Il motivo per cui non sapevo comportarmi onestamente

19 Dicembre 2022

di Xiaofan, Cina

Quando ho iniziato a supervisionare l’irrigazione dei nuovi arrivati, la mia collaboratrice, sorella Zhang, parlava spesso di dottrina, esaltava se stessa e si metteva in mostra durante le riunioni, e molti problemi di lavoro non venivano risolti in modo tempestivo. Ho segnalato il comportamento di sorella Zhang ai leader che, dopo aver indagato sulla situazione, hanno stabilito che non era adatta al ruolo di supervisore e l’hanno rimossa. In seguito, ho anche trasferito alcuni membri non adatti al gruppo, e ho condiviso con i fratelli per risolvere i problemi che avevano nei loro doveri. Due mesi dopo, il lavoro era migliorato e tutti erano attivi nei loro doveri. Una volta, i leader ci hanno scritto che eravamo migliorati nell’irrigazione dei neofiti. Anche secondo le sorelle mie collaboratrici lavoravo bene e sapevo risolvere i problemi pratici dei miei fratelli. Quando erano in difficoltà, si rivolgevano spesso a me. L’approvazione dei leader per il mio lavoro e la stima e l’ammirazione delle mie collaboratrici mi rendevano molto felice. Ho pensato: “A quanto pare, possiedo alcune realtà della verità e so svolgere lavoro pratico”. Lentamente, la mia autostima ha iniziato a crescere. Pensavo che, essendo il supervisore e, tra le mie collaboratrici, la capogruppo, dovevo essere più brava degli altri a risolvere i problemi.

All’epoca, ero responsabile principalmente del lavoro di un gruppo. Incontravo spesso i membri e condividevo con loro per risolvere i problemi e le deviazioni nel lavoro, che ben presto è migliorato in modo significativo. Invece, i gruppi supervisionati dalle mie collaboratrici non miglioravano affatto, soprattutto quello supervisionato da sorella Li, i cui membri non sapevano collaborare bene né risolvere i problemi. Sorella Li era molto in ansia, e mi ha chiesto: “In che modo hai condiviso con loro? Come hai fatto a ottenere risultati così buoni?” Ho risposto descrivendo nel dettaglio i miei metodi. Quando ho finito, ho ricordato di un fratello dall’indole arrogante che non sapeva collaborare con gli altri. Non avevo ancora risolto del tutto il problema e dovevo cercare e condividere con gli altri. Ma poi ho pensato: “Sono il capogruppo, un modello per tutti; se dico che non so risolvere un problema, cosa penseranno di me le mie sorelle? Ho appena parlato con tale soddisfazione: come posso non saper risolvere un problema? Non mi guarderanno dall’alto in basso?” Alla fine, non ho avuto il coraggio di sollevare la questione. Da allora, diverse volte, discutendo con loro di lavoro, ho parlato sempre di come risolvevo i problemi e dei risultati che ottenevo, ma non menzionavo mai i problemi irrisolti. Di conseguenza, le mie due collaboratrici mi stimavano e mi ritenevano capace di risolvere i problemi. Hanno persino detto: “Tu capisci la verità e ne possiedi le realtà”. All’epoca, ero poco consapevole, quindi ho semplicemente detto che c’erano anche problemi che non sapevo risolvere, nient’altro.

In seguito, c’era un gruppo che lavorava in modo inefficace, e i fratelli avevano delle difficoltà nei loro doveri. Allora, sorella Li mi ha detto: “Ho condiviso con il gruppo più volte, ma non riesco ancora a risolvere i loro problemi. Ora mi sento molto negativa”. Questo mi ha demoralizzata e messa molto a disagio, perché anch’io avevo condiviso diverse volte con quel gruppo, ma non avevo risolto i problemi. In quel momento, mi sentivo impotente; ero convinta di aver fatto del mio meglio, e non capivo perché i problemi restassero irrisolti. Volevo parlare del mio stato ma, quando ho visto sorella Li così negativa, ho pensato che, se avessi parlato anche delle mie difficoltà in quel momento, avrei potuto diffondere negatività. Inoltre, ero la capogruppo. Quando avevamo dei problemi, dovevo sopportare, tenere duro e non diventare negativa. Allora, sorella Li mi ha chiesto: “Come dovrei affrontare queste difficoltà?” Non sapevo cosa rispondere. Non avevo un percorso e non avevo idea di come comportarmi. Ma, per mantenere la mia buona immagine ai loro occhi, mi sono fatta coraggio e ho detto: “In difficoltà come queste, dobbiamo affidarci a Dio. Per Noè fu difficile costruire l’arca, ma lo fece affidandosi a Dio. Come Noè, anche noi dobbiamo affrontare i problemi a testa alta”. Poi, ho parlato delle volte in cui in passato avevo avuto problemi nel mio dovere, e di come avevo guidato tutti a superare le difficoltà e a ottenere buoni risultati. Alcune sorelle prive di discernimento mi hanno persino lodata per la mia esperienza, ma io non ero affatto contenta. Non avevamo ancora risolto le difficoltà del nostro recente lavoro: non stavo forse ingannando le persone con le mie parole? Ma mi sono consolata pensando: “Che altro potevo fare se non dire questo? Come capogruppo, cos’altro posso fare? Devo resistere a prescindere!” Anche se non volevo, ho detto: “Mi occupo io del problema”. Non avevo la minima idea di come gestirlo. Mi sentivo schiacciata sotto il peso di una montagna, senza via di scampo, ma non osavo aprirmi e condividere con le mie sorelle. A quel punto, sorella Li ha detto: “I recenti problemi del nostro lavoro non sono stati risolti. Non dovremmo rifletterci su?” Sorella Xin ha aggiunto: “Per tutto questo tempo, ti abbiamo ammirata. Convinte che tu capissi la verità e sapessi risolvere i problemi, ci siamo affidate a te per tutto. Il nostro stato non è corretto”. Poi, sorella Li ha detto: “È vero. Durante il periodo in cui abbiamo lavorato con te, raramente hai parlato della tua corruzione. Menzioni solo il tuo ingresso positivo. Ma in un momento come questo, in cui abbiamo tanti problemi e difficoltà nel nostro lavoro, noi due siamo in uno stato negativo, mentre tu non hai mostrato debolezza. Stai forse fingendo?” A queste sue parole, il mio cuore è sprofondato. Tutto questo dipendeva davvero dal fatto che fingevo? Ero ancora piuttosto confusa, e mi sono detta: “Sono la capogruppo. Se mi apro e dico che mi sento debole, non diffonderò negatività? Come in guerra: se i generali cadono, i soldati non saranno sconfitti più velocemente?” Ma poi ho pensato che, dato che le mie collaboratrici mi ammiravano e le avevo condotte al mio cospetto, doveva esserci un problema nel cammino che avevo intrapreso. Sapevo di dover riflettere su me stessa. In quel momento, sono inoltre venuta a sapere che molti altri erano in uno stato negativo e sul punto di cedere, e questo stava compromettendo gravemente il lavoro. Di fronte a quei problemi, mi sentivo molto negativa. Al momento, non sapevo risolvere alcun problema pratico. Non ero all’altezza di un incarico così importante. Continuando così, avrei solo ostacolato il lavoro della casa di Dio. Alla fine, non ce la facevo più, così ho presentato le mie dimissioni ai leader.

Dopo averlo fatto, ho iniziato a riflettere su me stessa: “Perché non so aprirmi e condividere sui miei problemi e sulle mie difficoltà? Perché fingo sempre? Perché non riesco a essere sincera?” In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio e acquisito comprensione di me stessa. Dio dice: “Sapete chi sono veramente i farisei? Ci sono dei farisei intorno a voi? Perché queste persone sono chiamate ‘farisei’? Come si descrivono i farisei? Sono persone ipocrite, completamente false, e che mettono su una recita in tutto ciò che fanno. Che tipo di recita mettono su? Fingono di essere buone, gentili e positive. È così che sono in realtà? Assolutamente no. Dato che sono ipocrite, tutto ciò che si manifesta e si rivela in loro è falso; è tutta finzione, non è il loro vero volto. Dov’è celato il loro vero volto? Nel profondo dei loro cuori, costantemente invisibile agli altri. Tutto ciò che manifestano all’esterno è una recita, è tutto falso, ma possono ingannare solo le persone; non sono in grado di ingannare Dio. Se le persone non perseguono la verità, se non mettono in pratica e non sperimentano le parole di Dio, allora non possono veramente capire la verità; e quindi, per quanto bene possano suonare, le loro parole non sono la realtà della verità, ma parole di dottrina. Alcuni si concentrano solo sulla ripetizione di parole di dottrina, scimmiottano chi predica i sermoni più elevati, con il risultato che in pochi anni la loro citazione di parole di dottrina diventa sempre più elevata, e sono ammirati e venerati da molte persone; dopo di che iniziano a fingere, e prestano grande attenzione alle proprie parole e azioni, mostrandosi particolarmente pii e spirituali. Si servono di queste cosiddette teorie spirituali per camuffarsi. Ovunque vadano, non parlano d’altro che di questo, cose pretestuose che si conformano alle nozioni delle persone ma che sono del tutto prive della realtà della verità. E predicando queste cose, che sono in linea con le nozioni e i gusti degli uomini, irretiscono molte persone. Agli occhi degli altri, persone di questo tipo sembrano molto devote e umili, ma ciò in realtà è falso; sembrano tolleranti, pazienti e amorevoli, ma in realtà è una messinscena; dichiarano di amare Dio, ma in realtà è una recita. Gli altri sono convinti che tali persone siano sante, ma in realtà fingono. Dove è possibile trovare qualcuno che sia veramente santo? La santità dell’uomo è tutta una farsa. È tutta una recita, una finzione. Esteriormente sembrano fedeli a Dio, ma in realtà stanno solo recitando per farsi vedere dagli altri. Quando nessuno guarda, non sono minimamente leali, e tutto ciò che fanno è superficiale. Apparentemente, si sacrificano per Dio e hanno rinunciato alla famiglia e alla carriera. Ma cosa stanno facendo in segreto? Conducono la loro impresa personale e gestiscono la loro personale operazione all’interno della Chiesa, approfittando della Chiesa e rubando le offerte di nascosto con il pretesto di star lavorando per Dio… Queste persone sono i moderni, ipocriti farisei(“Sei indicatori di crescita nella vita” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio rivelano molto chiaramente l’essenza dei farisei. I farisei fingevano e ingannavano gli altri in tutto ciò che facevano. Usavano le buone azioni esteriori per fuorviare le persone e indurle ad ammirarli. Ho riflettuto: mi ero comportata esattamente come i farisei. Da quando ho iniziato a supervisionare l’irrigazione, vedendo che il lavoro del gruppo procedeva regolarmente ed era più efficace, e che i leader e le mie collaboratrici mi ammiravano, sentivo di comprendere la realtà della verità meglio degli altri, e inconsapevolmente ho sviluppato un’enorme autostima. Pensavo che, in quanto supervisore, dovevo essere più forte degli altri e mai negativa, ed essere un esempio per i miei fratelli e sorelle; così, mi sono camuffata e ho finto in tutto ciò che facevo. Quando sorella Li era in difficoltà e si rivolgeva a me per una soluzione, facevo finta di capire quando non era vero e mi costringevo a rispondere con parole di dottrina, per convincere alcune sorelle che comprendessi la verità e ne possedessi le realtà. Quando avevo difficoltà e non riuscivo a risolverle, mi sentivo molto depressa, ma temevo che i miei fratelli vedessero la mia debolezza, così fingevo di essere forte, inducendo le mie collaboratrici ad ammirarmi e a ritenermi di maggiore levatura e in grado di risolvere qualsiasi problema. Per garantirmi una buona immagine e un elevato prestigio agli occhi dei miei fratelli, non parlavo mai della mia corruzione e sopportavo tutto, per quanto difficile fosse. Mi sforzavo di simulare e di camuffarmi e ho confuso e ingannato gli altri con una dottrina da manuale. Così, non solo non ho risolto i miei problemi e le mie difficoltà, ma soprattutto ho ostacolato il lavoro della casa di Dio. Stavo danneggiando gli altri e me stessa! Percorrevo il cammino dei farisei ipocriti. Solo allora ho capito veramente ciò che Dio ha detto: “Essere una persona ordinaria ha un significato; si può vivere senza ansie, con gioia e serenità. Questa è la strada giusta nella vita. Se si vuole sempre essere qualcuno di eccezionale, una spanna sopra gli altri, allora ci si getta in pasto ai lupi, ci si caccia in un tritacarne e ci si complica la vita(“Vogliono ritirarsi quando non c’è prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni” in “Smascherare gli anticristi”). Le parole di Dio sono così reali. Voler sempre essere ammirati dagli altri ed essere superiori porta solo a farsi manipolare da Satana e a vivere nel dolore. Solo rinunciando alla fama e al prestigio, cercando di essere persone sincere, ordinarie e con i piedi per terra, possiamo comportarci con libertà e indipendenza e provare pace e sicurezza.

Riflettendo, ho capito che il mio punto di vista era sbagliato. Pensavo che parlare delle mie debolezze e difficoltà significasse diffondere negatività, quindi non osavo aprirmi. In realtà, non capivo cosa significasse aprirsi e cosa diffondere negatività. Avevo confuso i concetti. In seguito, ho cercato i passi pertinenti della parola di Dio di cui nutrirmi. La parola di Dio dice: “Prima di tutto, consideriamo come si deve capire e identificare l’emanazione di negatività, come si deve distinguere la negatività delle persone, quali loro osservazioni e manifestazioni emanano negatività. In particolar modo, la negatività che le persone emanano non è positiva, è qualcosa di avverso e in contraddizione con la verità, è un prodotto dalla loro indole corrotta. Avere un’indole corrotta rende difficoltoso mettere in pratica la verità e obbedire a Dio; e, a causa di queste difficoltà, vengono rivelati nelle persone pensieri e altri elementi negativi. Queste cose vengono prodotte nelle situazioni in cui le persone cercano di praticare la verità; sono pensieri e punti di vista che le influenzano e ostacolano quando cercano di praticare la verità, e sono cose completamente negative. Per quanto in linea con le nozioni dell’uomo e per quanto ragionevoli sembrino questi pensieri negativi, essi non provengono dalla comprensione delle parole di Dio, e tanto meno derivano dall’esperienza e dalla conoscenza delle parole di Dio. Al contrario, sono prodotti della mente umana, e non sono affatto in linea con la verità; sono, quindi, cose negative e avverse. L’intenzione delle persone che emanano negatività è quella di trovare molte ragioni oggettive alla loro incapacità di praticare la verità, in modo da guadagnarsi la solidarietà e la comprensione degli altri. In varia misura, questo comportamento influenza e compromette la spinta delle persone a mettere in pratica la verità, e può persino impedire a molte di loro di riuscirci. Tali conseguenze e impatti avversi sono un’ulteriore conferma di come queste cose negative debbano definirsi avverse, in opposizione a Dio e completamente ostili alla verità. Alcune persone sono cieche all’essenza della negatività, e pensano che una negatività frequente sia normale, che non influisca troppo sulla loro ricerca della verità. Questo è sbagliato; in realtà, ha un’enorme influenza e, se diventa eccessiva da sopportare, la negatività può facilmente trasformarsi in tradimento. Questa terribile conseguenza non è causata da altro che dalla negatività. Quindi, come si deve identificare e comprendere l’emanazione di negatività? Per dirla in modo semplice, emanare negatività equivale a ingannare le persone e a impedire loro di praticare la verità; è l’uso di tattiche sottili, di metodi apparentemente normali, per ingannare le persone e indurle a mettere il piede in fallo. Questo è dannoso per loro? È, in effetti, estremamente dannoso per loro. Dunque, emanare negatività è qualcosa di avverso, e Dio lo condanna; questa è l’interpretazione più semplice dell’emanazione di negatività. […] La negatività non contiene forse la ribellione, l’insoddisfazione, le lamentele e il risentimento delle persone? E, oltre a queste, anche cose molto gravi come l’opposizione, la resistenza e persino la contestazione. I commenti che contengono questi elementi possono essere definiti come trasudanti negatività(La Parola appare nella carne, Vol. 4: Responsabilità di leader e lavoratori). “‘Condividere e fare comunione sulle esperienze’ significa condividere sulle tue esperienze e sulla tua conoscenza delle parole di Dio, parlare di ogni pensiero presente nel tuo cuore, della tua condizione, nonché dell’indole corrotta che si manifesta in te, e permettere agli altri di acquisirne discernimento, per poi risolvere il problema attraverso la comunione sulla verità. Solo quando le esperienze vengono condivise in questo modo, tutti ne traggono beneficio e ne ricavano molto; soltanto questa è la vera vita della chiesa(“La pratica fondamentale per essere una persona onesta” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Leggere le parole di Dio mi ha fatto capire. Diffondere negatività significa esprimere, con motivazioni personali e un’indole corrotta, insoddisfazione per il lavoro della casa di Dio e incomprensioni e lamentele su Dio, e questo porta gli altri a sviluppare nozioni su Dio o addirittura a non voler seguire Dio né adempiere ai loro doveri. Per esempio, se qualcuno viene potato e trattato, potrebbe controbattere e lamentarsi, portando gli altri a sviluppare nozioni e incomprensioni su Dio. Questo è diffondere negatività. Mentre aprirsi significa essere sinceri. Non si tratta semplicemente di condividere la propria esperienza di pratica della verità. Ci si deve aprire anche sulla propria corruzione, su difficoltà, carenze, adulterazioni e intenzioni sbagliate nel proprio dovere, affinché tutti possano discernerle e analizzarle. Ci si apre allo scopo di cercare la verità per risolvere problemi e difficoltà, e per eliminare la propria indole corrotta. È una pratica positiva. Una volta capito questo aspetto della verità, mi sono aperta consapevolmente sulla mia corruzione e sulle mie mancanze nel dovere, e ho cercato la verità con i miei fratelli e sorelle per eliminarle. Lentamente, il mio stato ha iniziato a cambiare e sono diventata più efficiente nel mio dovere. In seguito, i miei leader hanno notato in me pentimento e conoscenza di me stessa, così mi hanno chiesto se volessi riprendere a supervisionare l’irrigazione dei nuovi arrivati. Ero commossa. Non pensavo che avrei avuto la possibilità di riprendere quel dovere. Ho fatto tesoro della grazia di Dio ed ero intenzionata ad adempiere alle mie responsabilità. In seguito, ho acquisito sempre più sicurezza nell’essere una persona sincera, e non mi sembrava così difficile aprirmi. Tempo dopo, sorella Xin mi ha detto: “Mi sembri leggermente cambiata adesso. È bello che pratichi sempre la verità aprendoti così”. Sentirglielo dire mi ha resa molto felice, e ho sentito che finalmente ero riuscita a cambiare. Ma i bei momenti non durano mai. Non molto tempo dopo, il mio problema è riemerso.

Alla fine di una riunione, ho chiesto agli altri se avessero domande. Una sorella ha detto che di recente aveva avuto problemi nel suo dovere e non sapeva cosa fare, e voleva il mio aiuto. In quel momento, non avevo alcuna idea valida, così ho chiesto un’opinione agli altri. Un fratello ha proposto una soluzione, tutti hanno fatto un cenno di assenso e anch’io l’ho capita. La sorella ha detto, felice: “La tua soluzione è perfetta. Perché non ci ho pensato io?” Volevo rispondere: “Non era venuta in mente neanche a me”. Ma poi ho pensato: “Sono il supervisore. Se lo dico, cosa penseranno gli altri di me? Che non sono brava come i miei fratelli e sorelle a gestire i problemi?” Così, mi sono presa il merito della proposta di quel fratello e ho aggiunto alcuni miei consigli dettagliati. Dopo la mia condivisione, la sorella ha detto: “Ora ho un percorso”. Questo mi ha fatta sentire un po’ in colpa, e ho pensato: “Non sto forse ingannando le persone? Perché sto di nuovo fingendo?” In seguito, ho iniziato a riflettere su me stessa, e mi sono nutrita di alcune parole di Dio relative al mio stato. La parola di Dio dice: “Che indole è quando si cerca sempre di apparire diversi, si dissimula, si finge in modo da farsi ammirare dagli altri e non si vedono i propri difetti e manchevolezze, quando si cerca sempre di presentare agli altri il proprio lato migliore? Si tratta di arroganza, falsità, ipocrisia, è l’indole di Satana, qualcosa di malvagio. Prendete i membri del regime satanico: a prescindere da quanto combattano, contendano o uccidano dietro le quinte, a nessuno è permesso di riferire o denunciare tutto ciò. Temono che gli altri vedano il loro volto demoniaco, e fanno di tutto per coprire la cosa. In pubblico si fanno belli in ogni modo, dicendo quanto amino la gente, quanto siano grandi, gloriosi e corretti. Questa è la natura di Satana. Le caratteristiche salienti della natura di Satana sono l’inganno e la falsità. E qual è lo scopo dell’inganno e della falsità di Satana? Raggirare le persone, impedire loro di vedere la sua essenza e ciò che è veramente, e così raggiungere lo scopo di prolungare il suo dominio. […] Satana usa metodi di ogni tipo per ingannare e raggirare le persone e prendersi gioco di loro, fornendo loro una falsa immagine. Ricorre persino all’intimidazione e alle minacce per suscitare nelle persone riverenza e paura, con l’obiettivo finale di indurle a sottomettersi a Satana e ad adorarlo. Questo è ciò che piace a Satana; questo è anche il suo obiettivo nel competere con Dio per conquistare le persone. Quindi, quando lottate per il prestigio e la reputazione tra le altre persone, per cosa state lottando? Lo fate davvero per la fama? No. In realtà state lottando per i vantaggi che la fama vi porta(“I principi che devono guidare il proprio comportamento” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Le persone che non si aprono mai, che nascondono sempre le cose, che fingono sempre di essere oneste, che cercano sempre di guadagnarsi la stima altrui, che non permettono agli altri di discernerle a pieno e vogliono essere ammirate, non sono forse stupide? Queste persone sono estremamente stupide! E la ragione è che la verità riguardo a una persona prima o poi viene alla luce. Che cammino percorrono comportandosi così? Quello dei farisei. Gli ipocriti sono in pericolo oppure no? Sono le persone che Dio odia di più, quindi pensi forse che non siano in pericolo? Tutti coloro che sono farisei percorrono la strada della perdizione!(“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver riflettuto sulla parola di Dio, ho capito che la causa principale per cui si finge è affermarsi e suscitare l’altrui ammirazione, dominare le persone, controllarle e rafforzare la propria posizione. Dipende da un’indole arrogante e malvagia, ed è percorrere il cammino della resistenza a Dio. Quanto al problema di quella sorella, ovviamente non sapevo come risolverlo, ma temevo che gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso se lo avessero saputo; così, ho finto, aggiungendo le mie idee alle conoscenze altrui e facendole passare per mie, sperando di dimostrare a tutti che ero perspicace, che capivo la verità e ne possedevo le realtà. Ho usato l’inganno per conquistarmi la stima di tutti, nella speranza illusoria che mi ammirassero e dipendessero da me. Stavo percorrendo il cammino dei farisei. I farisei erano degli ipocriti ingannatori e furono condannati e maledetti da Dio. L’indole giusta di Dio non tollera offesa; quindi, se non mi fossi pentita, sapevo che anch’io sarei stata maledetta e punita da Dio. Capire la gravità del problema mi ha un po’ spaventata, così ho subito pregato Dio per dirGli che intendevo pentirmi.

In seguito, ho letto un passo della parola di Dio che mi ha mostrato come trattare correttamente la promozione a leader o a lavoratori. La parola di Dio dice: “Alcune persone sono promosse e nutrite dalla Chiesa, e questa è una cosa positiva, una grande opportunità di formazione. Si può dire che sono state elevate e graziate da Dio. Come dovrebbero dunque svolgere il loro dovere? Il primo principio a cui dovrebbero attenersi è quello di comprendere la verità. Quando non capiscono la verità devono cercarla e se, dopo averla cercata, continuano a non capirla, possono trovare qualcuno che la comprende con cui fare comunione e cercare; questo renderà la soluzione del problema più rapida e tempestiva. Limitarti a concentrarti sul dedicare più tempo a leggere da solo le parole di Dio e a riflettere più a lungo su di esse al fine di acquisire la comprensione della verità e risolvere il problema è un processo troppo lento; come dice il proverbio: ‘L’acqua lontana non placa la sete urgente’. Se in merito alla verità desideri progredire rapidamente devi imparare a lavorare in armonia con gli altri, a porre più domande e a ricercare di più. Solo allora la tua vita crescerà rapidamente e sarai in grado di risolvere i problemi tempestivamente e senza alcun ritardo. Poiché sei stato appena promosso e sei ancora in prova, e non comprendi realmente la verità né possiedi la realtà della verità dal momento che manchi ancora di questa levatura, non pensare che la tua promozione significhi che possiedi la realtà della verità; non è così. È solo perché hai senso di responsabilità verso il lavoro e possiedi il calibro di un leader che sei stato scelto per essere promosso e coltivato. Dovresti possedere questa ragionevolezza. Se, dopo essere stato promosso e impiegato, occupi la posizione di leader o di lavoratore e credi di possedere la realtà della verità e di essere qualcuno che persegue la verità e se, indipendentemente dai problemi dei fratelli e delle sorelle, fingi di avere comprensione e di essere spirituale, allora questo è un modo stupido di essere, lo stesso dei farisei ipocriti. Devi parlare e agire con sincerità. Quando non capisci, puoi chiedere agli altri o porre domande e fare comunione con il Supremo: non c’è nulla di cui vergognarsi in tutto questo. Anche se non chiedi, il Supremo conoscerà comunque la tua vera levatura e saprà che non possiedi la realtà della verità. Cercare e condividere è ciò che dovresti fare; questo è il senno che dovrebbe possedere l’umanità normale e il principio a cui dovrebbero attenersi leader e lavoratori. Non è qualcosa per cui sentirsi in imbarazzo. Se pensi che, una volta diventato leader, tu ti debba vergognare di fare sempre domande agli altri o al Supremo oppure di non capire i principi e se di conseguenza inizi a simulare fingendo di capire, di sapere, di essere capace nel lavoro, di essere in grado di svolgere qualsiasi lavoro della chiesa e di non aver bisogno di qualcuno che ti richiami o che tenga condivisioni con te o di qualcuno che provveda a te o che ti sostenga, allora questo è pericoloso, è eccessivamente arrogante e presuntuoso, troppo privo di senno. Non hai nemmeno idea del tuo reale valore: questo non ti rende forse un idiota? Le persone di questo tipo non soddisfano i criteri per essere promosse e coltivate dalla casa di Dio, e prima o poi saranno sostituite o scacciate(La Parola appare nella carne, Vol. 4: Responsabilità di leader e lavoratori). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito. Dio non vuole che io sia un’esperta o una saccente. Dio vuole che io abbia le giuste intenzioni nel mio dovere, che lo svolga con tutto il cuore e la mente, e che, qualsiasi carenza io manifesti, cerchi e condivida di più con i miei fratelli e sorelle e collabori con loro in armonia. Questo è agire con senno. Ma io ero arrogante e ignorante, e ho sempre pensato che, in quanto supervisore, dovessi essere al di sopra dei miei fratelli e saper risolvere ogni problema. Di conseguenza, simulavo e mi camuffavo sempre, fingendo di capire le cose, fino allo sfinimento, e ho ostacolato il lavoro della casa di Dio. Ero così spudorata e le mie idee erano ridicole e assurde! La promozione a supervisore era solo un’occasione che Dio mi aveva dato per praticare ed essere coltivata; non dipendeva dal fatto che capissi la verità meglio degli altri, né serviva a dimostrare la superiorità della mia identità e del mio prestigio. Ero uguale ai miei fratelli e sorelle, c’erano molte verità che non capivo, e molti problemi che non sapevo discernere né risolvere. Comprendevo solo alcune questioni, e anche quella era l’illuminazione di Dio; non significava che possedessi una qualche realtà. Ma non conoscevo il mio reale valore. Per difendere la mia reputazione e il mio prestigio, non facevo altro che cercare di fingere e camuffarmi. Non solo non ho capito la verità e non sono entrata nella sua realtà, ma sono diventata sempre più malvagia, astuta e arrogante. Ero una tale sciocca! Quando me ne sono resa conto, ho giurato a me stessa che non mi sarei più camuffata né avrei ingannato me stessa. Intendo praticare la sincerità e adempiere adeguatamente ai miei doveri e responsabilità.

Qualche giorno dopo, mentre stavamo discutendo di lavoro, sorella Xin ha detto di aver visto un nuovo arrivato che stava facendo progressi molto rapidi. Ho subito detto: “Lo irrigo io”. Finito di parlare, ho capito: “Non mi sto solo mettendo in mostra? Devo aprirmi e smascherare me stessa”. Ma poi ho pensato: “Sarebbe così imbarazzante. Sorella Xin non penserà che io sia irragionevole, e che mi metta in mostra a ogni cosa buona che faccio per paura che gli altri non lo notino?” Mi sono resa conto che stavo per camuffarmi di nuovo, perciò ho subito pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a rinunciare a me stessa. Così, ho trovato il coraggio di aprirmi e rivelare che lo scopo delle mie parole era quello di esaltare e mettere in mostra me stessa. Sorella Xin ha detto: “Si capiva da come hai parlato. Se sai aprirti su te stessa, stai consapevolmente praticando la sincerità”. Le sue parole mi hanno fatta vergognare, ma sentivo anche che, senza fingere né ingannare, e aprendomi sempre in quel modo, avrei provato un senso di sicurezza e di liberazione.

Dopo aver sperimentato ciò, ho visto chiaramente un fatto. In passato, non volevo mai rivelare la mia corruzione, ma sempre camuffarmi, pensando che, nascondendola agli altri, avrei mantenuto la mia immagine. Ma in realtà ingannavo me stessa, ed era una cosa davvero sciocca. Dio vede tutto. Comunque io finga, Dio vede le cose chiaramente e prima o poi verrò smascherata. Inoltre, i fratelli stanno gradualmente comprendendo la verità dopo aver ascoltato le parole di Dio. Sono sempre più capaci di discernere i diversi tipi di persone, e riescono a vedere sempre più chiaramente le manifestazioni di un’indole satanica; quindi, comunque io mi camuffi, chi comprende la verità ne avrà discernimento immediato. Ora sono più che mai persuasa che solo chi persegue la verità ed è una persona pura, aperta, sincera e con i piedi per terra è davvero saggio e piace a Dio e agli altri, e solo questo è il cammino di luce che Dio ci ha indicato.

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