1. Cos’è il dovere e come si dovrebbe considerarlo
Parole di Dio attinenti:
In quanto membri della razza umana e cristiani devoti, è responsabilità e dovere di ciascuno di noi offrire la nostra mente e il nostro corpo allo svolgimento del compito assegnatoci da Dio, poiché il nostro intero essere è venuto da Dio ed esiste grazie alla sovranità di Dio. Se le nostre menti e i nostri corpi non sono votati al compito assegnatoci da Dio e per la giusta causa dell’umanità, le nostre anime saranno indegne di coloro che hanno subito il martirio per mandato di Dio, e ancor più indegne di Dio, che ci ha fatto dono di ogni cosa.
Tratto da “Dio sovrintende al destino dell’intera umanità” in “La Parola appare nella carne”
Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che egli sia benedetto o maledetto. Il dovere è ciò che l’uomo è tenuto a compiere; è il suo sacrosanto dovere e non deve dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto questo è il compimento del suo dovere. Benedetto è chi dopo avere sperimentato il giudizio viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio. Maledetto è chi dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. In quanto essere creato, l’uomo dovrebbe compiere il suo dovere, fare ciò che è tenuto a fare e ciò che è in grado di fare, indipendentemente dal fatto che venga poi benedetto o maledetto. Questa è la condizione fondamentale per l’uomo, in quanto persona che ricerca Dio. Tu non devi compiere il tuo dovere solo per essere benedetto e non devi rifiutarti di agire per timore di essere maledetto. Desidero dirvi quest’unica cosa: compiere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare. Se l’uomo non è in grado di compiere il suo dovere, questo dimostra la sua ribellione. È sempre attraverso il processo del compimento del proprio dovere che l’uomo gradualmente si trasforma, ed è attraverso questo processo che dimostra la sua lealtà. Stando così le cose, più tu sei in grado di compiere il tuo dovere, più verità riceverai e più reale diventerà anche la tua espressione. Coloro che nel compiere il proprio dovere si limitano a fare le cose meccanicamente, e non cercano la verità, alla fine saranno eliminati, poiché simili uomini non compiono il loro dovere nella pratica della verità e non mettono in pratica la verità nel compimento del loro dovere. Simili uomini sono coloro che non potranno cambiare e saranno maledetti. Non soltanto la loro espressione è impura, ma ciò che esprimono non è altro che malvagità.
Tratto da “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo” in “La Parola appare nella carne”
Che cos’è il dovere? Non è qualcosa che sei tu a gestire: non è il tuo lavoro né la tua carriera; anzi, è l’opera di Dio. E l’opera di Dio richiede la tua collaborazione, cosa da cui ha origine il tuo dovere. Gli aspetti dell’opera di Dio ai quali l’uomo deve contribuire costituiscono il suo dovere. Il dovere è una parte dell’opera di Dio: non è la tua carriera, né i tuoi affari familiari o personali. Che abbia a che fare con questioni esteriori o interiori, il tuo dovere è comunque l’opera della casa di Dio, è parte integrante del piano di gestione di Dio ed è l’incarico che Egli ti ha affidato. Non riguarda i tuoi affari personali.
Tratto da “Soltanto cercando i principi della verità puoi svolgere bene il tuo dovere” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Come nasce il dovere? In senso lato, nasce in conseguenza dell’opera di gestione di Dio per portare la salvezza all’umanità; in senso più specifico, man mano che l’opera di gestione di Dio si svolge tra gli uomini, emergono vari compiti da eseguire, e questi richiedono che le persone collaborino e li portino a termine. Da qui sono emerse le responsabilità e le missioni che le persone devono compiere, e tali responsabilità e missioni sono i doveri che Dio conferisce all’umanità. Perciò, nella casa di Dio, i diversi compiti che richiedono la cooperazione delle persone sono i doveri che esse dovrebbero adempiere. Vi sono pertanto differenze tra i doveri in termini di migliori e peggiori, nobili e umili, o grandi e piccoli? Tali differenze non esistono; purché qualcosa abbia a che fare con l’opera di gestione di Dio, sia un requisito del Suo svolgimento della Sua opera, o sia un requisito dell’opera della Sua casa, allora è dovere di una persona. È questa la definizione e l’origine del dovere. Senza l’opera di gestione di Dio, gli esseri umani sulla terra – dovunque vivano – avrebbero dei doveri? (No.) Ora si vede chiaramente che esiste un rapporto diretto fra i doveri degli esseri creati e l’opera di gestione di Dio per la salvezza dell’umanità. Si può dire che, senza la salvezza dell’umanità da parte di Dio e senza l’opera di gestione da Lui avviata sulla terra, tra gli uomini, nessuno avrebbe doveri degni di questo nome. Osservato da questo punto di vista, il dovere è importante per tutti coloro che seguono Dio, giusto? In senso lato, tu fai parte dell’opera del piano di gestione di Dio; più specificamente, stai collaborando ai vari tipi di lavori da parte di Dio che sono necessari in momenti diversi e tra gruppi diversi di persone. Qualunque sia il tuo dovere, è una missione che Dio ti ha assegnato. Talvolta, ti può essere chiesto di custodire o salvaguardare un oggetto importante. Può essere una questione relativamente banale che si può considerare solamente una tua responsabilità, ma è un compito che ti ha assegnato Dio; l’hai ricevuto da Lui. In senso più ampio, Dio ti affida un incarico, che può essere diffondere il Vangelo o guidare una Chiesa, oppure un lavoro ancora più pericoloso e importante. In ogni caso, se riguarda l’opera di Dio e della Sua casa, bisogna accettarlo come dovere proveniente da Dio. Il dovere, per dirla in termini ancora più ampi, è la missione di ciascuna persona, un incarico affidato da Dio; più specificamente, è la tua responsabilità, il tuo obbligo. Poiché è la tua missione, un incarico affidatoti da Dio, ed è una tua responsabilità e un tuo obbligo, non ha nulla a che vedere con i tuoi affari personali.
Tratto da “Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Le creature di Dio devono compiere il loro dovere; tu vivi sotto il dominio di Dio, accetti tutto ciò che è offerto da Dio, tutto ciò che proviene da Dio, perciò devi fare fronte alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi: questo è il tuo dovere. Da ciò si può vedere che per l’umanità compiere il dovere di creatura di Dio è più giusto, bello e nobile di qualsiasi altra cosa che si faccia vivendo nel mondo dell’uomo; niente nell’umanità è più significativo o degno, niente apporta maggiore significato e valore alla vita di una creatura di Dio che compiere il dovere di creatura di Dio. Essere in grado di compiere il dovere di creatura di Dio, di compiacere il Creatore è la cosa più bella per l’umanità e va celebrata. Tutto ciò che il Creatore affida alle creature di Dio va accettato in maniera incondizionata; per l’umanità è qualcosa di benedetto e glorioso, e per tutta l’umanità che compie il dovere di creatura di Dio nulla è più bello o memorabile: è qualcosa di positivo. E quanto a come il Creatore tratti coloro che compiono il dovere di creature di Dio e che cosa prometta loro, è una questione che riguarda il Creatore, non è affare dell’umanità creata. Per dirla francamente, deciderà Dio; tu otterrai ciò che Dio ti darà, e se non ti darà niente non potrai dire niente. Quando una creatura di Dio accetta l’incarico da parte di Dio e collabora col Creatore per compiere il proprio dovere e fare ciò che può, non è una transazione o una contrattazione; le creature di Dio non devono cercare di sfruttare un qualsiasi atteggiamento o altro per chiedere in cambio a Dio benedizioni o promesse. Quando il Creatore vi affida questo incarico, è giusto e opportuno che voi, in quanto creature di Dio, accettiate tale dovere e incarico; non vi è transazione. Dal lato del Creatore, Egli intende affidare tale incarico a ciascuno di voi; e dal lato dell’umanità creata bisogna accettare di buon grado tale dovere, considerandolo un obbligo della vita, il valore da vivere in questa vita. Qui non vi è transazione, non si tratta di uno scambio equivalente, tanto meno ciò comporta qualche ricompensa o qualche genere di interpretazione. Non è una compravendita, non è uno scambio per il prezzo che si paga o per la fatica che si impiega nel compiere il dovere. Dio non l’ha mai detto e non deve essere così inteso dall’uomo.
Tratto da “Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte settima)” in “Smascherare gli anticristi”
Il modo in cui consideri gli incarichi di Dio è una questione molto seria! Se non sei in grado di portare a termine ciò che Dio ti affida, allora non sei degno di vivere alla Sua presenza e meriti di essere punito. È così stabilito dalla legge celeste nonché dai principi terreni che gli esseri umani debbano completare qualsivoglia incarico Dio abbia loro affidato; questa è la loro responsabilità più elevata, non meno importante della loro stessa vita. Se non prendi sul serio gli incarichi di Dio, allora Lo tradisci nel modo più biasimevole; in ciò, sei più deprecabile di Giuda e meriti di essere maledetto. Le persone devono acquisire una comprensione approfondita di come siano tenuti a considerare ciò che Dio affida loro e, come minimo, devono capire che gli incarichi che Dio affida all’umanità sono un’esaltazione e un privilegio speciale da parte di Dio, sono il più glorioso dei doni. Ogni altra cosa può essere tralasciata; se anche occorra sacrificare la propria vita, l’uomo deve pur sempre adempiere l’incarico di Dio.
Tratto da “Come conoscere la natura umana” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Ciò che riflette in maniera più diretta e percepibile il vincolo che ti lega a Dio è come tratti le questioni che Dio ti affida e i compiti che ti assegna, nonché l’atteggiamento che hai. Tale questione è quanto si può osservare più direttamente. Quando avrai compreso questo punto cruciale e avrai eseguito l’incarico che Dio ti ha affidato, il tuo rapporto con Dio sarà normale. Se, quando Dio ti affida un compito o ti dice di compiere un certo dovere, il tuo atteggiamento è superficiale e apatico e tu non lo consideri una priorità, non è proprio l’opposto dell’impegnarti con tutto il cuore e con tutte le forze? Allora, il tuo atteggiamento nel compiere il tuo dovere è di cruciale importanza, così come il metodo e il cammino che scegli. Qual è il risultato del compiere il proprio dovere in maniera superficiale e affrettata e del prenderlo sottogamba? È che compirai il tuo dovere in maniera scadente, anche se saresti in grado di svolgerlo bene: non avrai fatto le cose come si deve, e Dio non sarà soddisfatto del tuo atteggiamento nei confronti del dovere. Se inizialmente tu avessi ricercato e collaborato normalmente; se vi avessi rivolto tutti i tuoi pensieri; se ti fossi dato da fare con tutto il cuore e con tutta l’anima, mettendoci il massimo impegno, e vi avessi dedicato per un periodo le tue fatiche, i tuoi sforzi e i tuoi pensieri, o avessi trascorso del tempo a registrare i riferimenti, dedicandovi l’intera mente e l’intero corpo; se tu fossi stato capace di una tale collaborazione, Dio sarebbe davanti a te a guidarti. Non ti serve esercitare un grande sforzo; quando non ti risparmi nel collaborare, Dio avrà già disposto tutto per te. Se sei scaltro e infido e, a metà del lavoro, cambi idea e vai fuori strada, Dio non dimostrerà alcun interesse per te; avrai perso l’occasione, e Dio dirà: “Non ne sei capace; sei inutile. Fatti da parte. Ti piace oziare, vero? Ti piace essere falso e astuto, vero? Ti piace riposare? Bene, allora riposati”. Dio offrirà questa grazia e questa occasione a qualcun altro. Che dite: è una perdita o un guadagno? È una perdita enorme!
Tratto dalla condivisione di Dio
Alcune persone considerano l’adempimento dei loro doveri un capitale, altre li vedono come loro incarichi personali e altre ancora come il loro lavoro, le loro attività o faccende private, o considerano il dovere come una sorta di svago, di intrattenimento o di hobby per ammazzare il tempo. In breve, non importa che tipo di atteggiamento tu abbia verso il tuo dovere: se non l’hai ricevuto da Dio e se non sei in grado di trattarlo come un compito che un essere creato dovrebbe svolgere o a cui dovrebbe cooperare nell’ambito dell’opera di gestione di Dio, allora ciò che stai facendo non è adempiere il tuo dovere. Perché sollevo questi argomenti? Che problemi sto cercando di risolvere con una condivisione al riguardo? Sto tentando di correggere gli atteggiamenti sbagliati che le persone hanno verso i loro doveri. Non appena avranno compreso queste verità, l’atteggiamento verso i loro doveri si allineerà gradatamente alla verità e si conformerà ai suoi principi, oltre che ai requisiti di Dio. Come minimo, il tuo modo di vedere e il tuo atteggiamento verso il tuo dovere dovrebbero essere in linea con la verità e i requisiti di Dio. I doveri sono compiti affidati da Dio agli esseri umani; sono missioni da portare a termine. Però un dovere non è certo una tua faccenda personale o un contrappeso al tuo distinguerti dalla massa. Alcuni sfruttano il proprio dovere come opportunità per dedicarsi alla gestione dei propri affari e formare congreghe; alcuni per soddisfare i propri desideri; alcuni per colmare il vuoto che percepiscono dentro di sé; e alcuni per soddisfare la loro mentalità fatalista, pensando che basti compiere il proprio dovere per trovare posto nella casa di Dio e nella meravigliosa destinazione che Dio dispone per l’uomo. Simili atteggiamenti riguardo al dovere sono errati; disgustano Dio e devono essere urgentemente superati.
Tratto da “Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Qual è l’atteggiamento corretto nei confronti del tuo dovere, che dimostri che sei in possesso della verità? Per prima cosa, non puoi sindacare su chi lo organizzi, su quale sia il grado del leader che lo assegna: devi accettarlo da Dio. Inoltre, qualunque sia il tuo dovere, non fare distinzione tra alto e basso livello. Supponiamo che tu dica: “Sebbene questo compito sia un incarico da parte di Dio e l’opera della casa di Dio, se lo svolgo io, gli altri potrebbero guardarmi dall’alto in basso. Altri arrivano a svolgere mansioni che li mettono in risalto. Come può questo compito che mi è stato assegnato, che non mi permette di distinguermi ma mi costringe a darmi da fare dietro le quinte, essere definito un dovere? È un dovere che non posso accettare; non è il mio dovere. Il mio dovere deve essere di un tipo che mi consenta di distinguermi di fronte agli altri e di farmi un nome; e anche se non mi faccio un nome o non mi distinguo, devo comunque trarne beneficio e sentirmi fisicamente a mio agio”. È forse un atteggiamento accettabile? Fare gli schizzinosi significa non accettare ciò che proviene da Dio; significa compiere scelte a seconda delle proprie preferenze. Non è un’accettazione del proprio dovere; è un rifiuto del proprio dovere. Non appena cerchi di fare il difficile, non sei più capace di una vera accettazione. Questo atteggiamento schizzinoso è frutto delle tue preferenze e dei tuoi desideri individuali; quando presti attenzione ai benefici che ne trai, alla tua reputazione e così via, il tuo atteggiamento verso il dovere non è sottomesso. Ecco come deve essere l’atteggiamento verso il dovere: in primo luogo, non devi analizzarlo, né pensare a chi te l’ha assegnato; devi invece accettarlo in quanto proveniente da Dio, come tuo dovere e come ciò che devi fare. In secondo luogo, non devi distinguere fra alto e basso livello e non devi preoccuparti della sua natura, se venga fatto davanti agli altri o senza che lo vedano, se ti ponga in risalto oppure no. Non prendere in considerazione queste cose. Queste sono le due caratteristiche dell’atteggiamento con cui bisogna affrontare il proprio dovere.
Tratto da “Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Qual è l’atteggiamento più basilare che si dovrebbe avere verso il proprio dovere? Se tu dicessi “Poiché la casa di Dio mi ha dato questo dovere, esso mi appartiene e lo posso adempiere come voglio”, sarebbe un atteggiamento accettabile? Assolutamente no. Se hai tali pensieri, essi causeranno problemi e ciò significa che ti sei messo su una cattiva strada. Non devi pensare così. Qual è, dunque, il modo giusto di pensare? Prima di tutto, devi cercare la verità e i principi. Ricerca queste cose: come questo dovere dovrebbe essere adempiuto, cosa richiede Dio, quali sono i principi dei requisiti di Dio per le persone, cosa dovresti fare, quali parti del lavoro dovresti completare e come dovresti agire per essere totalmente devoto e responsabile nell’adempiere questo dovere. A chi bisognerebbe dunque essere devoti? A Dio – dovresti essere devoto a Lui, responsabile verso le altre persone e, quanto a te, dovresti seguire i principi e sostenere il tuo dovere. Che cosa significa seguire i principi? Significa agire secondo le parole di Dio e la verità. Che cosa significa, quindi, sostenere il proprio dovere? Immagina, per esempio, che un dovere ti sia stato assegnato uno o due anni fa, ma che finora nessuno ti abbia controllato. Che cosa dovresti fare? Se nessuno ti controlla, significa che il dovere non sussiste più? Non badare al fatto che qualcuno ti controlli o guardi come tu stia andando; questo incarico ti è stato affidato e, sebbene non sia una tua faccenda personale, è stato assegnato a te ed è tua responsabilità. Dovresti valutare come questo lavoro dovrebbe essere fatto e come può essere fatto bene, ed è così che dovresti svolgerlo. Se aspetti sempre che gli altri ti controllino, ti supervisionino e ti sollecitino, è forse questo l’atteggiamento da assumere nel tuo dovere? Che razza di atteggiamento è mai questo? Questo è un atteggiamento passivo; non è quello che dovresti assumere verso il tuo dovere.
Tratto da “Qual è l’adeguato adempimento del proprio dovere?” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”
Dovreste svolgere il vostro dovere al meglio delle vostre capacità, con cuore retto e sincero, ed essere disposti a compiere qualsiasi cosa sia necessaria. Come avete detto, quando il giorno arriverà, Dio non sarà negligente verso chiunque abbia sofferto o abbia pagato un prezzo per Lui. È opportuno aggrapparsi a questo tipo di convinzione, e non dovreste mai dimenticarla. Solo in questo modo posso rasserenarMi nei vostri confronti; altrimenti, non riuscirò mai a tranquillizzarMi al riguardo e sarete per sempre oggetto della Mia avversione. Se riuscite tutti a seguire la vostra coscienza e a dare tutto per Me, senza risparmiare alcuno sforzo per la Mia opera, e a dedicare tutta una vita all’opera del Mio Vangelo, il Mio cuore non sussulterà spesso di gioia per voi? Non potrò forse rasserenarMi completamente riguardo a voi?
Tratto da “Del destino” in “La Parola appare nella carne”
Oggi, quello che vi viene chiesto di realizzare non sono richieste aggiuntive, bensì il dovere dell’uomo, e ciò che dovrebbe essere fatto da tutte le persone. Se non siete in grado neppure di fare il vostro dovere, o di farlo bene, non vi state forse mettendo nei guai? Non state corteggiando la morte? Come potreste ancora aspettarvi un futuro e delle prospettive? L’opera di Dio è per il bene dell’umanità e la collaborazione dell’uomo è per il bene della gestione di Dio. Dopo che Dio ha compiuto tutto ciò che Gli spetta, all’uomo è richiesto di continuare instancabile nella pratica, e di cooperare con Dio. Nell’opera di Dio, l’uomo non dovrebbe lesinare alcuno sforzo, dovrebbe offrire la propria lealtà e non dovrebbe indulgere in numerose concezioni o sedere passivamente in attesa della morte. Dio può sacrificare Se Stesso per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire la propria lealtà a Dio? Dio è costante nell’amore e nella considerazione per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire un po’ di collaborazione? Dio opera per l’umanità, quindi perché l’uomo non può fare almeno un po’ del proprio dovere per il bene della gestione di Dio? L’opera di Dio è giunta fino a questo punto, eppure voi state ancora a guardare senza agire, ascoltate ma non vi muovete. Persone simili non sono forse oggetto di perdizione? Dio ha già dato all’uomo tutto ciò che è Suo, quindi perché, oggi, l’uomo è incapace di compiere scrupolosamente il proprio dovere? Per Dio, quest’opera è la Sua priorità assoluta, e l’opera di gestione è della massima importanza. Per l’uomo, mettere in pratica la parola di Dio e adempiere alle Sue richieste sono priorità assoluta. Questo dovreste comprendere, tutti quanti.
Tratto da “L’opera di Dio e la pratica dell’uomo” in “La Parola appare nella carne”
L’uomo che compie il suo dovere in realtà adempie tutto ciò che è intrinseco a lui, ciò che gli è possibile. È allora che il suo dovere viene realizzato. I difetti dell’uomo durante il suo servizio si riducono gradualmente col progredire dell’esperienza e col procedere della sua esperienza di giudizio; non ostacolano né influenzano il suo dovere. Coloro che smettono di servire oppure si arrendono e si tirano indietro per paura dei difetti che possono sussistere nel servizio sono i più codardi fra gli uomini. Se l’uomo non sa esprimere ciò che dovrebbe durante il servizio o conseguire ciò che gli è intrinsecamente possibile e invece indugia e agisce meccanicamente, ha perso la funzione che dovrebbe avere un essere creato. Questo genere di uomo è considerato una nullità mediocre e un inutile spreco di spazio; come può un individuo simile essere nobilitato col titolo di essere creato? Non si tratta forse di entità di corruzione che esteriormente brillano ma interiormente sono putride? Se un uomo si definisce Dio ma è incapace di esprimere l’essere della divinità, di compiere l’opera di Dio Stesso o di rappresentare Dio, indubbiamente non è Dio, poiché non ha la Sua essenza, e ciò che Dio può intrinsecamente realizzare non esiste in lui. Se l’uomo perde ciò che è intrinsecamente conseguibile, non può più essere considerato uomo e non è degno di porsi come essere creato né di presentarsi davanti a Dio e servirLo. Inoltre, non è degno di ricevere la grazia di Dio né di essere sorvegliato, protetto e reso perfetto da Lui. Molti che hanno perduto la fiducia di Dio passano poi a perdere la grazia di Dio. Non soltanto non disprezzano i propri misfatti, ma propagano sfrontatamente l’idea secondo cui la via di Dio è sbagliata. E tali ribelli negano perfino l’esistenza di Dio; come può un simile genere di uomo, con tale ribellione, avere il privilegio di godere della grazia di Dio? Gli uomini che non sono riusciti a compiere il loro dovere sono assai ribelli contro Dio e Gli devono molto, eppure si voltano e gridano che Dio ha torto. Come può un simile genere di uomo essere degno di perfezione? Non è forse questo il preludio all’essere eliminato e punito? Un uomo che non compie il suo dovere davanti a Dio è già colpevole del crimine più atroce, per il quale perfino la morte è una punizione insufficiente, eppure egli ha la sfacciataggine di discutere con Dio e di tenerGli testa. Che valore ha rendere perfetto un simile genere di uomo? Se non riesce a compiere il suo dovere, dovrebbe sentirsi in colpa e in debito; dovrebbe disprezzare la propria debolezza e la propria inutilità, la propria ribellione e la propria corruzione, e inoltre dovrebbe sacrificare per Dio la vita e il sangue. Soltanto allora sarebbe un essere creato che veramente ama Dio, e solo un simile genere di uomo sarebbe degno di godere delle benedizioni e della promessa di Dio e di essere reso perfetto da Lui. E che dire della maggiore parte di voi? Come trattate il Dio che vive fra voi? Come avete svolto il vostro dovere davanti a Lui? Avete fatto tutto ciò che siete stati invitati a fare, anche a costo della vostra vita? Che cosa avete sacrificato? Non avete ricevuto tanto da Me? Sapete operare la distinzione? Quanto Mi siete leali? Come Mi avete servito? E che dire di tutto ciò che Io vi ho conferito e ho fatto per voi? Avete tenuto conto di tutto questo? Avete tutti giudicato e confrontato questo con quel poco di coscienza che avete in voi? Chi potrebbe essere degno delle vostre parole e azioni? È forse possibile che un tale minuscolo sacrificio da parte vostra sia degno di tutto ciò che Io vi ho conferito? Io non ho altra scelta e vi sono stato devoto con tutto il cuore, eppure voi nutrite intenzioni malvagie e siete poco entusiasti nei Miei confronti. Questa è l’entità del vostro dovere, la vostra unica funzione. Non è così? Non sapete che non avete affatto compiuto il dovere di esseri creati? Come potete essere considerati esseri creati?
Tratto da “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo” in “La Parola appare nella carne”