Cosa c’era dietro gli attacchi dei miei parenti
Mio padre era un preside scolastico e parlava spesso di materialismo sia scuola che a casa. Ci ha insegnato che la felicità dipendeva dal nostro duro lavoro, che dovevamo applicarci per distinguerci e onorare i nostri antenati. Guidati dalle parole dei nostri genitori e dal loro esempio, io e i miei fratelli abbiamo sempre lavorato sodo. Siamo diventati commercianti e funzionari e abbiamo avuto un modesto successo. Nella primavera del 2007, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Leggevo le parole di Dio ogni giorno, condividevo con i miei fratelli e sorelle regolarmente, e ho acquisito una certa comprensione della sovranità di Dio. Queste parole mi hanno particolarmente colpita: “Dio ha creato questo mondo, ha creato il genere umano ed è stato, inoltre, l’architetto dell’antica cultura greca e della civiltà umana. Solo Dio consola questa umanità, e solo Dio Si prende cura di questa umanità notte e giorno. Lo sviluppo e il progresso umano non sono separabili dalla sovranità di Dio, e la storia e il futuro dell’umanità sono inestricabilmente vincolati ai disegni di Dio. Se sei un autentico cristiano, allora sicuramente crederai che il sorgere e il tramontare di ogni paese o nazione avvengano conformemente ai disegni di Dio. Dio solo conosce il destino di un paese o di una nazione e Dio solo controlla il corso dell’intera umanità. Se l’umanità desidera avere un buon destino, se un paese desidera avere un buon destino, allora l’uomo deve prostrarsi dinanzi a Dio in adorazione, pentirsi e confessarsi davanti a Dio, altrimenti il fato e il destino dell’uomo saranno un’inevitabile catastrofe” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”). Le parole di Dio mi hanno illuminato il cuore. Dio è il Creatore, ed è Lui che ha guidato e sostenuto l’uomo fino a oggi. Inoltre, Egli governa i nostri destini. Solo adorando Dio, pentendoci di fronte a Lui e accettando la Sua salvezza possiamo avere un buon destino. Ho anche imparato che il Salvatore, Dio Onnipotente, è venuto negli ultimi giorni per esprimere la verità e compiere l’opera di giudizio, per purificare e salvare completamente l’umanità, per liberarci dall’influenza di Satana e condurci alla bellissima destinazione che Dio ha preparato per noi, in modo che possiamo avere un buon destino e un buon esito. Mi sentivo davvero benedetta a poter accettare Dio Onnipotente e ho giurato a me stessa che avrei praticato bene la mia fede, perseguito la verità e svolto il dovere di un essere creato per ripagare l’amore di Dio.
Ma poi, mentre mi dedicavo al mio dovere con tutta me stessa, sono stata arrestata dal Partito Comunista. Un giorno di marzo del 2009, a mezzogiorno, la polizia si è presentata a un nostro incontro, ha preso tre delle mie sorelle e me e ci ha trattenute illegalmente in commissariato. Il capo della Pubblica Sicurezza mi ha urlato contro con ferocia: “Dicci quello che sai! Chi vi ha convertite? Chi è il leader della tua chiesa? Se parli, ti lascerò andare subito a casa. Ma se non collabori, con tutti i libri religiosi che abbiamo trovato a casa tua, possiamo sbatterti in prigione per cinque o sei anni!” L’espressione feroce del suo volto mi dava le palpitazioni. Non avevo idea di come mi avrebbero trattata. Ho subito detto una preghiera, chiedendo a Dio di vegliare su di me, di darmi fede e forza e di permettermi di resistere. Dopo aver pregato, ho pensato a queste parole di Dio: “Coloro che sono al potere potranno sembrare malvagi dall’esterno, ma non abbiate timore, questo avviene perché avete poca fede. Purché la vostra fede cresca, nulla sarà troppo difficile” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 75”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. Tutto è nelle mani di Dio, senza eccezioni. Quel capo della Pubblica Sicurezza aveva un aspetto minaccioso, ma anche lui era nelle mani di Dio. Era uno strumento al servizio di Dio. Non lui, ma solo Dio aveva voce in capitolo sul fatto che sarei stata condannata o meno. Non potevo arrendermi di fronte ai suoi soprusi. Hanno visto che non avrei parlato, così hanno rinchiuso me e le altre tre in un centro di detenzione con l’accusa di aver turbato l’ordine sociale.
Una mattina, all’improvviso, ho sentito qualcuno urlare il mio nome. Il cuore mi è saltato in gola. Intendevano interrogarmi di nuovo? Lo avevano già fatto e non avevo detto nulla. Mi chiedevo se avrebbero usato tattiche ancora più crudeli nei miei confronti. Spaventata, ho pregato Dio in silenzio e pian piano sono riuscita a calmarmi. La polizia mi ha portata in una grande stanza. Appena entrata ho visto mio padre e mi sono sentita mancare. Perché lo avevano convocato lì? Si era sempre opposto alla mia fede, quindi come mi avrebbe trattata ora che ero stata arrestata? Prima che potessi dire qualcosa, mio padre ha alzato una mano e mi ha colpita tre volte alla testa. Avevo le vertigini e vedevo le stelle. Mi ha detto duramente: “Ti avevo proibito di avere fede, ma tu hai insistito, e ora che sei stata arrestata il mio nome è stato trascinato nel fango! Di’ loro tutto ciò che sai sulla tua fede. La polizia ha detto che ti lascerà andare non appena avrai confessato, mentre se non lo fai ti daranno una pesante condanna!” Il volto invecchiato di mio padre mi ha procurato una fitta al cuore. Aveva quasi 80 anni e la sua reputazione era sempre stata la cosa più importante per lui. Come avrebbe potuto sopportare una mia condanna? Poi, improvvisamente, si è inginocchiato. Con le lacrime agli occhi, ha detto: “Quando tua madre lo ha saputo, si è ammalata. È costretta a letto in casa, con una flebo. Di’ loro quello che sai e torna a casa con me!” Di fronte a tutto questo, non sono riuscita a trattenere le lacrime. Fin dai tempi antichi, solo i figli si inginocchiano davanti ai genitori, mai il contrario. Ho pensato alle difficoltà che i miei genitori avevano sopportato per crescermi, a come mi avevano aiutata con i miei figli. Dovevano ancora preoccuparsi per me a un’età così avanzata. Non avrebbero affrontato un tale dolore e tormento se io non fossi stata una credente. Mi sentivo in debito con loro, stavo malissimo. Poi, ho capito di non essere nello stato giusto. Ho detto una rapida preghiera: “Dio! Questa situazione è dolorosa per me. Mi sento debole e in debito con i miei genitori. Non so cosa fare. Ti prego di illuminarmi e di guidarmi affinché possa capire la Tua volontà e rimanere forte”. Dopo aver pregato, ho pensato subito a ciò che mi ero ripromessa di fare davanti a Dio: essere forte nella mia fede, seguirLo e cercare sempre di amarLo. In quel momento sono tornata in me. Ho anche pensato alle parole di Dio: “Gli esseri umani sono forse incapaci di accantonare la loro carne per questo breve periodo? Quali cose possono scindere l’amore fra uomo e Dio? Chi è in grado di separare l’amore fra uomo e Dio? Forse genitori, mariti, sorelle, mogli o un affinamento doloroso? I sentimenti di coscienza possono forse spazzare via l’immagine di Dio nell’uomo? Il debito di uno verso l’altro e le azioni reciproche sono opera dell’uomo? Può l’uomo porvi rimedio? Chi è in grado di proteggere se stesso? Le persone sono capaci di provvedere a se stesse? Chi è forte nella vita? Chi è in grado di abbandonarMi e vivere per conto suo?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 24 e 25”). Le parole di Dio mi hanno colmata di rimorso. Il mio stesso respiro mi è stato donato da Dio, e Lui mi fornisce tutto ciò di cui ho bisogno per sopravvivere. Ero vissuta fino a quel giorno solo perché Dio Si è preso cura di me e mi ha protetta in silenzio. Ha disposto tutto per guidarmi a venire davanti a Lui e ad accettare la Sua salvezza. L’amore di Dio è così grande! Non potevo tradire Dio per paura di ferire i miei genitori. Inoltre, la loro salute era nelle mani di Dio e ogni mia preoccupazione era inutile. Erano tristi e addolorati a causa dell’oppressione del Partito Comunista. Se avessero saputo vedere la malvagità del Partito, non avrebbero sentito di aver perso la faccia e Satana non sarebbe stato in grado di ingannarli. A questo pensiero, non mi sentivo più così turbata. Ho giurato di rimanere salda nella mia testimonianza, anche se fossi finita in prigione. Mi sono asciugata le lacrime e ho aiutato mio padre ad alzarsi. Poi, cinque o sei agenti sono venuti e mi hanno circondata. Ho detto loro: “Non so nulla”. Uno mi ha fissato e ha detto: “Vi restano cinque minuti”. Mio padre era arrabbiatissimo. Mi ha schiaffeggiata ancora, si è inginocchiato e ha detto: “Se non parli, resterò in ginocchio qui davanti a te fino alla morte! Il Partito non ammette credenze religiose: come osi contrastarlo? Sbrigati a confessare! Così potremo tornare a casa”. Allora ho capito che si trattava di un trucco della polizia. Volevano che mio padre mi spingesse a comportarmi da giuda e a vendere gli altri. Quei poliziotti sono così infidi! Ero arrabbiata e indignata. Ho aiutato mio padre a rialzarsi e cinque o sei agenti mi hanno di nuovo circondata per farmi parlare. Li ho guardati e con calma ho detto: “Non so nulla”. In quel momento, il telefono di mio padre ha squillato e lui ha fatto rispondere me. Dall’altro lato della linea, mia madre ha imprecato e detto: “Mi condurrai alla morte! Il governo non permette la fede, ma tu insisti. Non puoi sperare di combatterli! Di’ loro quello che sai e torna a casa! Cosa faremo se sarai condannata? Come farà tuo figlio a trovare moglie? E anche noi verremo umiliati. Pensa a noi!” In lacrime, ho riagganciato e ho guardato mio padre uscire trascinando i piedi. Tornata nella mia cella, ho di nuovo pensato a mia madre, malata e costretta a letto. Se le fosse successo qualcosa di terribile, non sarei stata accanto a lei. Più ci pensavo, più mi sentivo male. Non riuscivo a trattenere le lacrime. È stato allora che mi sono resa conto che i miei affetti erano il mio tallone d’Achille. Ho pregato Dio con tutta me stessa. Gli ho chiesto di guidarmi a prendere posizione, a non vivere in base alle emozioni. Mi sono ricordata di queste Sue parole: “Perché è così difficile per le persone separarsi dall’emozione? Farlo va forse oltre i criteri della coscienza? La coscienza può compiere la volontà di Dio? L’emozione può aiutare le persone a superare le avversità? Agli occhi di Dio, l’emozione è Sua nemica: non è stato forse affermato chiaramente nelle parole di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 28”). Le parole di Dio mi hanno aperto gli occhi. Le emozioni sono il nemico di Dio e la più grande barriera alla pratica della verità. Quando viviamo secondo le emozioni, ci allontaniamo da Dio e Lo tradiamo. Ero impantanata nei sentimenti che provavo per i miei genitori. Credevo che non essere loro devota fosse un’offesa terribile e mi rendesse una cattiva figlia. Quando ho visto quanto erano tristi e sconvolti per il mio arresto, mi sono sentita in debito con loro, come se, nonostante avessero faticato tanto per crescermi, io non li avessi ripagati e li facessi addirittura soffrire per me. Avevo molto a cuore la gentilezza dei miei genitori, ma dimenticavo che è Dio a darci la vita. Dio è la fonte della vita umana, ed è stato il Suo soffio vitale a sostenermi fino a oggi. È grazie alla guida e alla provvista di Dio che ho quello che ho. Dio ci ha dato così tanto senza mai chiedere nulla in cambio. Negli ultimi giorni, Dio Si è incarnato di nuovo per salvare l’umanità, sopportando grandi umiliazioni, ed è stato anche braccato e oppresso dal Partito Comunista. Dio ha dato tutto per l’umanità, il Suo amore è così grande! È Dio che dobbiamo adorare ed è a Lui che dobbiamo obbedire. La cura dei miei genitori per me avrebbe potuto migliorare la mia vita materiale, ma loro non potevano offrirmi la verità. Non potevano salvarmi dalla corruzione di Satana né darmi una buona destinazione e un buon esito. Se avessi venduto gli altri e tradito Dio solo per assecondare i desideri dei miei genitori, non sarei stata in debito con loro, ma Dio mi avrebbe disprezzata e avrei perso per sempre la Sua salvezza. A quel punto ho capito che Satana stava usando l’amore che avevo per i miei genitori per indurmi in tentazione, per farmi infine allontanare da Dio, tradirLo, perdere la mia possibilità di salvezza, precipitare all’inferno ed essere anch’io distrutta. Non potevo cadere nel tranello di Satana. Mi ricorda Pietro, che aveva dei princìpi e prese posizione contro i suoi genitori. Rimase saldo nella sua fede e seguì il Signore Gesù, nonostante i loro tentativi di dissuaderlo. Alla fine, il suo amore per Dio trionfò su tutto ed egli ottenne l’approvazione di Dio. È davvero motivante per me!
Il quinto giorno, la polizia mi ha fatto leggere tre lettere, scritte da mia madre, mia figlia e mio figlio. Mio figlio scriveva: “Mamma, in questi ultimi anni che ho passato nell’esercito, non vedevo l’ora che tutta la famiglia si riunisse. Non è stato facile per me ottenere un trasferimento e tornare, e tu ora sei in arresto. Senza di te a casa, mi sento come se il cielo mi fosse crollato addosso. Mamma, racconta alla polizia le tue cose di fede! Se vai in prigione, le mie prospettive di lavoro e di matrimonio saranno compromesse. Anche se non pensi a te stessa, dovresti almeno pensare a me…” A quel punto della lettera, non ho potuto fare a meno di piangere. Se la mia pena detentiva avesse davvero rovinato il futuro di mio figlio, non avrei saputo come guardarlo in faccia. Sicuramente mi avrebbe odiata. Mi sembrava che la strada della fede fosse piena di inciampi e che ogni singolo passo richiedesse una scelta. Ho pregato Dio nel mio cuore: “O Dio, sono molto addolorata e mi sento debole. Ti prego, veglia sul mio cuore e rafforza la mia fede”. Quando sono tornata in cella, una sorella ha visto quello che stavo passando e mi ha richiamata a non cadere nei tranelli di Satana. È stato un campanello d’allarme per me. Ho pensato a come, in ogni momento, Satana ricorra a mezzi di ogni sorta per irretirci e indurci a tradire Dio. Nel momento in cui abbassiamo la guardia, possiamo cadere nella trappola di Satana. Dobbiamo continuare ad acquietare i nostri cuori davanti a Dio, a pregare e ad affidarci a Lui per discernere i tranelli di Satana, ottenere la protezione di Dio e rimanere saldi. Quella notte non sono riuscita a dormire, e ho pregato Dio in silenzio. Ho rammentato queste Sue parole: “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per il Suo ordinamento, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Proprio così. Per tutta la vita, i nostri destini sono stabiliti da Dio e nessuno può cambiarli. Non potevo controllare che tipo di lavoro o di matrimonio avrebbe avuto mio figlio in futuro. Per quanto tenessi in considerazione i miei figli, non potevo cambiare il loro destino, e anche il fatto che sarei finita in prigione o meno era determinato da Dio. Non potevo evitarlo solo perché lo volevo. Quello che dovevo fare era affidare tutto a Dio e sottomettermi alla Sua sovranità. Poi, ho pensato a un altro passo delle parole di Dio. “Devi patire privazioni per la verità, dare te stesso alla verità, sopportare umiliazioni per la verità e, per ottenerne di più, devi subire ulteriori sofferenze. Questo è ciò che dovresti fare. Non devi gettare via la verità per una vita pacifica in famiglia, e non devi perdere la dignità e l’integrità della tua vita per un momentaneo godimento. Dovresti perseguire tutto ciò che è bello e buono, e cercare un cammino di vita che sia più significativo. Se conduci un’esistenza così mediocre e non persegui alcun obiettivo, non stai sprecando la tua vita? Che cosa puoi guadagnare da una vita del genere? Dovresti rinunciare a tutti i piaceri della carne per il bene di una verità, e non dovresti gettare via tutte le verità per il bene di un po’ di divertimento. Persone simili non hanno alcuna integrità né dignità; non vi è alcun significato nella loro esistenza!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. Come credenti, l’unico modo per ottenere l’approvazione di Dio è perseguire la verità e compiere il dovere di un essere creato. Solo questa può considerarsi una vita di valore, e qualsiasi sofferenza vale la pena per acquisire la verità. Se vendessi i miei fratelli e sorelle e la chiesa solo per soddisfare la mia famiglia, sarei un giuda che tradisce Dio. Sarebbe la più grande delle umiliazioni e Dio mi maledirebbe per questo. Anche con una famiglia felice e una vita confortevole, tutto sarebbe vuoto e privo di significato, e io non sarei altro che un cadavere ambulante. A questo pensiero, ero ancora più decisa a seguire Dio. Indipendentemente dalle tattiche usate dai poliziotti, avrei testimoniato Dio e svergognato Satana!
Il sesto giorno, la polizia mi ha portata nella sala principale, dove ho trovato mio zio, mio marito, mio figlio e mia figlia. I miei figli mi hanno abbracciata e mi hanno detto in lacrime: “Mamma, torna a casa!” Mio marito se ne stava in disparte a piangere. Poi mio zio, in lacrime, mi ha detto: “Lingmin, la polizia ha detto che puoi tornare a casa non appena confessi loro qualcosa e che non dovrai scontare alcuna pena. Il futuro di tuo figlio sarà rovinato se vai in prigione. Questo distruggerà la famiglia! Dammi retta e confessa alla polizia!” In quel momento, il mio cuore era sereno. Sapevo che le pressioni della mia famiglia celavano le trame di Satana, e che se avessi rivelato anche solo una piccola cosa, mi avrebbero costretta a confessare molto di più e tanti altri sarebbero stati arrestati. Alla luce di questo, ho risposto: “Come credente, sto percorrendo la retta via nella vita. Non ho fatto nulla di illegale, quindi non ho nulla da confessare. Andate a casa”. Mentre tornavo in cella, pensavo alla polizia che usava ripetutamente i miei cari per tentarmi, per costringermi a vendere i miei fratelli e sorelle e a tradire Dio. Il Partito Comunista è così vile! Sono dei demoni avversi a Dio! Dopo di che, un agente mi ha convocata nell’ufficio e mi ha detto compiaciuto: “Com’è andato l’incontro con la tua famiglia?” Vederlo gioire di quella terribile situazione mi ha fatta talmente infuriare che ho estratto quelle tre lettere dalla tasca, le ho strappate, le ho gettate sul tavolo e ho detto: “Sono una credente e una persona onesta. Non ho fatto nulla di male. Perché li avete spinti a farmi pressioni? Quale legge ho infranto?” Poi me ne sono andata. La mia capacità di affrontare con calma l’interrogatorio della polizia era tutto merito della forza che Dio mi dava.
La mattina del 14° giorno, il capo dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza mi ha convocata nell’ufficio. Non era più sprezzante; al contrario, si è finto preoccupato e mi ha chiesto della mia famiglia. Ha tentato di indurmi a vendere i miei fratelli e sorelle con discorsi molto elaborati. Ho pregato Dio nel mio cuore senza sosta, chiedendoGli di proteggermi dal cadere nel tranello di Satana. Il capo ha parlato a lungo. Alla fine, vedendo che non dicevo nulla, si è infuriato e ha urlato con violenza: “Sarò sincero con te. Abbiamo trovato così tanti libri religiosi in casa tua che è il caso più eclatante della città. Se non parli, finirai sicuramente in prigione!” Ma, qualunque cosa dicesse, io pregavo Dio in silenzio e giuravo a me stessa che non avrei mai condiviso informazioni sugli altri e non avrei mai tradito Dio, neanche se fossi stata condannata. Dopo quindici giorni, hanno capito che non avrebbero ottenuto nulla da me e mi hanno rimandata a casa. Dopo il mio ritorno a casa, la mia famiglia ha continuato a opporsi alla mia fede. Sapevo che era tutta colpa delle menzogne e dell’oppressione del Partito Comunista. Ho pregato e giurato che avrei seguito Dio fino alla fine, per quanto difficile fosse. Poi, mi è tornato in mente un inno esperienziale: “Progredire sul cammino dell’amore per Dio”.
1 Non mi preoccupo di quanto arduo possa essere il cammino della fede, la mia unica missione è fare la volontà di Dio; tanto meno mi interessa se in futuro riceverò benedizioni o subirò disgrazie. Ora che sono determinato ad amare Dio, resterò fedele fino alla fine. Non importa quali pericoli o difficoltà siano in agguato alle mie spalle, e non importa come finirò; per accogliere il giorno di gloria di Dio, seguo da vicino le Sue orme, sforzandomi di andare sempre avanti.
[…]
Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi
Cantavo quell’inno in continuazione e mi sentivo davvero ispirata. Sapevo che il cammino di fede sarebbe sempre stato accompagnato dalla persecuzione del Partito e che probabilmente in futuro sarei stata arrestata di nuovo o addirittura condannata. Ma ero certa che quella fosse la vera via, ed ero pronta a seguire Dio fino alla fine. Per un po’ di tempo non ho potuto contattare i fratelli né vivere la vita della chiesa. Così, mi sono nutrita delle parole di Dio e mi sono munita della verità in casa e ho condiviso il Vangelo con la mia famiglia. Mio marito e mia figlia sono diventati credenti. Ci riunivamo e ci nutrivamo delle parole di Dio in famiglia. Un anno dopo, sono tornata in contatto con i fratelli e le sorelle e ho iniziato a svolgere un dovere. Ero davvero grata a Dio.
Per tutto il tempo, durante l’oppressione e l’arresto da parte del Partito Comunista e gli attacchi della mia famiglia, sono state l’illuminazione e la guida delle parole di Dio a farmi superare ogni cosa, passo dopo passo. Per quanto difficile possa essere il cammino che mi aspetta, seguirò Dio fino alla fine.
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