Riflessioni sul rifiuto verso il trattamento
Nel 2021, sono stata incaricata di irrigare i nuovi arrivati con Li Xiao. All’inizio non avevo familiarità con il lavoro, perciò lei mi aiutava pazientemente, spiegandomi i principi e ciò che quel dovere richiedeva. Col tempo, ho man mano aquisito padronanza, così, quando lei mi richiamava in merito a qualcosa, pensavo di saperlo già e non ascoltavo. In seguito, questo ha causato delle deviazioni nel mio lavoro. Quando l’ha scoperto, Li Xiao me lo ha fatto notare direttamente e mi ha richiamata a essere diligente. In un primo momento, ho convenuto che mancavo davvero di diligenza e il suo rimprovero mi è servito da buon promemoria. Ma, nel tempo, ho continuato a manifestare problemi evidenti nel mio lavoro: non riuscivo a svolgere i compiti che mi venivano assegnati, influenzando il progresso del lavoro. Quando ha visto che i miei errori si ripetevano, Li Xiao ha adottato un tono più severo nel criticarmi e addirittura mi rimproverava: “Perché non te ne sei ricordata? Perché non hai svolto il tuo lavoro?” Sapevo che voleva solo che correggessi rapidamente i miei problemi e le mie deviazioni e ottenessi risultati migliori nel mio dovere, ma sentirla usare un tono così duro mi ha un po’ demoralizzata. Ho pensato: “Mi sta facendo sembrare davvero negligente e incapace nel mio lavoro, anche dopo che lo svolgo da tanto tempo. Cosa penserebbero gli altri se lo venissero a sapere? Anche se ci sono dei problemi, non possiamo discuterne con calma? Non mi sembra di non voler migliorare. Lasciamo perdere: d’ora in poi la eviterò, così non dovrà rimproverarmi”. Da quel momento, non l’ho più degnata di considerazione, e a volte le lanciavo persino delle occhiatacce per manifestarle il mio malcontento. A volte avevo bisogno di parlare di lavoro con lei, ma temevo che, se l’avessi cercata e lei avesse rilevato un problema nel mio lavoro, mi avrebbe rimproverata e trattata. Non mi avrebbe fatto fare una figura ancora peggiore? Da allora, quando dovevo discutere di qualcosa con lei, aspettavo fino all’ultimo momento o lasciavo che fosse lei a cercarmi prima di parlarle. Con il passare del tempo, sono diventata limitante per Li Xiao. Una volta l’ho sentita dire che si sentiva libera di dare suggerimenti agli altri, ma limitata quando era con me. A volte, quando notava alcuni problemi e deviazioni nel mio lavoro, non sapeva bene cosa dirmi e temeva che potessi arrabbiarmi se il suo tono fosse stato duro. Questo mi ha fatta sentire un po’ in colpa. Ma poi ho pensato: “Se tu usassi un tono più gentile, non mi comporterei così. Sei troppo arrogante”. E così ho continuato a non riflettere su me stessa.
In seguito, il mio supervisore lo ha saputo e ha condiviso con me diverse volte, dicendomi di riflettere su me stessa prima di spostare l’attenzione sugli altri. Esteriormente, ho saputo parlare di auto-riflessione con il supervisore, ma dentro di me mi sentivo offesa e pensavo che il problema fosse Li Xiao. Così, ogni volta che parlavo del mio stato, sottolineavo come Li Xiao si rivolgesse a me con tono severo per dimostrare al supervisore che le mie manifestazioni di corruzione erano tutte dovute all’arroganza di Li Xiao. Speravo che il supervisore condividesse con lei e la convincesse ad addolcire i suoi toni duri. All’epoca, un altro supervisore ha notato che non avevo riconosciuto i miei problemi e ha condiviso con me sulla sua esperienza personale. Mi ha anche letto questo passo delle Parole di Dio: “Nella chiesa ci sono persone che vengono potate e trattate perché non hanno svolto bene il proprio dovere, e in ciò che viene detto loro tende a esserci una nota di rimprovero e perfino di condanna. Il destinatario non ne è certo lieto e vuole negare quello che gli viene detto. ‘Le parole con cui mi trattate potrebbero essere giuste’, dice, ‘ma alcune sono troppo dure, mi umiliano e mi sconvolgono. Io credo in Dio da molti anni e, anche se non ho dato un grande contributo, ho lavorato sodo. Com’è possibile che ci si rivolga a me in questo modo? Perché non viene trattato qualcun altro? Non lo accetterò. Non ci sto!’ Questo è forse un tipo di indole corrotta? (Sì.) Quest’indole corrotta si manifesta solo nelle forme della lamentela, della sfida e della resistenza; non è ancora giunta all’apice né ha raggiunto il suo estremo, ma i segnali ci sono e si è vicini a un punto critico. Quale atteggiamento assume questa persona subito dopo? Non saprà sottomettersi e, sentendosi afflitta e sprezzante, inizierà a dar sfogo alla propria indignazione. Inventerà scuse e darà giustificazioni: ‘Leader e lavoratori non hanno necessariamente ragione su tutto, quando trattano qualcuno. Voi altri potete accettarlo, ma io no. Voi lo accettate solo perché siete sciocchi e codardi. Io non l’accetterò! Se non mi credete, discutiamone e vedremo chi ha ragione’. Gli altri condividono con questa persona, dicendole: ‘Chiunque abbia ragione, tu devi prima sottometterti. L’adempimento del tuo dovere può forse essere del tutto privo di impurità? Ogni cosa che fai è giusta? E, anche se così fosse, essere trattato ti sarà utile! Molte volte abbiamo condiviso con te sui principi, e tu non hai ascoltato; hai soltanto continuato ad agire in modo cieco e testardo, intralciando il lavoro della chiesa e causando gravi perdite. Come potresti non essere trattato e potato? Ciò che ti è stato detto era un po’ severo, un po’ duro, ma non è forse normale? Che scusa potresti avere? Non lascerai che gli altri ti trattino quando fai qualcosa di male?’ Dopo aver sentito tutto ciò, il destinatario di quelle parole è forse disposto ad accettarle? No, continua a trovare scuse e a resistere. Qual è, dunque, l’indole che sta rivelando? Un’indole demoniaca, malvagia. E cosa vuol dire questa persona? ‘Io non mi faccio prendere in giro, nessuno può toccarmi. Farò in modo che tu sappia che con me non si scherza. Ci penserai due volte prima di trattarmi ancora in futuro e allora l’avrò avuta vinta io, no?’ Ebbene, la loro indole è stata messa a nudo, giusto? Ed è un’indole malvagia. Le persone con quest’indole non sono soltanto nauseate dalla verità, ma la odiano! Di fronte all’essere potate e trattate, si sottraggono o ignorano la cosa. Il loro odio per la verità è molto profondo, certamente più profondo di quanto suggerirebbero poche parole di ragionamento. Non è così che si sentono davvero. Sono sprezzanti, oppongono resistenza e ti sfideranno in maniera bisbetica, pensando: ‘Mi stai umiliando, mi stai mettendo deliberatamente in difficoltà. Capisco cosa sta succedendo. Non ti contraddirò direttamente, ma troverò occasione di vendicarmi! Tu mi stai trattando e bullizzando, no? E io allora farò sì che tutti stiano dalla mia parte e ti isolerò: ti darò un assaggio di cosa vuol dire essere presi di mira in questo modo!’ Queste sono le parole nei loro cuori, e la loro indole maligna si è finalmente rivelata. Per raggiungere il loro obiettivo, per dar sfogo alla loro indignazione, fanno di tutto per fornire giustificazioni e scuse, cercando di portare gli altri dalla loro parte. A quel punto, sono felici e il loro equilibrio viene ristabilito. Questa non è forse cattiveria? Ecco cosa significa essere malvagi nell’indole” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo la conoscenza dei sei tipi di indole corrotta è vera conoscenza di sé”). Le parole di Dio rivelavano il mio esatto stato. Ero stata superficiale e negligente nel mio dovere, e più volte non avevo saputo eseguire gli incarichi che Li Xiao mi aveva affidato, ritardando il lavoro. L’errore era mio. Era giusto che lei mi facesse notare il problema. Anche se il suo tono era un po’ duro, era per il mio bene e per il bene del lavoro della chiesa. Ma io non ho affatto riflettuto su me stessa: avevo persino pensato che non mi rispettasse e che mi stesse mettendo in difficoltà. La guardavo male perché sentivo che evidenziando i miei problemi mi aveva fatto perdere la faccia. L’avevo fatta sentire limitata. Mi sono resa conto di essere stata irragionevole. Quando sono stata potata e trattata, non solo non ho riflettuto su me stessa, ma ho ribaltato la situazione e le ho dato dell’arrogante. Ho persino usato la conoscenza di me stessa per lamentarmi di lei, sperando di convincere il supervisore a trattarla. Avevo un’indole davvero maligna. Rendermi conto di tutto questo mi ha fatta un po’ vergognare.
In seguito, ho trovato questo passo delle parole di Dio: “Quando molti subiscono la potatura e il trattamento, può avvenire perché hanno rivelato un’indole corrotta. Può anche avvenire perché per ignoranza hanno fatto qualcosa di sbagliato e hanno tradito gli interessi della casa di Dio. O può avvenire perché i loro tentativi di cavarsela in qualche modo nel dovere hanno provocato danni al lavoro della casa di Dio. Il motivo più eclatante è quando qualcuno fa palesemente ciò che desidera senza ritegno, viola i princìpi e intralcia e ostacola il lavoro della casa di Dio. Questi sono i motivi principali per sottoporre qualcuno a potatura e trattamento. Indipendentemente dalle circostanze che provocano la potatura e il trattamento, qual è l’atteggiamento cruciale da tenere verso questa situazione? In primo luogo bisogna accettarla, chiunque sia a effettuare il trattamento, per qualunque ragione, per quanto risulti severo, quali che siano il tono e l’espressione, bisogna accettarla. E poi bisogna riconoscere ciò che si è fatto di sbagliato, che genere di indole corrotta si sia rivelata, e se si sia agito o meno secondo i princìpi della verità. Quando si viene sottoposti a potatura e trattamento, prima di tutto è questo l’atteggiamento che bisogna avere” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte ottava”). Attraverso le Parole di Dio, ho imparato che è sempre per una ragione che veniamo trattati: nella maggior parte dei casi, è che non cerchiamo i principi nei nostri doveri e ci limitiamo a seguire la nostra indole corrotta. Se veniamo trattati, è perché stiamo danneggiando il lavoro della chiesa. Tale trattamento avviene per senso di responsabilità nei confronti del lavoro e per proteggere gli interessi della chiesa: è una cosa positiva. Dopo essere stati trattati, che siamo o no in grado di riconoscere il nostro problema, dovremmo accettarlo, riflettere su noi stessi e cercare i principi secondo cui agire. Questo dimostra accettazione della verità: è l’atteggiamento che si dovrebbe avere quando si viene trattati. Ripensando al periodo trascorso con Li Xiao, quando non avevo familiarità con il lavoro, lei me l’ha insegnato passo passo con pazienza, ma spesso mi limitavo al minimo sindacale: non ero meticolosa e non svolgevo gli incarichi ricevuti, e così i nostri progressi venivano continuamente rallentati. Solo allora lei mi ha trattata e rimproverata. Cercava di spingermi a riflettere e a correggere le mie azioni, non mi stava attaccando senza alcun principio. Ma io non ho accettato la verità, e non ho riflettuto quando mi ha rimproverata e mi ha dato dei suggerimenti. Invece, mi sono concentrata su di lei e sulle sue azioni. Quando ha assunto un tono un po’ duro con me, ho pensato che stesse insistendo sui miei difetti, mettendomi in imbarazzo e rendendomi le cose difficili. Incapace di accettarlo, ho opposto resistenza. Di conseguenza, ho perso molte occasioni per imparare la lezione, il mio ingresso nella vita è stato danneggiato e il lavoro della chiesa ha subito ritardi. Ero stata così irragionevole! Poi ho riflettuto sul perché, nonostante le sue critiche fossero chiaramente utili per me e giovassero al lavoro della chiesa, io non le avessi accolte adeguatamente, sviluppando persino pregiudizi verso di lei. Ricercando, ho trovato queste parole di Dio: “Quando si tratta di essere trattati e potati, gli anticristi non sono capaci di accettarlo. E ci sono delle ragioni per questo, tra cui la principale è che quando vengono trattati e potati sentono di aver perso la faccia, di aver perso il loro prestigio e la loro dignità, di essere stati messi in condizione di non poter più alzare la testa nel gruppo. Queste cose hanno un effetto nel loro cuore: sono restii ad accettare d’essere potati e trattati, e sentono che chiunque li poti e li tratti ce l’abbia con loro e sia un loro nemico. Questo è l’atteggiamento degli anticristi quando vengono potati e trattati. Di questo, puoi starne certo. È, infatti, nella potatura e nel trattamento che è più evidente se una persona sa accettare la verità e se è davvero obbediente. La strenua resistenza che gli anticristi oppongono alla potatura e al trattamento è una dimostrazione sufficiente del fatto che sono nauseati dalla verità e che non l’accettano minimamente. È questo, dunque, il nocciolo del problema. Non è il loro orgoglio a costituire l’essenza del problema, bensì la mancata accettazione della verità. Quando vengono potati e trattati, gli anticristi esigono che ciò sia fatto con un tono e un atteggiamento gentili. Se invece chi lo fa ha un tono serio e un atteggiamento severo, gli anticristi opporranno resistenza, saranno sprezzanti e si infurieranno. Non si preoccupano se ciò che viene denunciato di loro sia giusto o se sia un dato di fatto, e non si fermano a pensare se hanno sbagliato qualcosa o se dovrebbero accettare la verità. L’unica cosa a cui pensano è se la loro vanità e il loro orgoglio hanno subito un colpo. Gli anticristi sono del tutto incapaci di riconoscere che la potatura e il trattamento sono utili, e anche amorevoli, salvifici e di beneficio per le persone. Non riescono nemmeno a vedere tutto questo. Non è forse un atteggiamento un po’ indiscriminato e irragionevole da parte loro? Quindi, di fronte all’essere potati e trattati, quale indole scaturisce da un anticristo? Senza dubbio, un’indole di disgusto nei confronti della verità, ma anche di arroganza e di intransigenza. Ciò rivela che la natura e l’essenza degli anticristi consistono nell’essere nauseati dalla verità e nel provare disprezzo per essa” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte ottava”). Dalle parole di Dio ho appreso che, per natura, gli anticristi disprezzano la verità e bramano il prestigio. Quando vengono trattati e potati, sanno che la critica è accurata ma, poiché fa perdere loro la faccia e mette a nudo la loro vera natura, non sono disposti ad accettarla. Respingono persino chi li tratta come fosse un nemico. Io avevo la stessa indole di un anticristo. Quando Li Xiao mi aveva fatto notare i miei problemi, sapevo che quello che diceva era vero, ma non avevo ricercato la verità né riflettuto su me stessa. Non ho accettato le sue indicazioni perché aveva esplicitamente messo in luce le mie inadeguatezze e mi aveva fatto perdere la faccia. Ho pensato che stesse cercando di rendermi le cose difficili. Per proteggere la mia reputazione, non solo l’ho guardata male, ma l’ho anche limitata, arrivando a lamentarmi di lei con il mio supervisore per indurlo a trattarla e per impedirle di chiamarmi in causa. Ho capito di avere un’indole di disgusto della verità, proprio come gli anticristi. Chi è in grado di accettare la verità trova utile avere un collaboratore che gli faccia notare le sue mancanze; in questo modo, può evitare di compiere il proprio dovere secondo la propria indole corrotta e di intralciare il lavoro della chiesa. Questo giova sia a lui che al lavoro della chiesa. Dunque, una tale persona è in grado di accettare la potatura e le critiche degli altri. Mentre io ero chiaramente piena di corruzione, di inadeguatezze e di problemi nel mio lavoro, ma non volevo che nessuno me li facesse notare. Quando qualcuno li evidenziava, pretendevo che lo facesse con tatto così da non perdere la faccia. Quando ciò che diceva minacciava il mio prestigio e la mia reputazione, lo trattavo come un nemico e cercavo dei modi per escluderlo, senza pensare ai suoi sentimenti né al lavoro della chiesa, e tanto meno mostrando la minima riverenza verso Dio. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo e, se non mi fossi pentita, Dio mi avrebbe detestata e scacciata.
In seguito, ho trovato un passo delle parole di Dio: “In che modo si esprime un discorso costruttivo? Principalmente nell’incoraggiare, indirizzare, guidare, spronare, comprendere e confortare. Inoltre, in alcuni casi particolari, diventa necessario smascherare direttamente gli errori degli altri, trattarli e potarli, in modo che acquisiscano la conoscenza della verità e desiderino pentirsi. Solo allora si ottiene l’effetto desiderato. Questo modo di praticare è di grande beneficio per le persone. È per loro costruttivo e un autentico aiuto, non è vero? Poniamo, per esempio, che tu sia particolarmente ostinato e arrogante. Non ne sei mai stato consapevole, ma qualcuno che ti conosce bene viene da te e ti fa notare il problema. Tu pensi: ‘Sono ostinato? Sono arrogante? Nessun altro ha mai osato dirmelo, mentre lui mi capisce. Il fatto che possa dire una cosa del genere suggerisce che sia proprio vero. Devo dedicare del tempo a rifletterci su’. Dopodiché, rispondi a questa persona: ‘Gli altri mi dicono solo cose gentili, tessono le mie lodi, nessuno mi parla mai a cuore aperto, nessuno mi ha mai fatto notare questi miei difetti e problemi. Solo tu sei stato in grado di dirmelo, di parlarmi apertamente. È stato meraviglioso, un grande aiuto per me’. Si è trattato di una conversazione a cuore aperto, non è vero? A poco a poco, l’altra persona ti ha comunicato ciò che le passava per la testa, i suoi pensieri su di te e le sue esperienze in merito all’aver nutrito nozioni, fantasie, negatività e debolezza in questo ambito e all’essere riuscita a liberarsene ricercando la verità. Questa è una conversazione a cuore aperto, una comunione di anime” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cos’è la ricerca della verità (3)”). Grazie alle parole di Dio, ho imparato che, oltre ai discorsi di incoraggiamento e conforto, sono veramente utili anche quelli che affrontano i problemi delle persone ed evidenziano le loro inadeguatezze. A volte, siamo guidati da un’indole corrotta e non vediamo i nostri problemi, e parole che affrontino e smascherino i nostri difetti possono essere ancora più utili. Sul momento, possiamo perdere un po’ la faccia, ma questa critica e questo sostegno possono spingerci a presentarci davanti a Dio per ricercare la verità e riflettere su noi stessi. Questo è di grande beneficio per il nostro ingresso nella vita. Io non davo importanza all’ingresso nella vita e non riflettevo attivamente su me stessa. Li Xiao viveva a stretto contatto con me, quindi aveva un’idea molto chiara di quali problemi manifestassi nel mio lavoro. Possedeva senso di giustizia, lavorava in modo responsabile, e sapeva sottolineare direttamente i miei problemi e deviazioni. Poteva capitarle di mancare di tatto, persino di essere un po’ dura, ma stava davvero cercando di aiutarmi. Anche quando si sentiva limitata dalla mia indole corrotta, non me lo ha rinfacciato e ha continuato a collaborare con me come prima. Soltanto dopo che Li Xiao mi ha trattata e smascherata, mi sono sentita turbata e ho capito di dover presentarmi davanti a Dio per riflettere sul mio problema. Gradualmente, ho iniziato a correggere il mio atteggiamento nel mio dovere. Tutti i miei miglioramenti erano il risultato dei rimproveri e del trattamento di Li Xiao. Ma io non sapevo che cosa fosse bene per me. Pensavo che, quando assumeva un tono duro, ce l’avesse con me e insistesse sui miei difetti. Così ho continuato a eludere la cosa, a oppormi, a rifiutarla, e non mi sono concentrata nel riflettere su me stessa. Alla fine, non sono affatto cambiata e ho perso molte occasioni di acquisire la verità. Quanto sono stata sciocca! Avere come collaboratore una persona che non mi faceva notare i miei problemi mi avrebbe esteriormente evitato di perdere la faccia, ma di fatto non mi sarebbe stato di alcun aiuto reale e non avrebbe minimamente giovato né al mio ingresso nella vita né al lavoro della chiesa. Capendo tutto ciò, ho acquisito un percorso di pratica. Sapevo che, quando in futuro fossi stata potata e trattata, non avrei dovuto preferire soltanto i commenti favorevoli e piacevoli, o considerare solo la mia reputazione e il mio prestigio, ma accettare di essere trattata, ricercare la verità riguardo alle critiche delle persone, riflettere su me stessa, pentirmi tempestivamente e correggere le mie azioni. Solo collaborando con gli altri in questo modo avrei potuto adempiere bene al mio dovere e alla mia responsabilità.
In seguito, ho condiviso apertamente con Li Xiao su ciò che avevo imparato. Questo ci ha fatte sentire entrambe profondamente libere e finalmente potevo di nuovo collaborare normalmente con lei. Una volta, un neofita stava attraversando delle difficoltà, così ho condiviso con lui sulla mia comprensione; ma, quando ha sentito la mia comunione, Li Xiao mi ha detto senza mezzi termini che le mie parole avevano solo offerto al nuovo arrivato un po’ di incoraggiamento ma non avrebbero risolto il suo problema. Il suo commento mi ha messa un po’ in imbarazzo. Esteriormente, ho finto di accettare le sue critiche, ma dentro di me ero un po’ risentita con lei. Poi, però, mi sono resa conto che il mio stato era sbagliato, così ho subito pregato Dio e abbandonato me stessa. Ho pensato alle Parole di Dio: “La cosa più importante riguardo la vostra capacità di svolgere attualmente i vostri doveri è che impariate a sottomettervi, che impariate a sottomettervi alla verità e a ciò che viene da Dio. In questo modo, potete imparare una lezione mentre seguite Dio e potete gradualmente accedere alla realtà della verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per guadagnare la verità, si deve imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose vicine”). In effetti, di fronte ai problemi, dobbiamo imparare ad accettare i discorsi che sono conformi alla verità e utili per il nostro dovere. Questo è ciò che Dio richiede e che noi dobbiamo fare. Dal momento che Li Xiao aveva evidenziato il mio problema, dovevo accettare la sua critica, ricercare e riflettere. Attraverso la preghiera e la riflessione, ho capito che non avevo afferrato la difficoltà di quel neofita e che non avevo condiviso sul nucleo della questione. Attraverso la lettura delle Parole di Dio, ho riconosciuto le mie deviazioni e inadeguatezze e acquisito maggiore comprensione su questo aspetto della verità. Ho davvero visto che avere al mio fianco una collaboratrice come lei era di enorme beneficio sia per il mio ingresso nella vita che per il mio dovere. E ho inoltre percepito quanto sia utile accettare le critiche degli altri. D’ora in poi, accetterò le critiche dei miei fratelli e sorelle e svolgerò bene il mio dovere.
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