Dobbiamo vivere secondo le virtù tradizionali?
Quando frequentavo le elementari, un testo mi ha colpita profondamente: la storia di Kong Rong che regalava pere. Kong Rong diede le pere più grandi ai suoi fratelli maggiori e minori mentre tenne le più piccole per sé, e suo padre lo elogiò. La sua storia è narrata nel Classico dei Tre Personaggi. All’epoca, lo ritenevo di carattere eccellente, e volevo essere anch’io una bambina di quel tipo. Così, fin dall’infanzia, se c’erano cose particolarmente appetitose o divertenti, sebbene le desiderassi, imitavo Kong Rong, le donavo alle mie sorelle maggiori e minori, e non lottavo mai per averle. Piacevo molto alle mie sorelle per questo, mentre gli anziani mi lodavano ancora di più e dicevano agli altri bambini di imparare da me. Questo mi ha ancor più convinta che fosse il tipo di umanità che le persone dovrebbero possedere. Dopo aver iniziato a credere in Dio, mi relazionavo con fratelli e sorelle nello stesso modo. Sia nel dovere che nella vita, non lottavo mai per nulla. In ogni cosa, mettevo sempre gli altri al primo posto. Per questo motivo, ero gradita ai miei fratelli e sorelle, e tutti dicevano che era facile andare d’accordo con me, che non ero egoista e avevo riguardo per gli altri. Ero molto orgogliosa del mio comportamento, e ho sempre pensato di avere una buona umanità. Poi, dopo essere stata smascherata da certi ambienti, ho finalmente compreso la mia visione fallace delle cose.
Nel gennaio di quest’anno, per esigenze del lavoro di evangelizzazione, servivano molti nuovi predicatori e irrigatori, quindi mi è stato richiesto di cercare e formare costantemente gli irrigatori. A volte, quando trovavo fratelli e sorelle adatti all’irrigazione, il personale del Vangelo li raggiungeva prima di me. Questo mi rendeva scontenta, ma ero troppo in imbarazzo per dirlo, perché pensavo che tutti mi avrebbero ritenuta egoista. Così, ho escogitato un metodo. Ho deliberatamente scritto al diacono dell’irrigazione, dicendogli che le persone adatte all’irrigazione venivano portate via dai lavoratori del Vangelo. Di conseguenza, il diacono ha sviluppato dei pregiudizi nei confronti dei lavoratori del Vangelo e tra loro è divenuta impossibile una cooperazione armoniosa. Una leader superiore lo ha saputo e mi ha trattata severamente e mi ha smascherata per aver seminato discordia e intralciato il lavoro della chiesa. Essere potata e trattata mi ha resa triste, ma non ho riflettuto né ho conosciuto me stessa.
Poi, un giorno, ho sentito dire che una sorella di nome Lyse aveva buona levatura e comprensione, quindi era molto adatta al lavoro di irrigazione. Ho chiesto alla leader della chiesa di trasferire quella sorella a irrigare i neofiti. Ma, in seguito, c’è stato urgente bisogno di personale per predicare il Vangelo, e la leader della chiesa ha assegnato Lyse a quel ruolo. Quando l’ho saputo, ne ero molto addolorata e volevo parlarne con la leader della chiesa, ma ho pensato che, se l’avessi fatto, i miei fratelli mi avrebbero sicuramente ritenuta egoista e amante della competizione. Mi sono detta: “No, non lo posso fare. Se evito di farlo, sembrerò generosa e disponibile”. Così, ho represso il mio risentimento, e ho ipocritamente detto di essere felice per Lyse e che sia l’irrigazione sia il lavoro di evangelizzazione erano lavori della casa di Dio. Tempo dopo, ho sentito la leader della chiesa dire: “Fratello Jerome ha buona levatura e condivide bene sulla verità per risolvere i problemi”. Volevo incaricare quel fratello di irrigare i nuovi arrivati ma, inaspettatamente, la leader della chiesa ha detto che lo aveva già assegnato al lavoro evangelico. Non potevo più sopportarlo. L’altra volta aveva chiesto a sorella Lyse di predicare il Vangelo. Perché ora vi assegnava anche fratello Jerome? Avevamo un disperato bisogno di irrigatori. Così, ne ho parlato con lei. Dopo avermi ascoltata, mi ha detto: “Dato che c’è più bisogno di lui per l’irrigazione, lascerò fratello Jerome a te”. Ma la leader ormai lo aveva assegnato al lavoro del Vangelo; quindi, se avessi insistito per averlo, temevo di apparire egoista, una persona che insisteva nel prendersi i membri validi. Così, ho deciso di lasciargli predicare il Vangelo, per dimostrare di possedere buona umanità, altruismo e riguardo verso gli altri. Nel gruppo, ho scritto che Jerome sarebbe stato un buon lavoratore del Vangelo e ho inviato una serie di emoji sorridenti in segno di esultanza. In realtà, era una finzione. Ero di pessimo umore e colma di lamentele. Come poteva la leader pensare che solo il lavoro di evangelizzazione avesse bisogno di buon personale? Non vedeva le nostre reali difficoltà. Più riflettevo, più mi sentivo afflitta.
Qualche giorno dopo, mi si è presentato un altro ambiente. La leader ci ha chiesto un resoconto sul personale coltivato di recente. Ho constatato che i lavoratori del Vangelo coltivavano più persone di noi irrigatori, e non sopportavo neanche questo. La mente mi si è colmata di malcontento e lamentele. Non mi aspettavo che coltivassero così tante persone. Avevo persino permesso loro di tenersi Lyse e Jerome. Era davvero ingiusto. Ora c’erano più lavoratori del Vangelo che addetti all’irrigazione. Pensando all’enorme numero di futuri neofiti e a quanto poco personale avevamo per irrigarli, sentivo un’enorme pressione e un pregiudizio nei confronti della mia leader. Mi sembrava che pensasse solo all’evangelizzazione e che nessuno considerasse l’irrigazione. Più ci pensavo, più mi sentivo triste e non potevo fare a meno di starmene seduta a piangere. Guardando il diacono del Vangelo e la leader della chiesa parlare con entusiasmo dei nuovi arrivati nel gruppo, mi sentivo un’estranea, ed ero così demoralizzata da voler addirittura lasciare il gruppo. Quel giorno ero così infelice che non sono riuscita a pranzare. Ero sola e in lacrime, distesa sul letto; se avessi continuato così, mi sarei ammalata. Una sorella di mia conoscenza ha notato il mio stato; mi ha detto che non parlavo direttamente e che simulavo, per indurre gli altri a ritenermi umile e ad ammirarmi. Dopo il richiamo di quella sorella, ho finalmente iniziato a riflettere su me stessa.
Nella parola di Dio, ho letto: “Sapete chi sono veramente i farisei? Ci sono dei farisei intorno a voi? Perché queste persone sono chiamate ‘farisei’? Come si descrivono i farisei? Sono persone ipocrite, completamente false, e che mettono su una recita in tutto ciò che fanno. Che tipo di recita mettono su? Fingono di essere buone, gentili e positive. È così che sono in realtà? Assolutamente no. Dato che sono ipocrite, tutto ciò che si manifesta e si rivela in loro è falso; è tutta finzione, non è il loro vero volto. Dov’è celato il loro vero volto? Nel profondo dei loro cuori, costantemente invisibile agli altri. Tutto ciò che manifestano all’esterno è una recita, è tutto falso, ma possono ingannare solo le persone; non sono in grado di ingannare Dio. […] Agli occhi degli altri, persone di questo tipo sembrano molto devote e umili, ma ciò in realtà è falso; sembrano tolleranti, pazienti e amorevoli, ma in realtà è una messinscena; dichiarano di amare Dio, ma in realtà è una recita. Gli altri sono convinti che tali persone siano sante, ma in realtà fingono. Dove è possibile trovare qualcuno che sia veramente santo? La santità dell’uomo è tutta una farsa. È tutta una recita, una finzione. Esteriormente sembrano fedeli a Dio, ma in realtà stanno solo recitando per farsi vedere dagli altri. Quando nessuno guarda, non sono minimamente leali, e tutto ciò che fanno è superficiale. Apparentemente, si sacrificano per Dio e hanno rinunciato alla famiglia e alla carriera. Ma cosa stanno facendo in segreto? Conducono la loro impresa personale e gestiscono la loro personale operazione all’interno della chiesa, approfittando della chiesa e rubando le offerte di nascosto con il pretesto di star lavorando per Dio… Queste persone sono i moderni, ipocriti farisei” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). “Se ciò che persegui è la verità, e ciò che pratichi è la verità, e la base del tuo parlare e agire sono le parole di Dio, allora gli altri trarranno beneficio e guadagno dal tuo parlare e agire fondato sui principi. Non sarebbe un beneficio sia per te che per loro? Se, vivendo limitati dalla mentalità della cultura tradizionale, sia tu che gli altri simulate, e tu offri gentilezze affettate mentre loro fanno mille complimenti, ciascuno simulando per l’altro, allora né tu né loro vi comportate bene. Sia tu che gli altri siete complimentosi e vi impegnate in convenevoli per tutto il giorno, senza pronunciare una sola parola di verità, attuando nella vita solamente il buon comportamento promosso dalla cultura tradizionale. Sebbene tale comportamento sia convenzionale visto dall’esterno, è tutta ipocrisia, un comportamento che abbindola e raggira gli altri, che irretisce e inganna le persone, senza che una sola parola sincera venga proferita. Se stringi amicizia con una persona del genere, alla fine sei destinato a essere irretito e ingannato. Non c’è nulla che possa edificarti nel suo buon comportamento. Può insegnarti solo falsità e inganno: tu inganni lei, lei inganna te. Quello che proverai, in definitiva, sarà un estremo svilimento della tua integrità e dignità, che non potrai fare altro che sopportare. Dovrai continuare a porti con garbo affettato, con educata cortesia, senza cavillare con gli altri o pretendere troppo da loro. Dovrai continuare a essere paziente e tollerante, simulando disinvoltura e una magnanimità di larghe vedute esibendo un sorriso smagliante. Quanti anni di duro allenamento occorreranno per raggiungere questa condizione? Se chiedi a te stesso di vivere davanti agli altri in questo modo, la tua vita non ti sfinirà? Fingere di avere tanto amore, sapendo bene di non averlo: una tale ipocrisia non è cosa facile! Ti sentirai sempre più stanco di comportarti in questo modo come persona; nella prossima vita preferirai rinascere mucca o cavallo, maiale o cane, piuttosto che essere umano. Tutto ciò è troppo falso e malvagio per te” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cos’è la ricerca della verità (3)”). Dio ha rivelato che le persone vivono nell’ipocrisia basata su idee culturali tradizionali, e questo causa solo dolore, depressione e isolamento. Ero profondamente scossa, perché quelle idee mi avevano danneggiata a fondo. Soprattutto quando ho letto: “Fingere di avere tanto amore, sapendo bene di non averlo: una tale ipocrisia non è cosa facile!” Mi sono vergognata molto. Quelle parole mi descrivevano. Ovviamente non ero molto generosa, ma dovevo fingere di esserlo, così come fingevo di considerare il lavoro della chiesa anche quando non era così. Quando a Lyse e Jerome è stato chiesto di predicare il Vangelo, ero chiaramente scontenta, ma ho forzato un sorriso, e ho persino inviato un messaggio in cui esprimevo la mia felicità per loro. Quanta falsità e finzione! La parola di Dio rivela che i farisei erano ipocriti e simulavano sempre. Esteriormente, avevano una buona umanità, erano tolleranti, umili e devoti, ma in realtà usavano quel metodo per ingannare e irretire le persone, per proteggere il loro prestigio e la loro posizione. La loro essenza era di odio verso la verità e Dio, per questo il Signore Gesù li condannò come serpenti e li maledisse. Riflettere su queste cose mi ha spaventata. Ero ipocrita proprio come i farisei. Nella questione dell’assegnazione del personale, avevo dimostrato di non voler competere, volendo ottenere in cambio la stima altrui. Dichiaravo di agire solo negli interessi della chiesa, ma in realtà consideravo la mia immagine. Temevo che i lavoratori del Vangelo mi ritenessero egoista e di scarsa umanità, disinteressata al lavoro della chiesa, quindi dovevo trattenermi. Esteriormente, sembravo generosa e magnanima, ma ero colma di dolore e di grande risentimento, e nutrivo persino un pregiudizio nei confronti della leader e del diacono del Vangelo. Tuttavia, tenevo ben nascosti quei pensieri, per convincere i miei fratelli che avessi una buona umanità e fossi capace di sostenere il lavoro della chiesa. Ho riflettuto sulle mie intenzioni e manifestazioni, e il mio comportamento mi ha disgustata. Ho ingannato e attirato le persone con buone azioni esteriori, mi sono creata un’immagine, e Dio trovava disgustosa e odiosa ogni mia parola e azione.
In seguito, ho ascoltato più volte la comunione di Dio che analizzava la cultura e la virtù tradizionali, e ho iniziato a riflettere. Che tipo di idee culturali tradizionali mi controllavano, portandomi a vivere in modo così ipocrita e doloroso? Ho letto alcune parole di Dio. “Nella cultura tradizionale, si narra la storia di Kong Rong, che rinunciò alle pere più grandi. Cosa ne pensate: chi non sa comportarsi come Kong Rong non è una brava persona? La gente una volta credeva che chiunque sapesse comportarsi come Kong Rong fosse integerrimo e nobile di carattere, altruista in modo disinteressato; insomma, una brava persona. Il Kong Rong della storia tradizionale è un modello di comportamento che tutti hanno seguito? È un personaggio che occupa di certo un posto nel cuore delle persone? (Sì.) Non è il suo nome a occupare un posto nel cuore delle persone, ma i suoi pensieri e le sue pratiche, la sua moralità e il suo comportamento. La gente stima queste pratiche e le approva, e ammira interiormente la virtù di Kong Rong” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cos’è la ricerca della verità (10)”). “Gli intellettuali sono profondamente influenzati dalla cultura tradizionale. Non si limitano ad accettarla: accolgono molti pensieri e punti di vista della cultura tradizionale nel profondo del loro cuore, dove li trattano come cose positive. Prendono persino alcuni detti famosi come massime. Facendo così, si sono smarriti nella vita. La cultura tradizionale è incarnata dagli insegnamenti del confucianesimo, che contengono un insieme di ideologie e teorie che promuovono principalmente la morale e la cultura tradizionali. Nel corso delle dinastie, questi insegnamenti sono stati tenuti in grande considerazione dalle classi dirigenti, che veneravano Confucio e Mencio come saggi. Secondo gli insegnamenti del confucianesimo, una persona deve fare in modo di sostenere la benevolenza, la giustizia, la cortesia, la saggezza e la sincerità, il che significa che deve imparare a restare prima di tutto calma e serena quando accade qualcosa, a essere indulgente, a dire bene ciò che ha da dire, a non competere né lottare, e a essere cortese, al fine di ottenere il rispetto degli altri: solo il comportamento di una persona del genere può definirsi esemplare. Una persona di questo tipo si pone al di sopra della gente comune; ai suoi occhi, tutti gli altri sono da assecondare e tollerare. L’‘effetto’ della conoscenza è davvero enorme! Queste persone non sembrano forse molto ipocrite? Con una sufficiente dose di conoscenza, le persone diventano ipocrite. L’espressione che inquadra questo gruppo di accademici colti e raffinati è ‘eleganza erudita’. […] Si sono impegnati a studiare e a imitare i modi raffinati che hanno adottato quei loro gentiluomini. Che tono usano quando parlano tra loro, quando discutono? Adottano espressioni molto pacate, parole raffinate e sottili, ed esprimono solamente la loro opinione personale. Non diranno che l’opinione di un’altra persona è sbagliata, neanche se sanno che lo è; in questo modo, nessuno ferisce nessuno. E i loro discorsi sono così gentili, è come l’effetto che si ha quando il cotone sfiora il cotone: convenevoli indolori che nauseano chi li ascolta, suscitando in lui nervosismo e rabbia. Queste persone sono davvero pretenziose. Applicano le loro pretese anche alla più piccola cosa, confezionandola con cura, senza chiamarla mai col suo vero nome. Quando si trovano di fronte alla gente comune, che tipo di atteggiamento vogliono mostrare? Che tipo di immagine vogliono proiettare? Cercano di apparire alla gente comune come umili gentiluomini. I gentiluomini sono una spanna sopra tutti gli altri, sono persone da ammirare. Le persone pensano che le opinioni di questi intellettuali valgano più di quelle della gente comune e che essi capiscano meglio le cose, quindi li consultano in merito a tutti i propri affari. Questo è il genere di risultato che gli intellettuali desiderano ottenere. Desiderano tutti essere venerati come saggi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte prima”). La parola di Dio descriveva con precisione il mio problema. Perché consideravo quelle buone azioni ipocrite come cose positive da emulare? Perché ero influenzata dall’idea culturale tradizionale di Kong Rong che regalava pere. Avevo vissuto secondo quell’idea fin da piccola. Per dimostrare di essere una brava bambina, donavo molti dei miei giocattoli e delle mie merendine preferiti alle mie sorelle. Anche una volta cresciuta, sono rimasta umile e generosa in ogni cosa. Pur facendolo con riluttanza, pensavo che solo così avrei dimostrato di avere una buona umanità e di comprendere le buone maniere, e che fosse l’unico modo per ottenere il rispetto degli altri, così sopportavo controvoglia. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho continuato a praticare questa nozione tradizionale come verità. In quei due casi di assegnazione del personale, sono stata tollerante. C’era un’evidente carenza di addetti all’irrigazione, ma io ho indossato una maschera di altruistica devozione e ho permesso a due persone adatte all’irrigazione di predicare il Vangelo. Questo mi ha fatta apparire molto nobile e generosa, ma in realtà ero così negativa che ho pianto più volte in segreto per la mancanza di personale. Ho sviluppato un pregiudizio nei confronti della leader, e alla fine il lavoro di irrigazione ne ha risentito. Che senso aveva “donare” in quel modo? Per tutelare la mia immagine, ho assunto un atteggiamento nobile come Kong Rong, e non mi importava se il lavoro della chiesa ne risentiva. Ero un’autentica ipocrita. Se davvero avessi tenuto al lavoro della chiesa, avrei valutato il nostro bisogno di personale in base alle reali esigenze dell’irrigazione, ma per tutelare la mia immagine non ho affatto seguito i principi. Anche quando il lavoro di irrigazione risentiva della mancanza di personale, ho continuato generosamente a lasciar andare le persone. Mi sono guadagnata la lode degli altri al prezzo di ritardare il lavoro di irrigazione. Non c’è da stupirsi che Dio definisca ipocrita chi agisce così. Il mio comportamento era davvero falso.
In seguito, ho letto delle parole di Dio davvero toccanti. Dio Onnipotente dice: “Dovete sapere chiaramente che qualsiasi tipo di affermazione in merito alla virtù non è la verità, né tanto meno può sostituirsi a essa. Non si tratta nemmeno di cose positive. Si può dire con certezza che queste affermazioni in merito alla virtù sono falsità eretiche con cui Satana raggira le persone. Non sono di per sé la realtà della verità che le persone dovrebbero possedere, né sono cose positive che l’umanità normale dovrebbe vivere. Queste affermazioni in merito alla virtù sono contraffazioni, finzioni, falsificazioni e raggiri: sono comportamenti artificiosi e non hanno affatto origine nella coscienza e nella ragione dell’uomo o nel suo pensiero normale. Pertanto, tutte le affermazioni della cultura tradizionale in merito alla virtù sono eresie e fallacie insensate e assurde. Con queste poche condivisioni, le affermazioni di Satana in merito alla virtù sono state oggi interamente condannate a morte. Se non sono nemmeno cose positive, come mai la gente le accetta? Come si può vivere secondo queste idee e opinioni? Il motivo è che queste affermazioni in merito alla virtù si conformano davvero bene alle nozioni e alle fantasie delle persone. Suscitano ammirazione e approvazione, così le persone accettano queste affermazioni in merito alla virtù nei loro cuori e, sebbene non sappiano metterle in pratica, interiormente le abbracciano e le venerano entusiasticamente. Pertanto, Satana si serve di varie affermazioni in merito alla virtù per raggirare le persone, per controllare i loro cuori e il loro comportamento, poiché in cuor loro le persone venerano e credono ciecamente in ogni tipo di affermazione in merito alla virtù e vorrebbero usare queste affermazioni per simulare maggiore dignità, nobiltà e gentilezza, raggiungendo così il loro obiettivo di essere altamente apprezzate e lodate. Tutte le varie affermazioni in merito alla virtù, in breve, richiedono alle persone di dimostrare un qualche comportamento o qualità umana nell’ambito della virtù. Questi comportamenti e queste qualità umane sembrano molto nobili e sono rispettati, per cui tutte le persone, in cuor loro, aspirano a ottenerli. Ma ciò che non hanno considerato è che queste affermazioni in merito alla virtù non sono affatto i principi di comportamento che una persona normale dovrebbe seguire; al contrario, sono una varietà di comportamenti ipocriti che si possono simulare. Sono deviazioni dai criteri della coscienza e della ragione, deviazioni dalla volontà dell’umanità normale. Satana si serve di false e pretestuose affermazioni in merito alla virtù per raggirare le persone, per far sì che venerino lui e i cosiddetti saggi ipocriti, inducendole così a considerare la normale umanità e i criteri per il comportamento umano come cose ordinarie, semplici e persino umili. La gente disprezza queste cose e le disdegna. Questo perché le pretese di virtù sostenute da Satana sono così piacevoli alla vista e così in linea con le nozioni e le fantasie dell’uomo. Il fatto, però, è che nessuna affermazione in merito alla virtù, qualunque essa sia, è un principio che le persone dovrebbero seguire nel loro comportamento o nei loro rapporti con il mondo. Pensateci bene: non è forse così? In sostanza, le affermazioni in merito alla virtù non sono altro che richieste fatte alle persone di vivere superficialmente una vita più dignitosa e nobile, che permetta loro di essere venerate e adorate dagli altri anziché essere disprezzate. L’essenza di queste affermazioni mostra che non sono altro che richieste fatte alle persone di dimostrare virtù attraverso un buon comportamento, nascondendo e moderando in tal modo le ambizioni e i desideri smodati dell’umanità corrotta, celando la natura e l’essenza malvagie e odiose dell’uomo. Il loro scopo è quello di valorizzare la personalità di qualcuno attraverso comportamenti e pratiche superficialmente buoni, di migliorare l’immagine che gli altri hanno di lui e la stima che il mondo intero prova per lui. Questi punti dimostrano che le affermazioni virtuose servono a nascondere con comportamenti e pratiche superficiali le opinioni e i pensieri intimi dell’uomo, il suo volto odioso, e la sua natura ed essenza. È possibile riuscire a nascondere queste cose? Il tentativo di nasconderle non le rende forse ancora più evidenti? Ma a Satana questo non interessa. Il suo scopo è nascondere l’orribile volto dell’umanità corrotta e la verità della corruzione dell’uomo. Pertanto, Satana fa sì che le persone adottino le manifestazioni comportamentali della virtù per camuffare sé stesse, il che significa che usa le regole e i comportamenti virtuosi per confezionare un’immagine gradevole dell’esteriorità dell’uomo, valorizzando le qualità umane e la personalità di qualcuno in modo che possa essere stimato e lodato dagli altri. In sostanza, queste affermazioni in merito alla virtù determinano se una persona sia virtuosa o spregevole in base al suo comportamento” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cos’è la ricerca della verità (10)”). Solo dopo aver letto le parole di Dio ho capito che avevo sempre avuto una visione fallace, che consideravo le virtù della cultura tradizionale come un criterio per valutare se una persona avesse buona o cattiva umanità. Ho erroneamente considerato la virtù come verità, convinta che chi ha virtù abbia buona umanità. In realtà, la virtù non è il principio di vita che le persone dovrebbero seguire. È un atto di ipocrisia, e in sostanza è un metodo che Satana usa per ingannare e corrompere le persone. Satana usa la cultura tradizionale per inculcare agli uomini norme morali da seguire, in modo che essi usino le buone azioni esteriori per simulare e nascondere la loro corruzione interiore e indurre gli altri a stimarli; di conseguenza, le persone diventano sempre più ipocrite e ingannevoli. Ho visto che anch’io ero così. Consideravo le virtù della cultura tradizionale come criterio per le mie azioni. Apparentemente, non ero competitiva e andavo d’accordo con tutti, ma in realtà mi costringevo a compiere buone azioni per fare buona impressione sugli altri e per difendere la mia immagine nei loro cuori, dichiarando però di farlo per il lavoro della chiesa. Ero così ingannevole!
Poi, ho letto nella parola di Dio: “Una persona intelligente e saggia dovrebbe analizzare con tempestività i vari comportamenti e le richieste che derivano dai principi di benevolenza, giustizia, cortesia, saggezza e sincerità della cultura tradizionale. Cerca di capire quale di essi ti sta più a cuore, qual è quello che osservi sempre, quello che è la tua base e la tua linea guida costante nel tuo modo di considerare persone ed eventi, di comportarti e di agire. A quel punto, dovresti paragonare ciò che osservi alle parole e ai requisiti di Dio e vedere se queste cose della cultura tradizionale sono contraddittorie e in contrasto con le verità che Dio esprime. Se davvero rilevi un problema, devi subito analizzare dov’è esattamente che la cultura tradizionale è errata e assurda. Quando avrai chiarito tali questioni, saprai cosa è verità e cosa è falsità. Avrai un cammino di pratica e sceglierai il sentiero da percorrere. Cerca la verità in questo modo e sarai in grado di correggere i tuoi modi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cos’è la ricerca della verità (5)”). Dalla parola di Dio, ho capito che, se non si vuole vivere secondo queste idee tradizionali, per prima cosa bisogna discernerle e analizzarle, e scoprire in cosa sono sbagliate, perché sono assurde, come violano la verità e quali conseguenze comporta vivere basandosi su di esse. Solo quando si ottiene chiarezza si è in grado di abbandonarle e di accettare la verità. Ho iniziato a chiedermi: il “donare” di Kong Rong che regalava pere è conforme ai principi della verità? Questo “donare” è uno dei requisiti che Dio ha per l’umanità normale? Coloro che tollerano tutto sono davvero delle brave persone? La mia cieca tolleranza aveva causato una grave carenza di addetti all’irrigazione. Per mostrare generosità e tolleranza in ogni cosa, ho detto molte bugie ipocrite. Essere educata con queste idee tradizionali, invece di rendermi una brava persona, mi aveva resa ipocrita e ingannevole. Quando ho ottenuto l’alta considerazione degli altri, non ne ero felice, anzi, sono diventata sempre più depressa e scontenta. Ecco quali amari frutti mi ha portato l’adorazione della cultura tradizionale. Se Dio non avesse rivelato l’essenza della cultura tradizionale, sarei rimasta cieca per tutta la vita. Non potevo smettere di ringraziare Dio per aver espresso la verità e analizzato le idee tradizionali, per avermi permesso di aprire gli occhi.
In seguito, ho pensato: “La virtù di Kong Rong del regalare pere era solo un comportamento esteriore, e non significa che avesse una buona umanità: che cos’è davvero la buona umanità?” Nella parola di Dio, ho letto: “Deve esserci un criterio per avere una buona umanità. Non comporta che una persona intraprenda la via della moderazione, non aderisca ai principi, si sforzi di non offendere nessuno, cerchi di ingraziarsi tutti, sia melliflua e untuosa con chiunque incontri e faccia sì che ognuno parli bene di lei. Non è questo il criterio. Allora qual è il criterio? È avere principi e assumersi la responsabilità nel proprio modo di trattare Dio, la verità, l’adempimento del dovere e ogni tipo di persone, eventi e cose. Questo è ben visibile a tutti; ognuno lo ha chiaro nel proprio cuore. Inoltre Dio esamina il cuore degli esseri umani e ne conosce la situazione, uno per uno; chiunque una persona sia, non può imbrogliare Dio. Alcuni si vantano sempre di possedere una buona umanità, non parlano mai male degli altri, non danneggiano mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nel compiere il loro dovere nella casa di Dio, sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non riescono mai ad accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malvagie commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità. Non prestare attenzione a ciò che dice una tale persona; devi vedere che cosa vive, cosa rivela e qual è il suo atteggiamento quando adempie il suo dovere, nonché qual è la sua condizione interna e cosa ama. Se il suo amore per la fama e la fortuna supera la lealtà verso Dio, supera gli interessi della casa di Dio o supera la considerazione che tale persona dimostra nei confronti di Dio, allora una persona simile è forse dotata di umanità? Non è una persona dotata di umanità. Il suo comportamento può essere osservato dagli altri e da Dio. È molto difficile che una persona del genere acquisisca la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dalla parola di Dio, ho capito che una persona realmente dotata di buona umanità ama la verità e le cose positive, è responsabile nei suoi doveri, si attiene ai principi della verità e sostiene il lavoro della chiesa. Coloro che esteriormente non offendono nessuno, tollerano ciecamente e senza principi, e preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, anche se esteriormente hanno un buon carattere, nei loro doveri cercano sempre di proteggere i propri interessi, non praticano mai la verità e non tengono mai conto del lavoro della chiesa. Queste persone non hanno una buona umanità. Non volevo più vivere secondo la cultura tradizionale e fingermi una brava persona. Volevo vivere una sembianza umana in linea con i requisiti di Dio.
Leggendo la parola di Dio, ho trovato un cammino di pratica. “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per entrare nella vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza inganni né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti esaminerà, ma anche gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non devi usare alcun metodo per proteggere la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né devi coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci a lasciar andare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza catene né dolore, interamente nella luce” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo coloro che si sottomettono veramente a Dio hanno un cuore che Lo teme”). Dalla parola di Dio, ho capito che non dovevo simulare per fornire agli altri un’immagine falsa. Al contrario, dovevo essere sincera, semplice e diretta, e aprirmi e fare comunione riguardo ai miei problemi, in modo che i miei fratelli e sorelle potessero aiutarmi meglio. Quando non l’ho fatto, quando ho tollerato ciecamente le cose e ho simulato, tutti hanno creduto che non ci fosse carenza di irrigatori e pensato che il lavoro stesse andando bene, ma in realtà io soffrivo e il lavoro della chiesa ne veniva danneggiato. Così, ho praticato consapevolmente in linea con la parola di Dio e ho comunicato chiaramente con i miei fratelli e sorelle. In seguito, tutti hanno messo a disposizione del personale per il lavoro di irrigazione. Questo mi ha fatto capire quanto sia facile e piacevole praticare in linea con la parola di Dio. Vivendo secondo la cultura tradizionale, ci corrompiamo sempre di più, diventiamo via via più falsi e ingannevoli e sempre più infelici. Solo praticare la verità ci permette di vivere una sembianza umana, di diventare davvero delle brave persone, e di sperimentare pace e gioia autentiche! Lode a Dio!
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