La Parola quotidiana di Dio: Conoscere Dio | Estratto 10
18 Maggio 2020
Non temere Dio e non evitare il male significa opporsi a Dio
Cominciamo a esaminare da dove provenga questo detto “temere Dio ed evitare il male”. (Dal libro di Giobbe.) Adesso che avete menzionato Giobbe, parliamo di lui. All’epoca di Giobbe, Dio operava per la conquista e la salvezza dell’uomo? No, vero? E per ciò che riguardava Giobbe, quanta conoscenza aveva di Dio all’epoca? (Non molta.) E come si può paragonare quella conoscenza di Dio con la conoscenza che avete voi adesso? Com’è che non osate rispondere? La conoscenza di Giobbe era maggiore o minore della conoscenza che avete voi adesso? (Minore.) Questa è una domanda a cui è molto facile rispondere. Minore! Certamente! Voi adesso siete faccia a faccia con Dio e con la Sua parola. La vostra conoscenza di Dio è molto maggiore di quella di Giobbe. Perché tiro in ballo questa cosa? Perché parlo così? Vorrei spiegarvi un fatto, ma prima voglio porvi una domanda: Giobbe sapeva molto poco di Dio, eppure sapeva temere Dio ed evitare il male. Allora perché le persone oggi non ci riescono? (Corruzione profonda.) Corruzione profonda: questa è la superficie del problema, ma Io non la vedo mai così. Voi spesso prendete dottrine e lettere di cui parlate comunemente, come “corruzione profonda”, “ribellarsi contro Dio”, “slealtà verso Dio”, “disobbedienza”, “non amare la verità”, e usate queste espressioni per spiegare l’essenza di ogni questione. Questo è un modo scorretto di fare pratica. Usare la stessa risposta per spiegare questioni di natura diversa suscita inevitabilmente sospetti di blasfemia contro la verità e contro Dio. A Me non piace sentire risposte di questo genere. Pensateci! Nessuno di voi ha riflettuto su tale questione, ma ogni singolo giorno Io la vedo e ogni singolo giorno la percepisco. Perciò voi fate e Io osservo. Quando fate, non riuscite a percepire l’essenza di tale questione. Ma quando Io la osservo, posso vederne l’essenza e anche percepirla. Allora qual è questa essenza? Perché le persone oggigiorno non sanno temere Dio ed evitare il male? Le vostre risposte sono piuttosto lontane dal poter spiegare l’essenza di tale questione e non possono chiarirla. Questo perché vi è una fonte di cui non sapete. Qual è tale fonte? So che volete saperne di più, perciò ve ne parlerò.
Proprio al principio della Sua opera, Dio come considerava l’uomo? Dio soccorse l’uomo; considerò l’uomo un membro della Sua famiglia, l’obiettivo della Sua opera, ciò che Egli voleva conquistare, salvare, e ciò che voleva perfezionare. Questo era l’atteggiamento di Dio verso l’uomo all’inizio della Sua opera. Ma qual era l’atteggiamento dell’uomo verso Dio a quell’epoca? Dio era estraneo all’uomo, e l’uomo considerava Dio uno sconosciuto. Si può dire che l’atteggiamento dell’uomo verso Dio fosse sbagliato e l’uomo non avesse chiarezza su come trattare Dio. Perciò Lo trattava come voleva e faceva ciò che voleva. L’uomo aveva un’opinione riguardo a Dio? In principio l’uomo non ne aveva alcuna. Il cosiddetto punto di vista dell’uomo era costituito soltanto da alcune concezioni e fantasie riguardanti Dio. Ciò che si conformava alle concezioni delle persone veniva accettato; a ciò che non vi si conformava si obbediva in superficie, ma nel proprio cuore le persone erano in forte disaccordo e vi si opponevano. Così era il rapporto fra uomo e Dio in principio: Dio considerava l’uomo un familiare, eppure l’uomo trattava Dio come un estraneo. Ma dopo un periodo di opera di Dio l’uomo giunse a capire ciò che Dio cercava di conseguire. Gli esseri umani si resero conto che Dio era il vero Dio e arrivarono a capire che cosa l’uomo potesse ottenere da Lui. L’uomo come considerava Dio a quell’epoca? Lo considerava un’ancora di salvezza, sperando di ottenere grazia, benedizioni, promesse. E Dio come considerava l’uomo in questo frangente? Dio lo considerava l’obiettivo della Sua conquista. Dio voleva usare le parole per giudicare l’uomo, per esaminarlo, per sottoporlo a prove. Ma per ciò che riguardava l’umanità in quel momento del tempo, Dio era un oggetto da usare per raggiungere i propri scopi. Gli esseri umani videro che la verità proferita da Dio poteva conquistarli e salvarli e che avevano l’occasione di ottenere da Dio le cose che volevano, la destinazione che volevano. Per questo nel loro cuore si formò un pochino di sincerità, ed essi furono disposti a seguire questo Dio. Passò del tempo, e gli esseri umani ebbero una conoscenza superficiale e dottrinale di Dio. Si può dire che stessero acquisendo una sempre maggiore “familiarità” con Dio. Con la parola pronunciata da Dio, con la Sua predicazione, la verità da Lui espressa e la Sua opera, gli esseri umani acquisirono sempre più “familiarità”. Perciò pensarono erroneamente che Dio non fosse più un estraneo e che essi stessero già percorrendo la via per essere in armonia con Lui. Fino a oggi le persone hanno ascoltato molti sermoni sulla verità e hanno avuto molta esperienza dell’opera di Dio. Eppure per le interferenze e gli impedimenti di molti fattori e situazioni differenti, i più non riescono a mettere in pratica la verità né a soddisfare Dio. Le persone sono sempre più indolenti, sempre più sfiduciate. Hanno la crescente sensazione che il loro destino sia un’incognita. Non osano avere idee stravaganti e non cercano di compiere alcun progresso; si limitano a seguire con riluttanza, avanzando passo dopo passo. Riguardo all’attuale condizione dell’uomo, qual è l’atteggiamento di Dio verso di lui? L’unico desiderio di Dio è fornire all’uomo queste verità e infondere nell’uomo la Sua via e poi predisporre varie situazioni per metterlo alla prova in diversi modi. Il Suo obiettivo è prendere queste parole, queste verità e la Sua opera e determinare un esito in cui l’uomo possa temere Dio ed evitare il male. La maggior parte delle persone che ho visto si limitano a prendere la parola di Dio e a considerarla come dottrine, lettere, regole da osservare. Quando si occupano delle cose e parlano oppure affrontano prove, non considerano la via di Dio come la via che dovrebbero osservare. Questo vale particolarmente quando le persone devono affrontare prove importanti; non ho visto nessuno che stesse facendo pratica nella direzione di temere Dio ed evitare il male. Per questo l’atteggiamento di Dio verso l’uomo è pieno di estremo disgusto e avversione. Dopo che Dio ha assegnato loro delle prove ripetutamente, perfino centinaia di volte, gli esseri umani non hanno ancora un atteggiamento chiaro per dimostrare la loro determinazione: “Voglio temere Dio ed evitare il male!” Poiché gli esseri umani non hanno tale determinazione e non offrono questo genere di dimostrazione, l’attuale atteggiamento di Dio verso di loro non è più lo stesso del passato, quando offriva misericordia, offriva tolleranza, offriva sopportazione e pazienza. Invece è estremamente deluso dall’uomo. Chi ha provocato questa delusione? Da chi dipende il tipo di atteggiamento che Dio ha verso l’uomo? Dipende da ogni persona che segue Dio. Nel corso dei Suoi molti anni di opera, Dio ha presentato all’uomo molte richieste e ha predisposto per lui molte situazioni. Ma comunque abbia agito e qualunque sia il suo atteggiamento verso Dio, l’uomo non sa fare pratica in chiara conformità con l’obiettivo di temere Dio ed evitare il male. Pertanto lo riassumerò in un unico detto e userò questo detto per spiegare tutto ciò di cui abbiamo appena parlato riguardo al perché gli esseri umani non sanno percorrere la via di Dio: temere Dio ed evitare il male. Qual è questo detto? Il detto è: Dio considera l’uomo l’oggetto della Sua salvezza, l’oggetto della Sua opera; l’uomo considera Dio il suo nemico, la sua antitesi. Hai chiarezza su tale questione adesso? Qual è l’atteggiamento dell’uomo; qual è l’atteggiamento di Dio; qual è il rapporto fra uomo e Dio: tutto questo è molto chiaro. Per quanta predicazione abbiate ascoltato, queste cose che avete riassunto per conto vostro – per esempio essere fedeli a Dio, obbedire a Dio, cercare la via per essere in armonia con Dio, voler spendere tutta la vita per Dio, vivere per Dio –, per Me non significano camminare consciamente sulla via di Dio, ossia temere Dio ed evitare il male. Invece sono canali attraverso cui potete conseguire certi obiettivi. Per conseguire tali obiettivi, voi osservate con riluttanza certe regole. E sono proprio queste regole a condurre le persone ancora più lontano dalla via di temere Dio ed evitare il male e a porre ancora una volta Dio in opposizione all’uomo.
La questione che stiamo esaminando oggi è un po’ pesante, ma comunque spero che quando andrete incontro alle esperienze a venire e ai tempi a venire potrete fare quello che vi ho appena detto. Non trascurate Dio e non considerateLo una parvenza, sentendo che Egli esiste nei momenti in cui vi è utile e non esiste quando non vi è utile. Quando inconsciamente possiedi questo genere di comprensione, hai già fatto infuriare Dio. Forse alcuni dicono: “Non considero Dio una parvenza, prego sempre Dio, soddisfo sempre Dio, e tutto ciò che faccio rientra nell’ambito e nei criteri e principi richiesti da Dio. Decisamente non procedo secondo le mie idee”. Sì, la maniera con cui svolgi le cose è giusta. Ma che cosa pensi quando ti trovi faccia a faccia con una questione? Come fai pratica quando devi affrontare una questione? Alcuni sentono che Dio esiste quando Lo pregano e ricorrono a Lui. Ma quando affrontano una questione tirano fuori le loro idee e vogliono attenersi a queste. Così si considera Dio una parvenza. Questo tipo di situazione rende Dio inesistente. Le persone pensano che Dio debba esistere quando hanno bisogno di Lui, e che non debba esistere quando non Ne hanno bisogno. Pensano che seguire le proprie idee per fare pratica sia sufficiente. Credono di poter fare le cose secondo il proprio gradimento. Pensano semplicemente di non aver bisogno di cercare la via di Dio. Coloro che attualmente sono in una situazione del genere, in una condizione del genere, non sono forse sull’orlo del pericolo? Alcuni dicono: “Che io sia o no sull’orlo del pericolo, credo da tanti anni, e credo che Dio non mi abbandonerà perché non potrebbe sopportare di abbandonarmi”. Altri dicono: “Credo nel Signore fin da quando ero nel grembo di mia madre, e così sempre fino a oggi, quaranta o cinquant’anni in tutto. In termini di tempo, ho certamente i requisiti per essere salvato da Dio; ho certamente i requisiti per sopravvivere. In questo periodo di quattro o cinque decenni ho abbandonato la mia famiglia e il mio lavoro. Ho rinunciato a tutto ciò che avevo, come denaro, prestigio, piaceri e tempo da trascorrere con i familiari; non ho mangiato molti cibi deliziosi; non ho goduto di molti divertimenti; non ho visitato molti luoghi interessanti; ho perfino sperimentato sofferenze che le persone comuni non potrebbero sopportare. Se Dio non può salvarmi a causa di tutto questo, allora mi sta trattando ingiustamente e non posso credere in un Dio così”. Ci sono molte persone con questo genere di opinione? (Ce ne sono molte.) Allora oggi vi aiuterò a capire un dato di fatto: ciascuno di coloro che hanno questo genere di opinione si sta dando la zappa sui piedi. Questo perché sta usando le proprie fantasie per coprirsi gli occhi. Sono proprio le sue fantasie e le sue deduzioni a sostituire il criterio di ciò che Dio richiede all’uomo, impedendogli di accettare le vere intenzioni di Dio, facendo sì che non possa percepire la vera esistenza di Dio e facendogli perdere l’occasione di essere perfezionato da Dio e di avere una parte o una quota nella promessa di Dio.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”
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