Perché sono sempre troppo cauta nel mio dovere?
Nel marzo 2021, lavoravo nella chiesa come grafico. Ero arrogante nel mio dovere e incapace di lavorare in armonia con gli altri, e così ho intralciato il lavoro e sono stata rimossa. Due mesi dopo, un supervisore mi ha incaricata di riprendere a produrre immagini. Ero molto commossa e allo stesso tempo un po’ a disagio. Ora che avevo ripreso, se la mia indole arrogante fosse stata di nuovo d’intralcio, non sarei stata completamente smascherata e scacciata? Se fosse accaduto, non sarebbe stata la fine per me? Così, mi sono detta: “Ora che sono tornata, devo stare attenta a come approccio ogni cosa. Non posso più agire basandomi sulla mia indole arrogante”.
Quando ho iniziato, le sorelle hanno visto la mia esperienza come grafica e spesso si rivolgevano a me per i problemi, e io facevo del mio meglio per fornire soluzioni. Ma, se parlavo troppo, improvvisamente pensavo: “Parlando così tanto, mi sto forse mettendo in mostra? E se dicessi qualcosa di sbagliato? Una volta, quando ero capogruppo, una sorella mi ha detto che mi affidavo alla mia vasta esperienza e spesso guidavo il lavoro degli altri in base a essa piuttosto che alla ricerca dei principi. E così alcune immagini venivano rimandate indietro per essere rifatte, ritardando il lavoro. Questa volta, se inganno una sorella e intralcio il lavoro, il supervisore, venendolo a sapere, non mi rimuoverà? Lasciamo stare. Parlerò meno per non dire niente di sbagliato e non dovermi assumere responsabilità”. Una volta, stavamo discutendo il progetto di un’immagine. Dopo averlo esaminato, mi sembrava che l’idea di base non avesse senso. Ma ho esitato e ho pensato: “Se l’idea di base ha dei problemi, è un problema grave, e l’intera immagine dovrà essere riprogettata e corretta. Dovrei farlo notare? Se non dico nulla e c’è un problema reale, in seguito l’immagine dovrà essere rifatta. Ma abbiamo già discusso di questa immagine per due giorni. Se evidenzio un problema adesso, cosa penseranno di me le sorelle? Diranno che sto solo attirando l’attenzione su di me e causando problemi? E se la mia idea non è corretta? Non ritarderà il lavoro? Se il supervisore lo scopre, dirà che non mi sono pentita?”. In quel momento, ho esitato e non ho osato dire nulla. Qualche giorno dopo, abbiamo ultimato il progetto per l’immagine, ma, quando l’ha visto, il supervisore ha detto che aveva dei problemi e andava rifatto. A quel punto, il mio cuore ha avuto un sussulto e ho pensato: “Se avessi sollevato questo problema prima, tutti avrebbero potuto condividere e risolverlo, e ora non dovremmo perdere tempo”. Ero in preda al rimorso, ma poi ho pensato: “Allora non ero del tutto sicura che la mia idea fosse giusta: forse non è così grave che non abbia parlato”. E basta: non ci ho pensato né riflettuto su e ho lasciato correre.
In seguito, ogni volta che nel gruppo si discuteva di problemi e ci veniva chiesto di esprimere opinioni, ero estremamente cauta, temendo di avere opinioni diverse da quelle degli altri e di sembrare arrogante e riluttante ad accettare le loro idee. Così, ogni volta che davo un suggerimento, aggiungevo: “Questa è solo la mia opinione personale, forse mi sbaglio. Dovreste verificare da voi”. A volte, le sorelle davano suggerimenti sulle immagini che stavo progettando, e sapevo chiaramente che alcuni suggerimenti non erano in linea con i principi. Ma temevo che, se li avessi respinti, avrebbero detto che ero arrogante o che mi aggrappavo alla mia opinione. Così, accettavo con riluttanza i loro suggerimenti, pensando che se ci fosse stato un errore non sarei stata responsabile. E così apportavo le modifiche, ma alcuni suggerimenti erano in effetti inadatti, le immagini andavano rifatte e il lavoro ne risentiva. Questa era la situazione. Così, nel mio dovere, ogni giorno soffrivo e mi sentivo fisicamente ed emotivamente esausta. Ma, per mostrare al supervisore e alle sorelle che ero cambiata, pensavo comunque che fosse meglio essere cauta. Da allora, ho sempre svolto il mio dovere in questo modo. Ma le immagini prodotte dal gruppo avevano sempre problemi e dovevamo rifarle più volte. L’efficacia del nostro lavoro è palesemente diminuita prima che nel mio cuore intorpidito mi rendessi conto che forse ero in uno stato errato e dovevo riflettere su me stessa. Così, ho pregato Dio e Gli ho chiesto di illuminarmi affinché capissi i miei problemi.
Durante una riunione, ho letto un passo della parola di Dio e ho compreso qualcosa del mio stato, Dio Onnipotente dice: “Quando emergono dei problemi mentre svolgete il vostro dovere, in qualità di leader e lavoratori, siete inclini a ignorarli, e potreste addirittura accampare vari pretesti e scuse per evitare la responsabilità. Ci sono alcuni problemi che siete in grado di risolvere, ma non lo fate, e i problemi che non siete in grado di risolvere non li riferite ai vostri superiori, come se non vi riguardassero minimamente. Non è forse questo un venir meno al vostro dovere? Trattare il lavoro della chiesa in questo modo è una cosa intelligente o è una cosa stupida? (Stupida.) Leader e lavoratori di questo tipo non sono forse dei serpenti? Non sono forse privi di qualsiasi senso di responsabilità? Quando ignorano i problemi che hanno davanti, non dimostrano forse di essere spietati e infidi? Le persone infide sono le più sciocche di tutte. Devi essere una persona sincera, devi avere senso di responsabilità quando affronti i problemi, e devi trovare il modo di ricercare la verità per risolverli. Non essere una persona infida. Se di fronte a un problema ti sottrai alle responsabilità e te ne lavi le mani, persino i miscredenti ti condanneranno. Pensi forse che la casa di Dio non lo farà? Il popolo eletto di Dio disprezza e ripudia tale comportamento. Dio ama le persone sincere, mentre odia le persone subdole e astute. Se ti comporti come una persona infida e cerchi di ricorrere a inganni, Dio non ti odierà? La casa di Dio ti lascerà semplicemente impunito? Prima o poi, sarai ritenuto responsabile. A Dio piacciono le persone sincere e non piacciono quelle infide. Tutti dovrebbero capirlo chiaramente e smettere di essere confusi e di fare cose stupide. Un’ignoranza momentanea è comprensibile, ma rifiutare del tutto la verità è un ostinato rifiuto di cambiare” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori). La parola di Dio ha rivelato che chi è negligente nel lavoro e scarica le responsabilità quando emergono i problemi è estremamente infido. Riflettendo sulla parola di Dio, ho visto che era anche il mio stato. Ero irresponsabile e sleale nel mio dovere, e se un problema riguardava le mie responsabilità, o le mie prospettive e la mia destinazione finale, mi ritraevo e ricorrevo a mezzi infidi. Quando notavo dei problemi, non dicevo nulla, oppure inventavo scuse, o mi esprimevo in modo ambiguo. Tornata alla produzione grafica, avevo paura che fratelli e sorelle dicessero che la mia indole arrogante non era cambiata. Temevo che la mia indole corrotta sarebbe stata di nuovo d’intralcio e che sarei stata rimossa. Così, ero molto attenta a tutto ciò che facevo e dicevo, e mostravo sempre una falsa facciata. Quando le sorelle mi ponevano delle domande, temevo di dire qualcosa di sbagliato e di essere ritenuta responsabile, così evitavo con una scusa. Quando si discutevano i problemi e c’erano divergenze d’idee, rimanevo per lo più in silenzio e mi limitavo a seguire la corrente. Vedevo chiaramente che c’erano dei problemi ma, per paura che gli altri dicessero che ero arrogante e cercavo di attirare l’attenzione su di me, preferivo che il lavoro andasse rifatto per un problema piuttosto che esprimere le mie opinioni. Non avevo nemmeno il coraggio di discutere le cose con gli altri. Ero davvero egoista. Quando le sorelle davano suggerimenti sulle immagini su cui lavoravo, sapevo che alcuni non erano in linea con i principi, ma temevo di risultare arrogante, e così fingevo di essere d’accordo e mi adeguavo sempre. Mi andava bene persino sbagliare e rifare il lavoro, pur di non dover assumermi responsabilità. Qualunque cosa facessi, pensavo solo ai miei interessi e temevo di assumermi qualsiasi responsabilità. Ero così ingannevole! Dio scruta nel cuore delle persone: dato che ero così egoista, ingannevole e irresponsabile nel mio dovere, come avrei potuto ottenere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo? Non c’è da stupirsi che sia diventata sempre meno efficiente nel mio dovere. Era Dio che mi smascherava.
In quel momento, ho rammentato un passo delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Se qualcuno ama la verità, avrà la forza di perseguirla e si impegnerà a fondo per metterla in pratica. Saprà abbandonare ciò che va abbandonato e rinunciare a ciò a cui bisogna rinunciare. In particolare, occorre rinunciare a tutto quanto ha a che fare con la fama, il guadagno e il prestigio personali: se non te ne liberi, ciò significa che non ami la verità e che non hai la forza di perseguirla. Quando ti succede qualcosa, devi cercare la verità. Se, nei momenti in cui devi praticare la verità, hai sempre un cuore egoista e non sai rinunciare al tuo interesse personale, non sarai in grado di metterla in pratica. Se non cerchi o non pratichi mai la verità in nessuna situazione, non sei una persona che ama la verità. Non importa da quanti anni tu creda in Dio, non otterrai la verità. Ci sono individui che perseguono costantemente fama, guadagni e vantaggi personali. Qualunque sia il lavoro che la chiesa organizza per loro, costoro si chiedono sempre: ‘Ne trarrò dei vantaggi? Se sì, lo farò; altrimenti, no’. Una persona del genere non pratica la verità: può quindi compiere bene il proprio dovere? Sicuramente no. Anche se non fai il male, non sei comunque una persona che pratica la verità. Se non persegui la verità, se non ami ciò che c’è di positivo e, qualunque cosa ti accada, ti preoccupi solo della tua reputazione, del tuo prestigio, del tuo interesse personale e di ciò che ti conviene, allora sei una persona guidata unicamente dall’interesse personale, sei egoista e meschino. Una persona simile crede in Dio al fine di ottenere un beneficio o un vantaggio per se stessa, non per ottenere la verità o la salvezza di Dio. Di conseguenza, le persone di questo genere sono miscredenti. Le persone che credono veramente in Dio sono quelle in grado di cercare e praticare la verità, poiché riconoscono nei loro cuori che Cristo è verità e che è necessario ascoltare la parola di Dio e credere in Dio così come Egli esige. Se desideri praticare la verità come desideri quando ti accade qualcosa ma ti preoccupi della tua reputazione, del tuo prestigio e della tua immagine, ti risulterà difficile. In una situazione simile, attraverso la preghiera, la ricerca, la riflessione su se stessi e la consapevolezza di sé, coloro che amano la verità sapranno rinunciare al proprio interesse personale o al proprio tornaconto, praticare la verità e obbedire a Dio. Queste sono le persone che davvero credono in Dio e che amano la verità. E qual è la conseguenza quando le persone pensano sempre ai loro interessi, quando cercano sempre di proteggere il loro orgoglio e la loro vanità, quando rivelano un’indole corrotta eppure non cercano la verità per correggerla? È che non hanno accesso alla vita, che mancano di esperienze e testimonianze autentiche. E questo è pericoloso, non è vero? Se non metti mai in pratica la verità, se sei privo di esperienze e testimonianze, a tempo debito verrai smascherato e cacciato. Che utilità hanno nella casa di Dio le persone prive di esperienze e testimonianze? Sono destinate a svolgere male qualsiasi dovere; non possono fare nulla in modo adeguato. Non sono semplicemente spazzatura? Se, dopo anni di fede in Dio, le persone non mettono mai in pratica la verità, esse fanno parte dei miscredenti, sono malvagie. Se non metti mai in pratica la verità, se le tue trasgressioni diventano sempre più numerose, allora la tua fine è segnata. È evidente che tutte le tue trasgressioni, la strada sbagliata che percorri e il tuo rifiuto di pentirti, tutto questo si combina in una moltitudine di azioni malvagie; e così la tua fine consisterà nell’andare all’inferno, nell’essere punito” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “La cosa più importante nella fede in Dio è mettere in pratica la verità”). Leggere la parola di Dio mi ha profondamente scossa. In passato, ero convinta che non esprimere le mie opinioni e seguire la corrente non fosse un grave problema. Ma, dopo aver letto la parola di Dio, ho capito che pensare solo a sé stessi e avere sempre motivazioni egoistiche quando si affrontano i problemi, proteggersi sempre quando i propri interessi sono in conflitto con quelli della chiesa e permettere che il lavoro ne risenta invece di praticare la verità è veramente malvagio! Ho pensato a tutto il tempo e lo sforzo spesi per ogni immagine, dalla progettazione al disegno; eppure notavo dei problemi e tacevo, causando rielaborazioni e quindi gravi ritardi nel lavoro. Non ero forse d’intralcio? Le mie malefatte aumentavano e, se non mi fossi pentita, sarei stata rovinata. Quando l’ho capito, ho avuto paura, e ho compreso che, di fronte ai problemi, è fondamentale abbandonare sé stessi e praticare la verità!
In seguito, ho letto un passo della parola di Dio: “Se tu dicessi: ‘Gli anticristi sono risoluti e testardi. Ho paura di diventare un anticristo e non voglio seguire la via di un anticristo. Quindi, aspetterò che tutti abbiano espresso le loro opinioni e poi farò un riassunto, trovando un modo per formulare una conclusione che rappresenti la via di mezzo’. Va bene? (No.) Perché non va bene? Se il risultato non aderisce ai principi della verità, anche se tu vi aderisci, sarà efficace? Dio ne sarà soddisfatto? Se non è efficace e Dio non ne è soddisfatto, allora il problema sarà grave. Se non fai le cose in accordo con i principi della verità, sei sciatto e irresponsabile nel compiere il tuo dovere e agisci in accordo con le filosofie sataniche, allora ti stai comportando in modo sleale nei confronti di Dio e Lo stai imbrogliando! Per evitare che le persone ti sospettino di essere e ti considerino un anticristo, non sei nemmeno in grado di adempiere le responsabilità che ti spettano; utilizzi la filosofia satanica che consiste nel ‘trovare vie di mezzo’. Ne consegue che hai danneggiato il popolo eletto da Dio e compromesso il lavoro della chiesa. Questo non è forse immorale? Non è forse egoista e meschino? Tu sei leader e lavoratore; devi avere saldi principi in ciò che fai. Tutto ciò che fai deve essere efficace ed efficiente. Fai qualunque cosa sia di beneficio alla casa di Dio e fai qualunque cosa sia in sintonia con i principi della verità” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”). Dalla Sua parola, ho capito che Dio non vuole che siamo costantemente passivi e diffidenti per timore di essere smascherati e scacciati. Vuole invece che siamo responsabili nei nostri doveri e che cerchiamo i principi della verità in tutto ciò che facciamo. Questo giova al lavoro della chiesa ed è l’unico modo per adempiere alle proprie responsabilità. Quanto a me, tornata alla produzione grafica, mi sono impegnata solennemente a compiere bene il mio dovere ma, arrivato il momento di assumermi le mie responsabilità, sono stata eccessivamente cauta. Per evitare di apparire agli altri arrogante e presuntuosa, non ho detto nulla quando ho visto dei problemi, e non ho nemmeno adempiuto alle mie responsabilità, causando perdite al lavoro della chiesa. Non stavo forse cercando di ingannare Dio? Ho anche capito che è normale avere opinioni diverse quando si presentano dei problemi, e che, purché la mia intenzione sia considerare ciò che è meglio per il lavoro della chiesa, ricercare la verità e svolgere il mio dovere secondo i principi, allora dovrei esporre le mie opinioni per discuterne. Questo è essere seri e responsabili nel proprio dovere, senza attirare l’attenzione né essere d’intralcio. Anche se davvero commetto un errore a causa della mia indole arrogante, purché abbia il coraggio di ammetterlo, di accettare la comunione e le correzioni degli altri e di cambiare, la chiesa non mi destituirà né espellerà sulla base di una corruzione momentanea. Dopo aver capito queste cose, se svolgendo il mio dovere rilevavo violazioni dei principi, le facevo notare attivamente e ne discutevo con tutti. Con questo tipo di pratica, le deviazioni nel lavoro sono via via diminuite. Una volta, stavamo discutendo l’idea di base di un’immagine e ho notato che il materiale di partenza e il tema non si abbinavano bene e che il tema non era molto chiaro. Ho pensato: “Potrebbe essere un problema serio; se lo fosse davvero, l’intera proposta di progetto per l’immagine non funzionerebbe”. Ero piena di esitazioni: “Cosa penserebbero di me le sorelle se dicessi qualcosa di sbagliato? Lasciamo perdere, non voglio comunque correre il rischio”. Ma ero anche preoccupata: “Se c’è davvero un problema di principio, dovremo investire del tempo ad apportare modifiche. Questo non ritarderà il lavoro?”. A questo pensiero, ho esposto il mio punto di vista. Dopo averne discusso, le sorelle si sono dette d’accordo con me. Abbiamo quindi inviato al supervisore dei suggerimenti per modificare l’immagine. Il supervisore ha risposto che l’idea originale di base era comunque utilizzabile e che bastavano solo alcuni aggiustamenti ai materiali di partenza. Quando l’ho sentito, il mio cuore ha iniziato a battere forte: “La mia idea potrebbe essere di nuovo sbagliata? Cosa penserà di me il supervisore? Dirà che, anche dopo essere stata rimossa, sono ancora arrogante e presuntuosa e non sono cambiata?”. Ho pregato Dio in silenzio, dicendomi disposta ad affrontare i miei problemi con sincerità. Così, ho preso l’iniziativa di parlare con il supervisore e di aprirmi sulle mie idee, e di ricercare i principi pertinenti. Il supervisore ci ha fornito una condivisione dettagliata. Dopo averla ascoltata, il mio cuore si è illuminato e ho capito le mie deviazioni. Ho visto che il supervisore non mi ha trattata. Al contrario, ha pazientemente condiviso con noi. Provavo un po’ di tristezza: ero sempre molto diffidente con i fratelli e le sorelle e nei confronti della casa di Dio, temendo di essere rimossa e scacciata per aver manifestato corruzione, mentre in realtà la casa di Dio gestisce le persone in base ai principi della verità, e non tratta né rimuove nessuno al suo primo errore. Se si causano deviazioni nel lavoro solo perché non si capiscono i principi e dopo la condivisione si sa ammettere e correggere il proprio errore, non si verrà destituiti né scacciati. Se si è arroganti e presuntuosi, si insiste sul proprio punto di vista per proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio, non si ricercano i principi della verità e si danneggia il lavoro, solo allora si verrà potati e trattati e, se la situazione è grave, destituiti o scacciati. Ho ripensato a quando sono stata rimossa. Mi affidavo al fatto che avevo lavorato a lungo alla produzione grafica e avevo molta esperienza. Quando discutevo dei problemi con gli altri, ero arrogante e mi aggrappavo ostinatamente alle mie opinioni. Non ne accettavo né ricercavo di diverse. E così alcune immagini venivano rimandate indietro e rielaborate, o addirittura scartate. Tuttavia, dopo aver fallito ed essere stata smascherata, non ho ricercato la verità per eliminare la mia indole corrotta. Al contrario, nutrivo diffidenza e incomprensioni costanti. Non ho adempiuto ai miei doveri e non ho ricercato la verità! In seguito, ho pensato anche a come risolvere il mio eccesso di cautela, le mie incomprensioni e la mia diffidenza. Ho letto la parola di Dio. “Alcuni, nell’agire, seguono la propria volontà. Violano i principi e, dopo essere stati potati e trattati, ammettono solo a parole di essere arroganti, e di aver commesso un errore solo perché non possiedono la verità. Ma, in cuor loro, continuano a lamentarsi: ‘Nessuno si espone, solo io; e, alla fine, quando qualcosa va male, scaricano tutta la responsabilità su di me. Non è stupido da parte mia? La prossima volta non posso fare la stessa cosa, esponendomi in questo modo. Il chiodo che sporge viene schiacciato a martellate!’ Che pensate di questo atteggiamento? È di pentimento? (No.) Che atteggiamento è? Tale persona non è forse diventata infida e falsa? In cuor suo, pensa: ‘Sono fortunato che questa volta non si sia rivelato un disastro. Sbagliando s’impara, per così dire. In futuro, devo stare più attento’. Non ricerca la verità, usando invece la propria meschinità e i propri scaltri sotterfugi per occuparsi della faccenda e gestirla. In questo modo, può forse guadagnare la verità? No, poiché non si è pentita. La prima cosa da fare quando ti penti è riconoscere in cosa hai sbagliato, vedere qual è stato il tuo errore, l’essenza del problema e l’indole che hai rivelato; devi riflettere su queste cose e accettare la verità, e poi praticare secondo la verità. Solo questo è un atteggiamento di pentimento. Se, d’altro canto, consideri in modo approfondito le vie dell’astuzia, diventi più infido di prima, le tue tecniche sono più scaltre e occulte e hai altri metodi per affrontare le cose, allora il problema non è solamente la falsità. Stai usando strumenti subdoli e hai segreti che non puoi divulgare. Questa è malvagità. Non solo non ti sei pentito, ma sei diventato più viscido e ingannevole. Dio vede che sei eccessivamente ostinato e malvagio, che in superficie ammetti di aver sbagliato e accetti di essere trattato e potato, ma che in realtà non manifesti il minimo atteggiamento di pentimento. Perché diciamo questo? Perché, mentre questo evento accadeva o a seguito di esso, non hai ricercato la verità e non hai praticato in linea con essa. Il tuo atteggiamento è quello di risolvere il problema usando le filosofie, la logica e i metodi di Satana. In realtà stai eludendo il problema e lo stai camuffando in maniera impeccabile, senza lasciar trapelare nulla, in modo che gli altri non ne vedano traccia. Alla fine, ti consideri davvero in gamba. Queste sono le cose che Dio vede, non che tu abbia veramente riflettuto, abbia confessato il tuo peccato e te ne sia pentito in merito alla questione che ti ha investito, e che poi tu sia andato a ricercare la verità e abbia praticato secondo la verità. Il tuo atteggiamento non è di ricercare la verità e di metterla in pratica, né di sottometterti alla sovranità e alle disposizioni di Dio, bensì di usare le tecniche e i metodi di Satana per risolvere il tuo problema. Tu susciti negli altri una falsa impressione, non vuoi essere messo a nudo da Dio, e sei polemico e sulla difensiva in merito alle situazioni che Dio ha orchestrato per te. Il tuo cuore è più chiuso di prima e separato da Dio. Pertanto, ne può forse conseguire un risultato positivo? Puoi ancora vivere nella luce godendo di pace e gioia? No, non puoi. Se eviti Dio e la verità, precipiterai certamente nelle tenebre e per te sarà pianto e stridore di denti. Una tale condizione è diffusa tra le persone? (Sì.) Alcune persone richiamano frequentemente se stesse, dicendo: ‘Questa volta sono stato sottoposto a trattamento. La prossima volta devo essere più furbo e stare più attento. Essere furbi è il fondamento della vita; chi non è furbo è un imbecille’. Se è così che ti guidi e ti richiami sempre, arriverai mai da qualche parte? Potrai guadagnare la verità? Se ti capita una questione, devi ricercare e capire un aspetto della verità e guadagnarlo. Che cosa si consegue capendo la verità? Quando capisci un aspetto della verità, capisci un aspetto della volontà di Dio; capisci perché Dio ti abbia fatto tale cosa, perché ti faccia tale richiesta, perché predisponga tale situazione per rimproverarti e disciplinarti, perché adoperi tale questione per potarti e trattarti, e perché tu sia caduto, abbia fallito e sia stato messo a nudo in tale faccenda. Se comprendi queste cose, potrai ricercare la verità e conseguirai l’accesso alla vita. Se non comprendi queste cose e non accetti questi dati di fatto, ma persisti nell’opporti e resistere a essi, nell’usare le tue tecniche per camuffarti e nell’affrontare tutti gli altri e Dio con un’espressione falsa, allora sarai per sempre incapace di guadagnare la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo ricercando la verità si possono superare le proprie concezioni e i fraintendimenti nei confronti di Dio”). La parola di Dio è così chiara. Il percorso migliore per risolvere le incomprensioni e la diffidenza è cercare di capire le verità negli aspetti pertinenti. Di fronte a fallimenti e battute d’arresto, se non si ricerca la verità per risolvere i problemi, e si pensa invece a come mettere in piedi una falsa facciata e li si gestisce con meschinità e modi subdoli, non è solo un inganno, ma anche un tipo di indole malvagia. Una persona di questo tipo non acquisirà mai la verità. Ricordo che, quando sono stata rimossa, il leader ha messo in luce la mia arroganza e presunzione e il mio rifiuto di ascoltare le opinioni altrui. All’epoca l’ho riconosciuto e accettato, ma in seguito non ho ricercato la verità per eliminare la mia indole corrotta. Quando poi sono tornata alla produzione grafica, temevo di intralciare di nuovo il lavoro della chiesa con la mia arroganza ed essere rimossa e scacciata, così ho adottato le filosofie di Satana, come “Proteggi te stesso, cerca solo di sfuggire alla colpa” e “Meglio prevenire che curare” per proteggermi. Raramente esprimevo le mie opinioni o fornivo suggerimenti diversi, e non ero mai la prima a parlare quando accadeva qualcosa. Sono diventata più ingannevole di prima. Vedevo che un progetto aveva dei problemi, ma non dicevo nulla. Sapevo che alcuni suggerimenti delle sorelle non erano in linea con i principi, eppure tacevo. Esteriormente, sembravo obbediente, ma non mi ero veramente pentita. Facevo solo finta di sapermi sottomettere e di essere cambiata. Non stavo forse ingannando i miei fratelli e sorelle, oltre che Dio? Solo allora ho capito che non solo non mi ero pentita dopo essere stata destituita, ma che anzi ero costantemente calcolatrice e ingannevole, pensando a come proteggermi e come nascondere la mia indole corrotta. Sono diventata ancora più astuta che in passato. Avevo un’indole malvagia. Mi ritenevo intelligente e volevo usare i trucchi umani per non rivelare la mia corruzione. Ma con l’esperienza ho capito che l’indole corrotta delle persone non può essere dominata con lo sforzo umano, né può essere eliminata affidandosi a filosofie sataniche e mettendo su una facciata. Solo attraverso il giudizio e il castigo di Dio, e attraverso la potatura e il trattamento, si può in parte cambiare. Dio ci permette di manifestare la nostra corruzione e sa che falliamo nei nostri doveri, ma non vuole che ci nascondiamo o che mettiamo su una facciata quando abbiamo dei problemi. Vuole invece che siamo schietti e aperti e che affrontiamo correttamente i nostri fallimenti, e che ci pentiamo e cambiamo davvero. Dopo aver compreso la volontà di Dio, ho smesso di essere passiva e di nutrire incomprensioni, ed ero intenzionata a praticare la verità e a pentirmi davanti a Dio. In seguito, ho letto un passo della parola di Dio e sono arrivata a capire il percorso di pratica. Dio Onnipotente dice: “Come risolvi, allora, la tua arbitrarietà e sconsideratezza? Supponiamo, per esempio, che ti succeda qualcosa e tu abbia le tue idee e i tuoi piani; prima di stabilire cosa fare, devi ricercare la verità, e dovresti come minimo condividere con tutti gli altri in merito a ciò che pensi e credi al riguardo, chiedendo loro di dirti se i tuoi pensieri e i tuoi piani siano corretti e in linea con la verità, chiedendo che facciano per te le verifiche finali. Questo è il metodo migliore per risolvere l’arbitrarietà e la sconsideratezza. Prima di tutto, puoi far luce sul tuo modo di vedere le cose e puoi cercare la verità; questo è il primo passo che devi praticare per risolvere questa arbitrarietà e sconsideratezza. Il secondo passo avviene quando altre persone danno voce a opinioni diverse: a quale pratica puoi ricorrere per evitare di essere arbitrario e sconsiderato? Per prima cosa, devi avere un atteggiamento di umiltà, mettere da parte ciò che credi sia giusto e far sì che tutti comunichino. Anche se pensi che il tuo modo sia giusto, non dovresti continuare a insistervi. Questo è un passo avanti; mostra un atteggiamento di ricerca della verità, di negazione di te stesso e di soddisfazione della volontà di Dio. Acquisito questo atteggiamento e, contemporaneamente, non attenendoti alla tua opinione, dovresti pregare, ricercare la verità da parte di Dio, e poi cercare una base nelle parole di Dio: decidere come agire sulla base delle parole di Dio. Questa è la pratica più adeguata e accurata” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho capito che, quando si hanno idee e punti di vista durante una discussione, bisogna avere un cuore che ricerca. Esprimere un’opinione non significa costringere gli altri ad assecondarci. Al contrario, si tratta di proporre dei punti di vista su cui tutti possano discutere e confrontarsi, e di ricercare insieme i principi della verità. È l’unico approccio ragionevole. È un comportamento che protegge il lavoro della chiesa. Se si agisce in base alla propria indole arrogante, è facile diventare ostinati e costringere gli altri ad ascoltarci, senza alcun timore né obbedienza nei confronti di Dio. In seguito, quando discutevo i progetti con i fratelli e le sorelle, condividevo apertamente su tutti i miei punti di vista e opinioni e, anche se reputavo la mia idea giusta, non mi ci aggrappavo ciecamente. Se ricevevo suggerimenti diversi, pregavo e ricercavo. Quando qualcuno diceva qualcosa che era in linea con i principi, lo accettavo con umiltà. Se invece non lo era, mantenevo la mia posizione, e poi condividevo e ne discutevo con lui. Solo così si può compiere il proprio dovere in armonia con il cuore di Dio.
Continuando a leggere la parola di Dio, ho capito meglio come risolvere la mia ingannevolezza e diffidenza. Dio Onnipotente dice: “Apprezzo coloro che non sospettano degli altri e Mi piacciono anche coloro che accettano prontamente la verità; ho grande riguardo per questi due tipi di persone, perché ai Miei occhi sono oneste” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come conoscere il Dio sulla terra”). “Quali sono le espressioni di una persona sincera? La prima è non nutrire dubbi sulle parole di Dio. Questa è una delle espressioni di una persona sincera. L’espressione più importante di una persona sincera, inoltre, è ricercare e praticare la verità in tutte le questioni; questa è la più fondamentale di tutte. Se dici di essere sincero ma metti sempre in secondo piano le parole di Dio e fai quello che vuoi, questa è forse l’espressione di una persona sincera? Tu dici: ‘Sono di scarsa levatura ma ho il cuore sincero’. Quando però ti spetta un dovere, hai paura di soffrire o temi che se non lo eseguirai bene dovrai assumertene la responsabilità, perciò trovi delle scuse per scansarlo e suggerisci agli altri di occuparsene. Questa è forse l’espressione di una persona sincera? Chiaramente no. Come deve comportarsi allora una persona sincera? Deve accettare e obbedire e poi essere totalmente devota nel compiere il proprio dovere al meglio delle proprie capacità, sforzandosi di soddisfare la volontà di Dio. Tutto questo si esprime in vari modi. Uno di essi è che devi accettare con sincerità il tuo dovere, senza pensare ai tuoi interessi materiali e senza essere tiepido al riguardo. Non tramare a tuo beneficio. Ecco un’espressione di sincerità. Un altro modo è compiere il tuo dovere con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze, agire in modo corretto, mettere il cuore e l’amore nell’adempimento del tuo dovere per soddisfare Dio. Questo è ciò che dovrebbe essere espresso quando le persone sincere compiono il proprio dovere. Se non metti in pratica ciò che sai e che hai capito, se ti impegni solo al 50 o al 60 percento, allora non ci stai mettendo tutto il cuore e tutte le forze: stai cercando un modo per battere la fiacca. Le persone che compiono il loro dovere in modo subdolo sono forse sincere? Assolutamente no. Dio non ha bisogno di queste persone subdole e ingannevoli; devono essere scacciate. Dio impiega solo persone sincere per l’adempimento dei doveri. Anche i servitori fedeli devono essere sinceri. Tutti coloro che sono perennemente negligenti e superficiali e che cercano sempre un modo per battere la fiacca sono ingannevoli, sono dei demoni, nessuno di loro crede veramente in Dio e devono essere tutti scacciati” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Riflettendo sulla parola di Dio, ho capito che l’indole di Dio è santa e giusta. Dio ama le persone sincere. Le persone sincere hanno un cuore leale a Dio, non sono diffidenti né sospettose verso gli altri e verso Dio, e sanno accettare l’esame di Dio in ogni cosa. Non sono viscide né ingannevoli nei loro doveri, e non risparmiano sforzi per eseguire ciò che spetta loro. Anche quando devono assumersi delle responsabilità, sanno mettere da parte i propri interessi, sostenere i principi e compiere bene il proprio dovere per soddisfare la volontà di Dio. Solo chi compie il proprio dovere in questo modo può ottenere l’approvazione di Dio ed è una persona veramente saggia! Mentre io, per proteggere i miei interessi, ho taciuto pur notando i problemi, compromettendo il lavoro. Anche se non sembravo io la diretta responsabile, in realtà la causa era che non praticavo della verità. Inoltre, non capivo molti principi della verità e riuscivo a vedere un solo lato del problema, quindi erano inevitabili delle deviazioni nei miei suggerimenti. Una persona sincera, invece, tratta appropriatamente la propria corruzione e i propri difetti, accetta la verità, così come la condivisione e le correzioni degli altri, e sa riepilogare le proprie deviazioni e cogliere i principi fondamentali. Se gli errori che commette danneggiano davvero il lavoro, chi è sincero sa coraggiosamente ammetterlo e cambiare. Dopo aver capito queste cose, il mio cuore era un po’ più luminoso e avevo maggiore chiarezza sui principi da mettere in pratica nel mio dovere.
In seguito, quando discutevo dei problemi con le sorelle, pregavo Dio, correggevo le mie intenzioni e praticavo secondo i principi della verità. Una volta, stavo discutendo un progetto per un’immagine con altre tre sorelle; tutte loro ritenevano il progetto non attuabile, ma io la pensavo esattamente all’opposto. Mi sono detta: “Tutte e tre la vedono allo stesso modo. Se esprimo un’opinione diversa, diranno che sono arrogante? Dovrei semplicemente tacere?”. Ma il progetto per l’immagine era originale e innovativo, e il tema chiaro. Secondo i principi, era utilizzabile. Se mi fossi limitata ad assecondare le opinioni delle altre, non sarebbe stato come buttare via un valido progetto grafico? Ho considerato che le persone sincere svolgono i loro doveri in modo meticoloso e si attengono ai principi. Così, ho illustrato loro il mio punto di vista e i principi pertinenti. Discutendone, hanno tutte convenuto che la mia idea era più conforme ai principi. Alle loro parole, sono stata veramente grata per la guida di Dio, e ho sperimentato la pace che deriva dal gestire le cose secondo i principi.
Così, ora mi sono gradualmente liberata dalla mia eccessiva cautela e diffidenza. Sono capace di discutere dei miei punti di vista con gli altri, e sento il mio cuore più puro e aperto quando compio il mio dovere. Sono diventata più efficiente nell’adempierlo. Questa conoscenza e la mia capacità di cambiare sono solo merito della guida della parola di Dio.
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