Vent’anni di avversità

14 Dicembre 2024

di Wang Qiang, Cina

Ho abbracciato la fede cristiana nel 1991 e qualche anno dopo sono diventato un predicatore della chiesa. Nel 1995, la polizia della sezione di sicurezza politica dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza della contea mi ha arrestato e interrogato su dove predicassi e chi fosse il mio leader. Quando non ho risposto, mi hanno preso a pugni e calci e mi hanno torturato per quattro o cinque ore, coprendomi di lividi. Poi mi hanno rinchiuso nella casa di detenzione della contea. Gli agenti e gli altri prigionieri mi hanno torturato per 42 giorni, arrivando quasi a uccidermi. In seguito, mia moglie ha sfruttato alcune sue conoscenze e ha pagato una multa di quasi 10.000 yuan per farmi rilasciare. Non capivo. In quanto credenti che condividevano il Vangelo, guidavamo gli altri a seguire gli insegnamenti del Signore, a essere brave persone, tolleranti, e ad amare gli altri come noi stessi. Perché il Partito Comunista avrebbe dovuto perseguitarci così brutalmente? Poi, dopo aver iniziato a credere in Dio Onnipotente, attraverso le rivelazioni delle parole di Dio e la mia esperienza personale, ho acquisito discernimento sull’essenza demoniaca del PCC di odio per la verità e opposizione a Dio.

Un giorno di dicembre del 1999, mentre io e mia moglie stavamo facendo colazione, tre agenti hanno fatto irruzione. Uno di loro mi aveva arrestato in passato per la mia fede nel Signore. Mi ha squadrato per bene un paio di volte e mi ha detto in tono duro: “Sei stato denunciato perché credi in Dio Onnipotente e predichi il Vangelo. Non hai proprio imparato la lezione!” Dopo di che, hanno perquisito casa nostra da cima a fondo, senza tralasciare neanche un angolo. Hanno impiegato circa un’ora e hanno messo tutto interamente a soqquadro, ma non hanno trovato alcun libro né materiale inerente alla fede. Allora mi hanno fatto salire su un’auto per portarmi alla stazione di polizia. Durante il tragitto ho ripercorso nella mente, una scena dopo l’altra, il mio primo arresto e tutte le torture subite. Ero molto spaventato, e pensavo: “Quei demoni odiano i credenti in maniera particolare, quindi come mi tortureranno?” Ho pregato Dio in silenzio e mi sono ricordato di queste Sue parole: “Chiunque al quale Io conceda la Mia gloria dovrebbe testimoniarMi e dare la propria vita per Me. Questo è stato da Me predestinato molto tempo fa(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). È vero: se quel giorno mi stavano arrestando era perché Dio lo permetteva, ed era interamente nelle Sue mani quanto avrei dovuto soffrire e se sarei sopravvissuto o morto. Dovevo rendere testimonianza. Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza e mi sono tranquillizzato.

Prima mi hanno portato alla stazione di polizia per perquisirmi e interrogarmi ma, visto che non parlavo, mi hanno trasferito all’Ufficio di Pubblica Sicurezza della contea. Lì, diversi agenti mi hanno circondato, prendendomi a pugni e a calci, e alcuni hanno usato i manganelli. Per le percosse, sono caduto a terra. Perdevo sangue dal naso e dalla bocca, avevo i vestiti strappati e mi girava la testa. Non avevo nemmeno la forza di alzarmi. Poi, il capo degli agenti mi ha afferrato per il collo e mi ha detto: “Se non ti faccio vedere come stanno le cose, non capirai con chi hai a che fare! Parla! Chi è il tuo leader? A chi hai predicato?” Ero piuttosto agitato. Se non avessi parlato avrebbero sicuramente continuato a picchiarmi e, avanti di quel passo, avrebbero potuto rendermi invalido o uccidermi. Ho pregato Dio nel cuore, chiedendoGli di proteggermi e di guidarmi. Poi ho pensato a queste Sue parole: “Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Mi sono reso conto che il mio timore e la mia paura provenivano da Satana e che, per quanto la polizia si accanisse, poteva solo devastare e torturare la mia carne, ma non poteva toccare la mia anima. Anche se quel giorno mi avessero picchiato a morte, la mia anima sarebbe stata nelle mani di Dio. Questo pensiero mi ha dato fede e forza; non avrei mai tradito Dio né avrei venduto i miei fratelli e sorelle, anche a costo della vita. Ho stretto i denti e non ho detto una parola. Poiché non rispondevo alle loro ripetute domande mi hanno fatto cadere a terra a calci, poi hanno adagiato sul pavimento di cemento uno dei loro manganelli e hanno ordinato a due persone di afferrarmi e costringermi a inginocchiarmi su di esso. La pressione sulle tibie mi ha provocato un dolore lancinante e ho iniziato a piangere. Un agente mi ha calpestato violentemente i polpacci più volte; il dolore è stato tale che ho gridato e sono caduto a terra, in posizione fetale. L’agente ha gridato: “In piedi!” Ma io non riuscivo a muovere le gambe, non avevo la forza di alzarmi. In preda alla disperazione, ho rivolto una preghiera a Dio: “O Dio, sono prossimo a crollare e non so quali altre torture abbiano in serbo per me. Dio, non voglio tradirTi: Ti prego, dammi fede e forza”. In quel momento, ho pensato ad alcune parole di Dio: “Avete mai accettato le benedizioni che vi sono state date? Avete mai ricercato le promesse che vi sono state fatte? Sotto la guida della Mia luce spezzerete certamente la stretta delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la guida della Mia luce. Sarete di certo i padroni di tutto il creato. Sarete senz’altro vincitori davanti a Satana. Alla caduta del regno del gran dragone rosso, sicuramente vi leverete tra le innumerevoli moltitudini come prova della Mia vittoria. Rimarrete senza dubbio saldi e incrollabili nella terra di Sinim. Per le sofferenze che sopportate, erediterete le Mie benedizioni e irradierete la Mia gloria nell’intero universo(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 19”). Le parole di Dio hanno ravvivato la mia fede e la mia forza. Dovevo veramente affidarmi a Dio e, con la guida delle Sue parole, sarei sicuramente riuscito a trionfare su Satana e a rimanere saldo nella mia testimonianza. Dopo sei o sette ore di atroci torture, mi avevano ridotto in poltiglia e avevo il polpaccio sinistro maciullato. Poiché continuavo a tacere, mi hanno portato in una casa di detenzione. Lì, non volevano accettarmi per via delle mie ferite gravi; gli agenti hanno dovuto trattare con loro per un po’ prima che fossi ammesso.

Mi hanno portato in una cella pervasa da un odore nauseabondo. Era uno spazio minuscolo di circa 10 metri quadrati, con alcune coperte luride e maleodoranti e un gabinetto. Quindici o sedici persone mangiavano, bevevano, dormivano ed espletavano i loro bisogni lì dentro: l’ambiente era umido e disordinato. Gli altri prigionieri mi hanno lanciato sguardi intensi. In preda all’agitazione, pregavo Dio senza sosta. Ho rammentato queste Sue parole: “Non temere, poiché le Mie mani ti sostengono e ti terrò sempre lontano dai malevoli(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 28”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e conforto e mi hanno tranquillizzato. Il giorno dopo, il capo dei prigionieri ha intenzionalmente scatenato una rissa e ha ordinato agli altri di picchiarmi, facendomi rotolare a terra. Alla fine mi sono raggomitolato per il dolore, incapace di muovermi. In seguito, la polizia mi interrogava di tanto in tanto, chiedendomi di vendere la chiesa, per poi passare a tattiche meno dirette quando non riuscivano a ottenere nulla da me. Una volta è venuto a interrogarmi Li, uno zio di mia moglie, che gestiva i materiali presso la Sezione di Sicurezza Politica dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza. Fingendo di preoccuparsi per me, mi ha chiesto: “Ci sono prigionieri che ti picchiano? Hai cibo a sufficienza?” Poi ha chiesto a un agente di andare a comprarmi dei panini al vapore e qualche pacchetto di sigarette. Ha sospirato e mi ha detto con sguardo preoccupato: “Se non confessi, probabilmente finirai in prigione e io non potrò aiutarti. Se invece lo fai, potresti tornare a casa entro Capodanno. Riflettici bene!” A queste sue parole, ho considerato che i miei genitori avevano superato i 70 anni e mia moglie si occupava da sola di tre bambini piccoli. Come sarebbero riusciti a tirare avanti se davvero fossi stato condannato a tre o cinque anni di carcere? Le prigioni del Partito Comunista sono un inferno e si rischia di essere torturati a morte in qualsiasi momento. Cosa avrebbero fatto se fossi morto? Più ci pensavo e più mi sentivo in colpa, così ho pregato Dio affinché vegliasse su di me. Ho pensato a questo passo delle Sue parole: “In ogni momento, il Mio popolo dovrebbe restare in guardia contro le scaltre macchinazioni di Satana, proteggendo per Me la porta della Mia casa; i suoi membri dovrebbero essere in grado di sostenersi a vicenda e di provvedere gli uni agli altri, in modo da evitare di cadere nella trappola di Satana, a quel punto sarebbe troppo tardi per rammaricarsene(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 3”). Le parole di Dio mi hanno aperto gli occhi. La polizia voleva far leva sull’affetto che provavo per la famiglia e sulle mie debolezze carnali per indurmi a tradire Dio. Che cosa subdola! Ci ero quasi cascato. La vita mi era stata donata da Dio, e che vivessi o morissi dipendeva da Lui. Anche il destino dei miei genitori e di mia moglie era nelle mani di Dio: era Lui ad avere l’ultima parola. Se fossi stato condannato al carcere, sarebbe avvenuto con il permesso di Dio. Dovevo rimanere saldo anche a costo della mia vita! Così, ho risposto allo zio di mia moglie: “Ho detto tutto quello che avevo da dire e non so altro”. Quando ha visto che il suo trucchetto non aveva funzionato, è rimasto a fissarmi per un po’ e poi se n’è andato indignato.

Le guardie carcerarie non facevano che ordinare agli altri prigionieri di tormentarmi in molti modi, come costringermi a “mangiare i ravioli”, “guardarmi allo specchio”, “mangiarmi il gomito” e recitare le regole della prigione. Farmi “mangiare i ravioli” significava che venivo avvolto nelle lenzuola e poi preso a pugni e calci, cosa che mi lasciava stordito e disorientato. Farmi “guardare allo specchio” significava mettermi la testa nel water pieno di urina e feci, e se non facevo attenzione rischiavo di soffocare. Farmi “mangiare il gomito” equivaleva a prendermi la schiena a gomitate. Inoltre, mi facevano recitare le regole della prigione e, se sbagliavo una sola parola, mi toglievano i pantaloni e mi picchiavano con una scarpa dalla suola di plastica fino a riempirmi le natiche di vesciche sanguinanti. Come se non bastasse, le guardie carcerarie mi obbligavano spesso a lavorare giorno e notte. Lavoravo lentamente a causa delle ferite, e gli altri prigionieri continuavano ad assegnarmi ulteriori compiti. Se non li portavo a termine, venivo picchiato. Sopportare simili torture era davvero doloroso e deprimente. A volte ero così debole che desideravo morire per porre fine a quella sofferenza. Pregavo costantemente Dio, chiedendoGli di vegliare sul mio cuore. Un giorno, improvvisamente, mi è venuta in mente la crocifissione del Signore Gesù. Dio è supremo, santo e senza peccato, e personalmente Si è incarnato ed è venuto a compiere la Sua opera per salvare l’umanità, ma è stato inchiodato alla croce. Ora, Dio Si è di nuovo fatto carne ed è venuto a operare in Cina, e allo stesso modo subisce il rifiuto, la calunnia, le condanne e le bestemmie da parte degli uomini. Viene inoltre braccato dal Partito Comunista. Eppure continua a esprimere verità per salvare l’umanità. L’amore che Dio nutre per l’uomo è così grande! Io sono un credente che persegue la salvezza: cosa sarà mai questa piccola sofferenza? Inoltre, soffrire significa prendere parte al Regno di Cristo e condividere le Sue avversità. È qualcosa di glorioso. Racchiude valore e significato. Rendermene conto ha ravvivato la mia fede e la mia forza e, per quanto gli altri prigionieri mi torturassero, non ero più così infelice.

Un giorno, dopo colazione, alcuni poliziotti mi hanno portato in un mercato a circa 8 chilometri da casa mia, dove hanno fatto salire me e una decina di altri prigionieri su un palco. Mi sono reso conto che stavano tenendo un processo pubblico. Una fila di quadri dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza della contea era seduta sul palco, con una fitta folla di persone al di sotto. Molti bisbigliavano tra loro e mi indicavano. Mi sono fatto rosso in viso, il cuore ha preso a battermi più forte e non osavo alzare la testa. Mi è venuto in mente che in quella zona vivevano molti dei miei parenti, amici e conoscenti, oltre ai collaboratori della mia vecchia confessione. Che cosa avrebbero pensato vedendomi sotto processo insieme agli altri prigionieri con un cartello appeso al collo? Come avrei potuto mostrare la mia faccia dopo una cosa del genere? Più ci pensavo e più mi sentivo male, così ho pregato Dio e Gli ho chiesto di darmi forza. Ho pensato ad alcune Sue parole: “Spero che tutti possano renderMi una testimonianza forte e risonante davanti al gran dragone rosso, che possano sacrificarsi per Me un’ultima volta e adempiere le Mie prescrizioni in un ultimo caso. Saprete farlo veramente?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 34”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. In quanto credenti, percorriamo la retta via. Non infrangiamo la legge né facciamo alcun male, quindi non abbiamo nulla di cui vergognarci. L’umiliazione che subivo era una persecuzione in nome della giustizia. Avrei dovuto esserne orgoglioso. Questo pensiero mi ha tranquillizzato. Alla fine, mi hanno accusato di “fede illegale” e di “disturbo dell’ordine sociale” e mi hanno condannato a tre anni di rieducazione attraverso i lavori forzati. Vedendo tutte quelle facce bigotte e compiaciute sul palco, ho odiato quei demoni con ogni fibra del mio essere e ho giurato che, se anche mi avessero condannato non solo a tre ma a trent’anni, non avrei mai tradito Dio e non mi sarei mai piegato a Satana!

Due giorni dopo il processo pubblico, sono stato mandato in un campo di lavoro dove mi hanno assegnato a un cantiere per scavare fossi: ero addetto a portare cemento e sabbia con una carriola. Dovevo svolgere anche più di dodici ore di quel pesante lavoro ogni giorno. A volte lavoravo lentamente perché avevo un polpaccio ferito, e l’agente penitenziario mi picchiava quando se ne accorgeva. Mi sentivo un po’ debole al pensiero che sarei dovuto rimanere lì per tre anni. Non sapevo come avrei resistito né se ne sarei uscito vivo. In quel periodo, pregavo molto Dio e pensavo al Suo amore. Il pensiero del dolore e dell’umiliazione che aveva subito per salvare noi, l’umanità corrotta, mi commuoveva profondamente e mi dava la determinazione a sottomettermi a Dio e a seguirLo fino alla fine, a prescindere da quanto avrei sofferto.

Dopo qualche tempo, sono venuto a sapere che lì con me c’era un prigioniero di nome Shang Jin che credeva nel Signore; poiché eravamo entrambi cristiani, parlavamo della nostra fede quando ne avevamo l’occasione. Vedendo che fratello Shang Jin era dotato di buona umanità e anelava al ritorno del Signore, volevo condividere con lui l’opera di Dio degli ultimi giorni. Ma la sua condanna era prossima al termine ed è stato rilasciato prima che ne avessi la possibilità. Mi sembrava davvero un peccato, così ho pregato Dio chiedendoGli di aprirmi una strada e di darmi la possibilità di condividere il Vangelo con Shang Jin. Non molto tempo dopo il suo rilascio, stavo lavorando in cantiere come di consueto. Un giorno avevo dei dolori alla pancia e ho dovuto usare il bagno più del solito. Ho notato che il muro del bagno non era molto alto e che dall’altra parte sorgeva una grande fabbrica. Mentre ero in bagno, fuori una guardia leggeva il giornale. Non ero sicuro del fatto che Dio mi stesse aprendo una strada, così ho pregato, e poi ho sentito nel mio cuore che Dio mi stava offrendo una via d’uscita; così, ho saltato il muro e mi sono introdotto nella fabbrica mentre la guardia era distratta. Mi sono tolto rapidamente l’uniforme da carcerato, me la sono gettata in spalla e sono uscito dall’ingresso principale. Non avrei mai immaginato di poter fuggire con una sorveglianza così stretta. Ero davvero grato a Dio.

Ma di lì a poco ho sentito delle sirene dietro di me. Mi sono nascosto in una macchia boscosa e ho pregato senza sosta. Ho atteso che facesse buio, poi sono uscito dagli alberi con molta cautela. Ho seguito una piccola strada di campagna e, chiedendo indicazioni, mi sono diretto verso casa di Shang Jin. A notte fonda, poco dopo aver imboccato la statale che portava a casa sua, mi sono trovato davanti un posto di blocco della polizia e mi sono spaventato molto. E se mi avessero scoperto? Se mi avessero acciuffato, non mi avrebbero lasciato andare. Ho pregato Dio nel mio cuore. Ho visto un pagliaio e sono corso a nascondermici dentro; ci sono rimasto per più di un’ora. Con molta cautela, ne sono uscito solo dopo aver visto la macchina della polizia allontanarsi; poi, con difficoltà, ho ripreso il cammino verso casa di Shang Jin. Prima che potessi percorrere molta strada, il polpaccio ha preso a farmi così male che non riuscivo più a camminare; così mi sono seduto, ho riposato un po’ e poi ho ripreso la marcia. Mentre camminavo, ho canticchiato l’inno “Desidero vedere il giorno della gloria di Dio”:

1  Oggi accetto il giudizio di Dio e domani riceverò le Sue benedizioni. Sono disposto a donare la mia gioventù e a offrire in sacrificio la mia vita per vedere il giorno della gloria di Dio. Egli opera ed esprime la verità, donando all’uomo la via della vita. Le parole e l’amore di Dio mi hanno incantato il cuore. Per guadagnarmi la verità, sono disposto a vuotare l’amaro calice e a soffrire. Sopporterò le umiliazioni senza lamentarmi. Desidero trascorrere la vita a ripagare la grazia di Dio.

2  Con le esortazioni di Dio nel cuore, non mi inginocchierò mai a Satana. Le nostre teste possono rotolare via e il nostro sangue può scorrere, ma la schiena del popolo di Dio non può essere piegata. Porterò una testimonianza clamorosa per Dio e umilierò i diavoli e Satana. Dolore e difficoltà sono predestinati da Dio, e io sarò leale e sottomesso a Lui fino alla morte. Non farò mai più piangere o preoccupare Dio. Gli offrirò il mio amore e la mia lealtà e porterò a termine la mia missione per glorificarLo.

…………

Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi

Mentre canticchiavo l’inno, ho sentito la mia fede crescere. Finalmente, verso mezzogiorno del giorno dopo, sono arrivato a casa di Shang Jin. Appena ci siamo visti, abbiamo pianto lacrime di gioia. Poiché la polizia sarebbe sicuramente venuta a casa sua, ha chiesto a un’altra persona di ospitarmi. Come previsto, verso mezzogiorno del terzo giorno gli agenti si sono presentati a casa di Shang Jin. Non trovandomi, se ne sono andati esasperati. In seguito, ho condiviso con Shang Jin il Vangelo degli ultimi giorni. Grazie alla guida di Dio, oltre cento tra fratelli e sorelle della sua confessione si sono presentati davanti a Dio Onnipotente.

Essendo fuggito dal campo di lavoro, sono diventato un criminale ricercato. Ho viaggiato condividendo il Vangelo: non osavo tornare a casa. Dieci anni sono trascorsi in un lampo. Poi, nel settembre del 2010, sono tornato di nascosto nella mia città natale e sono andato a casa di mia sorella. Lì ho incontrato mia moglie che mi ha raccontato che, dopo la mia fuga dal campo di lavoro, la polizia è andata a perquisire casa nostra e quelle dei nostri parenti. Hanno persino fatto ricorso a minacce per tentare di convincere mia moglie, i miei genitori e gli altri parenti a rivelare dove mi trovavo. La polizia ha inoltre sorvegliato segretamente la zona intorno a casa mia per alcuni giorni. In tutti quegli anni, non avevano smesso di darmi la caccia. Nei Capodanni e in occasione dei compleanni dei miei genitori, chiedevano sempre di me e verificavano se fossi tornato a casa. Nel 2002 mia moglie è stata arrestata a causa della sua fede, e i nostri familiari hanno dovuto spendere più di 2.000 yuan e sfruttare le loro conoscenze per farla uscire. Le cose si sono fatte difficili per la nostra famiglia, poiché sia io che mia moglie eravamo stati arrestati e multati. I nostri figli sono stati costretti ad abbandonare la scuola prima di finire, rispettivamente, le elementari e le medie, e hanno dovuto lasciare la zona per trovare un lavoro e guadagnarsi da vivere. Tale notizia mi ha davvero turbato. Quando hanno saputo che ero tornato, i miei genitori sono venuti a casa di mia sorella per vedermi. Hanno iniziato a piangere appena mi hanno visto, senza dire una parola, ma non hanno osato farlo a volume troppo alto per paura che qualcuno li sentisse. Mi hanno detto che mi sognavano continuamente, e hanno continuato a piangere fino a non poter più tenere gli occhi aperti. Di fronte al loro aspetto fragile, non sono riuscito a trattenere le lacrime. Qualche giorno dopo, mentre veniva in bicicletta a casa di mia sorella per vedermi, mio padre è accidentalmente caduto e si è rotto il femore. Mi sono molto preoccupato per lui quando l’ho saputo, e a mezzanotte ho corso il rischio e sono andato a trovarlo a casa. Quando mi ha visto, si è messo a piangere e mi ha detto: “Il medico dice che non può operarmi al femore. Non mi resta che aspettare di morire. Probabilmente questa è l’ultima volta che ci vediamo”. L’ho confortato, ricacciando indietro le lacrime. Non osavo trattenermi a lungo per paura di essere arrestato, così me ne sono andato dopo circa un’ora. A causa dell’arresto da parte del Partito Comunista, da oltre un decennio ero un fuggiasco, non potevo tornare a casa e vedere la mia famiglia, né accudire i miei genitori o adempiere alle mie responsabilità di marito e di padre dei miei tre figli, e ora mio padre era malato e non potevo prendermi cura di lui nemmeno per un giorno. Sentivo di aver davvero deluso i miei genitori e avevo il cuore a pezzi. Mi sono subito rivolto a Dio in preghiera, chiedendoGli di guidarmi e di darmi fede e forza. Dopo aver pregato, ho letto queste parole di Dio: “Il cammino lungo il quale Dio ci guida non è dritto, ma è una strada tortuosa e piena di buche; inoltre, Dio dice che più il cammino è impervio e più rivela i nostri cuori amorevoli. Eppure, nessuno di noi può aprire un simile cammino. Nella Mia esperienza, ho percorso molti cammini impervi e pericolosi e ho sopportato grandi sofferenze; a volte ero così prostrato dal dolore che avrei volute gridare, ma ho percorso questa via sino a oggi. Credo che questo sia il cammino indicato da Dio, perciò sopporto lo strazio di tutta la sofferenza e vado avanti. Perché questo è ciò che Dio ha disposto, quindi chi può evitarlo? Io non chiedo di ricevere benedizioni; chiedo solo di essere in grado di seguire il cammino che devo percorrere secondo le intenzioni di Dio. Non cerco di imitare gli altri, seguendo il loro cammino; cerco soltanto di adempiere la Mia devozione per percorrere sino alla fine il cammino a Me assegnato. […] Questo perché ho sempre creduto che quanto un individuo debba soffrire e quanto debba percorrere il suo cammino sia stabilito da Dio, e che nessuno possa davvero aiutare qualcun altro(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (6)”). “Ciò che avete ereditato oggi supera quello che hanno ereditato gli apostoli e i profeti in tutte le epoche ed è maggiore persino di ciò che hanno ereditato Pietro e Mosè. Non si possono ottenere le benedizioni in uno o due giorni; vanno guadagnate con grande sacrificio. Vale a dire che dovete avere un amore che sia stato raffinato, una grande fede e le molte verità che Dio vi chiede di raggiungere; inoltre, dovete essere in grado di rivolgervi alla giustizia senza esserne intimiditi e senza atteggiamenti ambigui, e di avere costantemente, fino alla morte, un cuore che ama Dio. Dovete essere determinati, cambiare la vostra indole di vita, guarire dalla vostra corruzione e accettare tutto ciò che Dio dispone senza lamentarvi e dovete essere sottomessi persino fino alla morte. Questo è quanto dovete riuscire a fare, questo è lo scopo finale dell’opera di Dio e ciò che Egli esige dal vostro gruppo di persone(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Leggere le parole di Dio è stato illuminante. Dio ha già prestabilito quanto una persona soffrirà nel corso della sua vita. Dovevo affidare i miei genitori a Dio e sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Ho anche pensato ai santi che nel corso dei secoli hanno reso a Dio una risonante testimonianza attraverso persecuzioni e avversità. Io ho accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni e ho goduto delle verità che Egli ha espresso, ho guadagnato molto di più di tutti quegli apostoli e profeti; eppure, di fronte alle persecuzioni, ero disperato e debole: la mia statura era davvero scarsa. Allora ho preso la decisione di imitare l’esempio dei santi, di restare saldo nella mia fede e di seguire Dio!

Nel 2011, un fratello mi ha portato una lettera in cui mi informavano che la polizia era tornata a casa mia per chiedere a mia moglie dove fossi. Da allora, io e mia moglie non abbiamo più avuto contatti.

Un giorno di dicembre del 2012, sono uscito sotto la pioggia con alcuni fratelli e sorelle per condividere il Vangelo con una famiglia. Quattro agenti sono sbucati fuori dal nulla, sono scesi da un’auto e mi hanno afferrato. Due sorelle sono scappate sulle loro biciclette elettriche e tre poliziotti le hanno inseguite con l’auto. Un agente mi ha tenuto stretto e ho lottato per liberarmi. Una sorella più anziana lo ha afferrato per proteggermi, permettendomi di fuggire. Ma avevo percorso appena una decina di metri quando l’agente mi ha raggiunto e afferrato; due sorelle sono accorse e lo hanno trattenuto, consentendomi di scappare. Quando sono arrivato a casa, il cuore continuava a battermi forte e non riuscivo a smettere di pensare a quello che era appena successo. Ero riuscito a scappare solo perché quelle sorelle avevano trattenuto l’agente per proteggermi. Non sapevo se fossero state arrestate, se sarebbero state torturate e se gli altri fratelli e sorelle fossero riusciti a fuggire oppure no. Ho ripensato alle ultime due volte in cui ero stato arrestato e torturato. Ho considerato che diffondere il Vangelo in Cina è davvero pericoloso, si rischia di essere arrestati e incarcerati in qualsiasi momento e in qualunque luogo. Mi sentivo piuttosto demoralizzato, così ho pregato al cospetto di Dio. Dopo averlo fatto, ho aperto il mio libro delle parole di Dio e ho letto questo: “Per tutti, l’affinamento è straziante e molto difficile da accettare, ma è durante questo processo che Dio rende palese la Sua giusta indole nei riguardi dell’uomo, rende pubblici i Suoi requisiti per l’uomo, fornisce più rivelazioni e più potatura effettiva; attraverso il confronto tra i fatti e la verità, Egli concede all’uomo una maggiore conoscenza di sé stesso e della verità, e dà all’uomo una maggiore comprensione delle intenzioni di Dio, consentendogli così di nutrire per Dio un amore più vero e più puro. Questi sono gli obiettivi di Dio nell’esecuzione dell’affinamento(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo tramite l’esperienza dell’affinamento l’uomo può possedere il vero amore”). “Negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’adorabilità di Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho iniziato a riflettere su me stesso. Ho visto che il mio amore per Dio era adulterato e che non mi ero autenticamente sottomesso a Lui. Le ultime due volte in cui ero stato arrestato non avevo ceduto a Satana durante le torture ed ero rimasto saldo nella mia testimonianza, quindi pensavo di possedere una certa statura, nonché fede e sottomissione a Dio. Tuttavia, quando sono stato più volte tentato e attaccato da Satana, è venuta alla luce la mia vera statura. La mia capacità di rimanere saldo in passato non era la mia reale statura, ma alla fede e al coraggio che le parole di Dio mi avevano dato. Stavolta avevo capito che Dio esercita davvero la Sua saggezza sulla base degli inganni di Satana. Satana ha fatto ricorso a ogni tipo di tranello per farmi arrestare e torturare, per sconfiggermi completamente e indurmi a tradire Dio, ma Dio ha usato quelle situazioni per aiutarmi a vedere i miei difetti e a capire le mie mancanze, e la mia fede e la mia autentica sottomissione sono state perfezionate attraverso quelle lunghe prove. Non mi sentivo più così negativo e infelice dopo aver compreso le sincere intenzioni di Dio, e ho preso la decisione di imitare l’esempio di Pietro, di seguire le orchestrazioni di Dio in ogni cosa e, qualunque persecuzione o avversità avessi dovuto affrontare, di compiere il mio dovere, condividere il Vangelo e rendere testimonianza a Dio.

In oltre vent’anni, sono stato brutalmente arrestato, perseguitato e torturato dal Partito Comunista, costretto a fuggire di casa e a vedere la mia famiglia distrutta, e a volte mi sono sentito debole. Le parole di Dio mi hanno dato ogni volta la forza e mi hanno permesso di arrivare fino a oggi. Attraverso queste persecuzioni e avversità ho sperimentato alcune sofferenze fisiche, ma mi sono anche avvicinato a Dio. Ho inoltre acquisito una reale comprensione della saggezza, dell’onnipotenza, dell’amore e della salvezza di Dio. Ho visto chiaramente che il Partito Comunista è un demone satanico avverso a Dio. Mi sono completamente ribellato a esso, l’ho abbandonato e ho acquisito la determinazione a seguire Dio. Ringrazio Dio dal profondo del cuore per aver predisposto tutto questo per me, permettendomi di guadagnare i tesori più preziosi che esistano nella vita.

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