Ho imparato a trattare gli altri correttamente
Un paio di anni fa svolgevo il compito di leader della Chiesa. Lì, vi lavorava un fratello di nome Chen. Aveva buona levatura, ma, con la sua indole arrogante, tendeva a soffocare gli altri. Amava vantarsi, così ho iniziato a nutrire opinioni e pregiudizi sul suo conto. Un giorno, fratello Chen mi ha chiesto di irrigare i nuovi credenti. Poiché credeva in Dio da poco e la sua comprensione della verità era superficiale, ho risposto di no. Davanti al mio rifiuto, ha detto: “Ho una buona levatura: perché non posso svolgere il compito di irrigare? Sarebbe uno spreco delle mie doti”. Non l’ho presa bene e ho pensato: “Credi che irrigare sia tanto facile? Pensi siano sufficienti le tue doti e la tua levatura se non comprendi la verità? Non ti vantare!” Ho respinto la richiesta di fratello Chen e ho detto agli altri quanto fosse arrogante, ricordando numerosi casi in cui aveva dato prova di corruzione. Qualcuno era d’accordo con me.
Due settimane dopo, la Chiesa ha disposto che, nelle riunioni future, potessimo guardare filmati della Chiesa e leggere le parole di Dio Onnipotente. Nei filmati, si condivideva sulla verità e si rendeva testimonianza di Dio. Guardarli ci avrebbe aiutato a comprendere la verità. Alla riunione successiva, fratello Chen ha detto: “Ottima idea. Durante le riunioni alcuni leader e collaboratori condividono solo banalità, quindi è meglio guardare i filmati. Al principio, ho faticato a svolgere il mio compito, perché non capivo la verità. Ma poi ho pregato, affidandomi a Dio e leggendo di più le Sue parole, e anche questi filmati mi hanno molto aiutato. Mi hanno fatto capire alcune verità. Adesso svolgo piuttosto bene il mio dovere e ho una certa comprensione dei principi. Nel mio dovere ottengo grandi risultati”. Una condivisione disgustosa e inaudita. Ho pensato: “Non ti lasci sfuggire nessuna occasione per vantarti, eh? Quanto sei arrogante!” Abbiamo poi elencato alcune questioni da affrontare alla riunione successiva e fratello Chen si è proposto per arrogarsene tre, assegnando le restanti agli altri, per la condivisione. Mentre incaricavo un caposquadra di condurre la riunione, fratello Chen gli ha chiesto con tono dubbioso: “Sei sicuro di farcela?” Parlava come se fosse l’unico a saper svolgere un compito simile e io mi sono arrabbiata; ho pensato: “Sei assurdo. Fai lo sbruffone per farti ammirare dagli altri. Se è questo che vuoi, scordatelo!” Così ho riorganizzato tutto per impedirgli di condurre la riunione. Allora, provavo disgusto per fratello Chen quando pensavo alla sua condotta, specialmente perché gli avevo fatto notare la sua arroganza un paio di volte, ma lui non era cambiato. Lo ritenevo di un’arroganza sconfinata. Così l’ho etichettato come qualcuno incapace di cambiare e ho deciso che tanta arroganza lo rendeva inadatto al suo dovere. Ho pensato di chiudere la faccenda, sostituendolo.
Al termine della riunione, ho pensato alla mia situazione e alla mia condotta: ero un po’ a disagio. Forse ero stata troppo severa con fratello Chen e ho pregato così: “O Dio, lo so che ho torto, ma non so quale sia il mio problema né in quali principi della verità entrare. Ti prego, illuminami e guidami”. Il giorno dopo, durante i devozionali, ho letto queste parole di Dio: “Secondo quale principio dovresti trattare i membri della famiglia di Dio? (Trattare ogni fratello e sorella in modo equo.) Come fai a trattarli equamente? Ognuno ha trascurabili difetti e debolezze, così come particolari idiosincrasie; tutte le persone sono vittime dell’arroganza, della debolezza e sono carenti in qualcosa. Dovresti aiutarle con cuore amorevole, essere tollerante e indulgente, e non essere troppo duro o fare tante storie per ogni minimo dettaglio. Con le persone giovani o che non credono in Dio da molto tempo o che hanno iniziato solo di recente a svolgere i loro doveri, con queste persone che hanno certe richieste speciali, se ti limiti ad aggrapparti a queste cose e a usarle contro di loro, allora ti stai comportando severamente. Ignori il male fatto da quei falsi leader e anticristo, eppure appena noti lievi mancanze e difetti nei tuoi fratelli e sorelle, ti rifiuti di aiutarli, scegliendo invece di scandalizzarti per quelle cose e di giudicarli alle loro spalle, spingendo così ancora più persone a osteggiarli, escluderli e ostracizzarli. Che razza di comportamento è questo? È semplicemente fare le cose in base alle tue preferenze personali, senza essere capace di trattare equamente le persone; ciò dimostra un’indole satanica corrotta. È una trasgressione! Quando gli uomini fanno le cose, Dio li osserva; qualunque cosa tu faccia e comunque ragioni, Lui ti vede!” (“Per guadagnare la verità, devi imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose intorno a te” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio mi hanno mostrato la mia condizione e ho provato vergogna. Ho capito di aver trattato fratello Chen con la mia indole corrotta. Ripensandoci, da quando l’avevo conosciuto avevo spesso notato arroganza nelle sue parole e azioni. Era giovane, sfrontato e non conosceva se stesso. Appena sentivo il suo nome, mi venivano in mente solo i suoi difetti. Impuntata sulle sue manifestazioni di corruzione, lo trovavo arrogante oltre ogni ragionevolezza: persone così non potranno mai cambiare. Perciò non sono mai stata capace di trattarlo equamente. Se esprimeva un’opinione, provavo avversione e insofferenza. Lo giudicavo e lo sminuivo davanti agli altri, spargendo pregiudizi su di lui e spingendo anche gli altri a escluderlo e ostracizzarlo. Volevo persino rimuoverlo dal suo compito. Non stavo forse usando la mia posizione di leader per schiacciarlo e opprimerlo? Ho giudicato gli altri in base alle mie opinioni e al mio parere, come se uno sguardo mi bastasse a cogliere a pieno la natura di qualcuno. Ero molto arrogante e orgogliosa, profondamente corrotta da Satana; lontana dai principi della verità, avevo spesso opinioni assurde. Eppure giudicavo e condannavo arbitrariamente gli altri, senza alcuna ragione! Non mostravo alcuna riverenza di Dio. Trattavo gli altri come mi pareva e vivevo una natura demoniaca. Era ripugnante agli occhi di Dio e disgustoso agli occhi degli altri. A quel pensiero provavo grande vergogna.
In seguito, ho cercato tra le parole di Dio i principi per trattare gli altri equamente. Ho trovato due passi delle parole di Dio: “Le parole di Dio mostrano o suggeriscono chiaramente come devi trattare gli altri; l’atteggiamento con cui Egli tratta l’umanità è quello che gli uomini dovrebbero adottare l’uno verso l’altro. Dio come tratta ogni singola persona? Alcune sono di statura acerba oppure sono giovani oppure credono in Dio solo da poco tempo. Dio potrebbe vedere queste persone come né cattive né malevole per natura e nell’essenza; è semplicemente che costoro sono un po’ ignoranti e mancano di levatura oppure sono stati contaminati troppo dalla società. Non sono entrati nella verità realtà, perciò è difficile per loro astenersi dal fare alcune cose stupide o dal commettere alcuni atti di ignoranza. Dal punto di vista di Dio, tuttavia, tali questioni non sono importanti; Egli guarda solo ai cuori di queste persone. Se sono determinate a entrare nella verità realtà, se sono rivolte nella giusta direzione e questo è il loro obiettivo, Dio li osserva, li aspetta e concede loro tempo e opportunità che consentono loro l’ingresso. Dio non li atterra con un sol colpo né Si aggrappa a una trasgressione che hanno commesso una volta e Si rifiuta di lasciar correre; Egli non li ha mai trattati in questo modo. Detto questo, se gli uomini si trattano così l’un l’altro, ciò non dimostra forse la loro indole corrotta? Questa è esattamente la loro indole corrotta. Devi guardare come Dio tratta gli ignoranti e gli stolti, coloro che hanno una statura acerba, le normali manifestazioni dell’indole corrotta dell’umanità e coloro che sono malevoli. Dio tratta le diverse persone in modi differenti e ha anche vari modi di gestire le loro innumerevoli condizioni. Devi comprendere queste verità. Una volta capite queste verità, allora saprai come sperimentarle” (“Per guadagnare la verità, devi imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose intorno a te” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Può darsi che tu sia incompatibile con la personalità di un altro, e che questi non ti piaccia, ma quando lavori con lui resti imparziale e ti trattieni dallo sfogare le tue frustrazioni mentre fai il tuo dovere, dal sacrificare il tuo dovere o dallo scaricare le tue frustrazioni sugli interessi della famiglia di Dio. Puoi agire secondo principio; in tal caso hai una riverenza elementare verso Dio. Se ne hai un po’ di più, quando vedi che qualcuno ha difetti o debolezze (anche se ti ha offeso o ha danneggiato i tuoi interessi), ti resta comunque la capacità di aiutarlo. Fare così sarebbe ancora meglio; vorrebbe dire che sei una persona dotata di umanità, della realtà della verità e di riverenza nei confronti di Dio” (“Le cinque condizioni necessarie per intraprendere la retta via nella propria fede” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”).
Le parole di Dio spiegano chiaramente i principi e il cammino per trattare gli altri equamente, nonché il Suo atteggiamento verso le persone. Agli anticristi e ai malvagi riserva odio, maledizione e punizione. Invece, chi ha bassa statura, poca levatura e vari tipi di indole corrotta e difetti, ma crede sinceramente in Dio, vuole perseguire la verità e sa accettare la verità Egli riserva amore, benevolenza e salvezza. Dio possiede principi in base a cui trattare ciascuno e ci chiede di trattare gli altri secondo i principi della verità. Ad esempio, dobbiamo essere tolleranti verso chi crede sinceramente in Dio, perdonare e aiutare queste persone, dare loro la possibilità di pentirsi e cambiare. Non possiamo opprimere qualcuno solo perché denota una qualche corruzione. Non è volontà di Dio. Come fratello Chen: era di buona levatura e responsabile nel suo dovere. Era anche pronto ad adoperarsi a perseguire la verità. Era semplicemente un nuovo credente, con scarsa esperienza e poco più arrogante degli altri. Avrei dovuto trattarlo equamente secondo i principi della verità, condividendo amorevolmente sulla verità per aiutarlo. E invece non solo non lo aiutavo, ma mi rifiutavo di vedere i suoi pregi; l’ho persino giudicato ed escluso, e alla vista delle sue mancanze desideravo allontanarlo. Che natura malevola, la mia! Come leader, all’epoca pensavo di essere meglio degli altri. Volevo avere sempre l’ultima parola e fare di testa mia, senza dare ascolto ad altre opinioni. Quindi, ho fatto cose che hanno interferito con l’operato della Chiesa. Ma Dio non mi ha eliminato. Anzi, ha usato le Sue parole per giudicarmi, disciplinarmi e affrontarmi, per farmi riflettere su me stessa, darmi la possibilità di pentirmi e cambiare. Dio non si arrende mai con noi né ci elimina se mostriamo un po’ di corruzione, ma fa di tutto per salvarci. Dio è così benevolo! Pensando poi al mio comportamento e a come trattavo fratello Chen, mi sono vergognata così tanto che volevo sprofondare.
Poi ho letto queste parole di Dio: “Quanto al fatto che la persona sia buona o cattiva e come vada trattata, bisogna avere i propri principi di comportamento; però, quanto all’esito a cui andrà incontro tale persona (che finisca con l’essere punita da Dio o col subire il giudizio e il castigo), questo lo stabilirà Dio. Gli esseri umani non devono interferire; Dio non ti permetterebbe di prendere iniziative a nome Suo. Come trattare tale persona lo stabilirà Dio. Se Egli non ha deciso quale sarà l’esito di tale persona, se non l’ha espulsa e non l’ha punita, e questa persona viene salvata, allora devi aiutarla con pazienza, con amore; non devi sperare di stabilire l’esito di una tale persona, né devi usare metodi umani per usare la mano pesante o punirla. Puoi sottoporre una tale persona a potatura e trattamento oppure puoi aprire il tuo cuore e tenere una sentita condivisione per aiutarla. Se però prevedi di punire, ostracizzare e calunniare una tale persona, sarai nei guai. Agire così sarebbe forse in linea con la verità? Avere simili pensieri deriverebbe dall’impulsività; sono pensieri che provengono da Satana e traggono origine dal risentimento umano, nonché dalla gelosia e dal disprezzo umani. Una tale condotta non è conforme alla verità. È una cosa che attirerebbe una punizione su di sé e non è in linea con la volontà di Dio” (“Le cinque condizioni necessarie per intraprendere la retta via nella propria fede” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che esistono princìpi in base a cui trattare gli altri. Non posso etichettare qualcuno in base alle mie nozioni e alla mia immaginazione oppure considerare solo le sue trasgressioni e poi condannarlo. Devo invece trattarlo in base alla sua natura ed essenza e aiutarlo concretamente in base alla sua condizione e ai suoi difetti. Chi ha la realtà della verità, sa valutare le condizioni degli altri e sa quando essere paziente e offrire aiuto, quando potare e trattare qualcuno severamente o rimproverarlo. Sa agire correttamente e secondo i principi. Non limita capricciosamente gli altri, né tratta come nemico un fratello che mostra corruzione. E invece io come avevo trattato fratello Chen? Quando l’ho visto esibire un’indole arrogante, gliene ho parlato solo brevemente e, quando questo non ha funzionato, l’ho escluso, giudicato e condannato, parlando alle sue spalle. Non ho avuto tolleranza né pazienza. Questo non è affatto aiutarlo con spirito amorevole. Poi ho pregato e mi sono pentita davanti a Dio, decisa a praticare i principi della verità e ad aiutare fratello Chen con spirito amorevole.
Così sono andata da lui e ho condiviso sulle parole di Dio, facendogli notare i suoi errori. Lui ha iniziato a comprendere la sua indole arrogante e ha capito quanto fosse pericoloso non eliminarla. Mi ha detto che le mie parole sono state utili e ha deciso di riflettere su se stesso e cercare la verità per eliminare la sua indole corrotta. Ero commossa, ma anche turbata. Non era incapace di cambiare, come avevo immaginato. Ero io che non avevo svolto bene il mio dovere. Non avevo cercato di aiutarlo con spirito amorevole. Ero stata arrogante e disumana.
In seguito, durante una riunione, il Fratello usato dallo Spirito Santo ha tenuto questo sermone: “Tutta l’umanità ha un’indole corrotta. Persino chi ama la verità e desidera essere perfezionato ha un’indole arrogante e ipocrita, anche se questo non gli impedisce di essere salvato e perfezionato. Se sappiamo accettare la verità, la potatura e il trattamento e riusciamo a sottometterci alla verità, a prescindere dalle circostanze, siamo assolutamente in grado di essere salvati e perfezionati. In realtà, chi ha una buona levatura ed è risoluto è sempre arrogante. È un dato di fatto. Gli eletti di Dio devono trattare gli altri correttamente. Non devono etichettare uno come persona di poco valore o indegna di salvezza e perfezione solo perché è arrogante e orgoglioso. […] Bisogna capire qual è la volontà di Dio. Non esistono persone di buona levatura e risolute che non siano anche un po’ arroganti o orgogliose. A meno che non stiano fingendo o dissimulando. Bisogna sapere che tutta l’umanità corrotta ha una natura arrogante e piena di sé. È un fatto innegabile” (La condivisione del Fratello). Questo mi ha fatto capire meglio come trattare qualcuno con un’indole arrogante. Non significa che è incapace di cambiare. È fondamentale capire se sa perseguire e accettare la verità. Se sa accettare la verità, il giudizio, il castigo, la potatura e il trattamento di Dio, non c’è motivo per cui non possa cambiare ed essere perfezionato da Dio. Fratello Chen non era credente da molto, quindi non aveva sperimentato molto il giudizio e il castigo. Era naturale che fosse un po’ più arrogante del normale. Ma io, dopo aver notato quella sua indole, l’ho giudicato e l’ho escluso e volevo persino rimuoverlo dal suo compito. Ero più arrogante io di lui! Pensavo che, finché perseguivo la verità, la mia indole arrogante sarebbe cambiata. E allora perché avevo deciso che fratello Cheng non potesse cambiare? Non chiedevo molto a me stessa: perché invece pretendevo così tanto da lui? Era ingiusto trattare qualcuno in quel modo. In realtà, chi ha doni, punti di forza e levatura è sempre piuttosto arrogante. Ma, avendo una buona levatura, capisce la verità rapidamente ed è produttivo nei suoi compiti. Quando persone del genere capiscono la verità e agiscono secondo i principi, l’operato della casa di Dio ne trae giovamento. Fratello Chen aveva una buona levatura, quindi avrei dovuto aiutarlo amorevolmente e condividere di più per aiutarlo. Solo così avrei rispettato la volontà di Dio. Questa esperienza mi ha fatto capire che trattare gli altri in base alla nostra indole corrotta satanica, senza la verità, fa solo del male ai fratelli e alle sorelle, ritardando il loro ingresso nella vita e il lavoro della Chiesa. Questa è una trasgressione; è fare del male. Ho visto com’è importante trattare gli altri secondo i principi della verità. È stata la guida delle parole di Dio a donarmi questa comprensione.
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