Rimproverare le persone con condiscendenza ha messo a nudo la mia spregevolezza

19 Dicembre 2022

Nell’ottobre dell’anno scorso, supervisionavo il lavoro di evangelizzazione nella chiesa. Nella chiesa c’erano alcuni nuovi membri che avevano appena iniziato a svolgere i loro doveri, e quindi spesso facevo comunione con loro sui principi della condivisione del Vangelo e uscivamo a condividerlo insieme. Dopo un certo periodo di tempo, tutti loro avevano fatto dei progressi e io ne ero entusiasta. Per portarli a lavorare in modo indipendente il più rapidamente possibile, ho fatto loro praticare la condivisione del Vangelo da soli. All’inizio, quando avevano dei problemi, li assistevo con amore, ma dopo un po’ ho cominciato a stancarmi. Provavo disprezzo per loro: “Io capivo le cose la prima volta che qualcuno me le insegnava. Ho dedicato del tempo a istruirvi, quindi perché avete ancora così tante domande? Non stavate prestando attenzione quando spiegavo? Se ancora non riuscite a lavorare in modo indipendente, di certo i leader superiori diranno che non sono portato per questo lavoro e che non so formare bene le persone. Questo non va bene. Devo farvi una ramanzina e impartirvi una lezione”. Alla luce di tutto questo, li ho rimproverati con rabbia. Una volta, sorella Ai mi ha telefonato e mi ha detto: “Fratello, volevo chiederti: su quale aspetto delle parole di Dio faremo comunione nella riunione di stasera?” Ho pensato: “Te l’ho già detto prima, come fai a non saperlo ancora? Non mi stavi ascoltando?” Allora, con tono acceso e aggressivo, le ho detto: “Ma non hai letto l’ultimo file che ti ho inviato? Perché devi chiedermelo ogni volta?” Lei non ha risposto e io ho riattaccato con rabbia. In seguito, me ne sono reso conto e mi sono sentito un po’ in colpa. Ma poi ho pensato: “L’ho detto per il suo bene. Altrimenti, come potrà mai fare progressi se continua a fare affidamento su di me? Forse le è stato davvero utile”. Alla luce di ciò, ho smesso di preoccuparmene.

Il giorno dopo, il fratello con cui collaboravo mi ha detto: “Sorella Ai mi ha raccontato che ieri, quando ti ha fatto una domanda, ti sei arrabbiato. Ha aggiunto che si è sentita piuttosto limitata e spaventata da te”. Non riuscivo ad accettarlo e dentro di me ho cercato delle scuse: “Forse sono sembrato un po’ duro, ma era solo per spronarla a lavorare in modo indipendente. Se non mi fossi espresso così, continuerebbe a venire da me ogni volta che avesse una domanda. Come potrebbe diventare indipendente?” Ma poi ho pensato: “Forse ho parlato in modo un po’ inappropriato. Dopotutto, sorella Ai ha appena iniziato la formazione. Dovrei aiutarla in modo amorevole invece di arrabbiarmi e rimproverarla”. Così, le ho inviato un messaggio per scusarmi: “Ieri ho sbagliato. Non avrei dovuto dare di matto con te in quel modo. Spero che tu capisca e ti prego di non prenderla sul personale. Ho perso la calma in quel momento e ti ho turbata”. Sorella Ai ha risposto dicendo che non c’era problema. Dopo di che, non ho più riflettuto su me stesso né acquisito consapevolezza di me.

Poco tempo dopo, sono stato eletto predicatore e ho assunto maggiori responsabilità. Alcuni dei leader e dei lavoratori avevano appena iniziato la formazione e non avevano familiarità con il lavoro della chiesa, quindi spesso condividevo con loro sui principi del lavoro. Inoltre monitoravo il loro lavoro e fornivo loro indicazioni dettagliate e assistenza. All’inizio, quando avevano delle domande, facevo pazientemente comunione con loro. Se però le ripetevano troppe volte, perdevo la pazienza. Li rimproveravo dicendo: “Perché non riuscite a mettervelo in testa? Quando ho iniziato a lavorare nella chiesa, ricordavo chiaramente gli incarichi che il mio leader mi assegnava e li portavo a termine con rapidità e competenza. Vi ho detto tutto e vi ho dato istruzioni dettagliate: perché non riuscite a fare le cose per bene?” Non hanno detto una sola parola in risposta.

Il giorno dopo, una leader mi ha mandato un messaggio: “Sono troppo stupida per questo lavoro. Per favore, trova qualcun altro che lo svolga al mio posto”. Ero piuttosto sconvolto: era una delle migliori tra i nuovi tirocinanti. Perché avrebbe dovuto pensare una cosa del genere? Poi, un altro leader mi ha scritto: “Alcune persone dicono che le hai fatte sentire molto limitate”. Solo allora ho iniziato a riflettere su me stesso. Mi sono reso conto che non stavo affrontando correttamente le carenze degli altri. Continuavo a perdere le staffe con loro e a rimproverarli, invece di guidarli e assisterli con pazienza. Di conseguenza, si sentivano limitati. In seguito, ho saputo che, poiché si sentiva limitata, una sorella era diventata così negativa che non ha svolto il suo dovere per più di dieci giorni. Questo mi ha fatto stare malissimo. Non potevo credere di averli feriti così profondamente. Mi sentivo angosciato e mi sono chiesto perché continuassi ad arrabbiarmi e ad avere una cattiva influenza su tutti. Così, ho pregato davanti a Dio: “Amato Dio, non voglio arrabbiarmi con i fratelli e le sorelle, ma ogni volta che accade qualcosa non riesco a controllare le emozioni. Come posso risolvere questo problema? Ti prego, indirizzami e guidami”.

In seguito, mi sono imbattuto in un passo delle parole di Dio. Dio dice: “Una volta ottenuto il prestigio, un uomo troverà spesso difficile controllare il suo umore, e così non perderà occasione per esprimere la sua insoddisfazione e dare libero sfogo alle sue emozioni; spesso andrà su tutte le furie senza una ragione evidente, in modo da mettere in evidenza la sua capacità e far sapere agli altri che il suo prestigio e la sua identità sono diversi da quelli delle persone comuni. Naturalmente anche le persone corrotte e di basso rango perdono frequentemente il controllo. La loro rabbia è causata sovente da un danno ai loro interessi personali. Per proteggere il prestigio e la dignità personali, spesso sfogano le loro emozioni e rivelano la loro natura arrogante. L’uomo si abbandonerà a esplosioni di collera e darà libero sfogo alle sue emozioni per difendere e sostenere l’esistenza del peccato, e con tali azioni l’uomo esprime la sua insoddisfazione; esse traboccano di impurità, di macchinazioni e intrighi, della corruzione e malvagità dell’uomo, e soprattutto sono colme delle ambizioni e dei desideri sfrenati dell’uomo(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). Le parole di Dio mettevano a nudo il mio stato attuale. Ho riflettuto su come mi arrabbiavo per mantenere la mia posizione. Normalmente, ottenevo sempre dei risultati nel mio lavoro e gli altri mi ritenevano un leader capace. Ma, poichè mi erano stati assegnati quei fratelli e sorelle da formare, se non fossi riuscito a farli lavorare in modo indipendente neanche dopo un lungo periodo di tempo, i leader superiori mi avrebbero di certo giudicato un incompetente. Così, quando i fratelli e le sorelle non riuscivano ancora a capire dopo che li avevo più volte istruiti, diventavo molto ostile e intollerante. Quando si rivolgevano a me per delle domande, ne approfittavo per sfogarmi rimproverandoli e criticandoli. Li paragonavo persino a me stesso ed ero colmo di lamentele e disprezzo per loro. Di conseguenza, tutti si sentivano limitati e diventavano così negativi da non voler svolgere il loro dovere. Quando mi è stato fatto notare il mio problema, non ho cercato la verità per risolverlo. Anche se mi sono scusato con sorella Ai, lo scopo implicito ed esplicito delle mie parole era quello di preservare il mio prestigio e la mia immagine, mostrare a sorella Ai che si trattava solo di un’eccezione, che non ero solito arrabbiarmi, e convincerla, mediante le mie scuse ipocrite, che in realtà fossi piuttosto ragionevole. Ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Alcune persone hanno palesemente una cattiva indole e parlano sempre di sé stesse come se avessero un cattivo carattere. Questa non è forse una sorta di giustificazione? Una cattiva indole non è altro che una cattiva indole. Quando una persona ha fatto qualcosa di irragionevole o che danneggia tutti il problema sono la sua indole e la sua umanità, eppure costui non fa che ripetere di aver perso temporaneamente il controllo del suo carattere o di essersi arrabbiato un po’; non capisce mai il problema nella sua essenza. Si tratta forse di autentica analisi e di messa a nudo di sé stesso?(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sulla cooperazione armoniosa”). Ero proprio così. Ripensando alle mie scuse, mi erano sembrate così dignitose, ma non avevo capito la vera sostanza della questione e avevo anche cercato di discolparmi. Ero così ipocrita! Mi sentivo davvero in colpa. Spesso parlavo ai fratelli e alle sorelle di trattare le persone con amore e pazienza, ma erano solo slogan che non corrispondevano al mio comportamento reale.

In seguito, ho acquietato i miei pensieri e ho riflettuto su me stesso: “Perché ogni volta che le cose non vengono fatte a modo mio perdo la calma e manifesto la mia indole corrotta? Perché non so collaborare bene con i miei fratelli e sorelle?” In seguito, mi sono imbattuto in un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più sono irragionevoli; e più sono irragionevoli, più sono inclini a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio, e non hanno in cuore alcun timore di Lui. Anche se potrebbe sembrare che le persone credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stesse. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui. Coloro che sono arroganti e presuntuosi, specialmente coloro che sono tanto arroganti da aver perduto il senno, non sanno sottomettersi a Dio nella loro fede in Lui e addirittura si esaltano e rendono testimonianza a sé stessi. Simili persone sono quelle che più avversano Dio e non hanno alcun timore di Lui. Se desiderano giungere a venerare Dio, devono prima risolvere la loro indole arrogante. Più a fondo risolvi la tua indole arrogante, più avrai venerazione per Dio, e soltanto allora potrai sottometterti a Lui, conseguire la verità e conoscere Dio. Soltanto coloro che ottengono la verità sono autenticamente umani(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dio ha rivelato come la causa dell’indole corrotta delle persone sia l’arroganza. Più si è arroganti, più si è inclini a opporsi a Dio. Ho capito che ero proprio così. Non prendevo sul serio gli altri, reputandoli tutti inferiori a me. Avevo sempre creduto di avere buona levatura e talento nel mio lavoro, e di essere semplicemente migliore di tutti gli altri. Inoltre, mettevo sempre a confronto le carenze degli altri e i miei punti di forza. Io padroneggiavo un dovere dopo aver sentito una sola spiegazione, mentre loro non avevano ancora imparato dopo tanto tempo. Mi arrabbiavo con loro, li criticavo e li rimproveravo, senza portare loro il minimo rispetto. Non riconoscevo i loro punti di forza e i loro meriti e tanto meno fornivo loro un sostegno amorevole. Quando fratelli e sorelle avevano un problema, non riflettevo sul fatto che avessi condiviso o no con loro la parola di Dio per risolvere i loro problemi, o se in qualche modo fossi stato carente. Invece, pensavo semplicemente che non avessero ascoltato attentamente e perdevo indiscriminatamente le staffe con loro e li trattavo. Ero così irragionevolmente arrogante! La nostra chiesa stava espandendo il Vangelo di Dio, ma io continuavo a rimproverare e a limitare gli altri, portandoli ad avere paura di me, a delimitare se stessi, e persino a diventare così negativi da non voler svolgere i loro doveri. Non stavo forse intralciando e ostacolando l’evangelizzazione? Riflettere su tutto questo mi ha fatto vergognare. Non ho apportato alcun beneficio all’ingresso nella vita degli altri. Anzi, li ho feriti e ho intralciato il lavoro della chiesa. Vivevo secondo la mia indole arrogante, e avrei potuto compiere il male e oppormi a Dio in qualsiasi momento. Pensando a tutto quello che avevo fatto, mi disprezzavo davvero. Avevo voglia di prendermi a schiaffi in faccia. In silenzio, ho pregato Dio nel mio cuore: “Amato Dio, per via della mia indole arrogante, ho trattato ciecamente le persone, ferendole e intralciando il lavoro della chiesa. Amato Dio, sono pronto a pentirmi e a cambiare. Ti prego di guidarmi e assistermi nell’eliminare la mia indole arrogante”.

Poi, un giorno, ho sentito un inno delle parole di Dio: “Vivi secondo le parole di Dio per cambiare la tua indole”. “Devi prima risolvere tutte le difficoltà dentro di te facendo affidamento su Dio. Metti fine alla tua indole degenerata e sii in grado di comprendere davvero le tue condizioni e di capire come devi fare le cose; continua a condividere qualunque cosa tu non comprenda. È inaccettabile che una persona non conosca se stessa. Per prima cosa guarisci dalla tua malattia e, nutrendoti maggiormente delle Mie parole e contemplandole, vivi la vita e fa’ le cose secondo le Mie parole; a prescindere che tu sia a casa o altrove, devi permettere a Dio di esercitare il potere dentro di te. Liberati dalla carne e dalla naturalezza. Lascia sempre che le parole di Dio abbiano il dominio dentro di te. Non è necessario temere che la tua vita non stia cambiando; a poco a poco arriverai a percepire che la tua indole si è modificata molto(Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Questo inno delle parole di Dio mi ha davvero ispirato. Grazie alle parole di Dio, ho trovato un percorso di pratica. Qualunque situazione affrontassi, dovevo innanzitutto cercare l’intenzione di Dio, ricercare la verità, risolvere i miei problemi, comprendere la mia indole arrogante attraverso le parole di Dio, concentrarmi sull’abbandonare me stesso nella vita quotidiana e praticare la verità. Allora la mia indole arrogante si sarebbe gradualmente trasformata. Il fatto che, a causa della mia indole arrogante, rimproverassi e limitassi le persone e pensassi sempre di essere superiore dimostrava che non comprendevo veramente me stesso. In realtà, non avevo nulla che valesse la pena di mettere in mostra. Imparavo abbastanza in fretta a svolgere i doveri ed ero stato benedetto con alcuni doni, ma i miei doni e la mia levatura provenivano da Dio, non c’era nulla di notevole in me personalmente. Avre dovuto ringraziare Dio. Ognuno ha levatura e capacità differenti. Tutti i fratelli e le sorelle avevano i loro punti di forza. Sorella Ai era brava a interagire con le persone, era amorevole e paziente. Io non possedevo nessuna di queste qualità. Capirlo mi ha fatto vergognare. Ero pronto a mettere in pratica le parole di Dio. Di fronte ai problemi, avrei abbandonato consapevolmente me stesso e messo in pratica la verità.

Ricordo che, una volta, ho chiesto a una sorella con cui collaboravo come andasse un suo progetto e lei mi ha risposto: “Non l’ho ancora iniziato. Quando abbiamo discusso le nostre idee per il progetto avevo tutto piuttosto chiaro, ma poi, quando ho iniziato a lavorarci, non ero sicura di come procedere”. A queste sue parole, ho sentito riaffiorare la rabbia. Ho pensato: “Perché ti risulta così difficile? Quando abbiamo discusso di questo progetto, ti ho descritto tutto così chiaramente. Come puoi averlo già dimenticato? Non ti stai concentrando sul lavoro? Credo che dovrò fare un discorso serio con te”. Proprio quando stavo per scagliarmi contro di lei, mi sono ricordato delle parole di Dio: “Se le persone riescono consapevolmente a soddisfare Dio, a mettere in pratica la verità, a rinunciare a se stesse, ad abbandonare le loro idee e a essere obbedienti e sollecite verso la volontà di Dio – se sono in grado di fare tutte queste cose consciamente – allora questo è quel che significa mettere accuratamente e sinceramente in pratica la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Le parole di Dio sono state un richiamo tempestivo: dovevo abbandonare me stesso e praticare in conformità alle parole di Dio. Non potevo continuare ad agire secondo la mia indole arrogante. Probabilmente quella sorella non aveva iniziato perché aveva qualche problema o non le era chiaro come procedere. Dovevo capire la sua situazione reale e trattare le sue inadeguatezze nel modo giusto. Così, con calma, le ho riepilogato le specifiche di come avrebbe dovuto procedere alla luce della situazione reale. Quando ho finito, lei ha risposto con gioia: “Allora è così che devo fare! Ora ho finalmente un percorso da seguire”. La risposta di quella sorella mi ha fatto vergognare molto. Nel nostro lavoro, proclamavo sempre slogan, ma non dedicavo tempo a capire i problemi e le questioni di ciascuno, e tanto meno li istruivo a tu per tu. Se nel mio lavoro fossi stato un po’ più paziente e attento ai dettagli, i fratelli e le sorelle avrebbero lavorato in modo indipendente già da tempo.

Poi, mi sono imbattuto in un altro passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Se ti limiti a ripetere parole di dottrina, a riprendere le persone e a trattarle, sarai in grado di far loro comprendere la verità e farle accedere alla sua realtà? Se la verità che condividi non è reale, se non è altro che parole di dottrina, allora non importa quanto tratti gli altri e quanto predichi loro, non servirà a nulla. Credi forse che, se le persone ti temono, fanno tutto quello che dici loro di fare e non osano obiettare, questo significhi che comprendono la verità e sono obbedienti? È un grave errore; entrare nella vita non è così semplice. Alcuni leader sono come un nuovo manager che cerca di fare buona impressione: convinti che questo renderà il loro lavoro più facile, tentano di imporre ai prescelti di Dio l’autorità appena acquisita in modo che tutti si sottomettano a loro. Se non possiedi la realtà della verità, allora in breve tempo la tua vera levatura sarà rivelata e tu sarai smascherato per ciò che sei veramente, e potresti anche essere cacciato. In alcuni lavori amministrativi, una modesta dose di trattamento, potatura e disciplina è accettabile. Ma se sei incapace di condividere sulla verità, alla fine non sarai comunque in grado di risolvere il problema, e comprometterai i risultati del lavoro. Se, qualunque problema emerga nella chiesa, continui a fare ramanzine agli altri e a scaricare colpe – se non sai fare altro che arrabbiarti – allora è la tua indole corrotta che si sta manifestando, e hai mostrato il volto abietto della tua corruzione. Se ti metti sempre sul piedistallo e rimproveri gli altri in questo modo, allora, col passare del tempo, le persone non saranno in grado di ricevere da te la provvista di vita, non otterranno nulla di reale, e invece proveranno per te repulsione e disgusto(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Grazie alle parole di Dio, ho capito che la chiave per lavorare con i fratelli e le sorelle nella chiesa è condividere chiaramente sulla verità in modo che tutti abbiano una buona comprensione dei principi. Solo così possiamo svolgere bene i nostri doveri. Se non facessi che arrabbiarmi con gli altri e rimproverarli, non solo non riuscirei a risolvere i problemi, ma allontanerei anche le persone e le respingerei. In seguito, quando lavoravo con gli altri o monitoravo il loro lavoro, per prima cosa comprendevo i loro problemi reali. Se c’erano cose che non capivano o che non avevano ancora imparato, condividevo pazientemente con loro sui principi e sulla verità e li aiutatvo a risolvere i loro problemi. In questo modo, dopo un certo periodo di tempo, i fratelli e le sorelle sapevano eseguire parte del lavoro in modo indipendente e potevamo lavorare insieme in armonia. Leggendo le parole di Dio, ho capito qualcosa della mia indole arrogante, e ho imparato a trattare correttamente le inadeguatezze degli altri e a lavorare con loro in armonia. Sia lodato Dio Onnipotente!

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