Ora so come collaborare nel mio dovere
Era il novembre del 2019, stavo lavorando come capo insieme a sorella Zhou. Per completare il lavoro in modo migliore e più efficiente, i superiori hanno diviso tra di noi le responsabilità del lavoro. Io mi occupavo principalmente dell’irrigazione dei nuovi arrivati, mentre lei doveva seguire la produzione dei video. A quel tempo, vedevo che l’irrigazione dei nuovi arrivati non stava andando così bene, sentivo molta pressione e temevo di non riuscire a sostenere quel compito. Ma poi mi sono ricordata che era un lavoro cruciale, oltre che arduo, e se avessi potuto ottenere qualche successo in quell’ambito, allora i superiori avrebbero riconosciuto le mie capacità, e anche i fratelli e le sorelle mi avrebbero vista con un ritrovato rispetto, pertanto ho accettato l’incarico. In seguito, mi incontravo spesso con coloro che irrigavano i nuovi arrivati, aiutandoli a risolvere i problemi nello svolgimento dei loro doveri, concentrandomi sull’irrigazione e il sostentamento di quelli che mi sembrava avessero buona qualità. Dopo un po’ di tempo, il lavoro ha iniziato a migliorare. Un giorno, una sorella mi ha riferito che non c’erano abbastanza persone per produrre video, quindi avevano dei problemi, che dovevano essere gestiti subito. Ho pensato tra me e me: “La cosa va risolta al più presto, ma in questo momento anche il lavoro di irrigazione deve essere seguito; tuttavia, se dedico tutto questo tempo a lavorare sui video e i problemi dei nuovi arrivati non possono essere risolti in modo tempestivo, e loro se ne vanno, allora l’irrigazione ne risentirebbe. Se ciò accadesse, i superiori direbbero forse che non sono capace? Inoltre, spetta a sorella Zhou seguire quel lavoro, quindi se l’aiutassi a risolvere la questione, il merito andrebbe a lei, e io rimarrei nell’ombra”. Considerando questo, non ho badato ai dettagli del lavoro, ho detto solo qualche parola sbrigativa e me ne sono andata. Al ritorno, ho fatto presente la questione a sorella Zhou, ma non riusciva a pensare a una persona adatta, ed è stata una decisione difficile per lei. Perciò il lavoro ha subìto un ritardo perché il personale non c’era. Eppure, continuavo a disinteressarmi della questione, e a pensare che fosse una responsabilità di sorella Zhou, che non mi riguardasse in maniera diretta. Un giorno, lei mi ha detto: “Ho notato che ti concentri solo su ciò di cui sei responsabile, e non ti preoccupi degli altri lavori”. A quel punto, ho pensato tra me e me: “Se facessi io il lavoro di cui tu sei responsabile, il merito sarebbe tutto tuo, e solo tu verresti notata, io no, quindi perché dovrei darmi tanta pena?” Quando ha tirato fuori questo argomento, non gli ho dato grande peso.
Non molto tempo dopo, il nostro capo mi ha detto: “Ci sono stati alcuni problemi con la produzione video, e nessuno di essi è stato risolto. Ricordo che in passato hai avuto esperienza in questo campo e che hai dei punti di forza. Vorrei che fossi tu la responsabile dei video; sorella Zhou si occuperà dell’irrigazione”. Questo discorso mi ha un po’ turbata: avevo messo grande impegno, attenzione e considerazione in quel lavoro, non era stato facile apportare miglioramenti. Ora che dovevo essere occuparmi di altro, lei avrebbe goduto dei frutti del mio lavoro. Inoltre, produrre buoni video è piuttosto difficile. Se non lo avessi fatto bene, cosa avrebbero pensato gli altri di me? Mi avrebbero vista come un’incapace? Ma poi ci ho ripensato: “Anche il lavoro di irrigazione non ha avuto buoni risultati all’inizio. Grazie ai miei sforzi incessanti, le cose non sono forse andate meglio? Se miglioro anche in questo, non dimostrerò la mia competenza?” E così, ho accettato il compito. Quindi, ho riversato anima e cuore nella produzione dei video, cercando nuove persone per quella mansione. Quando i fratelli o le sorelle avevano problemi, dedicavo tempo a condividere pazientemente con loro per trovare soluzioni. Dopo un po’, anche quel lavoro ha cominciato a migliorare, e pure l’entusiasmo generale aumentava. Nel frattempo, alcuni fratelli mi hanno chiesto di irrigare i nuovi arrivati, cosa che non rientrava nell’ambito della mia responsabilità. Anche se li avessi aiutati nelle loro questioni, non ne avrei ricevuto il merito, e così mi sono limitata a dare risposte sommarie. Un giorno, sorella Zhou mi ha detto che c’erano problemi nel lavoro di irrigazione e non sapeva come fare. Allora mi sono resa conto che li avevo già affrontati. Avevo intenzione di dirle come risolverli, ma dopo ho pensato che se l’avesse fatto lei, il merito sarebbe stato suo, non mio. Le ho detto che me ne sarei occupata appena avessi avuto tempo, però poi ho avuto da fare e me ne sono dimenticata. La questione è rimasta irrisolta, e di conseguenza il lavoro di irrigazione ne ha risentito.
Un giorno, i superiori sono venuti a informarsi del nostro lavoro, e hanno scoperto che mi ero concentrata solo sul mio e non su quello degli altri. Mi hanno trattata duramente, dicendo che, se un capo di Chiesa si preoccupa solo dei propri compiti principali trascurando gli altri lavori della Chiesa, allora significa che sta curando i propri affari, che è egoista, spregevole e di cattiva umanità. Queste parole mi hanno molto turbata, oltre che offesa. Pensavo tra me: “Ho dedicato tanto tempo e fatica ai miei doveri ogni giorno, ho lavorato sodo e non ho mai battuto la fiacca. Non dico che dovevo essere elogiata, ma come hanno potuto dire che sono stata egoista, spregevole e di cattiva umanità?” Arrivata a casa, sono scoppiata in lacrime. Nel dolore, ho pregato Dio: “O Dio! Di fronte a una potatura e a un trattamento di questo tipo, mi sento sconvolta e offesa, non capisco le Tue intenzioni, Ti prego, guidami a conoscere me stessa”.
Un giorno, ho visto le parole di Dio che dicevano: “La coscienza e la ragionevolezza dovrebbero essere le componenti dell’umanità di una persona. Sono entrambe fondamentali ed essenziali. Che razza di persona è un individuo che manca di coscienza e che non ha la ragionevolezza dell’umanità normale? In generale, è una persona che manca di umanità, che possiede un’umanità estremamente scarsa. In dettaglio, quali manifestazioni di umanità carente può mostrare questa persona, tali per cui gli altri dicono che non ha umanità? Quali caratteristiche possiedono persone del genere? Quali manifestazioni specifiche presentano? Persone siffatte sono superficiali nelle loro azioni, e non si lasciano coinvolgere da nulla che non le interessi personalmente. Non considerano gli interessi della casa di Dio, né mostrano rispetto per la Sua volontà. Non si assumono mai il fardello di testimoniare per Dio o di assolvere al loro dovere, e non hanno alcun senso di responsabilità. A che cosa pensano quando fanno qualcosa? La loro prima riflessione è: ‘Se io faccio questa cosa, Dio lo saprà? Risulta visibile agli altri? Se gli altri non vedono che io ci metto tutto questo impegno e mi adopero con dedizione e, se nemmeno Dio lo vede, non serve a niente che io ci metta tale impegno e che ne soffra’. Non è forse egoismo questo? Allo stesso tempo, è anche un’intenzione assai meschina. Quando tali persone pensano e agiscono in questo modo, la coscienza svolge forse qualche ruolo? Vi è qualcosa della coscienza in questo? Vi sono perfino persone che, vedendo un problema nello svolgimento del proprio dovere, restano in silenzio. Vedono che altri causano interruzioni e turbative eppure non fanno nulla per fermarli. Non considerano minimamente gli interessi della casa di Dio, né pensano affatto ai propri doveri o responsabilità. Parlano, agiscono, si espongono, si impegnano e consumano energie solo per la loro vanità, il loro prestigio, la loro posizione, i loro interessi e il loro onore. A tutti è chiaro come agiscano e che intenzioni abbiano persone del genere: spuntano fuori ovunque vi sia l’occasione di farsi onore o di ricevere qualche benedizione. Quando, però, non vi è occasione di farsi onore o non appena vi è un momento di sofferenza, scompaiono alla vista come una tartaruga che ritrae il capo. Una persona del genere possiede forse coscienza e ragionevolezza? Una persona priva di coscienza e di ragionevolezza che si comporta in questo modo prova riprovazione per se stessa? La coscienza di una persona del genere non serve ad alcuno scopo, e tale persona non ha mai provato alcuna riprovazione per se stessa. Allora, può forse percepire la riprovazione e la disciplina dello Spirito Santo? No, non può” (“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Nel campo di Satana, che sia in un piccolo ufficio o in una grande organizzazione, tra le masse o in strutture governative, qual è l’atmosfera in cui agiscono? Quali sono i principi e le linee guida delle loro azioni? Ognuno detta legge per sé stesso; ognuno va per la propria strada. Agiscono nel loro proprio interesse e se la cavano da soli. Chiunque abbia l’autorità ha l’ultima parola. Non si preoccupano degli altri e fanno quello che vogliono, aspirando alla fama, alla fortuna e al prestigio. Se non capite la verità né la mettete in pratica, sareste diversi da loro in una situazione in cui non vi sono state fornite le parole di Dio? Assolutamente no: sareste completamente uguali a loro. Lottereste nello stesso modo dei miscredenti. Vi affannereste proprio come loro. Non fareste altro che invidiare e contestare tutto il tempo, complottando e tramando. Qual è la radice di questo problema? Tutto dipende dal fatto che le persone sono controllate dalla loro indole corrotta. Il regno dell’indole corrotta è il regno di Satana; l’umanità corrotta dimora in un’indole satanica, senza eccezione” (“I principi che devono guidare il proprio comportamento” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dalle parole di Dio, ho capito che ero stata egoista ed egocentrica. Sapevo che la divisione del lavoro era pensata per una maggiore efficienza, non per renderci indipendenti. Se ci sono problemi con il mio collaboratore, è mio compito contribuire a risolverli, mentre io mi ero preoccupata solo del mio lavoro, facendo le cose per la mia reputazione e il prestigio. Non ho prestato attenzione agli altri lavori, anche se era evidente che c’erano difficoltà. Ero stata proprio egoista e spregevole. Quando ero responsabile dell’irrigazione, sapevo che era difficile trovare qualcuno che si occupasse dei video, eppure sentivo che, se avessi risolto queste difficoltà, il merito non sarebbe stato mio. Mi sono informata in modo superficiale e non l’ho presa sul serio. Così non c’erano abbastanza persone per quella squadra, e il lavoro ha subìto delle perdite. Quando ero responsabile del gruppo, sorella Zhou mi ha detto che c’erano problemi con l’irrigazione. Avrei potuto dirle subito come affrontare la cosa; tuttavia, temevo che, se li avesse risolti, mi avrebbe rubato la scena, quindi non ho condiviso con lei. Di conseguenza, non è riuscita a trovare una soluzione e il lavoro è stato ritardato. Facendo bene il mio lavoro, avrei ottenuto l’approvazione generale, e perciò mi impegnavo al massimo. Sorella Zhou aveva problemi nel suo, e le serviva aiuto, ma io non mi preoccupavo di queste cose, così l’opera della casa di Dio ne soffriva. Ero stata veramente egoista e priva di umanità. Se i superiori non mi avessero potata e trattata duramente, ancora non avrei compreso in quale modo mi stavo comportando, e avrei continuato a pensare che fare bene il proprio lavoro significasse portare il proprio fardello e svolgere il dovere con lealtà. Non avrei conosciuto veramente me stessa.
Più tardi, ho letto un passo della parola di Dio che mi ha fatto capire più a fondo il mio problema. “Indipendentemente dal lavoro che intraprendono, le persone che sono anticristi non tengono mai in minima considerazione gli interessi della casa di Dio. Si preoccupano soltanto se i loro interessi saranno colpiti, pensano solo agli incarichi che sono lì davanti al loro naso. L’opera della casa di Dio e della Chiesa è solo qualcosa di cui si occupano nel loro tempo libero, e bisogna spronarli a fare tutto. La protezione dei propri interessi è la loro vera vocazione, e le cose che amano fare sono la loro vera attività. Ai loro occhi, qualsiasi cosa sia organizzata dalla casa di Dio o relativa all’ingresso nella vita degli eletti di Dio non ha alcuna importanza. A prescindere da quali difficoltà abbiano gli altri nel loro lavoro, quali problemi riscontrino, quanto siano sincere le loro parole, gli anticristi non vi prestano alcuna attenzione, non si lasciano coinvolgere, è come se questo non avesse nulla a che fare con loro. Sono del tutto indifferenti agli affari della Chiesa, indipendentemente da quanto siano importanti. Anche quando il problema è proprio sotto i loro occhi, si limitano ad affrontarlo con riluttanza, e in modo superficiale. Solo quando vengono trattati direttamente dal Supremo e viene loro ordinato di risolvere un problema, svolgono a malincuore un po’ di lavoro reale e forniscono al Supremo un risultato visibile; subito dopo, ritornano ai loro affari. Nei confronti dell’opera della Chiesa e delle cose rilevanti nel contesto generale, sono disinteressati, noncuranti. Ignorano persino i problemi che scoprono, mostrandosi evasivi quando gli si pongono domande, e li affrontano soltanto con grande riluttanza. Questa è la manifestazione dell’egoismo e della viltà, non è così? Per di più, non importa quale compito stiano svolgendo, tutto ciò a cui pensano è se aumenterà il loro prestigio; se si tratta di qualcosa che accrescerà la loro reputazione, si scervellano per trovare un modo per imparare a farlo, per portarlo a termine; tutto ciò di cui si preoccupano è se li distinguerà. In qualunque cosa facciano o pensino, si interessano solo di se stessi. In un gruppo, a prescindere da quale compito stiano svolgendo, non fanno che competere su chi sia migliore e chi peggiore, chi vinca e chi perda, chi abbia la reputazione più alta. Si preoccupano solo di quante persone li ammirino, di quante obbediscano loro e di quanti seguaci abbiano. Non tengono mai condivisioni sulla verità né risolvono i problemi reali, non parlano mai di come fare le cose secondo principio quando si compie il proprio dovere, o se siano stati fedeli, se abbiano adempiuto alle loro responsabilità, se abbiano deviato. Non prestano la minima attenzione a ciò che richiede la casa di Dio e a ciò che è la volontà di Dio. Agiscono solo per il proprio prestigio e la propria fama” (“Quarto excursus – Riepilogo del carattere degli anticristi e dell’essenza della loro indole (Parte prima)” in “Smascherare gli anticristi”). Dio ha rivelato che gli anticristi sono particolarmente egoisti e spregevoli. Considerano solo i propri interessi nei loro doveri, e dicono o fanno cose solo per la loro reputazione e il prestigio. Non considerano mai il lavoro complessivo della Chiesa e non hanno la minima coscienza. Ho visto che i princìpi in base a cui avevo agito e il mio punto di vista erano gli stessi di un anticristo. Avevo pensato che fare bene il lavoro di cui ero responsabile e proteggere i miei interessi fosse giustificato, e che intromettermi in quello altrui significasse favorire gli altri. Pensavo che mettere da parte il mio lavoro per aiutare qualcun altro senza prendersene il merito fosse sciocco. Così, quando io e sorella Zhou ci siamo divise i compiti, non ho mai dato peso alle difficoltà menzionate da lei né ho riflettuto su come risolverle. Ho sempre pensato solo a fare bene il mio, e ad ottenere approvazione e riconoscimento. Se mi guardo indietro, capisco che non stavo davvero praticando la verità e svolgendo i miei compiti. Stavo solo gestendo il mio prestigio e i miei affari. Non facevo che vivere secondo le filosofie sataniche di “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Lascia che le cose vadano avanti da sole se non ti riguardano personalmente”. Ero molto egoista e spregevole. Ho preso la divisione del lavoro come un’opportunità per mostrare i miei punti di forza, senza mai risparmiarmi nel dovere di cui ero responsabile, e non ho mai considerato gli interessi generali della casa di Dio, né me stessa come parte di quella casa, tanto meno collaborando armoniosamente con la sorella. Questo ha ostacolato e interrotto l’opera della casa di Dio. Ho visto che stavo agendo satanicamente, e tutto ciò che facevo mancava di umanità! In realtà, il merito non ha importanza nell’adempimento del proprio compito dentro la casa di Dio. Bisogna fare bene ciò di cui siamo responsabili, questo è il nostro dovere. Anche se non è qualcosa che ci pertiene direttamente, occorre approfondire e risolvere il problema quando lo notiamo, perché siamo membri della casa di Dio. Sono un capo di Chiesa, tutto il lavoro della Chiesa fa parte del mio lavoro, questa è la mia responsabilità e il mio dovere. Qualunque lavoro non sia stato eseguito per bene riguarda interamente e direttamente me. Tuttavia, avevo tenuto conto solo della mia reputazione e del prestigio, e gestito i miei affari. Avevo percorso il sentiero degli anticristi, un sentiero di opposizione a Dio, che porta solo al rifiuto e all’eliminazione da parte Sua. Essendo consapevole di questo, sentivo veramente dal profondo del cuore che Dio si era servito dei capi per segnalare i miei problemi, come segno del Suo amore e della Sua salvezza!
Più tardi, ho letto un passo delle parole di Dio, e ho visto un percorso di pratica. “Far rinunciare le persone ai loro interessi è la cosa più difficile. La maggior parte delle persone non cerca altro che il profitto; i loro interessi sono la loro vita, e farle rinunciare a quelle cose equivale a costringerle a rinunciare alle loro vite. Perciò cosa bisognerebbe fare? Si deve imparare a rinunciare, ad abbandonare, a soffrire e a sopportare il dolore di lasciare gli interessi che si amano. Quando avrai sopportato questo dolore e avrai rinunciato a qualcuno dei tuoi interessi, ti sentirai un po’ sollevato e liberato, e in questo modo prevarrai sulla tua carne. Tuttavia, se rimani aggrappato ai tuoi interessi e non li lasci andare, dicendo ‘Sono stato ingannevole… e allora? Dio non mi ha punito, perciò cosa mi possono fare le persone? Non rinuncerò a nulla!’ Quando non rinunci a nulla, nessun altro patisce alcuna perdita; sei tu a rimetterci, alla fine. Quando riconosci la tua indole corrotta, questa è, a tutti gli effetti, un’opportunità per te di accedere alla verità, di progredire e di cambiare; è un’opportunità per te di presentarti dinanzi a Dio e accettare il Suo esame, il Suo giudizio e il Suo castigo. Inoltre, questa è un’opportunità per te di ottenere la salvezza. Se rinunci a cercare la verità, ciò equivale a rinunciare all’opportunità di ottenere la salvezza e di accettare il giudizio e il castigo” (“Conoscere la propria indole è il fondamento per trasformarla” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Quando non pensi ai tuoi desideri egoistici o non consideri i tuoi interessi nelle cose che fai, e invece dedichi costante considerazione all’opera della casa di Dio, tenendo a mente i suoi interessi e svolgendo bene il tuo dovere, accumulerai buone azioni dinanzi a Dio. Le persone che compiono queste buone azioni sono quelle che possiedono la realtà della verità; come tali, hanno reso testimonianza” (“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver letto le parole di Dio ho capito che, se le persone si aggrappano solo ai propri interessi e non praticano affatto la verità, allora alla fine perderanno la possibilità di ottenere la verità e di essere salvati da Dio. D’altra parte, saper rinunciare agli interessi personali e aiutare gli altri, e offrire parte delle proprie forze all’opera complessiva della casa di Dio, non è follia, è una buona azione, ed è lodata da Dio. Di qui in avanti, che sia il mio lavoro principale o meno, devo fare del mio meglio nei miei compiti. Solo in questo modo posso mostrare considerazione per la volontà di Dio. Più tardi, quando ho visto un problema nel lavoro della mia collaboratrice, ho discusso con lei praticamente su come risolverlo, ho condiviso buoni suggerimenti e piani d’azione, e ogni volta che notavo che la sorella con cui lavoravo aveva problemi, facevo del mio meglio per condividere con lei e trovare una soluzione, e vedevo l’intera opera della casa di Dio come una mia responsabilità e un mio dovere. Praticare in questo modo mi dava un senso di pace e di calma. A volte mostravo ancora egoismo e volevo dedicare più tempo al mio lavoro, e mi curavo meno di quello di chi faceva coppia con me. Allora pregavo Dio, rinunciando alle mie intenzioni sbagliate. Dopo tutto, la Sua casa è una cosa sola, e non può essere divisa. Quando aiuto mia sorella a risolvere un problema nel suo dovere, non faccio un lavoro extra, che esula dalle mie competenze; anzi, è la mia responsabilità e il mio dovere. Così, sono riuscita a mettere da parte i miei interessi e a lavorare proattivamente con quella sorella. In seguito, lavoravamo insieme come se fossimo una mente sola, e tutto il lavoro della Chiesa si è rivelato più incisivo. I nuovi arrivati aumentavano sempre di più e abbiamo fondato altre due chiese. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore per la Sua guida.
Attraverso questa esperienza ho veramente capito che nella collaborazione, se riusciamo a mettere da parte i nostri desideri egoistici, trascurare gli interessi personali, agire con gli altri come fossimo un solo cuore, e salvaguardare insieme l’opera della casa di Dio, otterremo la guida e le benedizioni di Dio. È solo grazie al giudizio e al castigo della parola di Dio se posso capire questo, cambiare, praticare la verità e vivere un po’ di parvenza umana! Sia lodato Dio!
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