I miracoli di Gesù
1. Gesù sfama i Cinquemila
Giovanni 6:8-13 Uno dei Suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, Gli disse: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per così tanta gente?” Gesù disse: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. Gesù quindi prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. Quando furono saziati, disse ai Suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda”. Essi quindi li raccolsero, e riempirono dodici ceste con i pezzi dei cinque pani d’orzo che erano avanzati a quelli che avevano mangiato.
2. La Resurrezione di Lazzaro glorifica Dio
Giovanni 11:43-44 Detto questo, gridò ad alta voce: “Lazzaro, vieni fuori!” Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.
Tra i miracoli compiuti dal Signore Gesù, abbiamo selezionato solo questi due perché sono sufficienti per dimostrare ciò di cui voglio parlare qui. Sono davvero sorprendenti e altamente rappresentativi dei miracoli da Lui compiuti durante l’Età della Grazia.
Anzitutto diamo un’occhiata al primo passo: Gesù sfama i cinquemila.
Qual è l’idea dei “cinque pani e due pesci”? Normalmente, quante persone potrebbero mangiare a sufficienza con cinque pani e due pesci? Se basate i vostri calcoli sull’appetito di un individuo medio, basterebbero soltanto per due persone. Questa è l’idea più elementare di questa espressione. Secondo questo passo, tuttavia, quante persone si sfamarono con cinque pani e due pesci? Le Scritture riportano quanto segue: “C’era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini”. In confronto, cinquemila non è un grosso numero? Cosa dimostra il fatto che questo numero sia così grande? Da una prospettiva umana, dividere cinque pani e due pesci tra cinquemila persone sarebbe impossibile, perché la differenza tra il numero di persone e la quantità di cibo è eccessiva. Anche se ciascuno mangiasse solo un minuscolo boccone, sarebbe comunque insufficiente per cinquemila persone. In questo caso, tuttavia, il Signore Gesù compì un miracolo: non solo garantì che cinquemila persone potessero mangiare a sazietà, ma avanzò persino del cibo. Le Scritture raccontano: “Quando furono saziati, disse ai Suoi discepoli: ‘Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda’. Essi quindi li raccolsero, e riempirono dodici ceste con i pezzi dei cinque pani d’orzo che erano avanzati a quelli che avevano mangiato”. Questo miracolo consentì alle persone di vedere l’identità e la condizione del Signore Gesù, e di capire che per Dio niente è impossibile. In questo modo, videro la verità della Sua onnipotenza. Cinque pani e due pesci furono sufficienti per sfamare cinquemila persone ma, se non ci fosse stato alcun cibo, Dio sarebbe stato in grado di fare la stessa cosa? Certo che sì! Fu un miracolo, quindi inevitabilmente le persone lo ritennero incomprensibile, incredibile e misterioso, ma per Dio fare una cosa simile fu un gioco da ragazzi. Siccome per Lui era una cosa banale, perché ora si dovrebbe scegliere di interpretare questo episodio? Perché ciò che sta dietro questo miracolo è la volontà del Signore Gesù, che prima non era mai stata percepita dall’umanità.
Anzitutto cerchiamo di capire che tipo di persone fossero questi cinquemila. Erano seguaci del Signore Gesù? Dalle Scritture apprendiamo di no. Sapevano chi fosse il Signore Gesù? Certamente no! Quantomeno ignoravano che la persona davanti a loro fosse Cristo, o forse alcuni conoscevano soltanto il Suo nome e sapevano o avevano sentito qualcosa delle cose che aveva fatto. La loro curiosità riguardo al Signore Gesù era stata semplicemente suscitata dalle storie che avevano sentito su di Lui, ma sicuramente non potreste dire che Lo seguissero, né tantomeno che Lo comprendessero. Quando Egli vide queste cinquemila persone, esse avevano fame e pensavano solo a come riempirsi lo stomaco, dunque fu in questo contesto che il Signore Gesù soddisfece il loro desiderio. Che cosa c’era nel Suo cuore in quel momento? Qual era il Suo atteggiamento verso queste persone, che volevano soltanto saziarsi? A quel tempo, i Suoi pensieri e il Suo atteggiamento erano in relazione con l’indole e con l’essenza di Dio. Davanti a questi cinquemila affamati che volevano solo consumare un pasto completo, davanti a queste persone piene di curiosità e di speranza nei Suoi confronti, il Signore Gesù pensò soltanto a utilizzare questo miracolo per concedere loro la Sua grazia. Tuttavia non alimentò la Propria speranza che sarebbero diventate Suoi seguaci, perché sapeva che volevano solo partecipare alla baldoria e mangiare a sazietà, perciò sfruttò al meglio ciò che aveva a disposizione e usò cinque pani e due pesci per sfamare cinquemila persone. Aprì gli occhi di questi uomini che amavano vedere cose eccitanti, che volevano assistere a dei miracoli, ed essi videro con i loro occhi le cose che Dio incarnato riusciva a compiere. Sebbene il Signore Gesù abbia usato qualcosa di tangibile per soddisfare la loro curiosità, in cuor Suo sapeva già che queste cinquemila persone volevano solo gustare un buon pasto, così non predicò loro né disse altro, bensì lasciò semplicemente che assistessero al miracolo mentre si svolgeva. Non poteva assolutamente trattarle nello stesso modo in cui trattava i discepoli che Lo seguivano sinceramente, ma nel cuore di Dio tutte le creature sono sotto il Suo governo, ed Egli avrebbe permesso a tutte le creature sotto i Suoi occhi di ricevere la grazia di Dio quando necessario. Anche se questi uomini non sapevano chi Egli fosse e non Lo comprendevano o non avevano alcuna particolare impressione di Lui, né provarono alcuna gratitudine nei Suoi confronti nemmeno dopo aver mangiato i pani e i pesci, Dio non fu contrariato: offrì loro la meravigliosa opportunità di ricevere la Sua grazia. Secondo alcuni, Egli segue dei principi in ciò che fa, non sorveglia né protegge i non credenti e, in particolar modo, non permette loro di ricevere la Sua grazia. È davvero così? Agli occhi di Dio, purché siano creature viventi che Egli Stesso ha creato, le gestirà e Si prenderà cura di loro, e le tratterà, le governerà e pianificherà per loro nei modi più svariati. Questi sono i pensieri e l’atteggiamento di Dio verso tutte le cose.
Sebbene i cinquemila uomini che mangiarono i pani e i pesci non intendessero seguire il Signore Gesù, Egli non fece loro richieste esigenti; una volta che furono sazi, sapete cosa fece? Predicò loro? Dove andò dopo aver compiuto il miracolo? Le scritture non riportano che il Signore Gesù disse loro qualcosa, solo che andò via in silenzio dopo aver compiuto il Suo miracolo. Dunque rivolse loro qualche requisito? C’era odio da parte Sua? No, qui non vi è nulla di tutto ciò. Semplicemente Egli non volle più prestare attenzione a questi uomini che non erano in grado di seguirLo, e in quel momento il Suo cuore soffrì. Poiché aveva visto la depravazione degli uomini e sentito il loro rifiuto, quando vide queste persone e Si fermò con loro fu rattristato dall’ottusità e dall’ignoranza umane e il Suo cuore soffriva, volle solo lasciarle il più velocemente possibile. Il Signore non pretendeva nulla da loro nel Suo cuore, non voleva prestare loro alcuna attenzione e, ancor di più, non intendeva sprecare le Sue energie per loro. Sapeva che non erano in grado di seguirLo, ma nonostante ciò, il Suo atteggiamento verso di loro fu molto chiaro. Voleva solo trattarle gentilmente, concedere loro la Sua grazia, e di fatto questo era l’atteggiamento di Dio verso ogni creatura sotto il Suo governo: trattarla gentilmente, provvedere alle sue necessità, nutrirla. Proprio perché il Signore Gesù era Dio incarnato, Egli rivelò in modo molto naturale l’essenza di Dio e trattò gentilmente queste persone. Le trattò con un cuore pieno di benevolenza e di tolleranza, e con un cuore siffatto mostrò loro gentilezza. A prescindere da come esse vedessero il Signore Gesù e dal tipo di esito che ne sarebbe derivato, Egli trattò ogni creatura in base alla Propria identità di Signore di tutto il creato. Tutto ciò che rivelò fu, senza eccezioni, l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è. Il Signore Gesù fece questo in silenzio, e poi se ne andò altrettanto silenziosamente. Quale aspetto dell’indole di Dio è questo? Potreste dire che si tratta della Sua benevolenza? Potreste dire che si tratta del Suo altruismo? È qualcosa che una persona normale sarebbe in grado di fare? Assolutamente no! In sostanza, chi erano queste cinquemila persone che il Signore Gesù sfamò con cinque pani e due pesci? Potreste dire che erano uomini compatibili con Lui? O che erano tutti ostili a Dio? Si può affermare con certezza che non erano affatto compatibili con il Signore e che la loro essenza era assolutamente ostile a Dio. Ma Dio come li trattò? Usò un metodo per attenuare la loro ostilità nei Suoi confronti, un metodo che si chiama “gentilezza”. Vale a dire che, sebbene il Signore Gesù li vedesse come peccatori, agli occhi di Dio erano nondimeno Sue creature, perciò li trattò gentilmente. Questa è la tolleranza di Dio, ed essa è determinata dalla Sua identità ed essenza. Perciò è qualcosa che nessun essere umano creato da Dio è capace di fare. Soltanto Dio può riuscirci.
Quando sarai in grado di capire davvero i pensieri e l’atteggiamento di Dio verso l’umanità, e di comprendere veramente le Sue emozioni e la Sua sollecitudine per ogni essere del creato, riuscirai a capire la devozione e l’amore profusi per ciascuna delle persone create dal Creatore. Quando accadrà, userai due parole per descrivere l’amore di Dio. Quali sono queste due parole? Alcuni dicono “altruista”, altri “caritatevole”. Di queste due, “caritatevole” è la parola meno adatta per definirlo. È un termine che le persone usano per descrivere qualcuno che è magnanimo o di larghe vedute. Io detesto questa parola, perché si riferisce all’atto di fare beneficenza a casaccio, indiscriminatamente, senza alcuna considerazione per i principi. È un’inclinazione oltremodo sentimentale, condivisa da persone sciocche e confuse. Quando questa parola viene impiegata per descrivere l’amore di Dio, c’è inevitabilmente una connotazione blasfema. Ne ho qui due più adatte. Quali sono? La prima è “immenso”. Non è molto evocativa? La seconda è “sconfinato”. C’è un significato reale dietro queste parole che uso per descrivere l’amore di Dio. Letteralmente, “immenso” allude alla capacità o al volume di una cosa, ma indipendentemente da quanto essa sia grande. È qualcosa che le persone possono toccare e vedere. Questo perché essa esiste, non è un oggetto astratto, ma qualcosa che può fornire idee alle persone in modo relativamente accurato e pratico. Che tu la osservi da una prospettiva bi- o tridimensionale, non hai bisogno di immaginarne l’esistenza, perché è una cosa che esiste effettivamente. Benché usare il termine “immenso” per descrivere l’amore di Dio possa sembrare un tentativo di quantificare questo sentimento, trasmette anche la sensazione che il Suo amore non sia quantificabile. Dico che l’amore di Dio può essere quantificato perché non è vuoto, né è qualcosa di leggendario. Piuttosto, è qualcosa di condiviso da tutte le cose sotto il governo di Dio, qualcosa di cui godono tutte le creature in vario grado e da prospettive differenti. Benché le persone non possano vederlo né toccarlo, esso porta sostentamento e vita a tutte le cose man mano che si rivela a poco a poco nella loro esistenza, ed esse contano sull’amore di Dio di cui godono e lo testimoniano a ogni momento che passa. Dico che il Suo amore non è quantificabile perché il mistero di Dio che provvede a tutte le cose e le nutre è difficile da sondare per gli esseri umani, così come i Suoi pensieri per tutte le cose e in particolare per l’umanità. In altre parole, nessuno sa del sangue e delle lacrime che il Creatore ha versato per gli uomini. Nessuno può comprendere e capire la profondità o il peso dell’amore che il Creatore ha per il genere umano che Egli ha creato con le Sue Stesse mani. Definire immenso l’amore di Dio serve ad aiutare le persone a comprendere e a capire la sua portata e la verità della sua esistenza. Le aiuta anche a comprendere più a fondo l’effettivo significato della parola “Creatore” e ad acquisire una conoscenza più profonda del vero significato dell’appellativo “creato”. Di solito che cosa descrive la parola “sconfinato”? Generalmente si usa per descrivere l’oceano o l’universo, per esempio: “l’universo sconfinato” o “l’oceano sconfinato”. L’estensione e la profondità silenziosa dell’universo vanno oltre la comprensione umana; sono qualcosa che cattura l’immaginazione degli uomini, qualcosa per cui essi provano grande ammirazione. Il mistero e la profondità dell’universo sono visibili ma irraggiungibili. Quando pensi all’oceano, pensi alla sua estensione: sembra sconfinato, e ne avverti la misteriosità e la grande capacità di contenere cose. È per questa ragione che ho usato la parola “sconfinato” per descrivere l’amore di Dio, per aiutare le persone a capire quanto sia prezioso, a sentirne la profonda bellezza e a rendersi conto che il suo potere è infinito e di vasto respiro. Ho usato questo termine per aiutare le persone a percepirne la santità, nonché la dignità e l’inviolabilità di Dio, rivelate attraverso il Suo amore. Orbene, pensate che “sconfinato” sia una parola adeguata a descrivere l’amore di Dio? Può essere misurato con queste due parole, “immenso” e “sconfinato”? Assolutamente sì! Nel linguaggio umano, soltanto questi due termini sono relativamente idonei e vicini alla descrizione dell’amore di Dio. Non trovate? Se vi chiedessi di definire l’amore di Dio, le usereste? Molto probabilmente non lo fareste, perché la vostra comprensione e percezione del Suo amore si limitano all’ambito di una prospettiva bidimensionale e non hanno raggiunto l’altezza dello spazio tridimensionale. Così, se vi invitassi a descrivere l’amore di Dio, sentireste che vi mancano le parole o forse restereste addirittura muti. Forse i due aggettivi di cui ho parlato oggi sono difficili da capire per voi, o forse semplicemente non li approvate. Ciò dimostra soltanto che la vostra percezione e comprensione dell’amore di Dio è superficiale e limitata a un ambito ristretto. Prima ho detto che Dio è altruista; ricordate questa parola, “altruista”. Si potrebbe dire che l’amore di Dio possa descriversi solo come altruista? Non è un ambito troppo limitato? Dovreste riflettere di più su questa questione in modo da trarne qualche insegnamento.
Quanto esposto sopra è ciò che abbiamo dedotto dell’indole e dell’essenza di Dio dal Suo primo miracolo. Anche se questa è una storia che le persone leggono da migliaia di anni, ha una trama chiara e consente loro di osservare un fenomeno semplice, ma in questa trama chiara possiamo vedere qualcosa di più prezioso, cioè l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è. Queste cose che Egli ha ed è rappresentano Dio Stesso e sono un’espressione dei Suoi pensieri. Quando Dio esprime i Suoi pensieri, si tratta di un’espressione della voce del Suo cuore. Egli spera che ci saranno persone in grado di capirLo, di conoscerLo e di comprendere la Sua volontà, che sapranno ascoltare la voce del Suo cuore e saranno in grado di collaborare attivamente per soddisfare la Sua volontà. Queste cose che il Signore Gesù fece erano una tacita espressione di Dio.
Ora diamo un’occhiata al passo seguente: La resurrezione di Lazzaro glorifica Dio.
Quali impressioni avete dopo averlo letto? L’importanza di questo miracolo compiuto dal Signore Gesù fu molto più grande di quella del precedente, perché nessun miracolo è più sorprendente della resurrezione di un uomo morto. A quell’epoca, fu estremamente significativo che il Signore Gesù facesse una cosa del genere. Poiché Dio Si era fatto carne, le persone potevano vedere soltanto il Suo aspetto fisico, il Suo lato pratico e il Suo aspetto insignificante. Anche se alcune videro e compresero qualcosa del Suo carattere o alcune abilità speciali che Egli sembrava possedere, nessuno sapeva da dove venisse, chi Egli fosse davvero nella Sua vera essenza e quali altre cose Egli fosse effettivamente capace di fare. Tutto ciò era ignoto all’umanità. Tante persone volevano trovare una prova per rispondere a queste domande riguardo al Signore Gesù e per conoscere la verità. Dio poteva fare qualcosa per dimostrare la Sua identità? Per Lui, era una passeggiata, un gioco da ragazzi. Avrebbe potuto fare qualcosa ovunque, in qualunque momento, per dimostrare la Sua identità ed essenza, ma Dio aveva il Suo modo di fare le cose – secondo un piano, per gradi. Non le fece in maniera indiscriminata, ma piuttosto cercò il momento e l’opportunità giusti per fare qualcosa che Gli avrebbe permesso di mostrare all’uomo qualcosa che fosse realmente pervaso di significato. In questo modo, Egli dimostrò la Sua autorità e identità. La resurrezione di Lazzaro riuscì dunque a comprovare l’identità del Signore Gesù? Diamo un’occhiata al seguente passo delle Scritture: “Detto questo, gridò ad alta voce: ‘Lazzaro, vieni fuori!’ Il morto uscì, […]”. Quando il Signore Gesù fece questo, disse solo una cosa: “Lazzaro, vieni fuori!”. Quindi Lazzaro uscì dalla tomba. Ciò accadde grazie solo a poche parole pronunciate dal Signore. In quel momento, il Signore Gesù non allestì alcun altare e non compì altre azioni. Disse soltanto questa cosa. Si dovrebbe definire un miracolo o un ordine? Oppure fu una sorta di stregoneria? Apparentemente sembra che lo si possa definire un miracolo e, se lo osservate da una prospettiva moderna, naturalmente potete ancora considerarlo tale. Tuttavia, non lo si potrebbe certo considerare una magia intesa per richiamare un’anima dall’oltretomba e senz’altro non era una stregoneria, di nessun tipo. È corretto dire che questo miracolo fu la più piccola e più normale dimostrazione dell’autorità del Creatore. Questa è l’autorità e la potenza di Dio. Egli ha l’autorità di far morire una persona, di far sì che il suo spirito lasci il corpo e torni nell’Ade, o dovunque altro debba andare. Il momento della morte di una persona e il luogo in cui andrà dopo la dipartita sono determinati da Dio. Egli può prendere tali decisioni in qualunque momento e ovunque, senza alcuna costrizione da parte di esseri umani, eventi, oggetti, spazi o geografia. Se vuole farlo, può farlo, perché tutte le cose e gli esseri viventi sono sotto il Suo governo, e tutte le cose nascono, vivono e periscono secondo la Sua parola e la Sua autorità. Dio può resuscitare un uomo morto, e anche questa è una cosa che può fare in qualunque momento e ovunque. Questa è l’autorità che soltanto il Creatore possiede.
Quando il Signore Gesù fece cose come resuscitare Lazzaro, il Suo obiettivo era fornire una prova che gli esseri umani e Satana potessero vedere, e comunicare loro che tutto riguardo al genere umano, la sua vita e la sua morte, sono determinati da Dio e che, pur essendoSi fatto carne, Egli rimaneva al comando del mondo fisico, che è visibile, così come di quello spirituale, che gli esseri umani non possono vedere. Questo affinché il genere umano e Satana sapessero che ogni cosa riguardo all’umanità non è sotto il dominio del demonio. Questa fu una rivelazione e dimostrazione dell’autorità di Dio e, per Lui, fu anche un modo per comunicare a tutte le cose che la vita e la morte degli uomini sono nelle Sue mani. La resurrezione di Lazzaro da parte del Signore Gesù è stato uno dei modi in cui il Creatore istruisce e educa l’umanità. Fu un’azione concreta in cui Egli usò la Sua potenza e autorità per istruire il genere umano e provvedere ad esso Per il Creatore fu un modo tacito per consentire all’umanità di vedere la realtà, ovvero che Egli è al commando di tutte le cose. Per Dio, fu un modo per dire all’umanità, attraverso delle azioni pratiche, che Lui era l’unica strada per raggiungere la salvezza. Questo tacito strumento che Egli usò per istruire l’umanità è eterno, indelebile, e reca ai cuori umani una scossa un’illuminazione che non potranno mai affievolirsi. La resurrezione di Lazzaro glorificò Dio; ha un effetto profondo su ciascuno dei Suoi seguaci. In ogni persona che comprende profondamente questo evento, essa instilla saldamente la comprensione e la visione del fatto che soltanto Dio può controllare la vita e la morte degli uomini. Benché Dio abbia questo tipo di autorità e abbia inviato un messaggio riguardante la Propria sovranità sulla vita e sulla morte degli uomini attraverso la resurrezione di Lazzaro, questa non fu la Sua opera principale. Egli non fa mai niente che non abbia un significato. Ogni singola cosa che fa ha un grande valore ed è un gioiello ancora più prezioso in un magazzino di tesori. Egli non farebbe mai del far risorgere un uomo l’obiettivo o l’elemento principale o unico della Sua opera. Non fa mai nulla che non abbia un significato. La resurrezione di Lazzaro in quanto evento singolare è sufficiente a dimostrare l’autorità di Dio e a provare l’identità del Signore Gesù. È per questo motivo che il Signore Gesù non ripeté questo tipo di miracolo. Dio fa le cose secondo i Suoi principi. Nel linguaggio umano si potrebbe dire che Dio impegna la Sua mente solo in questioni serie. In altre parole, quando Dio fa le cose, non si allontana dallo scopo della Sua opera. Sa quale opera vuole compiere in questa fase, cosa vuole ottenere, e opererà rigorosamente secondo il Suo piano. Se un uomo corrotto avesse quel tipo di capacità, penserebbe soltanto a come ostentarla, cosicché gli altri sappiano quanto è stato formidabile, cosicché si inchinino davanti a lui ed egli possa controllarli e distruggerli. Questo è il male che viene da Satana, questa si chiama corruzione morale. Dio non ha un’indole di questo genere né una simile essenza. Il Suo scopo nel fare le cose non è metterSi in mostra, bensì fornire all’umanità altra rivelazione e altra guida; ecco perché nella Bibbia le persone trovano pochissimi esempi di questo tipo di avvenimenti. Questo non vuol dire che i poteri del Signore Gesù fossero limitati o che Egli fosse incapace di fare simili cose. Semplicemente Dio non volle farle, perché la resurrezione di Lazzaro da parte del Signore Gesù ebbe un’importanza molto pratica, e anche perché l’opera principale di Dio incarnato non era compiere miracoli né resuscitare le persone, bensì redimere l’umanità. Dunque gran parte dell’opera che il Signore Gesù completò consistette nell’impartire insegnamenti alle persone, nel provvedere alle loro necessità e nell’aiutarle, ed eventi come la resurrezione di Lazzaro furono soltanto una piccola parte del ministero che Egli svolse. Inoltre potreste dire che “mettersi in mostra” non fa parte della essenza di Dio, perciò il Signore Gesù non stava praticando un esercizio intenzionale di moderazione nel non manifestare altri miracoli, né questo dipese da limitazioni ambientali, e di certo non fu dovuto a una mancanza di potere.
Quando il Signore Gesù resuscitò Lazzaro, usò solo queste poche parole: “Lazzaro, vieni fuori!”. Non disse nient’altro. Dunque, cosa dimostrano queste parole? Dimostrano che Dio può fare qualunque cosa parlando, anche resuscitare un uomo morto. Quando creò tutte le cose e il mondo, lo fece con le parole – ordini orali, parole dotate di autorità, e in questo modo tutte le cose vennero create e di conseguenza tutto si realizzò. Queste poche parole pronunciate dal Signore Gesù furono proprio come le parole dette da Dio quando creò i cieli, la terra e tutte le cose; allo stesso modo, racchiudevano l’autorità di Dio e la potenza del Creatore. Tutte le cose si formarono e rimasero salde grazie alle parole uscite dalla bocca di Dio e, allo stesso modo, Lazzaro risorse dalla tomba grazie alle parole uscite dalla bocca del Signore Gesù. Questa era l’autorità di Dio, dimostrata e realizzata nella Sua carne incarnata. Questo tipo di autorità e di capacità apparteneva al Creatore, e al Figlio dell’uomo in cui il Creatore Si era incarnato. Questa è la comprensione instillata all’umanità dalla resurrezione di Lazzaro da parte di Dio. Concludiamo qui la nostra discussione su questo argomento.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso III”
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