Cos'è la redenzione? Conosci il vero significato di redenzione del Signore Gesù?
La menzione della “redenzione compiuta da Gesù” ci riempie sempre di gratitudine nei confronti del Signore. Duemila anni fa, per riscattarci dalle mani di Satana, il Signore Gesù fu crocifisso e Si sacrificò per i peccati dell’umanità, perdonando in tal modo tutti i nostri peccati. Quando pecchiamo, purché ci pentiamo e confessiamo i nostri peccati al Signore, essi sono perdonati e noi godiamo di pace e gioia. Ma, di recente, alcuni fratelli e sorelle sono rimasti confusi: sebbene i nostri peccati siano perdonati dal Signore, non siamo mai riusciti a sfuggire alla schiavitù del peccato, spesso mentiamo e inganniamo, continuiamo a peccare e a confessarci in un circolo vizioso, e non riusciamo a osservare gli insegnamenti del Signore. La Bibbia ci dice chiaramente: “Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati” (Ebrei 10:26). Sappiamo indubbiamente che possiamo peccare involontariamente, nonostante siamo consci del fatto che le nostre azioni vanno contro la volontà di Dio e che, se ci pentiamo senza cambiare, il sacrificio per i nostri peccati è inutile. In questo modo, possiamo davvero essere rapiti direttamente nel Regno dei Cieli al ritorno del Signore? Tuttavia, altri fratelli e sorelle credono che, sebbene pecchiamo spesso, il Signore ha già perdonato i nostri peccati e non ci considera più come peccatori e, al Suo ritorno, saremo rapiti nel Regno dei Cieli! Saremo dunque rapiti nel Regno dei Cieli? Approfondiamo insieme l’argomento.
Fratelli e sorelle, prima di tutto dobbiamo sapere che è vero che il Signore Gesù ha perdonato i nostri peccati, ma Egli ha forse detto: “Se le persone sono state perdonate, possono entrare nel Regno dei Cieli?”. Lo Spirito Santo ne ha dato prova? In caso contrario, questa visione non è in armonia con la verità né nella mente di Dio, ma è frutto dell’immaginazione umana. La Bibbia ci rivela che Jahvè disse: “Siate dunque santi, perché io son santo” (Levitico 11:45). Il Signore Gesù disse: “In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Or lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figliuolo vi dimora per sempre” (Giovanni 8:34-35). Dio è santo e giusto, e non permette che nel Suo Regno siano presenti persone contaminate e corrotte, per cui Egli esige che sfuggiamo al peccato e diventiamo puri. Soltanto dopo essere stati purificati possiamo entrare nel Regno dei Cieli. Com’è possibile che persone come noi, che peccano e si oppongono a Dio costantemente, entrino nel Regno dei Cieli?
A questo punto, forse alcuni fratelli e sorelle chiederanno: il Signore Gesù ha perdonato i nostri peccati e non ci considera più come peccatori, ma se non possiamo entrare nel Regno dei Cieli, qual è il significato dell’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù? Le parole di Dio al riguardo rispondono alla domanda con molta chiarezza. Diamo uno sguardo: “All’epoca, l’opera di Gesù era finalizzata alla redenzione di tutta l’umanità. I peccati di tutti coloro che credevano in Lui venivano perdonati; bastava credere in Lui perché Egli ti redimesse; ovvero, se credevi in Lui, non eri più un peccatore, venivi liberato dai tuoi peccati. Questo è ciò che significava essere salvati ed essere giustificati dalla fede. Eppure, in coloro che credevano permaneva ancora ciò che era ribelle e contrario a Dio e che doveva lentamente essere rimosso. La salvezza, infatti, non significava che l’uomo fosse stato completamente guadagnato da Gesù, bensì che l’uomo non si trovava più sotto il dominio del peccato, ossia che gli erano stati perdonati i peccati. Bastava che tu credessi per non essere più schiavo del peccato” (“La visione dell’opera di Dio (2)”). “Prima che l’uomo fosse redento erano già stati insinuati in lui molti dei veleni di Satana e, dopo millenni di corruzione satanica, in lui si è consolidata una natura che resiste a Dio. Pertanto, quando è stato redento, non è stato altro che un caso di redenzione dell’uomo pagata a caro prezzo, ma senza che la natura velenosa che alberga in lui sia stata eliminata. L’uomo contaminato a quel modo deve subire un cambiamento prima di diventare degno di servire Dio. […] Per quanto l’uomo possa essere stato redento e perdonato per i suoi peccati, si può solo ritenere che Dio non Si sia ricordato le trasgressioni dell’uomo e non lo abbia trattato in base ad esse. Tuttavia, quando l’uomo, il quale vive in un corpo fatto di carne, non è stato liberato dal peccato, può solo continuare a peccare, rivelando all’infinito la sua indole satanica corrotta. Questa è la vita che conduce, un ciclo infinito di peccato e perdono. La maggior parte degli uomini non fa che peccare durante il giorno per confessarsi la sera. In questo modo, anche se il sacrificio per il peccato è eternamente efficace per l’uomo, non sarà in grado di salvarlo dal peccato. Solo metà dell’opera di salvezza è stata portata a termine, poiché l’uomo ha ancora un’indole corrotta” (“Il mistero dell’incarnazione (4)”).
Questi due brani della parola di Dio chiariscono molto bene i risultati dell’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù. Nell’Età della Grazia, tale opera perdonò i peccati che noi avevamo commesso, ma questi si riferiscono fondamentalmente alle violazioni delle leggi e dei comandamenti di Dio. Noi accettammo la redenzione compiuta dal Signore Gesù ed Egli non ci considerò più come peccatori. Se peccavamo, potevamo semplicemente pregare nel nome del Signore Gesù, confessarci e pentirci di fronte al Signore e i nostri peccati sarebbero stati perdonati, e non saremmo più stati condannati o puniti dalla legge. Questo è il vero significato dell’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù. Ma Egli Si limitò a perdonare i nostri peccati. Non perdonò le nostre indoli sataniche, come l’arroganza, l’egoismo, l’inganno e la malvagità. È qualcosa di più profondo e di più corrotto del peccato. Mentre la nostra indole satanica di resistenza a Dio resta irrisolta, siamo ancora capaci di peccare contro Dio e di commettere persino peccati più grandi della violazione della legge. Quando predichiamo e operiamo, per esempio, spesso ne facciamo bella mostra e diciamo ai fratelli e alle sorelle quanto abbiamo sofferto e pagato per il Signore per fare in modo che essi ci venerino, ci ammirino e per averli ai nostri piedi. O, proprio quando serviamo il Signore con i nostri compagni d’opera, litighiamo, lottiamo e diventiamo invidiosi degli altri per la fama, il successo, il prestigio, e arriviamo ad attaccarli e a escluderli. Oppure, quando siamo malati, o quando le nostre famiglie sono in pericolo o le cose non vanno secondo i nostri piani o come dovrebbero, riusciamo a ribellarci a Dio e a opporci a Lui e addirittura Lo rinneghiamo e Lo tradiamo. Sebbene crediamo in Lui e Lo seguiamo di nome, quando incontriamo delle difficoltà non cerchiamo risposte nella parola del Signore né seguiamo le Sue prescrizioni, ma invece ascoltiamo le persone e obbediamo loro, e non abbiamo posto per Dio nel nostro cuore. Facciamo molte cose del genere. Le persone come noi sono solo state redente dal Signore Gesù, ma la nostra natura satanica è ancora ben radicata dentro di noi. Come potrebbero coloro che non sfuggono mai al peccato essere qualificati per venire rapiti direttamente dal Signore ed entrare nel Regno dei Cieli? Possiamo vedere che l’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù perdona i nostri peccati, ma noi pecchiamo ancora e spesso ci opponiamo a Dio, non siamo purificati e non possiamo ancora entrare nel Regno dei Cieli.
Ora comprendiamo il reale significato della “redenzione compiuta da Gesù” e possiamo vedere che, per essere salvati ed entrare nel Regno dei Cieli, agli esseri umani è necessaria anche la fase successiva dell’opera di Dio per essere completamente trasformati e purificati. La Bibbia afferma: “Così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza” (Ebrei 9:28). “Poiché è giunto il tempo in cui il giudizio ha da cominciare dalla casa di Dio” (1 Pietro 4:17). Il Signore Gesù disse: “Chi mi respinge e non accetta le mie parole, ha chi lo giudica: la parola che ho annunziata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno” (Giovanni 12:48). “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire” (Giovanni 16:12-13). La parola del Signore Gesù è molto chiara. Poiché la levatura spirituale di coloro che vivevano nell’Età della Grazia era troppo scarsa, il Signore Gesù non diede loro tutte le verità necessarie per salvare completamente l’umanità corrotta. Negli ultimi giorni, il Signore Gesù tornerà per esprimere e pronunciare nuove parole e per compiere l’opera di giudizio e di castigo, al fine di rimuovere completamente la nostra peccaminosità e liberarci dalla schiavitù del peccato, in modo che possiamo essere condotti nel Regno dei Cieli dal Signore e godere delle Sue benedizioni.
Attraverso la condivisione sopra descritta, comprendiamo che l’accettazione dell’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù si limita a perdonare i nostri peccati e che, per sfuggire completamente alla schiavitù del peccato ed entrare nel Regno dei Cieli, abbiamo anche bisogno di conoscere il giudizio di Dio negli ultimi giorni. Come dovremmo dunque accogliere il ritorno del Signore e come dovremmo considerare l’opera di Dio negli ultimi giorni? Per poter continuare ad approfondire ed esaminare questo aspetto della verità, consiglio la pagina evangelica “Il Signore è tornato”.
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