Di nuovo malata
Ho iniziato a credere nel Signore Gesù nel 1995. Dopo essere diventata credente, una malattia cardiaca che mi affliggeva da anni si è miracolosamente risolta. Ero così grata al Signore e spesso facevo l’elemosina. Tre anni dopo, ho ricevuto da Dio una benedizione ancora più grande quando ho accettato l’opera di Dio Onnipotente negli ultimi giorni e accolto il ritorno del Signore. Attraverso la lettura delle parole di Dio, ho imparato che Egli esprime la verità e compie l’opera di giudizio negli ultimi giorni per purificare e salvare l’umanità, guidando le persone verso una destinazione meravigliosa. Ho pensato: “Dovrei spendermi, soffrire, fare sacrifici e opere buone per Dio se voglio le Sue benedizioni e raggiungere una buona destinazione”. Così ho iniziato a diffondere il Vangelo e occasionalmente ad ospitare, e mi impegnavo al massimo per fare tutto ciò che potevo. Ho persino donato il denaro extra che avevo ai fratelli e alle sorelle che vivevano in difficoltà. Una volta, mentre diffondevo il Vangelo, sono stata arrestata dalla polizia, torturata e persino condannata al carcere. Anche allora, non ho mai tradito Dio, non sono mai stata un giuda. Pensavo di aver fatto tante opere buone e che Dio mi avrebbe sicuramente benedetta. Poi, nel 2018, la mia patologia cardiaca si è improvvisamente ripresentata, dopo 20 anni, accompagnata da ipertensione, per cui sono stata ricoverata in ospedale due volte. Ho pensato tra me: “Qualsiasi cosa succede, non posso lamentarmi. Dovrei sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio”. Con mia grande sorpresa, dopo appena due settimane, mi sono ripresa e sono stata dimessa dall’ospedale. Ero profondamente grata a Dio. Siccome non mi ero lamentata, nonostante fossi stata così male, e avevo persino continuato a compiere il mio dovere dopo le dimissioni, mi ritenevo davvero fedele e obbediente a Dio.
Poi, nel febbraio del 2019, la mia malattia cardiaca e l’ipertensione sono ripiombate di nuovo dal nulla. Molto peggio di prima. Poco dopo, mi è stato diagnosticato anche il diabete, e avevo un’ernia del disco piuttosto importante. Non potevo prendermi cura di me stessa: dovevo mangiare sdraiata e avevo bisogno di mia nuora che mi portasse in bagno. Stavo a letto tutto il giorno e avevo a malapena la forza di parlare o di sbattere le palpebre. Una notte, le mie condizioni sono improvvisamente peggiorate e il petto mi faceva così male che avevo paura persino di respirare: come se un solo respiro avesse potuto finirmi. Ho sofferto per circa mezz’ora e sentivo di poter morire da un momento all’altro. Soffrivo tanto e il mio unico pensiero era: “Sto così male che ho a malapena la forza di aprire gli occhi: è questa la fine? Se muoio, come farò a entrare nel Regno? Non potrò mai condividere le benedizioni del Regno o intravedere il suo splendido scenario. È tutto finito per me?” Più rimuginavo e peggio mi sentivo. Pregavo, ma non riuscivo ad afferrare l’intenzione di Dio. Col passare del tempo, l’inesorabile agonia della mia malattia mi faceva perdere la voglia di vivere. Conoscevo, però, l’intenzione di Dio, e non era di farmi morire. Non sapevo cosa fare e inconsciamente ho cominciato ad avanzare richieste a Dio: “Quando guarirò? Tutte le sorelle che conosco e hanno la mia età sono più sane di me, ma io non ho speso né ho contribuito meno di loro. Ho dato così tanto per Dio, risparmiando per poter donare ai fratelli e alle sorelle bisognosi. Ho compiuto attivamente ogni dovere che potevo. Anche quando sono stata arrestata, incarcerata, tra grandi sofferenze, non ho mai rinnegato o tradito Dio. Non ho fatto abbastanza buone azioni? Perché Dio non mi benedice, non mi protegge e non mi dona un corpo forte?” Mi lamentavo continuamente e c’era tanto buio nel mio animo.
Più tardi, solo quando il mio cuore era sempre più in sofferenza, mi sono presentata davanti a Dio per pregare e cercare. L’ho pregato, dicendo: “O Dio, il mio problema cardiaco è peggiorato improvvisamente. Non riesco ad afferrare la Tua intenzione e non so come dovrei sperimentare stavolta. Caro Dio, non voglio ribellarmi né oppormi a Te. Ti prego, illuminami e guidami in modo che io possa imparare da questa esperienza”. Dopo la preghiera, mi è venuto in mente un passo della parola di Dio: “Come bisogna affrontare l’insorgere di una malattia? Bisogna presentarsi dinanzi a Dio per pregare e cercare di cogliere la Sua volontà, ed esaminare che cosa si sia fatto di sbagliato e quali corruzioni si possiedano interiormente che devono ancora essere superate. Non si può superare l’indole corrotta senza dolore. Bisogna essere temprati dal dolore; soltanto allora si smetterà di essere dissoluti e si vivrà in ogni momento dinanzi a Dio. Di fronte alla sofferenza si pregherà sempre. Non si penserà più a cibo, abbigliamento o piacere; nel cuore si pregherà e si esaminerà se si sia fatto qualcosa di sbagliato in questo periodo. Il più delle volte, quando si è afflitti da una malattia grave o insolita che causa dolore intenso, queste cose non avvengono per caso; che si sia malati o sani, dietro tutto questo vi è la volontà Dio” (“Devi osservare ogni cosa con gli occhi della verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, la Sua intenzione mi era più chiara. Egli non stava usando questa malattia per togliermi la vita, né mi stava facendo soffrire senza motivo. Piuttosto, la malattia era il Suo strumento per smascherare la mia indole corrotta e insegnarmi una lezione: era il modo con cui Dio mi salvava. Non dovevo fraintenderLo né incolparLo, dovevo davvero riflettere su me stessa.
Ce ne erano alcuni che mi hanno aiutata a capire meglio il mio stato in quel momento. “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi i Miei poteri per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per chiederMi più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo che verrà. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo che verrà. Quando riversai la Mia furia sull’uomo e gli sottrassi tutta la gioia e la pace che un tempo egli possedeva, l’uomo divenne dubbioso. Quando diedi all’uomo la sofferenza dell’inferno e rivendicai le benedizioni del cielo, la vergogna dell’uomo si mutò in rabbia. Quando l’uomo Mi chiese di guarirlo, Io non gli diedi retta e provai avversione nei suoi confronti; l’uomo si allontanò da Me per cercare invece la via della cattiva medicina e della stregoneria. Quando portai via tutto quello che l’uomo Mi aveva richiesto, tutti sparirono senza lasciare traccia. Di conseguenza, dico che l’uomo ha fede in Me perché Io dono troppa grazia e c’è fin troppo da guadagnare” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). “Il rapporto dell’uomo con Dio si basa su un evidente interesse personale. È il rapporto tra chi riceve le benedizioni e chi le elargisce. Più semplicemente, è simile al rapporto tra il dipendente e il datore di lavoro. Il dipendente lavora solamente per ricevere i compensi elargiti dal datore di lavoro. In un rapporto di questo genere, non c’è affetto, solamente un accordo; non c’è dare e ricevere amore, solamente carità e misericordia; non c’è comprensione, solamente sdegno represso e inganno; non c’è confidenza, solamente un abisso invalicabile” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 3: L’uomo può essere salvato solamente nell’ambito della gestione di Dio”). “Io ho sempre imposto all’uomo un criterio molto rigido. Se la tua lealtà è accompagnata da intenzioni e condizioni, allora preferisco fare a meno della tua cosiddetta lealtà, poiché detesto coloro che Mi ingannano mediante le loro intenzioni e Mi ricattano secondo le loro condizioni. Desidero solo che l’uomo Mi sia assolutamente leale e faccia tutte le cose nell’interesse e per la dimostrazione di un’unica parola: fede” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Sei un vero credente in Dio?”). Il giudizio delle parole di Dio era come un coltello affilato nel cuore. Mi sono vergognata così tanto e sono tornata immediatamente in me. Ho iniziato a riflettere su me stessa: qual era stato effettivamente il mio obiettivo in tutti gli anni di fede? Dopo essere diventata credente, davo sempre una mano ogni volta che vedevo i miei fratelli e sorelle in difficoltà, nella Chiesa adempivo a qualsiasi compito necessario come meglio potevo e, anche quando sono stata arrestata, incarcerata e torturata dal PCC, non ho tradito Dio. Pensavo di aver fatto davvero molte opere buone. Tuttavia, attraverso la rivelazione delle parole di Dio e grazie ai fatti che mi hanno messa a nudo, ho capito che avevo speso e donato agli altri non per sottomettermi a Dio e soddisfarLo, ma per ottenere la Sua grazia e le Sue benedizioni, mantenere un corpo sano e alla fine raggiungere una buona destinazione. Perciò, la prima volta che mi sono ammalata, avendo speso tanto per Dio, ho pensato che non mi avrebbe lasciata morire, e così non L’ho incolpato. La seconda volta, quando le mie condizioni sono peggiorate ulteriormente e non ero in grado di prendermi cura di me stessa, mentre lottavo con la sofferenza prolungata e la minaccia di morte, mi sono resa conto che le mie possibilità di ottenere le benedizioni del Regno dei Cieli erano scarse, e mi sono pentita di essermi spesa in passato. Ho persino usato i miei sacrifici e gli sforzi passati per ragionare e discutere con Dio. Stavo trattando con Lui, ingannandoLo e usandoLo: una cosa che non c’entra nulla con lo spendersi veramente per Lui! Ho riflettuto sul perché ero stata così irragionevole. Proprio come le parole di Dio avevano rivelato, avevo un’idea sbagliata: poiché avevo speso e dato per Dio, Egli avrebbe dovuto benedirmi, e darmi un corpo sano e una buona destinazione; proprio come nel mondo secolare, si crede sia giusto ricompensare in base a quanto si lavora. Per me, la mia sofferenza e i miei sacrifici erano un capitale da barattare con Dio in cambio di una buona destinazione. Quando non la ottenevo, il cuore si riempiva di biasimo e di proteste. Ero così irragionevole! Dio è santo e giusto: vuole che diamo agli altri sinceramente. Mentre io, spinta da spregevoli motivazioni, volevo stringere un accordo con Dio. Lo stavo ingannando e Gli stavo resistendo. Se non mi fossi pentita subito, Lo avrei disgustato e Lui mi avrebbe eliminata.
Ho pregato Dio e ho cercato di capire l’origine del problema attraverso le Sue parole. In seguito, ho letto due passi delle Sue parole. Dio Onnipotente dice: “Tutti gli esseri umani corrotti vivono per sé stessi. Ognuno per sé e che gli altri si arrangino: questo è il riassunto della natura umana. Le persone credono in Dio per il proprio interesse; abbandonano le cose, si spendono per Lui e sono fedeli a Lui, ma fanno comunque tutto questo nel loro interesse. In sintesi, tutto viene fatto allo scopo di ottenere benedizioni per sé stesse. Nella società, tutto viene fatto per beneficio personale; credere in Dio è qualcosa che si fa solo per ottenere benedizioni. È al fine di ottenere benedizioni che le persone rinunciano a tutto e riescono a sopportare grandi sofferenze: queste sono tutte prove empiriche della natura corrotta dell’uomo” (“La differenza tra cambiamenti esteriori e cambiamenti di indole” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Quanto a cosa sia il veleno di Satana, lo si può esprimere compiutamente a parole. Ad esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia di Satana è diventata la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la vita e la filosofia dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole di Satana sono appunto il veleno di Satana e, quando le persone lo interiorizzano, diventa la loro natura. Attraverso queste parole, viene messa a nudo la natura di Satana; esse la rappresentano completamente. Questo veleno diventa la vita delle persone nonché il fondamento della loro esistenza, e l’umanità corrotta è ormai da millenni costantemente dominata da questo veleno” (“Come percorrere il cammino di Pietro” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio rivelavano la vera essenza della mia natura. Avevo fatto transazioni con Lui e Lo avevo ingannato e usato perché ero stata profondamente corrotta da Satana. Tutti i miei pensieri e le nozioni erano stati influenzati dal veleno di Satana. Vivevo secondo la logica e i principi satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “mai prendere la parte più corta del bastone”, agendo sempre per interesse personale, e spendendomi per Dio al solo scopo di stringere un accordo con Lui. Cercavo sempre di ottenere qualcosa da Dio e di scambiare i miei piccoli sacrifici con le Sue benedizioni. Vivevo secondo il veleno di Satana, ero egoista e infima, cercavo solo il profitto personale. Quando non ricevevo benedizioni o benefici, incolpavo persino Dio. Non avevo un minimo di umanità! Ho pensato a come Dio, per salvarci, nella Sua prima incarnazione, aveva subìto la crocifissione per redimerci tutti mentre, alla Sua seconda incarnazione, è venuto nel Paese del gran dragone rosso, ed è stato perseguitato dal PCC, condannato e rifiutato dal mondo religioso. Dio ha sopportato enormi sofferenze e umiliazioni e ha comunque espresso la verità per irrigarci e sostentarci. Non ci ha mai chiesto di darGli qualcosa, ma si è sempre speso in silenzio per l’umanità. Quanto a me, non ho pensato di ripagare il Suo amore, e ho persino preteso che mi desse le Sue benedizioni e una buona destinazione. Quando non ho ottenuto ciò che volevo, ho dato la colpa a Dio. Dov’era la mia coscienza? Ero a malapena degna di essere definita umana, tanto meno meritavo di entrare nel Regno di Dio. Dopo aver capito tutto questo, mi sono davvero odiata, e mi sentivo anche molto grata a Dio. Se non fossi stata malata, costretta a letto e sotto la minaccia della morte, non avrei mai riflettuto su me stessa, avrei continuato a percorrere la stessa strada sbagliata, e sarei stata abbandonata e cacciata da Dio senza nemmeno sapere cosa fosse successo. Egli ha avuto pietà di me e non poteva sopportare che continuassi su quel cammino errato, così ha usato il giudizio e il castigo delle Sue parole e l’affinamento della malattia per risvegliarmi e farmi riflettere su me stessa e tornare verso di Lui. Tutto questo faceva parte della salvezza di Dio e del Suo amore per me. Mi sono sentita così commossa e ho pregato Dio: “Caro Dio! Ora vedo che la malattia fa parte della Tua salvezza e del Tuo amore per me. Sono disposta a sottomettermi. Solo attraverso questo tipo di giudizio, castigo, prova e perfezionamento, posso identificare le motivazioni improprie che mi spingono ad avere fede e iniziare a trasformare la mia indole corrotta. Sono disposta a cambiare le mie nozioni e i miei scopi, che si sono smarriti, e a compiere il mio dovere come creatura di Dio”.
Più tardi, ho visto questo passo delle parole di Dio: “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che egli sia benedetto o maledetto. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà compiendo il suo dovere. Benedetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio, viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio. Maledetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che siano benedetti o maledetti, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che ricerca Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti compiere il tuo dovere solo per essere benedetto, né rifiutarti di agire per timore di essere maledetto. Lasciate che vi dica quest’unica cosa: compiere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Ora capisco: sono un essere creato. Dare e spendere per Dio è giusto e corretto, è il mio dovere. Non dovrei farGli richieste; invece io, spinta da spregevoli motivazioni, volevo che Dio mi donasse benedizioni e una buona destinazione in cambio di ciò che davo. Ero così irragionevole! Dio mi ha dato la vita: non importa se mi ha concesso o meno un corpo sano e una buona destinazione, dovrei comunque seguirLo e spendermi per Lui nei miei doveri, proprio come un bambino dovrebbe sempre rispettare i propri genitori indipendentemente da come loro lo trattano e dalla possibilità di ereditare una proprietà. Perché questi sono doveri e responsabilità. Anche se non mi ero ancora ripresa e stavo piuttosto male, non fraintendevo più Dio né Lo incolpavo. Non importava se mi sarei ripresa o meno, ero disposta a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni.
In realtà, per quanto riguarda ciò che conta come una buona azione e con quali tipi di spese e donazioni puoi guadagnare la lode di Dio, in passato, ho sempre giudicato queste cose in base alle mie nozioni e alla mia immaginazione, ma ciò non è conforme alla volontà di Dio. In seguito, solo dopo aver trovato uno standard di giudizio nelle parole di Dio, ho compreso chiaramente in cosa costituisca una buona azione. La parola di Dio dicono: “Qual è il parametro in base al quale le azioni di una persona vengono giudicate buone o cattive? Dipende dal fatto che tu, nei tuoi pensieri, espressioni e azioni, possieda oppure no la prova di aver messo in pratica la verità e di vivere la realtà della verità. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore. Dio come vede i malfattori? I tuoi pensieri e i tuoi atti esteriori non rendono testimonianza per Dio, né svergognano Satana né lo sconfiggono; invece svergognano Dio e sono cosparsi di segni che fanno vergognare Dio. Non stai testimoniando Dio, né ti adoperi per Lui, né adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi verso Dio; invece, agisci nel tuo interesse. Cosa implica ‘nel tuo interesse’? Per Satana. Pertanto, alla fine, Dio dirà: ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Agli occhi di Dio, tu non hai compiuto buone azioni; anzi, il tuo comportamento è diventato malvagio. Invece di suscitare l’approvazione di Dio, sarai condannato. Cosa cerca di ottenere qualcuno con una simile fede in Dio? In definitiva, una fede di questo tipo non risulterebbe inutile?” (“Consegna il tuo vero cuore a Dio e potrai ottenere la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Poiché sei certo che questa sia la vera via, devi seguirla sino in fondo; devi mantenere la tua devozione nei confronti di Dio. Poiché hai visto che Dio Stesso è giunto sulla terra per perfezionarti, dovresti donare il tuo cuore interamente a Lui. Se riesci comunque a seguirLo qualunque cosa Egli faccia, anche qualora in ultimo stabilisca per te un esito sfavorevole, questo è mantenere la tua purezza dinanzi a Dio. Offrire un corpo spirituale santo e una vergine pura a Dio significa mantenere un cuore sincero al Suo cospetto. Per l’umanità, la sincerità è purezza, e poter essere sinceri verso Dio significa mantenere la purezza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovresti mantenere la devozione a Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che Egli vuole la sincerità nelle persone, che si sacrifichino volentieri per Lui senza chiedere di essere ripagate, pratichino la verità e testimonino per Lui nei propri doveri. Ecco cosa si intende veramente per opere buone. Prima avevo una comprensione distorta di questo aspetto. Credevo che, finché spendevo, soffrivo e facevo sacrifici, stavo accumulando opere buone e Dio se ne sarebbe ricordato. Poi ho pensato all’Età della Grazia, quando il Signore Gesù aveva lodato la povera vedova che aveva fatto un’offerta. Alla maggioranza, sembrava che avesse donato solo un paio di monete, di scarso valore; a Dio, invece, non interessa quanto doniamo, ma la nostra intenzione. La vedova aveva una fede sincera in Dio: non stava cercando di fare un accordo o uno scambio, quindi si è guadagnata il Suo elogio. Io mi ero spesa e avevo dato molte, molte volte quello che la vedova aveva donato, quindi perché Dio non ha lodato me? Dio non era disgustato dalle mie spese, ma dalle mie motivazioni astute e dalla mia falsità. Non ero sincera con Lui; il mio dare era impuro, mirato a ottenere qualcosa in cambio. Potevo fare qualsiasi donazione, non sarebbe mai stata considerata un’opera buona. Dopo aver compreso la volontà di Dio, L’ho pregato, dicendo che non importava se sarei guarita o meno o se avrei avuto una buona destinazione, mi sarei comunque spesa sinceramente per Lui, per ripagare il Suo amore. In seguito, la mia ernia del disco non migliorava ancora e il cuore continuava ad avere ricadute, ma non ero più limitata dalla malattia o trattenuta dal desiderio di benedizioni. Riuscivo a nutrirmi e a dissetarmi regolarmente delle parole di Dio, partecipare alle riunioni e fare il mio dovere al meglio delle mie capacità.
Ho avuto l’opportunità di accettare l’opera di Dio negli ultimi giorni, e ho avuto la fortuna di sentire la Sua voce, segno che Dio ha fatto un’eccezione per esaltarmi. Attraverso le Sue parole, che mettono a nudo e giudicano, sono arrivata a capire di essere stata così corrotta da Satana che ho a malapena sembianze umane. Solo ora ho guadagnato un po’ di ragionevolezza e obbedienza agli occhi di Dio. Adesso che sono cambiata, anche se dovessi morire, non avrò vissuto invano. Quando ho lasciato andare il mio desiderio di benedizioni e ho smesso di essere trattenuta dal mio corpo malato, mi sono sentita molto più salda. In seguito, pur non cercando cure per la mia patologia, ho comunque iniziato lentamente a migliorare. Ora posso sedermi al computer e mi sto esercitando a scrivere articoli di testimonianza per Dio. E riesco anche a prendermi cura di me stessa. Ringrazio Dio dal profondo del cuore, perché ha usato la malattia per insegnarmi una lezione e mi ha permesso di vedere la Sua salvezza e il Suo amore per me. Ho pensato a un passo delle parole di Dio. “Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove. Quali che siano gli aspetti in cui non sei purificato, questi sono gli aspetti nei quali devi essere affinato: questa è la disposizione di Dio. Dio crea per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui preferiresti morire e abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio. Pertanto, se le persone non subiscono diversi anni di affinamento, se non sopportano una certa dose di sofferenza, non potranno liberarsi dalla schiavitù della corruzione della carne nei loro pensieri e nel loro cuore. Quali che siano gli aspetti in cui sei ancora soggetto alla schiavitù di Satana, e quali che siano gli aspetti in cui ancora hai i tuoi desideri e le tue esigenze, questi sono gli aspetti nei quali devi soffrire. Solo dalla sofferenza si possono trarre lezioni, il che significa essere in grado di acquisire la verità e capire la volontà di Dio” (“Come si dovrebbe soddisfare Dio in mezzo alle prove” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”).
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