Cosa significa perseguire la verità (4)

Iniziamo ricordando ciò su cui abbiamo condiviso nell’ultima riunione. (Nell’ultima riunione abbiamo condiviso sul tema “Cosa significa perseguire la verità”. In primo luogo ci siamo concentrati su questa domanda: “Dato che le cose ritenute buone e giuste dall’uomo non sono la verità, perché le persone vi si aggrappano comunque come se fossero la verità e pensano così facendo di star perseguendo la verità?” Tu hai fornito tre ragioni per questo. Hai parlato soprattutto della prima, ossia di quali sono esattamente le cose che le persone secondo le loro nozioni ritengono buone e giuste.) Nella nostra ultima riunione, abbiamo condiviso principalmente sul primo motivo. Abbiamo parlato delle cose che le persone secondo le loro nozioni ritengono buone e giuste e le abbiamo divise in due grandi categorie: la prima è quella dei “buoni comportamenti”, la seconda è quella della “buona condotta morale”. In totale, ho fornito sei esempi per la prima categoria, quella dei “buoni comportamenti”: essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati, essere cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili ed essere disponibili. Non abbiamo ancora condiviso in merito alla seconda categoria, la “buona condotta morale”. Ci sono alcuni temi che dobbiamo rivedere un po’ dopo averli affrontati in condivisione, per smussare e chiarire le verità e i principi di quella condivisione, rendendo tutto più cristallino e trasparente. In questo modo sarà più facile per voi comprendere la verità. La nostra condivisione dell’ultima volta era costituita da alcune sezioni generali e da alcuni esempi specifici. Sembra molto, ma in realtà abbiamo condiviso solamente su alcune cose specifiche all’interno di quelle sezioni generali e abbiamo analizzato ulteriormente in dettaglio quelle specifiche, in modo che la condivisione fosse un po’ più chiara e ben comprensibile. Abbiamo fornito sei esempi di buoni comportamenti, ma non abbiamo condiviso in dettaglio in merito a ciascuno di essi uno per uno. Tra questi esempi, essere istruiti e ragionevoli è una classica rappresentazione di ciò che le persone ritengono giusto e buono secondo le loro nozioni. Su questo esempio abbiamo condiviso un po’ di più. Gli altri sono simili; potete usare un metodo analogo per analizzarli e discernerli.

Oggi, prima di passare al contenuto vero e proprio della nostra condivisione, vi racconterò due brevi storie. Vi piace ascoltare le storie? (Sì.) Ascoltare una storia non è tanto faticoso e non necessita di troppa concentrazione. Non richiede molto sforzo, relativamente parlando, e può risultare piuttosto interessante. Quindi ascoltate con attenzione il contenuto delle storie e, mentre lo fate, considerate anche il motivo per cui ve le sto raccontando: quali idee specifiche e centrali contengono, o in altre parole quali cose pratiche le persone possono guadagnare ascoltandole. Bene, iniziamo. Queste sono le storie di Xiaoxiao e Xiaoji.

Le storie di Xiaoxiao e Xiaoji

Da tempo Xiaoxiao avvertiva un dolore agli occhi, aveva la vista offuscata e un’elevata sensibilità alla luce, il vento gli provocava lacrimazione, gli sembrava di avere qualcosa negli occhi e soffriva di altri sintomi simili. Se li sfregava, ma non serviva a molto. Xiaoxiao non sapeva cosa avesse. Pensava: “Non ho mai avuto problemi agli occhi prima d’ora e la mia vista è a posto. Cosa sta succedendo?” Quando si guardava allo specchio, i suoi occhi erano più o meno come al solito, solo un po’ più rossi e a volte leggermente iniettati di sangue. Questo ha reso Xiaoxiao perplesso e un po’ inquieto. All’inizio non ha prestato troppa attenzione al problema ma, quando i sintomi hanno iniziato a manifestarsi con frequenza sempre maggiore, alla fine non è più riuscito a sopportarlo. Ci ha riflettuto un po’ su: “Dovrei andare dal medico o cercare di capire da solo? Trovare informazioni su questo argomento sarebbe una scocciatura, inoltre potrei sbagliare diagnosi e non capire qual è il vero problema. Meglio andare direttamente dal dottore, che sicuramente mi fornirà una diagnosi accurata”. Xiaoxiao è andato quindi dal medico, il quale lo ha visitato e non ha riscontrato alcun problema grave. Gli ha prescritto un normale collirio e gli ha consigliato di prendersi cura della sua vista e di non sforzarla troppo. Xiaoxiao si è sentito molto sollevato nel sapere che non aveva nulla di grave. Una volta tornato a casa, ha messo il collirio ogni giorno, negli orari e nelle dosi prescritti dal medico, e nel giro di pochi giorni i suoi sintomi si sono attenuati. Un grande peso è scomparso dal suo cuore: riteneva che, se la medicina era in grado di curarlo, il problema non poteva essere grave. Ma questa sensazione non è durata a lungo e, qualche tempo dopo, i sintomi si sono ripresentati. Xiaoxiao ha aumentato il dosaggio del collirio: i suoi occhi sono leggermente migliorati e i sintomi si sono attenuati un po’. Ma, trascorsi alcuni giorni, la situazione è tornata come prima e i sintomi sono peggiorati e divenuti più frequenti. Xiaoxiao non riusciva a trovare un senso a tutto ciò e si è sentito investire da un’altra ondata di infelicità: “Cosa dovrei fare? La terapia che mi ha prescritto il medico non funziona. Significa che ho un problema agli occhi? Non posso fare finta di niente”. Ha quindi deciso di non tornare dal medico e di non consultarlo per il suo problema. Ha optato invece per risolverlo da solo. È andato su Internet e ha reperito tutti i tipi di video e informazioni relativi ai suoi sintomi. La maggior parte di essi diceva che quei problemi erano dovuti a uno sforzo eccessivo della vista, consigliava di prendersi cura dei propri occhi e, cosa ancora più importante, di utilizzarli correttamente. Xiaoxiao riteneva quei consigli inutili e incapaci di risolvere il suo problema. Così ha continuato a cercare informazioni. Un giorno si è imbattuto in uno studio secondo cui i suoi sintomi potevano essere causati da un’emorragia retinica, la quale rischiava di degenerare in un glaucoma. Era anche possibile che con il passare del tempo i sintomi evolvessero in una cataratta. Quando Xiaoxiao ha letto le parole “glaucoma” e “cataratta”, ha sussultato. Tutto gli si è fatto nero e per poco non è svenuto, con il cuore che gli martellava nel petto. “Oh, Dio, cosa sta succedendo? Avrò davvero il glaucoma e la cataratta? Ho sentito dire che la cataratta richiede un intervento chirurgico e che con il glaucoma si rischia la cecità! Sarebbe la mia fine, non è così? Sono ancora giovane: se diventassi cieco, come potrei vivere il resto della mia vita? Cosa mi aspetterebbe da lì in poi? Non dovrei forse condurre la mia esistenza nell’oscurità?” Alla vista delle parole “glaucoma” e “cataratta” sulla pagina, Xiaoxiao non è più riuscito a rimanere seduto. Era sconvolto e stava sprofondando nella depressione e nell’abbattimento. Non sapeva cosa fare, né come affrontare i giorni a venire. Era sopraffatto dalla tristezza, e tutto davanti a lui si confondeva in una nebbia. Di fronte a questo problema, Xiaoxiao è caduto completamente nella disperazione. Ha perso interesse per la vita e non riusciva a radunare le energie per svolgere il suo dovere. Non voleva tornare dal medico né parlare a nessun altro del suo problema agli occhi. Naturalmente, temeva che la gente venisse a sapere che stava per sviluppare un glaucoma o una cataratta. E così Xiaoxiao trascorreva un giorno dopo l’altro nella depressione, nella negatività e nella confusione. Non osava fare previsioni o piani per il suo futuro, poiché lo vedeva come qualcosa di terribile e straziante. Viveva i suoi giorni nella depressione e nella disperazione, in uno stato d’animo terribile. Non aveva voglia di pregare né di leggere le parole di Dio, e certamente non voleva parlare con nessuno. Era come se fosse diventato una persona completamente diversa. Dopo alcuni giorni di questa situazione, Xiaoxiao d’improvviso ha pensato: “Mi trovo in una condizione di infelicità. Dal momento che il mio futuro è cupo e che Dio, invece di proteggermi, ha permesso che contraessi questa malattia, perché dovrei continuare a svolgere il mio dovere al mio meglio? La vita è breve; perché non approfittarne, finché la mia vista funziona, per fare alcune delle cose che mi piacciono e godermela? Perché la mia vita deve essere tanto faticosa? Perché dovrei danneggiare me stesso e trattarmi così male?” In questo modo, nei momenti in cui non dormiva, non mangiava e non lavorava, Xiaoxiao trascorreva la maggior parte del tempo online, giocando ai videogiochi, guardando video, facendo scorpacciate di telefilm e, quando usciva, portava con sé il telefono e ci giocava incessantemente. Trascorreva le giornate immerso nel mondo di Internet. Naturalmente, questo peggiorava sempre di più il dolore agli occhi e aggravava i suoi sintomi. Quando non riusciva più a sopportarlo, usava alcune gocce di collirio per trovare un po’ di sollievo e, quando i sintomi miglioravano leggermente, si immergeva nuovamente in Internet, guardando le cose che gli piacevano. Questo era il suo modo di attenuare la paura e il terrore che aveva nel cuore e di passare il tempo, di superare le giornate. Ogni volta che gli occhi gli facevano male e i sintomi peggioravano, Xiaoxiao guardava inconsciamente le persone intorno a lui e pensava: “Gli altri usano la vista come me. Perché a loro non si arrossano gli occhi? Perché loro non hanno la sensazione di avere qualcosa incastrato al loro interno e non lacrimano in continuazione? Perché sono io ad avere questa malattia? Dio non sta forse facendo dei favoritismi? Mi sono speso così tanto per Lui: perché non mi protegge? Dio è davvero ingiusto! Perché tutti gli altri hanno la fortuna di ottenere la Sua protezione e io no? Perché tutta la cattiva sorte colpisce sempre me?” Più Xiaoxiao ci pensava, più si irritava e si arrabbiava, e più si arrabbiava, più aveva voglia di ricorrere all’intrattenimento e ai passatempi online per dissipare il suo malcontento e la sua rabbia. Voleva liberarsi della malattia agli occhi il prima possibile, ma più voleva scrollarsi di dosso il malcontento e la rabbia, e meno gioia e pace provava e più si sentiva sfortunato, a prescindere da quanto tempo passasse su Internet. E nel suo cuore si lamentava del fatto che Dio era ingiusto. I giorni passavano così, uno dopo l’altro. Il problema agli occhi di Xiaoxiao non migliorava e il suo umore peggiorava sempre di più. In questo contesto, Xiaoxiao si sentiva ancora più sfortunato e disperato. La sua vita andava avanti così. Nessuno poteva aiutarlo e lui non cercava aiuto. Viveva ogni giorno nella confusione, nella depressione e nella disperazione.

Con la storia di Xiaoxiao ci fermeremo qui. Ora passiamo a quella di Xiaoji.

Mentre svolgeva il suo dovere, Xiaoji ha avuto lo stesso problema di Xiaoxiao. Gli si offuscava la vista e spesso si sentiva gli occhi gonfi e doloranti. Provava frequentemente la sensazione di avere qualcosa incastrato negli occhi e strofinarli non risolveva nulla. Pensava: “Cosa sta succedendo? I miei occhi sono sempre stati benissimo; non sono mai andato da un oculista prima d’ora. Cosa è cambiato di recente? Potrei avere un problema alla vista?” Quando si guardava allo specchio, i suoi occhi non apparivano diversi da prima. Avvertiva solo una sensazione di bruciore e, quando sbatteva forte le palpebre, li percepiva ancora più doloranti e gonfi e cominciava a lacrimare. Sentendo che c’era qualcosa che non andava nei suoi occhi, Xiaoji ha pensato: “Avere un problema alla vista è una cosa importante. Non dovrei ignorarlo. Tuttavia, non mi dà molto fastidio e non ha influito sulla mia vita o sul mio dovere. Ultimamente il lavoro della chiesa è stato molto impegnativo e andare dal medico avrebbe ripercussioni sul mio dovere. Cercherò informazioni al riguardo quando avrò del tempo libero”. Dopo aver preso questa decisione, Xiaoji ha cercato informazioni pertinenti quando ha avuto un po’ di tempo libero dal suo dovere e ha appurato che non aveva alcun problema grave agli occhi: il suo disagio derivava da un utilizzo prolungato ed eccessivo della vista. Con un uso corretto, una cura adeguata e alcuni esercizi appropriati, i suoi occhi sarebbero tornati alla normalità. Leggere queste cose ha reso Xiaoji molto felice. “Non è un problema grave, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi troppo. Questo studio dice che devo usare gli occhi in modo adeguato ed esercitarli correttamente, quindi cercherò di capire come utilizzare la vista adeguatamente e quali esercizi dovrei fare per riportarla alla normalità”. In seguito, ha cercato altre informazioni pertinenti e da queste ha selezionato alcuni metodi e approcci adatti alla sua situazione. Da quel momento in poi, oltre alla sua vita regolare e allo svolgimento del suo dovere, Xiaoji aveva un nuovo lavoro: prendersi cura dei suoi occhi. Ogni giorno metteva in pratica le tecniche che aveva imparato. Sperimentandole, cercava di capire se alleviassero i sintomi oppure no. Dopo averle provate e riprovate, Xiaoji si è reso conto che alcuni metodi erano attuabili, mentre altri erano validi solo in teoria e non in pratica, o per lo meno non potevano risolvere il suo problema. Così, sulla base delle scoperte fatte in quel periodo iniziale, Xiaoji ha scelto alcuni metodi e tecniche di tutela della salute degli occhi che per lui funzionavano. Praticava un uso corretto della vista e se ne prendeva cura ogni giorno, in tutti i momenti in cui questo non ritardava il suo dovere. Dopo un po’ di tempo, la sua vista è andata sempre più migliorando; i sintomi avvertiti in passato – arrossamento, indolenzimento, sensazione di bruciore e così via – hanno lentamente cominciato ad attenuarsi e a insorgere sempre meno frequentemente. Xiaoji si è sentito molto fortunato. “Sia lodato Dio per avermi indirizzato. Queste sono la Sua grazia e la Sua guida”. Sebbene i suoi occhi presentassero meno problemi e i sintomi fossero sempre meno gravi, Xiaoji ha continuato ad applicare quei metodi di cura e a usare la vista in modo corretto, senza mai desistere. Dopo un po’ di tempo, i suoi occhi sono tornati completamente alla normalità. Attraverso quest’esperienza, Xiaoji ha appreso alcuni metodi per mantenere la vista in salute e ha anche imparato a usare gli occhi e a vivere correttamente. Ha aggiunto alcune conoscenze positive e inerenti al buon senso al suo repertorio di vita. Era molto felice. Sentiva che, nonostante gli alti e bassi e le esperienze insolite, alla fine ne aveva tratto una preziosa esperienza di vita. Ogni volta che qualcuno intorno a lui diceva che gli facevano male gli occhi, che se li sentiva gonfi e doloranti, Xiaoji raccontava onestamente la sua esperienza e gli approcci e le tecniche che aveva applicato. Con il suo aiuto, anche quelle persone che manifestavano sintomi di problemi alla vista imparavano a usare correttamente gli occhi e a tutelarne la salute. Xiaoji era felice ed era di grande aiuto per coloro che lo circondavano. Così, nel corso del tempo, lui e gli altri hanno acquisito alcune conoscenze inerenti al buon senso che le persone dovrebbero possedere nella loro vita di esseri umani. Tutti lavoravano e svolgevano i loro doveri insieme, in modo felice e gioioso. Xiaoji non ha ceduto alla negatività né alla disperazione a causa del suo problema agli occhi, e non si è lamentato della sua sfortuna. Anche se durante la sua ricerca di informazioni ha letto alcune affermazioni allarmanti che aveva letto anche XiaoXiao, non vi ha dato troppo peso. Ha risolto attivamente e in modo adeguato il suo problema. Quando la stessa cosa è accaduta a Xiaoxiao, lui è precipitato ripetutamente nella depressione, nella disperazione e nella confusione. Xiaoji, invece, non solo ha evitato di cadere nella depressione e nella confusione, ma non si è neanche fatto prendere dal risentimento nei confronti di Dio, e da questi eventi ha persino acquisito un atteggiamento più vantaggioso, attivo e positivo nei confronti della vita. Ha aiutato sia sé stesso che gli altri.

Queste sono le storie di Xiaoxiao e Xiaoji. Ora le avete ascoltate entrambe. Le avete capite? Chi di loro due vi piace: Xiaoxiao o Xiaoji? (Xiaoji.) Ebbene, cosa c’è di male in Xiaoxiao? (Quando gli sono capitate delle cose, non ha saputo affrontarle adeguatamente. È stato negativo e ostile.) Essere negativi e ostili significa provocare la propria distruzione. Quando le cose accadono ad altre persone, queste ultime sanno ricercare la verità per risolverle; quando è successo a Xiaoxiao, lui non è stato in grado di ricercare la verità, e ha optato invece per la negatività e la ribellione. Si stava provocando da sé la rovina. L’informazione potrà anche essere avanzata al giorno d’oggi, ma in questo mondo satanico abbondano le menzogne e gli inganni. Il mondo è pieno di menzogne e inganni. Quando in questo mondo caotico le persone affrontano una questione o un’informazione di qualsiasi tipo, devono avere saggezza, essere intelligenti e perspicaci e applicare il discernimento. Devono filtrare i diversi tipi di informazioni in modo rigoroso, da un punto di vista appropriato. Non devono credere facilmente a nessuna dichiarazione e di certo non devono accettare facilmente nessun tipo di informazione. Nel mondo di Satana, tutti mentono e i bugiardi non sono mai ritenuti responsabili. Dicono le loro menzogne e non accade loro nulla. Nessuno in questo mondo denuncia le bugie, nessuno denuncia l’inganno. Il cuore dell’uomo è difficile da comprendere e dietro ogni bugia si celano un intento e un obiettivo. Per esempio, tu vai dal medico e lui ti dice: “La tua malattia deve essere curata rapidamente. Se non lo facciamo, potrebbe evolvere in un cancro!” Se sei pavido, avrai paura: “Oh, no! Potrebbe evolvere in un cancro! Curiamola subito!” E di conseguenza più cerchi di curarla e più si aggrava, e tu finisci in ospedale. In realtà il medico ha detto che la tua malattia potrebbe evolvere in cancro, il che significa che non è ancora un cancro, ma tu hai frainteso e hai capito che deve essere trattata con urgenza come se fosse un cancro. Non ti stai forse attirando la morte comportandoti in questo modo? Se la tratti come se fosse un cancro, più cercherai di curarla e più velocemente morirai. Allora saresti in grado di sopravvivere ancora a lungo? (No.) Quello di cui sei ammalato non è in realtà un cancro, quindi perché il medico ti dice che se non lo curi si evolverà in cancro? Lo dice per spillarti del denaro, per indurti a trattare la tua malattia come se fosse grave. Se tu sapessi che si tratta di un disturbo minore non cercheresti di curarlo, e lui non potrebbe ottenere i tuoi soldi. Molti medici, quando visitano i loro pazienti, li afferrano come un demone afferra una persona, li tengono stretti e non li lasciano andare. Questo è un approccio comune che la maggior parte dei medici utilizza con i propri pazienti. Cominciano dicendoti quanto sono rinomati, quanto sono esperti in medicina, quante persone e quali malattie hanno curato, e da quanto tempo esercitano la professione. Fanno in modo che tu ti fidi di loro e che accetti le loro cure senza fare obiezioni. Poi ti dicono che contrarrai una grave malattia e che, se non ti sottoponi alla terapia, potresti morire. Tutti muoiono, ma sarà davvero quella malattia a ucciderti? Non necessariamente. La vita e la morte di ogni persona sono nelle mani di Dio. È Lui che decide, non i medici. I medici usano spesso questo stratagemma per ingannare le persone. Coloro che sono pavidi e hanno paura di morire cercano ovunque consigli medici e lasciano che i dottori si pronuncino sulla loro salute. Se il medico dice che hanno la possibilità di sviluppare un cancro, gli credono e subito si sottopongono alle terapie da lui proposte, per allontanare il rischio di morire di cancro. Non si stanno forse spaventando da soli? (Sì.) Smettiamo ora di parlare di medici e torniamo a Xiaoxiao e Xiaoji. Non potrebbero avere prospettive, punti di vista e posizioni più diversi riguardo a tutto ciò che accade intorno a loro. Xiaoxiao è costantemente in preda alla negatività, mentre Xiaoji è in grado di affrontare le cose che gli capitano in modo adeguato. Egli possiede la ragione e il giudizio della normale umanità e affronta le cose in modo attivo. Inoltre, continua a svolgere il suo dovere. I due uomini non potrebbero essere più diversi. Quando gli capita qualcosa, Xiaoxiao liquida la situazione come disperata e agisce in maniera sconsiderata. Non ricerca i metodi e i mezzi adeguati per affrontarla ed è anche privo di discernimento, confuso, sciocco, testardo e intransigente, oltre che alquanto maligno. Quando si ammala, o quando affronta una qualche difficoltà o gli accade qualcosa di brutto, spera che succeda anche a tutti gli altri. Odia Dio perché non lo protegge e vuole sfogare la sua rabbia. Ma non osa sfogarla e riversarla sugli altri, quindi sfoga la sua collera e riversa la sua rabbia su sé stesso. Questa non è forse un’indole maligna? (Sì.) Nutrire risentimento, odio e invidia quando qualche piccola cosa non va come si vorrebbe: questa è malignità. Quando a Xiaoji accade qualcosa, egli possiede la ragione e il giudizio della normale umanità. Ha la saggezza e compie le scelte che ci si aspetterebbero da una persona dotata di normale umanità. Sebbene Xiaoji abbia avuto la stessa malattia di Xiaoxiao, il suo problema alla fine si è risolto, mentre Xiaoxiao non è mai riuscito a risolvere il suo, che è peggiorato costantemente e si è aggravato sempre di più. Xiaoxiao ha un problema grave, e non si tratta di una semplice malattia della carne: egli ha rivelato l’indole che celava in fondo al proprio cuore, la propria ostinazione, intransigenza, stoltezza e malignità. Questa è la differenza tra i due. Se possedete una conoscenza e una comprensione più dettagliate di come vivono queste due persone, nonché degli atteggiamenti e dei metodi con cui affrontano le cose, potete continuare a condividere al riguardo in un secondo momento, valutare voi stessi paragonandovi a loro e trarne un insegnamento. Naturalmente, dovreste entrare nelle cose in modo attivo, come Xiaoji. Dovreste affrontare la vita in maniera appropriata, e sforzarvi di valutare persone e cose, di comportarvi e di agire interamente in base alle parole di Dio, utilizzando la verità come criterio, in modo da diventare persone che perseguono la verità. Non dovete essere come Xiaoxiao. Non è così? (Sì.) Ecco come dovreste perseguire e praticare.

Ora ripercorriamo ciò su cui abbiamo condiviso nella nostra ultima riunione. Abbiamo parlato del primo aspetto delle cose che le persone secondo le loro nozioni ritengono giuste e buone, ossia i buoni comportamenti, e abbiamo elencato sei esempi di buoni comportamenti. Si trattava di cose promosse dalla cultura tradizionale e di buoni comportamenti che le persone apprezzano nella loro vita reale. Sapete dirmi quali erano? (Essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati, essere cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili ed essere disponibili.) Non abbiamo fornito altri esempi. È possibile che ci siano delle differenze tra i sei buoni comportamenti promossi dalla cultura tradizionale cinese e le culture tradizionali di altri Paesi, ma non le elencheremo. L’ultima volta abbiamo condiviso e analizzato alcuni dei contenuti specifici di questi sei buoni comportamenti. Nel complesso, questi buoni comportamenti esteriori non rappresentano le cose positive all’interno dell’umanità, e tanto meno il fatto che l’indole di una persona sia cambiata; di certo non sono la prova che qualcuno comprende la verità e vive la verità realtà. Sono solo comportamenti esteriori che possono essere visti dall’uomo. In poche parole, sono sue manifestazioni esteriori. Queste manifestazioni ed esternazioni sono meri formalismi che vengono messi in atto quando le persone interagiscono, si relazionano le une con le altre e vivono insieme. A cosa si riferisce il termine “formalismi”? Si tratta delle cose più superficiali che mettono le persone a proprio agio quando le vedono. Non rappresentano nulla dell’essenza delle persone, né dei loro pensieri e punti di vista, né del loro atteggiamento verso le cose positive, e ancor meno rappresentano il loro atteggiamento nei confronti della verità. I requisiti e gli standard di valutazione che l’umanità ha nei confronti dei comportamenti esteriori sono soltanto formalismi che le persone possono comprendere e raggiungere. Non hanno assolutamente nulla a che fare con l’essenza dell’uomo. Per quanto le persone possano in superficie sembrare affabili o disponibili, e per quanto gli altri possano apprezzare, rispettare, venerare e adorare i comportamenti esteriori che esse mettono in atto, ciò non significa che possiedano umanità, né che la loro natura essenza sia buone, o che amino le cose positive, o che possiedano senso di giustizia e, naturalmente, ancor meno significa che siano persone in grado di perseguire la verità. Tutti i buoni comportamenti che l’umanità ha riassunto non sono altro che alcuni vissuti e manifestazioni esteriori che l’uomo promuove per differenziarsi dalle altre forme di vita. Per esempio, essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati, ed essere cortesi: questi buoni comportamenti dimostrano soltanto che esteriormente una persona è alquanto educata, garbata, istruita e colta, a differenza degli animali, che non seguono alcuna regola. Le persone si asciugano la bocca con le mani o con il tovagliolo dopo aver mangiato o bevuto, ripulendosi un po’. Se tu cercassi di pulire la bocca a un cane dopo che ha mangiato o bevuto, non ne sarebbe felice. Gli animali non capiscono queste cose. Perché le persone sì, allora? Perché le persone sono “animali superiori”. Dovrebbero capire queste cose. Quindi, questi buoni comportamenti sono solo ciò che l’uomo usa per regolare il comportamento del gruppo biologico che è l’umanità, e non fanno altro che differenziare l’uomo dalle forme di vita inferiori. Non hanno nulla a che vedere con la condotta, il perseguimento della verità o l’adorazione di Dio. Questo significa che esteriormente potrai anche vivere secondo gli standard e i requisiti dell’essere istruito e ragionevole, o gentile e raffinato, e così via, potrai anche assumere questi buoni comportamenti, ma ciò non significa che sei una persona dotata di umanità, o che possiede la verità, o che teme Dio ed evita il male. Non significa nessuna di queste cose, affatto. Al contrario, vuol dire solamente che, dopo che sei stato esposto al sistema educativo comportamentale e alle norme del galateo, il tuo modo di parlare, le tue espressioni facciali, il tuo portamento e così via sono maggiormente disciplinati. Dimostra che sei migliore degli animali e possiedi una minima sembianza umana, ma non che sei qualcuno che persegue la verità. Si può persino dire che ciò non ha nulla a che fare con il perseguimento della verità. Il fatto che tu assuma questi buoni comportamenti non significa minimamente che possiedi le condizioni giuste per perseguire la verità, e ancor meno significa che sei già entrato nella verità realtà e hai acquisito la verità. Non dimostra alcuna di queste cose, assolutamente.

Chiunque abbia avuto un gatto o un cane come animale domestico si rende conto che c’è qualcosa di amabile in loro. Alcuni gatti e cani si comportano effettivamente bene. Certi gatti, quando vogliono entrare nella stanza del loro padrone, miagolano un paio di volte davanti alla porta prima accedere. Se il padrone non dice nulla non entrano, lo fanno solo quando il padrone dice: “Vieni”. Persino i gatti sono capaci di praticare questo tipo di galateo, sanno chiedere il permesso prima di entrare nella stanza del padrone. Non è forse una sorta di buon comportamento? Se addirittura gli animali sono in grado di assumere questo tipo di buon comportamento, quanto possono essere superiori ai loro i buoni comportamenti delle persone? Questo è il livello minimo di buon senso che le persone dovrebbero possedere: non c’è bisogno di insegnarlo, è una cosa normalissima. Le persone potranno forse ritenere questo tipo di buon comportamento relativamente appropriato e potrà farle sentire un po’ più a loro agio, ma vivere questi buoni comportamenti rappresenta forse la qualità o l’essenza della loro umanità? (No.) No. Si tratta solo di regole e metodi che una persona dovrebbe adottare nelle sue azioni: non hanno nulla a che fare con la qualità e l’essenza della sua umanità. Prendiamo per esempio i cani e i gatti: che cosa hanno in comune? Quando le persone danno loro qualcosa da mangiare, esprimono affetto e gratitudine. Possiedono questo tipo di comportamento e possono dimostrarlo. Ciò che li differenzia è che gli uni sono specializzati nel catturare i topi, mentre gli altri nel fare la guardia alla casa. Un gatto può lasciare il suo padrone in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo; quando c’è da divertirsi, se ne dimentica e non gli presta attenzione. Un cane non abbandonerà mai il suo padrone; se identifica te come suo padrone, continuerà a riconoscerti e a trattarti come tale anche se cambierà proprietario. Questa è la differenza tra cani e gatti, in termini di qualità morale del loro comportamento e della loro essenza. Parliamo ora delle persone. Tra i comportamenti che l’uomo ritiene buoni, come essere istruiti e ragionevoli, essere cortesi, essere disponibili e così via, anche se ce ne sono alcuni che superano il comportamento di altre specie, vale a dire che ciò che l’uomo è in grado di fare supera le capacità di altre specie, questi non sono altro che comportamenti e regole esteriori, sono semplicemente degli approcci volti a regolare il comportamento delle persone e a differenziarle da altre forme di vita. Assumere questi buoni comportamenti può far sentire le persone diverse o migliori di altre forme di vita, ma il fatto è che per alcuni aspetti gli esseri umani si comportano peggio degli animali. Prendiamo per esempio il rispetto per gli anziani e il prendersi cura dei giovani. Nel regno animale, i lupi si comportano meglio delle persone. In un branco di lupi, gli esemplari adulti si prendono cura dei cuccioli, a prescindere da chi siano i genitori. Non li maltrattano e non fanno loro del male. L’uomo questo non lo fa, e in tal senso l’umanità è peggiore di un branco di lupi. Che tipo di rispetto per gli anziani e di cura per i giovani possiede l’umanità? Le persone sono davvero in grado di raggiungere queste cose? La maggior parte non è in grado di “prendersi cura dei giovani”, non assume questo tipo di buon comportamento, e ciò significa che non possiede questo tipo di umanità. Per esempio: quando un bambino è con i suoi genitori, le persone sono molto affabili e disponibili quando parlano con lui, ma quando i genitori non sono presenti viene fuori il lato demoniaco delle persone. Se il bambino parla con loro, lo ignorano o addirittura lo trovano sgradevole e lo maltrattano. Quanta malvagità! Il traffico di bambini è comune molti Paesi del mondo: è un problema globale. Se le persone non assumono nemmeno il buon comportamento di rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, e non provano alcun rimorso di coscienza quando maltrattano i bambini, diteMi, che razza di umanità è questa? Continuano a fingere di rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, ma è solo una facciata. Perché faccio questo esempio? Perché anche se l’umanità ha promosso questi buoni comportamenti e posto questi requisiti e standard per il comportamento delle persone, l’essenza corrotta dell’uomo non potrà mai essere cambiata, indipendentemente dal fatto che le persone siano capaci di raggiungerli o da quanti buoni comportamenti assumano. I criteri umani per valutare persone e cose, per comportarsi e per agire, derivano interamente dai pensieri e dai punti di vista dell’umanità corrotta e sono determinati da un’indole corrotta. Sebbene i requisiti e gli standard che l’umanità ha promosso siano riconosciuti come positivi ed elevati, le persone sono forse in grado di raggiungerli? (No.) Questo è un problema. Anche se una persona agisce un po’ meglio esteriormente e viene premiata e riconosciuta per questo, è un comportamento adulterato dalla finzione e dall’inganno, perché, come tutti riconoscono, fare un po’ di bene è facile: ciò che è difficile è fare il bene per tutta la vita. Se sono veramente delle brave persone, perché trovano così difficile fare del bene? Quindi, nessuno può essere all’altezza dei cosiddetti standard “positivi” riconosciuti dall’umanità. È solo un far sfoggio di sé, ingannare e fingere. Anche se le persone riescono a soddisfare esteriormente alcuni di questi standard e ad assumere qualche buon comportamento, come essere istruite e ragionevoli, essere gentili e raffinate, essere cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili ed essere disponibili, anche se sanno attuarne e assumerne alcuni, è solo per un breve periodo, temporaneamente o in qualche ambiente transitorio. Possiedono queste manifestazioni solo quando ne hanno bisogno. Non appena qualcosa tocca il loro prestigio, il loro orgoglio, la loro ricchezza, i loro interessi o persino il loro destino e le loro prospettive, allora la loro natura e la loro ferocia interiore esplodono. Non sembreranno più istruite e ragionevoli, o gentili e raffinate, o cortesi, o rispettose degli anziani e intente a prendersi cura dei giovani, o affabili o disponibili. Al contrario, combatteranno e complotteranno l’una contro l’altra, cercando ognuna di superare l’altra, incastrandosi e uccidendosi a vicenda. Cose simili accadono fin troppo spesso: per i propri interessi, il proprio prestigio o la propria autorità, amici, parenti e persino padri e figli cercheranno di massacrarsi l’un l’altro finché non ne uscirà un solo vincitore. La situazione miserabile che esiste tra le persone è palese. Per questo motivo, essere istruiti e ragionevoli, gentili e raffinati, cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili ed essere disponibili possono essere definiti solamente come effetti di circostanze transitorie. Nessuno è in grado di viverli veramente: nemmeno i saggi e i grandi uomini venerati dai cinesi erano capaci di queste cose. Quindi, tutti questi insegnamenti e queste teorie sono irragionevoli, delle pure assurdità. Coloro che perseguono la verità sono in grado di risolvere le questioni inerenti ai loro interessi personali in base alle parole di Dio e utilizzando la verità come criterio, e sono capaci di praticare la verità e di sottomettersi a Dio. In questo modo, la verità realtà che possiedono supera gli standard di buon comportamento riconosciuti dagli uomini. Coloro che non perseguono la verità non riescono a superare la barriera dei propri interessi personali e, di conseguenza, a mettere in pratica la verità. Non sanno nemmeno attenersi alle regole del buon comportamento. E quindi secondo quali basi e criteri valutano persone e cose, si comportano e agiscono? Certamente soltanto secondo regole, dottrine, e filosofie e leggi di Satana; non secondo verità contenuta nelle parole di Dio. Questo perché costoro non accettano la verità e considerano solamente i propri interessi, quindi naturalmente non sanno mettere in pratica la verità. Non riescono nemmeno a mantenere un buon comportamento: cercano di simularlo, ma non sanno tenere in piedi tale finzione. Così facendo, rivelano la loro vera natura. In difesa dei propri interessi, lottano, rubano e rapinano, complottano, tramano e ingannano, puniscono gli altri e addirittura arrivano a uccidere. Sono capaci di tutte queste azioni malvagie: la loro natura non viene forse messa a nudo attraverso di esse? E quando la loro natura è stata messa a nudo, gli altri possono facilmente vedere gli intenti e le basi delle loro parole e delle loro azioni; gli altri sono in grado di rendersi conto che costoro vivono interamente secondo le filosofie di Satana, che valutano persone e cose, si comportano e agiscono in base alle filosofie di Satana. Per esempio: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “I soldi fanno girare il mondo”, “Finché c’è vita, c’è speranza”, “Un gentiluomo non ha mentalità ristretta, un vero uomo non ha pietà”, “Se tu sei scortese, io sarò ingiusto”, “Ecco un assaggio della tua stessa medicina” e così via: queste linee logiche e leggi sataniche governano le persone. Quando esse vivono secondo queste cose, i buoni comportamenti come essere istruiti e ragionevoli, gentili e raffinati, cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, e così via, diventano maschere che le persone indossano per camuffarsi, diventano facciate. Perché ciò accade? Perché i fondamenti e le leggi che le persone vivono davvero sono cose inculcate all’uomo da Satana, e non la verità. Pertanto, la coscienza e la morale più elementari dell’uomo non hanno alcun effetto su una persona che non ama la verità. Quando a qualcuno accade qualcosa che tocca i suoi interessi, il suo vero io viene fuori e in quel momento la gente lo vede per ciò che è davvero. Gli altri diranno con sgomento: “Ma solitamente non è così gentile, cortese e garbato? Perché quando gli succede qualcosa sembra trasformarsi in una persona del tutto diversa?” In realtà, quella persona non è cambiata; è solo che fino a quel momento il suo vero io non si era rivelato e messo a nudo. Quando gli eventi non toccano i suoi interessi e la sua maschera è ancora in piedi, tutto ciò che fa è un inganno e un camuffamento. Le leggi e le basi della sua esistenza, che rivela quando i suoi interessi vengono colpiti o minacciati, e ciò che mostra quando smette di camuffarsi costituiscono la sua natura, la sua essenza e ciò che quella persona è realmente. Quindi, qualsiasi tipo di buon comportamento una persona assuma, per quanto impeccabile appaia agli occhi degli altri, ciò non significa che persegue la verità e ama le cose positive. Come minimo, non significa che possiede un’umanità normale, e ancor meno che è affidabile o che vale la pena interagire con lei.

Nell’ambito dei buoni comportamenti, abbiamo citato gli esempi di essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati, essere cortesi, rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, essere affabili ed essere disponibili. Prendiamo ora come esempio il rispetto degli anziani e il prendersi cura dei giovani e condividiamo al riguardo nel dettaglio. Rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani sono comportamenti molto normali nella vita umana. Si possono riscontrare anche in alcune popolazioni animali; quindi, naturalmente, dovrebbero iniziare a manifestarsi ancor più tra gli uomini, che possiedono coscienza e ragione. Gli esseri umani dovrebbero osservare questo comportamento in modo migliore, più concreto e più pratico di altre specie, invece di limitarsi a grattarne la superficie. Gli esseri umani dovrebbero essere più abili delle altre specie a aderire a questo buon comportamento di rispetto degli anziani e di cura dei giovani, poiché gli esseri umani possiedono coscienza e ragione, cosa che le altre specie non hanno. Gli esseri umani dovrebbero essere in grado di dimostrare, nell’osservanza di questo buon comportamento, che la loro umanità è superiore all’essenza delle altre specie, che è diversa. Ma lo fanno davvero? (No.) E le persone istruite e colte lo fanno? (No, neanche loro.) Mettiamo da parte la gente comune e parliamo degli affari dell’élite e di quelli di corte. Attualmente, in diversi Paesi si sta verificando una serie di drammi di palazzo, cosa che espone molte delle storie turbolente delle case reali. I membri del palazzo e la gente comune si assomigliano perché entrambi danno grande importanza alle gerarchie di anzianità. In confronto alla gente comune, i membri delle famiglie reali hanno ricevuto un’istruzione più approfondita e specifica sul buon comportamento del rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, e le generazioni più giovani delle famiglie reali sono più abili nell’essere deferenti e rispettose verso i loro anziani in confronto alla gente comune; entra in gioco una cospicua dose di galateo. Quando si tratta di rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, i membri delle famiglie reali hanno requisiti particolarmente elevati per questo aspetto del buon comportamento, che devono seguire alla lettera. In apparenza, sembrano aderire al requisito della cultura tradizionale di rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, proprio come fa la gente comune; eppure, per quanto lo facciano bene o in modo appropriato, per quanto appaiano dignitosi e irreprensibili, dietro la facciata di questo comportamento irreprensibile si nasconde ogni sorta di passaggi di potere e di lotte tra varie forze. Tra figli e padri, nipoti e nonni, servi e padroni, ministri e monarchi, in superficie sembrano tutti osservare il criterio di comportamento più fondamentale: rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani. Tuttavia, poiché sono coinvolte l’autorità monarchica e varie altre forze, questo comportamento esteriore non svolge alcuna funzione. È del tutto incapace di influenzare ciò che alla fine deriva dal passaggio di potere monarchico e dalle lotte tra le varie forze. Naturalmente, questo tipo di buon comportamento è fondamentalmente incapace di porre un freno a chi brama il trono o ha ambizioni di potere. Le persone comuni si attengono alla regola di rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani, che è stata trasmessa loro dagli antenati. Anche loro vivono vincolate da questa regola. Indipendentemente dal numero di interessi coinvolti e dalle lotte che sorgono quando questi interessi si scontrano, a cose risolte le persone comuni sono comunque in grado di vivere insieme. Invece funziona diversamente all’interno delle famiglie reali, poiché i loro interessi e le loro dispute di potere sono più rimarchevoli. Non fanno che lottare, e il risultato finale è che i vincitori diventano re e i vinti diventano criminali: o soccombe una fazione, o soccombe l’altra. Sia i vincitori che i vinti si attengono alla regola del rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani ma, poiché ognuno di loro esercita una quantità diversa di potere e ha desideri e ambizioni differenti, o a causa delle disparità tra le forze di ciascuna parte, alla fine alcuni sopravvivono mentre altri vengono distrutti. Da cosa è determinato ciò? Dalla regola del rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani? (No.) E allora cosa lo determina? (La natura satanica dell’uomo.) Cosa intendo con tutto questo? Voglio dire che queste regole, i nuovi e cosiddetti buoni comportamenti dell’uomo, non possono determinare nulla. Il cammino che una persona percorre non è minimamente deciso dal fatto che sia istruita e ragionevole, o affabile, o che rispetti gli anziani e si prenda cura dei giovani in termini di comportamento esteriore; è bensì determinato dalla natura dell’uomo. In breve, la casa di Dio non promuove queste affermazioni sul buon comportamento che sono sorte tra gli uomini. Questi comportamenti che l’uomo considera positivi non sono altro che un tipo di buoni comportamenti e manifestazioni; non rappresentano la verità, e se qualcuno possiede questi buoni comportamenti e manifestazioni non significa che stia praticando la verità, e ancor meno che la stia perseguendo.

Poiché questi comportamenti, che l’uomo ritiene buoni, non provengono da Dio né sono promossi dalla Sua casa, e ancor meno sono conformi alle Sue intenzioni, e poiché sono in contrasto con le Sue parole e con i requisiti che Egli pone, anche Dio ha dei requisiti per il comportamento dell’uomo? (Sì.) Anche Dio ha fatto delle affermazioni sul comportamento dei credenti che Lo seguono. Esse sono diverse dai requisiti che Dio ha posto all’uomo riguardo alla verità e sono in una certa misura più semplici, ma contengono alcune specifiche. Quali requisiti ha Dio per coloro che Lo seguono? Possedere un decoro santo, per esempio, non è forse un requisito per il comportamento dell’uomo? (Sì.) Ci sono anche il non essere dissoluti, porsi dei freni, non indossare abiti eccentrici, non fumare né bere, non colpire né insultare gli altri, non adorare gli idoli, onorare i propri genitori e così via. Questi sono tutti requisiti comportamentali che Dio ha posto ai Suoi seguaci. Sono i requisiti più elementari e non devono essere ignorati. Dio ha dei requisiti comportamentali specifici per coloro che Lo seguono, i quali sono diversi dai buoni comportamenti promossi dai non credenti. I buoni comportamenti promossi dai non credenti non fanno altro che rendere le persone animali superiori, distinguendole dagli altri animali inferiori. Invece, i requisiti che Dio pone ai Suoi seguaci li differenziano dai non credenti, dalle persone che non credono in Dio. Questi requisiti non riguardano l’essere diversi dagli animali. In passato si è parlato anche di “santificazione”. È un modo di dire un po’ esagerato e approssimativo, ma Dio ha posto dei requisiti comportamentali per i Suoi seguaci. DiteMi, quali sono? (Possedere un decoro santo, non essere dissoluti, porsi dei freni, non indossare abiti eccentrici, non fumare né bere, non colpire né insultare gli altri, non adorare gli idoli e onorare i propri genitori.) Quali altri? (Non appropriarsi indebitamente dei beni altrui, non rubare, non rendere falsa testimonianza, non commettere adulterio.) Ci sono anche questi. Sono parti della legge, sono alcuni dei requisiti che Dio ha posto in principio riguardo al comportamento dell’umanità, e rimangono tuttora reali e concreti. Dio usa questi requisiti per regolare il comportamento dei Suoi seguaci; il che significa che questi comportamenti esteriori sono il segno distintivo di chi segue Dio. Se tu possiedi questi comportamenti e queste manifestazioni, in modo tale che quando gli altri ti guardano sanno che sei un credente in Dio, allora come minimo ti approveranno e ammireranno. Diranno che possiedi un contegno santo, che hai l’aspetto di un credente in Dio e non di un non credente. Alcune persone acquisiscono la fede in Dio ma rimangono identiche ai non credenti: fumano, bevono, litigano e si azzuffano spesso. Ci sono persino alcuni che commettono adulterio e rubano. Anche il loro comportamento è sfrenato e non conforme alle parole di Dio, e quando un non credente li vede dice: “Sono davvero credenti in Dio? Perché allora si comportano proprio come coloro che non credono in Dio?” Gli altri non ammirano quella persona né si fidano di lei, perciò quando cerca di diffondere il Vangelo la gente non lo accetta. Se qualcuno è in grado di soddisfare i requisiti che Dio pone all’uomo, allora ama le cose positive, ha un cuore gentile e possiede un’umanità normale. Una persona del genere è capace di mettere in pratica le parole di Dio subito dopo averle ascoltate, e non c’è alcuna finzione in ciò che pratica, poiché ha come minimo agito così in base alla sua coscienza e alla sua ragione. In che modo i requisiti specifici di Dio nei confronti dell’uomo differiscono dai buoni comportamenti promossi dall’umanità? (I requisiti che Dio pone all’uomo sono spiccatamente concreti, capaci di mettere le persone in condizione di vivere una normale umanità, mentre la cultura tradizionale richiede solo alcuni comportamenti di facciata, che non svolgono una funzione tangibile.) Esatto. I buoni comportamenti che la cultura tradizionale richiede all’uomo sono tutti travestimenti e simulazioni. Sono una finzione. Chi vi si attiene potrà anche pronunciare parole gradevoli, ma dentro di sé le cose sono completamente diverse. Questi buoni comportamenti sono una maschera, un’illusione. Non derivano dall’essenza della propria umanità; sono travestimenti che l’uomo indossa per il proprio orgoglio, la propria reputazione e il proprio prestigio. Sono una messa in scena, una sorta di approccio ipocrita, qualcosa che una persona attua deliberatamente per farne sfoggio davanti agli altri. A volte non si riesce a discernere se il comportamento di una persona è sincero o falso, ma col tempo tutti vedranno la sua vera natura. È proprio come nel caso dei farisei ipocriti, che assumevano numerosi buoni comportamenti esteriori e tante manifestazioni della loro cosiddetta pietà; quando però il Signore Gesù venne a esprimere la verità e a compiere l’opera di redenzione, Lo condannarono e Lo crocifissero, poiché provavano avversione e odio nei confronti della verità. Questo dimostra che i buoni comportamenti e gli approcci esteriori delle persone non rappresentano la loro natura essenza, non sono a essa correlati. Invece, le regole che Dio chiede all’uomo di rispettare possono essere messe in pratica e vissute realmente, purché si creda sinceramente in Dio e si possieda coscienza e ragione. Dovresti fare queste cose sia davanti agli altri che quando nessuno ti vede; qualunque sia la tua umanità essenza, devi soddisfare questi requisiti che Dio ha posto. Poiché segui Dio, devi porti dei freni e praticare in base alle Sue parole, a prescindere da quanto sia grave la corruzione della tua indole. Dopo un periodo di tale esperienza, possiederai un vero ingresso e sarai veramente cambiato. Questo vero cambiamento è reale.

Facciamo un breve riepilogo: che tipo di requisiti pone Dio per il comportamento dell’uomo? Le persone devono avere dei principi, porsi dei freni e vivere con dignità, in modo che gli altri le rispettino, senza mai fingere. Questi sono i requisiti comportamentali di Dio nei confronti dell’uomo. Ciò significa che si deve praticare in questo modo e possedere questo tipo di realtà, indipendentemente dal fatto che si sia in presenza di altri, da quale sia l’ambiente in cui ci si trova o da chi si abbia di fronte. Gli esseri umani normali dovrebbero possedere queste realtà; è il minimo che si debba fare in termini di comportamento. Diciamo, per esempio, che qualcuno parla a voce molto alta, ma non insulta gli altri né usa un linguaggio scurrile, e ciò che dice è veritiero e accurato e non attacca nessuno. Anche se questa persona parla male di qualcuno o lo denigra, ciò che dice è un dato di fatto. Anche se le sue parole e azioni esteriori non corrispondono ai requisiti di affabilità o di gentilezza e raffinatezza posti dai non credenti, il contenuto di ciò che dice, i principi e le basi del suo discorso le consentono di vivere con dignità e integrità. Ecco cosa significa avere dei principi. Una persona di questo tipo non parla con leggerezza di cose che non conosce, né valuta arbitrariamente persone che non sa discernere con chiarezza. Anche se in apparenza non è molto gentile e non soddisfa lo standard comportamentale di essere colta e rispettosa delle regole di cui parlano i non credenti, dal momento che ha un cuore che teme Dio e si pone dei freni nelle parole e nelle azioni, ciò che vive supera di gran lunga i comportamenti di essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati ed essere cortesi di cui parlano gli uomini. Questa non è forse una manifestazione del fatto che ci si pone dei freni e ci si attiene a dei principi? (Sì.) In ogni caso, se esaminate attentamente i requisiti di buon comportamento che Dio pone a chi crede in Lui, quale di essi non è una regola concreta su ciò che le persone dovrebbero vivere in modo pratico? Quale di essi chiede loro di indossare una maschera? Nessuno, giusto? Se avete dei dubbi, potete sollevarli. Per esempio, alcuni potrebbero dire: “Quando Dio dice di non colpire né insultare gli altri, questo suona un po’ falso, perché proprio oggi ci sono persone che a volte insultano gli altri e Dio non le condanna”. Quando Dio dice di non insultare gli altri, a cosa si riferisce “insultare”? (Al momento in cui una persona dà sfogo alle emozioni a causa della sua indole corrotta.) Sfogare le proprie emozioni, esprimersi in modo indecente: questo significa insultare. Se ciò che si dice di una persona è sgradevole ma coerente con la sua essenza corrotta, allora non si tratta di un insulto. Per esempio, se qualcuno ha intralciato e disturbato il lavoro della chiesa e ha commesso molto male, e tu gli dici: “Hai commesso davvero tanto male. Sei feccia, non sei umano!”, questo conta come insulto? O come manifestazione di un’indole corrotta? O come un dare sfogo alle proprie emozioni? O come mancanza di un contegno santo? (È in linea con i fatti, quindi non conta come insulto.) Esatto, proprio così. È conforme ai fatti: sono parole vere, pronunciate sinceramente, e non c’è nulla di nascosto o di celato. Magari non corrisponderà all’essere istruiti e ragionevoli o gentili e raffinati, ma corrisponde ai fatti. Colui che è stato rimproverato si valuterà sul metro di queste parole, esaminerà sé stesso e si renderà conto di essere stato ripreso perché ha fatto qualcosa di sbagliato e ha commesso molto male. Odierà sé stesso e penserà: “Sono davvero un buono a nulla! Solo un idiota si sarebbe comportato come me: non sono un essere umano! È stato giusto e appropriato da parte sua rimproverarmi in quel modo!” Dopo averlo accettato, acquisirà una qualche conoscenza della propria natura essenza e, dopo un periodo di esperienza e di esposizione a questo tipo di situazione, si pentirà veramente. In futuro, saprà come ricercare i principi mentre svolge il suo dovere. Il rimprovero non gli ha forse aperto gli occhi? Non c’è forse una differenza tra questi rimproveri e l’“insultare” di cui parla Dio quando richiede di non insultare gli altri? (Sì.) Qual è la differenza? Che cosa significa “insultare” nel requisito posto da Dio di non insultare gli altri? Un aspetto della questione è che non è appropriato che il contenuto e le parole siano indecenti. Dio non vuole sentire alcuna espressione scurrile venir fuori dalla bocca dei Suoi seguaci. Non Gli piace udire simili parole. Ma in caso vengano usate parole sgradevoli mentre si espongono i fatti, sono previste delle eccezioni. Non si tratta di un insulto. Un altro aspetto è: qual è l’essenza del comportamento dell’insulto? Non è forse una manifestazione di irruenza? Se un problema può essere spiegato in modo chiaro e trasparente attraverso una normale condivisione, esortazione e comunicazione, perché allora insultare la persona? Non va bene, è inopportuno. Se paragonato a questi approcci positivi, l’insulto non è una strada normale da percorrere. Equivale a sfogare le proprie emozioni e a manifestare la propria irruenza, e Dio non vuole che le persone usino lo sfogo delle proprie emozioni o la manifestazione della propria irruenza come metodo per gestire una questione di qualsiasi tipo. Quando gli esseri umani manifestano la propria irruenza e danno sfogo alle proprie emozioni, il comportamento che spesso mostrano è quello di usare il linguaggio per insultare e sferrare attacchi. Dicono quanto di più sgradevole sia possibile e qualsiasi cosa possa ferire l’altra parte e sfogare la propria rabbia. E quando finiscono non hanno infangato e ferito solamente l’altra parte, ma anche sé stessi. Non sono questi né l’atteggiamento né il metodo che i seguaci di Dio dovrebbero adottare nel gestire le cose. Inoltre, gli esseri umani corrotti hanno sempre una mentalità di vendetta, di sfogo delle proprie emozioni e del proprio malcontento, di manifestazione della propria irruenza. Vogliono insultare gli altri a ogni occasione e, quando si presentano situazioni grandi o piccole, l’insulto è il comportamento al quale ricorrono immediatamente. Anche quando sanno che questo comportamento non risolverà il problema, lo assumono comunque. Non è forse un comportamento satanico? Lo fanno anche quando sono soli in casa, quando nessuno può sentirli. Questo non è forse dar sfogo alle proprie emozioni? Non è forse rivelare la propria irruenza? (Sì.) Rivelare la propria irruenza e dar sfogo alle proprie emozioni significa, in generale, usare la propria irruenza per affrontare e gestire qualcosa; significa approcciarsi a ogni questione con un atteggiamento di irruenza, e tra i comportamenti e le manifestazioni di ciò è incluso l’insulto. Poiché questa è l’essenza dell’insulto, non è forse una buona cosa che Dio richieda all’uomo di evitarlo? (Sì.) Non è ragionevole che Dio richieda all’uomo di non insultare gli altri? Non gli è forse di giovamento? (Sì.) In definitiva, l’obiettivo del requisito di Dio di non colpire né insultare gli altri è quello di far sì che le persone esercitino la moderazione e non vivano sempre in preda alle loro emozioni e alla loro irruenza. A prescindere da ciò che dicono quando insultano qualcuno, coloro che vivono in preda alle loro emozioni e alla loro irruenza manifestano un’indole corrotta. Di quale indole corrotta si tratta? Come minimo, di malignità e arroganza. È forse intenzione di Dio che un qualsiasi problema venga risolto manifestando un’indole corrotta? (No.) Dio non vuole che i Suoi seguaci usino questi metodi per affrontare le cose che accadono intorno a loro, il che implica che a Dio non piace quando le persone affrontano tutto ciò che accade intorno a loro colpendo e insultando gli altri. Non puoi risolvere alcun problema insultando le persone, e farlo influisce sulla tua capacità di agire secondo i principi. Come minimo, non è un comportamento positivo, né un comportamento che chi possiede un’umanità normale dovrebbe assumere. Ecco perché Dio ha posto a coloro che Lo seguono il requisito di non colpire né insultare gli altri. All’interno dell’“insulto” rientrano le emozioni e l’irruenza. “Emozioni”: a cosa si riferisce questo termine nello specifico? Include odiare e maledire, augurare agli altri il male, sperare che gli altri vengano colpiti dalla sorte secondo i propri desideri e che facciano una brutta fine. Le emozioni comprendono specificamente cose negative come queste. E che cosa significa “irruenza”? Significa dar sfogo alle proprie emozioni ricorrendo a metodi estremi, passivi, negativi e malvagi e desiderare che le cose e le persone che risultano sgradite scompaiano o vadano incontro a una catastrofe, in modo da poter gioire delle loro disgrazie come si desiderava. Questa è irruenza. Che cosa comprende l’irruenza? L’odio, l’astio e le maledizioni, nonché un po’ di cattiveria: sono tutte cose che rientrano nell’irruenza. Ve ne è tra queste una sola positiva? (No.) In che condizioni si trova una persona che vive in preda a queste emozioni e all’irruenza? Non sta forse per trasformarsi in un demone impazzito? Più si insultano gli altri, più ci si arrabbia, si diventa crudeli e si desidera insultare e, alla fine, si vuole arrivare a colpirli. E quando si colpisce qualcuno, si desidera ferirlo mortalmente, togliergli la vita, il che significa: “Ti distruggo! Ti ammazzo!” Una sola, piccola emozione, un’emozione negativa, porta la propria irruenza a montare e a esplodere e, alla fine, induce le persone a desiderare l’annientamento e la distruzione di una vita. Questo è forse qualcosa che chi ha un’umanità normale dovrebbe avere e possedere? (No.) Di cosa è il volto? (È il volto di un diavolo.) È un diavolo che rivela il suo vero aspetto. È lo stesso volto che ha un demone quando sta per divorare una persona. La sua natura demoniaca emerge in superficie e non può essere controllata. Questo è ciò che significa essere un demone impazzito. E a che livello queste persone impazziscono? Si trasformano in demoni che vogliono divorare la carne e l’anima dell’uomo. La conseguenza più grave dell’insulto è che può ribaltare una semplice questione e portare alla morte di qualcuno. Molti problemi iniziano con un minimo attrito tra due persone, che le conduce a gridare e a insultarsi a vicenda, poi a colpirsi, e a questo segue l’impulso di uccidere, che poi si concretizza in azione: una delle due viene uccisa, e l’altra accusata di omicidio e condannata a morte. Alla fine, perdono entrambe le parti. Questo è il risultato finale. Hanno finito di insultare e di dar sfogo alle loro emozioni, hanno rivelato tutta la loro irruenza e sono entrambe andate all’inferno. Questo è il risultato. Tali sono le conseguenze per l’uomo quando dà sfogo alle sue emozioni e permette alla sua irruenza di montare ed esplodere. Questo non è un buon risultato: è un risultato malvagio. Vedi, questo è il tipo di esito che l’uomo affronta a causa del comportamento scaturito da una semplice emozione negativa. Le persone non vogliono vedere un tale esito concretizzarsi, né sono disposte a incorrervi personalmente, ma poiché vivono in preda a ogni sorta di emozioni negative, e poiché vivono sotto la schiavitù e il controllo della loro irruenza, che spesso monta ed esplode, tali conseguenze sono quelle che alla fine si verificano. DiteMi: l’insulto è un comportamento semplice? Gli insulti a cui le persone fanno ricorso durante la loro vita quotidiana possono anche non portare a un risultato così malvagio; in altre parole, non è detto che tutti gli insulti producano un risultato così malvagio. Eppure questa è l’essenza dell’insulto: dar sfogo alle emozioni, permettere alla propria irruenza di montare ed esplodere. Pertanto, il requisito posto da Dio di non insultare gli altri è sicuramente di giovamento all’uomo, gli giova in mille modi e non lo danneggia in nessuno, e allo stesso tempo è parte del significato rivestito dal fatto che Dio abbia posto questo requisito all’umanità. Un requisito come quello di non insultare gli altri potrà anche non assurgere al livello della pratica o del perseguimento della verità, ma dovrebbe comunque essere osservato dall’uomo.

Facendo affidamento solamente sull’autocontrollo, gli uomini sono in grado di soddisfare il requisito posto da Dio di non insultarsi gli uni con gli altri? Quando le persone si arrabbiano, spesso non sono capaci di trattenersi. Quindi, come possono adempiere al requisito di non insultarsi a vicenda? Quando stai per insultare qualcuno, in particolare quando non riesci a trattenerti, dovresti immediatamente pregare. Se preghi per un po’ e supplichi seriamente Dio, verosimilmente la tua rabbia si dissiperà. A quel punto sarai in grado di trattenerti efficacemente e di controllare le tue emozioni e la tua irruenza. Per esempio, a volte le persone possono dire qualcosa che trovi offensivo, o giudicarti alle spalle, oppure ferirti, consapevolmente o inconsapevolmente, o ancora approfittarsi un po’ di te, rubarti qualcosa o persino ledere i tuoi interessi vitali. Quando ti accadranno queste cose, penserai: “Costui mi ha fatto del male, quindi lo odio, voglio gridargli contro, voglio vendicarmi di lui, voglio persino colpirlo. Voglio giocargli un brutto tiro alle spalle per dargli una lezione”. Tutto questo non deriva forse da emozioni negative? La conseguenza delle emozioni negative è che desideri fare queste cose. Più ci pensi, più ti arrabbi e ti convinci che questa persona ti stia maltrattando e che la tua dignità e la tua integrità siano state insultate. Proverai un disagio interiore e vorrai vendicarti. Questa impulsività irruenta che hai dentro non scaturisce forse da tali emozioni negative? (Sì.) Che tipo di comportamento è questo tuo desiderio di vendicarti? Non stai forse per manifestare la tua irruenza? In momenti come questi, devi acquietarti; prima di tutto, devi pregare Dio, porti dei freni, riflettere, ricercare la verità e agire con saggezza. Questo è l’unico modo per evitare una situazione in cui perdi la calma e sorgono in te odio, emozioni e irruenza. Qualcuno potrebbe dire: “Se due persone lavorano insieme tutto il giorno, non c’è modo di evitare questo tipo di situazione”. Anche se tale situazione non si può evitare, non devi vendicarti, bensì trattenerti. Come puoi riuscirci? Innanzitutto, devi dire a te stesso: “Se dovessi vendicarmi, sicuramente a Dio non piacerebbe, quindi non posso farlo. L’odio, la vendetta e il disprezzo sono tutte cose che a Lui risultano sgradite”. A Dio non piacciono queste cose, ma tu vuoi comunque farle e non riesci a controllarti. In che modo dovresti risolvere questo problema? Naturalmente, devi affidarti a Dio; se non preghi Dio, non riuscirai a risolvere il problema. Inoltre, se la tua statura è troppo scarsa, se sei troppo irruento, se non riesci a frenare le tue emozioni e la tua irruenza, e se vuoi vendicarti, non devi assolutamente aprire bocca per insultare l’altra persona. Dovunque ti trovi, puoi andartene altrove e lasciare che sia qualcun altro a intervenire e a risolvere la questione. Dovresti pregare Dio in silenzio e recitare alcune frasi pertinenti delle Sue parole. Se preghi Dio in questo modo, lentamente la tua irruenza si dissiperà. Ti renderai conto che insultare le persone non può risolvere i problemi, che sarebbe una rivelazione di corruzione e che potrebbe solo svergognare Dio. Pregare in questo modo non risolverà forse il tuo problema? Cosa pensate di questa soluzione? (È una buona soluzione.) Questo è tutto per quanto riguarda la Mia condivisione in merito alla regola di comportamento posta da Dio “Non colpire né insultare gli altri”.

Ho appena condiviso riguardo ai buoni comportamenti che Dio chiede alle persone di assumere: quali sono? (Possedere un decoro santo, non essere dissoluti, porsi dei freni, non indossare abiti eccentrici, non colpire né insultare gli altri, non fumare né bere, non adorare gli idoli, onorare i propri genitori, non rubare, non appropriarsi indebitamente dei beni altrui, non commettere adulterio e non rendere falsa testimonianza.) Sì, questi sono tutti corretti. DiteMi: i requisiti inclusi all’interno della legge, come non rubare e non approfittare degli altri, sono ancora validi oggi? Sono ancora efficaci? (Sono ancora validi ed efficaci.) E i comandamenti dell’Età della Grazia? (Anch’essi sono ancora validi.) Allora perché Dio ha posto questi requisiti specifici? Quale aspetto della pratica dell’uomo coinvolgono? Se Dio non avesse posto tali requisiti, la gente capirebbe queste cose? (No.) La gente non le capirebbe. Questi requisiti specifici che Dio ha posto per regolare il comportamento dell’uomo sono infatti tutti correlati al vivere una normale umanità. Il loro scopo era mettere le persone in condizione di discernere e identificare con precisione le cose positive e quelle negative, così come ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; era quello di insegnare alle persone che l’adulterio è una cosa negativa, vergognosa, detestata da Dio e disprezzata dall’uomo, e che gli uomini dovrebbero porsi dei limiti al riguardo, che non dovrebbero compiere questo atto né commettere errori in tal senso; ed era inoltre insegnare alle persone che comportamenti come l’approfittare degli altri, il rubare e così via sono tutte cose negative, e che non andrebbero adottati. Se ti piace fare e hai fatto queste cose, allora non sei una brava persona. Come si può distinguere una persona dotata di buona umanità da una che ha una cattiva umanità? O una figura positiva da una negativa? Prima di tutto, dovete appurarlo: si possono discernere con precisione le persone e distinguere le figure positive da quelle negative solo in base alle parole di Dio. Le persone si possono discernere e distinguere chiaramente solo in base ai requisiti e agli standard che Dio ha posto per regolare il comportamento dell’uomo. Farò un esempio: se una persona ha le mani lunghe e ama rubare agli altri, com’è la sua umanità? (Cattiva.) Rubare è un’azione estremamente malvagia, quindi coloro che rubano sono persone malevole. Tutti gli altri si guardano da loro, ne prendono le distanze e li considerano dei ladri. Nella mente delle persone, i ladri sono personaggi negativi, e rubare è una cosa negativa e un comportamento peccaminoso. Questo non è forse appurato, quindi? Ecco un altro esempio: supponiamo che si verifichi un adulterio, e alcune persone non sanno se è una cosa positiva o negativa; l’unico modo per valutarlo con precisione è farlo in base alle parole di Dio, poiché solo le parole di Dio sono la verità. Qualsiasi nuova affermazione sostenuta dai sistemi giuridici e dalla morale in merito all’atto dell’adulterio non è la verità. Le parole pronunciate da Dio, “non commettere adulterio”, sono la verità e la verità non cambierà mai. Dal momento in cui Dio ha posto il requisito “non commettere adulterio”, tutti avrebbero dovuto iniziare a disprezzare gli adùlteri e a prendere le distanze da loro. Persone del genere non hanno umanità o, quanto meno, se le si valuta dal punto di vista dell’umanità, non sono brave persone. Chiunque metta in atto questo tipo di comportamento e possieda questo tipo di umanità è vergognoso, è detestato dall’uomo, è guardato dall’alto in basso e disprezzato all’interno dei gruppi ed è rifiutato dalle masse. Sulla base delle parole di Dio, possiamo confermare che commettere adulterio è una cosa negativa e che le persone che lo fanno sono figure negative. Per quanto malvagie diventino le tendenze della società, l’adulterio e la fornicazione sono cose negative e le persone che le praticano sono figure negative. Questo è assolutamente certo, e voi dovete capire a fondo; non dovete lasciarvi fuorviare o sedurre dalle tendenze malvagie della società. Oltre a questi, ci sono altri requisiti specifici: Dio dice alle persone di non adorare gli idoli, onorare i propri genitori, non colpire né insultare gli altri, possedere un decoro santo, e così via. Questi requisiti specifici sono tutti standard con cui Dio regola il comportamento dell’uomo. In altre parole, prima di fornire agli uomini la verità, Dio ha insegnato loro quali sono le azioni giuste e positive e quali quelle sbagliate e negative, ha detto loro come essere brave persone e quali buoni comportamenti devono assumere per essere dotati di normale umanità, nonché cosa devono e cosa non devono fare in quanto persone in possesso di normale umanità, affinché possano compiere le scelte giuste. Tutte queste richieste che regolano il comportamento dell’uomo sono cose che ogni persona normale dovrebbe veramente vivere e rappresentano la base su cui ognuno affronta e gestisce tutto ciò che gli capita. Per esempio, supponiamo che tu veda che qualcuno possiede qualcosa di bello e voglia prendertelo; ma poi pensi: “Dio dice che è sbagliato rubare agli altri, ha detto che non dobbiamo rubare né approfittare degli altri, quindi non ruberò a questa persona”. In questo modo non ti sei forse trattenuto dal commettere un furto e, allo stesso tempo, non hai regolato il tuo comportamento? Prima che Dio ponesse questi requisiti, quando le persone vedevano qualcun altro possedere qualcosa di bello volevano prenderlo per sé. Non pensavano che farlo fosse sbagliato o vergognoso, o che Dio lo detestasse, o che fosse una cosa negativa, o che fosse addirittura un peccato; non sapevano queste cose, non possedevano questi concetti. Dopo che Dio ha posto il requisito “non rubare”, le persone sono state dotate di un limite mentale relativo al compiere questo tipo di azioni, e attraverso questo limite hanno imparato che c’è una differenza tra rubare e non rubare. Rubare equivale a fare qualcosa di negativo, a fare qualcosa di cattivo o di malvagio, ed è vergognoso. Non rubare significa aderire alla moralità dell’umanità, e in questo vi è umanità. Le richieste di Dio riguardo al comportamento dell’uomo eliminano i comportamenti e gli approcci negativi delle persone, e allo stesso tempo regolano il comportamento dell’uomo e permettono alle persone di vivere con un’umanità normale, di possedere comportamenti e manifestazioni normali e di apparire quanto meno come persone, come persone normali. DiteMi: questi requisiti che Dio ha posto per regolare il comportamento dell’uomo non sono forse ricchi di significato? (Sì.) Sono ricchi di significato. Tuttavia, questi requisiti specifici che regolano il comportamento dell’uomo sono ancora ben lontani dalle verità che Dio sta esprimendo ora, e non possono essere elevati al livello della verità. Questo perché, molto tempo fa, durante l’Età della Legge, questi requisiti erano solo leggi che regolavano il comportamento dell’uomo; ponendoli, Dio stava usando il linguaggio più semplice e diretto possibile per dire alle persone cosa dovevano o non dovevano fare, creando per loro delle regole. Nell’Età della Grazia, questi requisiti erano solo comandamenti e, al giorno d’oggi, si può solo affermare che sono semplici criteri per giudicare il proprio comportamento e per valutare le cose. Sebbene questi criteri non possano essere elevati al livello della verità e vi sia una certa distanza tra essi e la verità, sono un prerequisito essenziale per il perseguimento e la pratica della verità. Quando un individuo si attiene a queste regole, a queste leggi e a questi comandamenti, a questi requisiti e criteri di condotta che Dio ha stabilito per regolare il comportamento dell’uomo, si può dire che possiede i presupposti fondamentali per praticare e perseguire la verità. Se una persona fuma e beve alcolici, se il suo comportamento è dissoluto, se commette adulterio, se si approfitta degli altri e spesso ruba, e voi doveste dire: “Quest’individuo ama la verità, e può certamente praticarla e ottenere la salvezza”, sarebbe un’affermazione sensata? (No.) Perché no? (Tale persona non è in grado di soddisfare nemmeno il più basilare dei requisiti posti da Dio, non saprebbe mai mettere in pratica la verità, e affermare che ama la verità equivarrebbe a mentire.) Esatto. Costui non possiede nemmeno il livello più basilare di autocontrollo. Ne consegue che non possiede neppure il più basilare grado di coscienza e di ragione che una persona dovrebbe avere. In altre parole, non possiede la coscienza e la ragione della normale umanità. Cosa significa non possedere coscienza e ragione? Significa che questa persona ha ascoltato le parole che Dio ha pronunciato, i requisiti che ha posto all’uomo e le regole che ha stabilito e non li ha presi minimamente sul serio. Dio dice che rubare agli altri è male e che le persone non dovrebbero farlo, e costui si chiede: “Perché non si può rubare? Sono così povero: come potrei vivere senza rubare? Potrei mai diventare ricco se non rubassi o non mi approfittassi degli altri?” Non è forse privo della coscienza e della ragione della normale umanità? (Sì.) Non è in grado di attenersi ai requisiti che Dio ha creato per limitare il comportamento dell’uomo, quindi non è in possesso di una normale umanità. Sarebbe possibile affermare che una persona priva di una normale umanità ama la verità? (No.) Un simile individuo non ama le cose positive e, nonostante Dio dica che non si deve rubare né commettere adulterio, costui non è in grado di raggiungere tali requisiti e prova avversione per queste parole di Dio: è dunque capace di amare la verità? La verità è molto più elevata di questi criteri comportamentali: costui può forse acquisirla? (No.) La verità non è un semplice criterio di comportamento; non si tratta solo di pensare alla verità quando si sta commettendo un peccato o agendo in modo arbitrario e sconsiderato, per poi porsi un freno e smettere di fare queste cose. La verità non si limita a porre un freno al comportamento delle persone in modo così semplice: la verità può diventare la vita di un individuo e può dominare tutto ciò che lo riguarda. Si può accettare la verità come propria vita facendo esperienza dell’opera di Dio e conoscendo e mettendo in pratica la verità. Quando si accetta la verità, dentro di sé si scatenerà una lotta e si sarà inclini a manifestare la propria indole corrotta. Quando le persone sono in grado di utilizzare la verità per eliminare la propria indole corrotta, la verità può diventare la loro vita e il principio secondo cui si comportano e vivono. Questo è qualcosa che solo coloro che amano la verità e possiedono umanità possono ottenere. Chi non ama la verità ed è privo di umanità può forse raggiungere questo livello? (No.) È vero: anche se lo desidera, non ne è in grado.

Se guardiamo a questi requisiti che Dio ha creato per regolare il comportamento dell’uomo, tra tutte le parole che Egli ha pronunciato e tutte le clausole specifiche che ha posto, vi è qualcosa di ridondante? (No.) Sono significativi? Hanno un valore? (Sì.) Le persone dovrebbero attenervisi? (Sì.) È vero, le persone dovrebbero attenervisi. E allo stesso tempo, nel farlo, dovrebbero abbandonare le affermazioni con cui la cultura tradizionale le ha indottrinate, come essere istruiti e ragionevoli, essere gentili e raffinati, e così via. Dovrebbero rispettare tutti i requisiti che Dio ha posto per regolare il comportamento dell’uomo e comportarsi in stretta conformità alle Sue parole. Dovrebbero vivere un’umanità normale seguendo strettamente tutti i requisiti posti da Dio e, naturalmente, dovrebbero anche valutare persone e cose, comportarsi e agire in stretta conformità a tali requisiti. Anche se essi non sono all’altezza degli standard della verità, sono tutte parole di Dio e, in quanto tali, possono fungere da guida positiva e attiva per le persone. Quale definizione ho dato del perseguimento della verità? Valutare persone e cose, comportarsi e agire interamente in base alle parole di Dio, utilizzando la verità come criterio. Le parole di Dio comprendono una vasta gamma di aspetti. A volte una singola frase delle Sue parole rappresenta un elemento della verità. Altre volte sono necessarie diverse frasi o un passo per esprimere un elemento della verità. Altre volte ancora è necessario un intero capitolo. La verità sembra semplice, ma in realtà non lo è affatto. Per descrivere la verità in termini più ampi, Dio è la verità. Tutte le parole di Dio sono la verità, le parole di Dio sono numerosissime e coprono molti ambiti, e sono tutte espressioni della verità. Per esempio: le leggi e i comandamenti che Dio ha promulgato, così come i requisiti di comportamento che ha posto in questa nuova età, sono tutte parole di Dio. Anche se alcune di queste parole non si elevano al livello della verità e non si qualificano come verità, sono comunque cose positive. Anche se si tratta soltanto di parole che pongono dei limiti al comportamento dell’uomo, le persone devono comunque rispettarle. Gli uomini devono, come minimo, assumere questi comportamenti e non essere al di sotto di questi standard. Pertanto, si devono valutare persone e cose, ci si deve comportare e si deve agire in base a queste parole di Dio. Andrebbero rispettate perché sono parole di Dio; tutti dovrebbero valutare persone e cose, comportarsi e agire in base alle parole di Dio, poiché queste sono parole di Dio. Non è così? (Sì.) Ho già detto qualcosa del genere in passato: Dio intende davvero ciò che ha detto, ciò che ha detto sarà fatto e ciò che Lui fa durerà per sempre; il che significa che le parole di Dio non passeranno mai. Perché non passano? Perché non importa quante parole Egli pronunci e quando le pronunci: sono tutte verità e non passano mai. Neanche quando il mondo entrerà in una nuova età le parole di Dio cambieranno o passeranno. Perché affermo che le parole di Dio non passano? Perché le parole di Dio sono la verità e ciò che è la verità non cambierà mai. Quindi, tutte le leggi e i comandamenti che Dio ha promulgato e pronunciato, e tutti i requisiti specifici che ha posto riguardo al comportamento dell’uomo, non passeranno mai. Ogni requisito contenuto nelle parole di Dio è di giovamento all’umanità creata, regola il comportamento dell’uomo ed è edificante e prezioso per quanto riguarda il vivere una normale umanità e il modo in cui le persone dovrebbero comportarsi. Tutte queste parole sono capaci di cambiare gli uomini e di far loro vivere una vera sembianza umana. Per contro, se le persone rinnegano queste parole di Dio e i requisiti che Egli ha posto all’umanità, e si attengono invece alle affermazioni riguardanti il buon comportamento poste dall’uomo, allora sono in grave pericolo. Non solo non potranno acquisire via via più umanità e ragione, ma diventeranno sempre più ingannevoli, false e capaci di ingannare, e l’umanità che vivranno conterrà sempre più inganni. Non solo inganneranno gli altri, ma cercheranno di ingannare anche Dio.

Tra le richieste che Dio ha avanzato riguardo al comportamento dell’uomo, c’è il requisito “onorare i propri genitori”. Le persone di solito non hanno pensieri o nozioni in merito alle altre richieste, quindi quali sono i vostri pensieri riguardo al requisito di “onorare i propri genitori”? Le vostre opinioni sono in contraddizione con questa verità principio pronunciata da Dio? Se siete in grado di rendervene conto chiaramente, questo è un bene. Coloro che non capiscono la verità, che sanno solo seguire le regole e declamare parole e dottrine, sono privi di discernimento; quando leggono le parole di Dio, nutrono sempre nozioni umane, hanno sempre l’impressione che vi siano delle contraddizioni e non riescono a capire chiaramente le Sue parole. Coloro che invece comprendono la verità non riscontrano contraddizioni nelle parole di Dio e le trovano estremamente chiare, poiché possiedono comprensione spirituale e sono in grado di comprendere la verità. A volte non riuscite a capire chiaramente le parole di Dio e non siete in grado di fare domande: se non fate nessuna domanda, in apparenza non avete problemi, ma in realtà avete molti problemi e molte difficoltà, solo che non ve ne rendete conto. Questo dimostra che la vostra statura è troppo scarsa. Per prima cosa, esaminiamo la richiesta di Dio di onorare i propri genitori: è giusta o sbagliata? Le persone dovrebbero attenervisi oppure no? (Dovrebbero.) Questo è certo, e non può essere negato; non c’è bisogno di esitare né di riflettere al riguardo, è un requisito giusto. Sotto quali aspetti è giusto? Perché Dio ha posto questo requisito? A cosa si riferisce l’“onorare i propri genitori” di cui Egli parla? Lo sapete? No, non lo sapete. Perché non lo sapete mai? Se qualcosa coinvolge la verità, non ne avete conoscenza, eppure potete parlare all’infinito delle parole e delle dottrine: qual è il problema qui? Come mettete dunque in pratica queste parole di Dio? Questo non coinvolge forse la verità? (Sì.) Quando vedi che le parole di Dio contengono una frase che dice: “Devi onorare i tuoi genitori”, pensi: “Dio mi sta chiedendo di onorare i miei genitori, quindi dovrò onorarli”, e cominci a farlo. Fai tutto ciò che i tuoi genitori ti chiedono: quando sono malati li accudisci al loro capezzale, versando loro qualcosa da bere, cucinando loro qualcosa di buono da mangiare e, durante le feste, compri loro in dono cose che amano. Quando vedi che sono stanchi, massaggi loro le spalle e la schiena e, ogni volta che hanno un problema, riesci a trovare una soluzione per risolverlo. Tutto questo li rende molto soddisfatti di te. Stai onorando i tuoi genitori, praticando secondo le parole di Dio e vivendo una normale umanità, quindi in cuor tuo ti senti sicuro e pensi: “Guarda: i miei genitori dicono che da quando ho iniziato a credere in Dio sono cambiato. Dicono che ora sono in grado di onorarli e che sono più sensibile. Sono molto contenti e pensano che avere fede in Dio sia fantastico, poiché i figli e le figlie che credono in Dio non solo onorano i propri genitori, ma percorrono anche la retta via nella vita e vivono una sembianza umana: sono di gran lunga migliori dei non credenti. Dopo aver acquisito fede in Dio, ho iniziato a praticare in linea con le Sue parole e ad agire secondo le Sue richieste, e i miei genitori sono davvero felici di vedere questo cambiamento in me. Mi sento molto orgoglioso di me stesso. Sto rendendo gloria a Dio; Egli sarà sicuramente soddisfatto di me, e dirà che sono una persona che onora i propri genitori e possiede un decoro santo”. Un giorno, la chiesa ti incarica di andare a diffondere il Vangelo altrove, e forse non potrai tornare a casa per molto tempo. Tu accetti, sentendo di non poter rifiutare l’incarico ricevuto da Dio e credendo di dover sia onorare i tuoi genitori a casa sia sostenere l’incarico di Dio al di fuori. Tuttavia, quando discuti la questione con loro, i tuoi si infuriano e dicono: “Tu, figlio disobbediente! Abbiamo lavorato così duramente per crescerti e ora te ne vai. Quando non ci sarai, chi si prenderà cura di una coppia di anziani come noi? Se ci ammalassimo o si verificasse un qualche tipo di disastro, chi ci porterebbe all’ospedale?” Non approvano la tua partenza e tu ti preoccupi: “Dio ci dice di onorare i nostri genitori, ma i miei non mi permettono di andare a svolgere il mio dovere. Se obbedisco a loro, devo rifiutare l’incarico di Dio, e a Dio questo non piacerà. Se invece obbedisco a Dio e vado a svolgere il mio dovere, renderò scontenti i miei genitori. Cosa dovrei fare?” Ci rifletti su a lungo: “Dal momento che Dio ha posto il requisito che le persone devono prima di tutto onorare i loro genitori, rispetterò questa richiesta. Non serve che parta e che svolga il mio dovere”. Trascuri il tuo dovere e scegli di onorare i tuoi genitori a casa, ma in cuor tuo non sei sereno. Senti che, pur avendo onorato i tuoi genitori, non hai compiuto il tuo dovere e credi di aver deluso Dio. Come si può risolvere questo problema? Devi pregare Dio e ricercare la verità, finché un giorno la capirai e comprenderai che svolgere il tuo dovere è la cosa più importante. A quel punto sarai naturalmente capace di andartene di casa per svolgerlo. Alcuni dicono: “Dio vuole che svolga il mio dovere e anche che onori i miei genitori. Le due cose non sono forse in contraddizione, in contrasto? In che modo dovrei praticare?” “Onorare i propri genitori” è un requisito che Dio ha posto riguardo al comportamento dell’uomo, ma rinunciare a tutto per seguire Dio e portare a termine l’incarico da Lui affidatoci non è forse un requisito di Dio? Non è forse qualcosa che Egli richiede ancora di più? Non è ancora di più la pratica della verità? (Sì.) Cosa dovresti fare se questi due requisiti entrano in conflitto? Alcuni dicono: “Quindi, devo onorare i miei genitori e portare a termine l’incarico di Dio, e devo attenermi alle parole di Dio e praticare la verità; beh, è facile. Sistemerò ogni cosa a casa, predisporrò tutto il necessario per la vita dei miei genitori, assumerò una badante e poi andrò a svolgere il mio dovere. Tornerò una volta alla settimana, verificherò che i miei stiano bene e poi ripartirò; se emergerà qualche problema, mi fermerò giusto un paio di giorni. Non posso stare sempre lontano da loro e non tornare mai più, ma neanche rimanere sempre a casa e non uscire mai a svolgere il mio dovere. Non è forse il modo migliore per gestire entrambe le situazioni?” Cosa ne pensate di questa soluzione? (Non può funzionare.) È una fantasia, non è realistica. Dunque, quando vi trovate ad affrontare una situazione di questo tipo, come dovreste agire esattamente per conformarvi alla verità? (È impossibile salvare entrambe le situazioni quando si tratta di lealtà e pietà filiale: devo mettere al primo posto il mio dovere.) Dio ha detto alle persone che prima di tutto devono onorare i propri genitori e, in seguito, ha posto loro requisiti più elevati per quanto riguarda la pratica della verità, lo svolgimento dei loro doveri e il seguire la via di Dio: a quali di questi dovresti attenerti? (Ai requisiti più elevati.) È giusto praticare in base ai requisiti più elevati? Le verità possono forse essere distinte in più e meno elevate, o in più antiche e più recenti? (No.) Pertanto, quando metti in pratica la verità, in base a cosa dovresti farlo? Cosa significa praticare la verità? (Gestire le questioni secondo i principi.) Gestire le questioni secondo i principi è la cosa più importante. Praticare la verità significa mettere in pratica le parole di Dio in tempi, luoghi, ambienti e contesti diversi; non si tratta di applicare ostinatamente delle regole alle situazioni, ma di sostenere le verità principi. Questo è ciò che significa praticare la verità. Quindi non vi è alcun conflitto tra la pratica delle parole di Dio e l’osservanza dei requisiti da Lui posti. Per dirla più concretamente, non vi è alcun conflitto tra onorare i propri genitori e portare a termine l’incarico e il dovere che Dio ti ha affidato. Quale tra i due corrisponde alle parole e ai requisiti attuali di Dio? Dovresti considerare prima di tutto tale questione. Dio pone richieste e requisiti diversi a persone diverse. Coloro che prestano servizio come leader e come lavoratori sono stati chiamati da Dio, quindi devono fare delle rinunce e non possono rimanere con i loro genitori per onorarli. Dovrebbero accettare l’incarico di Dio e rinunciare a tutto per seguirLo. Questo è un tipo di situazione. I seguaci semplici non sono stati chiamati da Dio, quindi possono rimanere con i loro genitori e onorarli. Non otterranno ricompense per questo, né alcuna benedizione, ma se non mostrano pietà filiale allora sono privi di umanità. In realtà, onorare i propri genitori è solo una sorta di responsabilità e non assurge al livello della pratica della verità. È sottomettersi a Dio che è la pratica della verità, è accettare l’incarico da Lui affidato che costituisce una manifestazione di sottomissione nei Suoi confronti, e il seguace di Dio è chi rinuncia a tutto per svolgere il proprio dovere. In sintesi, il compito più importante che ti spetta è quello di svolgere bene il tuo dovere. Questo è mettere in pratica la verità ed è una manifestazione di sottomissione a Dio. Quindi, qual è la verità che ora le persone dovrebbero praticare principalmente? (Svolgere il proprio dovere.) Esatto: svolgere lealmente il proprio dovere significa mettere in pratica la verità. Se una persona non svolge il proprio dovere con sincerità, allora sta solamente offrendo manodopera.

Di quale questione stavamo discutendo? (Dio ha prima richiesto alle persone di onorare i propri genitori, e poi ha posto loro dei requisiti più elevati riguardanti la pratica della verità, lo svolgimento dei doveri e il seguire la via di Dio; perciò quale delle due riveste priorità?) Avete appena detto che le persone dovrebbero praticare secondo i requisiti più elevati. A livello teorico, questa affermazione è giusta: perché dico così? Ciò significa che, se si dovessero applicare regole e formule a tale questione, la risposta sarebbe giusta. Tuttavia, quando le persone affrontano la vita reale, questa affermazione è spesso irrealizzabile e difficile da attuare. Quindi, come si dovrebbe rispondere a questa domanda? In primo luogo, dovresti considerare la situazione e l’ambiente di vita che affronti e il contesto in cui ti trovi. Se, in base al tuo ambiente di vita e al contesto in cui ti trovi, onorare i tuoi genitori non entra in conflitto con il portare a termine l’incarico di Dio e l’assolvere il tuo dovere, se in altre parole onorare i tuoi genitori non influisce sul tuo leale svolgimento del dovere, allora puoi mettere in pratica entrambe le cose allo stesso tempo. Non hai bisogno di separarti esteriormente dai tuoi genitori, né di rifiutarli o respingerli esteriormente. In quale situazione si applica ciò? (Quando onorare i propri genitori non entra in conflitto con lo svolgimento del proprio dovere.) Esatto. In altre parole, se i tuoi genitori non cercano di ostacolare la tua fede in Dio, sono anch’essi credenti, e ti sostengono e ti incoraggiano davvero a svolgere lealmente il tuo dovere e a portare a termine l’incarico ricevuto da Dio, allora il tuo rapporto con loro non è un rapporto di carne tra consanguinei nel senso normale del termine, ma un rapporto tra fratelli e sorelle della chiesa. In questo caso, oltre a interagire con loro come fratelli e sorelle della chiesa, devi anche adempiere ad alcune responsabilità filiali verso di loro, e mostrare nei loro confronti un po’ di interesse in più. Purché non influisca sullo svolgimento del tuo dovere, vale a dire che il tuo cuore non ne viene limitato, puoi chiamare i tuoi genitori per chiedere loro come stanno e per mostrare interesse nei loro confronti, puoi aiutarli a risolvere alcune difficoltà e a gestire alcuni loro problemi di vita, e anche a risolvere alcune loro difficoltà in termini di ingresso nella vita: puoi fare tutte queste cose. In altre parole, se i tuoi genitori non ostacolano la tua fede in Dio, dovresti mantenere questo rapporto con loro e adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. E perché dovresti mostrare interesse nei loro confronti, prenderti cura di loro e informarti su come stanno? Perché tu sei il figlio e hai questo rapporto con loro, possiedi un diverso tipo di responsabilità e, a causa di ciò, devi informarti di più sul loro conto e fornire loro un’assistenza più considerevole. Fintanto che questo non influisce sullo svolgimento del tuo dovere e che i tuoi genitori non ostacolano né disturbano la tua fede in Dio e lo svolgimento del tuo dovere e nemmeno ti limitano, allora è naturale e appropriato che tu adempia alle tue responsabilità nei loro confronti, cosa che devi fare nella misura in cui non ti crea rimorsi di coscienza: questo è lo standard minimo che devi rispettare. Se non puoi onorare i tuoi genitori a casa perché sei ostacolato o influenzato dalle circostanze in cui ti trovi, allora non sei tenuto a rispettare questa regola. Dovresti metterti alla mercé delle orchestrazioni di Dio e sottometterti alle Sue disposizioni, e non hai bisogno di insistere nell’onorare i tuoi genitori. Questo è qualcosa che Dio condanna? Dio non lo condanna, non obbliga le persone a farlo. Su cosa stiamo condividendo ora? Stiamo condividendo su come le persone dovrebbero comportarsi quando onorare i propri genitori entra in conflitto con lo svolgimento del proprio dovere; stiamo condividendo sui principi della pratica e sulla verità. Tu hai la responsabilità di onorare i tuoi genitori e, se le circostanze lo consentono, puoi adempiere a tale responsabilità, ma non dovresti farti condizionare dai tuoi sentimenti. Per esempio, se uno dei tuoi genitori si ammala e deve andare in ospedale, e non c’è nessuno che se ne prenda cura e tu sei troppo impegnato con il tuo dovere per tornare a casa, cosa dovresti fare? In momenti come questi, non puoi farti condizionare dai tuoi sentimenti. Dovresti affrontare la questione pregando, affidarla a Dio e metterla alla mercé delle Sue orchestrazioni. Questo è il tipo di atteggiamento che dovresti assumere. Se Dio vuole togliere la vita ai tuoi genitori e portarteli via, dovresti comunque sottometterti. Alcuni dicono: “Anche se mi sono sottomesso, mi sento lo stesso infelice e sto piangendo da giorni: questo non è forse un sentimento della carne?” Questo non è un sentimento della carne: è bontà umana, significa possedere umanità, e Dio non la condanna. Puoi piangere, ma se lo fai per giorni e non riesci a dormire né a mangiare, non sei dell’umore giusto per svolgere il tuo dovere e desideri persino andare a casa a trovare i tuoi, allora non puoi svolgere bene il tuo dovere e non hai messo in pratica la verità, il che significa che non stai adempiendo alle tue responsabilità onorando i tuoi genitori, ma vivendo in base ai tuoi sentimenti. Se onori i tuoi genitori vivendo in base ai tuoi sentimenti, allora non stai adempiendo alle tue responsabilità e non ti stai attenendo alle parole di Dio, poiché hai abbandonato l’incarico da Lui affidatoti e non sei una persona che segue la via di Dio. Quando affronti una situazione di questo tipo, se non causa ritardi nel tuo dovere e non influisce sul tuo leale svolgimento del dovere, puoi fare alcune cose di cui sei capace per mostrare pietà filiale nei confronti dei tuoi genitori e adempiere alle responsabilità che sei in grado di ottemperare. In sintesi, questo è ciò che le persone dovrebbero fare e sono in grado di fare nell’ambito dell’umanità. Se ti lasci intrappolare dai tuoi sentimenti e questo ostacola lo svolgimento del tuo dovere, allora ciò contravviene completamente alle intenzioni di Dio. Egli non ti ha mai richiesto di fare questo; Egli ti richiede di adempiere alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori, nient’altro. Questo è ciò che significa avere pietà filiale. Quando Dio parla di “onorare i propri genitori” lo fa all’interno di un contesto. Devi solo adempiere ad alcune responsabilità che possono essere ottemperate in ogni tipo di condizione, tutto qui. Per quanto riguarda l’eventualità che i tuoi genitori si ammalino gravemente o muoiano, è forse qualcosa che spetta a te decidere? Come vivono, quando muoiono, quale malattia li uccide o come muoiono: queste cose hanno qualcosa a che fare con te? (No.) Non hanno nulla a che fare con te. Alcune persone dicono: “Devo adempiere alle mie responsabilità per poter onorare i miei genitori. Devo far sì che non si ammalino, soprattutto non di cancro o di qualche malattia mortale. Devo fare in modo che vivano fino a cento anni. Solo allora avrò veramente adempiuto alle mie responsabilità nei loro confronti”. Costoro non sono forse irragionevoli? Questa è chiaramente una fantasia umana, non è affatto una richiesta di Dio. Non sai nemmeno se tu riuscirai a vivere fino a cento anni, e pretendi che possano farlo i tuoi genitori: che sogno da sciocchi! Quando Dio parla di “onorare i propri genitori”, ti chiede semplicemente di adempiere alle tue responsabilità che rientrano nell’ambito della normale umanità. Basta che non maltratti i tuoi genitori e non fai nulla che sia contrario alla tua coscienza e alla tua moralità. Questo non è forse in linea con le parole di Dio? (Sì.) Naturalmente, abbiamo appena menzionato anche il caso in cui i tuoi genitori ostacolano la tua fede in Dio, possiedono la natura essenza dei miscredenti e dei non credenti, o addirittura di persone malevole e diavoli, e non percorrono la tua stessa strada. In altre parole, non appartengono alla tua stessa categoria umana e, anche se avete vissuto nella stessa casa per molti anni, semplicemente non hanno i tuoi stessi perseguimenti o la tua stessa integrità, e certamente non hanno le tue stesse preferenze e aspirazioni. Tu hai fede in Dio, mentre loro non credono affatto in Lui e addirittura Gli si oppongono. Che cosa si dovrebbe fare in queste circostanze? (Rifiutarli.) Dio non ti ha detto di rifiutarli o di maledirli in queste circostanze. Dio non ha detto questo. Il Suo requisito di “onorare i propri genitori” resta valido. Ciò significa che, mentre vivi con loro, dovresti continuare a rispettare il requisito di onorare i tuoi genitori. Non vi è contraddizione qui, vero? (No.) Non c’è alcuna contraddizione. In altre parole, quando riesci a tornare a casa per una visita, puoi cucinare loro un pasto o preparare dei ravioli e, se possibile, comprare loro dei prodotti per la salute: saranno molto soddisfatti di te. Se parli della tua fede e loro non l’accettano o non credono, e addirittura ti prendono a male parole, allora non devi predicare loro il Vangelo. Se ti è possibile vederli, pratica in questo modo; se non ci riesci, allora è proprio così che deve andare, è l’orchestrazione di Dio, e tu devi immediatamente prendere le distanze da loro ed evitarli. Qual è il principio a sostegno di ciò? Se i tuoi genitori non credono in Dio, non condividono con te una lingua né perseguimenti e obiettivi comuni, non percorrono la tua stessa strada e addirittura ostacolano e perseguitano la tua fede in Dio, allora puoi acquisire discernimento su di loro, capirne a fondo l’essenza e rifiutarli. Naturalmente, se bestemmiano Dio o ti maledicono, puoi maledirli nel tuo cuore. Quindi, a cosa si riferisce l’“onorare i propri genitori” di cui parla Dio? In che modo dovresti praticarlo? In altri termini, se puoi adempiere alle tue responsabilità, allora un po’ fallo; se invece non ne hai la possibilità, o se si è creato già un attrito eccessivo nelle tue interazioni con i tuoi genitori, vi trovate in conflitto e siete già arrivati al punto in cui non potete più incontrarvi, allora dovresti separarti da loro il prima possibile. Quando Dio parla di onorare questo tipo di genitori, intende dire che dovresti adempiere alle tue responsabilità filiali in quanto loro figlio e fare ciò che un figlio dovrebbe fare. Non dovresti maltrattare i tuoi genitori, né picchiarli, litigare, gridare o essere violento con loro, e dovresti adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti al meglio delle tue capacità. Queste sono le cose che si dovrebbero fare nell’ambito dell’umanità; questi sono i principi che si dovrebbero praticare per quanto riguarda l’“onorare i propri genitori”. Non sono forse facili da attuare? Non hai bisogno di trattare i tuoi genitori in modo brusco, dicendo: “Voi, diavoli e miscredenti, Dio scaglia su di voi la maledizione del lago di fuoco e zolfo e del pozzo senza fondo, vi spedirà al diciottesimo livello dell’inferno!” Non è necessario, non c’è bisogno che tu ti spinga a questo estremo. Se le circostanze lo permettono e la situazione lo richiede, puoi adempiere alle tue responsabilità filiali nei loro confronti. Se non è necessario, o se le circostanze non lo permettono e non è possibile, puoi ritenerti dispensato da quest’obbligo. Tutto ciò che devi fare è adempiere alle tue responsabilità filiali quando incontri i tuoi genitori e interagisci con loro. Se fai questo, hai portato a termine il tuo incarico. Cosa ne pensate di questo principio? (È un buon principio.) Devi attenerti a dei principi nel modo in cui tratti tutte le persone, compresi i tuoi genitori. Non puoi agire con irruenza, e non puoi prenderli a male parole solo perché perseguitano la tua fede in Dio. Nel mondo ci sono tantissime persone che non credono in Dio, ci sono così tanti non credenti e individui che Lo insultano: hai intenzione di maledirli tutti e di gridare contro ognuno di loro? Se la risposta è no, allora non dovresti gridare nemmeno contro i tuoi genitori. Se lo fai contro di loro ma non contro le altre persone, allora stai vivendo in preda all’irruenza, e a Dio questo non piace. Non pensare che Dio sia soddisfatto di te se offendi verbalmente e maledici i tuoi genitori senza un valido motivo, dicendo che sono diavoli, Satana viventi e lacchè di Satana, e maledicendoli perché finiscano all’inferno: non è così. Dio non ti riterrà accettabile né dirà che possiedi umanità per via di questa falsa dimostrazione di intraprendenza. Al contrario, dirà che agisci in base alle emozioni e all’irruenza. Questo a Dio non piacerà: è qualcosa di troppo estremo e non è conforme alle Sue intenzioni. Il modo in cui tratti tutte le persone, compresi i tuoi genitori, deve essere improntato a dei principi: indipendentemente dal fatto che credano in Dio oppure no e che siano persone malevole oppure no, devi trattarle secondo dei principi. Dio ha fornito all’uomo questo principio: trattare gli altri in modo equo; solo che le persone hanno un grado di responsabilità in più nei confronti dei loro genitori. Tutto ciò che devi fare è adempiere a questa responsabilità. A prescindere dal fatto che i tuoi genitori siano credenti o meno, che perseguano la loro fede, che la loro visione della vita e la loro umanità siano in linea con le tue, devi semplicemente adempiere alla tua responsabilità nei loro confronti. Non c’è bisogno che li eviti: lascia che tutto segua il suo corso naturale, secondo le orchestrazioni e le disposizioni di Dio. Se i tuoi ostacolano la tua fede in Dio, devi comunque adempiere alle tue responsabilità filiali al meglio delle tue possibilità, affinché come minimo tu non abbia rimorsi di coscienza nei loro confronti. Se non ti ostacolano, e se sostengono la tua fede in Dio, allora dovresti inoltre praticare secondo i principi, trattandoli bene quando è opportuno farlo. In sintesi, a prescindere da tutto, i requisiti che Dio pone all’uomo non cambiano, così come non possono cambiare le verità principi che le persone dovrebbero mettere in pratica. In tali questioni, devi semplicemente sostenere i principi e adempiere alle responsabilità che sei in grado di ottemperare.

Ora parlerò del motivo per cui Dio ha posto un requisito relativo al comportamento dell’uomo come “onorare i propri genitori”. Gli altri Suoi requisiti sono tutti regolamenti di condotta che riguardano il comportamento individuale di ogni persona, quindi perché Dio ha posto un diverso tipo di richiesta riguardo alla questione della pietà filiale? DiteMi: se un individuo non riesce a onorare nemmeno i propri genitori, com’è la sua natura essenza? (Cattiva.) I suoi genitori hanno sofferto molto per metterlo al mondo e crescerlo, allevarlo non è stato certo facile, e in realtà non si aspettano che il figlio arrechi loro grande felicità o contentezza: sperano solo che, una volta cresciuto, viva una vita felice e che loro non dovranno preoccuparsi troppo per lui. Ma il figlio non si impegna, non lavora sodo e non gode di una buona qualità di vita: si affida ancora all’essere mantenuto dai suoi ed è diventato una sanguisuga che non solo non onora i genitori, ma vuole anche maltrattarli e minacciarli per sottrarre loro i beni. Se è capace di mettere in atto un tale ignobile comportamento, che tipo di persona è? (Una persona di scarsa umanità.) Costui non adempie a nessuna delle sue responsabilità nei confronti di coloro che lo hanno generato e cresciuto, e non si sente affatto in colpa; valutandolo da questa prospettiva, si tratta di qualcuno in possesso di coscienza? (No.) Picchierebbe e prenderebbe a male parole chiunque, compresi i suoi genitori. Li tratta come qualunque altra persona: li picchia e li prende a male parole quando gli pare e piace. Nei suoi momenti di infelicità, sfoga la sua rabbia sui genitori, rompendo ciotole e piatti e terrorizzandoli. Una persona del genere possiede forse ragione? (No.) Se qualcuno non possiede coscienza né ragione ed è capace di maltrattare con leggerezza persino i propri genitori, è forse una persona? (No.) Che cos’è, allora? (Una bestia.) È una bestia. Questa affermazione è corretta? (Sì.) Infatti, adempiere ad alcune delle proprie responsabilità nei confronti dei genitori, prendersi cura di loro e amarli teneramente non sono forse cose che le persone dotate di una normale umanità dovrebbero possedere come dato di fatto? (Sì.) Se una persona maltrattasse i propri genitori e fosse violenta con loro, la sua coscienza potrebbe accettarlo? Una persona normale potrebbe fare una cosa del genere? Coloro che possiedono coscienza e ragione non potrebbero: se facessero adirare i loro genitori, si sentirebbero infelici per giorni. Alcuni hanno un temperamento irruento e possono arrabbiarsi con i genitori in un momento di disperazione, ma dopo rimorderà loro la coscienza e, anche se non si scuseranno, non si comporteranno più in quel modo. Questa è una cosa che le persone dotate di un’umanità normale dovrebbero possedere, ed è una manifestazione di normale umanità. Coloro che non possiedono umanità possono maltrattare i loro genitori in qualsiasi modo senza provare nulla, ed è quello che fanno. Se i genitori li hanno picchiati una volta da bambini, se ne ricorderanno per tutta la vita, e vorranno ancora picchiarli e restituire il colpo una volta cresciuti. Per la maggior parte, gli individui non reagiscono quando i genitori li picchiano da bambini; alcuni non reagiscono neanche dopo i trent’anni quando i genitori li picchiano, e non dicono una parola al riguardo, anche se fa male. Questo è ciò che le persone dotate di normale umanità dovrebbero possedere. Perché non dicono una parola? Se li colpisse qualcun altro, lo permetterebbero e si lascerebbero picchiare? (No.) Se si trattasse di qualcun altro, non importa chi, non gli permetterebbero di colpirli, e nemmeno di pronunciare una sola parola di insulto nei loro confronti. Allora perché non reagiscono e non si arrabbiano con i genitori, per quanto forte essi li picchino? Perché lo tollerano? Non è forse perché vi sono coscienza e ragione nella loro umanità? Pensano: “I miei genitori mi hanno cresciuto. Anche se non è giusto che mi picchino, devo sopportarlo. Inoltre, sono stato io a farli arrabbiare, quindi merito di essere picchiato. Lo fanno solo perché ho disobbedito e li ho fatti arrabbiare. Me lo merito! Non mi comporterò mai più così”. Non è questa la ragione che le persone dotate di una normale umanità dovrebbero possedere? (Sì.) È questa ragione della normale umanità che permette loro di sopportare che i genitori le trattino in questo modo. Questa è normale umanità. Quindi, coloro che non sono in grado di sopportare tale trattamento, che si ribellano ai loro genitori, possiedono questa umanità? (No.) Esatto, non la possiedono. Gli individui che non possiedono la coscienza e la ragione della normale umanità sono persino capaci di picchiare e insultare i propri genitori, quindi cosa sarebbero in grado di fare nei confronti di Dio e dei loro fratelli e sorelle della chiesa? Sono capaci di trattare in questo modo coloro che li hanno generati e cresciuti, quindi non si preoccuperanno forse ancora meno per altre persone a cui non sono legati da vincoli di sangue? (Sì.) Come tratteranno Dio, che non possono né vedere né toccare? Saranno in grado di trattare Dio, che non possono vedere, con coscienza e ragione? Saranno capaci di sottomettersi a tutti gli ambienti che Egli ha orchestrato? (No.) Se Dio li potasse, li giudicasse o li castigasse, Gli si opporrebbero? (Sì.) Considerate questo: che funzione svolgono la coscienza e la ragione di una persona? In una certa misura, la coscienza e la ragione possono limitare e regolare il comportamento di una persona: la mettono in condizione di assumere un atteggiamento corretto e di fare le scelte giuste quando accade qualcosa, e di affrontare tutto ciò che le capita secondo la sua coscienza e la sua ragione. Nella maggior parte dei casi, agire in base alla coscienza e alla ragione permette di evitare molte disgrazie. Naturalmente, coloro che perseguono la verità sono in grado di scegliere di percorrere il sentiero del perseguimento della verità su queste basi, entrando nella verità realtà e sottomettendosi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Coloro che non perseguono la verità sono privi di umanità, non possiedono questo tipo di coscienza e di ragione; le conseguenze sono terribili. Costoro sono capaci di qualsiasi cosa nei confronti di Dio; proprio come i farisei trattavano il Signore Gesù, sono capaci di insultare Dio, vendicarsi di Lui, bestemmiarLo o persino accusarLo e tradirLo. Questo problema è molto grave: non comporta forse guai? Spesso le persone che non hanno la ragione dell’umanità, in preda alla propria irruenza, si vendicano degli altri; non sono frenate dalla ragione dell’umanità, quindi è facile che sviluppino opinioni e pensieri estremi, che poi assumano comportamenti estremi e che agiscano in molti modi privi di coscienza e di ragione, e alla fine le conseguenze sfuggono completamente loro di mano. In generale ho concluso la Mia condivisione sull’“onorare i propri genitori” e sulla pratica della verità: alla fine si tratta di umanità. Perché Dio ha posto una richiesta come “onorare i propri genitori”? Perché riguarda il comportamento dell’uomo. Da un lato, Dio usa questa richiesta per regolare il comportamento dell’uomo, e allo stesso tempo Se ne serve per mettere alla prova e definire l’umanità delle persone. Se qualcuno non tratta i propri genitori con coscienza e ragione, di certo non possiede umanità. Alcuni dicono: “E se i genitori non possiedono una buona umanità e non hanno adempiuto completamente alle loro responsabilità nei confronti del figlio, questi dovrebbe comunque mostrare pietà filiale nei loro confronti?” Se possiede coscienza e ragione, allora, in quanto figlia o figlio, non maltratterà i suoi genitori. Le persone che maltrattano i genitori sono del tutto sprovviste di coscienza e ragione. Quindi, qualunque requisito Dio ponga, sia che riguardi l’atteggiamento con cui si trattano i genitori, sia che riguardi l’umanità che le persone vivono e rivelano abitualmente, in ogni caso poiché Dio ha posto tali approcci che riguardano i comportamentali esteriori, Egli avrà necessariamente le Sue ragioni e i Suoi obiettivi per averlo fatto. Nonostante questi requisiti comportamentali posti da Dio siano ancora in certa misura distanti dalla verità, sono comunque standard che Egli ha stabilito per regolare il comportamento dell’uomo. Rivestono tutti un significato e sono validi ancora oggi.

Ho appena condiviso in merito alle varie analogie e differenze che vi sono tra i criteri comportamentali che Dio ha posto nei confronti dell’uomo e le verità che Egli richiede. A questo punto, non abbiamo in generale concluso la condivisione riguardante i buoni comportamenti che rientrano tra le cose che secondo le loro nozioni le persone ritengono giuste e buone? Dopo aver finito di condividere su questo aspetto, abbiamo condiviso su alcuni standard e detti che Dio ha posto per regolare il comportamento dell’uomo e su ciò che l’uomo vive; abbiamo elencato alcuni esempi, come: non colpire né insultare gli altri, onorare i propri genitori, non fumare né bere, non rubare, non approfittare degli altri, non rendere falsa testimonianza, non adorare gli idoli, e così via. Naturalmente, questi sono solo i principali, e vi sono molti altri dettagli in cui non ci addentreremo. Quindi, dopo aver condiviso al riguardo, quali verità dovreste aver acquisito? Quali principi dovreste mettere in pratica? Cosa dovreste fare? Dovete rispettare gli anziani e prendervi cura dei giovani? Dovete essere persone cortesi? Dovete essere affabili e disponibili? Le donne devono essere gentili e raffinate, oppure istruite e ragionevoli? Gli uomini devono essere grandi, ambiziosi e realizzati? Non è così. Certo, abbiamo condiviso moltissimo. Queste cose sostenute dalla cultura tradizionale vengono chiaramente usate da Satana per fuorviare le persone. Sono altamente fuorvianti e ingannano gli uomini. Dovreste analizzare voi stessi e vedere se nutrite ancora qualche pensiero e opinione oppure comportamenti e manifestazioni di questo tipo. Se così fosse, dovreste immediatamente ricercare la verità per eliminarli, e poi dovreste accettare la verità e vivere in conformità alle parole di Dio. Così facendo, potrete ottenere la Sua approvazione. Dovreste riflettere su qual era il vostro stato interiore quando vivevate secondo la cultura tradizionale, su come vi sentivate nel profondo del cuore, su ciò che avete guadagnato e sull’esito che ne è derivato, e poi vedere come ci si sente a comportarsi secondo gli standard che Dio ha richiesto all’uomo, come per esempio porsi dei freni, possedere un decoro santo, non colpire e non insultare gli altri, e così via. Considera quale di questi stili di vita ti permette di vivere in modo più facile, libero, stabile e pacifico, quale ti consente di vivere con più umanità, e quale ti fa sentire di star vivendo con indosso una maschera e rende la tua vita alquanto falsa e miserevole. Verifica quale di essi ti permette di vivere sempre più vicino ai requisiti di Dio e rende via via più normale il tuo rapporto con Lui. Quando lo sperimenterai davvero, lo saprai. Solo la pratica delle parole di Dio e della verità può portarti all’affrancamento e alla libertà e permetterti di ottenere l’approvazione di Dio. Per esempio, supponiamo che per far sì che gli altri dicano che rispetti gli anziani e ti prendi cura dei giovani, che ti attieni alle regole e che sei una brava persona, ogni volta che incontri un fratello o una sorella più grandi ti rivolgi a loro con gli appellativi di “vecchio fratello” o “vecchia sorella”, senza mai avere il coraggio di chiamarli per nome, provando troppo imbarazzo per farlo e pensando che sarebbe alquanto irrispettoso. Questa nozione tradizionale del rispettare gli anziani e prendersi cura dei giovani è nascosta nel tuo cuore, per cui, quando vedi una persona anziana, ti comporti con tatto e gentilezza, come se fossi molto rispettoso delle regole ed educato, e non puoi fare a meno di inchinarti, a un’inclinazione che va dai 15 ai 90 gradi. Tratti gli anziani con rispetto: più è anziana la persona che hai davanti, più fingi di essere ben educato. Essere ben educati in questo modo è una buona cosa? Significa vivere senza spina dorsale e senza dignità. Quando persone di questo tipo vedono un bambino piccolo, assumono atteggiamenti teneri e giocosi, proprio come bambini. Quando invece vedono un loro coetaneo, si alzano subito in piedi e si comportano da adulti, in modo che gli altri non osino mancar loro di rispetto. Che tipo di persone sono? Non sono forse individui dai molti volti? Cambiano davvero rapidamente, non è vero? Quando vedono una persona anziana, la chiamano “vecchio nonno” o “vecchia nonna”. Quando vedono qualcuno un po’ più grande di loro, lo chiamano “zio”, “zia”, “vecchio fratello” o “vecchia sorella”. Quando incontrano qualcuno più giovane di loro, lo chiamano “fratellino” o “sorellina”. Attribuiscono alle persone titoli e soprannomi diversi a seconda dell’età e usano questi appellativi in modo molto preciso e accurato. Sono cose radicate nelle loro ossa e le sanno utilizzare con grande facilità. Soprattutto dopo che iniziano a credere in Dio, costoro si sentono ancora più convinti: “Ora che sono un credente in Dio, devo essere rispettoso delle regole e educato; devo essere istruito e ragionevole. Non posso infrangere le regole o essere ribelle come quei giovani scapestrati e non credenti: alla gente non piacerà. Se voglio piacere a tutti, devo rispettare gli anziani e prendermi cura dei giovani”. Quindi, regolano il loro comportamento in modo ancora più rigido, dividendo le persone in diversi livelli a seconda della fascia d’età, attribuendo a tutti titoli e soprannomi, e poi attuando costantemente questa pratica nella loro vita quotidiana, e quindi si persuadono sempre di più: “Guardatemi, sono davvero cambiato dopo aver acquisito fede in Dio. Sono istruito, ragionevole e cortese, rispetto gli anziani e mi prendo cura dei giovani, e sono affabile. Vivo davvero con una sembianza umana. So rivolgermi a ogni persona che incontro con il giusto titolo che le spetta, qualsiasi sia la sua età. Non ho avuto bisogno che i miei genitori me lo insegnassero né che le persone intorno a me mi dicessero di farlo: ne sono semplicemente in grado”. Dopo aver praticato questi buoni comportamenti, pensano di essere davvero in possesso di umanità e rispettosi delle regole, e che ciò debba piacere a Dio: non stanno forse illudendo sé stessi e gli altri? D’ora in poi, dovete abbandonare queste cose. In precedenza vi ho raccontato la storia di Daming e Xiaoming, che riguardava il rispettare gli anziani e il prendersi cura dei giovani, giusto? (Sì.) Quando vedono una persona anziana, alcuni pensano che chiamarla “vecchio fratello” o “vecchia sorella” non sia abbastanza gentile e che non li faccia sembrare abbastanza educati, quindi la chiamano “vecchio nonno” o “vecchia zia”. Così facendo dai l’idea di riservare loro sufficiente rispetto, ma da dove deriva questo tuo rispetto? Non hai la faccia di qualcuno che rispetta gli altri. Hai un aspetto spaventoso e feroce, spavaldo e arrogante, e agisci in maniera più arrogante di chiunque altro. Non solo non ricerchi le verità principi, ma neanche consulti mai qualcuno; fai tutto a modo tuo e non possiedi un minimo di umanità. Appuri chi è in possesso di prestigio e poi lo chiami “vecchio zio” o “vecchia zia”, sperando di ricevere le lodi altrui; è utile fingere in questo modo? Sarai dotato di umanità e di morale fingendo in questo modo? Al contrario: quando gli altri ti vedranno agire così, si sentiranno ancora più disgustati da te. Quando emergono questioni che coinvolgono gli interessi della casa di Dio, sei più che capace di svendere tali interessi. Vivi solo per soddisfare te stesso e, pur possedendo questo tipo di umanità, continui a chiamare una persona “vecchia zia”: non è forse una finzione? (Sì.) Sei davvero bravo a fingere! DiteMi: persone come queste non sono forse disgustose? (Sì.) Le persone di questo tipo svendono sempre gli interessi della casa di Dio, non li proteggono minimamente. Sputano nel piatto in cui mangiano e non meritano di vivere nella casa di Dio. Esamina te stesso e vedi quali pensieri, punti di vista, atteggiamenti, approcci e modi di trattare le persone ancora nutri che rientrano tra quelli che l’umanità comunemente riconosce come buoni comportamenti; in realtà, sono proprio queste le cose che Dio detesta. Dovreste affrettarvi ad abbandonare queste cose inutili e non dovete assolutamente aggrapparvi a esse. Alcuni dicono: “Che male c’è a comportarsi così?” Se ti comporti così, sarò disgustato da te e ti detesterò; non devi assolutamente farlo. C’è chi risponde: “Non importa se provi disgusto per noi, dopotutto non viviamo con Te”. Ma non devi comunque comportarti così, anche se non viviamo insieme. Mi sentirei disgustato da te perché non sei in grado di accettare né di mettere in pratica la verità, il che significa che non puoi essere salvato. Pertanto, sarebbe meglio che tu abbandonassi queste cose il prima possibile. Non fingere e non vivere indossando una maschera. Ritengo gli uomini occidentali alquanto normali in questo senso. Per esempio, in America basta chiamare le persone per nome. Non c’è bisogno di rivolgersi goffamente a qualcuno con gli appellativi di “nonno” o “nonna”, né devi preoccuparti che la gente ti giudichi; puoi semplicemente chiamare le persone per nome, in modo dignitoso, e quando loro ti sentiranno farlo ne saranno molto felici, sia gli adulti che i bambini, e ti riterranno rispettoso. Al contrario, se conosci il loro nome e continui a chiamarle “signore” o “zia”, non saranno contente e proveranno risentimento, cosa che a te apparirà piuttosto strana. La cultura occidentale è diversa dalla cultura tradizionale cinese. I cinesi sono stati indottrinati e influenzati dalla cultura tradizionale e vogliono sempre rivestire posizioni elevate, essere i più anziani del gruppo e farsi rispettare dagli altri. Per loro non è sufficiente essere chiamati “nonno” o “nonna”: vogliono che la gente aggiunga “vecchio” e li chiami “vecchio nonno”, “vecchia nonna” o “vecchio zio”. Poi c’è anche “rispettabile zia” o “rispettabile zio”: se non vengono chiamati “vecchi”, vogliono essere chiamati “rispettabili”. Non sono persone disgustose? Di che tipo di indole si tratta? Ciò non è forse abbietto? È davvero disgustoso! Non solo queste persone non sono in grado di ottenere il rispetto degli altri, ma vengono detestate, disprezzate, allontanate e rifiutate. C’è dunque un motivo per cui Dio espone questi aspetti della cultura tradizionale e li sdegna. È perché contengono i tranelli e l’indole di Satana, e possono influenzare i metodi e la direzione del comportamento di un individuo. Naturalmente, possono anche influenzare la prospettiva secondo cui qualcuno valuta persone e cose e, allo stesso tempo, lo accecano e ne compromettono la capacità di scegliere la retta via. Queste cose non andrebbero quindi abbandonate? (Sì.)

Il popolo cinese è stato profondamente influenzato dalla cultura tradizionale. Naturalmente, ogni Paese del mondo ha la sua cultura tradizionale e queste culture tradizionali differiscono solo per piccoli aspetti. Anche se alcuni detti delle altre nazioni sono diversi da quelli della cultura tradizionale cinese, condividono la stessa natura. Tutti questi detti esistono perché le persone hanno un’indole corrotta e sono prive di una normale umanità, per cui utilizzano alcuni comportamenti molto ingannevoli e che in apparenza sono buoni, che si conformano alle nozioni e alle fantasie umane e che sono facili da mettere in pratica, per confezionare un’immagine di sé stesse che denoti raffinatezza, nobiltà e rispettabilità, e per apparire dotate di dignità e integrità. Ma sono proprio questi aspetti della cultura tradizionale che gettano fumo negli occhi degli altri e li ingannano, e sono proprio questi aspetti che impediscono alle persone di vivere una vera sembianza umana. Cosa ancora peggiore, Satana si serve di queste cose per corrompere l’umanità delle persone e per allontanarle dalla retta via. Non è forse così? (Sì.) Dio dice alle persone di non rubare, di non commettere adulterio e così via, mentre Satana dice loro di essere istruite e ragionevoli, gentili e raffinate, cortesi e altro ancora: queste ultime non sono forse esattamente l’opposto delle richieste poste da Dio? Non sono forse deliberate contraddizioni alle richieste di Dio? Satana insegna come ingannare gli altri utilizzando ciò che si vive e impiegando metodi e comportamenti esteriori. Cosa insegna Dio alle persone? Che non dovrebbero servirsi di comportamenti esteriori per ottenere ingannevolmente la fiducia degli altri, bensì comportarsi in base alle Sue parole e alla verità. In questo modo diventeranno meritevoli della fiducia degli altri: solo persone come queste possiedono umanità. Non c’è forse una differenza? C’è un’enorme differenza. Dio ti dice come comportarti, mentre Satana ti dice come fingere e come ingannare gli altri: non è una grande differenza? Quindi, ora capite cosa le persone dovrebbero scegliere, in definitiva? Quale di queste è la retta via? (Le parole di Dio.) Esatto, le parole di Dio sono la retta via della vita. Non importa quale tipo di requisito le parole di Dio pongano riguardo al comportamento dell’uomo: anche se si tratta di una regola, di un comandamento o di una legge di cui Dio ha parlato all’uomo, sono tutti indubbiamente corretti e le persone devono attenervisi. Questo perché le parole di Dio saranno sempre la retta via e saranno sempre cose positive, mentre le parole di Satana ingannano e corrompono le persone, racchiudono i suoi tranelli e, per quanto siano in linea con i gusti o con le nozioni e le fantasie delle persone, non sono la retta via. Lo capite? (Sì.) Come vi sentite dopo aver ascoltato il contenuto della condivisione di oggi? È inerente alla verità? (Sì.) Avevate comprensione in precedenza di questo aspetto della verità? (Non in modo chiaro.) Ora lo capite chiaramente? (Più di prima.) In sintesi, comprendere queste verità tornerà utile alle persone in un secondo momento. Sarà vantaggioso per il loro futuro perseguimento della verità, per il loro vivere l’umanità e per l’obiettivo e la direzione di ciò che perseguono nella vita.

26 febbraio 2022

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