Non sono più preoccupato per il futuro dei miei figli

18 Ottobre 2024

di Gao Liang, Cina

Sono nato in una famiglia di contadini poveri e dopo aver preso il diploma di scuola media, ho lasciato la mia casa per cercare un lavoro. In seguito, ho incontrato mia moglie e abbiamo avuto dei figli. Sono sempre stato un gran lavoratore, ma era spesso difficile far quadrare i conti. Quando mio cognato lo era venuto a sapere, mi aveva assunto per azionare l’escavatore nella sua squadra. Negli anni successivi, sono riuscito a guadagnare un po’ di denaro e ho potuto costruire una nuova casa e condurre una vita migliore.

Ho accettato il Vangelo di Dio degli ultimi giorni nel 2013 e ho bilanciato la mia fede con il mio lavoro. Pensavo che avrei dovuto fare più soldi finché fossi stato giovane, in modo da poter aiutare poi mio figlio. Questa era la mia responsabilità come padre. In seguito, ho iniziato a servire come leader di un gruppo, e poi, nel 2017, sono stato scelto per servire come diacono dell’irrigazione. Tuttavia non volevo davvero accettarlo, perché sapevo che non sarebbe stato facile come guidare un piccolo gruppo. Avrei dovuto adattarmi agli orari dei nuovi credenti per gli incontri, e avrebbe influenzato di sicuro il mio reddito da scavatore. Se non avessi risparmiato abbastanza soldi, come avrei potuto aiutare mio figlio ad andare avanti? Dopo aver compreso tutto ciò, ho rifiutato il dovere. Ma poi mi sono sentito piuttosto in colpa. Dio aveva sacrificato così tanto per salvarci, e ora che l’opera della chiesa richiedeva la mia collaborazione, tutto ciò a cui riuscivo a pensare era guadagnare soldi per aiutare mio figlio e non volevo accettare questo dovere. Non avrebbe offeso Dio? Dopo averlo compreso, mi sono inginocchiato sul pavimento e ho pregato Dio in segno di pentimento, promettendo che non avrei rifiutato altri incarichi. Nel 2018, i miei fratelli e le mie sorelle hanno votato per me perché servissi come leader della Chiesa. Ero piuttosto combattuto: essere un leader che supervisiona l’intero lavoro è un dovere a tempo pieno. Non sarei riuscito a mettere da parte i soldi per il futuro di mio figlio, e a quel punto non avrei adempiuto alla mia responsabilità di padre. Ma ho anche pensato a quanto mi fossi sentito in colpa per aver rifiutato un incarico in passato, quindi ho accettato il dovere.

Dopo essere diventato un leader della chiesa, non avevo il tempo di svolgere il lavoro con l’escavatore, quindi per andare avanti contavamo sui soldi che mia moglie guadagnava vendendo verdure. Dopo il diploma, mio figlio aveva trovato lavoro in una fabbrica, il che ci aveva alleggerito il carico. Ma quando era arrivato il momento per mio figlio di sposarsi, non avevamo ancora una casa, un’auto o dei risparmi per lui. Che cosa avrei dovuto dirgli? Sentivo di averlo deluso. A volte, quando tornava per una pausa, gli preparavo un pasto davvero delizioso e mostravo più interesse per la sua vita, per alleviare parte del mio senso di colpa. Alla fine di agosto del 2023, il mio leader superiore voleva promuovermi per un dovere lontano da casa, così ne ho discusso con mia moglie. Mi ha chiesto cosa ne pensavo. Ho detto, “Non voglio andare, perché se me ne vado, dovrai farti carico da sola della nostra famiglia. Nostra figlia è ancora piccola e nostro figlio non si è ancora sposato. Se me ne vado, che ne sarà della nostra famiglia?” Mia moglie ha risposto dicendo, “Se incontriamo problemi possiamo pregare Dio. Ora che ti è stato assegnato questo dovere, dovresti avere un cuore sottomesso. Posso occuparmi io delle questioni a casa, non preoccuparti”. Pochi giorni dopo, il leader superiore mi ha scritto per chiedere le valutazioni delle persone su di me, ma non avevo domandato ai fratelli e alle sorelle di scriverle. Pensavo, “Sono l’uomo di casa, è mia responsabilità farmi carico della nostra famiglia. Mio figlio è grande abbastanza per sposarsi, ma non abbiamo ancora una casa, un’auto o dei risparmi per lui. I nostri vicini che hanno figli della stessa età, hanno tutti preparato case e auto per loro. E se mio figlio mi chiede perché non provvedo a lui quando tutti gli altri genitori provvedono ai propri? Che razza di padre sono? Non so cosa rispondere. Inoltre, mia figlia si è ammalata e se me ne vado non potrò prendermi cura di lei”. Pensando a tutto ciò, mi sentivo molto male e non volevo più fare il mio dovere lontano da casa. Ma sapevo anche che Dio non sarebbe stato contento se avessi rifiutato il dovere. D’altra parte, se ci fossi andato, la mia famiglia avrebbe attraversato un periodo difficile. Non sapevo cosa fare ed era un vero e proprio calvario. Nei giorni successivi ero distratto e avevo persino dimenticato di andare a irrigare i nuovi arrivati. Mi resi conto che il mio stato era errato, così pregai Dio, “Oh Dio! In questi giorni, ho vissuto nell’oscurità e mi sono sentito piuttosto tormentato. Per favore, illuminami affinché comprenda la verità e guidami affinché esca da questo stato”.

Durante le devozioni, mi sono imbattuto in questo brano delle parole di Dio: “C’è anche chi, poiché ha iniziato a credere in Dio, a vivere la vita della chiesa, a leggere le parole di Dio e a svolgere i propri doveri, non ha tempo di frequentare normalmente i figli, la moglie (o il marito), i genitori o gli amici e i parenti non credenti. In particolare, non è in grado di occuparsi adeguatamente dei figli non credenti, né di provvedere a tutto ciò di cui hanno bisogno, e quindi si preoccupa per il loro futuro e le loro prospettive. Soprattutto quando i figli crescono, alcuni individui iniziano a preoccuparsi: ‘Mio figlio andrà all’università o no? In cosa si specializzerà se verrà ammesso? Mio figlio non crede in Dio e vuole andare all’università: dunque dovrei pagare io, in quanto credente in Dio, per i suoi studi? Dovrei occuparmi dei suoi bisogni quotidiani e sostenerlo negli studi? E quando arriverà a sposarsi, a trovarsi un lavoro e persino a farsi una famiglia e ad avere dei figli, che ruolo dovrei svolgere? Cosa dovrei fare e cosa no?’ Non hanno idea di tutto ciò. Nel momento in cui capita qualcosa del genere, nel momento in cui si trovano in una situazione simile, si sentono spaesati e non hanno idea di cosa fare, né sanno come gestire queste cose. Con il passare del tempo, emergono in loro angoscia, ansia e preoccupazione per queste cose: se fanno queste cose per il figlio, temono di andare contro le intenzioni di Dio e di suscitare il Suo malcontento; se non le fanno, temono di non adempiere alle loro responsabilità di genitori e di essere biasimati dal figlio e da altri membri della famiglia; se le fanno, temono di perdere la testimonianza, e se non le fanno, temono di essere derisi dai membri del mondo secolare, di essere scherniti, canzonati e giudicati dai vicini di casa; temono di disonorare Dio, ma allo stesso tempo di guadagnarsi una cattiva reputazione e di vergognarsi al punto di non poter mostrare la faccia. Quando vacillano di fronte a queste cose, nel loro cuore emergono angoscia, ansia e preoccupazione; si sentono angosciati perché non sanno cosa fare, si sentono ansiosi di fare la cosa sbagliata qualunque sia la loro scelta e perché non sanno mai se ciò che fanno è opportuno, e sono preoccupati del fatto che, se queste cose succedono in continuazione, un giorno non saranno in grado di affrontarle, e che, se essi avranno un crollo, le cose saranno ancora più difficili per loro. Le persone che si trovano in questa situazione provano angoscia, ansia e preoccupazione per tutte queste cose che si presentano nella vita, grandi o piccole che siano. Una volta che sorgono in loro queste emozioni negative, si ritrovano invischiate nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione e non riescono a liberarsi: se fanno questo è sbagliato, se fanno quello è sbagliato, e non sanno qual è la cosa giusta da fare; vogliono compiacere gli altri, ma temono di suscitare il malcontento di Dio; vogliono fare cose per gli altri in modo che gli altri parlino bene di loro, ma non vogliono disonorare Dio né portarLo a detestarle. Per questo motivo sono costantemente impantanate in queste emozioni di angoscia, ansia e preoccupazione. Si sentono angosciate sia per gli altri che per sé stesse, si sentono in ansia sia per gli altri che per sé stesse, e si preoccupano sia per gli altri che per sé stesse, restando così invischiate in una doppia difficoltà da cui non riescono a venire fuori. Le emozioni negative come queste influenzano non solo la loro vita quotidiana, ma anche lo svolgimento dei loro doveri, oltre che, naturalmente, in una certa misura, il loro perseguimento della verità. Si tratta di un tipo di difficoltà, ossia di difficoltà correlate al matrimonio e alla vita familiare e personale, ed è a causa di queste difficoltà che gli individui spesso rimangono bloccati nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione. Non suscitano forse compassione quando si ritrovano bloccati in questo tipo di emozioni negative? (Sì.) Meritano compassione? Voi continuate a rispondere ‘Sì’, dimostrando di essere ancora molto comprensivi nei loro confronti. Quando qualcuno resta invischiato in un’emozione negativa, qualunque sia il contesto in cui si genera tale emozione, per quale motivo si genera? È a causa dell’ambiente, delle persone, degli eventi e delle cose che circondano quell’individuo? O è perché la verità espressa da Dio disturba l’individuo? È l’ambiente che influisce sull’individuo, oppure sono le parole di Dio a disturbare la sua vita? Qual è esattamente il motivo? Lo sapete? DiteMi: sia nella vita normale che nello svolgimento del proprio dovere, queste difficoltà sono forse presenti se si persegue la verità e si è disposti a praticarla? (No.) Queste difficoltà sono presenti in termini di dato di fatto oggettivo. Voi dite che non sono presenti, quindi è forse possibile che le abbiate risolte? Siete in grado di farlo? Queste difficoltà sono irrisolvibili e sono presenti in termini di dato di fatto oggettivo. Quale esito produrranno in coloro che perseguono la verità? E quale in coloro che non la perseguono? Saranno due esiti completamente diversi. Se le persone perseguono la verità, non si lasceranno trascinare da queste difficoltà e non sprofonderanno nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Al contrario, se non perseguono la verità, queste difficoltà saranno comunque presenti in loro, ma quale sarà l’esito? Vi resterai talmente invischiato da non poter sfuggire e, se non sarai in grado di risolverle, alla fine diventeranno emozioni negative abbarbicate nell’intimo del tuo cuore; influenzeranno la tua vita normale e il regolare svolgimento dei tuoi doveri, e ti faranno sentire oppresso e incapace di trovare una via d’uscita: questo è l’esito che avranno su di te(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (3)”). Le parole di Dio erano un’ottima esposizione del mio stato. Dato che mio figlio era diventato maggiorenne, ho pensato che, essendo l’uomo di casa, fosse mia responsabilità guadagnare più soldi per aiutarlo a creare una famiglia e avviare la sua carriera, così avevo rifiutato l’incarico della chiesa di servire come diacono dell’irrigazione. In seguito, quando sono stato scelto come leader della chiesa, ho accettato il dovere, ma vedendo che mio figlio stava per diventare maggiorenne, mi sono chiesto come avrebbe potuto trovare una moglie senza un’auto o una casa a nome suo. Mio figlio avrebbe forse detto che non ero stato un buon padre? Queste preoccupazioni si erano radicate nel mio cuore e ne ero spesso turbato. Ora, quando la chiesa mi ha assegnato doveri lontano da casa, quelle preoccupazioni sono tornate a riemergere. Ero preoccupato perché mio figlio non aveva ancora trovato moglie, e se me ne fossi andato per fare il mio dovere, lui mi avrebbe sicuramente odiato, e i nostri vicini avrebbero sicuramente sparlato alle mie spalle. Ma se non ci fossi andato, avrei rifiutato il mio dovere. Ero molto combattuto e non sapevo come procedere. Credevo in Dio da molti anni, ma non comprendevo ancora la verità ed ero condizionato dagli impegni familiari. Pensavo che, essendo l’uomo di casa, avrei dovuto farmi carico della mia famiglia e guadagnare abbastanza soldi per aiutare mio figlio con la sua famiglia e la sua carriera. Di conseguenza, ero sempre tormentato dalle preoccupazioni e non riuscivo a dedicarmi completamente al mio dovere. Dovevo cercare la verità per risolvere rapidamente questa situazione.

In seguito, ho trovato questo passaggio delle parole di Dio: “‘Per chi mai provi angoscia, ansia e preoccupazione? Le provi forse al fine di acquisire la verità? O per guadagnare Dio? O per il bene della Sua opera? O per la Sua gloria?’ (No.) ‘E allora per che cosa provi queste emozioni? Per te stesso, per i tuoi figli, per la tua famiglia, per il rispetto che hai di te stesso, per la tua reputazione, per il tuo futuro e per le tue prospettive, per tutto ciò che riguarda te stesso’. Una persona del genere non rinuncia a nulla, non lascia andare nulla, non si ribella a nulla, non abbandona nulla; non ha autentica fede in Dio né autentica lealtà nello svolgere il proprio dovere. Nella sua fede in Dio, non si spende veramente; crede in Dio soltanto per ottenere benedizioni e con la convinzione di ricevere benedizioni. Simili individui sono pieni di ‘fede’ in Dio, nella Sua opera e nelle Sue promesse, ma Dio non loda questa fede, né la commemora, anzi la detesta. Costoro non seguono e non mettono in pratica i principi richiesti loro da Dio per gestire qualsiasi questione, non lasciano andare le cose che dovrebbero lasciar andare, non rinunciano alle cose a cui dovrebbero rinunciare, non abbandonano ciò che dovrebbero abbandonare e non offrono la lealtà che dovrebbero offrire, e quindi meritano di sprofondare nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. A prescindere da quanto soffrano, lo fanno solo per sé stessi, non per il loro dovere o per il lavoro della chiesa. Pertanto, costoro semplicemente non perseguono la verità: non sono altro che individui che credono in Dio soltanto a parole. Sanno esattamente che questa è la vera via, ma non la praticano e non la seguono. La loro fede è miserevole e indegna dell’approvazione di Dio ed Egli non la commemorerà(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (3)”). Le parole di Dio esponevano il mio stato. Invece di passare il tempo a pensare a come ricercare la verità e a fare bene il mio dovere per soddisfare Dio, tutto ciò che riuscivo a pensare era come stessi fallendo nel preparare il futuro di mio figlio, preoccupandomi del fatto che potesse pensare che non fossi un buon padre, che i miei vicini parlassero male di me, e che io potessi perdere la faccia con loro. Quindi, ho rifiutato il dovere. Ciò mi ha mostrato come tutti i miei pensieri ruotassero intorno ai miei figli e alla mia reputazione. Non mi preoccupavo di aver creduto in Dio per anni, senza non aver raggiunto la verità, non mi agitavo per gli scarsi risultati nel mio dovere di leader nella chiesa, non provavo alcun rimorso per non sottomettermi al mio dovere e per averlo rifiutato, il che deludeva Dio, eppure ero sempre preoccupato per la mia famiglia, i miei figli e la mia reputazione. Ho dato priorità a queste cose rispetto al fare il mio dovere di essere creato. Era grazie all’elevamento di Dio che ero stato in grado di adempiere il mio dovere di leader, e Dio sperava che nell’ambito del mio dovere, ricercassi la verità, ottenessi una trasformazione nella mia indole e raggiungessi la salvezza di Dio. E io cosa volevo fare? Volevo solo essere un buon padre, prendermi cura dei miei figli e avere una buona reputazione. Sapevo chiaramente che il lavoro della chiesa richiedeva la mia collaborazione, ma non mi sottomettevo, sapevo chiaramente che fare il mio dovere di essere creato era un dovere sacrosanto, ma lo rifiutavo. Ho rifiutato il dovere di servire come diacono dell’irrigazione, e mi sono opposto all’opportunità di essere promosso solo per guadagnare più soldi ed essere un buon padre. Mi sono reso conto che il mio punto di vista sulle cose non era diverso da quella di un non credente, nonostante anni di fede. Non avevo alcuna lealtà verso il mio dovere, e agli occhi di Dio ero un miscredente. Ho pensato a come Dio, per salvarci, si era incarnato nel paese del gran dragone rosso, che Lo vedeva come un nemico. Ha espresso verità per provvedere a noi, e per permetterci di guadagnare la verità, ci ha instancabilmente irrigato e pasciuto in innumerevoli modi. Eppure ho rifiutato il mio dovere per il bene del futuro dei miei figli. Sono stato veramente privo di coscienza e ragione! Quando me ne sono reso conto, mi sono subito vergognato e sono stato meno contrario a lasciare casa per il mio dovere.

Più tardi, ho continuato a riflettere su me stesso: perché ogni volta che mi veniva assegnato un dovere, non riuscivo a sottomettermi? Quale veleno satanico mi stava tenendo sotto controllo? Ho cercato i passaggi rilevanti delle parole di Dio e ho trovato il seguente: “Queste idee della cultura tradizionale, così come le responsabilità sociali e la posizione dell’uomo nella società, sono fonte di pressione e persino di umiliazione, e inoltre distorcono l’umanità degli uomini, portando molti di loro a sentirsi agitati, depressi e spesso sull’orlo di un esaurimento ogni volta che si trovano in difficoltà. Perché ciò accade? Perché pensano al fatto di essere uomini, di dover guadagnare per mantenere la famiglia, di dover adempiere alle loro responsabilità di uomini, di non dover piangere né essere tristi, di non dover restare senza lavoro, facendo da pilastri della società e da colonne portanti della famiglia. Proprio come dicono i non credenti: ‘Difficilmente gli uomini piangono’; un uomo non dovrebbe manifestare debolezze né manchevolezze. Queste idee e opinioni sono causate dall’errata classificazione degli uomini da parte dei moralisti, nonché dal loro continuo elevare il prestigio maschile. Queste idee e opinioni non solo sottopongono gli uomini a ogni sorta di tormenti, vessazioni e angosce, ma diventano anche dei vincoli mentali, rendendo la loro posizione, la loro situazione e i loro incontri in società sempre più disagevoli(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (11)”). “Se vuoi liberarti di queste catene, devi ricercare la verità, comprendere appieno l’essenza di tali idee e non agire sotto l’influenza o il controllo di queste idee della cultura tradizionale. Dovresti ribellarti e rinunciare a esse una volta per tutte, e smettere di valutare persone e cose, di comportarti e di agire in base alle idee e ai punti di vista della cultura tradizionale, nonché di maturare giudizi e scelte in base alla cultura tradizionale; al contrario, valuta persone e cose, comportati e agisci in base alle parole di Dio e alle verità principi. Così facendo, percorrerai la retta via e sarai un vero essere creato approvato da Dio. In caso contrario, resterai sotto il controllo di Satana e continuerai a vivere sotto il suo potere, incapace di vivere nelle parole di Dio: questi sono i fatti(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (11)”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che la posizione e le responsabilità sociali assegnate agli uomini sono il modo in cui Satana li irretisce, facendo credere loro che devono mantenere la famiglia in qualunque momento in quanto è loro responsabilità. Prendiamo ad esempio mio padre, che era un insegnante. Fin da piccolo mi ha trasmesso queste idee, dicendomi che sarei stato il pilastro della famiglia e che avrei dovuto mantenere ogni suo membro. Mi faceva anche sbrigare le faccende con lui per farmi capire quali sono le responsabilità di un uomo. Dopo essermi sposato, avevo fatto delle mie responsabilità di uomo di famiglia la mia priorità. Per garantire una buona qualità di vita alla mia famiglia e aiutare mio figlio a farsi una posizione, avevo lavorato molte ore per guadagnare soldi e adempiere alle mie responsabilità di padre. Mi venivano sottoposte tutte le decisioni importanti, e non importava quanto fossi stanco o quanto le cose fossero difficili, avevo sempre fatto tutto ciò che era necessario, senza domande. Condizionato dai pensieri tradizionali, ogni volta che c’era un conflitto tra la mia famiglia e il mio dovere, davo sempre la priorità alla mia famiglia. Avevo rifiutato dei doveri per guadagnare più soldi da mettere da parte per mio figlio. Anche come leader della chiesa, dividevo il mio tempo tra il mio dovere e la mia famiglia, e non riuscivo a dedicarmi totalmente al mio dovere. In seguito, quando mi è stata offerta la possibilità di essere promosso, ho opposto pure resistenza e l’ho rifiutata. Ora ho capito che la cultura tradizionale che Satana ci ha inculcato è in opposizione a Dio. Fa sì che le persone si allontanino da Dio, Lo tradiscano e alla fine affrontino la distruzione, proprio come Satana. Una volta capito che Satana aveva usato la cultura tradizionale per corrompermi, ero disposto a cambiare i miei modi e le mie abitudini secondo le parole di Dio.

Quella notte, durante i devozionali, ho visto questo brano: “In quanto individuo che crede in Dio e persegue la verità e la salvezza, dovresti investire l’energia e il tempo che ti restano nella vita nell’assolvimento del tuo dovere e in tutto ciò che Dio ti ha affidato; non dovresti dedicare il tempo ai tuoi figli. La tua vita non appartiene a loro e non dovresti consumarla per la loro vita o per la loro sopravvivenza, né per soddisfare le tue aspettative nei loro confronti. Dovresti invece dedicarla al dovere e al compito affidatoti da Dio, nonché alla missione che dovresti compiere in quanto essere creato. È qui che risiedono il valore e il significato della tua vita. Se sei disposto a perdere la tua dignità e a diventare schiavo dei tuoi figli, a preoccuparti per loro e a fare qualsiasi cosa per loro al fine di soddisfare le aspettative che nutri nei loro confronti, ebbene, tutto questo è privo di significato e di valore e non sarà commemorato. Se persisti nel farlo e non abbandoni queste idee e queste azioni, può solo significare che non sei una persona che persegue la verità, che non sei un essere creato all’altezza dei requisiti e che sei alquanto ribelle. Non hai a cuore né la vita né il tempo che Dio ti ha donato. Se investi la tua vita e il tuo tempo solo nella tua carne e nei tuoi affetti e non nel dovere che Dio ti ha affidato, allora la tua vita è inutile e priva di valore. Non meriti di vivere, e neppure di godere della vita che Dio ti ha donato e di tutto ciò che Egli ti ha dato. Dio ti ha dato dei figli solo perché tu possa godere del processo di crescerli, trarne esperienza di vita e conoscenza in quanto genitore, sperimentare qualcosa di speciale e straordinario nella vita umana, e poi permettere ai tuoi figli di riprodursi… Naturalmente, si tratta anche di adempiere alla responsabilità che spetta a un essere creato in quanto genitore. È la responsabilità che Dio ha decretato che tu assolvessi nei confronti della generazione successiva, nonché il ruolo che svolgi facendole da genitore. Da un lato si tratta di attraversare questo straordinario processo di far crescere i figli, dall’altro di svolgere un ruolo di propagazione della generazione successiva. Una volta che hai adempiuto a questo obbligo e che i tuoi figli sono diventati adulti, non dipende affatto da te che abbiano successo o che invece rimangano individui comuni, semplici e ordinari, poiché non sei tu a determinare il loro destino né a sceglierlo, e di certo non sei tu ad averglielo assegnato: viene decretato da Dio. Poiché è decretato da Dio, tu non dovresti interferire né ficcare il naso nella loro vita o nella loro sopravvivenza. Le loro abitudini, le loro routine quotidiane e il loro atteggiamento nei confronti della vita, qualsiasi strategia di sopravvivenza abbiano, qualsiasi visione della vita, qualsiasi atteggiamento nei confronti del mondo, tutte queste sono scelte che devono compiere da sé e non sono di tua competenza. Non hai l’obbligo di correggerli né di farti carico di alcuna sofferenza per loro conto al fine di garantire che siano felici ogni giorno. Tutte queste cose non sono necessarie. […] Pertanto, l’atteggiamento più ragionevole che i genitori possano assumere dopo che i figli sono cresciuti è quello di lasciarli andare, di permettere loro di sperimentare la vita da sé, di vivere in modo indipendente e di affrontare, gestire e risolvere le varie sfide della vita in modo autonomo. Se ti chiedono di aiutarli e tu disponi delle possibilità e delle condizioni per farlo, naturalmente puoi dare loro una mano e fornire l’aiuto necessario. Tuttavia, il prerequisito è che, a prescindere dall’aiuto che fornisci loro, sia esso finanziario o psicologico, questo può essere solo temporaneo e non ha il potere di cambiare alcun aspetto sostanziale. Un figlio deve percorrere la propria strada nella vita e tu non hai alcun obbligo di farti carico delle sue faccende né delle conseguenze. Questo è l’atteggiamento che i genitori dovrebbero avere nei confronti dei figli adulti(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (19)”). Le parole di Dio spiegano come i genitori dovrebbero considerare le proprie responsabilità. Quando i nostri figli sono piccoli, abbiamo la responsabilità di crescerli bene. Ma una volta cresciuti, dovremmo lasciare che se la cavino da soli, e dedicare il nostro tempo a svolgere i nostri doveri di esseri creati. Se dedichiamo tutto il nostro tempo e la nostra energia ai figli e alla famiglia, avremo perso il significato della fede e saremo indegni di vivere davanti a Dio. Dio mi ha dato una famiglia e dei figli affinché potessi guadagnare esperienza di vita nel crescere i miei figli. Ciò include la mia responsabilità di crescere i figli e anche il mio ruolo di garantire la prosecuzione della specie. Se avessi cresciuto bene i miei figli, avrei assolto le mie responsabilità. Inoltre, il destino dei miei figli è nelle mani di Dio. Per quanto io possa preparare per i miei figli beni materiali e ricchezza, non posso cambiare il loro destino. Alcuni genitori crescono i loro figli ma non sono in grado di aiutarli a creare una famiglia e una carriera, eppure va tutto per il meglio comunque. Al contrario, alcuni genitori lavorano duramente per guadagnare soldi e aiutare i figli ad affermarsi, ma le cose non vanno comunque come vorrebbero. Prendi me, per esempio, mio padre non mi ha lasciato una casa o i soldi, ma sono comunque riuscito a sposarmi. Inoltre non ho dato molti soldi o proprietà a mio figlio, ma lui si è comunque diplomato, ha trovato un lavoro ed è stato in grado di guadagnare soldi per prendersi cura di sé. Mia figlia può pure essere malata, ma il suo futuro è nelle mani di Dio e io non ne ho alcun reale controllo. Ora ho molte responsabilità come leader nella chiesa, ma ho ancora molte carenze e ancora molti verità principi da imparare. Quindi devo dedicare più tempo al mio dovere, affidarmi a Dio e cercare la verità in ambiti in cui non comprendo, e fare più comunione con il mio fratello collaboratore per compiere bene il mio dovere. Quando ancora cercavo di bilanciare il mio tempo tra la famiglia e il dovere, le varie questioni familiari mi portavano via molto tempo ed energia. Ora che ho lasciato casa per fare il mio dovere, sono responsabile di diverse chiese e sono esposto a molte persone e situazioni; queste sono tutte buone opportunità per raggiungere la verità. Se non colgo l’opportunità di trarre la verità da queste situazioni, potrei non avere un’altra possibilità. Ho così tanto lavoro da fare ogni giorno adesso. Quando non comprendo qualcosa, prego Dio, cerco e condivido. In questo tipo di ambiente, ho molte opportunità di avvicinarmi a Dio. Provo un senso di pace e tranquillità e non mi preoccupo più per i miei figli. Ringrazio Dio per l’opportunità di adempiere questo dovere.

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