In catene
Nel 2004, ho accolto l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni, e poco dopo sono stata denunciata per aver diffuso il Vangelo. Quel giorno, stavo lavorando in ospedale, e un collega mi ha detto che il direttore dell’ospedale mi stava cercando. Arrivata nell’ufficio del direttore, ho trovato due poliziotti in uniforme ad aspettarmi. Mi hanno detto: “Abbiamo saputo che credi nel Lampo da Levante, che stai predicando a tutti. Il Lampo da Levante è un obiettivo chiave della repressione nazionale. Tutti i suoi membri sono criminali politici e saranno mandati in prigione”. Mi hanno anche minacciata di togliermi immediatamente il lavoro se avessi predicato ancora. E, se pure avessi continuato a lavorare, non sarei stata pagata. Anche mio marito avrebbe perso il suo. Mio figlio non avrebbe potuto entrare all’università o nell’esercito, e nemmeno viaggiare all’estero. Hanno detto che, se un giorno mi avessero sorpresa a predicare il Vangelo, sarei stata mandata in prigione. In quel momento ero un po’ preoccupata. Mi sono detta: “Se non rinuncio alla mia fede in Dio, la polizia non mi lascerà stare. Ma se perdo il mio lavoro e l’attività di mio marito ne risente, come sopravviveremo in futuro? E se vengo arrestata e mandata in prigione, chi si prenderà cura di mio figlio? Se il suo futuro fosse influenzato dalla mia fede in Dio, sarei troppo in debito con lui…” Più ci pensavo, più mi sentivo turbata. Ho chiesto a Dio di proteggermi. In quel momento, ho pensato a un passo della parola di Dio. “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per il Suo ordinamento, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Ho meditato sulla parola di Dio e poi ho capito: il destino di ognuno è sotto la sovranità di Dio. Qualsiasi cosa accada alla nostra famiglia è nelle mani di Dio, e nessuna persona può deciderlo. Dio è il nostro Creatore. È naturale e giusto credere in Lui e adorarLo. La polizia voleva usare il lavoro di mio marito e il futuro di mio figlio per minacciarmi, per costringermi ad abbandonare la vera via e tradire Dio. Era così spregevole! In quel momento ho deciso che, a prescindere da cosa sarebbe stato della mia vita futura, non sarei mai scesa a compromessi con Satana. Poi la polizia mi ha chiesto di denunciare i miei fratelli e sorelle, ma mi sono rifiutata, e hanno dovuto andarsene.
In seguito sono venuti spesso all’ospedale a chiedere se credessi ancora in Dio o diffondessi il Vangelo. A volte, anche se stavo operando un paziente, per quanto fosse urgente comunque mi interrompevano. Ho iniziato a perdere le staffe. Mi dicevo: “Io credo in Dio e basta, non ho fatto nulla di male: perché la polizia mi tormenta sempre? Non posso nemmeno lavorare in pace”. Le continue indagini su di me hanno scatenato un putiferio in tutto l’ospedale. I miei colleghi mi vedevano come una persona pericolosa. Alcuni parlavano di me alle mie spalle, altri mi chiedevano direttamente: “Cosa hai fatto come credente? Perché la polizia vuole indagare su di te? La tua fede in Dio ha portato la polizia praticamente in casa nostra. È una cosa seria”. Anche l’atteggiamento del direttore nei miei confronti è cambiato. Prima mi prendeva sul serio ma, dopo quell’episodio, ogni volta che mi vedeva mi chiedeva: “Non sei andata a predicare, vero?” Mi ha anche detto di tenere il telefono acceso 24 ore su 24, in modo da essere sempre raggiungibile. Una volta mi ha detto: “La polizia è venuta qui a cercarti molte volte per via della tua fede in Dio. Smetti di credere in Dio. Hai sempre svolto bene il tuo lavoro e tutti hanno di te una buona opinione. Non rovinare il tuo futuro per la tua fede. Non farlo. Se vieni arrestata, come tuo direttore per me sarebbe difficile da spiegare”. Durante quel periodo, affrontando ogni giorno la costante sorveglianza del mio capo e gli sguardi ostili dei miei colleghi, ero depressa e infelice. Ho pregato Dio per chiederGli fede e forza e di aiutarmi a resistere in quell’ambiente. Poi ho letto un passo della Sua parola. “Il gran dragone rosso è nemico di Dio e Gli si accanisce contro e per questo motivo, in questa terra, coloro che credono in Dio sono sottoposti a umiliazione e oppressione. […] Dal momento che tutta l’opera di Dio viene intrapresa in una terra che Gli si oppone, essa incontra ostacoli enormi da sormontare e occorre tempo perché molte delle Sue parole si realizzino; così, tramite le parole di Dio, la gente subisce un raffinamento e questo è un altro elemento di sofferenza. È estremamente arduo per Dio portare a termine la Sua opera nella terra del gran dragone rosso, ma è attraverso tale difficoltà che Dio compie una fase della Sua opera, rendendo così manifesta la Sua saggezza e le Sue meravigliose opere, e avendo così l’opportunità di rendere completo questo gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Dalla parola di Dio, ho compreso la Sua volontà. La Cina è un Paese governato dal Partito Comunista, ed è il luogo che più ferocemente resiste a Dio. Coloro che credono in Dio in Cina vengono perseguitati. Ma Dio Si serve del Partito Comunista per perfezionare la nostra fede, creando così un gruppo di vincitori. Questa è la saggezza di Dio. Ho pensato a come, poiché credo in Dio e ho intrapreso la retta via, sono stata importunata e sorvegliata dalla polizia e ho anche sopportato l’umiliazione di colleghi e amici, e ho capito che venivo perseguitata per la giustizia. Compreso ciò, mi sono sentita meno abbattuta e mi sono ripromessa che, per quanto duramente il governo cercasse di perseguitarmi, avrei seguito Dio fino alla fine.
In quel periodo mio marito era via per lavoro in un’altra regione. Avevo paura che si preoccupasse per me, così non gliel’ho mai riferito. Nel gennaio 2005, mio marito è tornato dal suo viaggio di lavoro e, quando l’ha saputo, si è molto allarmato. Con espressione seria, mi ha detto: “Il governo ha dichiarato che chi crede in Dio Onnipotente è un criminale politico e può essere arrestato e incarcerato in qualsiasi momento; se il PCC ti cattura, verrai picchiata a sangue”. Ha aggiunto che ciò avrebbe influenzato il futuro di nostro figlio e i suoi affari, e così mi ha chiesto di smettere di credere. Ho pensato: “Mio marito crede nel Signore soltanto a parole. In realtà non ha alcuna comprensione. È normale che sia preoccupato. Il Partito Comunista perseguita noi credenti e le nostre famiglie. Chi non avrebbe paura?” Ho considerato che mio marito era stato via per il suo viaggio di lavoro e non avevo avuto tempo di predicargli in merito all’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Dovevo usare quel tempo per leggere di più la parola di Dio Onnipotente con lui. Ho tenuto con lui molte condivisioni. Non ascoltava affatto. Diceva solo in modo superficiale: “La nostra vita va bene, quindi godiamo della grazia del Signore Gesù. Non ci serve accettare l’opera del giudizio”. Aveva paura di essere implicato se mi avessero arrestata, così tentava di dissuadermi dal credere. Poi ha cominciato a tenermi sotto stretta sorveglianza. Se non tornavo subito a casa dopo essere uscita dal lavoro, mi chiamava per chiedermi dove fossi e insisteva che tornassi. Stranamente ha anche smesso di vedere i suoi amici, per restare invece a casa e tenermi d’occhio. Quando dovevo uscire per partecipare alle riunioni, mi chiedeva appositamente di aiutarlo in qualcosa. In sostanza, faceva di tutto per impedirmi di svolgere i miei doveri e di credere. All’inizio mi sentivo molto limitata, ma in seguito ho ricordato un passo della parola di Dio. Dio dice: “Devi possedere nell’intimo il Mio coraggio, e quando si tratta di affrontare parenti che non credono devi avere dei princìpi. Ma per amor Mio devi anche fare in modo di non cedere a nessuna forza oscura. Confida nella Mia saggezza per percorrere la via della perfezione; non permettere mai alle macchinazioni di Satana di avere il sopravvento” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 10”). Mentre riflettevo sulla parola di Dio, ho capito che in apparenza mio marito stava cercando di ostacolare la mia fede in Dio, ma dietro c’erano i trucchi di Satana, e io non potevo cedere a Satana. Allora ho iniziato a inventare delle scuse per evitare la sorveglianza di mio marito e adempivo ai miei doveri di nascosto. Allo stesso tempo, cercavo anche occasioni per parlare con lui, sperando che ricercasse e approfondisse l’opera di Dio Onnipotente. Ma lui continuava a evitarlo, dicendo che avrebbe creduto quando avessero iniziato a farlo preti e suore. Mi ha chiesto anche di non andare alle riunioni e di non diffondere il Vangelo per evitare che fossi arrestata. Ho visto che mio marito non era affatto interessato alla verità o ad accogliere l’arrivo del Signore, così ho smesso di parlargliene. Mi sono detta: “Qualunque cosa accada, devo credere in Dio. Mio marito non può limitarmi”.
Di solito partiva per d’affari dopo il capodanno cinese, ma quell’anno non è andato da nessuna parte. Un giorno, d’un tratto si è inginocchiato a terra e mi ha pregata piangendo: “Vai sempre alle riunioni e a predicare il Vangelo. Se vieni arrestata e messa in carcere, come andremo avanti in futuro? Cosa succederà a questa famiglia e a nostro figlio? Devi pensare alla nostra famiglia e al futuro di nostro figlio…” Non l’avevo mai visto piangere in tutti quegli anni. Vederlo piangere in ginocchio e supplicarmi mi ha fatta sentire malissimo e ho cominciato a piangere anch’io. Per confortarlo gli ho detto: “Tutto è nelle mani di Dio. Se sarò arrestata o no, cosa accadrà a nostro figlio in futuro, è tutto nelle mani di Dio. Dobbiamo affidarci a Dio per questo. Non dovremmo preoccuparci troppo”. Lui ha scosso la testa e ha risposto: “La polizia ti ha già trovata. Se continui ad avere fede in questo modo, prima o poi verrai arrestata, e allora tutto sarà perduto”. Vedendo mio marito in tale angoscia, ho provato profonda tristezza e rabbia. Tutto questo era opera del Partito Comunista! Noi crediamo in Dio e predichiamo di accettare la Sua salvezza affinché le persone sopravvivano ai disastri. Questo è salvare le persone, e niente è più giusto, ma il Partito Comunista fa di tutto per ostacolarci e frenarci. Non è altro che un gruppo di demoni e di Satana che resistono a Dio! Le parole di Dio dicono: “Antenati dei tempi antichi? Amati condottieri? Si oppongono tutti a Dio! La loro intromissione ha lasciato tutto ciò che è sotto il cielo in uno stato di tenebra e caos! Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato! […] Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Ufficialmente il Partito Comunista promuove la libertà religiosa, ma all’atto pratico perseguita e arresta i credenti di Dio. E usa persino il lavoro e la famiglia per costringere le persone a rinnegare Dio e a tradirLo. È così spregevole! Se non fosse per il Partito Comunista, mio marito non cercherebbe di fermarmi per paura. Ovunque arrivi, la mano malvagia del Partito Comunista porta sciagura. Mio marito era in linea con il PCC, e mi spingeva a rinunciare alla mia fede in Dio per proteggere il suo lavoro e la nostra famiglia. Non potevo dargli ascolto.
In seguito, mio marito ha anche letto online molte delle calunnie del Partito Comunista contro la Chiesa di Dio Onnipotente, così ha essenzialmente smesso di andare in viaggio d’affari per restare a casa a sorvegliarmi. Ha anche chiesto in giro per scoprire con chi avessi contatti e chi chiamassi. Si è fatto addirittura stampare dalla compagnia telefonica il registro delle mie chiamate negli ultimi sei mesi, e poi mi ha chiesto di chi fossero i numeri uno per uno. Per controllarmi, mi accompagnava al lavoro e veniva a riprendermi ogni giorno, e mi seguiva ovunque andassi. Mi sentivo in catene, priva di ogni libertà. Non potevo vivere la vita della Chiesa né compiere il mio dovere, il che mi rendeva molto triste, così quando lui si distraeva ne approfittavo e sgattaiolavo fuori a predicare. Quando lo ha scoperto, mi ha detto infuriato: “Se riesci a scappare e a predicare anche quando ti sorveglio, allora non posso davvero aiutarti. Ora c’è il Partito Comunista al potere, perciò, se continui a credere, ti arresteranno, e la nostra famiglia sarà distrutta. Quindi, divorziamo. Così potrai credere in quello che vuoi e questo non nuocerà a nostro figlio né a nessun altro”. Quando ho sentito che voleva divorziare, non potevo crederci. Avevo semplicemente fede in Dio. Come eravamo arrivati al punto di divorziare? Tutti i nostri anni insieme non contavano nulla? Il pensiero che la mia famiglia perfetta venisse fatta a pezzi dal Partito Comunista mi rendeva infelice, ed era un fatto che non potevo sopportare di accettare. Ho pregato Dio: “Dio, Ti prego, dammi fede e forza, in modo che io possa resistere in questo ambiente”. Dopo aver pregato, ho rammentato questo passo della parola di Dio. “In questa fase dell’opera, ci viene richiesto il massimo grado di fede e amore. Una minima disattenzione può indurci a inciampare, perché questa fase dell’opera è diversa da tutte le precedenti: ciò che Dio sta perfezionando è la fede del genere umano, la quale è, al tempo stesso, invisibile e intangibile. Ciò che Dio compie è trasformare le parole in fede, amore e vita. Le persone devono raggiungere un punto in cui, dopo aver subito centinaia di affinamenti, possiedono una fede superiore a quella di Giobbe. Devono sopportare incredibili sofferenze e ogni genere di tortura senza mai abbandonare Dio. Quando si saranno mostrate obbedienti fino alla morte e avranno grande fede in Dio, allora la fase attuale dell’opera di Dio sarà pienamente compiuta” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (8)”). Ho riflettuto sulla parola di Dio e poi ho capito che, nella Sua opera degli ultimi giorni, Dio Si serve delle Sue parole e di vari affinamenti e prove per perfezionare la fede delle persone. Ho pensato a come Satana tentò Giobbe, che perse i suoi figli e le sue ricchezze da un giorno all’altro, e poi fu ricoperto da terribili pustole. Nel mezzo di una dura prova, Giobbe non si lamentò mai con Dio; continuò a lodarLo. Rimase saldo e testimoniò Dio nella sua prova. Poi ho pensato a me stessa. La mia famiglia si disgregava a causa della persecuzione e io mi lamentavo. Ho visto che la mia levatura era scarsa e non avevo alcuna testimonianza. A questo pensiero, il rimorso mi ha assalita, così ho pregato Dio promettendo che, se anche mio marito avesse divorziato da me, non avrei rinunciato alla mia fede in Dio.
Inaspettatamente, dopo qualche giorno mio marito si è scusato dicendo di aver sbagliato, che non avrebbe dovuto parlare di divorzio, e che sentiva le pressioni del Partito Comunista. Dopo un altro po’ di tempo, a un tratto mi ha detto: “Se non posso convincerti, allora mi unirò a te nella fede in Dio Onnipotente”. Anche io ero piuttosto sorpresa in quel momento. Pensavo che ci avesse riflettuto a fondo, così abbiamo letto insieme a casa la parola di Dio. Una settimana dopo, mi ha chiesto di portarlo a una riunione. Ma il suo comportamento mi pareva un po’ strano, e gli ho detto di no. Con mia sorpresa, si è girato verso di me e ha dichiarato: “Se non mi porti a un incontro, non inizierò a credere”. Ha aggiunto che lo faceva per convincermi a cambiare idea. In quel momento ho capito che stava solo fingendo di credere in Dio. Tentava di scoprire dove tenessimo le nostre riunioni per potermi controllare. Non mi aspettavo davvero che mio marito facesse una cosa del genere. Da allora, tra noi due si è scatenata una guerra fredda. Un giorno, mentre leggevo la parola di Dio in casa, lui ha bussato alla mia porta e mi ha detto: “Non posso più vivere così. Come siamo arrivati a questo punto?” Ho aperto la porta, e lui mi si è scagliato contro come un ossesso, mi ha afferrata al collo e ha gridato: “Perché sei così ostinata nel credere in Dio Onnipotente? La nostra famiglia e nostro figlio non contano nulla per te? Sono davvero meno importanti del Dio in cui credi?” Mi stringeva il collo al punto da non lasciarmi respirare, così ho chiesto a Dio di salvarmi. Ho lottato, e mio marito mi ha lasciata andare. In quel momento ero profondamente ferita e delusa. Poi ho letto un passo della parola di Dio. “Perché un marito ama la propria moglie? E perché una moglie ama il proprio marito? Perché i figli rispettano i loro genitori? E perché i genitori amano svisceratamente i loro figli? Che tipo di intenzioni nutrono effettivamente le persone? Non sono forse finalizzate a soddisfare i loro piani ed egoistici desideri?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Mentre contemplavo la parola di Dio, mi sono chiesta: “Mio marito mi ama davvero?” Ho ripensato a tutti i nostri anni di matrimonio. Mio marito conosceva meglio di chiunque altro i sacrifici che avevo fatto per la nostra famiglia. E sapeva che credevo fin da bambina e attendevo il ritorno del Signore. Ma poi, quando ho accolto il Signore, non solo non mi ha appoggiata, ma si è schierato con il Partito Comunista e mi ha ostacolata per proteggere i suoi interessi, ha minacciato di divorziare e ha anche tentato di soffocarmi. Neanche il minimo rispetto da parte di un marito verso sua moglie. Come si poteva definirlo vero amore? Ho inoltre considerato che, sebbene mio marito credesse nel Signore Gesù, lo faceva solo per chiedere la Sua grazia, non aspettava il Suo ritorno. Quando Dio è venuto negli ultimi giorni per compiere l’opera di salvezza, per paura di essere arrestato dal Partito Comunista mio marito ha rifiutato la nuova opera di Dio, e ha assecondato il Partito nel costringermi a smettere di credere. Ho visto che mio marito non era affatto un vero credente in Dio. Era un non credente. La parola di Dio dice: “I credenti e i non credenti non sono compatibili; anzi, sono opposti gli uni agli altri” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Io e lui percorrevamo strade del tutto differenti, quindi non potevo lasciare che mi limitasse.
Dopo di che, mio marito mi ha minacciata col divorzio diverse altre volte per costringermi a smettere di credere in Dio. Ma neanche al pensiero di perdere davvero la mia famiglia potevo sopportare di rinunciare alla fede. All’epoca, pregavo Dio ogni giorno per chiederGli di guidarmi. Un giorno, ho trovato questo passo della Sua parola. “In quanto persone normali che perseguono l’amore per Dio, l’accesso al Regno per diventare parte del popolo di Dio è il vostro vero futuro, e una vita che è del massimo valore e della massima importanza; nessuno è più benedetto di voi. Perché dico questo? Perché coloro che non credono in Dio vivono per la carne e vivono per Satana, ma oggi voi vivete per Dio e vivete per fare la volontà di Dio. Ecco perché dico che la vostra vita è della massima importanza. Solo questo gruppo di persone, che sono state selezionate da Dio, sono in grado di vivere una vita della massima importanza: nessun altro in terra è in grado di vivere una vita di tale valore e significato” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Conoscere la più recente opera di Dio e seguire le Sue orme”). Avevo sempre pensato che avere una famiglia felice e soddisfare i miei bisogni materiali equivalesse alla felicità. Ma era una vita priva di significato. Adesso vedevo chiaramente che l’amore tra marito e moglie esiste solo finché gli interessi di entrambi non vengono lesi. Dice il proverbio: “Marito e moglie sono piccioncini finché le difficoltà non fanno volare ognuno per la sua strada”. In passato, quando lavoravo duramente per la mia famiglia e per mio marito, lui teneva molto a me; invece, ora che credevo in Dio e vedeva i suoi interessi messi a repentaglio, ha cominciato a perseguitarmi e voleva anche divorziare. Questo cosiddetto amore in un matrimonio è in realtà usarsi a vicenda. Quale felicità potrebbe mai esserci in una vita del genere? Ho pensato a come mi controllava negli ultimi mesi e mi proibiva di partecipare alle riunioni, non potevo incontrare i miei fratelli e sorelle, e il mio cuore non era in pace quando leggevo la parola di Dio a casa. Dovevo escogitare dei modi per predicare il Vangelo di nascosto da lui. Non avevo alcuna libertà, ero come legata e soffocata da una corda invisibile; avanti di quel passo, non solo la mia vita ne avrebbe sofferto, ma avrei anche perso la possibilità di acquisire la verità e la salvezza da Dio. Non ne valeva la pena. Allora mi sono resa conto sempre più chiaramente che l’amore coniugale della vita familiare non è la vera felicità. Potevo vivere una vita significativa solo perseguendo la verità e compiendo i doveri di un essere creato. Ho anche ricordato le parole del Signore Gesù: “Chi ama padre o madre più di Me, non è degno di Me; e chi ama figlio o figlia più di Me, non è degno di Me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a Me, non è degno di Me” (Matteo 10:37-38). Ho pensato ai molti santi di tutti i secoli, e a come, per portare a termine l’incarico di Dio, abbandonarono le loro case e viaggiarono oltre gli oceani per predicare il Vangelo, sopportarono la sofferenza e diedero persino la vita. La loro testimonianza fu approvata da Dio. Dio ha predestinato che io nascessi negli ultimi giorni e mi ha scelta per venire a Lui in modo da ottenere la Sua salvezza. È un’opportunità incredibilmente rara, ed è la grazia e l’esaltazione che Dio mi dona. Se non potessi svolgere adeguatamente i miei doveri a causa dei vincoli di mio marito, sarei troppo in debito con Dio, e sarei priva di coscienza! Resami conto di questo, ho giurato che avrei fatto come i santi del passato e avrei abbandonato tutto, avrei seguito Dio, e avrei svolto i doveri di un essere creato.
Una sera, tornata a casa dopo una riunione, ho aperto la porta e ho trovato delle persone ad aspettarmi: i miei colleghi, e gli amici e i parenti di mio marito. Quando mi hanno vista, tutti mi hanno implorata di smettere di credere in Dio. Alcuni hanno detto: “Abbiamo visto in TV che il Partito Comunista ha arrestato molti credenti, resteranno in prigione dieci anni”. Altri invece: “Chi crede in Dio Onnipotente non viene solo incarcerato: c’è chi, dopo l’arresto, è stato storpiato o ucciso in prigione, e anche le loro famiglie hanno sofferto”. Alcuni di loro hanno anche ripetuto le falsità e le dicerie con cui il Partito calunnia la Chiesa, sostenendo che i credenti in Dio abbandonino le loro famiglie. Tutto questo mi ha fatta infuriare. Se non fosse per la persecuzione del PCC, la mia famiglia e i miei amici non mi si opporrebbero. Il Partito Comunista distorce i fatti e diffonde voci inducendo le persone che non conoscono la realtà a opporsi a Dio, e Lui le condanna e, alla fine, le distruggerà insieme al Partito. Il PCC non è altro che il male! Pensando a tutto questo, ho ribattuto: “Se non capite la fede in Dio, non parlatene. Sapete perché insisto nel credere in Dio nonostante questi rischi? Perché il Salvatore è venuto e ha espresso la verità per aiutarci a sfuggire all’influenza di Satana e alla rovina. È un’opportunità incredibilmente rara! Il Partito Comunista non permette alle persone di credere in Dio, opprime e perseguita fercemente chi ha fede in Dio, arresta e imprigiona così tanti credenti. Ci sono così tante persone che non possono tornare a casa, così tante che sono state menomate e picchiate a morte, e tanti cristiani le cui case sono state distrutte. Non è tutta colpa del Partito Comunista? Il Partito Comunista perseguita coloro che hanno fede in Dio, distrugge le loro famiglie, ma poi cambia le carte in tavola e afferma che sono i credenti ad abbandonare le loro famiglie. Non è scambiare il bene col male? Voi vi fidate ciecamente del PCC e volete impedirmi di credere. Non sapete distinguere il bene dal male? Il percorso di fede in Dio è stato una mia scelta. Anche se andrò in prigione, sono determinata a seguire Dio Onnipotente”. Quando hanno visto che non potevano persuadermi, hanno deciso che non restava loro che andarsene. Mio marito mi ha detto impotente: “A quanto pare nessuno può farti cambiare idea, e allora divorziamo. Tu credi in Dio Onnipotente, e il governo reprime sempre più severamente le persone come te. Quando ciò accadrà, non sarai in grado di mantenere il tuo lavoro, e forse neppure la tua vita. Noi invece vogliamo vivere, quindi sembra che non ci sia altra scelta. Il Partito Comunista spinge le persone in angoli senza uscita”. Tutto questo mi ha rattristata, ma sapevo benissimo che era arrivato il momento di fare una scelta. Ho scelto di credere in Dio e di acquisire la verità e la vita, mentre mio marito ha scelto di seguire il Partito Comunista per proteggere il suo lavoro e il suo futuro. Non ci restava che prendere strade diverse. Allora ho pregato Dio: “Dio, a prescindere dal tipo di ambiente in cui mi troverò, Ti seguirò fino alla fine”.
La mattina dopo, io e mio marito siamo andati all’Ufficio degli Affari Civili per espletare le pratiche di divorzio, ponendo fine a dodici anni di matrimonio. Da allora, ho potuto svolgere normalmente i miei doveri nella Chiesa e mi sono sentita profondamente in pace. Penso si possa vivere una vita significativa solo svolgendo i doveri di un essere creato.
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