Le riflessioni di una “brava leader”
Fin da bambina, i miei genitori mi hanno insegnato a essere amichevole con le persone, e a essere una persona disponibile e comprensiva. Se le persone intorno a me manifestavano problemi o carenze, non potevo dirglielo esplicitamente e dovevo pensare alla loro dignità. Grazie a questa educazione, non ho mai avuto conflitti o dispute con nessuno, e gli altri pensavano che fossi una brava persona e volevano frequentarmi. Anche a me pareva giusto trattare le persone in questo modo. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho continuato a relazionarmi così con i miei fratelli e sorelle. Soprattutto dopo essere diventata una leader della chiesa, pensavo di dover essere amichevole e non accusare mai con leggerezza qualcuno di sbagliare. Così, non rovinavo il buon rapporto tra me e gli altri, e loro volevano relazionarsi con me e mi lodavano come una leader brava e gentile.
In seguito, ho saputo che una capogruppo, sorella Joan, non si assumeva un fardello nel dovere. L’ho richiamata molte volte: “Come capogruppo, dovresti comprendere lo stato dei tuoi fratelli e sorelle e seguire il lavoro del gruppo”. Ma ha continuato a non farlo, così ho dovuto richiamarla di nuovo e chiederle perché. Mi ha risposto che aveva solo un’ora di tempo libero, ma la usava per andare su Facebook e guardare film, quindi non seguiva affatto il lavoro. Quando mi ha detto questo, mi sono arrabbiata e ho pensato: “Sei così pigra e non ti assumi alcun fardello. Quando i fratelli e le sorelle non partecipano alle riunioni, non pensi a sostenerli!” Avrei voluto trattarla perché era approssimativa nel suo dovere e irresponsabile ma, se l’avessi fatto, pensavo che avrebbe potuto prendere le distanze da me e dire che non ero una leader brava e disponibile. Non volevo rovinare il nostro rapporto armonioso; così, invece di trattarla, l’ho spronata. Le ho detto: “Puoi usare la tua ora di tempo libero per cercare di capire lo stato dei tuoi fratelli e sorelle, così potrai svolgere bene il tuo dovere”. Per qualche giorno, bene, ma poi riemergeva sempre lo stesso problema. La sua approssimatività nel dovere ha portato sempre più nuovi arrivati a partecipare alle riunioni in modo irregolare, e alcuni nemmeno si preoccupavano di presentarsi. Ero infuriata. Era una capogruppo così irresponsabile! Volevo davvero trattarla ma, al pensiero che potesse prendere le distanze da me, non ho detto nulla e ho dovuto irrigare e sostenere quei nuovi arrivati da sola. Dopo aver parlato con quei nuovi arrivati, ho scoperto che non venivano alle riunioni perché c’erano molte difficoltà che non venivano risolte, mentre Joan mi aveva detto che non rispondevano ai messaggi. Visto l’atteggiamento di Joan nei confronti del suo dovere, volevo davvero trattarla. Volevo farle capire le gravi conseguenze della sua irresponsabilità. Ma volevo anche essere una brava leader, gentile e disponibile, così ho cambiato idea e ho tentato di spronarla. E così, lei non è mai cambiata. Durante una riunione, Joan si è lamentata: “Sono nel gruppo da molto. Perché non sono stata promossa?” A queste sue parole, ho pensato: “Sei così pigra, approssimativa nel tuo dovere e irresponsabile. Come potresti essere promossa?” Anche se ero arrabbiata con lei, l’ho confortata dicendole: “Qualsiasi dovere svolgiamo, lo facciamo per le disposizioni sovrane di Dio. Anche se abbiamo doveri diversi, tutti irrighiamo i nuovi arrivati e sperimentiamo l’opera di Dio”. Pensavo che questo le avrebbe fatto sentire che la capivo e mi preoccupavo per lei, e che ero una brava leader. E così, nonostante vedessi i problemi degli altri, non li smascheravo né trattavo mai. Al contrario, dicevo parole gentili per confortarli e spronarli. Pensavo che in questo modo avrei mantenuto nel cuore di tutti la mia buona immagine di persona disponibile.
Un’altra volta, il diacono del Vangelo Edna e la capogruppo Anne non andavano d’accordo. Edna mi ha detto arrabbiata: “Anne è troppo pigra. Ho chiesto dello stato e delle difficoltà dei membri del suo gruppo, e ha risposto molto tardi. Se non riesco a stare al passo con il loro stato, lei non svolge bene il suo dovere”. Sapevo che Edna aveva un’indole piuttosto arrogante, e il suo tono era spesso quello di un ordine o di una richiesta, difficile da accettare per gli altri, mentre Anne teneva al suo orgoglio. È probabile che, sentito il tono di Edna, non lo abbia accettato e non abbia voluto rispondere. Volevo farlo notare a Edna, ma non volevo nemmeno che si sentisse ferita o non capita da me, così le ho detto amichevolmente: “Forse Anne era occupata e non ha visto il tuo messaggio”. Poi sono andata da Anne, che mi ha detto scontenta: “Edna è troppo arrogante. Avanza pretese su come io debba svolgere il mio dovere, quindi non voglio risponderle”. Ho visto che non accettava i consigli degli altri e volevo richiamarla al riguardo, ma temevo che non l’avrebbe accettato e che ciò avrebbe distrutto l’armonia tra noi, così le ho detto: “Forse hai frainteso Edna. Lei vuole solo che tu svolga bene il tuo dovere”. Ho rivolto loro solo parole di conforto e di esortazione, e non ho evidenziato i loro problemi. Nessuna delle due capiva se stessa. Edna non era in grado di seguire il lavoro di Anne, e Anne sentiva di aver subìto un torto e di non saper svolgere quel dovere. Sapevo che non stavo adempiendo alle mie responsabilità di leader, e questo significava che loro non vedevano i loro problemi. Ero io la causa di ciò. Ho pregato Dio, chiedendoGli di illuminarmi a conoscere me stessa.
Nella parola di Dio, ho letto: “Praticare la verità non significa dire parole vuote e ripetere a memoria frasi fatte. A prescindere da ciò che le persone possano incontrare nella vita, purché implichi i principi della condotta umana, i punti di vista sugli eventi o il compimento del proprio dovere, si trovano di fronte a una scelta e devono cercare la verità, devono cercare una base e un principio nelle parole di Dio, e poi devono cercare un cammino di pratica; coloro che sono capaci di praticare in questo modo sono persone che perseguono la verità. Essere in grado di perseguire la verità in questo modo, indipendentemente dalle grandi difficoltà che si incontrano, significa percorrere il cammino di Pietro e il cammino della ricerca della verità. Per esempio: quale principio bisogna seguire quando si interagisce con gli altri? Il tuo punto di vista iniziale è che non dovresti offendere nessuno, bensì mantenere la pace ed evitare di far perdere la faccia a qualcuno affinché in futuro tutti possano andare d’accordo. Limitato da questo punto di vista, quando vedi qualcuno fare qualcosa di male, commettere un errore o compiere un atto che va contro i principi, preferisci tollerarlo piuttosto che farlo notare a quella persona. Limitato dal tuo punto di vista, diventi restio a offendere qualcuno. A prescindere dalla persona con cui ti relazioni, intralciato come sei dai pensieri della reputazione, delle emozioni, o dei sentimenti che sono cresciuti nel corso di molti anni di interazione, dirai sempre cose carine per rendere quella persona felice. Laddove ci siano cose che trovi insoddisfacenti, sei inoltre tollerante; ti limiti a sfogarti in privato, a lanciare qualche calunnia; ma, quando incontri di persona il diretto interessato, non agiti le acque e mantieni comunque un rapporto con lui. Cosa ne pensi di una simile condotta? Non è quella di un individuo accondiscendente? Non è alquanto subdola? Viola i principi di condotta. Non è dunque abietto agire in un modo simile? Coloro che agiscono così non sono brave persone, e nemmeno nobili. A prescindere da quanto hai sofferto e dal prezzo che hai pagato, se ti comporti senza principi, allora hai fallito e non troverai approvazione dinanzi a Dio, né sarai ricordato da Lui o Lo compiacerai” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per svolgere bene il proprio dovere, bisogna almeno possedere coscienza e ragione”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito: praticare la verità significa agire secondo i principi della verità, qualunque cosa accada, e non temere di offendere le persone. Io invece, nel relazionarmi con i miei fratelli e sorelle, volevo sempre che avessero alta stima di me e che restassimo in armonia, e cercavo di essere una persona disponibile e comprensiva per ottenere le lodi dei fratelli e delle sorelle, ma trascuravo di praticare la verità. Quando ho visto Joan compiere il suo dovere senza assumersi un fardello ed essere pigra e astuta, volevo trattarla per la sua irresponsabilità ma, per mantenere un buon rapporto con lei e mostrarle che ero una leader brava e disponibile, non ho esposto il suo problema. Di conseguenza, a causa della sua irresponsabilità, alcuni nuovi arrivati non hanno risolto i loro problemi e non sono più venuti alle riunioni. E, con Edna e Anne, ho visto che non riuscivano a collaborare armoniosamente e non conoscevano se stesse; ma, invece che evidenziare i loro problemi o aiutarle a conoscersi, ho risposto in modo vago, cercando di sedare i loro conflitti con parole di conforto e di esortazione. Di conseguenza, Edna continuava a non seguire il lavoro, e Anne non svolgeva bene il suo dovere e voleva che qualcun altro prendesse il suo posto. Ho visto che, per mantenere la mia immagine di leader brava, gentile e disponibile, non proteggevo affatto il lavoro della chiesa. Pur di mantenere i rapporti con le persone, preferivo lasciare che il lavoro ne risentisse. Ero così egoista e spregevole. Compiacevo e ingannavo gli altri. Il modo in cui agivo e mi comportavo era interamente basato sulla mia indole corrotta. Non praticavo la verità. Gli altri potevano anche lodarmi, ma Dio non lo avrebbe mai fatto. Inoltre, non esponevo né evidenziavo i problemi dei miei fratelli e sorelle, e non condividevo la verità per risolverli, e così loro non riconoscevano la loro indole corrotta e non svolgevano bene i loro doveri, cosa che influiva sull’evangelizzazione. Solo quando me ne sono resa conto, ho capito che non ero affatto una brava persona, perché non aiutavo i fratelli e le sorelle a crescere nella vita. Invece, portavo tutti a difendermi, lodarmi e ammirarmi, una cosa Dio trova disgustosa. Redermene conto mi ha davvero rattristata, così ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a eliminare la mia indole corrotta.
Poi, saputo del mio stato, una sorella mi ha inviato un passo delle parole di Dio. “L’essenza di un comportamento ‘buono’, come l’essere disponibili e affabili, può essere descritta in una parola: finzione. Questo comportamento ‘buono’ non nasce dalle parole di Dio, né è il risultato della pratica della verità o dell’agire secondo i principi. Da che cosa è prodotto? Nasce dalle motivazioni, dalle trame, dalla finzione, dalla simulazione, dall’inganno. Quando le persone si aggrappano a questi comportamenti ‘buoni’, l’obiettivo è quello di ottenere ciò che desiderano; se non fosse così, non si affliggerebbero mai in questo modo e non vivrebbero in contrasto con i propri desideri. Cosa significa vivere in contrasto con i propri desideri? Significa che la loro vera natura non è così ben educata, priva di malignità, amorevole, gentile e virtuosa come si pensa. Non vivono in base alla coscienza e al senno, ma per soddisfare un certo scopo o una certa richiesta. La loro vera natura è incostante e ignorante. Senza le leggi e i comandamenti promanati da Dio, le persone non avrebbero idea di cosa sia il peccato. Non è forse così che era un tempo l’umanità? Solo quando Dio ha promulgato le leggi e i comandamenti le persone hanno avuto una qualche concezione del peccato. Ma non possedevano ancora il concetto di giusto e sbagliato, o di positivo e negativo. E come potevano, in tal caso, conoscere i principi corretti secondo cui parlare e agire? Potevano forse sapere quali modi di agire, quali comportamenti buoni dovevano essere presenti nell’umanità normale? Potevano sapere che cosa produce un comportamento veramente buono, che tipo di strada avrebbero dovuto seguire per vivere una sembianza umana? No. A causa della loro natura satanica e dei loro istinti, le persone potevano solo simulare e fingere di vivere in modo decente e dignitoso, cosa che ha dato origine a inganni come l’essere raffinati e ragionevoli, miti, cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili e disponibili; così sono emersi questi trucchi e tecniche di inganno. E, una volta emersi, le persone si sono aggrappate selettivamente a uno o due di questi inganni. Alcuni hanno scelto di essere affabili e disponibili, altri hanno scelto di essere raffinati, sensibili e miti, altri ancora hanno scelto di essere cortesi, di rispettare gli anziani e di prendersi cura dei giovani, e alcuni hanno scelto di essere tutte queste cose. Eppure Io ho un termine per definire le persone che si comportano così. Qual è questo termine? ‘Pietre lisce’. Cosa sono le pietre lisce? Sono quelle pietre lisce che si trovano sulle rive dei fiumi e che sono state levigate e smussate dall’acqua per anni e anni. Anche se non ci si fa male a calpestarle, se non si presta attenzione possono far scivolare. Nell’aspetto e nella forma queste pietre sono molto belle ma, una volta portate a casa, sono del tutto inutili. Dispiace molto buttarle via, ma non ha nemmeno senso conservarle: ecco cos’è una ‘pietra liscia’. A Me, le persone con questi comportamenti apparentemente buoni giungono fredde. Si fingono buone esteriormente, ma non accettano affatto la verità; dicono cose belle, ma non fanno nulla di concreto. Non sono altro che pietre lisce” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la ricerca della verità (3)”). Prima, avevo sempre creduto che le persone disponibili e gentili fossero delle brave persone. Non avevo mai pensato che queste buone azioni potessero celare un’indole satanica corrotta e obiettivi e intenzioni personali. Ho cercato di essere una persona disponibile e gentile fin da bambina, e tutti i miei amici, i miei fratelli e le mie sorelle mi lodavano per la mia premurosità e gentilezza; ma, nel profondo del mio cuore, volevo solo che gli altri mi ammirassero e mi lodassero. Ho usato la mia apparenza di persona disponibile e gentile per accecare e ingannare i miei fratelli e sorelle. Ho visto che Dio descrive le persone che hanno questa buona condotta come “pietre levigate”. Sono pietre che sembrano buone in apparenza e non fanno male se le si calpesta, ma è molto facile scivolare su di esse e cadere. Sono belle da vedere, ma non hanno alcuna utilità pratica. Mi sono resa conto di essere così, una persona apparentemente disponibile e comprensiva, ma che non offriva alcun aiuto pratico a fratelli e sorelle. Il mio cuore era colmo di inganno e astuzia. Ero gentile con tutti e non offendevo nessuno. Ero solo una “pietra levigata”, un’adulatrice che si accontentava di una giusta via di mezzo e un’ipocrita astuta. Proprio come rivela la parola di Dio: “Tutti coloro che perseguono il giusto mezzo sono i più sinistri. Cercano di non offendere nessuno, di compiacere gli altri, si adeguano alle cose, e nessuno riesce a non farsi ingannare. Una persona così è un Satana vivente!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta”). In passato, pensavo che Dio e gli altri approvassero le persone disponibili, ma ora sapevo che le mie azioni non erano affatto in linea con i principi della verità e con la parola di Dio. Stavo solo manifestando la mia indole ingannevole. Simili persone non hanno dignità né carattere e Dio le odia. Sapevo che, se non mi fossi pentita e non fossi cambiata, un giorno Dio mi avrebbe smascherata e scacciata. Non volevo essere una persona del genere. Così, mi sono pentita e ho pregato Dio, chiedendoGli di aiutarmi a cambiare la mia indole, di darmi la forza di praticare la verità, e di aiutarmi ad avere un cuore sincero verso di Lui e verso i miei fratelli e sorelle.
Un giorno, una sorella mi ha inviato due passi delle parole di Dio: “Qual è il parametro in base al quale le azioni di una persona vengono giudicate buone o cattive? Dipende dal fatto che una persona, nei suoi pensieri, nelle sue espressioni e nelle sue azioni, possieda oppure no la prova di aver messo in pratica la verità e di vivere la realtà della verità. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). “Responsabilità di capi e collaboratori. 1. Guidare le persone a nutrirsi delle parole di Dio e a capirle e ad accedere alla realtà delle parole di Dio. 2. Conoscere la condizione di ogni genere di persone e risolvere le varie difficoltà relative all’accesso alla vita da loro incontrate nella vita. 3. Tenere condivisioni sui principi della verità da capire per svolgere adeguatamente ogni dovere. 4. Tenersi aggiornati sulla situazione dei supervisori di varie attività e sui responsabili di vari lavori importanti, e immediatamente ricollocarli o sostituirli se necessario, in modo da prevenire o limitare le perdite dovute all’impiego di persone inadatte, e garantire l’efficienza e lo svolgimento agevole dell’attività. 5. Tenersi aggiornati e capire la situazione e lo stato di avanzamento di ogni progetto dell’attività ed essere in grado di risolvere rapidamente i problemi, correggere le deviazioni e rimediare alle sviste in modo che l’attività prosegua agevolmente” (La Parola, Vol. 4: Responsabilità di leader e lavoratori). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che il criterio secondo cui Dio valuta la nostra umanità non è il numero di buone azioni esteriori che compiamo o quante persone ci stimino, ma se siamo in grado di obbedire a Dio e se i nostri pensieri e le nostre azioni testimoniano la pratica della verità. Solo persone di questo tipo hanno una buona umanità. Ho visto Joan essere approssimativa nel dovere e irresponsabile, ed Edna e Anne vivere secondo la loro indole corrotta e ignorarsi a vicenda. Tutte queste cose hanno avuto un impatto sul lavoro della chiesa. Come leader della chiesa, avrei dovuto condividere, esporre e analizzare la natura delle loro azioni, ma invece ho detto loro parole gentili e tentato di comportarmi da paciere. Vedevo il lavoro della chiesa risentirne, ma dovevo mantenere la mia buona immagine. Non solo non ho avuto testimonianza di pratica della verità, ma non ho adempiuto alle mie responsabilità di leader della chiesa e non ho aiutato minimamente l’ingresso nella vita dei miei fratelli e sorelle. Avevo sempre pensato che, se fossi riuscita a vivere in armonia con i miei fratelli e a far loro sentire che ero disponibile e gentile, sarei stata una brava leader. Ripensandoci ora, è un’idea sbagliata. Un leader davvero bravo sa condividere la verità per risolvere i problemi, agisce in linea con i principi, non teme di offendere gli altri ed è responsabile della vita dei fratelli e delle sorelle. Di fronte ai problemi dei miei fratelli e sorelle, invece di evidenziarli e aiutare loro a entrare nella realtà della verità, ho usato dei trucchi per proteggere la mia immagine, li ho confortati e spronati, senza risolvere i problemi reali. Non stavo forse raggirando e ingannando i miei fratelli e sorelle? Ho capito che la mia precedente idea di essere una brava leader era sbagliata, e non era affatto in linea con i requisiti di Dio. Tutte le mie parole e le mie azioni dovrebbero basarsi sui principi della parola di Dio. Se non metto in pratica la verità, sto percorrendo la strada della resistenza a Dio. Dio vuole persone che sappiano parlare e agire secondo le Sue parole e i Suoi requisiti invece di aderire alle virtù culturali tradizionali, di perseguire le lodi, di parlare e agire in modo disonesto e di non praticare la verità. Alla luce di questo, ho capito che dovevo cambiare il mio modo di relazionarmi con gli altri. Come leader della chiesa, non potevo più svolgere il mio dovere secondo i miei desideri. Invece, dovevo agire secondo la volontà di Dio e aiutare i miei fratelli e sorelle a risolvere le difficoltà in linea con la parola di Dio, in modo che potessero svolgere i loro doveri in conformità alla verità e ai principi. Questa era la mia responsabilità. Nella parola di Dio, ho trovato un percorso di pratica. Così, ho pregato Dio e Gli ho chiesto di guidarmi a praticare la verità per eliminare la mia corruzione.
Poi, ho letto la parola di Dio. “Le persone dovrebbero più di ogni altra cosa riuscire a rendere le parole di Dio la loro base e la verità il loro criterio; solo così potranno vivere nella luce, come normali esseri umani. Se volete vivere nella luce, dovete agire in conformità alla verità; se volete essere sinceri, dovete dire parole sincere e fare cose sincere. Solo con i principi della verità avrete una base per la vostra condotta; quando le persone perdono i principi della verità e si concentrano solo sul comportarsi bene, questo dà inevitabilmente origine a falsità e finzione. Se le persone non hanno dei principi di condotta, allora, per quanto bene si comportino, sono degli ipocriti; possono essere in grado di ingannare gli altri per un certo periodo, ma non saranno mai degne di fiducia. Solo quando agiscono e si comportano in conformità alle parole di Dio hanno un vero fondamento. Se non si comportano in conformità alle parole di Dio e si concentrano solo sul fingere di comportarsi bene, possono forse diventare brave persone? Assolutamente no. Comportarsi bene non può cambiare l’essenza delle persone. Solo la verità e le parole di Dio possono cambiare l’indole, i pensieri e le opinioni delle persone e diventare la loro vita. […] A volte è necessario sottolineare e criticare direttamente le mancanze, le carenze e i difetti degli altri. Questo è di grande beneficio per le persone. È per loro costruttivo e un autentico aiuto, non è vero?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la ricerca della verità (3)”). Le parole di Dio mi hanno indicato come cambiare d’indole, ossia agire secondo le parole di Dio, utilizzare la verità come criterio, non camuffarmi con buone azioni esteriori, praticare la verità, essere una persona sincera. Quando vedo qualcosa in contrasto con i principi della verità, o dei fratelli che svolgono i loro doveri secondo un’indole corrotta, devo essere sincera con loro, trattarli secondo i principi, e condividere, far notare loro le cose o trattarli come richiesto. Solo in questo modo possono rendersi conto delle deviazioni nell’adempimento dei loro doveri e cambiare le cose in tempo. Questo è aiutare veramente i miei fratelli e sorelle, e relazionarmi con loro sulla base della parola di Dio. Questo è un rapporto normale tra le persone. Dopo aver capito come praticare la verità, mi sono detta: “Non temere di parlare degli errori degli altri e non dire sempre cose positive. Dio odia chi finge e inganna. Le mie parole e azioni devono essere in linea con le parole di Dio e con i principi della verità”. In seguito, quando ho di nuovo visto Joan essere pigra, volevo farglielo notare ma, giunto il momento di metterlo in pratica, avevo molta difficoltà a farlo. Temevo ancora di perdere la mia buona immagine nel suo cuore. Ho pensato alla parola di Dio che avevo letto di recente e ho capito di star ancora basandomi sull’idea di essere disponibile e gentile nel modo in cui mi comportavo. Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a praticare la verità. Poi, sono andata da Joan e le ho detto: “Sorella, non so se te ne rendi conto ma, poiché sei approssimativa nel tuo dovere e irresponsabile, molti nuovi arrivati non vengono alle riunioni. Compiere il tuo dovere in questo modo rallenta troppo l’irrigazione dei nuovi arrivati…”. Dopo averle fatto notare il suo problema, ho inoltre condiviso con lei la mia esperienza. Pensavo che si sarebbe arrabbiata e mi avrebbe ignorata, ma ciò che è successo mi ha sorpresa. Non solo non si è arrabbiata, ma ha anche riflettuto su se stessa e ha detto: “È un mio difetto e devo correggerlo”. Dopo, sorella Joan ha iniziato a svolgere il suo dovere con sincerità, e i nuovi arrivati che irrigava partecipavano alle riunioni con maggiore regolarità. Il nostro rapporto non si è incrinato per via della mia guida e del mio aiuto; anzi, è migliorato. In seguito, quando ho visto riemergere la sua corruzione, gliel’ho fatto notare direttamente, e lei è riuscita ad accettarlo e a conoscere se stessa. Il suo atteggiamento verso il dovere è cambiato molto, e in seguito è stata promossa a leader della chiesa. Ho evidenziato anche i problemi di Edna e Anne. Edna si è resa conto della sua arroganza e ha detto che doveva cambiare il suo modo di rivolgersi agli altri, e Anne ha riconosciuto la sua indole corrotta e ha detto di essere intenzionata a cambiare. Questo mi ha resa molto felice. Sia lodato Dio! Solo la parola di Dio può cambiare le persone!
Questa esperienza mi ha permesso di vedere che essere davvero brave persone non è comportarsi esteriormente nel modo che gli altri reputano buono. Significa agire secondo la parola di Dio, praticare la verità ed essere sinceri. Questo è il tipo di persona che Dio ama. Ho anche visto che, quando noto dei problemi negli altri, devo condividere e aiutarli immediatamente, e smascherarli e trattarli quando necessario. Solo in questo modo potranno vedere la propria corruzione e le proprie mancanze e saranno in grado di ricercare la verità e di compiere i loro doveri secondo i principi. Questo è il modo migliore per aiutarli. Ora non ho più paura di evidenziare i problemi dei miei fratelli e sorelle. Qualsiasi cosa pensino di me, voglio mettere in pratica la sincerità, seguire i principi e salvaguardare il lavoro della chiesa. Lode a Dio!
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