Non prendere posizione: cosa si cela dietro
Qualche tempo fa, ero molto improduttiva nel mio dovere. Nel realizzare un progetto video, lo modificavo molte volte. Questo incideva gravemente sull’avanzamento generale del lavoro. All’inizio, pensavo fosse perché non avevo opinioni mie: ogni volta che i miei fratelli e sorelle proponevano modifiche, non valutavo se fossero necessarie in base ai principi e apportavo semplicemente qualsiasi cambiamento mi suggerissero. Alcuni non erano molto sensati, e ciò comportava una costante rielaborazione. In seguito, dopo essere stata potata e trattata e aver riflettuto su me stessa secondo quanto la parola di Dio rivela, mi sono resa conto che, dietro la mia mancanza di assertività, si celavano un’indole satanica e intenzioni spregevoli.
Questo accadeva diversi mesi fa. Allora c’erano alcuni fratelli e sorelle arroganti e presuntuosi che ribadivano sempre le loro opinioni, incapaci di accettare i suggerimenti di altri, cosa che incideva gravemente sullo svolgimento del lavoro. Il nostro leader ha più volte condiviso per esporli, ma non sono comunque cambiati e sono stati rimossi. Vedendoli andare via, mi sono messa segretamente in guardia: “In futuro, quando i fratelli e le sorelle mi daranno dei suggerimenti, non posso semplicemente insistere sulle mie opinioni”. Dopo di che, quando gli altri mi davano consigli per le modifiche di un video, quasi sempre li seguivo, anche se alcune erano questioni irrilevanti che non serviva davvero cambiare. In realtà pensavo che alcune di quelle modifiche non fossero in linea con i principi, e altre mi sembravano addirittura le più futili tra le questioni, ma mi preoccupavo: “Se non faccio questo ritocco, cosa penseranno di me il mio supervisore e i miei fratelli e sorelle? Mi riterranno arrogante e incapace di accettare i consigli? Se darò loro la cattiva impressione di non saper accettare la verità, la mia sostituzione sarà imminente. Inoltre, non sono del tutto sicura delle mie opinioni. Se mi sbaglio e non apporto una modifica necessaria, e quel problema emerge quando il video è ormai online, sarò io a risponderne”. Dopo averci riflettuto su, per non correre rischi, accettavo tutti i suggerimenti e apportavo i nuovi ritocchi. A volte mi davano consigli diversi sullo stesso argomento, così realizzavo più versioni e chiedevo al mio supervisore di decidere quale fosse la migliore, oppure, durante le discussioni di lavoro con il mio gruppo, ne parlavo con i miei fratelli e sorelle e decidevamo insieme. Mi dicevo: “Il mio supervisore e la maggioranza dei fratelli e sorelle hanno preso questa decisione. È l’opinione della maggioranza, quindi non dovrebbero esserci grandi problemi. Questo è il modo più sicuro. Se qualcosa andasse storto in futuro, la responsabilità non sarebbe solo mia”. A volte, ricevevo molti suggerimenti, e non ero sicura di come modificare il video, così cercavo il mio supervisore e mi facevo aiutare a decidere quale direzione prendere. Capitava anche che i consigli fossero troppi e alla fine non sapessi quale effetto si dovesse produrre, il che portava a eseguire il dovere in maniera molto inefficiente. Nelle discussioni di lavoro, il mio continuo richiedere ai fratelli e alle sorelle di aiutarmi a decidere toglieva tempo ai loro doveri e rallentava l’avanzamento generale del lavoro.
Una volta, stavo creando un’immagine di sfondo per un video. Doveva riflettere la condizione di sofferenza delle persone che vivono nel peccato, così ho optato per toni scuri in controluce. Alcuni fratelli pensavano che fosse troppo scura e sgradevole, e mi hanno suggerito di schiarirla un po’ e di aggiungere qualche effetto di luce e ombra. Non ero del tutto convinta. Dato il tema, un’immagine troppo luminosa non si sposava con l’atmosfera generale di persone che vivono nell’oscurità, e aggiungere luminosità avrebbe violato delle leggi oggettive, quindi non reputavo quel suggerimento sensato. Ma poi ho pensato che, dato che in molti erano d’accordo, se non l’avessi fatto e questo avesse influito sull’effetto del video quando ormai era online, sarei stata io la responsabile. Ero combattuta, ma ho visto che anche il leader era d’accordo con la revisione, così ho iniziato a scendere a compromessi. Se avessi sostenuto la mia, ossia che non approvavo la modifica, non avrebbero tutti pensato che insistevo con la mia opinione? Non avrebbero pensato che cercavo delle scuse per non apportare il cambiamento e risparmiarmi il fastidio? Così ho fatto la modifica e basta. Se ci fosse stato un problema, non sarebbe stata solo una mia responsabilità, perché avevo modificato il video sulla base dei suggerimenti di tutti. Sentivo chiaramente che era un cambiamento inappropriato, ma ho lo stesso dedicato molto tempo a modificare l’intera immagine. Una volta finito, sono rimasta scioccata quando il supervisore l’ha valutata in base ai principi e all’effetto concreto dopo la modifica e ha detto che non si accordava con la realtà oggettiva e dovevo rifarla come prima. Ha aggiunto che ultimamente ero stata passiva nel mio dovere, che non avevo opinioni sui suggerimenti degli altri e stavo ostacolando l’avanzamento del lavoro, e mi ha chiesto di riflettere su me stessa. Ho impiegato parecchio a calmarmi, e mi sono sentita davvero afflitta e in colpa. Avevo passato così tanto tempo a modificare l’immagine, e ora dovevo rifarla come era prima, cosa che ha rallentato di molto il lavoro. Mi sono resa conto che, in quel periodo, ogni volta che ricevevo suggerimenti diversi, in realtà avevo le mie opinioni ma, per evitare di risultare arrogante agli occhi degli altri, non le esprimevo. Quando ero incerta di fronte a un problema, non cercavo le verità principi; aspettavo semplicemente che gli altri prendessero la decisione finale, facendo sempre le cose in base ai loro ordini. Svolgere il mio dovere in questo modo era davvero troppo passivo, e aveva rallentato il lavoro della chiesa. Ho pregato dinanzi a Dio per chiederGli di guidarmi a riflettere su me stessa e a conoscermi.
Nella mia ricerca e riflessione, ho letto la parola di Dio: “Coloro che compiono un dovere nella casa di Dio, devono essere persone che si fanno carico del fardello del lavoro della chiesa, si assumono le proprie responsabilità, sostengono le verità principi, soffrono e ne pagano il prezzo. Se si è carenti in queste aree, si è inadatti a compiere un dovere e non si possiedono i requisiti per il suo adempimento. Ci sono molte persone che hanno paura di assumersi la responsabilità quando compiono un dovere. La loro paura si manifesta principalmente in tre modi. Il primo è scegliere un dovere che non richieda di assumersi delle responsabilità. Se un leader della chiesa affida loro un dovere, per prima cosa chiedono se debbano assumersi qualche responsabilità: se la risposta è sì, lo rifiutano; se invece non è richiesto che si assumano responsabilità, lo accettano malvolentieri, devono comunque verificare se il lavoro sia faticoso o gravoso e, nonostante questa accettazione forzata, non sono motivati a svolgere bene il loro dovere, e scelgono comunque di farlo con superficialità e negligenza. Tempo libero, evitare la fatica e nessun impegno fisico: questo è il loro principio. Il secondo modo è che, quando si trovano in difficoltà o affrontano un problema, la prima cosa che fanno è riferirlo a un leader perché sia il leader a gestirli e risolverli, nella speranza così di risparmiarsi ogni fastidio. Non si preoccupano di come il leader gestisca la questione e non se ne interessano: fintanto che non ne sono personalmente responsabili, allora tutto va bene per loro. Questo modo di compiere il proprio dovere è leale nei confronti di Dio? Questo è fare a scaricabarile, trascurare il proprio dovere, fare trucchetti. Sono tutte chiacchiere, simili individui non fanno nulla di reale, e pensano tra sé e sé: ‘Poiché sono io a dover gestire questa cosa, che succede se poi sbaglio? Quando controllano di chi è la colpa, non avrò forse una parte di responsabilità? La responsabilità non ricadrà prima di tutto su di me?’ Questo è ciò di cui si preoccupano. Ma credi che Dio esamini ogni cosa? Tutti commettono errori. Se una persona dalle intenzioni corrette manca di esperienza e non ha mai gestito una certa questione in passato, ma ha comunque fatto del suo meglio, Dio lo vede. Devi credere nel fatto che Dio scruta ogni cosa e il cuore dell’uomo. Chi non crede nemmeno a questo, non è forse un miscredente? Che significato potrebbe avere affidare un dovere a persone di questo tipo? Che svolgano o meno questo dovere non importa, giusto? Temono di assumersi la responsabilità e vi si sottraggono. Quando succede qualcosa, non cercano per prima cosa di trovare un modo per risolvere il problema, ma chiamano o avvisano il capo. Certo, alcuni cercano di gestire il problema da soli, avvisando al contempo il leader, ma altri non lo fanno e per prima cosa chiamano il leader e, dopo la chiamata, aspettano passivamente, in attesa di istruzioni. Seguono le istruzioni del leader passo dopo passo. Se il leader dice di fare qualcosa, la fanno. Se il leader non dice nulla o non dà istruzioni, non fanno nulla e si limitano a rimandare. Senza nessuno che li sproni o li supervisioni, non svolgono alcun lavoro. DiteMi, una persona del genere sta compiendo un dovere? Se anche stesse svolgendo un servizio, non ha alcuna devozione! C’è infine un altro modo in cui manifestano la loro paura di assumersi delle responsabilità. Quando compiono il loro dovere, alcune persone si limitano a svolgere qualche lavoro superficiale, semplice, e che non comporti alcuna responsabilità. Scaricano sugli altri i lavori che comportano difficoltà e assunzione di responsabilità e, se qualcosa dovesse andare male, addossano a loro la colpa e ne escono puliti. Quando i leader della chiesa vedono che sono irresponsabili, offrono loro pazientemente aiuto o li potano e li trattano, in modo che imparino ad assumersi le responsabilità. Ma continuano a non volerlo fare e pensano: ‘È difficile svolgere bene questo dovere. Dovrò assumermi io la responsabilità quando le cose vanno male; potrei anche essere scacciato ed espulso, e a quel punto per me sarà la fine’. Che tipo di atteggiamento è questo? Se non si ha senso di responsabilità nel compiere il proprio dovere, come si può svolgerlo bene? Chi non si spende sinceramente per Dio non può compiere bene alcun dovere, e chi teme di assumersi delle responsabilità non farà altro che ritardare le cose nel compimento del suo dovere. Tali persone sono indegne di fiducia e inaffidabili; svolgono il loro dovere solo per ottenere in cambio del cibo. Simili ‘accattoni’ non andrebbero forse scacciati? Sì. La casa di Dio non vuole persone di questo tipo” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Vogliono che gli altri obbediscano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). La parola di Dio ha rivelato il mio stato. Ho ripensato allo svolgimento dei miei doveri in quel periodo. Quando avevo ricevuto così tanti consigli, mi ero resa conto che alcuni non erano validi. Alcune modifiche erano in contrasto con i principi e altre erano inutili. Ma temevo che, se non avessi ascoltato il suggerimento di ognuno e qualcosa fosse andato storto, sarei stata la sola responsabile. E temevo anche che, insistendo sul mio punto di vista, avrei dato la cattiva impressione di essere arrogante e presuntuosa; così mi adeguavo alle opinioni di tutti, apportavo tutti i cambiamenti suggeriti dagli altri, e addirittura facevo ripetute modifiche e realizzavo più versioni, aspettando che fossero il supervisore e i miei fratelli e sorelle a decidere. Per paura di assumermi la responsabilità, non ho mai cercato le verità principi né preso decisioni. Pensavo che fare le cose in questo modo fosse più sicuro, perché, se si fosse deciso in gruppo, i problemi sarebbero stati meno probabili e, anche se ce ne fossero stati, non sarei stata sola. Apparentemente, ero sempre dedita ai miei doveri, ma in realtà consideravo in ogni cosa i miei interessi personali, come proteggere me stessa ed evitare le responsabilità. Non era forse un inganno? Compiere il mio dovere in quel modo era pura manodopera ed esecuzione di quanto mi veniva detto. Non ero mai scrupolosa, né mi assumevo responsabilità nel mio dovere. Non avevo alcuna considerazione per il lavoro della chiesa ed ero davvero priva di umanità. Coloro che compiono sinceramente i loro doveri considerano gli interessi della chiesa in ogni cosa e, di fronte a questioni che non comprendono, ricercano la volontà di Dio e le verità principi, e svolgono i loro doveri in armonia con Dio. Mentre io? Ero del tutto falsa e incurante nel mio dovere. Aspettavo solo di ricevere gli ordini, come una qualsiasi manovalanza. Non cercavo mai di risolvere i problemi con la verità. Eseguire il dovere in quel modo era lontanissimo da Dio e dalla verità. Eseguivo il mio lavoro solo superficialmente, non ero nemmeno paragonabile a un servitore.
Ho rammentato un altro passo della parola di Dio: “Qual è il parametro in base al quale le azioni e il comportamento di una persona vengono giudicate buone o cattive? È il fatto che una persona, nei suoi pensieri, nelle sue espressioni e nelle sue azioni, possieda oppure no la testimonianza di aver messo in pratica la verità e di vivere la verità realtà. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore. Dio come ritiene i malfattori? Per Dio, i tuoi pensieri e i tuoi atti esteriori non Gli rendono testimonianza, né umiliano e sconfiggono Satana; invece gettano vergogna su di Lui, e sono cosparsi di segni del disonore che Gli hai recato. Non stai testimoniando Dio, non ti adoperi per Lui, né adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi verso Dio; invece, agisci nel tuo interesse. Cosa significa ‘nel tuo interesse’? Se vogliamo essere precisi, significa nell’interesse di Satana. Pertanto, alla fine, Dio dirà: ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Agli occhi di Dio, le tue non saranno considerate buone azioni, ma cattive azioni. Non solo non otterranno l’approvazione di Dio, ma verranno anche condannate. Cosa spera di ottenere qualcuno con una simile fede in Dio? In definitiva, una fede di questo tipo non risulterebbe inutile?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Dalle parole di Dio ho capito che Egli scruta il cuore di ognuno. Non guarda quanto lavoro svolgiamo o quanta sofferenza sopportiamo, ma se le persone nei loro doveri rivolgono le loro intenzioni a Dio o a sé stesse, e se hanno la testimonianza di praticare la verità nei loro doveri. Se i doveri sono svolti solo per soddisfare sé stessi, è malvagità agli occhi di Dio, qualcosa che Egli detesta. Attraverso la parola di Dio, ho visto che compivo il mio dovere pensando a me stessa. Per evitare le responsabilità, sistemavo cose senza importanza, a prescindere da quanto tempo ci volesse, apportando persino ripetute modifiche senza preoccuparmi dei ritardi nell’avanzamento del lavoro. Andavo contro la mia stessa volontà per fare revisioni sulla base di suggerimenti che sapevo essere chiaramente inappropriati e, come risultato, la qualità dei video diminuiva. Rallentavo il lavoro, ma non provavo mai preoccupazione o pressione, né cercavo di aumentare il rendimento ricercando le verità principi. Nel mio dovere, mi limitavo a seguire le procedure e a fare le cose meccanicamente, pensando che, fintanto che apportavo le modifiche approvate da tutti, andava bene così. Il mio comportamento irresponsabile non era affatto compiere il mio dovere, né accumulare buone azioni. Era malvagità. Per proteggere i miei interessi, ho ripetutamente ostacolato il lavoro della chiesa. Non era altro che agire da serva di Satana e intralciare il lavoro della chiesa! Pensare questo mi ha terrorizzata. Ho subito pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a cambiare atteggiamento verso il mio dovere.
In seguito, quando ricevevo suggerimenti di qualsiasi tipo nel mio dovere, per prima cosa pregavo e ricercavo davanti a Dio, analizzavo quali cambiamenti fossero necessari e quali no, e pensavo a come essere più produttiva per ottenere risultati migliori. Quando mi suggerivano dei cambiamenti non necessari, fornivo le mie opinioni sulla base dei principi che capivo, ricercavo e tenevo condivisioni con tutti, e raggiungevo un accordo. Praticare in questo modo ha aumentato la mia produttività. Pensavo di aver ottenuto qualche cambiamento e ingresso sotto questo aspetto ma, quando mi sono trovata di fronte a questioni che potevano comportare un’assunzione di responsabilità, sono ricaduta nelle mie vecchie abitudini.
Una volta, ho realizzato una vignetta video, e tutti avevano opinioni diverse su alcuni dettagli dell’immagine. Neanche dopo aver discusso e condiviso riuscivamo a decidere come modificarla, e siamo rimasti bloccati per un bel po’ di tempo. In realtà, sapevo che per una vignetta, fintanto che è ben fatta e il contenuto dell’immagine non viola la realtà oggettiva, non c’è bisogno di indugiare sui dettagli. Tuttavia, dopo aver ascoltato tanti suggerimenti diversi, non sapevo cosa fare: “Se apporto le modifiche in base alle mie idee, cosa succederà se c’è un problema dopo il caricamento del video? Sarà una mia responsabilità”. Avevo paura di essere incolpata di un eventuale errore, così ho di nuovo realizzato più versioni in base ai suggerimenti di tutti e ho aspettato che ognuno esprimesse la decisione finale. Tuttavia, alla fine nessuno mi ha dato una risposta chiara. Col passare dei giorni, la mia ansia aumentava. Non stavo forse rallentando di nuovo la produzione di un video? Mi sono chiesta: “Perché è così difficile prendere una decisione? Perché mi sento come se avessi le mani legate e non potessi liberarmi?” Così ho pregato e ricercato davanti a Dio, e Gli ho chiesto di guidarmi a riflettere e a conoscere me stessa.
In seguito, ho letto la parola di Dio: “Devi essere una persona sincera, devi avere senso di responsabilità quando affronti i problemi, e devi trovare il modo di ricercare la verità per risolverli. Non essere una persona infida. Se di fronte a un problema ti sottrai alle responsabilità e te ne lavi le mani, persino i non credenti ti condanneranno, per non parlare della casa di Dio! Tutto questo viene condannato e maledetto da Dio, e il popolo eletto di Dio disprezza e ripudia tale comportamento. Dio ama le persone sincere, mentre odia le persone subdole e viscide. Se sei una persona infida e cerchi di ricorrere a inganni, Dio non ti odierà? La casa di Dio ti lascerà semplicemente impunito? Prima o poi, sarai ritenuto responsabile. A Dio piacciono le persone sincere e non piacciono quelle infide. Tutti dovrebbero capirlo chiaramente e smettere di essere confusi e di fare cose stupide. Un’ignoranza momentanea è comprensibile, ma rifiutare del tutto la verità è pura ostinazione. Le persone sincere sanno assumersi le loro responsabilità. Non pensano ai loro guadagni e alle loro perdite, salvaguardano solo il lavoro e gli interessi della casa di Dio. Hanno un cuore gentile e sincero, simile a una ciotola d’acqua limpida di cui si può vedere il fondo a colpo d’occhio. E c’è trasparenza anche nelle loro azioni. Una persona ingannevole non fa che ricorrere a sotterfugi, dissimula sempre le cose, le nasconde e si traveste così accuratamente che nessuno può vederla per ciò che è. Le persone non sono in grado di intuire i tuoi pensieri intimi, ma Dio può scrutare negli angoli più profondi del tuo cuore. Se Dio vede che non sei una persona sincera, che sei subdolo, che non accetti mai la verità, che cerchi sempre di ingannarLo e che non Gli consegni il tuo cuore, allora non Gli piacerai, ed Egli ti odierà e ti abbandonerà. Coloro che hanno successo tra i non credenti, che sono suadenti nel parlare e dotati di ingegno, che razza di persone sono? Vi è chiaro questo? Qual è la loro essenza? Si può affermare che sono tutti individui straordinariamente scaltri, ingannevoli e infidi, sono il vero diavolo Satana. Dio potrebbe mai salvare simili persone? Dio non odia niente più dei diavoli, persone ingannevoli e infide. Dio non salverà affatto tali persone; pertanto, qualunque cosa facciate, non siate questo tipo di persona. Coloro che sono dotati d’ingegno e considerano tutti i punti di vista quando parlano, che sono melliflui e suadenti e vedono da che parte soffia il vento quando trattano le questioni, ti dico che sono coloro che Dio detesta più di tutti: persone di questo tipo non potranno mai essere salvate. Quando le persone sono ingannevoli e infide, per quanto suonino gentili le loro parole, si tratta comunque di bugie ingannevoli. Meglio suonano le loro parole, e più esse sono il diavolo Satana. È esattamente questo il tipo di persone che Dio disprezza maggiormente. Cosa ne pensate: le persone che sono ingannevoli, brave a mentire e persuasive possono ricevere l’opera dello Spirito Santo? Possono ricevere l’illuminazione e la luce dello Spirito Santo? Assolutamente no. Qual è l’atteggiamento di Dio nei confronti delle persone ingannevoli e infide? Egli le detesta e le rifiuta, le mette in disparte e non presta loro alcuna attenzione, le considera alla stregua di animali. Agli occhi di Dio, tali persone di umano hanno solo la pelle; nella loro essenza, sono della stessa razza del diavolo Satana, sono cadaveri ambulanti, e Dio non le salverà mai” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). La parola di Dio ha rivelato il mio stato. Ero sempre indecisa di fronte a suggerimenti diversi tra loro, avevo paura di assumermi la responsabilità degli errori e cercavo sempre di proteggermi, perché ero dominata da veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Chi è ragionevole sa proteggere sé stesso, e cerca solo di evitare di commettere errori” e “Non si può applicare la legge se nessuno la rispetta”. Di fronte a consigli di altri, avevo le mie opinioni, ma non le esponevo né ricercavo tempestivamente. A volte, quando trovavo che i suggerimenti altrui fossero inappropriati, mi ostinavo comunque a seguirli al fine di proteggere me stessa. In questo modo, se ci fossero stati problemi, non sarebbero stati una mia responsabilità e non sarei stata trattata. Esteriormente, sembravo aperta ai consigli degli altri, e capace di accogliere e mettere in pratica i suggerimenti, dando così l’illusione di non essere arrogante e di saper accettare la verità. In realtà, dietro a questo c’erano le mie intenzioni spregevoli. Ho ripensato al mio comportamento, a come, ogni volta che le responsabilità potevano ricadere su di me, mi preoccupavo di me stessa. A volte, quando gli altri chiedevano consiglio a me per un problema, analizzavo prima i loro pensieri e opinioni e, se concordavano con i miei, partivo da lì e aggiungevo i miei suggerimenti; se invece avevano opinioni diverse, non volevo condividere le mie, temendo che, se mi fossi sbagliata e fossero sorti problemi, mi sarei dovuta assumere la responsabilità, e quindi mi limitavo a qualche commento vago e superficiale. Vivendo secondo quelle filosofie di vita sataniche, ero diventata particolarmente astuta e falsa, non esternavo mai chiaramente i miei punti di vista, non avevo principi né posizioni, e parlavo e agivo confondendo le persone e rendendo le mie opinioni indecifrabili. Ritenevo addirittura intelligente agire in questo modo, così non avrei subito alcuna conseguenza, non sarei stata potata o trattata, né rimossa. Non avevo idea di star ingannando Dio o complottando contro Lui e i miei fratelli e sorelle e di star portando Dio a disprezzarmi e detestarmi. Dio non salva le persone di questo tipo. Forse avrei potuto ingannare i miei fratelli e sorelle, ma Dio scrutava il mio cuore. Se avessi continuato a ingannarLo in questo modo, a essere irresponsabile nel mio dovere, a fare le cose senza metterci il cuore e non concentrandomi sulla ricerca delle verità principi, alla fine non avrei mai ottenuto alcuna verità, e sarei stata scartata. Il mio eccesso di astuzia mi si è ritorto contro. Ero davvero ignorante! Solo una volta che me ne sono resa conto ho cominciato ad avere paura. Volevo davvero pentirmi davanti a Dio. Non potevo continuare così.
Ho letto altri due passi della parola di Dio: “Nella casa di Dio, devi afferrare il principio di ogni dovere che svolgi, qualunque esso sia, ed essere in grado di praticare la verità. Questo è quel che significa agire secondo principio. Se qualcosa non ti è chiaro, se non sei sicuro di quale sia la cosa appropriata da fare, condividi con gli altri per ottenere l’approvazione generale. Una volta stabilito cosa è più vantaggioso per il lavoro della chiesa e per i fratelli e le sorelle, fai quello. Non essere vincolato dalle regole, non rimandare, non aspettare, non limitarti a osservare passivamente. Se resti sempre un osservatore passivo e non hai mai una tua opinione, se prima di compiere qualsiasi azione aspetti sempre che qualcun altro abbia preso una decisione e, quando nessuno lo fa, ti limiti a prendere tempo e ad attendere, quale sarà la conseguenza? Ogni parte del lavoro si impantanerà e niente sarà ultimato. Dovresti imparare a ricercare la verità, o almeno essere in grado di agire secondo la tua coscienza e ragione. A patto che il modo appropriato di fare qualcosa ti sia chiaro, e che la maggioranza delle altre persone lo ritenga attuabile, allora quello è il modo in cui dovresti praticare. Non aver paura di assumertene la responsabilità, o di offendere gli altri, o di subirne le conseguenze. Se qualcuno non compie nulla di concreto, fa sempre i suoi calcoli, temendo di prendersi la responsabilità, e nell’agire non osa attenersi ai principi, ciò dimostra che è particolarmente astuto e subdolo e nutre troppe trame diaboliche. Quanto è immorale voler godere della grazia e delle benedizioni di Dio e tuttavia non fare nulla di concreto. Non c’è nessuno che Dio disprezzi più di queste persone subdole e infide. Indipendentemente da quello che pensi, non stai mettendo in pratica la verità, non possiedi lealtà, e vengono sempre coinvolte le tue considerazioni personali e hai sempre i tuoi pensieri e le tue idee. Dio osserva queste cose, Dio sa; pensavi non fosse così? È da sciocchi pensarlo! E, se non ti penti immediatamente, perderai l’opera di Dio” (La condivisione di Dio). “Quali sono le manifestazioni di una persona onesta? Innanzitutto, non avere dubbi sulle parole di Dio. Questa è una delle manifestazioni di una persona onesta. A parte questo, la manifestazione più importante è la ricerca e pratica della verità in tutte le questioni: ciò è fondamentale. Tu affermi di essere onesto, ma releghi sempre le parole di Dio in un angolo della mente e fai quello che vuoi. Questa è forse la manifestazione di una persona onesta? Dici: ‘Anche se la mia levatura è scarsa, possiedo un cuore onesto’. Eppure, quando un dovere spetta a te, hai paura di soffrire e di assumerti la responsabilità in caso tu non lo svolga bene, così accampi delle scuse per eludere il tuo dovere o suggerisci che lo compia qualcun altro. Questa è la manifestazione di una persona onesta? Chiaramente no. Come deve comportarsi, allora, una persona onesta? Deve sottomettersi alle disposizioni di Dio, essere devota al dovere che è tenuta a svolgere e sforzarsi di soddisfare la volontà di Dio. Questo si manifesta in diversi modi: uno di questi è accettare il tuo dovere con cuore sincero, senza considerare i tuoi interessi carnali, senza avere esitazioni o tramare per il tuo tornaconto. Queste sono manifestazioni di onestà. Un altro è mettere tutto il tuo cuore e le tue forze nel buon adempimento del tuo dovere, facendo le cose in modo corretto e mettendo il cuore e l’amore nel tuo dovere al fine di soddisfare Dio. Queste sono le manifestazioni che una persona onesta dovrebbe avere nel compiere il proprio dovere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalla parola di Dio, ho visto che Dio ama le persone sincere. Non importa se siamo ignoranti e di scarsa levatura. Ciò che conta è avere un cuore retto e sincero, non camuffarci, esternare apertamente le nostre idee, ricercare e fare comunione con gli altri su ciò che non capiamo, agire secondo i principi e a beneficio del lavoro della chiesa, ed essere leali nei nostri doveri. Questo soddisfa Dio. Dio scruta il cuore delle persone. Se facciamo del nostro meglio, anche se a volte commettiamo errori per scarsa levatura o perché non comprendiamo la verità, ci sono comunque lezioni da imparare. Purché accettiamo la verità, ricerchiamo la verità e valutiamo subito i problemi, ci smarriremo sempre meno con il passare del tempo, e gradualmente padroneggeremo i principi e svolgeremo bene i nostri doveri. La chiesa non condanna le persone e non le ritiene responsabili per un singolo errore. Una volta capito questo, mi sono sentita molto più sollevata.
In seguito, mi sono aperta e ho condiviso con una sorella sul mio stato durante quel periodo, e lei mi ha aiutata molto pazientemente. Condividendo e ricercando la verità insieme a lei, ho corretto l’idea sbagliata che avevo sempre avuto. In passato temevo sempre che, se avessi rifiutato i consigli degli altri e avessi offerto punti di vista e opinioni diverse, avrebbero pensato che fossi arrogante e non accettassi la verità. In realtà, era perché non riuscivo a distinguere tra arroganza e difesa dei principi. Attenersi ai principi significa, attraverso la ricerca della verità, determinare le pratiche che si conformino ai principi e tutelino gli interessi della chiesa, e continuare a sostenerle e non scendere a compromessi quando altri obiettano o sollevano questioni. Anche se esteriormente sembra in qualche modo simile all’arroganza, questo è difendere la verità ed è una cosa positiva. Arroganza è sentirsi sempre superiori agli altri, credendo che le proprie opinioni e idee siano corrette; quando gli altri propongono punti di vista diversi, ci si ostina sul proprio senza ricercare né riflettere; si va semplicemente per la propria strada e si insiste nel dichiarare giusto ciò che invece è sbagliato. Tutte queste opinioni provengono dal giudizio personale e non trovano fondamento nei principi. Eppure, si pretende che gli altri le ascoltino e obbediscano. Questa è un’indole satanica, una manifestazione di arroganza. Ho ricordato fratelli e sorelle precedentemente rimossi. Alcuni di loro insistevano sui loro punti di vista, non prendevano sul serio i suggerimenti dei loro fratelli e sorelle, non cercavano né riflettevano, sostenevano sempre le loro ragioni e non erano disposti a fare modifiche e a migliorare. Ciò su cui insistevano non era mai in linea con i principi, erano solo le loro opinioni e preferenze personali. Così si manifesta l’arroganza. Se si riesce a valutare e determinare, secondo i principi, che i suggerimenti degli altri sono inappropriati e a presentare il proprio punto di vista, questa non è arroganza, è prendere le cose sul serio e assumersi con coscienza la responsabilità del lavoro. Quando non si capisce pienamente un problema, esprimere il proprio punto di vista nel ricercare e condividere con gli altri non vuol dire persistere sulla propria strada con arroganza, ma ricercare i principi prima di agire, ed essere seria e responsabile nel mio dovere. Una volta capito questo aspetto della verità, ho provato un grande senso di sollievo.
Da allora, quando ricevevo molti suggerimenti nel mio dovere, pregavo Dio per calmarmi, cercavo le verità principi pertinenti, e sulla loro base valutavo se le modifiche fossero necessarie. Prendevo inoltre l’iniziativa di comunicare e discutere le mie idee con tutti. Una volta, quando ho finito un’immagine di sfondo per un video, il mio leader mi ha detto che il colore non era adatto ed era meglio cambiarlo. Ho pensato: “Se lo modifico in base a questo suggerimento, ci vorrà un grosso intervento di revisione e sicuramente ritarderà il caricamento del video. In realtà non ha a che fare con i principi, è solo una questione di gusti personali: non serve apportarla. Però, se non la eseguo, il mio leader non mi riterrà allora arrogante, presuntuosa e incapace di accettare i suggerimenti degli altri?” Stavo di nuovo esitando, così ho pregato Dio per chiederGli di guidarmi a praticare secondo i principi. Finito di pregare, ho trovato del materiale di riferimento, e poi ho ricercato i principi pertinenti insieme al mio leader e al mio supervisore. Ho anche fornito la mia comprensione e le mie opinioni. Il leader e il supervisore si sono detti d’accordo con me, e il video è stato in breve condiviso online. Questo mi ha fatta sentire particolarmente felice e sicura.
Ripensando alla mia esperienza in quel periodo, mi sono resa conto che, per proteggermi ed evitare responsabilità, mi sono frenata nel mio dovere con preoccupazioni di ogni tipo. Vivere in quel modo era faticoso e non ero molto efficiente. Invece, quando ho capito la volontà di Dio e praticato secondo le verità principi, i problemi sono stati facili da risolvere e il mio dovere molto più semplice e agevole. Avevo davvero sperimentato che, vivendo secondo filosofie di vita sataniche, riuscivo solo a essere sempre più astuta e falsa, indegna della fiducia degli altri e sgradita a Dio. Solo praticando la verità e compiendo il proprio dovere secondo le verità principi si può avere la benedizione di Dio. Solo in questo modo si può essere risoluti e sinceri, e trovare gioia e pace nel cuore.
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