, che otterrai un rendimento soddisfacente nel compierlo. Se vuoi sempre assumerti tutto il fardello e occuparti di ogni cosa da solo, mettendoti in mostra al posto degli altri, stai forse compiendo il tuo dovere? Il tuo comportamento si definisce autocrazia; è mettere in scena una farsa. È un comportamento satanico, non è l’adempimento del tuo dovere. Nessuno, indipendentemente dalle sue forze, dai suoi doni o dai suoi talenti speciali, può farsi carico di tutto il lavoro da solo; se vuole svolgere adeguatamente il lavoro della Chiesa, deve imparare a collaborare in armonia. Ecco perché la collaborazione armoniosa è un principio di pratica riguardante lo svolgimento del dovere. Fintanto che ci metti tutto il tuo cuore, la tua energia e la tua lealtà, e offri tutto ciò di cui sei capace, stai compiendo bene il tuo dovere” (“Il corretto adempimento del proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dalle parole di Dio, ho visto che, per compiere bene il nostro dovere, dobbiamo tener conto del cuore di Dio e collaborare con i nostri fratelli e sorelle. Dobbiamo dare il massimo e usare i nostri punti di forza per compensare le altrui debolezze. In questo modo, possiamo ottenere la benedizione di Dio e dei buoni risultati nel lavoro. Ho anche visto che non importa chi di noi si occupi dei problemi di persona. Purché gli stati e le difficoltà degli altri venissero risolti, anche se il mio sforzo era invisibile e dietro le quinte, compiere il mio dovere e soddisfare Dio mi avrebbe trasmesso sicurezza e pace. Dopo di che, ho pensato a quali verità avrei dovuto condividere per lo stato di fratello Chen, e ho trovato delle parole di Dio pertinenti da sottoporre a sorella Wang. Anche lei ha trovato alcuni passi davvero adatti allo stato di fratello Chen a cui io non avevo pensato. Insieme, abbiamo fornito una condivisione più completa. Ho pensato che Mosè non era un grande oratore e invece Aronne molto eloquente, ma insieme hanno eseguito l’incarico di Dio, conducendo gli israeliti fuori dall’Egitto. Non potevo uscire per lavorare, ma potevo condividere chiaramente con sorella Wang tutti i miei pensieri e idee. Lavorando insieme, avevamo una visione più completa dei problemi e potevamo risolverli meglio. Non è di maggiore beneficio al lavoro della chiesa? Dopo che abbiamo discusso di tutto, sorella Wang ha condiviso con fratello Chen. Nel mio cuore, pregavo per loro, sperando che Dio li guidasse.
Poi, un giorno abbiamo ricevuto una lettera da alcuni fratelli, in cui dicevano che, grazie alla comunione di sorella Wang, erano riusciti a correggere alcuni errori e stavano migliorando nei loro doveri. Dopo averla letta, sono rimasta un po’ delusa. Ero io ad aver rilevato quegli errori e quei problemi, ma tutti vedevano solo il lavoro di sorella Wang. Nessuno sapeva quello che io facevo dietro le quinte. Poi, ho capito che stavo di nuovo lottando per fama e guadagno, così ho pregato e ho rinunciato a me stessa. In seguito, ho letto in un saggio un passo delle parole di Dio che mi ha davvero commossa. La parola di Dio dice: “Potrai forse avere poca forza, ma se sei capace di lavorare insieme ad altre persone e sei in grado di accettare suggerimenti appropriati, e se hai le giuste motivazioni e sai tutelare il lavoro della casa di Dio, allora sei una persona giusta. A volte riesci a risolvere un problema e a portare beneficio a tutti con una sola frase; a volte, dopo che hai tenuto condivisione in merito a un’unica affermazione della verità, tutti hanno un percorso da praticare, sono in grado di lavorare insieme in armonia, si impegnano in direzione di un obiettivo comune e condividono gli stessi punti di vista e opinioni, e così il lavoro è particolarmente efficace. Anche se forse nessuno ricorderà che hai svolto questo ruolo, e anche se forse non avrai la sensazione di aver fatto un grande sforzo, Dio vedrà che sei una persona che pratica la verità, che agisce in conformità ai principi. Ricorderà che l’hai fatto. È questo che si definisce compiere il proprio dovere lealmente” (“Il corretto adempimento del proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). È vero. Anche se nessuno poteva vedere il mio lavoro dietro le quinte, stavo adempiendo alle mie responsabilità davanti a Dio. Non importava che gli altri lo sapessero. Ciò che conta è mettere in pratica la verità e soddisfare Dio. In qualità di supervisore, era mio dovere e responsabilità parlare con gli altri quando notavo errori e problemi. Non era una cosa di cui dovevo prendermi il merito. In passato, cercavo sempre di mettermi in mostra davanti agli altri, ma ora potevo lavorare solo dietro le quinte. Queste erano le disposizioni di Dio e ciò di cui avevo bisogno. Dovevo sottomettermi, impegnarmi correttamente, concentrarmi sulla pratica della verità nel mio dovere e sforzarmi di compierlo bene.
Quando riscontravo dei problemi nel nostro lavoro, prendevo l’iniziativa e contattavo sorella Wang. A volte, quando scrivevo ai fratelli in merito ai problemi, volevo far capire che ero io la mittente, ma mi rendevo conto che stavo segretamente elevando me stessa e mettendomi in mostra, e così pregavo e abbandonavo le mie motivazioni sbagliate. Mi acquietavo e pensavo a ciò che avrei potuto scrivere per aiutare gli altri e a come adempiere alle mie responsabilità. Praticare in questo modo mi illuminava davvero il cuore ed era liberatorio. È un modo così bello di comportarsi!
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