Le mie riflessioni prima di essere espulsa
Nel 2014, lavoravo alla produzione video nella chiesa. In breve tempo, sono stata promossa capogruppo. Per realizzare bene i video, riflettevo sui principi, pregavo e ricercavo, e prendevo sul serio ogni immagine. Dopo un po’ di tempo, la maggior parte dei video che ho prodotto sono stati selezionati per l’uso e i fratelli e le sorelle mi guardavano con ammirazione. Non potevo fare a meno di pensare che ero tra i migliori della chiesa, altrimenti non sarei stata promossa. Un paio di settimane dopo, il supervisore mi ha incaricata di dirigere la produzione di un video di un altro gruppo e si è assicurato di ribadirmi: “Guida i fratelli e le sorelle a sperimentare le parole di Dio e a seguire i principi”. Non ho potuto fare a meno di sentirmi soddisfatta di me stessa. Il supervisore mi faceva dirigere gli altri: ciò dimostrava che avevo delle capacità e delle abilità. Una volta arrivata nel gruppo, ho scoperto che un paio di fratelli non avevano grandi capacità nella produzione video. Una sorella non era male, ma era giovane, quindi le mancava l’esperienza in tutti gli aspetti. Il capogruppo era l’unico in qualche modo solido in tutti gli aspetti. Quando condivideva sulle parole di Dio nelle riunioni, il capogruppo non era conciso e organizzato come me, e non aveva una prospettiva ampia come la mia nel discutere idee per la produzione video. Il più delle volte, i miei suggerimenti venivano approvati da tutti, così la mia stima di me stessa è cresciuta. In alcune discussioni, il capogruppo esprimeva un’idea diversa dalla mia e io ero assolutamente sdegnosa. Pensavo tra me e me: “Svolgo questo dovere da molto, vuoi che non sappia come farlo?”. Rimanevo della mia idea e ed ero molto infastidita dal capogruppo. Una volta, mentre stavamo discutendo la produzione video, ho condiviso alcune idee e il capogruppo ha detto che non gliene piaceva nessuna. Ha iniziato a ribollirmi il sangue, e mi sembrava che bocciasse tutte le mie idee solo per mettermi in cattiva luce. Mi sono lamentata alle sue spalle: “Non so dove voglia arrivare: neanche lui aveva buone idee, ma ha respinto tutte le mie, così non abbiamo concluso nulla per tutta la mattina. Non sta forse ostacolando il nostro lavoro?”. Queste mie parole hanno indotto tutti i fratelli e le sorelle a pensare che ci fosse un problema con il capogruppo. Un fratello ha condiviso con lui, criticandolo perché era arrogante e ostacolava il lavoro. Il capogruppo si è sentito in colpa e voleva dimettersi. Questo mi ha fatta sentire in colpa e ho pensato che forse avevo superato il limite, così mi sono subito scusata con lui. Ma poi non ho affatto riflettuto su me stessa.
Un giorno, una leader della chiesa è venuta a una riunione e mi ha chiesto della nostra produzione video. Ho condiviso alcune idee; la leader era d’accordo, e ha esortato tutti a seguire i miei suggerimenti e a perfezionarli mentre li realizzavano. Ho pensato tra me e me: “Il fatto che la leader abbia approvato le mie idee dimostra che sono più capace degli altri, quindi tutti dovrebbero ascoltarmi”. Da allora, organizzavo tutto il lavoro del nostro gruppo, e gli altri si rivolgevano a me per tutti i problemi che affrontavano. Ero diventata la spina dorsale del gruppo. Sentivo di essere la forza trainante del gruppo, e che invece il capogruppo era solo un fantoccio. Avevo l’ultima parola su tutto. Quando i video che gli altri realizzavano non erano come dicevo io, li modificavo direttamente a mio piacimento. Una volta, fratello Wang Yi ha notato che avevo apportato parecchie modifiche a uno dei suoi video e mi ha chiesto: “Perché l’hai cambiato così tanto? Se ritenevi che avesse così tanti problemi, avremmo potuto discuterne insieme. Perché non hai chiesto la mia opinione prima di modificarlo?”. Le sue domande mi hanno suscitato un po’ di vergogna, ma poi ho pensato: “Ho più levatura di te e una migliore comprensione dei principi, quindi tutti i miei cambiamenti sono miglioramenti”. Ho risposto, inflessibile: “Tutti i miei cambiamenti non erano volti a ottenere risultati migliori? Se ritieni che occorresse la tua approvazione, la prossima volta ne discuterò prima con te”. Era piuttosto limitato da te. In seguito, sono diventata sempre più arrogante nel mio dovere. Mi rifiutavo di ascoltare i suggerimenti degli altri fratelli e sorelle quando parlavamo di lavoro, pensando che non avrebbero avuto nessuna buona idea e che avremmo finito per fare comunque a modo mio. A volte, quando esprimevano dubbi sui miei progetti, rispondevo con sicurezza: “Se non vi piace la mia idea, qualcuno di voi ha un piano migliore?”. Avevano le mani legate e dovevano fare a modo mio. Col tempo, nessuno nel gruppo ha più contrastato le mie idee. Tutti si limitavano a fare un cenno di assenso a qualsiasi cosa dicessi.
Per un po’ di tempo, i video che realizzavamo non hanno superato le varie fasi di controllo e contenevano alcune chiare violazioni dei principi. I fratelli e le sorelle incolpavano sé stessi, convinti di non aver svolto bene il loro dovere, mentre io non riflettevo su me stessa. Sentivo di aver fatto del mio meglio e che, vista la nostra levatura limitata, non raggiungere gli standard era normale. In seguito, il mio dovere si è fatto sempre più gravoso e avevo spesso sonno. Una sorella mi ha richiamata: “Dovresti riflettere un po’ su te stessa. Ultimamente continui a insistere che tutti facciano come vuoi tu: non è una cosa arrogante?”. Venuta a sapere che ero arrogante e dispotica e che non ascoltavo la comunione degli altri, la nostra leader mi ha duramente smascherata e trattata. Poi, vedendo che non avevo alcuna consapevolezza di me stessa, mi ha rimossa. Ero insensibile e non sapevo come rivolgermi a Dio. Sentivo di avere dei punti di forza e una mentalità flessibile, e che la chiesa mi avrebbe presto affidato un altro dovere. Ho continuato a studiare produzione video per non perdere la pratica con il tempo. Ma, ogni volta che mi preparavo a lavorare su un video, la mia mente si svuotava. Mi scervellavo, ma non riuscivo a farmi venire nessuna idea: ero nella confusione. Pensavo di avere una mente aperta e agile. Perché ora non riuscivo a produrre nulla? Allora, ho rammentato queste parole di Dio: “Dio conferisce all’uomo dei doni, assegnandogli capacità particolari, nonché intelligenza e saggezza. Come vanno sfruttati questi doni? Devi dedicare al tuo dovere le tue capacità particolari, i tuoi doni, la tua intelligenza e saggezza. Devi usare il cuore e applicare al tuo dovere tutto ciò che sai, tutto ciò che capisci e tutto ciò che sai realizzare. In tal modo, sarai benedetto. Cosa significa essere benedetti da Dio? Cosa provano le persone al riguardo? Che sono state illuminate e guidate da Dio, e che hanno un percorso nell’adempimento del loro dovere. […] Quando Dio benedice una persona, questa diventa intelligente e saggia, perspicace in tutte le situazioni, nonché acuta, attenta e particolarmente abile; avrà il talento e sarà ispirata in tutto ciò che fa, e penserà che tutto ciò che fa è facilissimo e che nessuna difficoltà la può ostacolare: è benedetta da Dio. Quando qualcuno trova tutto ciò che fa difficile, complicato e assurdo e proprio non lo afferra, non lo capisce nonostante ciò che gli viene detto, allora cosa significa? Significa che non è guidato da Dio e che non è benedetto da Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Si può vivere come veri esseri umani soltanto essendo onesti”). Le parole di Dio sono state per me un immediato campanello d’allarme. Quando siamo sulla strada giusta, Dio ci benedice e ci permette di mettere in gioco i nostri doni e le nostre forze. Quando non siamo sulla strada giusta, lo Spirito Santo non opera in noi; quindi, per quanti doni o abilità abbiamo, è tutto inutilizzabile. Senza la guida di Dio, i doni e i punti di forza delle persone sono del tutto inutili. Quando ho iniziato a produrre video, avevo l’atteggiamento giusto e mi concentravo sulla ricerca dei principi, così Dio mi illuminava. Che si trattasse di acquisire competenze o di imparare principi, Lui mi apriva gli occhi. Solo ora capivo che era tutta una benedizione di Dio. Ma io non riconoscevo l’opera dello Spirito Santo. Avevo ottenuto dei risultati e mi ritenevo speciale. Usavo la mia levatura e la mia agilità mentale come un capitale, disdegnando gli altri e rifiutando di ascoltare i loro suggerimenti. Questo ha fatto sì che lo Spirito Santo alla fine mi abbandonasse: sono precipitata nelle tenebre e non ottenevo alcun risultato nel mio dovere. In passato, sentivo di avere talento, ma poi ho visto che non ero mai stata migliore degli altri. Ero stata in grado di realizzare dei video grazie all’illuminazione e alla guida dello Spirito Santo. Ora, senza l’opera dello Spirito Santo, non riuscivo a produrre nulla. Non avevo nemmeno un’idea. Finalmente ho visto quanto ero miserabile e pietosa.
In seguito, riflettendo, ho letto questo passo delle parole di Dio: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più sono irragionevoli; e più sono irragionevoli, più sono inclini a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio, e non hanno in cuore alcun timore di Lui. Anche se potrebbe sembrare che le persone credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stesse. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui. Coloro che sono arroganti e presuntuosi, specialmente coloro che sono tanto arroganti da aver perduto il senno, non sanno sottomettersi a Dio nella loro fede in Lui e addirittura si esaltano e rendono testimonianza a sé stessi. Simili persone sono quelle che più avversano Dio e non hanno alcun timore di Lui” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Ho valutato il mio comportamento in base alle parole di Dio. Dopo le mie ripetute promozioni, sono stata travolta dall’orgoglio. Mi ritenevo un talento di cui la chiesa non poteva fare a meno. Quando il supervisore mi ha messa a capo della produzione video dei fratelli, sono diventata ancora più arrogante e mi sentivo migliore di tutti. Quando il capogruppo commentava le mie idee, mi rifiutavo del tutto di accettarlo. Pensavo addirittura che, quando non era d’accordo con me, mi sminuisse intenzionalmente e mi mettesse in cattiva luce, così l’ho giudicato alle sue spalle, inducendo gli altri a criticarlo e trattarlo. A quel punto, si è sentito limitato e non ha più osato sottolineare i miei problemi. Ero la sola a dettare legge e nessuno osava dissentire. Ero così arrogante che guardavo tutti dall’alto in basso, ero dispotica e sprezzante, e non ascoltavo i suggerimenti degli altri. Questo ci ha portati ad allontanarci dai principi nei nostri video e non abbiamo concluso nulla per oltre un mese. È stato un grave ostacolo alla produzione video della chiesa. Non si trattava di un piccolo errore, ma di compiere il male e di resistere a Dio! A quel punto, ho capito che la mia indole arrogante era la causa della mia resistenza a Dio. Tutti gli anticristi che vengono espulsi dalla chiesa sono arroganti al punto di perdere la ragione e non ascoltano nessuno. Intralciano gravemente il lavoro della chiesa e rifiutano categoricamente di pentirsi. Alla fine vengono scacciati. Non avrei mai immaginato di vivere secondo un’indole arrogante, di essere ciecamente tirannica e di intralciare l’importante lavoro della chiesa. Senza rendermene conto, ero sul cammino di un anticristo. Per alcuni giorni, ho vissuto in uno stato di terrore, con la costante sensazione che, avendo compiuto un tale male, sarei stata di certo scacciata. Mi sentivo davvero giù. Mio padre mi ha letto un passo delle parole di Dio che mi ha davvero commossa. Le parole di Dio dicono: “Non voglio vedere nessuno sentirsi come se Dio lo avesse lasciato al freddo, come se Dio lo avesse abbandonato o gli avesse voltato le spalle. Vorrei vedere tutti sulla strada alla ricerca della verità e della comprensione di Dio, avanzare marciando baldanzosi con volontà incrollabile, senza dubbi, senza alcun fardello. Indipendentemente da quanti errori tu abbia commesso, da quanto tu ti sia allontanato dal cammino o da quanto tu abbia trasgredito in modo grave, non permettere che queste cose diventino un fardello o un ingombrante bagaglio da portare con te nella tua ricerca di comprendere Dio: continua ad avanzare marciando. In ogni momento Dio ha a cuore la salvezza dell’uomo; questo non muta mai. È la parte più preziosa dell’essenza di Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Ascoltando le accorate parole di conforto di Dio, traboccanti di compassione, non ho più potuto trattenere le lacrime. Vivevo secondo un’indole arrogante e intralciavo la produzione video, ma le persone intorno a me mi hanno letto le parole di Dio, aiutandomi a capire la Sua volontà e a trovare un percorso di pratica. Era dovuto all’amore di Dio. Ma io non capivo cosa Dio volesse e non mi rivolgevo a Lui. L’ho frainteso e incolpato. Non avevo coscienza. Pensare al male che avevo compiuto mi colmava di rimorso e senso di colpa, ma non volevo continuare a essere limitata dalle mie trasgressioni e a vivere nella negatività e nell’incomprensione, così ho pregato Dio, pronta a ricercare la verità, a pentirmi e a cambiare. Sei mesi dopo, con mia sorpresa, la leader mi ha detto che potevo tornare alla produzione di video. Ero così grata. Ho giurato a me stessa che avrei svolto bene il mio dovere per rimediare alle mie trasgressioni passate. Questa volta, nel mio dovere, non ero arrogante né testarda come in passato. Discutevo spesso sulle cose con gli altri, ricercavo i principi della verità e, quando qualcuno aveva un’opinione diversa, ho imparato ad abbandonare me stessa e ad ascoltare i suoi suggerimenti. Ho ottenuto risultati sempre migliori nella mia produzione video.
Ma le cose belle non durano. Poiché stavo migliorando nella produzione video, la mia arroganza è riaffiorata senza che me ne accorgessi. All’epoca, collaboravo alla produzione video con una sorella, ma trovavo il suo modo di pensare troppo antiquato, quindi non tenevo conto dei suoi suggerimenti e la ignoravo completamente. In seguito, mi ha detto che sentiva che non stavo collaborando con lei, così ho finalmente accettato il suo contributo; ma, quando ho visto che non lavorava bene, sono stata estremamente sdegnosa. Le ho detto con tono molto duro cosa avrebbe dovuto fare, facendola sentire molto limitata. Un’altra volta, la capogruppo mi ha proposto un suggerimento per un video che avevo prodotto, e ho pensato: “Non comprendi i principi meglio di me, né hai una levatura migliore della mia. Ho davvero bisogno della tua opinione?”. Così ho respinto le sue idee senza neanche considerarle. Vedendo che non ero minimamente ricettiva, la capogruppo ha usato la sua esperienza per guidarmi a capire la mia indole corrotta, ma io ero molto resistente e non volevo accettarlo. Un altro capogruppo ha condiviso con me e mi ha richiamata per il mio recente comportamento dispotico e il mio rifiuto di accettare i suggerimenti altrui. Non riuscivo ad accettarlo: “Vuoi solo costringermi ad accettare le tue idee. Le mie andavano bene, quindi perché devo abbandonare me stessa e accettare i tuoi suggerimenti?”. Con espressione acida, non ho detto una parola, creando un’atmosfera davvero tesa, e così la riunione si è conclusa frettolosamente. Ero così arrogante e inflessibile, per niente disposta ad accettare i suggerimenti degli altri, perciò non ottenevo nulla nel mio dovere e sono stata di nuovo rimossa. Tornata a casa, mi sentivo davvero depressa. Mi sono chiesta: “Perché sono tornata alle mie vecchie abitudini? Non volevo essere così arrogante, ma non ho potuto farne a meno. Sembra che sia la mia natura, la mia essenza, e che non possa cambiarla”. Mi sono arresa.
Poi, un giorno, mia madre, che era stata fuori città per un dovere, è tornata, ha fatto comunione con me e mi ha chiesto delle mie riflessioni su me stessa. Mi ha ascoltata, poi ha scosso la testa e ha detto: “Stai soltanto riconoscendo di avere una natura arrogante, e di star compiendo il male e resistendo a Dio, ma questo significa che conosci davvero te stessa e sei pentita? Come mai in tutti questi anni hai imparato a conoscerti, ma la tua arroganza non è cambiata affatto? È perché la tua conoscenza di te stessa è troppo superficiale, e quindi non riesci a ottenere alcun cambiamento d’indole! Devi integrare le parole di Dio e riflettere su te stessa a partire dalla causa primaria. Hai riflettuto sul tuo cammino di fede? In un decennio di fede, a chi ti sei mai sottomessa? Chi hai rispettato? Sei stata costantemente ostile, volevi contestare tutti quanti e metterti in mostra. A parte le tue due destituzioni e il periodo in cui prestavi servizio come leader della chiesa, hai sempre elevato te stessa e portato gli altri ad ammirarti. E due anni fa, quando lavoravi alla produzione video, guardavi dall’alto in basso il capogruppo e gli eri apertamente ostile. Di conseguenza, il gruppo non ha ottenuto alcun risultato per oltre due mesi. Hai riflettuto su te stessa? Gli altri te l’hanno fatto notare più e più volte: l’hai mai accettato?”. Una dopo l’altra, le taglienti domande di mia madre colpivano dritte al cuore. Sapevo che era tutto vero, ma in quel momento non sapevo cosa rispondere. Poi, delusa, mi ha detto: “Sei stata destituita per tanto tempo, perché non hai operato alcuna vera riflessione su te stessa? Non hai accettato la verità. Non c’è mai pace dove ci sei tu a svolgere un dovere. Questo è un problema grave! In base a come ti sei comportata in tutti questi anni di fede, alla tua natura arrogante, al male che hai perpetrato e alla tua incapacità di accettare la verità e riflettere su te stessa, è molto probabile che verrai espulsa”. All’idea di essere espulsa, sono scoppiata a piangere. Ho provato un dolore indicibile: “Veramente sarò espulsa? Il mio cammino di fede sta davvero volgendo al termine? Sarò completamente tagliata fuori dalla chiesa per sempre? Ho seguito Dio per tanti anni e ho sofferto molto: come posso essere espulsa così?”. Mi sentivo sempre più offesa e turbata. Mia madre ha continuato a condividere con me, ma io non riuscivo a sentirla. Per alcuni giorni, non ho fatto altro che piangere. Il pensiero di essere espulsa dalla chiesa era così doloroso. Trascorrevo le giornate come un cadavere ambulante, priva delle energie per fare qualsiasi cosa.
Una volta, mio padre è tornato da una riunione e gli ho chiesto: “Sto per essere espulsa?”. Mi ha risposto duramente: “La cosa importante ora è come affronti la cosa. Se davvero sarai espulsa, continuerai a seguire Dio? Se provi autentico rimorso, inizi a pentirti e persegui la verità, allora l’espulsione sarà per te una salvezza. Se ti consideri irrecuperabile perché vieni espulsa, sarai completamente smascherata e scacciata. Hai intenzione di gettare la spugna? Non vuoi perseguire la verità, pentirti veramente e salvare la tua fine?”. Le parole di mio padre mi hanno davvero aperto gli occhi. Aveva ragione. Anche se fossi stata espulsa, non ero comunque un essere creato? Nessuno poteva privarmi del diritto di leggere le parole di Dio e di perseguire la verità. Dovevo pentirmi davanti a Dio. Ho pregato in ginocchio al Suo cospetto: “Dio! Se oggi sono arrivata a questo punto, dipende solo dalle mie colpe e della mia incapacità di perseguire la verità”. In seguito, ho riflettuto: “Dopo tutti questi anni di fede, perché non ho mai perseguito la verità e me ne rendo conto solo ora che rischio l’espulsione? Se avessi fatto un piccolo sforzo per cercare la verità, le cose non sarebbero arrivate a questo punto!”. Ero consumata dal rimorso e dal dolore. Poi ho pensato ai Niniviti, che si pentirono veramente e ottennero la misericordia di Dio. Ho subito aperto il mio libro delle parole di Dio e ho letto: “Questi ‘via malvagia’ non si riferiscono a pochi atti malvagi, ma alla fonte malvagia da cui ha origine il comportamento umano. ‘Convertirsi dalla cattiva condotta’ significa che le persone in questione non commetteranno mai più azioni simili. In altri termini, non si comporteranno mai più in modo malvagio; il metodo, la fonte, lo scopo, l’intento e il principio delle loro azioni sono cambiati; non ricorreranno mai più a quei metodi e principi per portare gioia e felicità ai loro cuori. Il termine ‘abbandonare’ in ‘abbandonare la violenza delle loro mani’ significa rinunciare o accantonare, rompere completamente col passato e non tornare più indietro. Quando la popolazione di Ninive abbandonò la violenza delle proprie mani, ciò dimostrò e rappresentò il loro vero pentimento. Dio osserva l’esteriorità delle persone ma anche il loro cuore. Quando Dio vide chiaramente il vero pentimento nei cuori dei Niniviti, e constatò che avevano rinunciato ai loro modi malvagi e abbandonato la violenza delle loro mani, cambiò idea” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). Hanno toccato molto anche me. I Niniviti si pentirono veramente e ottennero la misericordia di Dio. Il loro pentimento non era una mera confessione dei loro peccati a parole o un concentrarsi sul comportamento esteriore. E tanto meno era solo un rimorso momentaneo. Si trattava di una trasformazione nel modo di agire, nei presupposti e nelle motivazioni. Abbandonarono veramente le loro passate ricerche. Non solo cambiarono il loro comportamento: la cosa più importante è che si pentirono veramente. Questo tipo di pentimento è l’unico modo per ottenere la misericordia e il perdono di Dio. Poi, ho pensato a me stessa: avevo sempre ammesso la mia arroganza, ma non avevo mai posto un freno alla mia indole arrogante. Sapevo di compiere il male e di oppormi a Dio, ma non avevo mai interrotto i miei comportamenti malvagi. Ero arrivata a rischiare l’espulsione non per una o due cattive azioni, ma perché avevo continuato a percorrere senza pentimento la strada del male. Non avevo mai praticato la verità e non mi ero mai pentita davanti a Dio. Sapevo di aver commesso molte trasgressioni e che la mia indole arrogante era grave, ma non mi ero mai sforzata di cercare la verità per eliminarla. Come potevo pentirmi veramente se non eliminavo mai la mia indole arrogante? Se non mostravo autentico pentimento, allora la mia conoscenza di me stessa non era solo una facciata ingannevole? Dovevo essere come i Niniviti. Dovevo riflettere su me stessa a partire da radici, motivi, modi e intenti alla base delle mie azioni e pentirmi davanti a Dio.
Ho pensato a come mia madre mi aveva smascherata qualche giorno prima e al fatto che ero stata destituita due volte. Ci ho riflettuto sopra a lungo. “Perché, pur vedendo che possedevo un’indole arrogante, non appena succedeva qualcosa, non potevo fare a meno di affidarmi alla mia indole arrogante e resistere a Dio?”. Poi, nei miei devozionali, ho letto queste parole di Dio: “Questo perché, finché le persone non hanno accettato la verità e la salvezza di Dio, tutte le idee che accettano derivano da Satana. Cosa portano alle persone tutti i pensieri, i punti di vista e le culture tradizionali che derivano da Satana? Portano all’abbindolamento, alla corruzione, alla schiavitù, alle catene, facendo sì che la mentalità dell’umanità corrotta sia ristretta ed estrema e che le sue opinioni sulle cose siano unilaterali e parziali quando non assurde e irragionevoli. È esattamente questa la conseguenza della corruzione dell’umanità da parte di Satana” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte prima”). “Se, nel tuo cuore, comprendi veramente la verità, allora saprai come metterla in pratica e obbedire a Dio, e intraprenderai naturalmente il cammino della ricerca della verità. Se il cammino che percorri è quello giusto e in linea con la volontà di Dio, allora l’opera dello Spirito Santo non ti abbandonerà, e così ci saranno sempre meno possibilità che tu tradisca Dio. Senza la verità, è facile commettere il male, e lo commetterai tuo malgrado. Per esempio, se possiedi un’indole arrogante e presuntuosa, allora sentirti dire di non opporti a Dio non fa alcuna differenza, non puoi evitarlo, è al di là del tuo controllo. Non lo faresti intenzionalmente, ma saresti guidato dalla tua natura arrogante e presuntuosa. La tua arroganza e il tuo orgoglio ti porterebbero a disprezzare Dio e a considerarLo privo di qualsiasi importanza; ti indurrebbero a esaltare te stesso, a metterti costantemente in mostra; ti porterebbero a disprezzare gli altri, non lascerebbero spazio per nessuno nel tuo cuore se non per te stesso; priverebbero il tuo cuore del posto per Dio, e alla fine ti farebbero sedere al Suo posto e pretendere che la gente si sottometta a te e venerare come verità i tuoi pensieri, le tue idee e le tue nozioni. Quanto male commettono le persone sotto il dominio della loro natura arrogante e presuntuosa! Per risolvere il problema di compiere il male, le persone devono prima risolvere il problema della loro natura. Senza un cambiamento di indole, non sarebbe possibile apportare una soluzione fondamentale a questo problema” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che, prima che acquisissi la verità, tutti i miei pensieri e prospettive provenivano da Satana. Fin dall’infanzia, per ciò che ho imparato a scuola e dagli anziani e per le influenze sociali che ho subito, sentivo di dover essere il centro di tutto. “Solo io regno sovrano” e “Io sono l’unico signore” sono diventati i miei perseguimenti e le parole secondo cui vivevo. Consideravo queste filosofie sataniche come cose positive. In qualsiasi gruppo mi trovassi, volevo comandare, avere l’ultima parola, non potevo fare a meno di voler dirigere gli altri e far sì che tutti mi ascoltassero. Vedendo che il capogruppo non mi ascoltava e continuava a darmi suggerimenti, mi sono infastidita e l’ho giudicato davanti ai fratelli e alle sorelle. Per portare tutti ad ascoltarmi, ho usato la mia alta levatura e le mie qualifiche per opprimerli. Tutti i fratelli e le sorelle si sentivano così limitati che non osavano esprimere le loro opinioni e mi obbedivano come marionette. Di conseguenza, nel mio dovere ero un disastro. Costringevo gli altri a fare a modo mio e ad ascoltarmi. Non stavo rivelando solo un minimo di indole arrogante; al contrario, ero arrogante al di là di ogni ragione. Dio non avrebbe mai potuto tenere nella Sua casa una persona satanica come me. Se la chiesa mi avesse espulsa, sarebbe stata la giustizia di Dio! Ero grata a Dio e non avevo lamentele. Sapevo di aver commesso molte trasgressioni alle quali non avrei mai potuto rimediare ed ero colma di rimorso.
In seguito, ho pensato al richiamo di mia madre a non riflettere solo sulle mie due destituzioni, ma a pensare anche al cammino che avevo compiuto in tutti i miei anni di fede. Ho trovato alcune parole di Dio pertinenti. Dio Onnipotente dice: “Sin dalla nascita, agli anticristi non piace vivere secondo le regole, condurre una vita ordinaria, restare tranquillamente al proprio posto o vivere con umiltà come persone comuni. Non si accontentano di essere questo tipo di persona. Quindi, indipendentemente da ciò che mostrano esteriormente, nel profondo non si accontentano mai; devono fare qualcosa. Che cosa? Cose che una persona ordinaria non potrebbe mai immaginare. A loro piace distinguersi così e, per farlo, sono disposti ad affrontare qualche avversità e a pagare un prezzo. Si dice: ‘I nuovi funzionari hanno una gran smania di lasciare una buona impressione’. Devono compiere un piccolo miracolo o lasciare un’eredità di qualche tipo per dimostrare di non essere un semplice signor nessuno. Qual è il problema più grave in questo comportamento? Anche se lavorano nella chiesa, e sebbene lavorino fingendo di compiere il loro dovere, non hanno mai cercato da Dio come devono essere fatte le cose e non hanno mai indagato seriamente su ciò che la casa di Dio decreta, su quali sono i principi della verità, su cosa fare per favorire l’opera della casa di Dio, su cosa si può fare per giovare ai fratelli e alle sorelle, per non insultare Dio e renderGli invece testimonianza, e per far progredire senza intralci il lavoro della chiesa, in modo che esso si svolga senza problemi e senza sviste. Costoro non fanno mai domande riguardo a queste cose, né si informano su di esse. Non portano queste cose nei loro cuori; nei loro cuori non trovano posto. Allora, su cosa si informano? Che cosa occupa i loro cuori? Quello che occupa il loro cuore è come mostrare i loro talenti in chiesa, come mostrare di essere diversi da tutti gli altri, come mettere in mostra le loro capacità di leadership, come mostrare alla gente di essere colonne portanti della chiesa, che la chiesa non può fare a meno di loro e che è solo perché ci sono persone come loro che ogni progetto del lavoro della chiesa può procedere senza intralci. Osservando l’espressione degli anticristi, il loro slancio e la loro motivazione nel fare le cose, in quale posizione collocano loro stessi? Al di sopra di tutto il resto. […] Qual è il loro obiettivo? Non è quello di fare un buon lavoro svolgendo il loro dovere di esseri creati né di avere considerazione del fardello di Dio. Al contrario, ambiscono a controllare tutto mentre servono nella chiesa e servono i fratelli e le sorelle. Perché diciamo che vogliono controllare tutto? Perché, con le loro azioni, cercano innanzitutto di ritagliare un posto per loro stessi, di farsi un nome, di farsi stimare, di avere il potere di influenzare le situazioni e di prendere decisioni. Se ci riescono, possono sostituire Dio e trasformarLo in un prestanome. All’interno della loro sfera di influenza, cercano di trasformare il Dio incarnato in un fantoccio; questo è ciò che si chiama mettere sé stessi al di sopra di ogni altra cosa. Non è forse questo che fanno gli anticristi? Questo è il comportamento degli anticristi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte decima”). Le parole di Dio rivelavano precisamente il mio stato. Avevo fede da più di dieci anni, ma non mi ero mai accontentata di essere una comune credente. Ovunque andassi e qualunque dovere svolgessi, volevo sempre essere la migliore tra i migliori. Nei miei primi anni da credente, irrigavo i nuovi arrivati nella chiesa. Per dimostrare il mio valore, ho lavorato duramente per munirmi della verità sulle visioni e risolvere i loro problemi. In qualsiasi condizione atmosferica, per quanto lontano andassi, non mi lamentavo mai delle avversità. Dopo essere diventata una leader della chiesa, ho cercato di distinguermi dalla massa. Poi, quando producevo video, nel tentativo di eccellere, facevo le ore piccole, mi dedicavo ai principi e alle competenze, e alla fine sono stata promossa e lodata dai leader e dagli altri, e così mi sono lasciata trasportare ancora di più. Mi sentivo un talento di cui la chiesa non potesse fare a meno, e mi consideravo addirittura la spina dorsale del gruppo, senza alcun pudore. Ero prepotente e dispotica nel gruppo. Dopo la mia rimozione, ho solo riconosciuto di essere arrogante e di aver compiuto il male, ma non ho riflettuto sul mio comportamento o sul cammino che percorrevo. Quando sono tornata alla produzione video, si sono ripresentati gli stessi problemi. Perché ero sempre così arrogante e non mi sottomettevo a nessuno? Perché non ascoltavo le idee degli altri? Perché volevo sempre avere l’ultima parola e far sì che tutti mi ascoltassero? Perché ero troppo arrogante e non volevo essere una persona ordinaria. Volevo essere al di sopra degli altri, che mi obbedissero. Questa mia indole era forse diversa dall’indole da anticristo del “mettere sé stessi al di sopra di ogni altra cosa” rivelata da Dio? A quel punto ho visto che, sebbene avessi fede da tanti anni, la mia indole satanica non era cambiata, e avevo una grave indole da anticristo. Quando ho saputo che la chiesa mi avrebbe espulsa, mi sono sentita offesa, come se Dio non dovesse rifiutarmi dato che ero una credente da così tanti anni. Ma in realtà non ero una persona che ricercava la verità. Perseguivo la fama e il guadagno: avevo scelto la strada sbagliata. Ecco perché neanche dopo oltre dieci anni avevo ancora acquisito la verità. E di chi era la colpa? La colpa era mia, poiché non perseguivo la verità! Inoltre, viste le trasgressioni e le azioni malvagie che ho compiuto in quegli anni, era la giustizia di Dio se la chiesa mi espelleva! Stavo vivendo secondo la mia indole arrogante. Non solo avevo gravemente intralciato il nostro lavoro, ma avevo anche limitato e danneggiato gli altri. Ero del tutto priva di umanità! In base alla mia essenza, alla mia indole e a tutto il male che avevo compiuto, avrei dovuto essere espulsa. A quel punto, non consideravo se la chiesa mi avrebbe espulsa o meno. Dovevo fare una scelta, perseguire la verità ed eliminare la mia indole corrotta.
In seguito, la chiesa mi ha incaricata di riunirmi con un paio di altre persone che erano state isolate per riflettere. Ho trovato le parole di Dio per esporre e analizzare la mia corruzione e il mio comportamento malvagio, così da mostrare loro che ero sul cammino di un anticristo, che ero proprio come Satana, e che espellermi sarebbe stata la giustizia di Dio. Ho inoltre detto loro: “Dobbiamo pentirci veramente. Qualunque sarà il nostro esito, dobbiamo seguire Dio e svolgere il nostro dovere”. Da allora, ho smesso di essere arrogante come in passato. Nelle mie interazioni con gli altri, non volevo più avere l’ultima parola. Quando si presentavano dei problemi, chiedevo i loro suggerimenti. Mi richiamavo spesso ad abbandonare me stessa e guardare di più agli altrui punti di forza e, senza rendermene conto, sono diventata molto più umile. Alcuni mesi dopo, la chiesa ha valutato il mio comportamento e ha decretato che avevo una grave indole da anticristo, ma non un’essenza da anticristo, quindi non sono stata espulsa. In seguito, poiché manifestavo consapevolezza di me stessa e pentimento, la chiesa mi ha di nuovo assegnato un dovere. Quando l’ho saputo, ero sopraffatta dall’emozione e i miei occhi si sono riempiti di lacrime. Ho pensato a queste parole di Dio: “L’indole di Dio è vitale e vividamente palese, ed Egli muta pensieri e atteggiamenti in base all’andamento delle cose. La trasformazione del Suo atteggiamento nei confronti dei Niniviti dice all’umanità che Egli ha i Suoi pensieri e le Sue idee; non è un robot o una figurina di terracotta, ma il Dio Stesso vivente. Poteva essere in collera con gli abitanti di Ninive, proprio come poteva perdonare il loro passato alla luce dei loro atteggiamenti. Poteva decidere di infliggere sventure ai Niniviti e poteva anche cambiare la Sua decisione in considerazione del loro pentimento. Agli esseri umani piace applicare rigidamente le regole e usarle per delimitare e definire Dio, proprio come amano usare formule per cercare di capire la Sua indole. Quindi, per quanto riguarda l’ambito del pensiero umano, Dio non pensa, né ha idee essenziali. In realtà i pensieri di Dio sono in uno stato di continua trasformazione secondo il mutare delle cose e degli ambienti. Mentre questi pensieri si trasformano, vengono rivelati aspetti diversi della essenza di Dio. Durante questo processo di trasformazione, nel momento preciso in cui Dio cambia idea, ciò che Egli rivela all’umanità è la reale esistenza della Sua vita, e che la Sua indole giusta è piena di dinamica vitalità. Allo stesso tempo, Dio usa le Sue vere rivelazioni per dimostrare all’umanità la verità dell’esistenza della Sua ira, della Sua misericordia, della Sua amorevolezza e della Sua tolleranza” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). L’indole giusta di Dio è così dinamica e piena di vitalità. Che si tratti di ira, maestà, misericordia o amore, è tutto autentico. Dio esprime la Sua indole un po’ alla volta, in base all’atteggiamento che l’uomo ha verso di Lui e verso la verità. Quando ero sul mio cammino, Dio ha predisposto ripetute situazioni per smascherarmi, punirmi e disciplinarmi, ma io non mi sono mai pentita, non ho mai riflettuto e sono rimasta ostinata. Solo quando mi sono ritrovata sul punto di essere espulsa ho finalmente aperto gli occhi e ho iniziato a riflettere su me stessa. Una volta che ho ottenuto un po’ di comprensione e di disgusto per me stessa ed ero intenzionata ad abbandonare le mie ricerche errate e a tornare verso Dio, Dio è stato misericordioso con me e mi ha dato un’altra possibilità di pentirmi. Che si trattasse della Sua ira, maledizione, misericordia o tolleranza, era comunque la manifestazione reale della Sua indole giusta. L’indole di Dio si esprime nei miei confronti in base al mio atteggiamento verso di Lui e la verità. Ho anche sperimentato veramente che l’indole di Dio è ricca di dinamica vitalità. Dio è sempre stato al mio fianco, a osservare ogni mia parola e azione. Qualunque pensiero abbia avuto o azione abbia compiuto, Dio aveva un’opinione. Se quella volta non avessi rischiato l’espulsione, il mio cuore insensibile e indurito non sarebbe cambiato e io non avrei davvero riflettuto su me stessa. Senza il duro castigo e la disciplina di Dio, sarei solo diventata più arrogante e avrei resistito di più a Dio, e alla fine sarei stata punita. Questa esperienza ha portato un cambiamento nella mia vita di credente. Ho visto le serie intenzioni di Dio e ho percepito il Suo amore e la Sua salvezza.
L’estate scorsa, la chiesa mi ha di nuovo assegnata alla produzione video. Una volta, mi sono bloccata su un’idea per un video, e in quel momento è venuta da me una sorella. Quando ha saputo della mia difficoltà, ha condiviso la sua opinione. L’ho ascoltata e ciò che proponeva non corrispondeva alla mia idea, così ho provato un po’ di sdegno. Mi sono detta: “A me non è ancora venuta un’idea pur dopo averci pensato su a lungo, mentre tu non hai mai svolto questo lavoro, quindi come puoi avere dei buoni suggerimenti?”. Non volevo ascoltarla oltre. A quel punto, mi sono resa conto che la mia indole arrogante si stava nuovamente scatenando, così ho subito pregato Dio nel cuore, e ho pensato a un passo delle Sue parole che avevo letto di recente: “Il cammino verso il perfezionamento si raggiunge attraverso l’obbedienza all’opera dello Spirito Santo. Non sai attraverso quale tipo di persona Dio opererà per perfezionarti, e neppure attraverso quale persona, evento o cosa Egli ti permetterà di guadagnare o comprendere delle cose. Se riesci a imboccare questa retta via, significa che puoi ben sperare di essere perfezionato da Dio. Se non ci riesci, significa che ti aspetta un futuro di desolazione, privo di luce” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che obbediscono a Dio con cuore sincero saranno certamente guadagnati da Lui”). Ho visto che ero davvero priva di ragione. Pensavo che quella sorella non potesse dare buoni suggerimenti in assenza di esperienza in quel dovere. Questo era solo un mio giudizio e non era affatto in linea con le parole di Dio. Pensavo di essere intelligente, di avere dei doni, ma senza la guida di Dio, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a farmi venire un’idea. Ripensando ai miei precedenti fallimenti, non ho osato riporre di nuovo fiducia in me stessa. Forse lo Spirito Santo guidava o illuminava quella sorella, quindi non potevo essere arrogante o delimitarla. Ho iniziato ad abbandonare me stessa, ad ascoltare attentamente i suoi suggerimenti, e senza rendermene conto ho tratto ispirazione dalla nostra conversazione e mi si sono schiarite le idee. Ho ringraziato davvero Dio! Più facevo esperienza, più sentivo di essere stata troppo arrogante. Ho visto che ero stata davvero corrotta da Satana e che la mia natura arrogante aveva radici profonde, e mi sono odiata ancora di più; ma sapevo di non poter risolvere il problema di una natura arrogante da un giorno all’altro, e che occorrevano giudizio e potatura ripetuti da parte di Dio. Pregavo spesso Dio, chiedendoGli il Suo castigo e la Sua disciplina, e giurando che, per quanto avessi sofferto, avrei continuato a perseguire la verità, a compiere il mio dovere e a confortare il cuore di Dio.
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