Ferite che non possono essere cancellate

12 Aprile 2025

di Li Chen, Cina

Nel 2008, il PCC ha condotto una campagna di oppressione e arresti su larga scala contro la Chiesa di Dio Onnipotente. In quel periodo, fratelli e sorelle venivano arrestati quasi ogni giorno. Alcuni venivano arrestati durante le riunioni, altri portati via da casa loro con irruzioni notturne della polizia. Vivevo ogni giorno nella paura, non sapendo quando la polizia avrebbe fatto irruzione. All’epoca ospitavo due sorelle e una sera, verso le 23, mentre stavamo riposando, un improvviso bussare alla porta mi ha svegliata di soprassalto. Ho pensato: “Potrebbe essere la polizia a quest’ora tarda?” Mi sono separata in fretta dalle due sorelle per nascondere i libri delle parole di Dio e gli oggetti della chiesa. Fuori, un gruppo di persone bussava e cercava di aprire la porta con una chiave, e dopo un po’ si è sentito il rumore del loro tentativo di forzarla. Ero così nervosa, camminavo avanti e indietro, pregando Dio senza sosta: “Dio, sembra che la polizia stia forzando la mia porta. Che cosa dovrei fare? Come posso proteggere le due sorelle? Dio, Ti chiedo di aiutarmi a calmare il mio cuore…” Dopo che ho pregato, il mio cuore si è calmato un po’. Il gruppo all’esterno ha tentato per un po’ di forzare la porta, poi hanno iniziato a colpirla. Il suono era particolarmente terrificante nel cuore della notte, ma dopo molto tempo non erano ancora riusciti ad aprire.

Proprio quando albeggiava, improvvisamente ho sentito qualcuno di fuori gridare: “Da questa parte, un po’ più da questa parte”. Ho sbirciato attraverso le tende e ho visto un uomo di mezza età al piano di sotto che guardava in alto e dirigeva degli altri sul tetto, e ho capito che stavano cercando di entrare in casa mia attraverso la finestra. Il nostro edificio aveva sei piani e io abitavo al quinto. Non sapevo quando avrebbero fatto irruzione dalla finestra; ero così spaventata e il mio cuore batteva all’impazzata. Ho sbirciato di nuovo attraverso le tende e ho visto un’auto della polizia e una berlina bianca parcheggiate all’ingresso dell’edificio, ulteriore conferma del fatto che quelli che cercavano di aprire la porta era appunto agenti. Sono tornata alla porta per ascoltare, ma da fuori non arrivava alcun suono e dallo spioncino non si vedeva nessuno, così ho pensato che dovevano essere saliti sul tetto. Mi sono detta: “Le due sorelle sono ancora giovani. Non posso permettere che cadano nelle mani della polizia e vengano torturate”. Così mi sono affrettata a esortarle ad andarsene per prime. Ho aperto la porta, ma era bloccata da una grossa pietra e da un grande tavolo di legno; nonostante ciò sono riuscita a spingere e ad aprirla senza troppa fatica, e ho ringraziato Dio nel mio cuore! Dopo che le sorelle se ne sono andate, ho fatto finta di niente e sono uscita anch’io. Mentre camminavo, ho notato che un uomo di mezza età, sulla quarantina, mi stava seguendo, e ho continuato a pregare nel mio cuore, chiedendo a Dio di darmi saggezza e coraggio. Ho ricordato alcune parole di Dio: “Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi guarda le spalle ed è il vostro scudo(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). Con le parole di Dio a guidarmi, mi sentivo un po’ più tranquilla. Ho cambiato taxi due volte e sono andata al centro commerciale per comprare una nuova borsa e un cambio di vestiti. Alla fine sono riuscita a seminare la persona che mi seguiva. Poi sono andata a casa di un parente e mi sono nascosta per tre giorni. Infine, sono tornata a casa mia, in un’altra città. Quel giorno, dopo essere tornata a casa, mi sentivo a disagio. Continuavo a pensare: “La polizia mi troverà qui e mi arresterà?” Quella notte non riuscivo a dormire e continuavo a pensare che dovevo trovare un altro posto dove nascondermi. Inaspettatamente, il mattino dopo, verso le 8, quattro agenti di polizia hanno improvvisamente fatto irruzione in casa mia. Hanno mostrato un mio documento con foto e mi hanno detto: “Sei una credente in Dio Onnipotente. Perquisiremo casa tua!” Poi si sono divisi e hanno iniziato a setacciare la casa. L’hanno messa sottosopra. Hanno trovato 5.900 yuan in contanti, un telefono cellulare e una Bibbia, e hanno preso tutto in nome di una procedura di routine. Poi mi hanno ammanettata e portata all’Ufficio di Pubblica Sicurezza della città.

Verso le 16, un agente mi ha spinta in un’auto della polizia e, appena ero dentro, mi ha coperto la testa con un panno spesso. Era così soffocante che riuscivo a malapena a respirare. Non avevo idea di dove mi stessero portando o di come mi avrebbero torturata. Ero così spaventata, e pregavo senza sosta nel cuore, chiedendo a Dio di proteggere il mio cuore e che, a prescindere dalle circostanze che avrei affrontato, fossi in grado di rimanere salda nella mia testimonianza e non Lo tradissi. Dopo poco più di un’ora, la macchina si è fermata. Una volta scesa dall’auto, mi hanno tolto il panno dalla testa. Ho visto che l’auto si era fermata in un grande cortile. Nel cortile c’era un edificio a due piani, ma l’area era desolata, con quasi nessuna casa nelle vicinanze, e dava una sensazione inquietante. Un agente mi ha detto: “Sai dove ci troviamo? Questo è un campo di concentramento creato appositamente per voi credenti in Dio Onnipotente”. Una volta dentro, mi hanno legata a una panca per le torture e otto o nove agenti di polizia si sono disposti attorno a me. Uno alto, sulla trentina, mi ha chiesto: “Dove sono i soldi della tua chiesa? Dove sono i tuoi leader? Chi ti ha predicato il Vangelo? Dove partecipi alle riunioni?” Ho risposto con una domanda: “Il denaro della chiesa è un’offerta data a Dio dal Suo popolo eletto. Che cosa ha a che fare con voi?” L’agente è andato su tutte le furie e mi ha dato diversi schiaffi che mi hanno fatto bruciare il viso. In quel momento ho sentito diversi latrati di cani provenire dall’esterno. Un agente mi ha minacciata dicendo: “Siamo in mezzo al nulla. È consuetudine per noi interrogare le persone a morte, qui, e quando muoiono le gettiamo nel cortile e nessuno se ne accorge; poi grossi cani le mangiano, così non rimane nemmeno un corpo da trovare!” Sentirlo mi ha terrorizzata. Quei poliziotti erano disposti a compiere qualsiasi male e, se davvero mi avessero picchiata a morte e data in pasto ai cani in quella zona sperduta, non sarebbe rimasto nemmeno il mio corpo. Più ci pensavo, più mi sentivo male. Poi, all’improvviso, ho ricordato una frase delle parole di Dio: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna(Matteo 10:28). Dio controlla tutto e ha la sovranità su ogni cosa. Anche la mia vita è nelle Sue mani. La polizia poteva solo uccidere il mio corpo, ma non distruggere la mia anima. Non potevo tradire Dio per paura della morte. Le parole di Dio mi hanno dato fede e il mio cuore si è calmato molto. Così ho detto: “Se muoio, muoio. Non ho intenzione di sopravvivere ora che mi avete presa”. I poliziotti mi hanno chiesto i nomi e gli indirizzi dei leader, ma io ho domandato loro: “La Costituzione non sancisce chiaramente la libertà di credo? Non abbiamo fatto nulla di illegale, quindi perché ci state arrestando?” Ma, appena ho pronunciato queste parole, un poliziotto è andato su tutte le furie, ha preso della stoffa dal tavolo, l’ha arrotolata e mi ha colpita con forza sulla testa, mentre un altro agente mi si è avvicinato alle spalle e ha premuto con forza tra le mie costole. Ho avuto immediatamente la sensazione che mi si stessero rompendo, il dolore mi faceva sentire la testa gonfia e avevo difficoltà a respirare. Non ho potuto evitare di gridare. Hanno continuato a premermi tra le costole chiedendomi di confessare, e hanno continuato in quel modo quando hanno visto che non avrei parlato. Sono stata torturata finché non riuscivo a muovermi ed ero del tutto sfinita. Ho pregato Dio: “Dio, temo che la mia statura sia troppo scarsa, che non sarò in grado di resistere alle torture della polizia e che potrei cedere a Satana, perdendo la mia testimonianza. Ti prego, dammi la fede e la forza per superare la debolezza della mia carne”. Dopo aver pregato, ho ricordato un inno delle parole di Dio, intitolato “Dovresti rinunciare a tutto per la verità”: “Devi patire difficoltà per la verità, devi sacrificarti per la verità, devi sopportare umiliazioni per la verità e, per ottenerne di più, devi subire ulteriori sofferenze. Questo è ciò che dovresti fare(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Le parole di Dio mi hanno ispirata. Seguire Cristo oggi significa sopportare ogni tipo di sofferenza per la verità. Ho acquisito la determinazione e il coraggio di rimanere salda nella mia testimonianza a Dio e di non cedere alle forze oscure di Satana.

Durante l’interrogatorio, ho appreso dalla polizia che le persone che avevano cercato di entrare in casa mia quella notte erano del ramo dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza. Erano sulle tracce delle leader che ospitavo da mesi; avevano catturato anche loro e inoltre confiscato 9 milioni di yuan in offerte. Proprio mentre venivo interrogata, un agente è entrato e ha detto sorridendo: “Abbiamo trovato altri 500.000 yuan”. Sentirlo mi ha fatta infuriare. Quelle erano le offerte che i fratelli e le sorelle avevano dedicato a Dio. Come potevano appropriarsene? Erano davvero dei diavoli! Quel giorno la polizia mi ha torturata fino a notte fonda alternando bastone e carota. Vedendo che non parlavo, un poliziotto mi ha detto tra i denti: “Voi credenti in Dio Onnipotente siete più duri dei chiodi. Se non ti diamo una lezione oggi, non dirai nulla. Non credo che non riusciremo a gestirti!” Dopo aver detto questo, mi ha tolto le manette e mi ha ammanettato le mani ai pali ai lati della panca per le torture; poi hanno spinto indietro la panca. Avevo tutto il mio corpo inclinato all’indietro, e in breve tempo mi sono sentita come se mi stessero per fuoriuscire gli occhi e la testa mi pulsava come in procinto di esplodere. I miei polsi erano intrappolati nelle manette, avevo la sensazione che stessero per essere segati ed ero attraversata da un dolore lancinante. Avevo l’osso sacro premuto contro una protuberanza di ferro sporgente sulla panca per le torture e mi sembrava di avere il cuore tagliato da un coltello. Non so per quanto tempo sia andata avanti. Un agente mi ha minacciata di nuovo, dicendo: “Prima di te c’è stata una donna di sessant’anni che ha confessato dopo appena un’ora e mezza. Vediamo tu quanto tempo riesci a resistere”. Dopo un po’ mi ha presa in giro, dicendo: “Ma non credi in Dio Onnipotente? Perché non viene a salvarti? Dovresti chiederGli di salvarti!” Sentire lo scherno e le bestemmie della polizia mi ha indignata profondamente. Mi attaccavano e bestemmiavano Dio in modo sconsiderato; erano davvero un gruppo di diavoli che odiavano la verità e si opponevano a Dio!

Mi hanno torturata fino allo sfinimento e sono rimasta sospesa in quel modo per oltre due ore. Il mio corpo ha raggiunto il limite e riuscivo a malapena a respirare. Mi sono detta: “Se continua così, morirò davvero qui. Mio marito e mio padre sono appena morti, e a casa ho mia madre che ha più di settant’anni e mio figlio che va ancora a scuola. Se muoio, chi si prenderà cura di loro? Mio figlio ha già perso il padre, e anche mia madre sta soffrendo per il dolore della perdita di una persona cara. Se muoio anch’io, riusciranno a sopportarlo?” Mi sentivo così combattuta e pensavo: “Forse se do loro solo una piccola cosa, mi lasceranno andare. Ma se dico qualcosa, non tradirò Dio come Giuda?” In quel momento mi sono ricordata di un passo delle parole di Dio: “Perché non li metti nelle Mie mani? Non hai abbastanza fede in Me? Oppure temi che Io prenda provvedimenti inopportuni per te?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 59”). Il cielo, la terra e tutte le cose sono sotto il controllo di Dio, e tutto ciò che riguarda mia madre e mio figlio è nelle mani di Dio. Di cos’altro dovevo preoccuparmi? A questo pensiero, ho pregato Dio: “Dio, il destino di mia madre e di mio figlio è nelle Tue mani. Sono disposto ad affidarli a Te e a guardare a Te. Che oggi viva o muoia, sono disposta a mettermi alla mercé delle Tue orchestrazioni. Preferirei morire piuttosto che tradirTi!” Dopo aver pregato, avevo il cuore molto più calmo e mi sentivo pronta a morire. Dopo di che, ho percepito il mio corpo come fluttuare lento verso l’alto e miracolosamente il dolore si è molto attenuato. Vedendo che stavo per crollare, la polizia mi ha tolta dalla panca per le torture. Ero debole in ogni punto e sono caduta in preda a convulsioni ininterrotte. Tutto il mio corpo si è rattrappito in modo incontrollato e lo sentivo completamente irrigidito. Gli agenti hanno tentato in tutti i modi di aprirmi le mani, ma invano. Non so quanto tempo sia durato, ma era quasi l’alba quando ho finalmente iniziato a sentirmi un po’ meglio. Un agente mi ha detto: “Se ieri non ti fossi dimenata, ti avremmo legato gli arti e impiccata!” Sentendo questo, ho ringraziato in silenzio Dio per la Sua protezione. Quella sera, la polizia mi ha portata al centro di detenzione locale.

All’arrivo, un agente mi ha guardata da cima a fondo e ha detto: “È ridotta malissimo. Di chi sarà la colpa se muore qui?” I due agenti che mi scortavano hanno trattato con loro per un po’ e solo allora mi hanno accettata con riluttanza. Durante il controllo sanitario, il medico ha detto che avevo problemi cardiaci e rischiavo di morire da un momento all’altro. Quella notte, hanno fatto controllare di tanto in tanto il mio naso alle detenute per vedere se respiravo ancora. Due settimane dopo, la mia famiglia ha pagato del denaro e ha fatto pressione per ottenere il mio rilascio per motivi di salute. Il giorno in cui ho lasciato il centro di detenzione, la polizia mi ha multata per 10.000 yuan e mi ha avvertita: “Non puoi lasciare la zona a tuo piacimento, il tuo telefono deve essere acceso 24 ore su 24 e devi essere sempre reperibile. Se vieni presa di nuovo, non ti sarà permesso di uscire di prigione!” Quando sono tornata a casa, la mia famiglia e i miei colleghi mi hanno detto che la polizia era andata sul mio posto di lavoro e a casa dei miei parenti per indagare su di me, diffondendo voci infondate sul fatto che fossi a capo di un giro di traffico di organi e usando quella scusa per controllare i miei conti bancari. Tutti i miei familiari mi criticavano e si lamentavano di me, e i miei amici e parenti mi hanno schernita e hanno preso le distanze da me. Ero così arrabbiata, al pensiero che credere in Dio era una cosa buona e che quello era il giusto cammino, eppure i poliziotti avevano diffuso voci infondate su di me, rendendomi impossibile guardare in faccia i miei parenti e colleghi. Mi sono sentita del tutto umiliata e un po’ debole interiormente, e ho pensato che forse non dovevo più uscire a fare il mio dovere e limitarmi a credere in Dio in casa. In seguito, ho pensato ad alcune parole di Dio: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella sozzura della carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti decisamente accettare di buon grado la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. […] Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Dalle parole di Dio, ho capito che credere in Dio e fare il proprio dovere è ciò che un essere creato dovrebbe fare e che solo vivendo in questo modo la vita ha valore e significato. Come potevo aver rimorsi per aver fatto il mio dovere perché ero stata umiliata? Avevo forse una qualche coscienza o ragionevolezza nei confronti di Dio? La polizia aveva diffuso voci infondate e calunnie su di me per farmi allontanare da Dio e tradirLo, ma non potevo cadere nella trappola di Satana. I non credenti mi deridevano e calunniavano, ma venivo perseguitata per la giustizia. Quella sofferenza era preziosa e significativa! Non importava se la polizia mi calunniava, insultava la mia dignità o danneggiava la mia reputazione: non avrei mai tradito Dio! Ero determinata a percorrere il cammino della fede in Dio! A questo pensiero, mi sono rimessa in carreggiata e non avevo più paura di essere umiliata. In seguito, la polizia è venuta spesso da me, cercando di estorcermi denaro, e mi ha minacciata dicendo: “Il tuo caso può essere grave o minore, o addirittura inesistente, a seconda di quanto denaro paghi. Se non paghi, possiamo sbatterti di nuovo in prigione in qualsiasi momento, per tutto il tempo che vogliamo!” Ero furiosa. Non avevo infranto alcuna legge, eppure la polizia continuava ripetutamente a cercare di estorcermi denaro. Non erano altro che una banda di banditi!

Tempo dopo, sono tornata alla casa in cui la polizia aveva cercato di fare irruzione nel cuore della notte. Quando ho aperto la porta, sono rimasta sbalordita, ed ero così furiosa che sono quasi svenuta. La casa era nel caos totale; tutte le cose di valore, persino vestiti, coperte e oggetti d’uso quotidiano, erano state portate via. Quattro computer portatili, il mio telefono del valore di più di 3.000 yuan, una collana d’oro del peso di oltre dieci grammi, quattro anelli d’oro, quattro paia di orecchini d’oro e contanti per un valore di 10.000 yuan: era stato preso tutto quanto. Gli oggetti rimanenti erano stati distrutti o fatti a pezzi. Il letto di legno della camera da letto era rotto, e persino la spalliera del letto e le ante dell’armadio erano state distrutte. La cornice di vetro del dipinto di un paesaggio e il vetro del balcone erano stati frantumati, il frigorifero e il lavandino del bagno erano stati fatti a pezzi, e persino la farina era stata rovesciata dal sacco. Tutto in casa era distrutto e sparso sul pavimento, e quando sono entrata non sapevo nemmeno dove mettere i piedi. Guardare la casa devastata mi ha fatta sentire così addolorata e arrabbiata, e ho pensato: “Come ha potuto la polizia distruggere una bella casa in questo modo?” Odiavo davvero il PCC, quel diavolo! Ho pensato a un passo delle parole di Dio: “Antenati dei tempi antichi? Amati condottieri? Si oppongono tutti a Dio! La loro intromissione ha lasciato tutto ciò che è sotto il cielo in uno stato di tenebra e caos! Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato! […] Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio? Perché usare la forza per sopprimere la venuta di Dio? Perché non permettere a Dio di muoverSi liberamente per la terra che Egli ha creato? Perché dare la caccia a Dio finché non abbia dove andare a posare il capo? Dov’è il calore tra gli uomini? Dov’è il benvenuto tra la gente? Perché suscitare in Dio un anelito così disperato? Perché costringere Dio a continue invocazioni? Perché costringerLo a preoccuparSi per il Suo amato Figlio? Perché in questa società di tenebra i suoi tristi cani da guardia non permettono a Dio di andare e venire liberamente nel mondo che Egli ha creato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho visto il brutto volto del PCC per ciò che era realmente. Fingono di sostenere la giustizia, rivendicando la “libertà di credo religioso” e “l’applicazione della legge per il popolo”, ma dietro le quinte usano ogni tipo di tranello per arrestare e perseguitare coloro che credono in Dio. I cristiani in Cina non godono di alcun diritto umano né di alcuna libertà, e il PCC può irrompere in casa tua in qualsiasi momento, arrestarti, perquisire l’abitazione e sequestrare con la forza le tue proprietà. Le sue azioni sono peggiori di quelle dei banditi e dei tiranni. Prima non avevo alcun discernimento del PCC ma, dopo aver subito personalmente i suoi arresti e le sue persecuzioni, ho capito che si tratta di un gruppo di demoni che odiano Dio e Gli si oppongono.

Anche se ero stata rilasciata dal carcere, non avevo alcuna libertà personale. La polizia mi sorvegliava e mi seguiva sempre, e non riuscivo a liberarmene. Una volta, sono uscita e sono arrivata a metà strada da dove dovevo andare: ho ricordato di aver dimenticato qualcosa e volevo tornare indietro a prenderla ma, quando mi sono girata, ho visto che il poliziotto che mi aveva arrestata mi stava seguendo. Un’altra volta ero al mercato per fare la spesa e un agente di polizia mi ha avvicinata e mi ha chiesto: “Perché stai comprando così tanti generi alimentari solo per te?” Mi ha anche domandato: “Perché non accendi mai le luci di notte? Dove abiti?” Le parole degli agenti mi disgustavano e ripugnavano completamente. Vivere sotto la sorveglianza del PCC era così doloroso, ed ero costantemente in ansia, temendo che la polizia venisse a tormentarmi da un momento all’altro. Durante il giorno, al lavoro, tenevo sempre la porta del mio ufficio ben chiusa e non osavo aprirla con leggerezza. Di notte non osavo stare a casa da sola, tanto meno accendere la luce. Inoltre la polizia chiamava spesso per sapere dove fossi. Mi sentivo davvero oppressa, volevo vedere i miei fratelli e sorelle ma temevo di metterli in pericolo. Mi sembrava sarebbe stato un lusso fare il mio dovere. In quegli anni non riuscivo a concentrarmi su nulla e non sapevo quando quei giorni sarebbero finiti. Vivere così mi pareva addirittura peggio della morte. Dopo essere stata torturata, pedinata e maltrattata e aver subito un’irruzione in casa mia, non solo ero fisicamente debole, ma avevo anche subito un duro colpo a livello psicologico. Dopo essere uscita dal centro di detenzione, per due anni ho dovuto ricorrere a farmaci e iniezioni per mantenere una vita normale, la mia memoria si è deteriorata notevolmente e spesso dimenticavo le cose. Prima di essere arrestata ero in piena salute e spesso condividevo sulle parole di Dio e svolgevo il mio dovere con i miei fratelli e sorelle. Erano tempi davvero felici. Invece, da quando ero stata arrestata, non potevo leggere le parole di Dio e non osavo contattare i miei fratelli e sorelle. Provavo dolore fisico e avevo lo spirito tormentato. Nel dolore e nella debolezza, ho ricordato un passo delle parole di Dio: “Poiché sei certo che questa sia la vera via, devi seguirla sino in fondo; devi mantenere la tua devozione nei confronti di Dio. Poiché hai visto che Dio Stesso è giunto sulla terra per perfezionarti, dovresti donare il tuo cuore interamente a Lui. Se riesci comunque a seguirLo qualunque cosa Egli faccia, anche qualora in ultimo stabilisca per te un esito sfavorevole, questo è mantenere la tua purezza dinanzi a Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovresti mantenere la devozione a Dio”). Le parole di Dio mi hanno tirata fuori dal mio dolore. Ciò che Dio desidera è la mia lealtà e la mia testimonianza, ed Egli stava usando quell’ambiente per perfezionare la mia fede. Non potevo continuare a essere negativa e, per quanto soffrissi, dovevo restare leale a Dio e rimanere salda nella mia testimonianza per soddisfarLo. Così L’ho pregato: “Dio, sono disposta a rimanere salda nella mia testimonianza e a fare il mio dovere. Ti prego, guidami e aprimi una strada”. In seguito, ho trovato un modo per sfuggire alla sorveglianza della polizia e mi sono recata a svolgere il mio dovere altrove.

Sebbene la mia carne abbia subito delle sofferenze, l’arresto e la persecuzione da parte del PCC mi hanno permesso di vedere chiaramente l’essenza del PCC di demone che odia la verità e che si oppone a Dio e Gli è ostile, e nel mio cuore ho opposto a esso rifiuto e ribellione totali. Grazie a questa esperienza, ho davvero assaporato l’amore e la salvezza di Dio e, quando ho subito la tortura e il mio corpo non riusciva a sopportarla, sono state le parole di Dio a darmi fede e forza, guidandomi a superare il tormento da parte di quei demoni. Ogni volta che mi sono sentita negativa, debole, cupa e sofferente, sono state le parole di Dio a illuminarmi e guidarmi, dandomi forza. Ho sperimentato l’autorità e il potere delle parole di Dio, e questo ha rafforzato la mia fede in Lui. Comunque il PCC mi perseguiterà, continuerò a seguire Dio fino alla fine e non abbandonerò il mio dovere di essere creato!

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