Non ho più difficoltà a collaborare bene

14 Novembre 2024

di Jessica, Giappone

Negli ultimi anni, mi sono occupata dell’irrigazione nella chiesa di nuovi arrivati, provenienti da un Paese straniero. Poiché avevo esperienza in questo tipo di lavoro e parlavo un po’ la loro lingua, i fratelli e le sorelle mi chiedevano spesso aiuto quando avevano problemi legati all’irrigazione dei nuovi arrivati, e di solito accettavano i miei suggerimenti. A volte, i fratelli e le sorelle non sapevano come risolvere alcuni problemi dei nuovi arrivati, ma io riuscivo a risolverli facilmente. Pertanto, ritenevo di essere una persona di buona levatura e che le mie capacità lavorative fossero superiori alla media. Ben presto sono stata eletta come responsabile e avevo il compito di organizzare e prendere decisioni finali su questioni piccole e grandi nel lavoro di irrigazione. Questa sensazione mi piaceva molto.

In seguito, dato che il numero di nuovi arrivati che avevano bisogno di essere dissetati aumentava, la chiesa ha fatto in modo che una sorella di nome Emily collaborasse con me e condividesse la responsabilità del lavoro. Durante il nostro primo incontro, Emily ha discusso le sue idee e le sue opinioni sui problemi esistenti nel lavoro di irrigazione. I fratelli e le sorelle erano tutti d’accordo con lei, ma io mi sentivo a disagio. Non mi aspettavo che, nonostante avesse svolto questo dovere per poco tempo, Emily avesse molta conoscenza in materia di questioni professionali. Prima che si unisse a noi, tutti ascoltavano me durante le discussioni, ma ora era arrivata lei e mi aveva rubato la scena. In futuro, una volta che avesse trascorso un lungo periodo di tempo con i fratelli e le sorelle, mettendo in mostra i suoi punti di forza e i suoi vantaggi, tutti l’avrebbero tenuta sicuramente in grande considerazione, e ciò avrebbe messo a repentaglio il mio prestigio all’interno del gruppo. Più ci pensavo e più mi preoccupavo. Un giorno, il leader ha revisionato il lavoro insieme a noi. Ha notato che i nuovi arrivati che Emily irrigava si riunivano normalmente e molti svolgevano i loro doveri, mentre parecchi di quelli che io irrigavo non si riunivano normalmente e pochi svolgevano i loro doveri. Vedendo questa situazione, il leader mi ha chiesto di assegnare a Emily parte del lavoro di cui ero responsabile. Quando l’ho sentito, il mio cuore è stato sopraffatto da un sentimento di resistenza, e ho pensato: “Anche se i risultati del lavoro di cui sono responsabile non sono molto buoni, se solo mi impegnassi di più, tutti questi problemi vedrebbero dei miglioramenti e prima o poi si risolverebbero. Perché dovrei assegnare il mio lavoro a Emily? Se i fratelli e le sorelle lo venissero a sapere, cosa penseranno di me? Penseranno sicuramente che le mie capacità lavorative non sono all’altezza. A quel punto, come potrei rimanere nel gruppo? Inoltre, se Emily viene coinvolta nel lavoro di cui sono responsabile e tutti iniziano ad ascoltarla, chi ascolterà me? Questo non trasformerebbe forse il mio ruolo di responsabile in una mera facciata?” Ma il leader aveva già preso questo accordo e non potevo rifiutarlo apertamente, così, a malincuore, ho assegnato a Emily alcuni compiti meno importanti. Di solito non ero proattiva nell’incontrarmi con lei per discutere del lavoro, e a volte, quando mi mandava dei messaggi, ero riluttante a rispondere dopo averli letti.

Poco dopo, sono venuta a sapere che un fratello di nome Hunter era in un brutto stato, così mi sono preparata a sostenerlo e ad aiutarlo, ma inaspettatamente Emily mi ha detto che aveva già condiviso con Hunter. Sono rimasta un po’ turbata, pensando: “Sono sempre stata io a condividere con Hunter, e adesso sei andata tu a condividere con lui senza dirmelo; non è forse chiaro che stai cercando di competere con me?” Specialmente quando Hunter ha detto durante una riunione che la condivisione di Emily gli era stata di grande beneficio e lo aveva aiutato a comprendere la sua indole corrotta, mi sono sentita estremamente a disagio. Ho pensato: “Hunter una volta ha detto che le mie condivisioni contengono molte dottrine, mentre ora ammira Emily per avergli fatto notare i suoi problemi nella condivisione che lei ha fatto con lui. Se va avanti così, non sarà ovvio chi di noi due è la migliore? Tutti penseranno certamente che Emily comprende la verità e possiede la realtà, e in futuro avranno un’opinione più alta di lei. Ciò non metterà forse in pericolo il mio status nel gruppo?” Da quel momento in poi, ho visto Emily come la mia più grande minaccia. Sono diventata molto protettiva nei confronti del lavoro di cui ero direttamente responsabile, non dandole alcuna possibilità di partecipare. Il leader di solito ci chiedeva di discutere insieme del lavoro, ma io non ero disposta a coinvolgerla, perché sentivo che sarebbe stato degradante e mi avrebbe fatto sembrare incompetente. Non avevo forse gestito questo lavoro benissimo anche senza di lei? Così, con delle scuse, ho rifiutato la sua partecipazione, dicendo al leader che avevo già la situazione sotto controllo, o che i problemi non erano troppo complicati e potevo risolverli da sola, che discuterne ulteriormente con Emily avrebbe solo ritardato le cose, e così via. Ho trovato ogni sorta di scusa per escluderla dal mio lavoro. Una volta, avevo appena finito di parlare con una sorella di nome Joan della sua situazione lavorativa quando Emily è andata a chiederle la stessa cosa. Joan si è un po’ infastidita, dicendo che parlare ripetutamente di lavoro sembrava un po’ una perdita di tempo. Sapevo benissimo che questo era dovuto al fatto che prima non avevo comunicato bene con Emily, ma invece di riflettere sul mio problema, ero segretamente felice e pensavo: “Esatto! Coinvolgere Emily è davvero superfluo. Se non piace a nessuno, non sarà più una minaccia per il mio status”. Così, ho assecondato Joan e ho detto: “In effetti, questo rallenta un po’ le cose”. Durante le discussioni di lavoro, quando alcuni fratelli e sorelle suggerivano di coinvolgere Emily, non avevo altra scelta che accettare per salvare la faccia. Ma dentro di me ero estremamente riluttante. Pensavo: “Emily, Emily! Ora è lei l’unica persona a cui tenete. È impossibile procedere con il lavoro senza di lei? Prima che si unisse a noi, ero io a prendere le decisioni, e il lavoro non subiva alcun ritardo!” Ogni volta che sentivo i fratelli e le sorelle nominare Emily, diventavo particolarmente sensibile, chiedendomi se tutti la tenessero in alta considerazione. Appena c’era lei, diventavo subito circospetta, come un riccio con gli aculei alzati, pronta a difendere il mio prestigio in qualsiasi momento. A causa dei miei sforzi per ostacolarla, Emily non riusciva a integrarsi nel lavoro e non aveva idea di come collaborare con me, il che la turbava molto. Mi sono resa conto che il suo pessimo stato aveva molto a che fare con me, e ho provato un senso di colpa. Tuttavia, poi ho pensato: “Se non riesci a integrarti, allora stattene fuori dal mio lavoro. Sarebbe bello se ognuna di noi potesse fare le proprie cose senza interferire con l’altra”. Ho persino desiderato che Dio disponesse le circostanze affinché Emily venisse riassegnata altrove, in modo che io potessi stare tranquilla. In quel periodo, sono vissuta in uno stato di resistenza e di esclusione nei confronti di Emily, sentendomi spesso inspiegabilmente irritabile e stanca. Io diventavo sempre più negativa e il mio cuore sempre più scuro. Ho pregato Dio: “Oh Dio, da quando ho iniziato a collaborare con Emily, ho sempre voluto competere con lei e mi sono preoccupata che potesse superarmi. So che questo stato non è giusto, ma non riesco a vedere l’essenza del mio problema. Ti prego di illuminarmi in modo che io possa capire me stessa”.

Un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio che smascheravano gli anticristi e ho acquisito una certa comprensione di me stessa. Dio Onnipotente dice: “Una delle caratteristiche più evidenti della essenza di un anticristo è di monopolizzare il potere e instaurare una propria dittatura: non ascolta nessuno, non rispetta nessuno e, a prescindere dai punti di forza delle persone, dai corretti punti di vista e dalle sagge opinioni che esse potrebbero esprimere, o dai metodi opportuni che potrebbero proporre, non presta loro attenzione; è come se nessuno fosse qualificato per collaborare con lui o per prendere parte a qualsiasi cosa egli faccia. Questa è l’indole che hanno gli anticristi. Alcuni dicono che questo equivale a essere di cattiva umanità, ma come può trattarsi di una comune cattiva umanità? Si tratta a tutti gli effetti di un’indole satanica, e un’indole simile è estremamente maligna. Perché dico che l’indole degli anticristi è estremamente maligna? Un anticristo si porta via tutto dalla casa di Dio e dalla proprietà della chiesa e agisce come se tutto ciò gli appartenesse, e dovesse essere gestito solamente da lui, e non permette a nessun altro di intervenire in questo. Le uniche cose a cui pensa quando svolge il lavoro della chiesa sono i suoi interessi, il suo prestigio e il suo orgoglio. Non permette a nessuno di danneggiare i suoi interessi, e tanto meno consente a chiunque possieda levatura e sia in grado di parlare della propria testimonianza esperienziale di minacciare la sua reputazione e il suo prestigio. E così tenta di reprimere ed escludere, in quanto antagonisti, coloro che sono in grado di parlare di testimonianza esperienziale, nonché chi sa condividere sulla verità e provvedere al popolo eletto di Dio, e cerca in maniera disperata di isolare completamente quelle persone da tutti gli altri, di trascinare il loro nome nel fango e di farli cadere. Soltanto allora l’anticristo si sentirà in pace. […] In realtà, queste persone possiedono una certa testimonianza esperienziale e una parte di verità realtà. Hanno un’umanità relativamente buona, possiedono coscienza e ragionevolezza e sono in grado di accettare la verità. E sebbene possano avere alcuni difetti e mancanze e possano occasionalmente rivelare un’indole corrotta, sono capaci di riflettere su sé stesse e di pentirsi. Queste persone sono quelle che Dio salverà, e che hanno la speranza di essere perfezionate da Lui. In sintesi, esse sono adatte a svolgere un dovere. Soddisfano i requisiti e i principi per svolgere un dovere. Ma gli anticristi pensano: ‘Non posso assolutamente sopportare questo. Tu vuoi avere un ruolo nel mio dominio, competere con me. È impossibile; non pensarci nemmeno. Tu sei più istruito di me, più eloquente di me, più popolare di me e persegui la verità con maggiore diligenza rispetto a me. Se collaborassi con te e tu mi rubassi la scena, cosa farei allora?’ Considerano forse gli interessi della casa di Dio? No(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dio espone come gli anticristi attribuiscano particolare importanza al prestigio e al potere, non permettendo a nessuno di danneggiare i loro interessi. Se vedono qualcuno migliore di loro che minaccia il loro status, lo reprimono e lo escludono. Facendo un confronto con il mio comportamento, ho capito che mi stavo comportando proprio come un anticristo. Vedendo che Emily non solo condivideva sulla verità e risolveva i problemi meglio di me, ma aveva anche molta conoscenza quando si trattava della nostra professione, temevo che collaborare con lei mi avrebbe impedito di mettermi in mostra. Pertanto, l’ho esclusa e mi sono rifiutata di farla partecipare al mio lavoro, per proteggere il mio prestigio ed evitare di dover dividere il mio potere. Il leader ha fatto in modo che Emily e io ci dividessimo il lavoro e collaborassimo tra di noi, avendo considerato i risultati del lavoro di irrigazione. Tuttavia, in cuor mio ho opposto resistenza. Anche se a malincuore ho accettato di coinvolgerla, le ho affidato solo compiti meno importanti, temendo che se tutti l’avessero ascoltata avrei perso il mio status nel gruppo. Quando Hunter era in un brutto stato, Emily ha subito condiviso con lui per risolvere il problema, ma invece di essere contenta, ho trovato ogni sorta di scusa per reprimerla al fine di proteggere il mio prestigio e impedirle di essere coinvolta nel lavoro di cui ero responsabile. Quando Joan era critica nei confronti di Emily, io me ne rallegravo segretamente, sperando che tutti diventassero prevenuti nei suoi confronti e lei non costituisse più una minaccia per il mio prestigio. A causa della sua esclusione da parte mia, Emily non poteva essere coinvolta nel lavoro di cui ero responsabile, il che influiva sul suo stato. Non riflettevo su me stessa, ma desideravo che se ne andasse immediatamente. Ero molto dispotica e avevo un fortissimo desiderio di prestigio. Per mantenere il mio status e il mio potere, escludevo e reprimevo Emily in tutto ciò che facevo senza considerare affatto il lavoro della chiesa. Ero davvero molto egoista e spregevole, senza alcuna umanità. Il mio comportamento era la precisa manifestazione dell’indole di un anticristo!

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a comprendere le conseguenze delle mie azioni. Le parole di Dio dicono: “Quando le persone hanno un’indole satanica, possono ribellarsi e opporsi a Dio sempre e dovunque. Le persone che vivono secondo un’indole satanica possono rinnegare Dio, tradirLo e opporGli resistenza in qualsiasi momento. Gli anticristi sono molto stupidi, non se ne rendono conto, e pensano: ‘Ho già fatto abbastanza fatica a conquistarmi il potere, perché dovrei condividerlo con qualcun altro? Cederlo agli altri significa che non ne avrò per me, giusto? Come posso dimostrare i miei talenti e le mie capacità senza potere?’ Non sanno che ciò che Dio ha affidato alle persone non è potere o prestigio, ma un dovere. Gli anticristi accettano solo il potere e il prestigio, mettono da parte i loro doveri e non svolgono un lavoro effettivo. Al contrario, perseguono solo la fama, il guadagno e il prestigio e vogliono soltanto prendere il potere, controllare il popolo eletto di Dio e crogiolarsi nei vantaggi del prestigio. Comportarsi in questo modo è molto pericoloso: è opporsi a Dio! Chiunque persegua la fama, il guadagno e il prestigio invece di svolgere adeguatamente il proprio dovere sta giocando con il fuoco e con la propria vita. Chi gioca con il fuoco e con la propria vita può condannare se stesso in qualsiasi momento. Oggi, in quanto leader o lavoratore, stai servendo Dio, e questa non è una cosa comune. Non stai facendo qualcosa per qualcuno, tanto meno stai lavorando per poter pagare le bollette e mettere il cibo in tavola; stai invece svolgendo il tuo dovere all’interno della chiesa. E dato che, in particolar modo, questo dovere è un incarico affidatoti da Dio, che cosa implica il suo assolvimento? Che devi rendere conto a Dio del tuo dovere, che tu lo svolga bene o no; alla fine bisogna rendere conto a Dio, deve esserci un esito. Quello che hai accettato è un incarico da parte di Dio, una responsabilità sacra; quindi, più o meno importante che sia questa responsabilità, si tratta di una cosa seria. Quanto seria? Su scala minore, si tratta di capire se sei in grado di acquisire la verità in questa vita e di capire come Dio ti vede. Su scala più ampia è in diretta correlazione con le tue prospettive e il tuo destino, con il tuo esito; se commetti il male e ti opponi a Dio, sarai condannato e punito. Tutto ciò che fai quando svolgi il tuo dovere è registrato da Dio, e Dio ha i Suoi principi e i Suoi criteri per valutarlo e classificarlo; Dio determina il tuo esito in base a tutto ciò che manifesti mentre svolgi il tuo dovere(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Le parole di Dio spiegano chiaramente le conseguenze del perseguimento dello status da parte degli anticristi. Gli anticristi non perseguono la verità, ma solo la reputazione e lo status; mettono il potere e lo status al di sopra di tutto, si aggrappano al potere e si rifiutano di lasciarlo andare, vogliono essere l’unica autorità e non permettono a nessun altro di partecipare al loro lavoro. Alla fine, vengono messi a nudo ed eliminati per aver resistito a Dio. Pensando a me stessa, dopo essere stata eletta come responsabile del lavoro di irrigazione, ho preso tutte le decisioni su questioni di lavoro grandi e piccole. Tutti venivano da me a consultarmi sui loro problemi e mi ascoltavano, e mi piaceva particolarmente questa sensazione di avere potere di decisione. Dopo che Emily si è unita a noi, ho notato che in molte aree si distingueva più di me. Ero preoccupata che tutti avrebbero iniziato a rivolgersi a lei per i loro problemi, facendomi perdere la parola e il potere decisionale tra di loro, e così l’ho esclusa in tutti i modi possibili. Che si trattasse del leader che mi chiedeva di dividere il lavoro e di collaborare con lei o dei fratelli e delle sorelle che volevano che partecipasse alle discussioni sul lavoro, io, in cuor mio, mi opponevo. Ho persino trovato delle scuse per allontanarla, non permettendole di partecipare al lavoro, e volendo dominare il gruppo, in modo che i fratelli e le sorelle ascoltassero solo me quando avevano dei problemi. La chiesa mi aveva assegnato un dovere davvero importante, ma non ho mai pensato a come svolgere bene il lavoro. Piuttosto, ho passato tutto il tempo a pensare a come non essere messa in ombra da Emily e a come mantenere il mio prestigio. Il mio desiderio di avere una reputazione e uno status era troppo forte. Dio dice: “Chiunque persegua la fama, il guadagno e il prestigio invece di svolgere adeguatamente il proprio dovere sta giocando con il fuoco e con la propria vita. Chi gioca con il fuoco e con la propria vita può condannare se stesso in qualsiasi momento(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Leggendo le parole di Dio, mi sono particolarmente intimorita, rendendomi conto che l’indole di Dio è giusta e non tollera di essere offesa. Se avessi continuato a perseguire fama, guadagno e prestigio senza pentirmi e avessi continuato a escludere e ad attaccare Emily, avrei potuto solo finire per offendere l’indole di Dio, essere messa a nudo ed eliminata. Ho pensato anche a quegli anticristi che erano stati espulsi dalla chiesa. Quando qualcuno era migliore di loro e rappresentava una minaccia per il loro prestigio, lo consideravano un nemico e usavano vari mezzi spregevoli per reprimerlo, escluderlo e tormentarlo, e raggiungere il loro obiettivo di potere esclusivo. Alla fine sono stati espulsi dalla chiesa per le loro numerose azioni malvagie. Allo stesso modo, il Partito Comunista Cinese, per consolidare il suo regime, vuole disperatamente che tutti si inchinino a esso. È spietato nei confronti di coloro che potrebbero rappresentare una minaccia per la sua posizione e vuole eliminarli completamente, cercando così di mantenere lo status e il potere saldamente in pugno per sempre. Guardando a me stessa, le mie azioni al fine di consolidare il mio status escludendo Emily erano di natura diversa da quelle degli anticristi e del gran dragone rosso? Questa consapevolezza mi ha spaventata e ho pregato Dio in segno di pentimento, chiedendoGli di guidarmi per risolvere i miei problemi.

Qualche giorno dopo, nella regione di Emily è stata emessa un’improvvisa allerta per un tifone. Durante il nostro incontro prima dell’arrivo del tifone, si è profondamente commossa e ha detto: “Quando accade una catastrofe, sento che l’opportunità di fare il mio dovere è molto preziosa. Ma non ho colto questa opportunità e non ho dato il meglio di me stessa per soddisfare Dio…” Sentendo queste parole, mi sono rimproverata profondamente. In quel periodo ero in competizione con Emily per la fama e il guadagno, la escludevo in ogni maniera per mantenere il mio prestigio, non collaboravo con lei in modo adeguato o non facevo bene il mio dovere. Improvvisamente mi sono dispiaciuta sia per Emily che per Dio. Silenziosamente, ho pregato Dio nel mio cuore: “Oh Dio, se non avrò un’altra opportunità di collaborare con Emily in futuro, non mi resterà altro che il rimpianto. Se potessi ricominciare da capo, coglierei l’opportunità di collaborare adeguatamente con lei”. Quel pomeriggio ho saputo che il tifone era passato e che la regione di Emily non era stata colpita. Ho ringraziato costantemente Dio per la Sua protezione.

In seguito, L’ho pregato, cercando un cammino per la pratica e l’ingresso. Ho letto le Sue parole che dicono: “Indipendentemente dalla direzione o dall’obiettivo del tuo perseguimento, se non rifletti sul tuo perseguimento di prestigio e reputazione, e se trovi molto difficile rinunciare a queste cose, allora esse influenzeranno il tuo ingresso nella vita. Fintanto che il prestigio avrà un posto nel tuo cuore, esso controllerà e influenzerà completamente la tua direzione di vita e gli obiettivi che perseguirai, e in tal caso ti risulterà molto difficile entrare nella verità realtà, per non parlare di ottenere un cambiamento d’indole; se alla fine sarai o no in grado di essere approvato da Dio, ovviamente, è superfluo dirlo. Per di più, se non sei mai in grado di mettere da parte il perseguimento del prestigio, questo influenzerà la tua capacità di svolgere adeguatamente il tuo dovere, cosa che ti renderà molto difficile diventare un essere creato accettabile. Perché dico così? Non c’è nulla che Dio detesti più del perseguimento del prestigio, perché è un’indole satanica, è un cammino errato, nasce dalla corruzione da parte di Satana, è qualcosa che Dio condanna, ed è esattamente ciò che Dio giudica e purifica. Non c’è nulla che Dio detesti più del perseguimento del prestigio da parte della gente, eppure tu continui a competere ostinatamente per il prestigio, lo prediligi e lo difendi costantemente, e cerchi sempre di prenderlo per te. Per natura, tutto ciò non è forse antitetico rispetto a Dio? Il prestigio non è decretato da Dio per gli esseri umani; Dio agli esseri umani fornisce la verità, la via e la vita e in definitiva li rende esseri creati accettabili, esseri creati piccoli e insignificanti, non esseri dotati di fama e prestigio e adorati da migliaia di persone(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che perseguire la reputazione e il prestigio è completamente contrario alle intenzioni di Dio. Più una persona persegue il prestigio, più Dio la detesta e più essa si allontana dai Suoi requisiti. Alla fine resisterà sempre di più a Dio, il che Lo porterà a punirla e a eliminarla. Un vero essere creato dovrebbe sottomettersi coscienziosamente alla sovranità di Dio e compiere il proprio dovere in modo concreto per soddisfarLo. Questo è ciò che le persone dovrebbero perseguire. Dio, favorendomi e dandomi l’opportunità di praticare lavorando come responsabile, aveva lo scopo di aiutarmi a svolgere bene il mio dovere e a sfruttare i miei punti di forza per lavorare bene. Non era per darmi il potere né tanto meno per consentirmi di perseguire la reputazione e il prestigio. Dovevo lasciar andare le mie ambizioni e i miei desideri, collaborare correttamente con Emily e fare bene il mio dovere.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio su come collaborare con gli altri: “Secondo voi, è difficile collaborare con altre persone? In realtà non lo è. Si potrebbe addirittura affermare che è facile. Ma perché le persone lo ritengono comunque difficile? Perché hanno un’indole corrotta. Per coloro che possiedono umanità, coscienza e ragionevolezza, collaborare con gli altri è relativamente facile e possono percepire che è qualcosa di gioioso. Questo perché non è facile per nessuno realizzare le cose da solo, e in qualsiasi campo sia coinvolto o qualunque cosa stia facendo, è sempre bene avere qualcuno che metta in luce le cose e offra assistenza: è molto più facile così che fare da soli. Inoltre, ci sono dei limiti alle capacità della levatura delle persone e a ciò che possono sperimentare. Nessuno può essere un esperto in tutti i mestieri: non è possibile per una sola persona sapere tutto, essere capaci di fare tutto, realizzare tutto: è impossibile, e tutti dovrebbero possedere tale ragionevolezza. E quindi, indipendentemente da ciò che fai, che sia importante o meno, avrai sempre bisogno di qualcuno che ti aiuti, che ti dia indicazioni e consigli, che faccia le cose in collaborazione con te. Questo è l’unico modo per essere sicuro che agirai in maniera più corretta, commetterai meno errori e avrai meno probabilità di smarrirti, il che è una buona cosa(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dio parla molto chiaramente del significato e dell’importanza della collaborazione. Non importa quanto sia capace una persona, nessuno è onnipotente; tutti hanno bisogno dell’aiuto degli altri. La collaborazione ci permette di compensare le carenze l’uno dell’altro e di non andare fuori strada, a vantaggio anche del lavoro della chiesa. Collaborare con gli altri e ascoltare le loro opinioni è qualcosa che una persona con una normale umanità e ragione dovrebbe fare. Riflettendo su me stessa, anche se ero la responsabile del lavoro di irrigazione e credevo di avere una certa esperienza e un certa levatura, conoscevo un po’ di lingua straniera e sembravo in grado di svolgere del lavoro, spesso facevo il mio dovere usando la mia mente e la mia esperienza, raramente cercando le verità principi. Facendo affidamento su quel poco che avevo per fare le cose da sola, la mia prospettiva sui problemi non era sempre accurata o completa, aveva frequenti deviazioni, e i risultati del mio lavoro erano sempre piuttosto scarsi. Rispetto a me, Emily era di una levatura migliore e comprendeva meglio la verità. Cercava le verità principi quando incontrava dei problemi, rifletteva su se stessa e aveva comprensione di sé quando rivelava delle corruzioni. I suoi punti di forza erano proprio quello che a me mancava. Dio ha messo al mio fianco una persona migliore di me per far sì che ci completassimo a vicenda e svolgessimo bene i nostri doveri. Questo non è stato utile solo per il lavoro della chiesa, ma anche per la mia vita: era Dio che mostrava il Suo amore per me. Dopo aver compreso l’intenzione di Dio, L’ho pregato: “Oh Dio, sono sempre stata gelosa di Emily e mi sono messa in competizione con lei, arrivado a reprimerla e a ridicolizzarla. Ora, finalmente capisco che Tu hai disposto che Emily lavorasse con me per compensare le mie carenze. Ti ringrazio dal profondo del cuore. D’ora in poi, sono disposta a collaborare con lei come si deve, a fare bene il mio dovere, e non perseguirò più la reputazione e il prestigio”. Dopo di che, ho preso l’iniziativa di aprirmi con Emily in merito alle manifestazioni della mia corruzione. Dopo la condivisione, mi sono sentita molto più a mio agio, e ci siamo avvicinate un po’ di più l’una all’altra. In seguito, quando facevo il mio dovere, non la vedevo più come una concorrente, ma come un’aiutante. Quando c’erano problemi all’interno del gruppo, comunicavo e ne discutevo con lei in modo proattivo. Abbiamo ricercato insieme quando non riuscivamo a capire a fondo qualcosa e abbiamo condiviso le nostre conoscenze. In questo modo, abbiamo potuto sentire l’illuminazione e la guida di Dio e siamo riuscite a risolvere alcuni grossi problemi.

Non molto tempo dopo, un fratello ha compromesso il lavoro a causa della sua costante negligenza verso il proprio dovere, e dovevamo condividere con lui per destituirlo. Ero preoccupata perché non riuscivo a fare condivisione con lui in modo chiaro e a fargli notare i suoi problemi. Ho pensato che la condivisione di Emily sulla verità sarebbe stata più illuminante della mia e ho valutato di chiederle di unirsi a me nel condividere. Tuttavia, ero apprensiva e pensavo, “Se prendessi l’iniziativa di coinvolgerla nel mio lavoro, non sembrerei incompetente?” Quando mi è venuto questo pensiero, ho capito che il mio stato non era corretto: stavo ancora una volta cercando di proteggere la mia reputazione e il mio prestigio. Così ho pregato Dio. Ho letto le Sue parole che dicono: “Le persone ottengono risultati in ogni cosa su cui si concentrano e a cui dedicano i loro sforzi. Se ti concentri costantemente sulla dottrina, non acquisirai altro che dottrina; se ti concentri sull’ottenere prestigio e potere, il tuo prestigio e il tuo potere potranno forse essere stabili, ma non acquisirai la verità e verrai eliminato. Qualunque dovere tu svolga, l’importante è avere accesso alla vita. Questo è un aspetto che non devi prendere alla leggera né trascurare(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). “Solo collaborando in armonia si può essere benedetti dinanzi a Dio e, più se ne fa esperienza, più realtà si possiede e più il cammino si rischiara nel percorrerlo, e ci si sente sempre più a proprio agio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sulla collaborazione armoniosa”). Le parole di Dio mi hanno dato un chiaro cammino di pratica: perseguire la reputazione e il prestigio è un cammino di resistenza a Dio e alla fine può solo portare all’eliminazione. Non potevo continuare a preoccuparmi se il mio prestigio fosse sicuro e se i fratelli e le sorelle avessero un’alta considerazione di me. Dovevo considerare il lavoro della chiesa e fare ciò che era di beneficio per essa. Rendendomi conto di questo, mi sono sentita sollevata, e ho invitato Emily a unirsi a me nella condivisione con quel fratello. Dopo la condivisione, lui ha compreso qualcosa della natura dei suoi problemi e io, finalmente, ho sperimentato la gioia di collaborare bene, così come la pace e la felicità che derivano dal praticare secondo la verità. Sia lodato Dio Onnipotente!

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