4. Come si può arrivare a obbedire a Dio e secondo quali principi di pratica si dovrebbe obbedire a Dio

Parole di Dio attinenti:

Durante il periodo che Dio trascorre nella carne, la sottomissione che Egli richiede alle persone non è ciò che esse si immaginano, ovvero non esprimere giudizi e non opporre resistenza. Piuttosto, Egli richiede che le persone facciano delle Sue parole il loro principio di vita e il fondamento della loro sopravvivenza, che assolutamente mettano in pratica l’essenza delle Sue parole e che soddisfino del tutto la Sua volontà. Questa richiesta di obbedire al Dio incarnato da un lato riguarda il mettere in pratica le Sue parole e, dall’altro, riguarda il saper sottomettersi alla Sua normalità e concretezza. Entrambi questi aspetti devono essere assoluti. Coloro che riescono a conseguire entrambi questi aspetti sono tutti quelli che nutrono un autentico amore per Dio nel loro cuore. Sono tutte persone che sono state guadagnate da Dio e che amano Dio come amano la propria vita. Il Dio incarnato compie la Sua opera con umanità normale e concreta. Ciò facendo, il Suo involucro esteriore di uomo normale e concreto diventa una prova enorme per gli esseri umani, diventa per loro la maggiore difficoltà da superare. Tuttavia la normalità e la concretezza di Dio non possono essere evitate. Egli ha provato di tutto per trovare una soluzione, ma alla fine non ha potuto liberarSi dell’involucro esteriore della Sua umanità normale perché, dopo tutto, Egli è il Dio divenuto carne, non il Dio dello Spirito in cielo. Non è il Dio che gli esseri umani non possono vedere, ma il Dio che ha l’involucro di un essere creato. Pertanto, liberarSi dell’involucro della Sua normale umanità non sarebbe affatto facile. Allora, indipendentemente da ciò, Egli continua a compiere l’opera che vuole compiere dalla prospettiva della carne. Questa opera è l’espressione del Dio normale e concreto, e allora come potrebbe essere accettabile che gli esseri umani non vi si sottomettessero? Che cosa mai possono fare gli uomini rispetto alle azioni di Dio? Egli fa tutto ciò che vuole; le cose sono come a Lui piace che siano. Se gli esseri umani non si sottomettono, quali altri progetti validi possono avere? Finora, è stata soltanto la sottomissione a salvare gli esseri umani; non vi sono state altre idee brillanti. Se Dio vuole mettere alla prova gli esseri umani, questi che cosa possono farci? Tuttavia, tutto ciò non è stato pensato dal Dio in cielo ma dal Dio incarnato. Questo è ciò che Egli vuole fare e nessuno può cambiare le cose. Il Dio in cielo non interferisce con ciò che fa il Dio incarnato: questa non è una ragione ancora più valida per cui le persone dovrebbero sottometterGlisi? Anche se Egli è sia concreto che normale, è in tutto e per tutto il Dio divenuto carne. Fa tutto ciò che vuole fare in base alle Sue idee. Il Dio in cielo ha trasferito a Lui tutti gli incarichi e tu devi sottostare a qualunque cosa Egli faccia. Anche se ha caratteristiche umane ed è assai normale, è Lui ad aver deliberatamente deciso tutto ciò; quindi, come possono le persone guardarLo torvo con gli occhi spalancati per la disapprovazione? Lui vuole essere normale, e allora è normale. Vuole vivere nell’umanità, e allora vive nell’umanità. Vuole vivere nella divinità, e allora vive nella divinità. Gli uomini possono vederla come vogliono, ma Dio sarà sempre Dio e gli esseri umani saranno sempre esseri umani. La Sua essenza non può essere negata per via di qualche dettaglio secondario, né Egli può essere estromesso dalla “persona” di Dio per via di un’inezia. Le persone hanno la libertà degli esseri umani, e Dio ha la dignità di Dio; queste cose non interferiscono fra loro. Le persone non possono dare a Dio un po’ di libertà? Non possono forse accettare che Dio sia un po’ più semplice? Non essere così severo con Dio! Ognuno dovrebbe essere tollerante verso gli altri; così facendo non andrebbe forse tutto a posto? Vi sarebbe ancora alienazione? Se uno non riesce a tollerare una tale banalità, come può perfino pensare di essere una persona magnanima o un vero uomo? Non è Dio a rendere le cose difficili all’umanità, ma è l’umanità a rendere le cose difficili a Dio. Gli esseri umani affrontano sempre le situazioni facendo di una mosca un elefante: davvero creano questioni dal nulla, e se ne potrebbe proprio fare meno! Quando Dio opera con umanità normale e concreta, ciò che fa non è il lavoro dell’uomo, ma l’opera di Dio. Tuttavia, gli esseri umani non vedono l’essenza della Sua opera: vedono sempre e solo l’involucro esteriore della Sua umanità. Non vedono una così grande opera, ma insistono nel vedere l’umanità comune e normale di Dio e non vogliono abbandonarla. Questa come si può definire sottomissione a Dio? Il Dio in cielo Si è ora “trasformato” nel Dio in terra, e il Dio in terra è adesso il Dio in cielo. Non importa se il Loro aspetto esteriore sia uguale o come sia esattamente la Loro opera; in fin dei conti, Colui che compie l’opera di Dio è Dio Stesso. Devi sottometterti, che tu lo voglia o no: non hai scelta in ciò! Dio deve ricevere obbedienza dagli esseri umani e gli esseri umani devono assolutamente sottomettersi a Dio senza la minima pretesa.

Il gruppo di persone che il Dio incarnato vuole guadagnare oggi è costituito da coloro che si conformano alla Sua volontà. Le persone devono solo sottomettersi alla Sua opera e smettere di preoccuparsi costantemente delle idee che riguardano Dio in cielo, di vivere nell’indeterminatezza e di rendere le cose difficili al Dio incarnato. Coloro che sono in grado di obbedirGli sono coloro che incondizionatamente ascoltano la Sua parola e si sottomettono alle Sue disposizioni. Queste persone non prestano la minima attenzione a come sia realmente il Dio in cielo o a quale genere di opera il Dio in cielo stia attualmente compiendo tra gli uomini, ma dedicano tutto il loro cuore al Dio in terra e pongono il loro intero essere davanti a Lui. Non danno mai importanza alla propria incolumità e non fanno mai storie riguardo alla normalità e alla concretezza del Dio incarnato. Coloro che si sottomettono al Dio incarnato possono essere perfezionati da Lui mentre coloro che credono nel Dio in cielo non conquisteranno niente. Questo accade perché non è il Dio in cielo ma il Dio in terra a fare promesse e a impartire benedizioni agli esseri umani. Gli esseri umani non devono sempre magnificare il Dio in cielo e considerare il Dio in terra una persona comune; è ingiusto. Il Dio in cielo è grande e meraviglioso e ha una sapienza strabiliante, ma ciò non esiste affatto. Il Dio in terra è assai comune e insignificante ed è anche assai normale; non ha un intelletto straordinario né compie atti clamorosi ma si limita a operare e a parlare in maniera molto normale e concreta. Pur non parlando mediante il tuono né chiamando a raccolta il vento e la pioggia, è veramente l’incarnazione del Dio in cielo ed è veramente il Dio che vive fra gli esseri umani. Le persone non devono magnificare colui che sono in grado di capire e che corrisponde alle loro fantasie riguardo a Dio e allo stesso tempo considerare modesto Colui che non riescono ad accettare e che non riescono nemmeno a immaginare. Tutto questo è frutto della natura ribelle delle persone; è tutta qui la fonte della resistenza dell’umanità a Dio.

Tratto da “Coloro che amano davvero Dio sono coloro che sanno sottomettersi completamente alla Sua concretezza” in “La Parola appare nella carne”

Ascoltare la parola di Dio e obbedire alle Sue prescrizioni è la vocazione dell’uomo inviata dal cielo; su ciò che Dio dice l’uomo non può discutere. Qualunque cosa Dio dica e chieda all’uomo, l’identità, l’essenza e la condizione di Dio non cambiano: è sempre Dio. Quando non hai dubbi sul fatto che Egli è Dio, l’unica tua responsabilità, l’unica cosa che devi fare è ascoltare ciò che Egli dice; questo è il cammino della pratica. Una creatura di Dio non deve studiare, analizzare, esplorare, respingere, contraddire, disobbedire o negare le parole di Dio; è una cosa aborrita da Dio, non ciò che Egli desidera vedere nell’uomo. Allora, qual è il cammino della pratica? In realtà, è molto semplice: impara ad ascoltare, ascolta col cuore, accetta col cuore, capisci e comprendi col cuore, e poi vai e fai, esegui e metti in pratica col cuore. Ciò che ascolti e comprendi nel tuo cuore è strettamente legato a ciò che metti in pratica. Non devi separare le due cose; tutto (ciò che metti in pratica, ciò a cui obbedisci, ciò che fai con le tue mani, tutte le tue incombenze) è legato a ciò che ascolti e comprendi nel tuo cuore, e, in tal modo, conseguirai l’obbedienza alle parole del Creatore. Questo è il cammino della pratica.

Tratto da “Terzo excursus – Come Noè e Abramo ascoltarono le parole di Dio e Gli obbedirono (Parte seconda)” in “Smascherare gli anticristi”

Non si può cambiare la propria indole; ci si deve sottoporre al giudizio e al castigo, alla sofferenza e all’affinamento delle parole di Dio, oppure si deve essere trattati, disciplinati e potati dalle Sue parole. Solo allora si potranno conseguire l’obbedienza e la devozione a Dio, e si smetterà di essere superficiali nei Suoi confronti. È grazie al raffinamento delle parole di Dio che l’indole degli uomini si trasforma. Solo attraverso lo smascheramento, il giudizio, la disciplina e il trattamento delle Sue parole non oseranno più agire d’impulso e diventeranno calmi e composti. La cosa più importante è riuscire a sottomettersi alle parole attuali di Dio e alla Sua opera anche se non è in linea con le nozioni umane, riuscire a mettere da parte tali nozioni e sottomettersi di buon grado.

Tratto da “Le persone la cui indole è cambiata sono coloro che sono entrati nella realtà delle parole di Dio” in “La Parola appare nella carne”

L’indole corrotta degli uomini si nasconde in ogni loro pensiero e idea, nei motivi dietro ogni loro azione; si nasconde in ogni parere che l’uomo ha riguardo a qualsiasi cosa e in ogni opinione, interpretazione, punto di vista e desiderio che egli ha nel suo approccio a tutto ciò che Dio fa. È nascosto all’interno di queste cose. E Dio cosa fa? Come affronta queste cose dell’uomo? Predispone ambienti per smascherarti. Non solo ti smaschererà, ma ti giudicherà anche. Quando riveli la tua indole corrotta, quando hai pensieri e idee che sfidano Dio, quando hai condizioni e punti di vista che competono con Lui, quando hai condizioni che ti portano a fraintenderLo, o a resisterGli e a osteggiarLo, Egli ti rimprovererà, giudicherà e castigherà, e talvolta addirittura ti punirà e disciplinerà. A quale scopo disciplinarti e rimproverarti? Per farti capire che ciò che pensi sono le nozioni dell’uomo, e che sono sbagliate; i tuoi intenti originano da Satana, dalla volontà dell’uomo, non rappresentano Dio, sono incompatibili con Dio, non possono soddisfare le Sue intenzioni, Dio li detesta e li odia, suscitano la Sua ira e persino la Sua maledizione. Una volta compreso questo, sei in grado di cambiare i tuoi intenti. E in che modo questo avviene? Prima di tutto, devi sottometterti a come Dio ti tratta e agli ambienti, alle persone, alle questioni e alle cose che Egli predispone per te; non stare lì a fare le pulci, non accampare pretesti oggettivi, e non sottrarti alle tue responsabilità. Inoltre, ricerca la verità che le persone dovrebbero praticare e a cui dovrebbero accedere quando Dio fa ciò che fa. Dio vuole che tu capisca queste cose. Egli vuole che tu riconosca la tua indole corrotta e la tua essenza satanica, che sia capace di sottometterti agli ambienti che predispone per te e, in sostanza, che tu riesca a mettere in pratica ciò che ti richiede secondo la Sua volontà e che tu sia in grado di soddisfarla. Allora avrai superato la prova. Quando smetti di resistere e di opporti, da che cosa viene presto sostituito questo atteggiamento? Sei in grado di obbedire e di non discutere più. Quando Dio dice: “Vattene via da Me, Satana!”, tu rispondi: “Se Dio dice che io sono Satana, sono Satana. Anche se non capisco che cosa io abbia fatto di male né perché Dio dica che sono Satana, se Egli desidera che io vada via da Lui, non esiterò. Devo ricercare la volontà di Dio”. Quando Dio dice che la natura delle tue azioni è satanica, tu rispondi: “Riconosco qualunque cosa dica Dio, accetto tutto”. Che atteggiamento è? Obbedienza. Se sai accettare con riluttanza che Dio ti definisca diavolo Satana, ma non sai accettare (e sei incapace di obbedire) quando dice che sei una bestia, è obbedienza? Obbedienza significa remissività totale, accettazione, non discutere e non porre condizioni. Significa non analizzare causa ed effetto, indipendentemente dalle ragioni oggettive, e preoccuparsi soltanto dell’accettazione. Chi consegue un’obbedienza del genere è vicino alla vera fede in Dio. Più Dio agisce, più tu percepisci che tutto è governato da Dio e più ti convincerai di questo: “Tutto ciò che Dio fa è positivo, nulla è negativo. Non devo scegliere solo ciò che mi va bene, ma dovrei obbedire. La mia responsabilità, il mio obbligo, il mio dovere è obbedire; ecco che cosa devo fare in quanto creatura di Dio. Se non so nemmeno obbedire a Dio, che cosa sono io? Sono una bestia, sono il diavolo!” Questo non dimostra forse che hai vera fede? Quando sarai arrivato a questo punto, sarai senza macchia, perciò sarà facile per Dio servirsi di te e sarà anche facile per te sottometterti alle orchestrazioni di Dio; e, allora, non sarà forse facile per Dio benedirti? Pertanto, dall’obbedienza si possono apprendere molte lezioni.

Tratto da “Solo se si è veramente obbedienti si può possedere una fede reale” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

L’unico atteggiamento che un essere creato dovrebbe avere nei confronti del suo Creatore è quello di obbedienza, di obbedienza incondizionata. È una cosa che alcuni oggi forse non riescono ad accettare. Ciò dipende dal fatto che la statura degli esseri umani è troppo scarsa ed essi non posseggono la verità realtà. Se queste parole descrivono la tua condizione, allora sei lontano dal saper obbedire a Dio. Mentre viene nutrito e dissetato dalla parola di Dio, l’uomo, in realtà, si sta preparando a una cosa sola. Quale può essere questa cosa? In definitiva, è poter conseguire una sottomissione assoluta e incondizionata a Dio, e, a quel punto, tu, questa creatura, avrai raggiunto il livello richiesto. Talvolta, Dio fa intenzionalmente delle cose che sono in contrasto con le tue concezioni, vanno contro ciò che tu desideri o perfino sembrano andare contro i principi o contro le sensazioni umane, l’umanità o i sentimenti, rendendoti incapace di accettarle e di capirle. Comunque le osservi, non ti sembrano giuste, proprio non riesci ad accettarle, e ti sembra che ciò che Egli ha fatto sia semplicemente irragionevole. Allora, qual è lo scopo di Dio nel fare queste cose? Metterti alla prova. Non devi discutere il come e il perché di ciò che Dio ha fatto; tutto ciò che devi fare è continuare ad avere fede nel fatto che Egli è la verità e riconoscere che Egli è il tuo Creatore, che Egli è il tuo Dio. Questo è più elevato di ogni verità, più elevato di ogni sapienza terrena, della cosiddetta moralità umana, dell’etica, della conoscenza, dell’istruzione, della filosofia o della cultura tradizionale umana, ed è più elevato anche dell’affetto o del cameratismo o del cosiddetto amore fra le persone; è più elevato di qualsiasi cosa in assoluto. Se non riesci a capirlo, prima o poi, quando ti succede qualcosa, è facile che ti ribelli a Dio e che ti perda, prima di pentirti infine e di riconoscere quanto amabile sia Dio e il significato dell’opera che Egli compie su di te; o, peggio ancora, potresti incespicare e cadere per questo motivo. Non sarebbe spaventoso se Dio ti giudicasse, né sarebbe spaventoso se ti maledicesse o castigasse: quindi, cosa sarebbe spaventoso? Sarebbe spaventoso se Egli dicesse: “Non salverò una persona come te; Mi arrendo!” In tal caso, saresti spacciato. Perciò la gente non dovrebbe spaccare il capello in quattro dicendo: “Queste parole, ossia giudizio e castigo, vanno bene, ma queste altre, vale a dire maledizione, distruzione e condanna, non significherebbero forse la mia fine? Che tipo di creatura potrei essere dopo una cosa simile? Bene; io ho chiuso. E Tu puoi anche smettere di essere il mio Dio”. Se decidi di abbandonare Dio senza aver reso testimonianza, allora Egli potrebbe veramente decidere di non volerti più. L’hai mai considerato? Non importa da quanto tempo una persona creda in Dio, quanto sia lunga la strada che ha percorso, quanto lavoro abbia svolto e quanti doveri abbia compiuto; questo tempo è servito a prepararla a un’unica cosa: essere in definitiva in grado di conseguire una sottomissione assoluta e incondizionata a Dio. Che cosa significa, dunque, “incondizionata”? Significa trascurare le tue giustificazioni personali, trascurare il tuo ragionamento oggettivo e non bisticciare su nulla: sei un essere creato e non sei degno. Quando bisticci con Dio, sei nella posizione sbagliata; quando tenti di giustificarti con Dio, di nuovo, sei nella posizione sbagliata; quando discuti con Dio, quando vuoi domandare il motivo, capire che cosa stia effettivamente succedendo, se non riesci a obbedire senza prima capire e vuoi sottometterti solo quando tutto ti è chiaro, ancora una volta sei nella posizione sbagliata. Quando sei nella posizione sbagliata, la tua obbedienza a Dio è assoluta? Stai trattando Dio come va trattato? Lo adori come il Signore di tutto il creato? No, proprio no, nel qual caso Dio non ti riconosce. Che cosa può consentirti di conseguire l’obbedienza assoluta e incondizionata a Dio? Come si può sperimentare ciò? Da un lato, è necessario un po’ di coscienza e di ragione di umanità normale; dall’altro, mentre compi il tuo dovere, devi capire ogni aspetto della verità per poter capire la volontà di Dio. Talvolta, la levatura dell’uomo è scarsa e l’uomo non ha la forza o l’energia per capire tutte le verità. C’è una cosa, però: indipendentemente dall’ambiente, dalle persone, dagli eventi e dalle cose che ti capitano e che Dio ha disposto, devi sempre avere un atteggiamento di obbedienza e non domandarne il motivo. Se anche questo atteggiamento va al di là delle tue capacità, e se tu sei persino capace di spingerti a guardarti da Dio, a speculare su di Lui oppure a pensare: “Devo valutare se ciò che Dio sta facendo sia davvero giusto. Dicono che Dio sia amore; bene, vediamo se vi è amore in ciò che sta facendo a me e se questo è davvero amore”; se continui a controllare che Dio agisca in conformità alle tue nozioni, a guardare se Dio stia facendo ciò che ti piace o perfino se questa cosa sia conforme a ciò che tu ritieni essere la verità, allora sei nella posizione sbagliata e questo ti metterà nei guai e sarai soggetto a offendere l’indole di Dio.

Tratto da “Vogliono che gli altri obbediscano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)” in “Smascherare gli anticristi”

Qual è il lato concreto di un atteggiamento di sottomissione? È questo: devi indurti ad accogliere le parole di Dio. Quando il tuo accesso alla vita è superficiale, non hai ancora conseguito una levatura adeguata e la tua conoscenza della verità realtà non è ancora abbastanza profonda, ma anche in tale situazione sei ancora capace di seguire Dio e di sottometterti a Lui, questo è l’atteggiamento giusto. Prima di poter conseguire una sottomissione totale, devi adottare un atteggiamento di sottomissione, ossia accettare che le parole di Dio sono giuste, considerarle la verità e i principi della pratica, essere in grado di salvaguardarle come regole, anche quando non hai un’adeguata comprensione dei principi. Questo è un atteggiamento. Poiché finora la tua indole non si è trasformata, se sei in grado di conseguirlo e indicare a Dio che hai un tale atteggiamento e una tale mentalità dicendo: “Non mi interessa che cosa faccia Dio e non capisco molte verità. So soltanto che faccio quello che Dio mi dice di fare. Non ho una serie di trucchi che mi aiutino a esaminare ciò che dice Dio, non è questo che devo fare”; ecco una mentalità di sottomissione. Alcuni dicono: “Non va bene. E se Dio Si sbaglia?” Dio può sbagliarSi? Tu dici: “Che quanto Dio fa sia giusto o sbagliato, io non ne sono responsabile. Mi limito ad ascoltare, a sottomettermi, ad accettare e a seguire Dio. È ciò che deve fare un essere creato”. Questa è la mentalità con cui bisogna sottomettersi, e solo chi possiede tale mentalità può acquisire la verità. Se non hai questa mentalità ma dici: “Non mi lascio imbrogliare da nessuno. Nessuno mi inganna. Sono troppo astuto per lasciarmi raggirare da quelle parole e sottomettermi a qualcosa; non funziona. Qualunque cosa mi succeda, devo esaminarla e analizzarla. Quando io stesso sarò in grado di accettare e capire qualcosa, allora mi sottometterò”; questo è un atteggiamento di sottomissione? Non è un atteggiamento di sottomissione; è una mancanza di mentalità di sottomissione, non vi è nel cuore alcuna intenzione di sottomettersi. “Dovrò comunque esaminare Dio. Anche re e regine ottengono da me lo stesso trattamento. Ciò che Tu dici è inutile. È vero che io sono un essere creato, ma non sono uno sciocco, perciò non trattarmi come se lo fossi”. Per una persona del genere è finita; non possiede le condizioni per accogliere la verità. Una persona del genere è priva di senno. È una bestia! Senza un tale senno, non può conseguire la sottomissione. Per conseguire la sottomissione bisogna prima possedere una mentalità di sottomissione.

Tratto da “Solo quando risolvi le tue nozioni puoi intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (3)” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

In qualunque cosa tu faccia, devi imparare a cercare la verità e a obbedirle. Purché tu agisca in conformità alla verità, agirai correttamente. Anche se a proporlo è stato un bambino, o il fratello o la sorella giovane più umile, purché ciò che dicono sia conforme alla verità, allora ciò che stai facendo avrà un buon esito e sarà conforme alla volontà di Dio. La gestione di una questione dipende dal tuo impulso e dai principi che adotti per gestirla. Se i tuoi principi nascono dalla volontà dell’uomo, dai pensieri, dalle nozioni o dalle fantasie umane, o dalle emozioni e dai punti di vista umani, allora la tua gestione della questione sarà sbagliata, perché la sua fonte sarà sbagliata. Quando le tue idee si basano sulle verità principi e gestisci le questioni secondo le verità principi, allora sei sicuro di gestire correttamente la questione in esame. Talvolta, altre persone saranno incapaci di accettare la tua gestione della questione in quel momento e, in simili occasioni, potrebbe sembrare che abbiano le loro nozioni o che il loro cuore sia a disagio. Dopo un po’, tuttavia, si dimostrerà che avevi ragione tu. Le questioni che si conformano alla volontà di Dio miglioreranno nel tempo; quanto all’esito delle questioni che non si conformano alla volontà di Dio, invece – questioni che si accordano alla volontà dell’uomo e che sono artificiali,– esse peggiorano nel tempo e si riveleranno tali. Quando agisci, non preoccuparti di coloro la cui via dovrebbe o non dovrebbe guidarti, e non fare ipotesi. Anzitutto dovresti cercare e pregare, e poi procedere un passo alla volta e condividere con tutti. Qual è lo scopo della condivisione? Permette a una persona di fare le cose in perfetta conformità alla volontà di Dio e di agire in armonia con essa. Questo è un modo alquanto altisonante di esprimere il concetto; diciamo che la condivisione consente a una persona di gestire gli affari in perfetta conformità alle verità principi. Questa è una definizione un po’ più pratica. Se riuscirai a raggiungere questo obiettivo, sarà sufficiente.

Tratto da “La via per trasformare un’indole corrotta” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Quando affronti i problemi della vita reale, come devi conoscere e capire l’autorità di Dio e la Sua sovranità? Quando non sai come comprenderli, gestirli e sperimentarli, quale atteggiamento devi adottare per mostrare la tua intenzione, il tuo desiderio e la tua realtà di sottomissione alla sovranità e alle disposizioni di Dio? Innanzitutto devi imparare ad aspettare, poi a cercare e quindi a sottometterti. “Aspettare” significa attendere il momento di Dio, attendere le persone, gli eventi e le cose che Egli ha predisposto per te, attendere che la Sua volontà ti si riveli gradualmente. “Cercare” significa osservare e comprendere le intenzioni premurose di Dio nei tuoi confronti attraverso le persone, gli eventi e le cose che Egli ha predisposto, capire la verità attraverso di essi, comprendere cosa gli esseri umani debbano compiere e quali comportamenti debbano tenere, quali risultati e obiettivi Dio intenda raggiungere negli esseri umani. “Sottomettersi”, naturalmente, si riferisce al fatto di accettare le persone, gli eventi e le cose che Dio ha orchestrato, accettando la Sua sovranità e, per suo tramite, arrivando a capire come il Creatore detti il destino dell’uomo, come lo doti della Sua vita e come gli instilli la verità. Tutte le cose sotto le disposizioni e la sovranità di Dio obbediscono a leggi naturali e, se decidi di lasciare che Egli disponga e detti ogni cosa per te, devi imparare ad aspettare, a cercare, a sottometterti. Questo è l’atteggiamento che deve assumere chiunque voglia assoggettarsi all’autorità di Dio, la qualità fondamentale che deve possedere chiunque voglia accettare la Sua sovranità e le Sue disposizioni. Per tenere un simile atteggiamento, per possedere una simile qualità, dovete lavorare più sodo; soltanto così entrerete nella vera realtà.

Tratto da “Dio Stesso, l’Unico III” in “La Parola appare nella carne”

Vi è un principio fondamentale nel modo in cui il Signore della creazione tratta le creature, che è anche il principio più alto. Il modo in cui Egli tratta le creature si basa totalmente sul Suo piano di gestione e sui Suoi requisiti; Egli non ha bisogno di consultare alcun uomo, né di convincere alcuna persona a essere d’accordo con Lui. Egli fa tutto quel che deve, e tratta le persone comunque debba trattarle, e qualunque cosa faccia o comunque tratti le persone sono tutte cose in linea con i principi, i principi secondo i quali opera il Signore della creazione. In quanto creature, l’unica cosa da fare è sottomettersi; non dovrebbe esserci nessun’altra scelta. Questo cosa dimostra? Dimostra che il Signore della creazione sarà sempre il Signore della creazione; Egli ha il potere e le credenziali per orchestrare e governare a Suo piacimento qualsiasi creatura, e non ha bisogno di una ragione per agire in tal modo. Questa è la Sua autorità. Non una sola creatura, proprio in quanto tale, ha il potere o le credenziali per esprimere un giudizio sul modo in cui il Creatore dovrebbe agire o se ciò che Egli fa sia giusto o sbagliato, né vi è alcuna creatura che abbia le credenziali per scegliere se debba essere governata dal Signore della creazione, essere oggetto delle Sue orchestrazioni o disposizioni. Similmente, non una sola creatura ha le credenziali per scegliere come essere governata dal Signore della creazione o come Egli possa disporre di essa. Questa è la somma verità. Non importa cosa il Signore della creazione abbia fatto alle Sue creature, e non importa come lo abbia fatto: gli uomini che Egli ha creato dovrebbero fare soltanto una cosa: ricercare, sottomettersi, conoscere, e accettare questa realtà messa in atto dal Signore della creazione. Il risultato finale sarà che il Signore della creazione avrà portato a termine il Suo piano di gestione e ultimato la Sua opera, con un avanzamento del Suo piano di gestione privo di impedimenti; nel frattempo, avendo accettato il dominio e le disposizioni del Creatore ed essendovisi sottomesse, le creature avranno ottenuto la verità, avranno compreso la volontà del Creatore e saranno arrivate a conoscere la Sua indole. Vi è un altro principio di cui devo parlarvi: qualunque cosa faccia il Creatore, comunque Si manifesti e che compia azioni grandi o piccole, è pur sempre il Creatore; invece l’intera umanità da Lui creata, qualunque cosa abbia fatto e per quanto sia ricca di talento e di doti, rimane composta da creature. Gli esseri umani creati, per quanto abbiano ricevuto dal Creatore grazia e benedizioni, oppure misericordia, amorevolezza o benevolenza, non devono ritenersi distinti dalle masse, né pensare di poter essere sullo stesso piano di Dio e di essere divenuti di rango elevato tra le creature. Per quanti doni Dio ti abbia concesso o per quanta grazia ti abbia impartito, per quanto ti abbia trattato con gentilezza o ti abbia conferito qualche talento speciale, nulla di tutto ciò è un tuo capitale. Sei una creatura e pertanto rimarrai sempre tale. Non devi mai pensare: “Sono un prediletto nelle mani di Dio. Egli non alzerà le mani su di me. L’atteggiamento di Dio verso di me sarà sempre fatto di amore, affetto e carezze gentili, insieme a paroline di conforto e incoraggiamento”. Al contrario, agli occhi del Creatore tu sei uguale a tutte le altre creature; Dio può utilizzarti come desidera e può anche orchestrarti come desidera, e parimenti può fare in modo che tu svolga qualsiasi ruolo fra persone, eventi e cose di ogni genere. Questa è la conoscenza che si deve avere e la ragionevolezza che bisogna possedere. Se si riesce a capire e ad accettare queste parole, il proprio rapporto con Dio diventerà più normale e si stabilirà con Lui una relazione più che equa; se si riesce a capire e ad accettare queste parole, si orienterà appropriatamente il proprio ruolo, si assumerà una posizione opportuna e si svolgerà correttamente il proprio dovere.

Tratto da “Solo ricercando la verità si possono conoscere le azioni di Dio” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

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